Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Venerdì, 12 Aprile 2019 08:37

PIU' CARIE DENTALI SE SI CONSUMA LATTE.

13-04-2019

Il dottor Sim Wallace, un esperto dentista, afferma che nei paesi in cui si consuma latte e zucchero si ha un forte tasso di carie dentale nelle classi che consumano più di questo cibo, nonostante il loro contenuto di vitamine. Sembrerebbe che ormai i dietologi debbano riconoscere che l’igiene della bocca non è assicurata dal latte. Questo, insieme a molti altri cibi che ricadono nella stessa categoria, sono esempi delle cose che non dovrebbero essere raccomandate a nessuno che desidera denti sani e una buona igiene orale.
Studi antropologici sulle popolazioni primitive e altre civiltà provano chiaramente che il latte dopo lo svezzamento non è necessario né desiderabile. La maggior parte di queste popolazioni come i polinesiani, gli indios maya e gli esquimesi, che non hanno mai bevuto latte, sono in salute con la loro dieta nativa e la carie dentale tra loro è una rarità. Certamente, questo indica che il latte non può bloccare (e di fatto non blocca) la carie dentale. Il dottor Brunn, un dentista che ha speso anni in ricerca esaminando le condizioni della bocca dei bambini in Danimarca, Inghilterra, Svezia, Svizzera e Sud America ha trovato che nelle bocche dei bambini che bevono latte, il residuo lasciato dal latte forma un caglio intorno ai denti e alle gengive, che è probabilmente una delle cause della carie dentale.

13-04-2019

L’aceto di mele è un ottimo coadiuvante medicamentoso e può essere molto utile anche per uso cosmetico. Grazie alle sue caratteristiche, infatti, l’aceto di mele si presta ad essere un prezioso alleato per ogni donna. Ricco di oligoelementi e sali minerali come potassio, calcio, fosforo, zolfo, fluoro, silicio, ferro, rame e magnesio, contiene anche una significativa presenza di zuccheri, tannini, acidi, vitamine e pectina (utile per la circolazione). L’aceto di mele ha proprietà rimineralizzanti, tonificanti, astringenti, antiossidanti e riequilibranti dell’acidità naturale della pelle e dei capelli. Esistono tantissime ricette con l’aceto di mele, naturali e facili da preparare, per potere rendere la propria bellezza ancora più scintillante.

PELLE VELLUTATA CON L’ACETO DI MELE

Se la pelle del nostro corpo è spenta l’aceto di mele è il rimedio adeguato. Una pelle a reazione acida, infatti, è vellutata e fresca. Per dare vitalità all’epidermide si possono fare delle spugnature. Riempite un recipiente di acqua tiepida ed aggiungetevi l’aceto di mele nella proporzione di un cucchiaio di aceto ogni litro di acqua. Poi, passate la spugna su tutto il corpo finché la pelle non è asciutta ed il composto è stato completamente assorbito. Non asciugate con l’asciugamano. Si può preparare anche un bagno all’aceto di mele, versandone un bicchiere nella vasca da bagno. È consigliabile farlo la sera perché l’aroma dell’aceto rimane sulla pelle. Al massimo la mattina successiva si può fare una doccia senza sapone, in modo da eliminare l’odore. Rimanendo mezz’ora nella vasca si permette all’aceto di mele di penetrare nell’epidermide e quindi di renderla fresca e vellutata. Questo bagno è adatto anche dopo un’eccessiva esposizione ai raggi solari. Allevia rossore e prurito. Un altro bagno può essere preparato con due bicchieri di aceto di mele ed un chilo di sale marino integrale, da aggiungere all’acqua nella vasca da bagno. Questi bagno rende la pelle idratata e fresca.

PELLE DEL VISO FRESCA ED ELASTICA

Con l’aceto di mele si può anche preparare uno scrub. Mescolate un cucchiaino di farina d’avena, uno di mandorle pestate, due cucchiai di aceto di mele, un pizzico di sale fino ed una goccia di essenza di limone. Massaggiate delicatamente il composto sul viso dopo averlo inumidito con dell’acqua tiepida. Sciacquatelo poi sempre con acqua tiepida. Preparare un peeling dolce mischiando acqua tiepida, un cucchiaino di aceto di mele e dell’argilla bianca. Il composto deve rimanere abbastanza liquido. Applicare sul viso con strisce di carta cucina e tenere in posa per 20 minuti. Risciacquare il tutto. Ricetta adatta a chi ha macchie brune, punti neri ed acne. L’aceto di mele aiuta a rendere la pelle elastica grazie alle sue proprietà astringenti. Mischiato ad acqua può essere utilizzato per la pulizia del viso.

