Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

17-09-2014

Fare il pieno di Vitamina E mangiando gli alimenti giusti significa avere la possibilità di ridurre della metà il rischio di contrarre il cancro alla vescica, la quarta causa di morte negli uomini. Una ricerca, resa nota ieri al meeting dell'American Association for Cancer Research, aggiunge un nuovo tassello al mosaico, sempre in movimento, delle malattie che la Vitamina E può aiutare a prevenire. Le speranze circa gli effetti protettivi della Vitamina E avevano riguardato anche gli attacchi di cuore, ma la ricerca non è poi riuscita a dimostrare questa tesi. L'azione protettiva della Vitamina E nei confronti del cancro deve anch'essa essere dimostrata con ulteriori studi. Intanto però, un grande esperimento, sponsorizzato negli Usa a livello federale, costituisce un valido contributo lungo la strada che porterà a dimostrare la tesi degli effetti benefici della Vitamina E, attraverso il potere anti-ossidante, contro il cancro alla vescica. 
Il cancro alla vescica uccide ogni anno circa 12.500 Americani ed è quattro volte più comune negli uomini che le donne. E' una forma di cancro, purtroppo, molto aggressiva, con una mortalità del 50% a 5 anni. In Italia il tumore alla vescica è la seconda emergenza nei reparti di urologia, e occupa il quarto posto tra le neoplasie maschili. Lo studio è stato basato su questionari relativi alle abitudini di consumo di circa 1.000 cittadini residenti a Houston, negli Usa. L'incidenza del cancro della vescica fra coloro che, nella graduatoria di assunzione di Vitamina E, si collocavano nel 25% più elevato, erano della metà rispetto a coloro che si trovavano nel 25% più basso. Le differenze nell'alimentazione tra i due gruppi era minima: non più di una manciata di mandorle e una porzione di spinaci al giorno. La ricerca, è stata presentata da John Radcliffe, ricercatore nutrizionista della Texas Woman's University. L'effetto protettivo della Vitamina E, secondo i ricercatori, permane, a prescindere dal fatto che essa sia assunta attraverso l'alimentazione o con integratori nutrizionali. La squadra dei ricercatori ha distinto tra loro le due forme più comuni di Vitamina E, Alfa e Gamma-Tocoferolo ed ha osservato che soltanto la forma Alfa è risultata associabile alla riduzione del rischio di cancro alla vescica. Negli alimenti essa è reperibile in mandorle, spinaci, senape, peperoni, semi di girasole e diverse varietà di olio, tra cui quello di oliva. Il consiglio dunque di mangiare in abbondanza verdure ed altri alimenti di origine vegetale è sempre valido, a prescindere dal fatto che i risultati di questa ricerca verranno confermati.

 

http://www.smh.com.au/articles/2004/03/29/1080544414779.html?from=storyrhs

https://www.sciencedaily.com/releases/2004/03/040330084359.htm

12-04-2017

Il consumo di tè e agrumi è associato a un minor rischio di sviluppare il cancro ovarico, secondo una nuova ricerca dell'University of East Anglia (UEA). La ricerca rivela che le donne che consumano alimenti contenenti flavonoli e flavanoni (entrambi sottoclassi di flavonoidi), diminuiscono in modo significativo il rischio di sviluppare il cancro ovarico, la quinta principale causa di morte per cancro tra le donne. Il gruppo di ricerca ha studiato le abitudini alimentari di 171.940 donne di età compresa tra i 25 e 55 per più di tre decenni ed ha scoperto che coloro che consumano cibi e bevande ad alto contenuto di flavonoli (che si trovano nel tè, nelle mele e nell'uva) e flavanoni (che si trova negli agrumi), hanno meno probabilità di sviluppare il cancro ovarico. Il Prof. Aedin Cassidy, del Dipartimento di Nutrizione presso la Norwich Medical School di UEA, che condotto lo studio, ha detto: “Questo è il primo studio su larga scala che esamina se l’assunzione abituale di diversi flavonoidi può ridurre il rischio di cancro ovarico. Abbiamo scoperto che le donne che consumano cibi ricchi di due sottogruppi di sostanze potenti chiamati flavonoidi – flavonoli e flavanoni – avevano un rischio significativamente più basso di sviluppare il cancro ovarico”.
Le principali fonti di questi composti sono tè e agrumi, che possono essere facilmente incorporati nella dieta. Lo studio suggerisce che semplici cambiamenti nell’assunzione di cibo potrebbero avere un impatto sulla riduzione del rischio di cancro ovarico. “In particolare, il consumo di solo un paio di tazze di tè nero ogni giorno, è stato associato con una riduzione del 31 per cento del rischio”. Questa ricerca è la prima ad esaminare in modo esaustivo, l’associazione tra le sei principali sottoclassi di flavonoidi presenti nella dieta normale ed il rischio di cancro alle ovaie ed è anche la prima a studiare l’impatto di polimeri e antociani sulla salute delle donne. Lo studio è stato condotto dal prof. Cassidy e Prof. Shelley Tworoger, del Brigham and Women Hospital e della Harvard Medical School. 

