Angelo Ortisi
INFLUENZA O COS'ALTRO?
08-02-2016
La vera influenza non rappresenta che il 30 o il 40% delle patologie delle vie respiratorie simil-influenzali. I confini tra i veri tipi di malattie da raffreddamento e l'influenza, infatti, sono molto deboli in quanto esse presentano dei sintomi molto simili (tosse, febbre, dolori muscolari, mal di testa, congiuntivite, rinite ecc.) e distinguere le svariate affezioni virali non è possibile se non mediante prelievi effettuati su campioni di tamponi faringei o sulle cavità nasali. Analisi che normalmente non vengono effettuate se non su un campione limitato di persone per riconoscere le varianti virali del virus influenzale che circolano ogni anno (anche perchè tali esami sierologici non danno alcun aiuto a livello di terapia). Infatti c'è anche questo da sottolineare. Ogni anno il virus influenzale subisce naturalmente cambiamenti antigenici e diversi sono pure i ceppi virali che si impongono come prevalenza. Il vaccino antinfluenzale quindi deve avere ogni anno una composizione diversa per poter rispondere ai mutamenti del virus. Esso rimane quindi una vaccinazione "sui generis" e l'aggiornamento annuale preordinato e organizzato dall'OMS non sempre riesce a garantire la rispondenza tra vaccino e virus.
La preparazione del nuovo vaccino inizia nel mese di febbraio, quando l'OMS individua i tre ceppi virali, due di tipo A e uno di tipo B, che potrebbero provocare la maggior parte dei casi di influenza nel periodo che va da novembre a marzo. L'efficacia protettiva del vaccino dovrebbe essere tanto più elevata quanto più alta è la corrispondenza tra gli antigeni virali in esso contenuti e il ceppo virale epidemico in circolazione. Non è detto che tale corrispondenza sia garantita. Inoltre, anche se lo fosse, va ricordato che esso proteggerebbe solo da quel particolare tipo di virus e non da tutti gli altri virus influenzali di ceppo diverso (ortomixovirus) o dagli altri virus causanti le varie patologie similari (paramixovirus, adenovirus, pneumovirus, echovirus, rinovirus ecc.). Questo spiega come mai chi si vaccina contro l'influenza spesso poi si ammala nel corso dello stesso inverno di patologie simil-influenzali. Se aggiungiamo a tutto questo i problemi dovuti agli effetti collaterali del vaccino e le controindicazioni del caso il presunto vantaggio dell'atto vaccinale viene sicuramente a mancare!
L’AMMORBIDENTE E’ NOCIVO PER LA SALUTE.
07-02-2016
L’ammorbidente è tra i prodotti più tossici in ambito domestico e risulta nocivo per l’uomo nel lungo termine. “Un carico tossico a basso dosaggio ripetuto nel tempo può generare conseguenze estremamente nocive per la salute”, ha dichiarato Peter Ohnsorge, presidente dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale. Questo accade con l’ammorbidente, essendo composto da sostanze che assorbite quotidianamente attraverso gli indumenti sono tossiche e possono causare tumori e danni cerebrali. Inoltre sono molto inquinanti per il pianeta dove abitiamo.
Ecco perché non usare l’ammorbidente:
- L’ammorbidente è molto inquinante e poco biodegradabile, quindi l’impatto ambientale è altissimo.
- L’ammorbidente tende a creare una patina sugli indumenti che rende poi difficile l’eliminazione dello sporco vero e proprio e così ci tocca anche aumentare la quantità di detersivo e quindi più inquinamento e costo.
- La patina che resta sugli indumenti viene ogni santo giorno a contatto con la nostra pelle e quella più delicata dei bambini, trasferendo al nostro organismo le sostanze di cui è composto (per legge non tutti devono essere elencati nella lista ingredienti): Hardened TEA, Isopropyl Alcohol, Tallow Alcohol, Laureth-20, Butylphenyl Methylpropional, Hexyl Cinnamal, Coumarin, formaldeide, fosfati, pentano, benzil acetato, coloranti artificiali (derivati del petrolio e quasi tutti di origine sintetica che risultano altamente inquinanti per l’ambiente e nocivi per la salute dell’uomo).