CAPELLI LUCIDI E SANI CON L’ACETO DI MELE

L’aceto di mele applicato dopo il lavaggio dei capelli aiuta a ristabilirne il tasso di acidità. È infatti un ottimo aiuto per combattere la forfora, la dermatite seborroica ed il prurito. Il prurito al cuoio capelluto può essere attenuato anche immergendo il pettine in una soluzione di acqua ed aceto di mele (un cucchiaio di aceto per un decilitro di acqua) prima di pettinarsi. Due o tre cucchiai di aceto di mele nell’ultimo risciacquo fanno diventare i capelli lucidi e li rendono estremamente facili da pettinare. Utile anche per combattere le doppie punte e i capelli che si spezzano. L’aceto di mele è utile anche contro i pidocchi. Lavate i capelli come d’abitudine con uno shampoo adatto e poi immergeteli in un catino dove avrete messo acqua calda e aceto. Alla fine sciacquate con acqua corrente.

13-04-2019

Il cervello umano continua a rigenerarsi e a produrre neuroni almeno fino ai 90 anni, in particolare nel centro della memoria, l’ippocampo. Così è stato dimostrato nelle analisi condotte su campioni prelevati da 58 persone decedute che hanno evidenziato la presenza di migliaia di nuove cellule nervose in via di maturazione. Questa capacità rigenerativa si mantiene fino a tarda età nelle persone sane, mentre appare ridotta nei malati di Alzheimer: proprio il suo blocco potrebbe essere alla base della perdita di memoria. A indicarlo è uno studio pubblicato su Nature Medicine dai ricercatori del Centro di biologia molecolare «Severo Ochoa» di Madrid. Questi risultati riaccendono un lungo dibattito iniziato nel 1998, quando i ricercatori californiani del Salk Institute annunciarono per la prima volta che la formazione di nuovi neuroni nel cervello adulto, fino ad allora osservata su roditori e primati, era presente anche nell’uomo. Da allora si sono susseguiti molti studi contrastanti, fino a una ricerca pubblicata su Nature nel marzo 2018 dove il gruppo coordinato da Alvarez-Buylla dell’Università della California sembrava smentire la possibilità di rigenerazione negli adulti. Ma appena un mese dopo, sulla rivista Cell Stem Cell è comparso uno studio opposto, che confermava l’ipotesi che il cervello non invecchia e continua a creare neuroni (anche se neuroplasticità e vascolarizzazione risultavano minori durante la terza età). Si era stimato che i neuroni sostituiti ogni giorno fossero circa 700 indipendentemente dall’età. Insomma, l’argomento in letteratura scientifica è ancora largamente dibattuto. «C’è una vera battaglia in atto - spiega Marco Canossa dell’Istituto europeo per le ricerche sul cervello (Ebri) - ma il fatto che questo nuovo studio dimostri la presenza di neurogenesi adulta negli umani è una buona notizia, soprattutto per le implicazioni che potrà avere sullo studio delle malattie neurodegenerative».
Maria Llorens-Martin dell’Università Autonoma di Madrid che ha condotto il lavoro ha spiegato all’Ansa: «Nel cosiddetto “giro dentato” (una piccola porzione dell’ippocampo (dove già la neurogenesi era stata documentata in passato nei roditori) abbiamo identificato un’abbondante popolazione di neuroni immaturi (quindi di nuova formazione) che esibivano un grado variabile di maturazione. Inoltre abbiamo dimostrato che la neurogenesi è drammaticamente ridotta nel cervello dei pazienti con Alzheimer». «Qualora divenissimo capaci di rilevare la neurogenesi con metodi non invasivi - annuncia la ricercatrice - potremmo sfruttare tale processo come un importante biomarcatore per seguire la progressione della malattia di Alzheimer nei pazienti. Inoltre se i nuovi neuroni prodotti con la neurogenesi risultassero implicati nella memoria, sviluppare dei metodi per stimolare la neurogenesi (per ora testata solo nei roditori) potrebbe avere importanti implicazioni terapeutiche».
Ma quali sono le condizioni perché il processo di rigenerazione avanzi correttamente? Uno stile di vita sano, un ambiente stimolante, interazioni sociali ed esercizio che mantengano la mente “in forma” attraverso l’apprendimento continuo. Sappiamo infatti che la neurogenesi è favorita da questi fattori importanti: cambiamenti che tutte le persone possono introdurre per mantenersi in buona salute (fisica e mentale) nella vecchiaia.