 

http://ajcn.nutrition.org/content/early/2014/08/20/ajcn.114.088708

 

Mercoledì, 12 Aprile 2017 11:07

10 BUONE RAGIONI PER MANGIARE ASPARAGI.

12-04-2017

Tra gli ortaggi tipici della stagione primaverile, gli asparagi sono un vero e proprio ricettacolo di proprietà benefiche per l’organismo. Ci purificano, ci fanno dimagrire e ci mettono di buon umore. Appartenenti alla famiglia delle Liliaceae sono degli ortaggi capaci di preparare il corpo al risveglio che precede l’arrivo dei mesi più caldi. Inoltre, sono un alimento molto diffuso in Italia che, assieme a Francia e Germania, è tra i maggiori produttori a livello europeo. In commercio esistono diversi tipi di asparagi: selvatici e coltivati. I primi crescono nella fascia mediterranea e hanno un colore verde molto scuro, tendente al viola. Sono più profumati delle varietà coltivate e contengono un numero maggiore di fitonutrienti. Le varietà coltivate sono quella bianca e quella verde. In generale, queste varietà sono più tenere e hanno un sapore più delicato. Una cosa curiosa del mangiare asparagi è che questo ortaggio modifica l’odore della nostra pipì. Ci sono veramente tantissime ragioni che dovrebbero convincerci a mangiarne abbastanza. Ecco alcune tra le più importanti.

AIUTANO A PERDERE PESO: Gli asparagi hanno un basso contenuto di grassi e calorie ma sono ricchi di fibre solubili e insolubili. Consumarli ci fa sentire più sazi, un vantaggio per chi ha deciso di perdere peso. Inoltre, possono aiutare contro la stitichezza, favorendo il transito intestinale.

FAVORISCONO LA DIURESI E COMBATTONO LA RITENZIONE: Gli asparagi contengono alti livelli di un aminoacido particolare, che prende il nome di asparagina. L’asparagina rende questo alimento un diuretico naturale, utile a eliminare i ristagni liquidi in eccesso presenti nel corpo e a prevenire la formazione di infezioni del tratto urinario.

SUPPORTANO LA FLORA BATTERICA INTESTINALE: Apportano un grande beneficio all’apparato digerente grazie al loro contenuto di inulina, un particolare carboidrato che rappresenta il nutrimento ideale per la flora batterica.

SONO RICCHI DI ANTIOSSIDANTI: Gli asparagi, soprattutto quelli selvatici, sono ricchi di antociani e hanno degli effetti antiossidanti che aiutano il corpo a proteggersi dagli effetti dei radicali liberi. Per questo, è meglio evitare di cuocerli troppo. C’è chi afferma che la cottura aiuti ad attivare le proprietà anticancro degli asparagi. L’importante è evitare di bollirli o cuocerli troppo a lungo per non disperdere o distruggere alcuni loro benefici.

