Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

27-12-2014

Ricco di proteine, ipoallergenico e senza glutine, il grano saraceno è adatto alla maggior parte delle persone – inclusi i pazienti con condizioni di salute come il diabete e le malattie cardiovascolari o celiachia. Lo sapevate che il grano saraceno è facile da cucinare, è ricco di vitamine del gruppo B, minerali come il magnesio, manganese, zinco, rame, magnesio e selenio? Molti studi sulla salute suggeriscono che il potere di guarigione del grano saraceno è dovuto a due importanti fitonutrienti: rutina e D-chiro-inositolo. Gli studi hanno collegato questi due fitonutrienti a molti benefici per la salute. Il grano saraceno è buono per il cuore. Uno studio del 1995, pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition, ha dimostrato che i cinesi che consumavano 100 grammi al giorno di grano saraceno avevano livelli di colesterolo nel sangue sani. Infatti più grano saraceno viene consumato, minore è il livello di colesterolo totale. Il grano saraceno è naturalmente abbondante di nutrienti che proteggono il cuore, quali fibre, fitonutrienti e flavonoidi antiossidanti come iperina, quercetina e catechine. E' una delle fonti più ricche di magnesio – fornisce circa 80 mg per tazza. Questi composti proteggono il cuore in diversi modi. La fibra previene il riassorbimento del colesterolo, i flavonoidi e altri antiossidanti inibiscono l’ossidazione di LDL da radicali liberi; il magnesio migliora il flusso sanguigno e la rutina impedisce l’aggregazione di piastrine e formazione di placche. Nei diabetici il consumo di grano saraceno può bilanciare lo zucchero nel sangue. Uno studio del 2001, che ha analizzato l’effetto del consumo di grano saraceno, ha dimostrato che ha ridotto la glicemia alta, così come le risposte di insulina. Un altro studio pubblicato nel 2003, è andato un passo più avanti e ha scoperto che il grano saraceno contiene il composto D-chiro-inositolo – un tipo di insulina mediatore che abbassa efficacemente i livelli di glucosio. Lo studio ha trovato che il grano saraceno è un modo efficace per ridurre lo zucchero nel sangue ed è utile nei programmi di trattamento per diabetici.
Un’altra ragione per cui il grano saraceno aiuta ad abbassare il glucosio nel sangue è la sua ricca fonte di magnesio. Il magnesio è un minerale importante che partecipa come cofattore per quasi 300 enzimi. Questo include enzimi che sono importanti per l’utilizzo del glucosio e la secrezione di insulina. Il grano saraceno è risultato efficace anche contro le vene varicose. Le vene varicose derivano da una cattiva salute vascolare (circolazione del sangue) – soprattutto nelle parti inferiori del corpo. Il grano saraceno affronta direttamente questo problema e aiuta a prevenire l’insorgenza di vene varicose. Attualmente, sappiamo di due studi che confermano l’efficacia del grano saraceno nel prevenire le vene varicose. Lo studio, pubblicato sulla rivista European Journal of Clinical Pharmacology, ha mostrato che il grano saraceno – sotto forma di tè – migliora la circolazione sanguigna ed edema delle gambe, evitando così le vene varicose nei pazienti. Uno studio del 2008, pubblicato nella rivista – Arthritis Research and Therapy, ha sottolineato che il grano saraceno è stato efficace nel ridurre l’infiammazione e ridurre il rischio di vene varicose. La rutina, fitonutriente presente nel grano saraceno, ha ridotto l’infiammazione in studi di laboratorio. Con tutti i suoi benefici per la salute, il grano saraceno è semplice da preparare e di grande degustazione: facile da aggiungere agli stufati, zuppe o insalate. Si può anche provare a fare una deliziosa prima colazione – in combinazione con noci e semi ammollati. L’uso della farina di grano saraceno è popolare anche per la preparazione dei muffins, pancakes e pane.

 

http://beforeitsnews.com/health/2013/11/stop-varicose-veins-by-eating-buckwheat-2511874.html

Sabato, 27 Dicembre 2014 06:38

GRIGLIATA SICURA CON LA BIRRA.