 

https://www.nature.com/articles/s41591-019-0375-9

https://www.cell.com/cell-stem-cell/fulltext/S1934-5909(18)30121-8

12-04-2019

Il corpo produce varie specie di sostanze che aiutano le funzioni antiossidanti, soprattutto nei mitocondri e nelle cellule.

GLUTATIONE (GSH)

Il glutatione è presente in concentrazioni elevate nella maggior parte delle cellule, dove viene utilizzato dall'enzima antiossidante glutatione perossidasi. Insieme alla vitamina C, serve a rigenerare la vitamina E. Inoltre il glutatione neutralizza direttamente numerosi radicali liberi (ossigeno singoletto, radicale idrossilico e radicale superossido). Questa neutralizzazione dà luogo all'ossidazione del glutatione (GSSG), che viene poi riconvertito nella sua forma normale dagli enzimi reduttasi. In un soggetto sano il rapporto tra glutatione normale e ossidato (GSH/GSSG) è maggiore di 100 a 1, mentre quando un soggetto è esposto ad alte concentrazioni di radicali liberi (stress ossidativo), questo rapporto diminuisce. I malati di AIDS e di cancro hanno livelli notevolmente ridotti di glutatione nelle cellule, apparentemente a causa dell'infiammazione cronica di cui soffrono.

COENZIMA Q-10 (UBICHINONE)

Gli ubichinoni sono antiossidanti liposolubili. La forma più comune nell'uomo è l'ubichinone-10 o coenzima Q-10 (CoQ10). Il CoQ10 protegge dall'ossidazione i lipidi e soprattutto le delicatissime membrane che si trovano all'interno della cellula. È particolarmente efficace nel proteggere le cellule cardiache dalle sostanze chimiche tossiche. Inoltre il CoQ10 rigenera la vitamina E. La sintesi del CoQ10 richiede la presenza delle vitamine B2, B6, B12 e di acido folico ed è limitata nelle persone con carenze di questi nutrienti, come per esempio gli anziani: a 80 anni la quantità di CoQ10 è del 65% inferiore rispetto a 20 anni. Dal momento che il CoQ10 è di difficile assorbimento, non sempre è possibile aumentarne i livelli plasmatici con l'alimentazione (fegato, cuore e germe di grano ne sono particolarmente ricchi) ma occorre spesse volte l'assunzione attraverso integratori.

MELATONINA

La melatonina è nota soprattutto per la sua funzione di regolazione del ritmo circadiano e perchè aiuta a prendere sonno, ma è altrettanto importante dal punto di vista della neutralizzazione dei radicali liberi. Il sistema nervoso centrale consuma il 20% dell'ossigeno che assorbiamo ogni giorno e genera una grande quantità di radicali liberi. Normalmente presente in alte concentrazioni nel sistema nervoso centrale, la melatonina ha un ruolo cruciale nella prevenzione del danno ossidativo ai nervi e al cervello. Animali ed esseri umani, invecchiando, sviluppano carenze di melatonina e diventano più sensibili allo stress ossidativo. L'integrazione di melatonina e i trattamenti volti a conservare il ritmo endogeno di formazione della melatonina rallentano l'invecchiamento e ritardano l'insorgenza del cancro e delle patologie legate all'età.

