Angelo Ortisi
PROPRIETA' BENEFICHE DELLA QUERCETINA.
06-02-2020
La quercetina è un flavonolo della famiglia dei flavonoidi, composti fenolici che danno il loro colore a fiori, frutta e verdura. Gli alimenti che contengono una notevole quantità di quercetina sono tè, mela, cipolle rosse e bianche, seguite da broccoli, agrumi e frutti rossi in genere (uva, sambuco, mirtilli ecc.). Nonostante il grande numero di studi sulla quercetina, tutte le sue proprietà non sono state completamente identificate. Tuttavia, tutto il lavoro realizzato fino ad oggi ha messo in evidenza i notevoli benefici dell’integrazione.
OTTIMO ANTIOSSIDANTE
Come tutti i flavonoidi, la quercetina rafforza le pareti dei capillari sanguigni e di altri piccoli vasi riducendo la loro permeabilità e ha proprietà antiossidanti. Aiuta quindi a combattere contro lo stress ossidativo onnipresente.
ANTISTAMINICO NATURALE
La quercetina interviene nei fenomeni allergici stagionali o meno: asma, starnuti, prurito, febbre da fieno, eczema, orticaria e rinite allergica. Infatti, secondo diversi studi, la quercetina è efficace nello stabilizzare le membrane dei mastociti, responsabili del rilascio di istamina. Riducendo così la degranulazione di queste cellule, agisce direttamente alla fonte delle reazioni allergiche e dei sintomi ad esse associati.
PROPRIETA’ ANTINFIAMMATORIE
La quercetina ha proprietà antinfiammatorie a partire da 1000 mg al giorno, distribuite nell’arco della giornata. Infatti, questa potenza antinfiammatoria forte viene esercitata principalmente inibendo la via dell’NF-kappaB, una proteina che svolge un ruolo fondamentale nel controllo dell’espressione dei geni codificando le citochine proinfiammatorie. I suoi effetti più evidenti sono legati all’infiammazione cronica della prostata o a quella del tratto urinario (cistite interstiziale). Infatti, uno studio in doppio cieco ha riferito che l’assunzione di quercetina è in grado di alleviare significativamente i sintomi associati all’infiammazione cronica della prostata. Questa prostatite, che può essere dovuta ad un’infezione batterica, a volte diventa cronica in alcuni uomini. Come parte di questa ricerca, 15 uomini con prostatite cronica di origine non batterica hanno assunto 500 mg di quercetina due volte al giorno. Dopo un mese, i due terzi di questi uomini hanno notato una riduzione di almeno il 25% del dolore, mentre tra gli uomini nel gruppo di controllo, solo il 20% ha avuto un tale sollievo. In un altro campo, la quercetina è efficace per alleviare il dolore da artrite, come dimostrato da un rapporto che afferma che essa potrebbe agire in soli due o tre giorni con almeno 750 mg al giorno.
PROTEZIONE ALTAMENTE EFFICACE DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE
Studi condotti in Finlandia negli esseri umani hanno dimostrato i benefici della supplementazione di quercetina nella prevenzione delle malattie coronariche e nella percentuale di ictus. Negli animali, test in vitro, hanno mostrato un effetto protettivo contro le malattie cardiovascolari e studi clinici hanno confermato l’effetto ipotensivo. Inoltre, nei pazienti sovrappeso, riduce il colesterolo LDL e inibisce l’aggregazione piastrinica, un meccanismo coinvolto nel fenomeno dell’aterosclerosi.
POSSIBILE ARMA ANTICANCRO
Secondo studi americani e finlandesi, la quercetina possiede proprietà specifiche di inibizione del cancro del pancreas e del fegato, inducendo l’apoptosi delle cellule tumorali. Inoltre, l’American Cancer Society riporta uno studio su esseri umani in cui una combinazione di quercetina e curcumina riduce la dimensione e la quantità di tumori rettali. Sono in corso altri studi condotti su animali per determinare se queste proprietà antitumorali possano essere estese ad altre forme.
OTTIMO ANTIETA’
In Russia, la quercetina è considerata una sostanza antietà importante chiamata «Russian Rejuvenator». Infatti, potrebbe avere un effetto sulla longevità riducendo da un lato l’impatto di una serie di malattie croniche e dall’altro avendo un effetto diretto sull’aspettativa di vita, almeno in organismi sperimentali come dimostrato da diversi studi. Una ricerca portoghese ha concluso che l’aspettativa di vita delle cellule di lievito in coltura poteva aumentare del 60% e un team di biologi tedeschi ha dimostrato che nutrire il verme C. elegans con una dieta ricca di flavonoidi, tra cui la quercetina, ne migliora la salute e la longevità, certamente attivando una serie di quattro geni specifici. Altri ricercatori hanno inoltre indicato che potrebbe mimare alcuni degli effetti della restrizione calorica sull’aspettativa di vita, come il resveratrolo.