27-12-2014

Se il tempo lo concede, qualcuno in questa stagione può essere invogliato a fare le prime grigliate. Ma, come ben si sa ormai, cuocere per esempio la carne in questo modo può anche avere diversi risvolti negativi. Molte, infatti, sono le sostanze tossiche che si sviluppano durante questo tipo di cottura. Per ovviare a tutto ciò, normalmente si usa un mix di erbe aromatiche. Ma a volte potrebbe non bastare. Secondo un nuovo studio pubblicato di recente sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, una possibile soluzione sarebbe quella di far marinare i cibi nella birra prima di metterli al fuoco. Già in precedenza il team di ricerca guidato da Isabel MPLVO Ferreira dell’Università di Porto (Portogallo) aveva mostrato l’associazione tra un consumo eccessivo di carne alla griglia e un’elevata incidenza di cancro colon rettale. Il motivo sarebbe strettamente correlato con la formazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che si formano durante la cottura a temperature eccessivamente elevate – per esempio con una normale griglia da giardino.
Livelli eccessivi di tali sostanze si formano anche con il fumo di sigaretta e lo scarico delle automobili. I dati in possesso allo stato attuale si riferiscono esclusivamente a esperimenti condotti su modello animale, e non vi è ancora certezza se lo stesso meccanismo avviene anche negli esseri umani, sottolineano gli scienziati. Attualmente, comunque, la Commissione Europea ha definito degli indicatori del potere cancerogeno degli IPA negli alimenti, attribuendo dei valori massimi. Per mangiare in maggior sicurezza, si può ricorrere a degli escamotage come le marinatura con elementi che siano in grado di ridurre alcuni potenziali agenti cancerogeni della carne cotta. Tra questi vi è l’utilizzo della birra, ma anche del vino e del tè. Prima di questo studio si sapeva però molto poco di come tali cibi siano in gradi di influenzare i livelli di IPA. Durante lo studio, i ricercatori hanno marinato della carne di maiale per quattro ore nella birra tipo Pilsner alcolica, in una priva di alcol e in una birra tipo Ale scura. Dopo di che è stata sottoposta alla cottura a griglia alimentata con del carbone. L’effetto più marcato è stato ottenuto con la birra scura, riuscendo a ridurre i livelli del 50% di otto tipi di IPA, rispetto alla carne di maiale non marinata. «Così, l’assunzione di carne marinata alla birra può essere una strategia di mitigazione adeguata», concludono i ricercatori.

 

http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/jf404966w

http://www.sciencedaily.com/releases/2014/03/140326102725.htm

27-12-2014

Un nuovo studio condotto da ricercatori della University of Texas Health Science Center a Houston suggerisce che un estratto di un fungo shiitake ha il potenziale di sradicare l'HPV o papillomavirus umano – la principale causa di cancro cervicale. L’autore principale della ricerca, il Dott. Judith A. Smith, professore associato del Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia e Scienze della Riproduzione dell’Università, ha recentemente presentato i risultati dello studio all’11° Conferenza Internazionale della Society for Integrative Oncology a Houston. L'HPV è la causa principale del cancro cervicale nelle donne, con due tipi di virus – HPV 16 e HPV 18 – che rappresentano circa il 70% di tutti i casi. L’HPV è anche responsabile di circa il 95% dei tumori anali, del 65% dei tumori vaginali, del 60% dei tumori orofaringei, del 50% dei tumori vulvari e del 35% dei tumori del pene. Anche se ci sono due vaccini HPV disponibili per prevenire l’infezione nelle donne, non ci sono ancora trattamenti efficaci per il virus. Il team di ricerca ha valutato gli effetti di AHCC, una sostanza prodotta dal fungo shiitake, originario dell’Asia, contro l’HPV. AHCC è già disponibile come integratore alimentare, acclamato per le sue proprietà immunostimolanti. Studi precedenti, tuttavia, hanno suggerito che il composto può migliorare la crescita e la funzione delle cellule che allontanano le infezioni e impediscono la crescita tumorale. Per raggiungere i loro risultati, Smith e colleghi hanno arruolato 10 donne positive al test per l’infezione da HPV. Una volta al giorno, per un massimo di sei mesi, ogni donna ha assunto una formulazione orale di AHCC. Cinque di queste donne sono risultate negative all’ infezione da HPV dopo 3 mesi di utilizzo del composto AHCC. In tre partecipanti, è stato confermato che l’HPV era stato completamente debellato dopo l’uso AHCC. Le restanti due donne hanno avuto bisogno di assumere AHCC per 6 mesi, prima di vedere dei risultati. La scoperta è “molto incoraggiante”, secondo Smith. “Siamo stati in grado di determinare che almeno 3 mesi di trattamento sono necessari e che alcune donne hanno bisogno di estendere tale trattamento a 6 mesi”, dice la ricercatrice. ”AHCC, composto derivato dal fungo shiitake è un integratore alimentare senza effetti collaterali e possiede benefici immunomodulanti. Pensiamo di usare 6 mesi di trattamento nella fase 2 di studio clinico per confermare la nostra precedente ricerca preclinica”. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), quasi tutti gli uomini e le donne hanno contratto l’HPV a un certo punto della loro vita, ma molti non ne sono a conoscenza.