CONTENGONO VITAMINA E: All’interno degli asparagi è presente anche la vitamina E, utile a rafforzare il sistema immunitario e a proteggere l’organismo dai radicali liberi. Il nostro corpo assorbe meglio la vitamina E se associata ad alcuni grassi. L’olio d’oliva potrebbe allora accompagnare il vostro piatto, renderlo più gustoso e più efficace.

SONO AFRODISIACI: Parola di scienziati. Nello specifico, 350 grammi di asparagi e 15 grammi di zenzero a settimana, insieme a 30 grammi di mandorle al giorno, possono aiutare a creare una perfetta ricetta anti-flop in camera da letto. Gli asparagi stimolano la produzione di ormoni maschili potenziando la funzione sessuale e la fertilità.

SONO UNA BUONA FONTE DI ACIDO FOLICO: Quattro cime di asparagi contengono il 22% della dose giornaliera raccomandata di acido folico. L’acido folico è essenziale per le donne che hanno intenzione di rimanere incinte. Uno studio del 2009 pubblicato su PLoS Medicine ha dimostrato che supplementi di acido folico aiutano a ridurre il rischio di parti prematuri del 50%, se assunto per almeno un anno prima del concepimento.

SONO RICCHI DI VITAMINA K: Assieme ad altre verdure a foglia verde, gli asparagi contengono un ottimo quantitativo di vitamina K, essenziale per la coagulazione del sangue e la salute delle ossa.

RENDONO PIU’ FELICI: L’acido folico aiuta l’umore e diminuisce l’irritabilità. Secondo gli esperti, infatti, ci sarebbe un collegamento tra bassi livelli di folati e vitamina B12 e depressione. Anche il triptofano è presente in questo alimento e contribuisce al buonumore.

SONO DEI POTENTI SPAZZINI DELL’ORGANISMO: Ripuliscono contemporaneamente intestino, fegato, reni, polmoni e pelle. Essendo anche un alimento alcalinizzante, gli asparagi ristabiliscono l’equilibrio del nostro organismo (sangue e linfa), spesso alterato da una cattiva alimentazione.

COME CAPIRE SE SONO FRESCHI

Quando acquistate gli asparagi, fate attenzione che siano duri, non legnosi e con un bel colore acceso. Non si devono poter piegare, ma spezzare e attenzione agli inizi di marcescenza. Se vi piace, poi, cercate di consumarli crudi, a fettine nell’insalata. Non esagerate se soffrite di cistiti e calcoli renali.

Martedì, 11 Aprile 2017 07:40

MACADAMIA: UNA NOCE ESOTICA AMICA DEL CUORE.

20-12-2016

L’albero della macadamia è stato scoperto e identificato in Australia verso la metà del XIX secolo. La corteccia di questo albero, dura e spessa, racchiude un seme biancastro grande poco più di una nocciola e ricchissimo di olio. I semi dei frutti della macadamia, chiamati anche noci di macadamia, contengono fino al 74% di grassi. Le loro proteine (8%) sono piuttosto complete, ma sono povere di metionina, una carenza che si può integrare consumando contemporaneamente dei cereali. Queste noci sono uno dei frutti secchi oleaginosi più ricchi di grassi. I frutti della macadamia sono anche una buona fonte di calcio, fosforo, ferro, vitamine B1 e B2, e forniscono flavonoidi polifenolici dall’azione antiossidante, che combattono l’arteriosclerosi. L’olio delle noci di macadamia è simile per composizione a quello d’oliva: è formato da acidi grassi monoinsaturi (58%) e non contiene acidi grassi “trans”, che secondo studi recenti esercitano un effetto nocivo sul cuore. Quest’olio è adattissimo per le fritture, perché è molto stabile alle alte temperatura e ha un grado di evaporazione elevato (198°C). Per le caratteristiche dei loro grassi, le noci di macadamia e l’olio che se ne ricava sono alimenti salutari per il cuore: riducono il colesterolo e facilitano la circolazione del sangue nelle coronarie.

