Angelo Ortisi
LE 8 ALLERGIE PIU’ STRANE DEL MONDO.
12-05-2015
Non è sempre e solo colpa dei pollini, della polvere o delle muffe, del pelo del gatto, dei crostacei o dei latticini. L’allergia, almeno per come ci siamo abituati a considerarla, è provocata da fattori ben precisi e ormai identificati. Ma certe allergie sono innescate invece da situazioni del tutto singolari e insolite. Ho individuato per voi 8 forme di reazione allergica assolutamente particolari.
1. ALLERGIA ALL’ACQUA
Suonerà assurdo, ma anche l’elemento basilare della vita, la sostanza più innocua cui si possa pensare, può provocare una forma di orticaria. Tecnicamente si definisce “orticaria acquagenica” ed è una forma di reazione dell’organismo al contatto con l’acqua, a prescindere dalla sua temperatura e dall’acidità. Molto rara, le sue origini non sono ancora chiare tra gli specialisti: si manifesta con il classico prurito e si risolve con un farmaco a base di scopolamina.
2. ALLERGIE AL SESSO
L’allergia al liquido seminale maschile si manifesta durante il rapporto o subito dopo con sintomi locali (bruciore, gonfiore), ma anche generali (orticaria, difficoltà respiratorie, angioedema, problemi gastrointestinali). Una sorta di “allergia agli uomini” che colpisce le donne soprattutto tra i 20 e i 30 anni. Responsabili del problema, frazioni glicoproteiche del liquido seminale, in particolare l’antigene PSA della prostata. Tuttavia l’allergia al liquido seminale permette ugualmente di avere figli, ricorrendo alla tecnica del lavaggio dello sperma. Smettere di avere rapporti sessuali è sbagliato: basta ricorrere al preservativo (tenendo presente, però, che la donna potrebbe essere allergica anche al lattice).
3. ALLERGIA ALL’ESERCIZIO FISICO
Fare sport a stomaco pieno può essere molto pericoloso. E non solo perché può provocare la classica congestione, ma anche perché - in casi molto rari - si può verificare uno shock anafilattico scatenato proprio dall’ingestione di cibo. In gergo medico si chiama Anafilassi indotta dall’esercizio fisico: i suoi sintomi sono cutanei (sensazione di calore, prurito e orticaria), che si accompagno con altri segnali di tipo gastrointestinale (dolori addominali, nausea e vomito), respiratorio (broncospasmo, edema della glottide), cardiovascolare (ipotensione e perdita di coscienza). In rarissimi casi una reazione allergica di questo tipo può anche essere mortale. Secondo Antonino Romano, professore associato di Medicina interna presso l’Università Cattolica di Roma, che si occupa del problema fin dagli Anni ‘90, tra gli alimenti che, associati all’attività fisica, possono far scattare questo tipo di reazione vi sono crostacei, cereali (soprattutto il grano), pomodori, finocchio, sedano, pesche, pere.
Il motivo per cui l’anafilassi scatti solo durante l’attività fisica? L’esercizio fisico aumenta la permeabilità intestinale, provocando un maggiore assorbimento di quelle sostanze verso cui i soggetti presentano una sensibilizzazione. Altre condizioni che mettono l’individuo a rischio: l’assunzione di alcuni farmaci che aumentano la permeabilità intestinale, lo stress, il periodo mestruale, il clima troppo caldo o troppo freddo, la stagione (nei pazienti allergici ai pollini).
4. ALLERGIA AL SOLE
Anche i benefici raggi solari possono causare reazioni allergiche. Nel caso, per esempio della fotodermatite allergica, l’organismo reagisce all’azione combinata del sole con sostanze particolari: profumi, nichel (presente in occhiali e bigiotteria) o alcuni farmaci (antibiotici e antinfiammatori). Si manifesta con vescicole o con strani foruncoli piccoli, rossi e in rilievo, che danno prurito. Nei casi più seri, invece, c’è una reazione del sistema immunitario alla luce solare: compaiono prurito, eruzioni cutanee, mal di testa e nausea, perfino problemi molto più seri, anche dopo pochi minuti di esposizione al sole.