MOLTO UTILE NEGLI SPORTIVI
Sottoposti a sforzi prolungati, gli sportivi aumentano in modo significativo lo stress ossidativo, l’infiammazione e le disfunzioni immunitarie. L’assunzione di quercetina pertanto limita gli effetti negativi dell’attività fisica sostenuta riducendo i marcatori dell’infiammazione e dello stress ossidativo. D’altra parte, gli studi in doppio cieco effettuati su ciclisti che percorrevano una trentina di km in montagna hanno mostrato che l’integrazione di quercetina su un periodo di tre settimane ha consentito loro di migliorare i “tempi” di circa 3,1%, dato importante poiché questo tipo di risultato si ottiene in genere con doping. Un altro studio ha anche esaminato l’effetto dell’integrazione con 1000 mg di quercetina per 14 giorni sui tempi ottenuti su un tapis roulant ed i risultati mostrano un miglioramento del 2,9% delle prestazioni. Inoltre, la quercetina riduce l’incidenza delle infezioni respiratorie (raffreddore o virus influenzale, per esempio) che possono essere contratte dopo un intenso esercizio fisico.
OTTIME SINERGIE
Spesso legata all’acido L-ascorbico (vitamina C), la quercetina migliora l’azione di quest’ultimo nel corpo aumentandone l’assorbimento e ritardandone la sua eliminazione. La quercetina e la vitamina C si proteggono e si rigenerano vicendevolmente. D’altra parte, poiché la bromelina aumenta l’efficacia della quercetina, può essere opportuno in alcuni casi combinarne l’assunzione.
SICUREZZA D’IMPIEGO
Una rassegna completa di studi sulla tossicità e cancerogenicità si è rivelata negativa e gli studi sullo sviluppo e la riproduzione non hanno mostrato alcun effetto deleterio. Tuttavia, poichè la quercetina potrebbe influenzare la biodisponibilità della “ciclosporina”, un farmaco immunosoppressore utilizzato nella prevenzione per evitare il rigetto di trapianti di organi, è auspicabile non utilizzarla in questi casi.
DALLA SICILIA UN GUSTOSO CONDIMENTO PER COMBATTERE ALLERGIE E INFIAMMAZIONI.
06-02-2020
Il cappero (capparis spinosa), condimento molto usato nella tradizione siciliana, è ricco di flavonoidi che comprendono dei derivati di quercetina e di kaempferolo così come degli acidi idrossicinnamici (acido caffeico, acido ferulico, acido p-cumarinico e acido cinnamico), tutti potenti antiossidanti. I componenti del cappero possiedono una notevole attività antinfiammatoria. I sintomi delle reazioni allergiche (starnuti, gocciolamenti e ostruzioni del naso, occhi rossi e lacrimanti ecc.) sono scatenati dopo che l’entrata in contatto del sistema immunitario con un allergene (polline, pelo d’animale, acari o proteina alimentare) ha scatenato una serie di eventi e, infine, la liberazione di istamina da alcune cellule immunitarie, i mastociti. Un gran numero di farmaci che alleviano i sintomi dell’allergia sono detti antistaminici e inibiscono la liberazione dell’istamina. Hanno frequentemente degli effetti collaterali, come indurre sonnolenza.
Degli studi hanno mostrato che il cappero (o il suo estratto) possiede delle proprietà antistaminiche. In uno studio su dei maialini d’India, l’assunzione di un estratto di cappero ha protetto gli animali contro il broncospasmo indotto dalla liberazione di istamina. Questo effetto è stato confermato in alcuni soggetti volontari: l’applicazione di un gel contenente un estratto di cappero sulla pelle ha inibito l’eritema cutaneo indotto dall’istamina. In confronto a quella della cetirizina – un farmaco antistaminico correntemente utilizzato nel trattamento dei sintomi dell’allergia –, l’efficacia dell’estratto di cappero è stata simile nei casi di allergie respiratorie e superiore nei casi di allergie alimentari. Entrambe hanno inibito la liberazione dell’istamina e i sintomi associati a questa liberazione. Lo studio realizzato su 40 persone ha mostrato il 75-80% di efficacia su alcune allergie polliniche e il 75-90% di efficacia su alcune allergie alimentari (diminuzione della liberazione di istamina). La ricerca ha anche messo in risalto altri effetti del cappero legati alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie e soprattutto:
- che protegge i condrociti dagli effetti nefasti indotti dalle IL-1 beta, delle molecole infiammatorie, suggerendo che potrebbe essere efficace nella gestione delle lesioni della cartilagine nel corso dei processi infiammatori;
- che protegge i fosfolipidi delle membrane cellulari dalla perossidazione indotta dall’esposizione ai raggi UV e conferisce una protezione significativa contro l’eritema cutaneo;
- che potrebbe essere utile nel trattamento di infezioni da herpes simplex di tipo 2 in alcuni pazienti immunodepressi;
- che in alcuni ratti diabetici e normali, aiuta ad abbassare i livelli dei lipidi; ha anche una potente azione ipoglicemizzante.
CORTISONE: IL MIGLIOR MODO PER NON GUARIRE MAI.