12-04-2019

La supplementazione con vitamina D e calcio può essere un modo semplice e poco costoso per ridurre, significativamente, molti sintomi della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). PCOS è caratterizzata dalla formazione di numerose piccole cisti sui bordi delle ovaie. È uno dei disturbi ormonali più comuni nelle donne. Complicazioni comuni dell’ovaio policistico includono infertilità, obesità, resistenza all’insulina e diabete, malattie cardiache e potenzialmente anche il cancro. Poiché la vitamina D ha dimostrato di giocare un ruolo importante nello sviluppo e maturazione di ovociti dai follicoli ovarici, molti ricercatori hanno suggerito che la vitamina D potrebbe svolgere un ruolo importante nel trattamento della condizione. Uno studio preliminare, pubblicato sulla rivista Steroids nel 1999, ha esaminato gli effetti della supplementazione di vitamina D e di calcio in 13 pazienti con deficit della vitamina D e ovaio policistico. Dopo appena due mesi di supplementazione, i cicli mestruali si sono regolarizzati in sette delle nove donne che avevano sofferto di periodi irregolari e due delle donne hanno avuto una gravidanza. Sulla base di questo studio, i ricercatori hanno suggerito che la carenza di calcio può effettivamente essere una causa di alcuni dei sintomi delle ovaio policistico.
Un altro studio sul rapporto tra calcio e vitamina D ed i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico è stato condotto da ricercatori della Shahid Sadoughi dell’Università di Scienze mediche e servizi sanitari in Iran e pubblicati sulla rivista Terapie complementari nella pratica clinica nel maggio 2012. Lo studio è stato condotto su 100 donne che erano state diagnosticate con ovaio policistico e infertilità. Le partecipanti sono state trattate con farmaco antidiabete, metformina (1500 mg/die) – un trattamento comune della PCOS – o con una combinazione di metformina più calcio e vitamina D. All’inizio dello studio, l’83% di tutte le partecipanti sono risultate carenti di vitamina D. Trentacinque donne sono state classificate come gravemente carenti. Dopo sei mesi, i livelli di vitamina D erano saliti nel 74% dei partecipanti al gruppo di supplementazione. Le partecipanti al gruppo che ha ricevuto la vitamina D e calcio, hanno anche mostrato un significativo miglioramento nella maturazione follicolare, la fertilità e la regolarità mestruale e una diminuzione dell'indice di massa corporea (una misura dell’obesità). La ricerca suggerisce che la vitamina D e il calcio possono anche avere altri ruoli importanti nella regolazione del sistema riproduttivo femminile. 
Secondo uno studio condotto da ricercatori della Harvard School of Public Health e pubblicato sulla rivista International Journal of Cancer nel giugno 2012, le donne con una maggiore assunzione di calcio hanno un rischio significativamente più basso di cancro ovarico, mentre le donne con una maggiore assunzione di vitamina D hanno un rischio significativamente più basso di cancro endometriale. E uno studio condotto da ricercatori dell’Ospedale Clinico San Carlos-IdISSC in Spagna, pubblicato sulla rivista Endocrine Practice nel maggio 2012, ha scoperto che le donne in gravidanza con livelli più alti di vitamina D avevano un minor numero di cesarei, un minor numero di nascite premature ed avevano significativamente meno probabilità di sviluppare il diabete gestazionale. Gli esperti spiegano inoltre, che molte persone possono ottenere tutta la vitamina D di cui hanno bisogno solo a diretto contatto con la luce del sole sulla propria pelle (senza protezione solare).

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10433180

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22500844

Giovedì, 11 Aprile 2019 09:11

I MIGLIORI ALIMENTI PER LA SALUTE.

12-04-2019

Secondo diverse fonti e indagini in America e in Europa, i seguenti dieci alimenti sono considerati in assoluto, i più sani per la salute:

1. MELE

Le mele sono un’ottima fonte di antiossidanti che combattono i radicali liberi, sostanze nocive generate nel corpo che causano cambiamenti indesiderati e sono coinvolti nel processo di invecchiamento e di alcune malattie. Alcuni studi sugli animali hanno rilevato che gli antiossidanti trovate nelle mele, i polifenoli, potrebbero prolungare la durata della vita. Prove su moscerini della frutta hanno scoperto che i polifenoli hanno favorito la loro capacità di camminare, arrampicarsi e muoversi. Un altro studio ha trovato che le donne che mangiavano regolarmente mele, avevano dal 13% al 22% più basso rischio di sviluppare la malattia di cuore.

2. MANDORLE

Le mandorle sono ricche di sostanze nutritive, tra cui magnesio, vitamina E, ferro, calcio, fibre e riboflavina. Una revisione scientifica pubblicata sulla rivista Nutrition Reviews lo scorso anno, ha rilevato che le mandorle possono contribuire a mantenere sani livelli di colesterolo. Le mandorle hanno più fibre rispetto a qualsiasi altro frutto con guscio. Il profilo degli acidi grassi delle mandorle, che si compone del 91-94% di acidi grassi insaturi, può in parte spiegare perché aiuta a mantenere i livelli di colesterolo sani. Un recente articolo sui benefici per la salute delle mandorle dice: ”la ricerca suggerisce che le mandorle contengono nutrienti che forniscono effetti cardioprotettivi”.