5. ALLERGIA ALLA TECNOLOGIA
Ogni strumento tecnologico (dalla tv Lcd agli smartphone, dal computer ai lettori mp3, al phon, alla radiosveglia…) emette onde elettromagnetiche. Immaginate dunque che cosa significhi soffrire di elettrosensibilità, una condizione che provoca sofferenza - sotto forma di mal di testa e difficoltà respiratorie, orticaria e dolori al petto - ogni volta che si è in presenza di un alto livello di questo tipo di onde. Difficile da diagnosticare con certezza, l’unica difesa consiste nell’eliminare quanti più gadget hi-tech si abbiano in casa oppure nel dotare gli ambienti che si frequentano di uno schermo ad hoc.
6. ALLERGIA ALLE SCARPE
Di solito si manifesta nelle stagioni calde, quando il piede suda di più. La reazione allergica causata dalle scarpe che indossiamo porta dermatiti e micosi fastidiose e difficili da combattere. Un fenomeno sempre più diffuso, alimentato dalla tendenza ad acquistare calzature su bancarelle improvvisate, realizzate con materiali scadenti, colle e pellami, coloranti e solventi di pessima qualità, cui è facilissimo che il nostro organismo reagisca.
7. ALLERGIA AL CIOCCOLATO
Sarà anche "il cibo degli dei", ma ci sono persone su cui la cioccolata provoca sensazioni tutt’altro che paradisiache. Il cioccolato può infatti innescare reazioni allergiche: mal di testa, prurito e orticaria, perfino difficoltà di respirazione. Attenzione, però, a generalizzare o a sbagliare obiettivo: il più delle volte il cioccolato non è solo fatto di cacao, ma di tanti altri ingredienti (latte, tracce di noci o lecitina di soia, solo per fare qualche esempio) che possono essere i veri responsabili del problema.
8. ALLERGIA AL FREDDO
Quando il termometro scende - e non necessariamente in inverno, ma anche per esempio in un locale con l’aria condizionata molto forte - cominciano i problemi: arrossamento della pelle, prurito, comparsa di pomfi. Nei casi più seri, anche svenimento e shock anafilattico. Il test per riconoscere l’orticaria da freddo consiste nel porre a contatto della pelle un cubetto di ghiaccio: se compare subito un pomfo, l’esito è positivo. Di solito è ereditaria, ma può essere dovuta a diverse altre cause. L’unica cura - oltre che evitare condizioni di clima freddo - è sintomatica a base di antistaminici. Ma l’unico in grado di accertarla è il dermatologo.
L’AGLIO DISINTOSSICA L’ORGANISMO DAL PIOMBO.
12-05-2015
Nel 2012, uno studio notevole pubblicato sulla rivista Basic & Clinical Pharmacology & Toxicology, ha rivelato qualcosa di molto speciale in merito all’aglio: si tratta di un disintossicante naturale del piombo, e oltre ad essere efficace come il farmaco chelante penicillamina, è anche molto più sicuro. Lo studio è stato intitolato, “Comparison of therapeutic effects of garlic and d-penicillamine in patients with chronic occupational lead poisoning” (Confronto degli effetti terapeutici di aglio e d-penicillamina in pazienti con avvelenamento occupazionale cronico da piombo), ha cercato di confermare la precedente ricerca su animali in cui l’aglio ha dimostrato di essere efficace nel ridurre le concentrazioni di piombo nel sangue e nei tessuti. Lo studio ha preso le misure delle concentrazioni di piombo nel sangue di 117 lavoratori in un impianto di batterie per auto che sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi: gruppo aglio (1,2 milligrammi di allicina da 1.000 mg di estratto di aglio, tre volte al giorno) e gruppo d-penicillamina (250 mg, tre volte al giorno), e trattati per 4 settimane. I segni clinici e i sintomi di avvelenamento da piombo sono stati esaminati e confrontati con i risultati iniziali.
Lo studio ha rilevato: “Il miglioramento è stato significativo in una serie di manifestazioni cliniche tra cui irritabilità, cefalea, diminuzione del riflesso tendineo, e media della pressione arteriosa sistolica dopo il trattamento con l'aglio, ma non nel gruppo trattato con d -penicillamina. Le concentrazioni di piombo nel sangue sono state ridotte in modo significativo in entrambi i gruppi, con nessuna differenza significativa. La frequenza degli effetti collaterali era superiore nel gruppo d-penicillamina rispetto al gruppo aglio. I risultati dimostrano che l’aglio sembra clinicamente sicuro ed efficace quanto la d-penicillamina, pertanto, può essere raccomandato per il trattamento di avvelenamento da piombo lieve-moderata”. Nonostante la parità di riduzione delle concentrazioni misurabili di piombo nel sangue in entrambi i gruppi, i miglioramenti in diverse manifestazioni cliniche sono stati trovati solo nel gruppo aglio. Inoltre, gli effetti collaterali sono stati superiori nel gruppo d-penicillamina. Questi risultati indicano chiaramente la superiorità dell’aglio sul farmaco e sottolineano come gli interventi a base di farmaci spesso finiscono per 'normalizzare' i valori, ad esempio, le concentrazioni di piombo nel sangue, senza conseguente miglioramento della qualità della vita, o segni clinici e sintomi soggettivi del paziente trattato; al contrario, spesso il paziente si sente molto peggio dopo il trattamento farmacologico.