06-02-2020
Infiammazione? Ghiandole gonfie? Dermatiti? Sfoghi cutanei? Tranquillo, se vuoi risolvere subito il problema (e tutti vogliono risolvere subito) devi solo assumere un farmaco a base di cortisone: due-tre giorni di trattamento e il problema sparisce magicamente…Che bello, questo sì che è un farmaco efficace! Ma…aspetta un attimo…che strano: dopo una o due settimane (anche un mese a volte) ecco apparire un nuovo problema, un nuovo sfogo cutaneo, magari in un altro punto del corpo. Beh, nessun problema, basta usare un altro poco di cortisone e in men che non si dica anche questo problema è risolto: che bello questi farmaci! Ma passa un altro mese o due e si ripresenta di nuovo il problema, questa volta però sembra essere più forte, più intenso. Ma niente paura, anche questa volta il cortisone ti verrà in aiuto! Sì, anche questa volta funziona però ci sono voluti diversi giorni e, guardandoti allo specchio, ti accorgi di essere più gonfio del normale: stai trattenendo liquidi…Vabbè dai, non ti preoccupare sarà solo un piccolo effetto collaterale l’importante è che questa volta hai risolto il problema per sempre, nei prossimi giorni ti sgonfierai e tutto tornerà come prima! Passano pochi mesi ed ecco che si ripresenta di nuovo il problema questa volta però non si tratta solo di uno sfogo cutaneo ma il medico dice che hai una macchia sul fegato, meglio fare ulteriori indagini. Ed ecco che cadi in un turbine di esami, controlli alla ricerca di una soluzione rapida al problema. Speriamo di trovarla! Che sfortuna però, proprio a te doveva capitare tutto ciò, proprio tu che ci tieni alla tua salute e ti curi sempre in modo da risolvere i problemi il più velocemente possibile…Sicuro che si tratti di sfortuna? In questo caso sembra proprio di no. Lo sai qual è il peggior effetto del cortisone? Quello di inibire il tuo sistema immunitario mettendolo in pausa. Ecco perchè dopo poche applicazioni lo sfogo cutaneo era sparito: il sistema immunitario aveva smesso di lavorare.
Ma la domanda da porsi è questa: perchè c’era uno sfogo cutaneo? Evidentemente era presente qualcosa all’interno dell’organismo di indesiderato, tossine che il sistema immunitario faceva di tutto per eliminare, in questo caso attraverso la pelle. Quindi cosa è successo? Il cortisone ha inibito il sistema immunitario e le tossine che dovevano essere espulse sono rimaste lì dove si trovavano: apparentemente eri guarito, in realtà invece la minaccia più importante era rimasta all’interno del tuo corpo. Ma il sistema immunitario non si arrende. Non appena l’effetto inibitore del cortisone viene meno tenta di riorganizzarsi e ricomincia a svolgere il suo compito: difendere l’organismo dagli attacchi esterni. Ritenta dunque di eliminare le tossine che sono ancora presenti nell’organismo. Puntualmente ai primi sintomi lo hai di nuovo inibito con il cortisone e la storia si ripete: le tossine continuano a non essere espulse. Rimandare l’espulsione delle tossine rende quest’ultime più forti, concede loro il tempo di infettare più parti dell’organismo, ecco perchè ogni volta che si ripresenta, lo sfogo richiede un trattamento con il cortisone per un periodo più lungo di tempo prima di sparire. Continuando ad annullare sistematicamente il lavoro del sistema immunitario le tossine si accumulano e infettano sempre più l’organismo fino ad arrivare ad infettare gli organi ed ecco che da un problema piccolo si passa senza nemmeno accorgersene a un problema molto più grande. Il risultato finale è un corpo malato, a cui è stata rubata la possibilità di difendersi annullando la reazione del suo sistema immunitario. Non solo, grazie all’azione del cortisone si ottiene anche un corpo ricco di ritenzione idrica, un corpo quindi che accumula ulteriori tossine che andranno a provocare ulteriori problemi in futuro quali malattie autoimmuni, lupus eritematoso, ovaio policistico, obesità ecc.
Un’ultima cosa piuttosto importante: se assumi cortisone (corticosteroidi) stai lontano dai farmaci a base di Ibuprofene (come il moment) perché rischi ulcerazione ed emorragia gastrica. Ma allora cosa dovresti fare? Quando si presenta uno sfogo cutaneo stai osservando il tuo sistema immunitario all’opera, il tuo miglior alleato! La cosa peggiore che puoi fare è inibire la sua azione utilizzando cortisone o simili (anche gli antistaminici agiscono in modo simile). La cosa migliore che puoi fare è aiutare il tuo sistema immunitario rinforzandolo. Per rinforzare il tuo sistema immunitario in generale tre sono le cose da fare:
- Mangiare sano in base alla propria costituzione genetico-sanguigna.
- Riequilibrare l’intestino, la sede del sistema immunitario e l’organo principale che ti interfaccia con l’esterno: tutto ciò che mangi passa per l’intestino il quale deve essere in grado di smaltire le tossine, assimilare completamente i nutrienti e l’acqua introdotta.
- Movimento: sono sufficienti 30 minuti al giorno di attività fisica per riattivare tutto il tuo metabolismo.
Ricorda, spesso la strada che porta alla guarigione in poco tempo è la strada che porta alla continua recidiva. La strada invece più lenta spesso è quella che porta alla guarigione completa!