Gli ammorbidenti sono formulati per persistere nei vestiti per lungo periodo, di modo che questi componenti sono assorbiti dalla pelle a poco a poco e rilasciati lentamente nell’aria venendo anche gradualmente inalati. Stendere ad asciugare in casa i vestiti lavati con l’ammorbidente inquina pesantemente l’aria di casa e può causare nel tempo disturbi più gravi. Poiché le malattie croniche, autoimmuni e il cancro hanno una causa ambientale, la progressiva intossicazione giornaliera domestica è la prima cosa che dobbiamo eliminare dalle nostre vite se vogliamo mantenere la salute. Gli effetti possono essere:
• Asma;
• Mal di testa;
• Dermatite;
• Orticaria;
• Irritazione delle mucose;
• Reazioni allergiche;
• Dolori muscolari;
• Difficoltà digestive;
• Modificazioni imprevedibili a livello psicofisico.
La tolleranza verso gli allergeni che compongono l’ammorbidente è differente per ognuno di noi, così come imprevedibili possono essere le reazioni: la popolazione ipersensibile, di cui una percentuale importante sono i bambini, è in costante aumento. Inoltre gli effetti cui faccio riferimento sono stati studiati per le sostanze singole, nessuno sa quale sia l’effetto di più sostanze tossiche assieme. Chi finanzierebbe lo studio?
ALTERNATIVE NATURALI ED EFFICACI ALL’AMMORBIDENTE
Bicarbonato di Sodio: Prendi mezzo bicchiere di bicarbonato e riempilo d’acqua, mescola e aggiungilo in lavatrice per il lavaggio degli indumenti. Puoi aggiungerci due gocce di olio essenziale di lavanda se vuoi aggiungere una piacevole profumazione.
Aceto: Prendi mezzo bicchiere di aceto e aggiungilo nella vaschetta apposita per l’ammorbidente. Oltre a rendere gli indumenti morbidi, ravviva i colori, elimina i pelucchi e rimuove il calcare dai tessuti e dalla lavatrice. Se non c’è la vaschetta apposita nella tua lavatrice puoi inserirlo al momento del risciacquo.
Sia il bicarbonato che l’aceto eliminano anche gli odori cattivi come sudore e simili, rafforzando il profumo del detersivo. Non avere paura, i tuoi indumenti non “profumeranno” di aceto, infatti non resterà per nulla dopo l’asciugatura, essendo volatile.
10 ALIMENTI CHE RIPULISCONO IL CORPO DALLA NICOTINA.
07-02-2016
La nicotina è la sostanza chimica presente nelle sigarette. Questa sostanza causa dipendenza, motivo per cui i fumatori hanno difficoltà a smettere di fumare. La nicotina è un potente stimolante che può bloccare il corretto funzionamento di cellule nervose e muscolari. La pianta del tabacco produce nicotina, che può aumentare il battito cardiaco, la pressione sanguigna e anche il rischio di ictus. Nonostante tutti i divieti e le avvertenze per la salute sui danni provocati dalle sigarette, la gente continua lo stesso a fumare. Si potrebbe scegliere anche di masticare il tabacco, essendo meno dannoso, ma ciò comporta ugualmente l’assunzione di dosi di nicotina nell’organismo. Chi non riesce a smettere di fumare può assumere certi alimenti che aiutano ad eliminare la nicotina dal proprio organismo. Ecco quali sono:
1. BROCCOLI
I broccoli contengono alti livelli di vitamina C e vitamine del gruppo B che sono responsabili della regolazione di molti processi importanti all’interno dell’organismo. Mangiare broccoli significa assumere molta vitamina C che aiuta a mantenere il metabolismo e a proteggere i polmoni dalle tossine. I broccoli contengono anche sostanze che aumentano l’attività del gene NRF2 che protegge le cellule polmonari.
2. ARANCE
La nicotina impoverisce il corpo di vitamina C. Il consumo di arance aumenta i livelli di vitamina C e può anche ridurre lo stress e l'ansia causata dal desiderio di nicotina.
3. SPINACI
Gli spinaci contengono acido folico (B9), vitamina nota per rimuovere la nicotina dal corpo. Inoltre, la vitamina B9 aiuta a dormire meglio, soprattutto i fumatori che a causa della nicotina soffrono spesso di sonno interrotto. L’acido folico è molto importante quando si cerca di combattere i sintomi di astinenza da nicotina in quanto svolge un ruolo fondamentale nel benessere mentale ed emotivo.