L’esposizione al piombo è onnipresente nella nostra epoca moderna, ed è stato stimato che circa lo 0,2% di tutti i decessi e lo 0,6% di invalidità a livello globale, siano causati da questa intossicazione. L'esposizione a questo metallo pesante causa danni all’apparato cardiovascolare, scheletrico, gastrointestinale, renale, sistema riproduttivo e nervoso. È stato osservato che è particolarmente dannoso per neonati e bambini, il cui sviluppo del sistema nervoso è molto più suscettibile alla tossicità rispetto agli adulti. In effetti, uno studio del 2008 pubblicato su PLoS Medicine ha trovato una diminuzione di volume del cervello negli adulti che erano stati esposti al piombo. Le cure standard, che coinvolgono farmaci come la d-penicillamina, sono pericolose, visto che queste sostanze chimiche sono collegate ai seguenti effetti indesiderati:
- Anemia aplastica.
- Allargamento del seno.
- Anoressia.
- Soppressione del midollo osseo.
- Disturbi del collagene.
- Diarrea.
- Disgeusia (gusto distorto).
- Danni renali.
- Danni al fegato.
- Danni muscolari.
I farmaci sono così tossici che l'incidenza totale di effetti collaterali del trattamento con d-penicillamina è del 30-60%, con un tasso di ritiro del 20-30%. L’aglio, d'altra parte, è una spezia culinaria molto utilizzata con una vasta gamma di potenziali benefici e un elevato margine di sicurezza.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22151785
DIMMI IN CHE MESE SEI NATO E TI DIRO’ DI COSA TI AMMALERAI.
12-05-2015
Un recente articolo pubblicato dal Dailymail riporta i risultati di alcune ricerche scientifiche che hanno trovato un nesso tra il mese di nascita e la possibilità di sviluppare alcune malattie. Inquietante, vero? Ma la curiosità nasce... Che il giorno della nascita potesse influenzare la nostra personalità sì sapeva, e l’oroscopo lo ribadisce da secoli, e anche i più scettici dovrebbero ricredersi pensando che se la luna determina le maree, come non potrebbe avere effetti sul nostro organismo composto per il 70% d’acqua? Le ricerche sono state condotte in diversi paesi, europei e non, dalla Danimarca all’Australia, passando per la Scozia e la Norvegia, da Israele fino ad approdare alle famose Università di Cambridge e Oxford. La conferma della scienza però non si basa sull’allineamento dei pianeti o delle costellazioni, ma bensì sul sole, in particolare su quanto sole prende la mamma durante la gravidanza. Il sole innesca la produzione di vitamina D, e se preso nei primi mesi di gravidanza, avrebbe effetti positivi sulla salute fisica e mentale del pupo. Quindi prendete il sole anche con il pancione!
Questi studi hanno evidenziato che i nati nei mesi primaverili (marzo, aprile e maggio) hanno più probabilità di sviluppare malattie mentali e fisiche rispetto a chi è nato in settembre, ottobre e novembre. Questo perché essendo stati concepiti in autunno hanno preso meno sole di chi, concepito a febbraio è andato incontro alla bella stagione! Vorrei rassicurarvi sul fatto che questi studi scientifici e certificati indicano solamente una maggiore probabilità statistica di contrarre la malattia ma, fortunatamente, non la certezza matematica, perché anche altri fattori, ovvio, concorrono allo sviluppo delle patologie sopra, e sotto, indicate. E' come dire che chi nasce a novembre, solo perché è scorpione ha un forte magnetismo fisico!
Ma vediamo mese per mese le possibili malattie:
- Gennaio: chi nasce in pieno inverno è stato concepito in primavera, forse nel periodo di Pasqua, nonostante abbia vissuto nella pancia la calda estate, potrebbe presentare un disturbo bipolare dell’umore, la schizofrenia, oppure sviluppare il morbo di Alzheimer, il morbo di Crohn, o epilessia.