6 METODI NATURALI PER AVERE UNGHIE PERFETTE.
06-02-2020
Se desideri unghie lunghe e belle, mentre le tue si rompono e si esfoliano facilmente, allora è il momento di agire. Hanno bisogno di aiuto, e il miglior alleato sono i trattamenti naturali. Con l’aiuto degli ingredienti che abbiamo in cucina, possiamo ottenere le unghie sognate.
1. OLIO D'OLIVA
Un ingrediente che sicuramente hai nella tua cucina è l’olio d’oliva e non devi usarlo solo nelle insalate, ma anche per le tue unghie. Massaggiale ogni sera e ti ringrazieranno! Inoltre, puoi fare bagni caldi in olio di oliva mescolato con Vitamina E (tieni le unghie almeno 15 minuti in questa miscela).
2. VITAMINA E
Un altro trattamento efficace è quello con la Vitamina E. Ogni sera, prima di andare a letto, cospargi ogni unghia aprendo una capsula di Vitamina E, usando l’olio che si trova all’interno. Così, otterrai delle unghie più forti e più idratate.
3. MIELE E OLIO DI MANDORLE
Anche il miele è molto efficace per le unghie fragili, mescolalo con olio di mandorle. La crema che risulta da questa miscela è ideale per le tue unghie, ma anche per la pelle delle mani. Per un’azione efficace puoi lasciarla agire per tutta la notte. Non dimenticare di coprirti le mani con un paio di guanti.
4. OLIO DI ARGAN E LIMONE
Un altro olio che devi avere sempre in casa è l’olio di Argan. Ideale per qualsiasi trattamento di bellezza, l’olio di Argan è benefico anche per le unghie fragili: aiuta la loro fortificazione e la loro protezione. Si mescola con succo di limone e si cospargono le unghie per una settimana, prima di andare a letto.
5. UOVA E MIELE
Che ne dici di una miscela di olio d’oliva, tuorlo d’uovo e miele? È ideale per le unghie sottili e morbide. Tieni le unghie in questa miscela per 10 minuti, poi sciacqua con acqua tiepida.
6. LA DIETA PER LE UNGHIE
La resistenza delle tue unghie dipende in larga misura della tua dieta. Una dieta corretta, ricca di vitamine e minerali, ti aiuterà ad avere le unghie perfette che sogni. Includi nel tuo menù gli alimenti ricchi di proteine, calcio, vitamina A, C ed E; in particolare, consuma carne magra, pesce, uova, noci, cereali integrali, verdure a foglia verde, fagioli, piselli, lenticchie.
CANCRO: IL POTERE DEL SEDANO.
24-01-2020
Spesso sottovalutato, dall’aroma intenso e dalle poche calorie, il sedano è un preziosissimo alleato per la nostra salute. Più di quanto possiamo immaginare. Le fibre delle quali è ricco aiutano a ridurre trigliceridi e colesterolo; la sedanina potenzia le sue capacità digestive e gli ftalidi lo rendono un prezioso alleato per controllare gli ormoni che regolano la pressione sanguigna. Se però da un lato il sedano è ampiamente conosciuto per il suo utilizzo nel controllo del peso e nel contrastare la ritenzione idrica, meno conosciute sono le sue favolose proprietà anticancro. Merito di un potente composto contenuto al suo interno, che prende il nome di apigenina, capace di uccidere le cellule tumorali. Sono diversi ormai gli studi che sostengono l’ipotesi che questo alimento sia importante soprattutto nella prevenzione al cancro. Qualche tempo fa, ad esempio, alcuni ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno scoperto che l’apigenina e la luteolina, due flavonoidi contenuti soprattutto in sedano e carciofi, sembrano avere la capacità di indurre l’apoptosi (morte cellulare programmata) nelle cellule del cancro al pancreas. In questo caso, anche se l’apigenina e la luteolina si sono dimostrate efficaci nel causare la morte delle cellule tumorali pancreatiche in laboratorio, i ricercatori hanno suggerito che il ruolo migliore di queste sostanze è ricoperto nella fase preventiva della malattia. L’apigenina provoca l’inibizione della concentrazione e della proliferazione delle cellule. Un altro studio in vitro, ad esempio ha dimostrato come le cellule NCI-H460 del cancro ai polmoni, se trattate con questa sostanza, presentavano significativi cambiamenti morfologici di apoptosi, che aumentavano in proporzione alla concentrazione di apigenina.
Queste sono solo due delle ricerche che supportano le proprietà anticancro del sedano. In altri studi, ad esempio, è stato dimostrato come le donne che integravano questo ortaggio, o altri contenenti apigenina, nella propria dieta, riducevano del 20% il rischio di cancro ovarico e del 19% quello di cancro al seno. La stessa cosa, per il cancro ai polmoni e al pancreas. L’apigenina riduce la possibilità di crescita di un tumore, inibendo l’assorbimento del glucosio e il ciclo di formazione di cellule malate. Ci sono molte ragioni per cui si dovrebbe aggiungere un alimento come il sedano nella nostra dieta quotidiana: prevenire la formazione del cancro, ottenere una straordinaria fonte di fibre e usufruire del suo potere antiossidante sono solo alcuni dei benefici di cui si può usufruire consumando questo alimento. Per beneficiare di tutti questi poteri terapeutici, e mantenere intatte le caratteristiche organolettiche e le sue proprietà, è sempre meglio cuocere il sedano a vapore o stufarlo. Ma, in virtù delle sue note capacità digestive, sarebbe consigliabile mangiarlo crudo prima dei pasti o aggiungerlo in abbondanza nelle insalate. In linea di principio, comunque, è opportuno consumarlo entro 4-5 giorni dalla sua raccolta, periodo nel quale mantiene intatte tutte le sue proprietà nutrizionali.