 

http://www.naturalnews.com/044725_shiitake_mushrooms_cervical_cancer_HPV.html

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2587862/Could-MUSHROOMS-prevent-cervical-cancer-Fungi-extract-kills-virus-causes-disease-slows-tumour-growth.html

http://www.sciencedaily.com/releases/2014/10/141028122424.htm

http://www.medicalnewstoday.com/articles/284534.php

https://www.sciencenews.org/article/mushroom-extract-might-eradicate-hpv-infection

http://time.com/3481656/health-benefits-mushrooms/

27-12-2014

Una recente ricerca ha portato a scoprire delle nuove proprietà di uno dei frutti più apprezzati: la fragola. Anche se attualmente un pò fuori stagione, la fragola sembra essere di aiuto nella protezione del nostro stomaco dai danni derivati dall’assunzione di alcol. Lo studio internazionale condotto da un team di ricercatori italiani, serbi e spagnoli, pubblicato su PLoS ONE, ha monitorato la reazione di topi ai quali era stato somministrato alcol etilico: i topi alimentati con una dieta a base di estratti di fragole (40 milligrammi al giorno per chilo di peso) per 10 giorni prima del consumo di alcol subiscono meno danni alla membrana mucosa dello stomaco, che così è meno vulnerabile ai danni ossidativi provocati dall’alcol. Per i ricercatori, un’integrazione con estratti di fragole potrebbe in futuro diventare una cura per rallentare la formazione di ulcere gastriche. ”Gli effetti positivi delle fragole sono legati non solo alla loro capacità antiossidante e all’elevato contenuto di composti fenolici, gli antociani, ma anche al fatto che attivano le difese antiossidanti”, spiega la dottoressa Sara Tulipani, ricercatore presso l’Università di Barcellona (UB) e coautore dello studio. E proprio dalle fragole potrebbero nascere in futuro dei farmaci che sfruttino i principi attivi di questo frutto contro le infiammazioni dell’apparato gastrico.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=PLoS+ONE++sara+tulipani

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3189224/

Sabato, 27 Dicembre 2014 06:14

ECCO PERCHE' IL CIOCCOLATO FA BENE.

27-12-2014

Non solo noi possiamo godere del gustarci un buon cioccolato fondente, ma c’è anche qualcun altro nel nostro corpo che se lo mangia insieme a noi: sono alcuni batteri intestinali che una volta che hanno per così dire mangiato il cioccolato, lo trasformano in composti antinfiammatori. Questi ultimi, a loro volta, hanno un’azione benefica sulla salute in generale e più in particolare su quella di cuore e arterie. Svelato dunque il mistero del perché il cioccolato fondente farebbe bene. Secondo i ricercatori della Louisiana State University, coordinati dal dottor John Finley, sono i sottoprodotti della digestione che sono scarsamente assorbiti e digeriti a essere poi trasformati in composti dall’azione antiossidante. Per poter affermare questo, i ricercatori hanno testato 3 diverse polveri di cacao, utilizzando come base un modello di tratto digestivo che simulava il processo digestivo in vitro. Dopo di che, hanno prelevato i composti non digeribili e sottoposto questi alla fermentazione anaerobica da parte di batteri intestinali. «Abbiamo scoperto che ci sono due tipi di microbi nell’intestino: quelli buoni e quelli cattivi – ha spiegato nel comunicato LSU, Maria Moore, coautrice dello studio – I batteri buoni, come Bifidobacterium e i fermenti lattici, vanno a nozze con il cioccolato. Quando si mangia cioccolato fondente, questi crescono e fermentano, producendo composti che sono antinfiammatori».
Il dott. Finley, presentando i risultati dello studio al “247th National Meeting of the American Chemical Society” (ACS) di Dallas, ha sottolineato che la polvere di cacao contiene molti composti polifenoli, o antiossidanti, come catechina ed epicatechina, e una piccola quantità di fibra alimentare. Entrambi i componenti sono scarsamente digeriti e assorbiti, ma quando raggiungono il colon, i batteri li fanno propri, la fibra viene fermentata e i grandi polimeri polifenolici metabolizzati in molecole più piccole, che sono più di facile assorbimento. Questi polimeri più piccoli presentano attività antinfiammatoria. I ricercatori hanno anche mostrato come la combinazione della fibra di cacao con prebiotici è in grado di migliorare la salute generale di una persona e contribuire a convertire i polifenoli nello stomaco in composti antinfiammatori. «Quando questi composti vengono assorbiti dal corpo, riducono l’infiammazione del tessuto cardiovascolare, riducendo il rischio a lungo termine di ictus», ha concluso il dott. Finley.