- Febbraio: come per gennaio, i nati nel mese di carnevale hanno a che fare con morbo di Alzheimer, disturbo bipolare dell’umore, morbo di Crohn, disturbi alimentari, epilessia, morbo di Hodgkin, e la narcolessia.
- Marzo: chi arriva a primavera potrebbe soffrire di morbo di Alzheimer, asma, diabete, disturbi alimentari, epilessia, morbo di Hodgkin, narcolessia; ma sono i disturbi psicologici come l’autismo, il disturbo bipolare dell’umore, disturbi della personalità, depressione stagionale, alcolismo che caratterizzano chi è concepito in piena estate. Secondo queste ricerche sarebbero proprio i nati a marzo (e ancor di più ad Aprile) ad avere i maggiori disturbi sia psicologici che fisici.
- Aprile: probabilmente concepiti nelle vacanze di agosto, la gravidanza invernale non ha portato grandi benefici ai pargoli di questo mese: sono loro i peggiori di questa ricerca, con una vasta gamma di probabili problemi: tra i fisici troviamo l’asma, il diabete, i disturbi alimentari, l’epilessia, il morbo di Hodgkin, la narcolessia, il morbo di Parkinson, il glaucoma; tra quelli psicologici l’autismo, il disturbo bipolare dell’umore, disturbi della personalità, depressione stagionale, alcolismo. Avrebbero anche un basso QI!
- Maggio: anche qui non si scherza, perché i figli della vendemmia oltre ad avere un basso QI, presentano problemi di asma, diabete, autismo, disturbi alimentari, disturbi della personalità, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, glaucoma.
- Giugno: la situazione resta stabile in questo ultimo mese di primavera, alcolismo, asma, autismo, sclerosi multipla e diabete restano, ma si aggiunge all’elenco una patologia nuova, la sindrome di Down. Inoltre chi nasce a giugno però potrebbe essere miope.
- Luglio: anche chi arriva con l’estate ci vede poco perché miope, ma il numero delle possibili patologie che potrebbe interessarli scende, restano comunque l’alcolismo, asma, l’autismo, la sindrome di Down.
- Agosto: i concepiti durante lo shopping natalizio, avendo trascorso la primavera e qualche mese d’estate nel pancione, potrebbero dover scontrarsi con l’autismo, l’asma e la sindrome di Down.
- Settembre: i figli della baldoria di Capodanno hanno assorbito tutti i benefici del sole e nell’elenco delle loro possibili malattie c’è solo l’asma.
- Ottobre: anche per loro tutto tranquillo, tranne qualche disturbo respiratorio tipico dell’asma.
- Novembre: mese autunnale per eccellenza, i nati a novembre hanno preso tutto il sole possibile e non hanno mai incontrato le giornate corte e fredde dell’inverno. Solo problemi di asma per i figli di San Valentino!
- Dicembre: il risveglio della primavera li ha fatti concepire e anche per loro i disturbi non sono eccessivi: a livello fisico hanno più probabilità di sviluppare il morbo di Crohn e, a livello mentale la schizofrenia.
Tengo a precisare nuovamente, soprattutto per i nati a marzo e ad aprile, che i risultati di questa ricerca non implicano in alcun modo la certezza dello sviluppo della malattia e che i dati riportati dal Dailymail sono solo statistiche sulla probabilità di contrarre il disturbo!
In conclusione è eccessivo decidere di programmare una gravidanza in base a questo calendari, anche perché, come afferma il Professor David Spiegelhalter dell’Università di Cambridge, “è ovviamente inammissibile pensare di fare sesso solo nel mese di febbraio”.
IL NOSTRO CERVELLO E’ SOTTO ATTACCO: OLTRE 200 LE SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE.