3. BROCCOLI

I broccoli sono ricchi di fibre, calcio, potassio, acido folico e fitonutrienti che sono composti che riducono il rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. I broccoli contengono anche la vitamina C, così come il beta-carotene, un antiossidante. Importante è la cottura: ebollizione prolungata può distruggere gran parte dei suoi vitali nutrienti tra cui la mirosinasi, un enzima coinvolto nell’idrolisi dei glucosinolati. I broccoli proteggono anche dal cancro. I ricercatori della University of Illinois hanno scritto nella rivista Nutrition and Cancer: la mirosinasi converte alcuni dei prodotti chimici a base di zolfo presenti nei broccoli (chiamati glucosinolati) in isotiocianati (altri prodotti chimici contenenti zolfo), che sono noti per avere proprietà antitumorali. Consumare spesso i broccoli può raddoppiare le sue proprietà di protezione dal cancro. Altro ingrediente, il sulforafano, presente nei broccoli, è anche noto per le sue proprietà anticancro e qualità antinfiammatorie. Tuttavia, la cottura eccessiva può distruggere la maggior parte dei suoi benefici.

4. MIRTILLI

I mirtilli sono ricchi di fibre, antiossidanti e fitonutrienti, sostanze chimiche naturali presenti nelle piante che possono aiutare a prevenire le malattie e mantenere le funzioni corrette del corpo. Secondo uno studio condotto presso la Harvard Medical School, persone anziane che mangiano molti mirtilli (e fragole) hanno meno probabilità di soffrire di declino cognitivo, rispetto ad altre persone della loro età che non ne mangiano. Un altro studio condotto da scienziati dell’Università del Texas Woman, ha dimostrato che i mirtilli aiutano a frenare l’obesità. I polifenoli che sono abbondanti nei mirtilli, hanno dimostrato di ridurre lo sviluppo delle cellule adipose (adipogenesi), mentre inducono la ripartizione dei lipidi e grassi (lipolisi). Un normale consumo di mirtilli può ridurre il rischio di soffrire di ipertensione del 10%, grazie ai suoi composti bioattivi, gli antociani, secondo gli scienziati della East Anglia University e della Harvard University, che hanno riportato la loro ricerca sulla rivista Journal of Nutrition. Il consumo di mirtilli è stato anche associato ad un minor rischio di indurimento delle arterie, e/o malattie intestinali.

5. PESCE AZZURRO

Esempi di pesce azzurro sono la trota, sgombro, aringhe, sardine e acciughe. I loro filetti magri contengono fino al 30% di grassi, specificatamente acidi grassi omega-3. Questi grassi sono noti per fornire benefici per il cuore, così come per il sistema nervoso. Il pesce azzurro è anche noto per fornire benefici ai pazienti con condizioni infiammatorie, come l’artrite. Questo pesce contiene anche vitamine A e D. Gli scienziati della UCLA, hanno scoperto che la progressione del cancro alla prostata è significativamente rallentata quando i pazienti hanno consumato un basso contenuto di grassi nella dieta e assunto supplementi di olio di pesce. I seguenti benefici connessi con oli di pesce o integratori di olio di pesce, sono stati riportati online in Medical News Today:

- ostacola il desiderio di alcol;

- può prevenire la perdita muscolare nei superstiti del cancro al seno;

- aumenta le risposte alla terapia contro il cancro con Tamoxifene;

- aiuta i pazienti trattati con Chemio ad aumentare di peso.

6. VERDURE A FOGLIA VERDE

Diversi studi hanno dimostrato che un elevato apporto di verdure a foglia verde scuro, come spinaci o cavolo, può ridurre in modo significativo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Gli spinaci, per esempio, sono molto ricchi di antiossidanti, specialmente se consumati crudi, al vapore o leggermente bolliti. Sono una buona fonte di vitamine A, B6, C, E e K, così come selenio, niacina, zinco, fosforo, rame, acido folico, potassio, calcio, manganese, betaina e ferro. La cottura prolungata degli spinaci può tuttavia, ridurre significativamente i livelli dei suoi nutrienti.