 

http://bionews-tx.com/news/2014/03/19/louisiana-state-scientists-finally-solve-mystery-dark-chocolates-health-benefits/

http://www.acs.org/content/acs/en/pressroom/newsreleases/2014/march/the-precise-reason-for-the-health-benefits-of-dark-chocolate-mystery-solved.html

Giovedì, 25 Dicembre 2014 20:30

L'AVENA E' OTTIMA PER LA SALUTE DEL CUORE.

25-12-2014

Che la fibra d’Avena aiutasse ad abbassare i livelli di colesterolo era già stato ipotizzato in passato da diverse ricerche scientifiche. Nessuna, però, si era concentrata sulla salute del cuore. Ora ben 11 scienziati provenienti da tutto il mondo, hanno presentato le ultime scoperte in fatto di funzionalità biologica di questo interessantissimo alimento. I risultati sono stati presentati a Dallas alla 247esima conferenza annuale dell’American Chemical Society (ACS). La sessione scientifica è stata intitolata “Physicochemical Properties and Biological Functionality of Oats” (Proprietà fisico-chimiche e funzionalità biologiche dell’Avena). Qui sono stati discussi i diversi benefici apportati dall’avena ponendo un importante accento su un composto a base di fenoli, denominato avenanthramide (AVE), che si trova esclusivamente in questo alimento. L’AVE sembra possedere effetti antiossidanti, antinfiammatori e anticancerogeni. Tutto ciò sembra avere un importante ruolo sinergico sulla salute del cuore e delle arterie. E’ bene comunque dire che, in linea generale, mangiare cibi integrali è associato a un ridotto rischio di malattie coronariche e cardiovascolari, grazie alla presenza di fibre, vitamine, minerali e altri composti fitochimici. Una delle più importanti è il beta-glucano, una fibra solubile presente anche nell’avena, che da tempo è riconosciuto per il suo benefico effetto sul colesterolo totale e LDL. «I nostri studi rivelano che il beneficio per la salute del cuore dell’avena alimentare può andare al di là delle fibre, spiega il presidente ufficiale della sessione, dottor Sang Shengmin del Center for Excellence in Post-Harvest Technologies presso la North Carolina Agricultural and Technical State University.  Abbiamo scoperto che i composti bioattivi trovati nell’avena possono fornire benefici cardioprotettivi aggiuntivi».
Una nuova ricerca dimostra che l’AVE può essere in parte responsabile dell’associazione positiva tra l’avena e la salute del cuore. A tal proposito il dottor. Oliver Chen, del Jean Mayer USDA Human Nutrition Research Center on Aging della Tufts University, ha presentato i dati che dimostrano come le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie dell’AVE contribuiscono alla protezione delle arterie da parte dell’avena. A rincarare la dose, ci ha poi pensato il dott. Mohsen Meydani, del Laboratorio di Biologia Vascolare presso la Jean Mayer USDA Human Nutrition Research Center on Aging della Tufts University, il quale, dati anch’egli alla mano, ha dimostrato che l’AVE sopprime la produzione di citochine infiammatorie associate alla formazione delle placche di grassi nelle arterie. Inoltre, sempre l’AVE, pare reprimere il processo associato con lo sviluppo dell’aterosclerosi. Altri scienziati, provenienti non solo dagli Stati Uniti, ma anche dall’Europa, hanno presentato i risultati dei loro studi in cui si mostra l’influenza che l’avena ha sulla risposta glicemica e sulla composizione bioattiva, le misurazioni sulla funzionalità del beta-glucano, il potenziale antiossidante del beta-glucano, i vantaggi del mangiare cereali integrali nei confronti delle malattie croniche, e come l’avena possa migliorare il controllo del metabolismo glucidico e lipidico. A detta delle aziende e degli scienziati coinvolti, questa sessione scientifica di così alto livello ha dimostrato il grande e significativo impatto che un semplice cereale come l’avena ha nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie.