4. ZENZERO
Lo zenzero può aiutare a sbarazzarsi di molti sintomi indesiderati causati dal fumo e dalla nicotina. Per avere un buon effetto si dovrebbe consumare zenzero crudo per alleviare il desiderio di nicotina e ridurre le tossine nel flusso sanguigno. Il modo migliore per eliminare la nicotina dal corpo sarebbe quello di smettere di fumare, e lo zenzero può aiutare a fare questo.
5. MIRTILLI ROSSI
I mirtilli rossi aiutano l’organismo ad eliminare più velocemente la nicotina dal flusso sanguigno. La nicotina aumenta i livelli di zucchero nel sangue, proprio come fanno i mirtilli, pertanto, sostituendo le sigarette con i mirtilli, questi possono fermare il desiderio quando si sta cercando di smettere.
6. LIMONI
I limoni sono un'altra arma potente contro la nicotina. Se fumate, la nicotina rimarrà nell’organismo fino a 3 giorni, causando danni alle cellule della pelle. Mangiare limoni, oltre a rafforzare il sistema immunitario, migliorerà la salute della pelle, e la vitamina C e il loro acido citrico combatteranno rapidamente i sintomi indesiderati del fumo.
7. CAROTE
Fumare regolarmente comporta una diminuzione di vitamina A e C dall’organismo. Ciò può causare danni alle cellule nervose, alla circolazione e al funzionamento generale del cervello. Sostenete l’organismo con l'assunzione regolare di carote per ricostituire la vitamina A, C e K rafforzando così le difese naturali del corpo.
8. MELOGRANI
Il fumo aumenta il battito cardiaco e la pressione sanguigna, diminuendo i livelli di ossigeno nel sangue. Bisogna contrastare questi sintomi con il consumo di melograni per migliorare la circolazione, ma anche per aiutare il corpo a produrre più globuli rossi.
9. NOCI
Il fumo causa restrizione dei vasi sanguigni, e per evitare questo potete consumare noci che contengono abbastanza vitamina E, che aiuta a mantenere l'elasticità delle arterie. La vitamina E può anche ridurre eventuali rischi di sviluppare malattie cardiache durante la vecchiaia.
10. CAVOLI
I cavoli appartengono alla famiglia delle crucifere, e più se ne mangiano, meno sarà la probabilità di ammalarsi di cancro. I cavoli sono una fonte naturale di isotiocianati e altri antiossidanti che possono liberare il corpo dalla nicotina e da altre tossine accumulate nell’organismo.
VANTAGGI E SVANTAGGI DELLE BIBITE.
07-02-2016
VANTAGGI
- Apportano acqua: dal punto di vista della salute, l'unico aspetto positivo delle bibite è il loro apporto di acqua all'organismo. Chi beve queste bibite, beve anche acqua, che favorisce il buon funzionamento dei reni.
- Stimolano la digestione: le bollicine di anidride carbonica provocano un certo grado di irritazione della mucosa gastrica; in questo modo aumentano la produzione di succhi gastrici e quindi accelerano la digestione.
- Non contengono alcol.
SVANTAGGI
- Non calmano la sete: a causa del loro contenuto di zucchero e di altre sostanze chimiche, molte bibite non spengono il desiderio di bere, aumentando così la sensazione di sete.
- Contengono calorie vuote: le bibite dolcificate con zucchero forniscono molte calorie. Lo zucchero di una bibita, per trasformarsi in energia, ha bisogno di vitamine del gruppo B e di minerali. Poichè la bibita è priva di queste sostanze nutritive, l'organismo deve ricavarle dalle proprie riserve, impoverendosi. Quando non si pratica esercizio fisico, questo zucchero si trasforma in grassi.
- Irritano lo stomaco: l'azione digestiva delle bibite gassate irrita e infiamma la mucosa gastrica, perciò si sconsigliano in caso di gastrite, ulcera gastroduodenale e disturbi digestivi in generale.
- Contribuiscono alla formazione di carie: la combinazione di zuccheri e acidi come quello fosforico e altri aggredisce lo smalto dentario. Il consumo di bibite zuccherate incide fortemente sull'insorgere della carie.
- Sono decalcificanti: vari acidi, tra cui quello fosforico, si usano come additivi nelle bibite di cola. L'acido fosforico provoca l'acidificazione del sangue, che l'organismo cerca di neutralizzare liberando calcio e altri minerali presenti nelle ossa. Perciò, le bibite di cola esercitano un'azione decalcificante e sono particolarmente sconsigliate in caso di rachitismo o osteoporosi.