7. PATATE DOLCI

Le patate dolci sono ricche di fibra alimentare, betacarotene, carboidrati complessi, vitamina C e vitamina B6. Il Centro per la scienza negli Stati Uniti, ha confrontato il valore nutrizionale delle patate dolci con altri ortaggi. La patata dolce è in assoluto il numero uno per il contenuto di vitamine A e C, ferro, calcio, proteine e carboidrati complessi. Le radici delle patate sono ricche di fibre e di alcuni importanti nutrienti.

8. AVOCADO

Molte persone evitano di mangiare l’avocado a causa del suo alto contenuto di grassi, ma questo è solo un mito. Circa il 75% delle calorie presenti nell’avocado provengono da grassi soprattutto monoinsaturi. L’avocado ha il 35% in più di potassio delle banane. È anche molto ricco di vitamine del gruppo B, così come di vitamina K e vitamina E. L’avocado ha anche un alto contenuto di fibre solubili del 25% e del 75% di fibre insolubili. Gli studi hanno dimostrato che il consumo regolare di avocado abbassa i livelli di colesterolo nel sangue. Inoltre, sono attualmente in corso diversi studi di laboratorio per verificare se l’estratto di avocado potrebbe essere utile nel trattamento del diabete o ipertensione. I ricercatori della Ohio State University hanno scoperto che le sostanze nutritive assunte dall’avocado sono state in grado di bloccare le cellule del cancro orale e persino distruggere alcune cellule pre-cancerose.

9. FARINA D’AVENA

Nel Regno Unito e nella Repubblica d’Irlanda, i fiocchi d’avena sono consumati regolarmente nella prima colazione. L’interesse per la farina d’avena è aumentato considerevolmente negli ultimi 20 anni grazie ai suoi benefici per la salute. Diversi studi hanno dimostrato che se si mangia una ciotola di farina d’avena tutti i giorni, i livelli di colesterolo nel sangue, soprattutto se sono troppo alti, si abbassano grazie al contenuto di fibre solubili del cereale. Nel 1997, la FDA (Food and Drug Administration) ha convenuto che gli alimenti con fiocchi d’avena o crusca di avena, potevano includere sulle loro etichette i benefici cardiovascolari. L’avena è ricca di carboidrati complessi, così come di fibra solubile in acqua e tende a stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue. La farina d’avena è molto ricca di vitamine del gruppo B, acidi grassi omega-3, acido folico e potassio.

 

11-04-2019

Lo scorbuto (carenza di vitamina C), una malattia che prima decimava i marinai, sta tornando a diffondersi nei paesi ricchi a causa della scarsa presenza di frutta e verdura nell'alimentazione. A confermarlo è stato un nuovo studio condotto da un team di ricerca dell'università di Sydney, guidato dal prof. Jenny Gunton. La ricerca ha preso in esame 11 casi di scorbuto apparso in pazienti diabetici la cui dieta era molto povera di frutta e verdura. L'essere umano condivide con alcuni mammiferi il triste privilegio di non essere in grado di produrre e conservare la vitamina C o acido ascorbico. Colpa di una mutazione genetica avvenuta 40 milioni di anni fa. Questa malattia si presenta con gonfiore e sanguinamento delle gengive, sensibilità delle articolazioni e dei muscoli, pelle ruvida, secca e incolore, scarsa capacità di rimarginazione delle ferite. Ciò avviene perchè la vitamina C viene a mancare e con essa la capacità di formazione del collagene, di garantire l'integrità del tessuto connettivo, del tessuto osseo e di guarigione delle ferite. Si legge nel documento pubblicato su Diabetic Medicine: “Purtroppo è possibile che le persone che non mangiano frutta e verdura fresca sviluppino la carenza di vitamina C, anche in presenza di sovrappeso o obesità, ”spiegano i ricercatori australiani.
Un altro studio francese, condotto dal centro ospedaliero universitario di Limoges, ha confermato che bastano appena 3 mesi di carenza di vitamina C per sviluppare la malattia. Allo stesso tempo basta intervenire per tempo introducendo questa preziosa sostanza per riscontrare notevoli miglioramenti in pochi giorni. Nello studio francese, diretto da Simon Parreau, su 63 pazienti con carenza di vitamina C ben 10 erano affetti da scorbuto. E di certo non erano marinai. “Inizialmente ci è stato chiesto di esprimerci in merito al caso di una giovane donna che non aveva il profilo di un paziente affetto da scorbuto. Aveva un sanguinamento inspiegabile ed ecchimosi. Alla base vi era in realtà una dieta totalmente squilibrata, basata principalmente sui fast food”, ha detto il dott. Parreau. Junk food nemici giurati non solo della linea ma anche della nostra salute.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/dme.13287/epdf

http://sante.lefigaro.fr/article/le-scorbut-maladie-des-marins-desormais-au-coeur-des-villes

Mercoledì, 10 Aprile 2019 12:55

SI EREDITA IL RISCHIO, NON L'ESITO.