VI PRESENTO UN NUOVO POTENTE ANTIOSSIDANTE NATURALE: L’ERGOTIONEINA.
24-01-2020
L’ergotioneina è un amminoacido, ossia un costituente delle proteine, derivato dall’istidina e contenente un atomo di zolfo. Questo composto naturale solubile in acqua è stato isolato per la prima volta nel 1909 in un fungo parassita, il Claviceps purpurea, ovvero lo sclerozio della segale cornuta. Tuttavia, si è dovuto attendere più di un secolo prima di poterla sintetizzare in laboratorio. La FDA degli Stati Uniti ha riconosciuto questa molecola come “GRAS” (generally recognized as safe) vale a dire non tossica. Può essere utilizzata negli alimenti e nelle bevande funzionali nonché come integratore. La L-ergotioneina e sintetizzata da funghi e microbatteri. Integrata nelle piante, viene ingerita dagli animali e dagli esseri umani attraverso il cibo. Le principali fonti alimentari sono i funghi commestibili, i fagioli neri e rossi, la crusca d’avena, l’aglio e alcune carni (fegato e rognone). Nei tessuti umani e animali, la L-ergotioneina si concentra negli organi sottoposti a un elevato livello di stress ossidativo: fegato, reni, cuore, epidermide, polmoni, milza, intestino tenue, sangue (in particolare negli eritrociti), ma anche nei tessuti oculari e nel plasma seminale.
Alcune ricerche realizzate su tale sostanza hanno subito evidenziato le sue notevoli proprietà contro lo stress ossidativo e vi si riconosce un ruolo essenziale nelle malattie correlate all’invecchiamento. Inizialmente l’ergotioneina è stata utilizzata nel trattamento di importanti disfunzioni epatiche, per i casi di cataratta, nelle complicazioni del diabete o per le cardiopatie. Parimenti nel settore estetico si è riscontrata la possibilità di applicarla direttamente sull’epidermide per la prevenzione delle rughe e di altri segni di invecchiamento derivati dalle alterazioni foto-ossidative causate dal sole. Questa sostanza è in grado di contrastare l’effetto dei mediatori chiave coinvolti nell’invecchiamento cutaneo, in particolare nel fotoinvecchiamento della pelle.
A differenza di altri antiossidanti classici, quali ad esempio le vitamine C ed E, la L-ergotioneina mostra l’eccezionale caratteristica di fissarsi al centro di alcune cellule. Di fatto essa possiede un gene che codifica una proteina di trasporto e gli consente di essere trasportata nelle cellule. Si tratta dunque di una potente sostanza antiossidante intracellulare, importante quanto l’L-glutatione. Inoltre, è risultata essere una potente sostanza chelante, ossia può associarsi a metalli pesanti tossici, proteggendo le cellule del sangue da qualsiasi forma di danneggiamento. Successivamente i ricercatori, interessati alle sue proprietà antiossidanti, hanno preso in considerazione i suoi effetti antinfiammatori, in quanto l’ergotioneina agisce anche sull’interleuchina, una citochina proinfiammatoria. Nell’ambito dell’organismo umano, l’ergotioneina mostra dunque molteplici proprietà:
- disattiva le molecole di ossigeno reattivo (radicali liberi). Contrasta lo stress ossidativo e consente di ridurre i danni del DNA mitocondriale, l’ossidazione delle proteine e la perossidazione lipidica;
- imprigiona diversi cationi metallici positivi;
- ha la possibilità di attivare gli enzimi antiossidanti come il glutatione perossidasi o il SOD, inibendo gli enzimi generatori del radicale superossido;
- diminuisce l’ossidazione delle diverse emoproteine come l’emoglobina e la mioglobina;
- protegge i mitocondri;
- riduce gli effetti nocivi dei raggi ultravioletti;
- conserva e mantiene i livelli di altri antiossidanti quali le vitamine C ed E, il glutatione e il SOD;
- protegge il cervello contro le neurotossine e svolge un ruolo utile contro la degradazione delle funzioni cognitive;
- favorisce la respirazione cellulare e la lipolisi dei grassi consentendo di aumentare le capacita energetiche e la resistenza all’esercizio fisico;
- infine, associata all’acido ialuronico, alla glucosamina, al collagene e all’uncaria, consente di diminuire considerevolmente il dolore e migliorare la mobilità delle articolazioni, dopo sole sei settimane di trattamento.