 

 

11-10-2014

Secondo il team di ricercatori dell’Università di Leicester, la glutatione perossidasi – un antiossidante fondamentale per le cellule – protegge contro i sintomi della malattia, in organismi modello. Essi sperano che l’attività enzimatica – la cui capacità di protezione inizialmente è stata osservata in organismi modello come il lievito – può essere ulteriormente sviluppata ed eventualmente usata per trattare le persone con la malattia genetica ereditaria. La malattia colpisce circa 12 persone ogni 100.000. Il loro articolo, ”Perossidasi glutatione è neuroprotettiva in modelli di malattia di Huntington” è stato pubblicato sulla rivista Nature Genetics, il 25 agosto. Un team di esperti del Dipartimento dell’Università di Genetica ha svolto attività di ricerca per più di sei anni, per identificare nuovi potenziali bersagli farmacologici per la malattia di Huntington. Essi hanno usato sistemi modello, come il lievito, mosche della frutta e le cellule di mammifero in coltura per scoprire i potenziali meccanismi alla base della malattia a livello cellulare. Inizialmente hanno utilizzato un genoma a livello di insieme di geni del lievito e trovato diversi candidati che proteggevano contro i sintomi correlati della malattia di Huntington. Hanno poi convalidato le loro scoperte nel moscerino della frutta e cellule di mammifero.
I ricercatori hanno scoperto che l’attività della glutatione perossidasi è efficacemente protettiva in questi modelli della malattia di Huntington. Al momento ci sono già composti farmaco-simili disponibili che imitano questa attività, già testati in studi clinici umani per altri disturbi, che potenzialmente potrebbero essere usati per trattare le persone con la malattia. Inoltre, i ricercatori hanno identificato molti geni protettivi supplementari e mirano ad esplorarli ulteriormente per verificare se ci sono delle possibilità terapeutiche aggiuntive. Il dottor Flaviano Giorgini, professore di Neurogenetica del Dipartimento di Genetica dell’Università di Leicester e autore senior del documento, ha dichiarato: “Stiamo utilizzando approcci genetici in organismi modello semplici al fine di comprendere meglio la malattia di Huntington. Sembra che l’attività della glutatione perossidasi sia un approccio antiossidante protettivo che può avere rilevanza per questa condizione”. Il Dottor Robert Mason, Ricercatore Associato presso il Dipartimento di Genetica e primo autore dello studio, ha detto: “Oltre alla glutatione perossidasi, questo studio ha identificato molti geni che migliorano i sintomi della malattia di Huntington, nel lievito. Questi geni forniscono preziose informazioni sui meccanismi di fondo che portano alla malattia di Huntington e ulteriori studi serviranno a scoprire probabili approcci complementari che potrebbero essere utili nel trattamento di questa terribile malattia. Siamo entusiasti del lavoro perché scopre un nuovo potenziale percorso terapeutico per la malattia di Huntington”. La ricerca è stata finanziata principalmente dalla Fondazione CHDI e Associazione Malattia di Huntington.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23974869

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4040417/

 

Martedì, 11 Aprile 2017 07:24

BROCCOLI CONTRO IL CANCRO.

13-10-2014

Un chilo a settimana di broccoli, cavolfiori o cavolini di Bruxelles riduce del 50% il rischio di contrarre un tumore all'intestino. A snocciolare i dati sono due studi paralleli dell'Istituto britannico per l'alimentazione e dall’Università John Hopkins di Baltimora (USA), che confermano le proprietà anticancro di questi ortaggi, disponibili in gran quantità nel periodo autunnale e invernale. Ma l'assunzione di germogli di broccoli sembra avere la funzione aggiuntiva di proteggere anche dal cancro al seno, perché in grado di inibire lo sviluppo delle cellule staminali tumorali, interrompendo l'accrescersi della massa neoplastica. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dall’University of Michigan Comprehensive Cancer Center sulla rivista Clinical Cancer Research. Il sulforafano, in particolare, sarebbe in grado, oltre che di prevenire il cancro al seno, di uccidere le cellule staminali che permettono alla neoplasia di svilupparsi. I germogli contengono, in misura 100 volte superiore alla pianta matura, isotiocianato (estero dell'acido isotiocianico), dal caratteristico odore di senape, che ha una azione "disintossicante" delle cellule.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20388854

 