12-05-2015
Ci stanno intossicando il cervello. E’ in atto una pandemia silenziosa di deficit intellettivi e comportamentali che colpisce tutti, ma si accanisce contro i più piccoli e gli anziani. Ogni anno aumenta la lista delle sostanze chimiche che danneggiano lo sviluppo cerebrale nei feti e la degenerazione dei neuroni negli adulti. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Lancet Neurology, in sette anni è raddoppiato il numero degli elementi nocivi per il cervello, ma dato che lo studio non prende in considerazione le nanoparticelle, il numero degli agenti di morte dei neuroni è molto più alto di quello censito dagli autori dellla pubblicazione , Philippe Grandjean e Philip J. Landrigan, della Harvard School of Public Health e delle Icahn School of Medicine at Mount Sinai. Nonostante la ricerca dei due scienziati risulti parziale, è già sufficiente per lanciare l’allarme per il vile attacco a cui siamo sottoposti quotidianamente. I ricercatori chiedono che i prodotti immessi sul mercato vengano accompagnati da una certificazione che dimostri la loro bassa pericolosità per il corpo umano.
Il problema è molto più grave di quello che non sembri a prima vista, in quanto le sostanze pericolose sono nascoste dappertutto. La ricerca pubblicata su Lancet Neurology ci avverte che diversi oggetti della quotidianità come i vestiti, i mobili e i giocattoli potrebbero rivelarsi una fonte di intossicazione. In realtà anche l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo e il cibo che mangiamo sono pieni di elementi che aggrediscono il nostro corpo. Secondo lo studio in questione in sette anni è raddoppiato il numero delle sostanze pericolose per lo sviluppo cerebrale. Prima erano cinque: piombo, metilmercurio, arsenico, policlorobifenili (PCB) e toluene, adesso ne sono spuntati altri sei : manganese, fluoruri, pesticidi chlorpyrifos e DDT, il solvente tetracloroetilene, e i ritardanti di fiamma a base di polibromodifenileteri (PBDE). Gli effetti di una tale aggressione portano delle conseguenze disastrose che poi la medicina si affretta a catalogare come disturbi da deficit di attenzione (ADHD), dislessia e altre patologie ancora più gravi. La silenziosa neurointossicazione in atto ci rende sempre meno intelligenti e modifica pesantemente i comportamenti. Sono almeno 200 le sostanze in grado di danneggiare il cervello di un adulto e sono nascoste tra le 80.000 sostanze usate dall’industria che non sono mai state testate specificamente secondo dei criteri di pericolosità per il cervello. La dimensione del problema è enorme, è in ballo il futuro del genere umano. Quando si tocca l’argomento della prevenzione la prima obiezione per mantenere lo status quo si aggrappa agli elevati costi che un tale controllo farebbe ricadere sulla collettività. Non è il momento di pensare ai risvolti economici, si sta decidendo il nostro futuro, costi quel che costi, dobbiamo difendere la nostra salute e soprattutto quella dei più piccoli.
http://www.thelancet.com/journals/laneur/article/PIIS1474-4422%2813%2970278-3/abstract
PER STARE AL TELEFONO C’E’ UN ORECCHIO “PREFERITO”.
12-05-2015
Il più delle volte neanche ci facciamo caso, visto quanto il gesto del rispondere al telefono - fisso o cellulare che sia - è diventato frequente e quasi automatico nella vita quotidiana. E invece dietro questo semplice movimento c'è molto più di quanto possiamo immaginare. Sì, perché quando prendiamo la cornetta del cordless di casa o mettiamo mano al telefonino, tendiamo a usare sempre lo stesso lato della testa: insomma, abbiamo un orecchio preferito. Che quasi sempre corrisponde alla mano che usiamo per scrivere. Vi sembra impossibile? E invece è il risultato di uno studio condotto dagli specialisti statunitensi dell’ Henry Ford Hospital di Detroit, pubblicato sulla prestigiosa e autorevole rivista scientifica "JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery". La scelta è illogica, perché se dobbiamo prendere appunti mentre siamo al telefono ci converrebbe tenere libera la mano con cui scriviamo, che invece è impegnata a tenere il telefono. Significa che per qualche motivo non chiaro, forse dovuto alla posizione dei centri del linguaggio, tendiamo a tenere il telefono sull'orecchio del lato opposto a quello dell'emisfero cerebrale dominante. L'esperto ha osservato un campione di 5.000 individui di cui il 90% era destrorso, il 9% mancino e il restante 1% ambidestro. Quasi tutti i destri tenevano il cellulare con la mano destra sull'orecchio destro e viceversa i mancini; anche se le due orecchie sentono alla stessa maniera vi è questa preferenza un pò svantaggiosa.