- Favoriscono l'insorgere di allergie: i numerosi additivi presenti nelle bibite possono causare allergie, che si manifestano in molti modi:
1. eruzioni cutanee;
2. dolore di stomaco e disturbi digestivi;
3. irritabilità nervosa e ipereccitazione.
- Producono calcoli urinari: il consumo regolare di bibite di cola aumenta il pericolo di litiasi urinaria, perchè queste bibite favoriscono l'eliminazione, attraverso l'urina, di calcio e di ossalati, sostanze che producono la maggior parte dei calcoli urinari.
LO STRESS DA LAVORO UCCIDE.
07-02-2016
Lo stress da lavoro? Può farti perdere fino a 33 anni di vita. Ne sono convinti i ricercatori di Harvard e Stanford che hanno quantificato i danni che un ambiente di lavoro ostile può arrecare alla salute dei dipendenti. I ricercatori hanno coinvolto nel loro studio un gruppo di volontari, dividendoli in base a 18 diversi criteri (tra cui etnia, sesso, istruzione). Poi, hanno preso in considerazione dieci fattori legati al posto di lavoro, tra cui disoccupazione e licenziamenti, l’assenza di assicurazione sanitaria, il lavoro a turni, lunghi orari di lavoro, la precarietà e il conflitto tra lavoro e famiglia. I dati raccolti hanno evidenziato risposte diverse in base all’etnia, al sesso e al livello di educazione, mostrando come le persone con un grado di istruzione più bassa siano molto più propense a trovare posti di lavoro più pesanti con gravi effetti sulle aspettative di vita. Secondo lo studio, invece, le persone con il più alto livello di istruzione sono quelle meno colpite da stress. A pesare sul sesso femminile sarebbero soprattutto i turni stancanti, mentre ciò che minerebbe la tranquillità degli uomini sarebbe invece il clima di insicurezza.
I ricercatori hanno così calcolato il numero di anni che lo stress da lavoro potrebbe sottrarre alla vita dei dipendenti. Precedenti ricerche condotte sul tema hanno dimostrato un’estrema varietà in merito all’aspettativa di vita dei cittadini degli Stati Uniti. Una mappatura geografica dei dati ha dimostrato che le persone residenti in alcune zone degli Stati Uniti vivono ben 33 anni in più, in media, rispetto alle persone appartenenti ad altre parti del paese. La precarietà del posto di lavoro, orari estenuanti, richieste pesanti e altri tipi di stress possono ridurre ancora di più l’aspettativa di vita di un lavoratore, incidendo pesantemente sulla sua salute. È ormai noto che lo stress, oltre a far male alla salute, è una delle principali cause di assenteismo dei dipendenti sul posto di lavoro e si traduce come una costante perdita di produttività e di risorse. Curioso il caso di alcune aziende che hanno deciso di adottare delle politiche interne particolari per diminuire lo stress dei dipendenti, favorendone la produttività. Ne è un esempio l’azienda Giapponese che ha introdotto i gatti in ufficio per abbassare i livelli di cortisolo, favorendo la socializzazione e la cooperazione tra gli impiegati.
http://www.mirror.co.uk/news/technology-science/technology/worlds-cutest-office-employs-nine-4970128
LA PAROXETINA AUMENTA IL RISCHIO DI MALFORMAZIONI NEL FETO.
06-02-2016
Assumere paroxetina nel corso del primo trimestre di gravidanza aumenta il rischio di malformazioni congenite, soprattutto di carattere cardiaco, nel feto. La paroxetina viene di solito prescritta per il trattamento di depressione, ansia, disturbo post-traumatico, disturbi ossessivo-compulsivi. Lo studio, pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology, è stato coordinato da Anick Bérard dell'Università di Montreal. Circa il 20 per cento delle donne in età fertile soffre di sintomi riconducibili a una depressione lieve o moderata. A conferma del fatto, le prescrizioni di antidepressivi durante la gravidanza sono aumentate nel corso degli ultimi anni. Tra i farmaci più utilizzati c'è proprio la paroxetina, che fa parte della categoria degli SSRI, gli inibitori della ricaptazione della serotonina. «L'associazione tra uso di antidepressivi, specie SSRI, in gravidanza e difetti alla nascita è stato argomento di discussione negli ultimi anni, ma dagli studi svolti emergono conclusioni contrastanti», spiegano gli autori. Uno studio della stessa casa produttrice aveva indicato un aumento del rischio di malformazioni cardiache nei neonati esposti a paroxetina prima della nascita. La revisione retrospettiva avviata da GlaxoSmithKline ha evidenziato infatti che l'assunzione dell'antidepressivo durante il primo trimestre di gravidanza comporta un aumento del rischio di malformazioni fetali. L'azienda farmaceutica ha informato che "i dati indicano che il rischio di partorire un neonato con un difetto cardiovascolare, a seguito dell'esposizione materna alla paroxetina, è inferiore al 2 per cento, a fronte del rischio atteso pari a circa l'1 per cento nella popolazione generale". Da qui la raccomandazione: "Il medico dovrà valutare la scelta di trattamenti alternativi in donne in gravidanza o che stiano pianificando una gravidanza".