 

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-03/pc-nrt031314.php

Giovedì, 25 Dicembre 2014 20:14

L'EUTIROX CAUSA CANCRO AL POLMONE.

25-12-2014

Un nuovo studio italiano pubblicato sulla rivista Reproductive Biology and Endocrinology dal titolo "levotiroxina e il cancro al polmone nelle donne: l'importanza dello stress ossidativo", ha sollevato una relativa possibilità: la levotiroxina (T4), una delle forme ormonali di sostituzione più comunemente prescritta al mondo, può portare al rischio di cancro al polmone in milioni di uomini e donne in trattamento per ipotiroidismo. Gli autori dello studio hanno sottolineato che il trattamento con levotiroxina (T4) può portare a una iperattività della tiroide (ipertiroidismo) farmaco-indotta (iatrogena) e a stress ossidativo con gravi disagi del paziente. Essi hanno inoltre osservato che lo stress ossidativo è una delle cause principali di malattie croniche e cancro.
Lo studio ha esaminato la prevalenza di tumori alla mammella, del colon, dello stomaco e del polmone in 18 regioni italiane nel corso del 2010, concentrandosi su donne di età compresa tra i 30-84 anni. Essi hanno rilevato che questa fascia di età corrisponde a oltre l'80% dei consumatori di farmaci e di circa il 99% di tutti i tumori maligni. Hanno poi correlato la vendita di farmaci con i cancri, eliminando il contributo di età e fumo per il rischio di cancro ai polmoni. Non hanno trovato alcuna correlazione significativa tra consumo di levotiroxina e cancro della mammella, del colon-retto e gastrico, ma hanno trovato una correlazione significativa per il cancro polmonare.
Nel discutere i loro risultati, gli autori hanno notato che non potevano escludere la possibilità che la condizione di ipotiroidismo possa favorire lo sviluppo del cancro ai polmoni. Tuttavia, essi hanno sottolineato che il discorso opposto è stato recentemente descritto in una ricerca, e che "l'ipotiroidismo riduce l'aggressività di alcuni tumori a causa della presenza dei recettori degli ormoni tiroidei sulle cellule tumorali, e l'ipotiroidismo spontaneo può ritardare l'insorgenza o ridurre l'aggressività dei tumori". Altre ricerche indicano che l'aumento dell'attività della tiroide (ipertiroidismo) contribuisce alla patogenesi del cancro polmonare:

● Recentemente la levotiroxina è stato segnalato come uno dei diversi fattori endogeni capaci di sostenere la proliferazione delle cellule del cancro del polmone.

● L'osservazione che i pazienti con carcinoma a piccole cellule del polmone spesso hanno sintomi di ipertiroidismo (vale a dire la perdita di peso, anoressia) insieme ad un eccesso di produzione di T4 e T3.

Gli autori citano anche una ricerca sperimentale condotta su animali che ha dimostrato che la levotiroxina aumenta lo stress ossidativo e metastasi polmonari spontanei nei topi. I ricercatori hanno approfondito il motivo per cui lo stress ossidativo che si svolge durante il trattamento con T4 è particolarmente legato al solo cancro ai polmoni: "L'ipotesi potrebbe essere che nei polmoni l'aumento del fattore indotto da ipossia (HIF-1) che è determinato dal T4 può rendere i radicali liberi dell'ossigeno molto più disponibili, aumentando localmente lo stress ossidativo insieme ad una pericolosa stimolazione dell'angiogenesi. Gli autori hanno concluso dicendo: "Tuttavia, l'impressione che si ricava dalla nostra esperienza in studi di sorveglianza epidemiologica è che questo farmaco deve essere prescritto con maggior cautela. Considerando che la popolazione in Italia è di circa 60 milioni di persone e le vendite di T4 nel 2010 erano 17 milioni (+ 6% rispetto al 2009), l'ipotiroidismo, che è la ragione principale di questa prescrizione, dovrebbe rappresentare una vera e propria preoccupazione a livello nazionale. Evitando soprattutto che i medici continuino a dire ai pazienti trattati con T4 che qualsiasi effetto collaterale sarà temporaneo limitandosi a ridurre soltanto il dosaggio.