Lo studio dell'orecchio preferito per il telefonino è importante anche ai fini di comprendere se l'uso del cellulare sia in qualche modo connesso ai tumori al cervello come da anni si sostiene e si smentisce a fasi alterne. Poiché gran parte degli individui tiene il cellulare sull'orecchio destro (visto la maggior parte della popolazione usa la mano destra) allora l'ipotesi è quella che i tumori al cervello dovrebbero colpire più frequentemente proprio l'emisfero destro.
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2013-05/hfhs-sbm051513.php
http://www.sciencedaily.com/releases/2013/05/130516161655.htm
4 TAZZE DI TE’ VERDE AL GIORNO PROTEGGONO LA VESCICA DELLE DONNE.
12-05-2015
Del tè verde sono ormai conosciute tantissime proprietà benefiche per l’organismo: gli antiossidanti e le altre sostanze che contiene lo rendono un rimedio naturale molto potente ed efficace. Anche nella prevenzione dei tumori. Ma c’è una novità: un consumo regolare di tè verde protegge la vescica delle donne dal rischio cancro e dall’incontinenza, nella mezza età e in età avanzata. La scoperta si deve a uno studio (pubblicato sulla rivista scientifica “Neurourology and Urodynamics”) condotto da Andy Lee, un ricercatore del Curtin Health Innovation Research Institute che ha collaborato con colleghi giapponesi per esaminare gli effetti della bevanda su un gruppo di signore di età compresa tra 40 e 75 anni di età. Il 28% del campione di partecipanti all’indagine manifestava il disturbo, ma tra coloro che consumavano una media di 4 o più tazze di tè verde Lee ha constatato una minore prevalenza del problema. “Una delle differenze importanti”, ricorda Lee, “è che il tè verde non è fermentato a differenza di quello nero, non subisce ossidazione durante la lavorazione e contiene molta meno caffeina”.
In attesa di estendere la ricerca alla popolazione generale, i ricercatori ricordano i numerosi studi a riprova del legame tra gli antiossidanti presente nel tè verde e la protezione della vescica. Per esempio, il potere che ha l´epigallocatechina - sostanza naturale del tè - di inibire la formazione di calcoli urinari, nella riduzione dei tumori alla vescica e dello stress ossidativo che collega alti livelli di glucosio con la nefropatia diabetica.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/nau.20987/abstract
UTILIZZARE SAPONE ANTIBATTERICO PUO’ SQUILIBRARE I VOSTRI ORMONI.
11-05-2015
Il Triclosano, un prodotto chimico usato in saponi e dentifrici in pasta antibatterici, accelera la trasformazione dei girini nelle rane adulte. Ciò significa che il triclosano può agire come disequilibratore endocrino, alterando il fragile equilibrio ormonale degli animali. Si conosce già che il Triclosano tende a bioaccumularsi nei pesci e contamina il latte materno umano. Gli effetti del triclosano sui girini hanno incluso anche una perdita significativa di peso ed hanno accelerato lo sviluppo del membro posteriore. C’era anche un’elevata attività dei geni collegati con lo sviluppo incontrollato delle cellule e diminuita attività del gene nell’aletta della coda. Il Triclosano da solo non provoca questi effetti, ma devono essere presenti anche gli ormoni tiroidei. Ciò suggerisce che il triclosano rende gli ormoni tiroidei più potenti e ne accelera l’effetto. Il Triclosano può rendere i recettori proteici cellulari più sensibili agli ormoni tiroidei. Il signaling dell’ormone tiroideo è essenziale per lo sviluppo del cervello e del corpo umano, per cui questi risultati potrebbero avere un effetto sulla salute umana. Finora, il triclosano ha ricevuto una relativa notorietà come ingrediente trovato in molti dentifrici in pasta e saponi che generano germi resistenti agli antibiotici. Tutto ciò fino a questo nuovo studio che ha identificato nel triclosano anche un disequilibratore sintetico del sistema endocrino. Non è necessario molto triclosano (0.15 parti per miliardo) per alterare il sistema di signaling ormonale nelle rane - un sistema che rispecchia quello trovato negli esseri umani. Ecco una nuova ragione per usare sapone normale e acqua per mantenere le vostre mani pulite stando lontani dai saponi antibatterici. Tutti i saponi venduti oggi sul mercato contengono prodotti chimici nocivi per cui bisognerebbe smettere di usarli. Controllate con molta attenzione ogni etichetta dei prodotto e non comprate i prodotti contenenti le seguenti sostanze chimiche:
- Propilen-glicole - ingrediente principale degli antigelo e usato in fluidi idraulici.