Una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine dagli esperti del Brigham and Women’s Hospital di Boston giunge invece a conclusioni più rassicuranti. Il rischio di malformazione per il nascituro sarebbe solo lievemente più alto della norma, e quindi l’uso degli antidepressivi sarebbe auspicabile quando le condizioni della donna lo rendessero necessario. I ricercatori hanno utilizzato i dati provenienti dall’assicurazione pubblica Medicaid, in base ai quali il 7 per cento delle donne ha assunto antidepressivi in gravidanza. Da una prima analisi è emerso che il rischio di malformazione cardiaca cresceva del 25 per cento. Tuttavia, l’analisi è stata successivamente raffinata tenendo conto di altri fattori di rischio tipici delle donne depresse, ovvero l’uso di alcol, fumo e droghe. A questo punto l’aumento del rischio è sceso al 6 per cento. "Il 10-15 per cento delle donne in gravidanza è affetta da depressione, quindi il problema se i farmaci sono o no sicuri è stringente”, spiegano gli autori. I ricercatori canadesi hanno invece realizzato una revisione della letteratura sull'argomento attraverso una metanalisi degli studi pubblicati fra il 1966 e il 2015, selezionandone alla fine 23. «Rispetto al non uso, l'assunzione di paroxetina nel primo trimestre di gravidanza si associa a un aumento del 23% delle probabilità di malformazioni congenite maggiori e del 28% del rischio di gravi malformazioni cardiache nella prole», sottolineano i ricercatori. «Dati i discutibili benefici in gravidanza degli antidepressivi in generale, e degli inibitori della ricaptazione della serotonina in particolare, ogni aumento del rischio, piccolo o grande che sia, sembra comunque troppo alto», conclude Bérard. Secondo un altro studio apparso sul British Medical Journal, il rischio di difetti alla nascita sarebbe legato a tutti gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI). La prima autrice dell’articolo, Jennita Reefhuis, spiega: “anche ammesso che l'associazione sia causale, il rischio assoluto resta comunque molto basso, e servono ulteriori studi che consentano alle gestanti e ai loro medici di prendere decisioni più informate sul trattamento con questi farmaci”.
I ricercatori del National center on birth defects and developmental disabilities, Centers for disease control and prevention di Atlanta hanno analizzato i dati di quasi 18mila madri di bambini con difetti alla nascita e quasi 10mila madri di neonati senza difetti alla nascita nati fra il 1997 e il 2009, verificando l’uso di farmaci quali citalopram, escitalopram, fluoxetina, paroxetina o sertralina. "Dall'analisi sono state esclude le donne diabetiche oppure che avevano assunto antidepressivi diversi dagli SSRI", spiegano gli scienziati. I dati raccolti indicano la possibilità di insorgenza di due difetti associata al consumo di fluoxetina, ovvero malformazioni della parete cardiaca e forma del cranio irregolare con fusione prematura di una o più suture craniche (craniosinostosi). Sono stati confermati anche alcuni difetti alla nascita in precedenza associati al trattamento con paroxetina, vale a dire malformazioni cardiache, anencefalia e difetti della parete addominale. “Questi risultati suggeriscono che alcune malformazioni alla nascita sono più frequenti tra i bambini nati da donne trattate con paroxetina o fluoxetina all'inizio della gravidanza”, conclude Reefhuis. Un altro studio dell'Università di Montreal dimostra il pericolo di ipertensione arteriosa nelle donne che in gravidanza assumono gli inibitori selettivi della serotonina. L’ipertensione è un fenomeno da tenere in seria considerazione durante una gravidanza; è, infatti, uno dei sintomi che caratterizzano la gestosi e che può condurre alla preeclampsia, condizione grave che mette in serio pericolo feto e madre. La ricerca, firmata anch'essa da Anick Bérard, è stata pubblicata sul British Journal of Clinical Pharmacology e ha analizzato 1.216 donne, rilevando un aumento dell’incidenza complessiva di ipertensione dal 2 a circa il 3,2 