 

http://www.rbej.com/content/11/1/75

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3765368/

http://www.greenmedinfo.com/blog/study-millions-treated-hypothyroidism-risk-lung-cancers

25-12-2014

Farsi fare un trattamento estetico può costare caro, e non solo per il portafogli ma anche per la salute. Questo, l’avviso che arriva dagli scienziati del Dipartimento di Salute Internazionale, Immunologia e Microbiologia dell’Università di Copenaghen, che hanno trovato come molte persone che si sottopongono a un intervento chirurgico estetico o di iniezioni filler per ispessire le labbra o spianare le rughe si portino dietro tutta una serie di effetti indesiderati. Sebbene il livello igienico delle cliniche e centri estetici sia piuttosto alto, i rischi rimangono comunque, sottolinea il dott. Morten Alhede e colleghi. Tra questi, i maggiori sono quelli di ritrovarsi con dei grumi sottocutanei difficili poi da trattare e curare. Vi sono poi casi, anche se più rari, in cui le complicazioni portano a lesioni che non guariscono più.
Una prospettiva per niente rosea, dunque, perché quando si tratta di interventi estetici la persona investe molto anche in emotività e aspettative che, se sono disattese a causa di problemi imprevisti, possono causare seri danni anche a livello psicologico – e non solo a livello fisico. Nel caso degli effetti collaterali da iniezioni filler, come per esempio quelle con acido ialuronico o tossina botulinica, il rischio è una reazione auto-immune o allergica e, secondo i ricercatori, sono proprio queste le maggiori cause degli effetti indesiderati riscontrati tra i pazienti. La maggioranza delle lesioni causate a seguito di trattamenti estetici, così come emerso dallo studio su tessuti umani e modelli animali, sono dovute alla presenza di batteri iniettati insieme alle sostanze utilizzate nel trattamento. Poiché il biofilm che questi agenti patogeni creano una volta entrati nell’organismo è resistente agli antibiotici, c’è il serio rischio che l’infezione diventi cronica e incurabile. Per questo motivo gli scienziati sono preoccupati dalla sempre maggiore diffusione di questo genere di trattamenti estetici, sempre più alla moda.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Pathogens+and+Disease++Morten+Alhede

23-12-2014

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune le cui origini sono sconosciute. E’ caratterizzata da una forma di cronicità a carico di articolazioni, muscoli, tendini. E’ altresì sistemica e invalidante, tanto che chi ne è colpito spesso trova molta difficoltà nei movimenti e nella deambulazione. Si accompagna inoltre a gonfiori e dolori. A esserne più colpite sono le donne, rispetto agli uomini, e l’età media in cui insorge è tra i 40 e i 60 anni. Poiché non esiste una cura definitiva per questa patologia, la prevenzione rimane ancora e sempre la forma di cura migliore. E in questa direzione va un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Annals of the Rheumatic Diseases, in cui si suggerisce che mangiare una porzione di pesce azzurro a settimana (come sgombro, salmone, alici…) può dimezzare il rischio di sviluppare la malattia. A offrire l’effetto protettivo nei confronti dell’artrite reumatoide sarebbe i noti acidi grassi essenziali omega 3, di cui il pesce azzurro è ricco, che offrirebbero un effetto antinfiammatorio significativo.
Oggetto dello studio sono gli effetti di questi acidi grassi su oltre 32mila donne svedesi che sono state seguite per circa dieci anni, e che in questo periodo hanno consumato in media una porzione di pesce vario a settimana. Nelle donne che seguivano questa dieta si è constatata una riduzione del rischio di quasi un terzo, mentre in quelle che mangiavano nello specifico il pesce azzurro la riduzione del rischio si dimezzava – la stessa cosa avveniva se le porzioni di pesce di altro tipo arrivavano a quattro a settimana. Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet, tra cui i dottori Daniela Di Giuseppe, Alice Wallin, Matteo Bottai, Johan Askling e Alicja Wolk, mostra dunque che una dieta prolungata che preveda l’assunzione di alimenti contenenti acidi grassi omega 3 sia di beneficio nella prevenzione di malattie come l’artrite reumatoide. «Questo studio prospettico sulle donne – concludono gli autori – supporta l’ipotesi che l’assunzione di acidi grassi a catena lunga n-3 PUFA può svolgere un ruolo nell’eziologia [la causa] dell’artrite reumatoide».