Attualmente la sostanza è ancora oggetto di numerosi studi, relativi ad esempio alle patologie respiratorie acute o ai problemi cutanei. Tuttavia, la fonte comune sottostante risiede nel meccanismo dell’infiammazione. Questo, infatti, esprime la differenza sostanziale di questa sostanza che non si comporta come gli antiossidanti classici ma come un antiossidante “antinfiammatorio”. Un‘altra caratteristica che distingue questa sostanza dagli altri antiossidanti è che possiede un’emivita molto lunga nell’organismo, pari a circa trenta giorni, in rapporto a quelle degli antiossidanti classici, che variano da 30 secondi a trenta minuti. All’ergotioneina vengono associati quindi notevoli effetti positivi per le funzioni cognitive, per la vista, l’immunomodulazione, la salute polmonare, le funzioni riproduttive nonché diversi benefici a livello cutaneo. Tuttavia l’organismo non può sintetizzarla in alcun modo, pertanto, occorre integrarla con l’alimentazione o con gli integratori. Alcuni autori la ritengono simile a una vitamina, indispensabile per il buon funzionamento delle cellule.
GLI ALIMENTI CHE AIUTANO A DISINTOSSICARE IL FEGATO.
24-01-2020
Il fegato è uno degli organi vitali del nostro corpo. È responsabile di molte funzioni importanti legate alla digestione, immunità, metabolismo, di cui il corpo ha bisogno per sopravvivere. Inoltre il fegato è anche una ghiandola che secerne sostanze chimiche richieste da altre parti del corpo. Il fegato infatti, è l’unica parte del corpo che è sia una ghiandola che un organo. Un fegato sano regola la composizione del sangue, elimina le tossine nocive dal sangue e converte i nutrienti assorbiti dall’intestino durante la digestione in forme che il corpo può utilizzare. Inoltre, distrugge i vecchi globuli rossi e produce sostanze chimiche necessarie per una corretta coagulazione del sangue. Poichè il fegato svolge molte funzioni vitali, è importante mantenerlo sano. Uno stile di vita sbagliato, un’alimentazione povera e malsana, possono sovraccaricare il fegato di superlavoro e ridurre la sua capacità di elaborare le tossine e i grassi in modo efficiente. Questo a sua volta può aumentare il rischio di obesità, malattie cardiovascolari, stanchezza cronica, mal di testa, problemi digestivi, allergie e molti altri problemi di salute. Molti alimenti possono aiutare a disintossicare e ringiovanire il fegato, mantenerlo sano e funzionante. Di seguito i 10 super cibi per la pulizia del fegato:
1. AGLIO
L’aglio ha una grande capacità di disintossicare il fegato. Aiuta ad attivare gli enzimi del fegato che eliminano le tossine. Contiene anche due composti naturali chiamati allicina e selenio, che aiutano il fegato nel processo di pulizia e lo proteggono dai danni tossici. Inoltre, l’aglio riduce i livelli di colesterolo e trigliceridi, che possono sovraccaricare il fegato e ostacolare il suo funzionamento. Per promuovere la salute del fegato, utilizzare aglio fresco crudo invece dell’aglio in polvere.
2. POMPELMO
Essendo una buona fonte di vitamina C, pectina e antiossidanti, il pompelmo aiuta anche il naturale processo di pulizia del fegato. Inoltre, contiene glutatione, un potente antiossidante che neutralizza i radicali liberi e disintossica il fegato. Il glutatione aiuta anche nella disintossicazione dai metalli pesanti. Inoltre, la naringenina, flavonoide presente nel pompelmo, aiuta a metabolizzare il grasso.
Bere un bicchiere di succo di pompelmo appena spremuto o godere del frutto intero a colazione.
Nota: Se assumete dei farmaci, consultate un esperto prima di consumare questo frutto che può interagire con alcuni farmaci.
3. BARBABIETOLE
Le barbabietole sono un altro alimento potente per la pulizia e il sostegno della funzione epatica. Ricche di flavonoidi vegetali e beta-carotene, aiutano a stimolare e migliorare la funzione generale del fegato. Inoltre, le barbabietole sono depuratori naturali del sangue.
• Basta aggiungere barbabietole fresche o succo, alla vostra dieta quotidiana.
• Fare un’insalata per la pulizia del fegato, con 1 tazza di barbabietole tritate o grattugiate, 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva spremuto a freddo e il succo di ½ limone. Mescolare tutti gli ingredienti insieme e mangiarne un pò ogni 2 ore, durante il giorno per una settimana.
4. LIMONI
I limoni favoriscono la disintossicazione del fegato principalmente grazie al loro contenuto dell’antiossidante D-limonene che aiuta ad attivare gli enzimi nel fegato che favoriscono la disintossicazione. Inoltre, l’elevata quantità di vitamina C presente nei limoni aiuta il fegato a produrre più enzimi che favoriscono la digestione. I limoni aumentano anche l’assorbimento di minerali da parte del fegato.
Aggiungere il succo di 1 limone ad una brocca di acqua. È possibile aggiungere anche i limoni tagliati a pezzi. Bere l’acqua a intervalli regolari. Se lo si desidera, aggiungere un pò di miele.
5. TE’ VERDE
Bere tè verde ogni giorno, può aiutare il corpo ad eliminare le tossine e depositi di grasso, aumentando i livelli di idratazione. Uno studio del 2002 pubblicato sull’International Journal of Obesity ha rilevato che le catechine nel tè contribuiscono ad evitare l’accumulo di grasso nel fegato. Questa bevanda sana protegge il fegato dagli effetti dannosi di sostanze tossiche come l’alcol. Il tè verde è anche utile nel trattamento o prevenzione delle malattie del fegato: le persone che bevono tè verde hanno un minor rischio di sviluppare il cancro al fegato.