per cento per l'assunzione di antidepressivi con un innalzamento del rischio relativo pari al 60 per cento. "Questi risultati rivelano i rischi attribuibili al trattamento farmacologico antidepressivo contro depressione e disturbi d'ansia", ha spiegato Bérard. "La questione è particolarmente importante - ha continuato - dato che gli antidepressivi sono i farmaci più comunemente usati durante la gravidanza. Le donne incinte colpite da depressione sono circa il 20 per cento e oscillano tra il 4 e il 14 per cento quelle che in gravidanza assumono anti-depressivi. L'ipertensione indotta dalla gravidanza è una condizione grave che può influire direttamente sulla madre e il nascituro. Tuttavia, non vogliamo dire alle donne incinte di interrompere l'assunzione di antidepressivi - ha concluso Bérard - ma spingerle piuttosto a una valutazione più attenta del rapporto tra rischi e benefici". Secondo una precedente ricerca pubblicata sul British Medical Journal, la somministrazione di Fluoxetina è associata a un rischio maggiore di avere un bambino con ipertensione polmonare persistente, che ha come possibile conseguenza l'insorgere di difficoltà respiratorie. La patologia, inoltre, è spesso legata ad insufficienza cardiaca. Helle Kieler, responsabile del Centro di Farmaco-epidemiologia presso il Karolinska University Hospital di Stoccolma, spiega: “Le donne trattate in gravidanza con questa tipologia di antidepressivi hanno mostrato un rischio doppio di avere bambini con ipertensione polmonare persistente''. I ricercatori hanno analizzato i dati di circa 1 milione di neonati partoriti fra il 1996 e il 2007 nei paesi scandinavi e in Islanda.
ECCO GLI ALIMENTI CHE PULISCONO VENE E ARTERIE.
06-02-2016
Esistono determinati alimenti che con il passare del tempo possono ostruire le arterie, causando problemi alla circolazione e malattie cardiovascolari che possono portare alla morte. Dall’altro lato però ci sono anche alimenti che favoriscono la pulizia delle arterie e delle vene e che, includendoli nella dieta, possono aiutare a prevenire un gran numero di malattie. Secondo gli studi, l’aterosclerosi è una delle malattie che causa più morti ogni anno in tutto il mondo. Questa malattia è un problema piuttosto complesso che implica autoimmunità, infezioni e incompatibilità. Tuttavia, oltre all’aterosclerosi, quando le vene e le arterie si ostruiscono, si tende anche a soffrire di ipertensione e malattie cardiache. Tenendo in conto l’importanza di una corretta alimentazione per prevenire tutte queste malattie, a seguire vi presento i 10 alimenti migliori per pulire le arterie e le vene.
1. AGLIO
È il numero uno degli alimenti per favorire la pulizia arteriosa poiché possiede proprietà antiossidanti molto potenti che hanno la capacità di combattere i radicali liberi del corpo, oltre ad aiutare a diminuire i livelli di colesterolo cattivo e ad aumentare quelli di colesterolo buono. Questo favoloso alimento migliora il flusso sanguigno e aiuta a combattere l’ipertensione.
2. AVENA
Questo alimento è particolarmente indicato a inizio giornata visto che oltre a favorire una buona digestione apporta anche energia per le attività quotidiane. Tra i grandi benefici del consumare avena, c’è il suo potere di ridurre la capacità del colesterolo di aderire alle pareti delle arterie, evitando così lo sviluppo di aterosclerosi e di problemi cardiaci.
3. MELA
Le mele contengono una sostanza chiamata pectina, una fibra che si unisce al colesterolo, secondo quanto spiegato da Liz Applegate, dottoranda membro della facoltà e direttrice della nutrizione sportiva dell’Università della California a Davis. Le mele, inoltre, contengono flavonoidi che potrebbero far sì che il rischio di soffrire di un problema al cuore si riduca fino al 50%.
4. PESCE
Il pesce grasso è una ricca fonte di acidi grassi omega-3, denominati “grassi buoni”, di cui l’organismo ha bisogno per funzionare correttamente e per liberare le arterie. Tra i pesci consigliati troviamo: salmone, sgombro, tonno, trota, aringa e sardina.