15-09-2014

Vuoi avere muscoli più forti senza steroidi pericolosi? Stai perdendo la forza muscolare e sei preoccupato? Una nuova ricerca appena pubblicata nel numero di gennaio di Medicina & Science in Sports & Exercise, la rivista dell'American College of Sports conferma l’associazione tra vitamina D e muscoli molto più forti. ”I risultati di questo studio indicano che la vitamina D può essere un valido trattamento per la perdita di forza muscolare negli adulti, aiuta a mantenere la forza muscolare, aiuta a prevenire cadute e fratture” afferma il principale autore della ricerca, il Dott. Paul D. Thompson,responsabile di cardiologia presso l'Hartford Hospital di Hartford, nel Connecticut. Dalla ricerca è emerso che più elevati livelli di vitamina D erano chiaramente legati ad una maggiore forza muscolare delle gambe e delle braccia. Le conclusioni della ricerca indicano che la vitamina D può essere un trattamento efficace per conservare la massa muscolare e la forza negli adulti e nelle persone più anziane. Un precedente studio sulla stessa rivista, ha scoperto che la vitamina D migliora le prestazioni negli atleti e suggerisce che la vitamina può contribuire a rilanciare le prestazioni atletiche.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22895376

 

Venerdì, 07 Aprile 2017 10:06

BEVANDE ZUCCHERATE: UN COLPO AL CUORE.

07-04-2017

Un consumo regolare di bibite zuccherate aumenta il rischio di malattie cardiocircolatorie. Lo comunica il "Servizio informativo per l'alimentazione, l'agricoltura e la tutela del consumatore" germanico, l'aid. Da quanto lascia supporre uno studio condotto in Svizzera, questo effetto negativo si paleserebbe già dopo poche settimane di consumo regolare, ed anche se le bibite vengono assunte solo in quantità moderate. Alla ricerca hanno partecipato 29 soggetti maschili, sani e normopesi, di età compresa fra i 20 e i 50 anni. Per tre settimane hanno assunto quotidianamente 600 ml di una bibita contenente rispettivamente 40 g o 80 g di glucosio, fruttosio o saccarosio. Prima e dopo le varie fasi dello studio, i probandi sono stati sottoposti ad accurate visite mediche. Un'analisi dei dati così ottenuti ha mostrato che il consumo giornaliero di bibite zuccherate aumenta la probabilità di contrarre malattie cardiovascolari. Già piccole quantità di zucchero (40 g al giorno) hanno un'influenza negativa sul metabolismo: nei probandi si é alzato il livello glicemico, sono peggiorati i valori del colesterolo ed è aumentata la circonferenza della vita. La concentrazione di alcuni marcatori di infiammazione nel sangue é aumentata fino a quasi il doppio. Mentre l'assunzione di fruttosio da fonti naturali quali frutta e verdura è molto sana, le bibite edulcorate con fruttosio sembrano essere particolarmente dannose, spiegano i ricercatori.

Mercoledì, 05 Aprile 2017 09:49

VITAMINA C CONTRO L'ALZHEIMER.

23-05-2014

Terapie a base di vitamina C potrebbero distruggere gli aggregati della proteina tossica responsabile dell'Alzheimer. Lo rivela una ricerca sui topi condotta in Svezia presso la Lund University e pubblicata sul Journal of Biological Chemistry. Le persone che soffrono di Alzheimer hanno, nel loro cervello, placche di amido mal ripiegate che causano la morte precoce di cellule nervose, partendo da quelle adibite ai centri della memoria. La vitamina C, o acido ascorbico, permetterebbe di distruggere tali placche di amido contrastando gli effetti progressivi della malattia. Un altro risultato interessante, sostiene la ricercatrice Katrin Mani, consiste nel fatto che la vitamina C utile per combattere l'Alzheimer non deve provenire necessariamente dalla frutta fresca, bensì anche dai composti accumulati nei succhi di frutta tenuti in frigorifero per periodi di tempo anche limitati. Sebbene sia ancora aperta la controversia attorno ai presunti effetti antiossidanti prodotti dalla vitamina C utili a contrastare molteplici patologie - dal comune raffreddore agli attacchi di cuore fino alla demenza senile -, la ricerca sottolinea nuove opportunità per la ricerca sull'Alzheimer. Al momento, infatti, non esistono cure definitive per questa malattia, mentre le terapie attuali combattono esclusivamente i sintomi.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21642435