11-04-2019

La maggior parte delle persone ritiene che patologie come diabete, malattie cardiache, ipertensione, ictus, artrite e cancro siano da attribuire a fattori genetici ereditari. Il Progetto Genoma Umano fornisce le prove che la questione è più complessa; i geni vi sono implicati soltanto in parte. In altre parole, non conta tanto l'eredità genetica, quanto piuttosto il fenotipo, il risultato cioè dell'espressione dei vostri geni. In termini di salute o malattia come individuo adulto, il vostro fenotipo è determinato dal modo in cui avrete trattato i vostri geni nel corso della vita: ciò che avete mangiato, bevuto o respirato; ciò di cui vi siete circondati nel vostro ambiente, gli eventi e le situazioni stressanti che avete vissuto, le attività svolte, i traumi riportati, le infezioni o le infiammazioni di cui avete sofferto: sono tutti fattori che modificano la vostra espressione genica, e contribuiscono in misura considerevole a determinare lo stato di salute o di malattia.
Con il termine espressione mi riferisco al modo in cui i messaggi racchiusi nel vostro patrimonio genetico vengono tradotti, influenzando in definitiva le funzioni del vostro organismo. Ciò dipende da due fattori: il primo è rappresentato dal modo in cui i messaggi racchiusi nei vostri geni vengono espressi; il secondo riguarda le conseguenze, a livello cellulare, della traduzione dei messaggi stessi sull'organismo (gli studiosi di biologia cellulare li definiscono effetti post-traduzione dell'espressione genica). È stato scoperto che molti degli effetti esercitati sia dalla trascrizione che dalla post-traduzione sull'espressione genica, possono essere modificati dall'alimentazione e dalle scelte di vita. In altre parole, nessuno di noi è un condannato!

11-04-2'019

Sono praticamente sinonimi e si riferiscono allo stato della pelle caratterizzato da irritazione e infiammazione, accompagnato da arrossamento, prurito, formazione di piccole bollicine e desquamazione. I fattori che più influiscono sull'insorgere della dermatite sono:

- Allergie alimentari, specialmente verso i latticini e il grano. Il loro consumo provoca o peggiora la dermatite.

- Contatto con sostanze allergeniche.

- Deficienze di alcune delle seguenti sostanze nutritive: niacina, vitamina B6, vitamina A, acidi grassi essenziali o polinsaturi, minerali e oligoelementi.

La dermatite atopica, o eczema atopico è un tipo di dermatite che si manifesta nei lattanti e nei bambini con predisposizione familiare all'allergia. Normalmente è accompagnata da asma o altre manifestazioni allergiche. La cura dietetica è la più efficace e consiste fondamentalmente nell'eliminare il latte di mucca e altri alimenti allergenici. Negli adulti, i migliori risultati si ottengono attraverso una dieta antiallergica a base di verdure crude. 
L'orticaria è un tipo di dermatite in cui predomina il prurito e l'arrossamento della pelle. E' causata da una liberazione di istamina, sostanza prodotta da determinate reazioni allergiche.

ALIMENTI DA PREFERIRE

- NIACINA: la carenza grave di niacina causa dermatite e pellagra. Deficienze leggere causano invece pelle secca e screpolata, che favorisce la formazione di eczemi e altri tipi di dermatite. I fagioli e le arachidi sono buone fonti di questo fattore vitaminico, consigliati, se ovviamente non esiste una personale allergia, in caso di dermatite.

- BEVANDA DI AVENA: è sufficiente sostituire il latte di mucca con quello d'avena per ottenere un rapido miglioramento in molti casi di dermatite.