Bere 2-3 tazze di tè verde al giorno. Se lo si desidera, addolcire con miele.
Nota: Evitare di bere il tè verde in eccesso in quanto può avere un impatto negativo su altre parti del corpo.
6. AVOCADO
L’ avocado contiene sostanze chimiche potenti che possono ridurre i danni al fegato, secondo uno studio del 2000 dell’American Chemical Society. Questo frutto è ricco di glutatione, un composto richiesto dal fegato per eliminare le tossine nocive e per funzionare correttamente. L’elevata quantità di grassi monoinsaturi presente nell’avocado, aiuta a ridurre le lipoproteine a bassa densità o “cattivo” colesterolo e ad aumentare lipoproteine ad alta densità o colesterolo “buono”. Il fegato elabora facilmente il colesterolo buono. Inoltre, l’avocado contiene molti minerali, vitamine e nutrienti vegetali che sostengono la salute generale del fegato e aiutano a digerire i grassi. Mangiare 1-2 avocado a settimana per un paio di mesi per contribuire a invertire i danni al fegato.
7. CURCUMA
La curcuma è un altro alimento popolare ed efficace per la pulizia del fegato. Inoltre, migliora la capacità del corpo di digerire i grassi. La curcumina induce la formazione di un enzima epatico primario chiamato glutatione S-transferasi che favorisce la disintossicazione. Inoltre aiuta a rigenerare le cellule del fegato danneggiate.
• Mescolare ¼ di cucchiaino di curcuma in polvere in un bicchiere d’acqua e far bollire. Bere due volte al giorno per un paio di settimane.
• Inoltre, includere questa spezia nella cucina quotidiana.
8. MELE
Una mela al giorno è il segreto di un fegato sano. Le mele sono una buona fonte di pectina, una fibra solubile che aiuta ad eliminare le tossine dal tratto digestivo e il colesterolo dal sangue e a sua volta, impedisce al fegato di sovraccaricarsi di superlavoro. Inoltre, le mele contengono acido malico, un nutriente naturale che elimina sostanze cancerogene e altre tossine dal sangue. Tutti i tipi di mele sono buone per il fegato, tuttavia, per la veloce pulizia del fegato scegliere mele biologiche. Mangiare una mela biologica o bere un bicchiere di succo di mela fresco tutti i giorni.
9. NOCI
L’elevata quantità di L-arginina presente nelle noci, aiuta il fegato a disintossicarsi dall’ammoniaca. Inoltre, le noci contengono glutatione e acidi grassi omega-3, che favoriscono il naturale processo di pulizia del fegato. Secondo uno studio del 2008 pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, i polifenoli presenti nelle noci aiutano a prevenire i danni al fegato indotti dal tetracloruro di carbonio.
• Consumare una manciata di noci come spuntino quotidiano.
10. BROCCOLI
Per sostenere il naturale processo di pulizia del fegato, aggiungere i broccoli alla vostra dieta. Ricchi di glucosinolati, aiutano ad eliminare i cancerogeni e altre tossine dal corpo. L’alto contenuto di fibre nei broccoli migliora anche il processo di digestione. Inoltre, contengono vitamina E, un antiossidante importante per il fegato che lo aiuta a svolgere le sue funzioni. Mangiare 1 tazza di broccoli 3 volte a settimana per mantenere il fegato sano.
Inoltre, per mantenere il fegato sano, si consiglia di eliminare o ridurre alcol, zucchero raffinato, eccesso di caffeina e alimenti trasformati, dalla vostra dieta.
FIBROMIALGIA: CONTROLLARE I LIVELLI DEL FERRO MIGLIORA LA QUALITA’ DELLA VITA.
24-01-2020
Uno studio pubblicato sulla rivista Croatian Medical Journal dimostra che tenere sotto controllo i livelli di ferro potrebbe aiutare a migliorare la qualità di vita nelle persone affette da fibromialgia. La ridotta attività degli enzimi contenenti ferro nella fibromialgia (FMS) provoca affaticamento cronico, trasporto compromesso dell’ossigeno verso i tessuti, riduzione della resistenza e disturbi del sonno. L’obiettivo del presente studio era determinare la frequenza della carenza di ferritina non anemica in soggetti con FMS e verificare l’associazione di questa carenza con i sintomi della condizione. Ad oggi, nessuno studio ha valutato tali associazioni. Hanno partecipato allo studio 100 pazienti affetti da fibromialgia e 100 controlli sani tra il 2016 ed il 2017, per controllare la frequenza della carenza di ferritina non anemica tra i soggetti. I risultati hanno mostrato che il livello medio di ferritina sierica era di 20,95 ng/ml. Un totale del 64% dei pazienti e il 42% dei controlli presentava carenza di ferro.
L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO INFLUENZA LA SALUTE DELLE OSSA ANCHE NEI GIOVANI.