- Dietanolammina (DEA) - usato come agente umettante negli shampoo, lozioni, creme e altri cosmetici.
- Sodio lauril-solfato - usato in shampoo, saponi, detersivi e dentifrici in pasta ed altri prodotti che devono fare la “schiuma”
- Esaclorofene - usato in saponi, deodoranti e cosmetici.
- Paraben - usato soprattutto nei prodotti per la cura della pelle. Prove recenti indicano che i parabeni sono stati rilevati nei tumori mammari umani. Ciò è molto logico poichè i parabeni imitano l’azione dell’estrogeno femminile, che può aiutare a far sviluppare i tumori umani mammari.
I FARMACI ANTIPSICOTICI CAUSANO LA FORMAZIONE DI COAGULI DI SANGUE.
11-05-2015
Una nuova ricerca dal Regno Unito si aggiunge al crescente corpo di prove che evidenziano i pericoli dei farmaci antipsicotici. I dati raccolti da decine di migliaia di pazienti rivelano, che i farmaci antipsicotici popolari come Seroquel di AstraZeneca, Zyprexa di Eli Lilly, Risperdal della Johnson & Johnson, e Abilify di Bristol-Myers Squibb, possono causare nei pazienti gravi coaguli di sangue. Dopo la contabilizzazione di altri fattori di rischio, i ricercatori hanno determinato che tali farmaci aumentano il rischio di coaguli di sangue del 32%. Seroquel di AstraZeneca, è risultato essere il peggiore di tutti, aumentando il rischio di coaguli di sangue addirittura del 300%. E, in generale, le persone che assumono farmaci antipsicotici atipici hanno più probabilità di sviluppare coaguli di sangue di circa il 73 per cento rispetto alle persone che non ne fanno uso. "Secondo me è un importante aumento del rischio", ha spiegato Julia Hippisley-Cox, dell'Università di Nottingham, a WebMD. “Lo studio si aggiunge ai tanti effetti avversi per la salute associati agli antipsicotici". Ha anche spiegato che i farmaci antipsicotici sono regolarmente prescritti per usi off-label, come nausea, vertigini e "agitazione" associata a malattia di Alzheimer. La prescrizione off-label non è illegale, ma è altamente immorale e rischia di minacciare la salute dei pazienti. Precedenti studi hanno collegato i farmaci antipsicotici a condizioni di coaguli di sangue come la trombosi venosa e l’embolia polmonare, mentre altri hanno dimostrato che possono causare il diabete e anche morte precoce. Nel 2011, AstraZeneca ha pagato 198.000.000 milioni di dollari per risolvere le rivendicazioni legali di 17.500 pazienti che sono stati danneggiati dal Seroquel.
http://www.reuters.com/article/2010/09/22/us-antipsychotics-risk-idUSTRE68L41Z20100922
http://www.naturalnews.com/031932_antipsychotic_drugs_blood_clots.html
CORIANDOLO: UN ANTIBIOTICO NATURALE CONTRO 12 CEPPI DI BATTERI.
11-05-2015
Batteri e agenti patogeni sempre più resistenti e pericolosi, dal temuto Escherichia Coli alla Salmonella enterica, passando per lo Staphylococcus aureus meticillina-resistente: questo lo scenario a cui giocoforza ci siamo dovuti abituare negli ultimi anni, con epidemie sempre più spesso fuori controllo. Ma un team di scienziati portoghesi ha annunciato di aver scoperto un efficace rimedio, 100% naturale, contro numerosi ceppi batterici responsabili di gravi patologie: il coriandolo, o meglio una soluzione a base di olio di questa oramai nota spezia, che trova numerosi impieghi nella cucina internazionale. Un team di ricercatori dell’Università di Beira Interior (Portogallo), effettuando uno studio sulle proprietà delle erbe aromatiche in generale, ha scoperto che l’olio di coriandolo risulta essere molto efficace contro ben 12 tipi di ceppi batterici come la Salmonella, il Bacillus cereus, lo Staphylococcus aureus e il “batterio killer” Escherichia Coli. Insomma, il coriandolo, oltre alle sue proprietà culinarie e afrodisiache, sarebbe un vero e proprio antibiotico naturale. La dottoressa Fernanada Domingues, autrice principale dello studio pubblicato sulla rivista Journal of Medical Microbiology, ha spiegato che “i risultati dello studio indicano che l’olio di coriandolo danneggia la membrana che circonda le cellule batteriche. Questo interrompe la barriera tra la cellula e il suo ambiente e inibisce processi essenziali tra cui la respirazione, che alla fine porta alla morte della cellula batterica”. “Prevediamo l’utilizzo del coriandolo -prosegue la Dominguez - sotto forma di lozioni, collutori e persino di pillole, per combattere le infezionibatteriche multi-resistenti che altrimenti non potrebbero essere trattate. Ciò potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita delle persone”.