- ORTAGGI: si consiglia soprattutto di berne il succo. Gli ortaggi facilitano l'eliminazione dei rifiuti tossici del sangue, contribuendo a migliorare la dermatite, in moti casi provocata o aggravata da intossicazione interna. Tra i più efficaci abbiamo il cetriolo, il crescione, il ravanello e gli asparagi.

- CARCIOFI: stimolano la funzione disintossicante e depuratrice del fegato e dei reni, contribuendo a guarire molti casi di dermatite provocati o aggravati dall'accumulo di tossine nel sangue.

- SEMI DI GIRASOLE: forniscono acidi grassi essenziali, come quello linoleico e vitamina E, indispensabili per l'elasticità e la salute della pelle. Si devono prendere senza sale.

- OLI: l'olio di pesce contiene acidi grassi omega-3, che migliorano la dermatite atopica. Si ottengono buoni risultati anche con l'olio di enotera (raponzio).

- MELASSA: è una buona fonte di minerali e di oligoelementi necessari per la salute della pelle, inoltre non è allergenica.

- SIERO ACIDIFICATO: presso l'Università di Tampere (Finlandia), è stato dimostrato che una formula lattea a base di siero di latte idrolizzato e acidificato con lattobacilli protegge la mucosa intestinale e ne riduce la permeabilità nei confronti di varie sostanze allergeniche. Con questo alimento probiotico, i lattanti che soffrono di dermatite atopica migliorano sensibilmente.

- VITAMINA B6: la sua carenza provoca eczemi e altri tipi di dermatite. Il sesamo, la melassa, i cereali integrali e la banana sono ottime fonti di questa vitamina e contribuiscono a curare la dermatite.

- VITAMINA A: è necessaria affinchè le cellule della pelle si mantengano ben unite e in salute. Le migliori fonti vegetali di questa vitamina sono le carote, le verdure e la frutta di colore giallo.

ALIMENTI DA ELIMINARE

- LATTE: il latte di mucca è una delle principali cause di dermatite atopica nei lattanti e nei bambini con predisposizione familiare. In alcuni soggetti, il semplice contatto del latte con la pelle intorno alle labbra provoca arrossamento e prurito. Sia nei bambini, che nei giovani e negli adulti, è sufficiente eliminare il latte di mucca dalla dieta per migliorare molti casi di dermatite.

- SALE: un consumo eccessivo (più di 6 g al giorno) favorisce la dermatite, perchè provoca la ritenzione di liquidi nei tessuti sottocutanei.

10-04-2019

Una ricerca condotta presso l’Università di Stoccolma in Svezia dimostrerebbe che mangiare regolarmente il pesce, soprattutto quello ricco di Omega-3 come il salmone, diminuisce il rischio che i bambini sviluppino allergie. L’indagine ha coinvolto 4.100 bambini che sono stati seguiti per 8 anni. All’età di un anno, il 90% dei bambini mangiava pesce regolarmente e il 96% ha continuato ad assumere questo alimento regolarmente fino al compimento dell’ottavo anno di vita. I ricercatori hanno concluso che chi mangiava maggiori quantità di pesce era protetto dal rischio di allergie: in particolare, mangiare pesce più di una volta alla settimana riduce il rischio di sviluppare la febbre da fieno e altre forme allergiche.
L’effetto protettivo è probabilmente attribuibile agli acidi grassi Omega-3, che favoriscono un corretto sviluppo del sistema immunitario. Precedenti ricerche avevano già evidenziato come il consumo regolare di pesce (ma non di crostacei e molluschi) da parte della gestante durante la gravidanza riducesse il rischio dello sviluppo di malattie allergiche nella prole. Questo studio è molto innovativo perché ha valutato l’impatto di un regolare consumo di pesce, a partire dalla prima infanzia, sul rischio di sviluppo di allergie nel bambino (come la rinite, l’eczema e l’asma) negli anni successivi. Nessuna associazione protettiva è invece emersa se il consumo di pesce da parte dei bambini iniziava a 8 anni. 
Tra la vasta gamma di prodotti ittici che il mare ci offre, il salmone è sicuramente tra quelli che i bambini mangiano più volentieri. Il suo colore roseo, l’assenza di spine, un gusto unico e aromatico lo rendono il pesce ideale da proporre ai piccoli. Lo dimostrano anche i risultati dell’indagine di Europanel, che posizionano le famiglie con bambini tra i maggiori consumatori di salmone.

 

https://www.thelocal.se/20071125/9204

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