24-01-2020
L’esposizione quotidiana all’inquinamento dell’aria influenza la salute delle ossa e aumenta il rischio di osteoporosi. È quanto emerge da uno studio appena pubblicato sulla rivista medica Jama Network e portato avanti dai ricercatori dell’ISGlobal (Instituto de Salud Global de Barcelona). I ricercatori hanno valutato per un periodo di tre anni le conseguenze dell’esposizione all’inquinamento sulla salute delle ossa di 3.717 persone di età compresa tra i 34 e i 37 anni e residenti nel sud dell’India, uno dei paesi con la peggiore qualità dell’aria al mondo. Lo studio ha mostrato che l’inquinamento atmosferico è in grado di aumentare lo stress ossidativo e l’infiammazione dell’organismo, con conseguenze anche sulle ossa.
L’inalazione di particelle di PM2.5 ha effetto sul contenuto minerale delle ossa e sui livelli di vitamina D e diminuisce la densità ossea: con l’aumento di cavità all’interno delle ossa, queste diventano più porose e più soggette a fratture. Le particelle di PM2.5 sono molto piccole e capaci di raggiungere qualsiasi distretto del nostro organismo. Non stupisce quindi che la loro inalazione riesca a colpire anche le ossa, oltre ad avere effetti negativi sul sistema cardiovascolare, sull’apparato respiratorio, sul cervello e su tutti gli altri organi. Poiché lo studio è stato effettuato sulla popolazione indiana, e dato che la massa ossea dipende anche da altri fattori, tra cui quelli genetici, sono necessarie ulteriori ricerche che coinvolgano partecipanti di altre zone del mondo per capire se l’effetto dell’inquinamento atmosferico è il medesimo per tutte le etnie.
In Italia, ad esempio, secondo il Ministero della Salute l’osteoporosi colpisce circa 5 milioni di persone, per la maggior parte donne in post menopausa. Le fratture causate dalla fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia per quanto riguarda la mortalità che la disabilità motoria e comportano costi sanitari e sociali molto elevati. Per mantenere le ossa in salute e prevenire l’osteoporosi, viene consigliato di seguire una dieta equilibrata e uno stile di vita sano e attivo. Se anche nella popolazione europea l’inquinamento dimostrasse di avere un ruolo nello sviluppo della malattia, si potrebbero adottare misure preventive in questo senso. Riuscire a valutare i rischi dell’inquinamento sulla salute umana è importante per definire i livelli massimi di esposizione consentiti e applicare politiche volte a ridurre le particelle più pericolose. Ad esempio, circa il 50% delle particelle che misurano meno di 2,5 micron provengono dal traffico su strada, dunque per prevenire effetti negativi sulla salute occorrerebbe per prima cosa ridurre l’uso di veicoli inquinanti.
NUOVA CONFERMA SCIENTIFICA: SE NE MANGI TRE AL GIORNO MIGLIORI L’INTESTINO E RIDUCI INFARTI E ICTUS.
24-01-2020
Secondo un nuovo studio, consumare noci quotidianamente promuove la crescita di un’equilibrata flora batterica intestinale e questo apporta benefici all’apparato cardiovascolare, diminuendo il rischio di infarto e ictus. La ricerca ha coinvolto 42 partecipanti in sovrappeso e obesi di età compresa tra i 30 e 65 anni. Il gruppo è stato sottoposto inizialmente a una dieta tipica americana per due settimane, dopodiché ai partecipanti sono state assegnate tre diete distinte, da seguire per sei settimane. Tutti e tre i regimi alimentari prevedevano un minor apporto di grassi saturi rispetto alla dieta iniziale. Inoltre, uno dei tre regimi includeva il consumo di noci intere, mentre un altro regime prevedeva l’assunzione di quantità di acido alfa-linolenico (ALA) pari a quello contenuto nelle noci. Una volta terminata la dieta, i ricercatori hanno analizzato i batteri presenti nel tratto intestinale dei partecipanti. I risultati dei test, pubblicati sul Journal of Nutrition, hanno dimostrato che la dieta che includeva il consumo di noci ha promosso la popolazione di batteri intestinali benefici per la salute, come gli Eubacteria ammissens e i Butyricicoccus. Il miglioramento del microbioma intestinale dato dal consumo di noci è stato inoltre associato a una diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari, grazie alla riduzione della pressione sanguigna e del colesterolo totale e LDL. La stessa cosa non è avvenuta per gli altri due regimi alimentari, nonostante la riduzione di grassi saturi e l’integrazione di ALA.
Secondo i ricercatori, alimenti come le noci sono in grado di fornire sostanze benefiche come le fibre e composti bioattivi, oltre agli acidi grassi essenziali, che forniscono nutrimento per i batteri benefici. Tali batteri generano poi metaboliti che migliorano la nostra salute generale. Ricerche future indagheranno su altri possibili benefici apportati dal consumo di noci, valutando ad esempio se questi frutti sono in grado di influenzare anche i livelli di zucchero nel circolo sanguigno. Per il momento, grazie a questa nuova ricerca, sappiamo che per migliorare il microbioma intestinale e proteggersi dal rischio di malattie cardiovascolari, sarebbe sufficiente mangiare due o tre noci al giorno come spuntino, ovviamente nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata.
https://academic.oup.com/jn/advance-article/doi/10.1093/jn/nxz289/5680186