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Annals+of+the+Rheumatic+Diseases+Daniela+Di+Giuseppe%2C+Alice+Wallin%2C+Matteo+Bottai%2C+Johan+Askling%2C+Alicja+Wolk

23-12-2014

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuove terribili previsioni sulla diffusione del cancro nel mondo, che dimostrano quanto il modello di medicina occidentale sia un fallimento completo. Studi sulla sanità pubblica svolti dalle Nazioni Unite rivelano che, nei prossimi 10 anni, i malati di cancro aumenteranno di oltre il 25%, e l’aumento maggiore è previsto nei paesi in via di sviluppo dove è stata più pesante l’influenza occidentale. Entro il 2025, afferma l'OMS, si prevede che il numero di diagnosi di nuovi casi di cancro aumenterà del 37% l’anno, salendo dai 14,1 milioni di persone, di oggi, fino ad uno scioccante 19,3 milioni di persone. Il numero dei malati di cancro che moriranno per la malattia o per la cura della malattia aumenterà del 39%, e passerà dagli attuali 8,2 milioni di persone l'anno a 11,4 milioni di persone l’anno.
Per gli USA, si prevede che il numero di nuovi casi di cancro aumenterà leggermente meno che nel resto del mondo e i circa 1,6 milioni di persone che si ammalano ogni anno aumenteranno del 31% per arrivare a 2,09 milioni di persone l’anno nel 2025, ma i casi di morte per cancro aumenteranno fino al 38%, più o meno nella stessa percentuale dell'aumento previsto nel resto del mondo. “Nei paesi più sviluppati, il cancro è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, e ci sono evidenze epidemiologiche di questa tendenza emergente anche nel mondo meno sviluppato”.- si legge nella sezione Q & A sul cancro web dell'OMS. “Questo è particolarmente vero nei paesi in “evoluzione” o in paesi a medio reddito, come ad esempio in Sud America o in Asia. Già più della metà di tutti i casi di cancro si verificano nei paesi in via di sviluppo”. Mentre le percentuali di casi di cancro sono certamente in aumento in tutto il mondo, si nota che alcune delle zone più colpite si trovano in Cina e in India, paesi che si stanno sviluppando secondo gli standard occidentali. In India, per esempio, le società di biotecnologia europee e americane che hanno giocato un ruolo importante nella transizione dalle colture tradizionali verso gli organismi geneticamente modificati (OGM), sono fortemente collegabili alle malattie per cancro.
Lo stesso vale in Cina, dove molte città moderne sono state costruite sul modello americano e hanno preso stile di vita e abitudini alimentari simili a quelle americane. I modi di vita tradizionali dei nativi e la loro eredità agricola stanno rapidamente scomparendo dando posto al consumismo e al materialismo e tutto ciò significa – tanta “immondezza” alimentare, una minima attività fisica, e, naturalmente, farmaci occidentali e chirurgia a volontà. “È una strategia”, si legge su McClatchy. “I cibi OGM provocano il cancro (e sia gli anti-populisti più eminenti che gli eugenetisti lo sanno bene, perché sono loro che hanno creato quella roba). Stessa cosa con i vaccini che causano il cancro. Stessa cosa anche con aria inquinata. Stessa cosa con il fluoro messo nell'acqua (è dimostrato che il fluoruro fa aumentare il rischio di cancro alle ossa). Il BPA (contenuto nella plastica) è ampiamente utilizzato sia nell’ambiente che nell’abbigliamento e contiene elementi assimilabili agli estrogeni che provocano cancro al seno alle donne a possono causare impotenza ed effeminatezza agli uomini”.
Non sorprende che la OMS abbia taciuto finora su tutti questi fattori associati al cancro, già ben noti. E parlando a nome della Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, un’altra Organizzazione Sanitaria Internazionale, il responsabile dell’informazioni sul cancro, il Dr. David Forman ha detto ai media che il tabacco e l'alcool - e praticamente nient’altro - sono le due cause principali del cancro. Affermazione incompetente e totalmente assurda che puzza di informazione da passare alla stampa. “La cultura occidentale e tutte le malattie che provoca, si sta diffondendo in tutto il mondo”. ha riassunto intelligentemente un altro commentatore su McClatchy.

 

http://www.naturalnews.com/043331_World_Health_Organization_cancer_risk_Western_medicine.html

http://www.mcclatchydc.com/2013/12/12/211507_world-health-organization-sees.html?rh=1

http://www.who.int/features/qa/15/en/

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