 

19-01-2015

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo. L'OMS stima infatti a circa un terzo dei decessi causati dalle malattie cardiovascolari come infarto, angina, ictus, ipertensione...Ciò che rende queste malattie mortali è che colpiscono gli organi vitali, ma anche che molto spesso vengono scoperti troppo tardi o per caso, in soggetti apparentemente sani. È quindi essenziale proteggere e rafforzare il sistema cardiovascolare nel modo più efficiente e il più presto possibile. È ciò che permette all'arginina, un piccolo aminoacido semplice, attraverso un complesso meccanismo, di proteggere il cuore e i vasi sanguigni. Per una salute ottimale, i componenti vitali del sistema cardiovascolare - cuore, sangue, arterie, vene e capillari - devono lavorare insieme. La chiave del funzionamento di questo sistema complesso è il flusso sanguigno. Il cuore è come il motore del vostro corpo e il vostro sangue è una sorta di carburante nutriente che alimenta tutti gli organi vitali e garantisce che ognuno abbia la capacità di funzionare normalmente. Affinché il sangue possa circolare senza intoppi e a una buona velocità nel corpo, è necessario che i vasi sanguigni siano completamente dilatati, cioè sufficientemente aperti per permettere al sangue di scorrere in modo sicuro. 
Nel 1998, i ricercatori americani F. Furchgott, F. Murad e J. Ignarro hanno ricevuto il Premio Nobel per la Medicina per la scoperta di come i vasi sanguigni mantengano un'espansione sufficiente a consentire un corretto flusso di sangue. In particolare, non sono riusciti a capire come le cellule endoteliali che rivestono le pareti interne dei vasi sanguigni producano naturalmente ossido nitrico. L'ossido nitrico è un gas che aiuta a mantenere i vasi sanguigni sufficientemente dilatati e quindi svolge un ruolo essenziale nella fluidificazione del sangue. A quel tempo, questa scoperta creò una grande sorpresa nei circoli scientifici, poiché l'ossido nitrico era allora conosciuto principalmente come inquinante dell'aria formato dalla combustione di azoto e presente soprattutto nel gas di scarico delle automobili. Tuttavia, l'ossido nitrico prodotto naturalmente dal corpo non ha ovviamente nulla a che fare con gli effetti negativi dei gas di scarico. Piuttosto il contrario. Migliorando la circolazione sanguigna, l'ossido nitrico prodotto dal corpo è anche essenziale per mantenere una buona salute del sistema cardiovascolare. 
Per mantenere la salute di cuore, arterie e di tutti gli organi vitali che compongono il sistema cardiovascolare, occorre che il corpo produca abbastanza ossido nitrico da mantenere i vasi sanguigni ben dilatati. È qui che troviamo l'arginina, un aminoacido noto dalla fine del XIX secolo, ma il cui ruolo a favore della protezione del sistema cardiovascolare è stato compreso solo negli studi che hanno portato a F. Furchgott, F. Murad et J. Ignarro di ricevere il Premio Nobel per la Medicina nel 1998. L'arginina è stata così identificata come la molecola precursore dell'ossido nitrico prodotto dalla degradazione enzimatica dell'arginina. L'arginina è quindi la materia prima dell'ossido nitrico. In caso di carenza, le cellule endoteliali non saranno più in grado di creare abbastanza ossido nitrico, con conseguente restringimento dei vasi sanguigni. La circolazione sarà altamente disturbata e gli organi vitali saranno meno alimentati con conseguenti disturbi del sistema cardiovascolare e aumento del rischio di malattia. Nel 2004, il Journal of Nutrition de l'American Society for Nutritional Sciences ha condotta una vasta recensione degli studi scientifici condotti sull'arginina e sull'importanza del suo ruolo. Questo studio ha permesso di convalidare le proprietà dell'arginina nel mantenimento di un sano sistema cardiovascolare. È stato così dimostrato che l'arginina: 

• aumenta la vitalità dei vasi sanguigni; 

• svolge un ruolo essenziale nel mantenere un funzionamento sano dell'endotelio vascolare (parete dei vasi);

• promuove la dilatazione dei vasi sanguigni e la produzione di ossido nitrico creato dall'endotelio vascolare. 