http://jmm.sgmjournals.org/content/60/10/1479.abstract
http://www.sciencedaily.com/releases/2011/08/110823193857.htm
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2011-08/sfgm-coc082211.php
BEVANDE ZUCCHERATE: BERNE TROPPE ANTICIPANO PRIMO CICLO MESTRUALE.
11-05-2015
Assumere bevande zuccherate in età pre-puberale può portare a un’accelerazione nella comparsa del menarca, il primo flusso mestruale. A dimostrare il legame è un vasto studio coordinato dalla Harvard Medical School di Boston e pubblicato sulla rivista Human Reproduction. Un’accelerazione nella comparsa delle mestruazioni è già stato correlata con l’aumento del rischio di cancro al seno. Dimostrare il legame fra consumo di bevande zuccherate e l’età in cui le ragazze hanno il menarca potrebbe essere di fondamentale importanza. Inoltre, un consumo eccessivo di bevande zuccherate in età infantile e pre-puberale è uno dei fattori principali nell’insorgenza dell’obesità. Il team ha effettuato diverse analisi su soggetti che facevano parte del Growing up Today Study, che segue 16.875 figli di partecipanti ad un precedente studio, l’Health Study II Nurses. Nella prima osservazione i ricercatori hanno indagato il rapporto tra le bevande zuccherate e l’età in cui le ragazze hanno il loro primo flusso mestruale, su 5.583 soggetti di età compresa tra 9-14 anni. Coloro che bevevano più di una bevanda e mezzo al giorno hanno avuto il loro primo flusso mestruale quasi tre mesi prima delle ragazze che abitualmente ne bevevano due a settimana o meno. L’effetto, secondo i ricercatori, era indipendente dell’indice di massa corporea (IMC), dall’altezza, dalla dieta e da altri fattori come lo sport o lo stile di vita più o meno regolare. Secondo Karin Michels, professore associato alla Harvard Medical School e capo del team di ricerca: “I risultati del nostro studio aggiungono credito alla già crescente preoccupazione per il diffuso consumo di bevande zuccherate tra bambini e adolescenti, sia negli Stati Uniti che nel resto dei Paesi sviluppati. Il problema principale è l’insorgere dell’obesità infantile: i dati suggeriscono uno stretto legame tra un elevato consumo di bevande dolcificate con zucchero aggiunto e l’insorgere delle prime mestruazioni”. Secondo studi precedenti, inoltre, l’anticipo di un anno sul primo flusso può aumentare le possibilità di sviluppare un cancro al senodel 5%: tre mesi di anticipo potrebbero avere un impatto modesto sulla percentuale in esame, ma secondo i ricercatori il dato non deve essere sottovalutato dalle autorità pubbliche. A differenza di molti altri predittori del menarca sul consumo di bevande zuccherate è possibile intervenire. Il passo successivo del team di ricerca è stato discriminare fra bevande con zucchero aggiunto a posteriori in forma di saccarosio, glucosio o sciroppo di mais, come la soda, bevande naturalmente zuccherate come i succhi di frutta e bevande che contengono anche caffeina, come il té freddo. Secondo i risultati le bevande con aggiunta di zucchero e caffeina hanno un indice glicemico più alto di quelle zuccherate naturalmente, cosa che produce un rapido aumento delle concentrazioni di insulina nel corpo. A sua volta, un aumento dell’insulina, comporta un alterazione della concentrazione di ormoni nel corpo e, quindi aumenta la possibilità di accelerazione della comparsa del flusso mestruale. Michels ha concluso: “I risultati dimostrano che il consumo di bevande zuccherate ha un impatto da non sottovalutare, in particolare in età adolescenziale e pre-adolescenziale: i dati non fanno altro che corroborare la vasta gamma di ricerche che indicano già quanto sia importante ridurre notevolmente il consumo di queste bevande e seguire uno stile di vita sano ed equilibrato”.
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/01/150127212212.htm
http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=149109&CultureCode=en
http://humrep.oxfordjournals.org/content/30/3/675