5. CURCUMA
Uno dei principi attivi della curcuma, chiamato curcumina, ha dato dei buoni risultati come cardioprotettore. Studi hanno potuto stabilire che grazie a questo la curcuma può evitare i danni alle arterie collegati all’ostruzione.
6. SPINACI
Questo ortaggio a foglia verde è ricco di vitamine A e C che, secondo quanto scoperto, possono prevenire l’ossidazione del colesterolo e problemi come l’arteriosclerosi.
7. FRUTTA SECCA
Anche la frutta secca è un buon alleato per evitare l’ostruzione delle arterie e per stimolarne la pulizia. Questa meravigliosa proprietà è dovuta al contenuto di grassi monoinsaturi e di acidi omega-3, il segreto per la salute arteriosa. Tra i tipi di frutta secca consigliati troviamo: nocciole, mandorle, noci pecan e arachidi.
8. OLIO D’OLIVA
L’olio extravergine d’oliva possiede molte proprietà per la salute e tra queste include la capacità di prevenire le malattie cardiache. Questo alimento è un grasso monoinsaturo che ha minori probabilità di ossidarsi, evitando quindi che il colesterolo ossidato aderisca alle pareti delle arterie.
9. POMODORO
I pomodori rappresentano una sostanziosa fonte di licopene, antiossidante che evita che il colesterolo cattivo aderisca alle pareti arteriose. Da quanto riportato da diverse ricerche, il consumo giornaliero di pomodoro riduce significativamente il rischio di formazioni di placche nelle arterie.
10. SUCCO DI MELOGRANO
È scientificamente provato che il succo di melograno contiene maggiori livelli di antiossidanti rispetto ad altri succhi come quello di more, mirtilli o arancia. Grazie a questa proprietà, il succo di melograno si è dimostrato molto efficace nel trattamento dell’aterosclerosi, malattia che provoca danni alle arterie, durante uno studio condotto su cavie.
IL FAST FOOD AUMENTA I SINTOMI DELLE ALLERGIE.
06-02-2016
Mangiare troppo spesso al fast-food, tre o più volte a settimana, può essere molto rischioso: il cibo spazzatura aumenta fino al 39% i sintomi delle allergie, peggiorando asma, eczema e rinocongiutivite nei bambini allergici. A dimostrarlo è uno studio condotto all'università di Auckland, in Nuova Zelanda, in collaborazione con l'università di Notthingam. I ricercatori hanno esaminato i dati di 319.000 adolescenti e di 181.000 bambini allergici, di oltre 50 Paesi.
ADDIO PER SEMPRE A DERMATITI E PSORIASI: BASTA APPLICARE QUESTA MISCELA.
06-02-2016
La miscela di olio di cocco e bicarbonato di sodio sembra essere il rimedio naturale più efficace per purificare la pelle, ringiovanirla, rigenerare le cellule epiteliali e addirittura curare il cancro della pelle. Si proprio così. Poco tempo fa Real Farmacy ha pubblicato la testimonianza di guarigione di una donna che soffriva della forma più comune di cancro della pelle chiamato carcinoma basocellulare. La donna aveva questo disturbo sulla corona della testa e sua figlia era venuta a conoscenza di questa combinazione di olio di cocco e bicarbonato di sodio con cui diverse persone erano guarite e ha convinto la madre a provarla. Sua madre aveva già subìto tre interventi chirurgici e ogni volta che il cancro della pelle riappariva era peggio di prima. Così la donna ha deciso di fidarsi di sua figlia e nel suo rimedio naturale contro la sua malattia della pelle. Ha iniziato con bicarbonato di sodio e olio di cocco biologico spremuto a freddo semplicemente applicandolo sulla parte interessata senza strofinare e poi copriva il tutto con un batuffolo di cotone imbevuto di aceto di mele biologico e fissava il tutto alla pelle. Infatti l’aceto favorisce la penetrazione dei principi attivi della miscela sotto la cute fino a raggiungere le cellule cancerogene. Dopo 38 giorni di applicazione quotidiana il cancro era completamente guarito. Il bicarbonato di sodio secondo molti ricercatori è uno dei più efficaci alcalinizzanti e anticancro disponibili ed economici. Il Dr. Mark Sircus è uno dei famosi medici che consiglia e somministra il bicarbonato per curare i suoi pazienti. In Italia il Dr. Tullio Simoncini ha curato diverse persone col bicarbonato ma è stato radiato dall’albo dopo che un paziente terminale che si era affidato a lui è morto. Con la chemioterapia non accade anche se uccide tantissime persone ogni giorno perché i medici sono tutelati se rispettano le linee guida sanitarie.
PERCHE’ USARE BICARBONATO E OLIO DI COCCO PER LA PROPRIA PELLE?
Invece di spendere molti soldi per creme che spesso sono piene di prodotti chimici e che magari non vanno neanche bene per il vostro tipo di pelle, puoi preparare in casa un prodotto economico con questi due ingredienti:
- Bicarbonato di Sodio: alcalinizzante, antisettico, lenitivo, esfoliante, combatte l’acne e la produzione eccessiva di sebo.
- Olio di Cocco: antibatterico, antifungino, rigenera le cellule, idrata in profondità, ringiovanisce ed ammorbidisce la pelle.
A differenza di tutti i cosmetici comprati al supermercato, questi due ingredienti sono sicuri, non solo per la tua pelle, ma possono essere anche mangiati singolarmente con enormi benefici sia all’esterno che all’interno del corpo. La miscela di olio di cocco e bicarbonato di sodio è efficace per:
• Acne.
• Arrossamenti.
• Cicatrici.
• Depurare.
• Eczemi.
• Psoriasi.
• Detergere.
• Riequilibrare il pH della pelle.
• Idratare.
• Lenire gli inestetismi.
• Rigenerare la pelle.
• Effetto anti-aging.
• Dermatiti.
COME PREPARARE LA MISCELA
La quantità degli ingredienti dipende dal tuo tipo di pelle e da quali risultati vuoi ottenere. Per le pelli più sensibili si deve utilizzare almeno un rapporto 2:1 di olio di cocco e bicarbonato di sodio. Se avete bisogno di più di un esfoliante, utilizzare un rapporto 1:1.
MISCELA PELLE SENSIBILE
- 10 grammi di olio di cocco biologico spremuto a freddo;
- 5 grammi di bicarbonato di sodio.
MISCELA ESFOLIANTE O DETERGENTE STRUCCANTE
- 10 grammi di olio di cocco biologico spremuto a freddo;
- 10 grammi di bicarbonato di sodio.
Le quantità sono indicative e dipendono da quanta maschera ti serve. Puoi anche prepararne di più per avere il tuo tonico struccante sempre a portata di mano. Scalda la quantità a bagno maria dell’olio di cocco che ti serve, oppure mettilo al sole. Non devi farlo diventare completamente liquido, basta ammorbidirlo e poi mescolarlo per bene con il bicarbonato di sodio. Applica la maschera per 5 minuti per un trattamento di depurazione profondo o semplicemente lava subito con acqua tiepida con delicati movimenti circolari come struccante.
Scoprirai che questa miscela è ancora più efficace dei costosi prodotti per la cura della pelle venduti nei negozi. Il fai da te è più economico e ci permette di personalizzare il prodotto a seconda delle nostre esigenze. La salute della pelle è un indicatore generale di quello che sta accadendo nel nostro corpo, sia dentro che fuori, e quindi per avere una pelle ottimale è necessario nutrire il nostro corpo con il meglio.
MENTA: ADDIO ALLO STRESS CON UN RAMOSCELLO.
05-02-2016
E’ ormai noto che odori e profumi possono avere un’influenza sul corpo di uomini e donne. L’aromaterapia, infatti, specialmente negli ultimi anni, sta riscuotendo grandi successi. La nuova ricerca della Korea Institute of Oriental Medicine di Daejeon ha rivelato un semplice ma efficace trucco per far passare lo stress in pochissimi minuti. Capita, infatti, che dopo una giornata di lavoro o studio intenso, ci si senta affaticati e stressati. A questo punto, basta prendere un mazzetto di menta ed odorarlo. Lo studio coreano ha analizzato 147 persone sane, ma in forte stress per lavoro. Lo studio ha evidenziato come annusando la menta, le reazioni dei soggetti fossero più pacate. La percezione dello stress si abbassava e l’umore migliorava. Nel cervello, poi, si ottenevano risultati sorprendenti e nel corpo anche in termini di livelli di cortisolo. Addobbare il proprio ufficio con profumi alla menta garantisce, infatti, calma e serenità interiore. Che si tratti di casualità oppure di una ricerca fondata, è vero che tutti i soggetti hanno risposto allo stesso modo, presentando un miglioramento reale ed effettivo sull’umore per tutto l’arco della giornata.