Altre ricerche recenti suggeriscono che l'arginina può anche contribuire a sostenere il sistema immunitario. La mancanza di arginina può infatti desensibilizzare componenti importanti di globuli bianchi chiamati neutrofili, che svolgono un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria. Come molte altre funzioni nel corpo, l'attività dell'arginina tende a diminuire con l'età con conseguente rallentamento della produzione naturale di ossido nitrico e quindi indebolimento del sistema cardiovascolare nel suo complesso. Con l'età e indipendentemente dallo stato di salute generale, è quindi necessario aumentare i livelli di arginina per mantenere e migliorare la salute cardiovascolare. Per aumentare i livelli di arginina, è possibile aumentare l'assunzione di alimenti ricchi di questo aminoacido: carne rossa, pollame, pesce, legumi, avena, grano saraceno, noci. Tuttavia, anche con una dieta ricca di arginina, è difficile sapere quanto di questo aminoacido sarà in realtà assorbito dal corpo perché la metabolizza ed elimina molto rapidamente. Ecco perché ci sono molti integratori alimentari di arginina che contribuiscono a mantenere un livello sufficiente per agire favorevolmente sul sistema cardiovascolare. L'assunzione di arginina in questo modo permette di assorbire facilmente le dosi necessarie convalidate dalla ricerca scientifica e che sono comprese tra 500 mg e 1500 mg al giorno di arginina pura. Se possibile, vi consiglio di prendere gli integratori in più volte. Ad esempio, mattina, mezzogiorno e sera per un'integrazione a 500 mg per capsula o 1.500 mg al giorno. In questo modo, prolungate gli effetti dell'arginina e aumentate la sua efficacia per la protezione contro le malattie cardiovascolari grazie alla sua azione su: 

• dilatazione dei vasi sanguigni; 

• miglioramento della circolazione del sangue nel corpo; 

• mantenimento dei livelli di pressione sanguigna negli standard raccomandati; 

• rafforzamento complessivo del sistema immunitario. 

Se avete 50 anni o più, vi suggerisco di prendere una dose di 1.500 mg al giorno, ovvero 3 capsule, per alleviare gli effetti dell'invecchiamento sui livelli di arginina. Soprattutto se consumate pochi alimenti ricchi di arginina. A questo dosaggio, non vi è alcuna particolare controindicazione né effetti collaterali noti. L'arginina è inoltre sempre più usata per il trattamento delle disfunzioni sessuali negli uomini e nelle donne. L'ossido nitrico, dilatando i vasi sanguigni, favorisce il flusso di sangue necessario per l'erezione. In uno studio su uomini con disfunzione erettile e bassi livelli di ossido nitrico, la somministrazione di 5 g di arginina al giorno ha consentito un aumento dei livelli di ossido nitrico ed è stato osservato un miglioramento della qualità dell'erezione. Nelle donne in post-menopausa, uno studio suggerisce che l'arginina può anche avere un effetto stimolante sulla libido. Questi pochi risultati positivi sono legati all'azione dell'arginina e dell'ossido nitrico nel miglioramento del flusso di sangue agli organi sessuali. Tuttavia, dovrebbero essere condotte ulteriori ricerche per confermare inequivocabilmente l'utilità dell'arginina nel trattamento delle disfunzioni sessuali.

 

http://jn.nutrition.org/content/134/10/2748S

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Moriguti+JC%2C+Ferriolli+E%2C+Donadi+EA

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Provinciali+M%2C+Montenovo+A

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Chen+J%2C+Wollman+Y

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10743698

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Meston+CM%2C+Worcel+M

 

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates