Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

30-04-2019

Ecco 6 alimenti che sarebbe meglio evitare per il tuo benessere. Non è assolutamente un elenco esaustivo ma, se tutta l’umanità, da oggi, seguisse queste semplici indicazioni, ci sarebbero risvolti assai interessanti a livello sia di impatto ambientale che di salute. Chissà, magari un giorno avremo l’onore…

1. PATATINE FRITTE E FRITTURA DEI RISTORANTI

I ristoranti utilizzano oli poco salutari per il tuo fegato come l’olio di palma. Inoltre gli oli vengono utilizzati per diverse fritture. La frittura genera l’acrilamide, riconosciuto come un elemento cancerogeno. Quindi niente patatine del McDonald’s (ma non solo quelle), frittura dei ristoranti, patatine surgelate e quelle in busta vendute nei negozi.

2. BEVANDE GASSATE

Apportano solo sostanze di sintesi, zucchero bianco sbiancato, dannoso per il tuo sistema immunitario. Non c’è nessun motivo per bere questi liquidi inutili e inquinanti dell’ambiente. Infatti per fare una lattina ci vogliono sei mesi a partire dall’estrazione della bauxite in Australia (con processo devastante per l’ambiente), poi il trasporto nella lontana Inghilterra per essere lavorata e trasformata in lattina. Infine, a destinazione nel supermercato e nelle mani di un consumatore. Sei mesi fra lavorazione e trasferimento dall’Australia alla tua bocca e solo 5 minuti per berne il contenuto tossico e acidificante per il tuo corpo e buttare la lattina vuota. Non ha senso. In fondo che male ci ha fatto l’acqua?

3. MERENDINE INDUSTRIALI E ALIMENTI CON OLI IDROGENATI.

Gli oli idrogenati sono dannosi per l’organismo e giovano solo al produttore che tiene una merendina nei bancali in magazzino per mesi senza che si deteriori o perda la sua morbidezza.

4. SCATOLAME

Tutto ciò che c’è in scatola è un cibo morto e senza vitalità. Carni e wurstel di cui non si capisce la provenienza! Evitate tutto ciò che è fatto con gli scarti come i wurstel e le carni in scatola.

5. DOLCI PIENI ZEPPI DI ADDITIVI

La maggioranza dei dolci sono stracarichi non solo di zucchero bianco ma anche di sostanze di sintesi e tossiche come i coloranti e i conservanti. Leggi le etichette ed evita le sigle come E230, E243. Per fortuna puoi preparare dei meravigliosi dolci in casa. Gli additivi possono restare sugli scaffali.

6. LATTE E FORMAGGIO DA ALLEVAMENTO INTENSIVO

Se ogni tanto volete mangiare del formaggio, evitate tutto ciò che proviene dal girone infernale dell’intensivo. Altrimenti immetterete nel corpo antibiotici, ormoni e pus.

29-04-2019

Buone notizie per le persone che soffrono di asma: l’aggiunta di supplementi di vitamina D al trattamento standard può ridurre il rischio di attacchi di asma grave, secondo i risultati di un nuovo studio Cochrane Review. Negli Stati Uniti, circa 17,7 milioni di adulti e 6,3 milioni di bambini vivono con l’asma, una condizione respiratoria causata da infiammazione e ostruzione delle vie aeree. I sintomi dell’asma, quali dispnea, mancanza di respiro, tosse, dolore toracico e senso di oppressione, possono essere attivati da esposizione ad allergeni e irritanti. (Questi includono erbe, pollini, muffe, acari della polvere e fumo). Non esiste una cura per l’asma, ma ci sono farmaci che possono aiutare a gestire i sintomi e ridurre il rischio di attacchi di asma. Ora, i ricercatori suggeriscono che l’aggiunta di integratori di vitamina D al regime di trattamento dei pazienti con asma potrebbe ridurre ulteriormente il rischio di attacchi di asma grave. L’autore principale dello studio, il Prof. Adrian Martineau del the Asthma UK Centre for Applied Research alla Queen Mary University di Londra e colleghi, hanno recentemente presentato i loro risultati all’European Respiratory Society International Congress 2016. Il team sottolinea che gli studi precedenti hanno associato bassi livelli di vitamina D ad un maggior numero di attacchi di asma nelle persone con la condizione respiratoria. I ricercatori hanno cercato di verificare se dalla supplementazione di vitamina D i pazienti con asma possono trarre benefici.
Per la revisione, il Prof. Martineau e colleghi hanno analizzato i dati di nove studi -durata compresa tra 6-12 mesi - che hanno esaminato come la supplementazione di vitamina D influenza i sintomi dell’asma e attacchi di asma. Sette degli studi hanno incluso 435 bambini, mentre due hanno incluso 658 adulti. La maggior parte dei partecipanti erano stati diagnosticati con asma da moderata a grave anche se solo un piccolo numero di pazienti erano affetti da asma grave. La maggior parte dei soggetti ha continuato il trattamento standard. Il rischio di ricovero ospedaliero a causa di attacchi di asma grave è stato ridotto dal 6% al 3% dopo la supplementazione di vitamina D per via orale e non sono stati individuati effetti collaterali. Per di più, il team ha scoperto che la supplementazione di vitamina D ha ridotto la necessità di un trattamento con steroidi per attacchi di asma: il trattamento steroideo può essere somministrato per ridurre l’infiammazione delle vie aeree. Il Prof. Martineau considera questi risultati come “eccitanti”, ma poichè lo studio presenta alcuni limiti importanti, riferisce che i risultati devono essere interpretati con cautela. Egli osserva che prima di tutto, la maggior parte dei pazienti arruolati negli studi erano adulti con asma da lieve a moderata e per questo sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se la supplementazione di vitamina D è efficace anche nei bambini e adulti con asma grave. “In secondo luogo, non è ancora chiaro se i supplementi di vitamina D possono ridurre il rischio di attacchi di asma grave in tutti i pazienti o se questo effetto riguarda solo i pazienti che hanno bassi livelli di vitamina D”, dice il Prof. Martineau. Ulteriori analisi per rispondere a questi interrogativi in corso ed i risultati dovrebbero essere disponibili nei prossimi mesi.

 

http://www.medicalnewstoday.com/articles/312750.php

http://www.cochrane.org/news/high-quality-evidence-suggests-vitamin-d-can-reduce-asthma-attacks

29-04-2019

Ogni malessere ha il proprio rimedio naturale. Tale regola vale fortunatamente anche per un disturbo tanto fastidioso quanto lo possono essere le emorroidi, causa di prurito, stati dolorosi e spesso anche di fastidio nel camminare o nello stare seduti troppo a lungo. I fattori scatenanti del fenomeno possono essere molteplici: da un'alimentazione scorretta a problemi a livello della circolazione, dallo stress, al fumo, agli sbalzi ormonali. A volte le emorroidi possono interessare particolarmente le donne in stato di gravidanza o i fumatori più accaniti. Fortunatamente, esistono alcuni rimedi naturali per prevenirne la comparsa o l'aggravamento o per alleviarne i sintomi. La cura e la prevenzione delle emorroidi possono passare in particolare attraverso una maggiore attenzione all'alimentazione. Se esse sono ormai comparse e provocano fastidio, è possibile rivolgersi all'erborista per conoscere gli estratti naturali più adatti per contrastare i sintomi ad esse connessi. Ecco alcune indicazioni in proposito per iniziare ad orientarvi.

1. IPPOCASTANO

Si tratta di uno dei rimedi naturali più utilizzati per la cura delle emorroidi, in quanto la corteccia di ippocastano contiene sostanze realmente efficaci per il loro trattamento. Esso si è rivelato particolarmente adatto nel trattare sintomi come fastidiosi pruriti e dolori. L'estratto di ippocastano viene venduto in diverse forme, comprese pomate da applicare sulla zona interessata per un'azione immediata.

2. FIBRE VEGETALI

Nel caso le emorroidi siano causate primariamente da stitichezza dovuta ad una dieta carente di fibre vegetali, sarà necessario integrare l'alimentazione con cibi che ne contengano, per ripristinare il corretto funzionamento dell'intestino. In tal caso, tra gli alimenti ricchi di fibre vi consiglio di assumere prugne secche, ciliegie, barbabietole e castagne. A volte una dieta troppo ricca di fibre vegetali potrebbe essere essa stessa causa di stitichezza; sarà dunque il professionista a valutare la situazione di caso in caso.

3. CIPRESSO

Gli estratti di cipresso vengono impiegati per la preparazione di rimedi fitoterapici per la cura delle emorroidi privi di effetti collaterali. Essi sfruttano il loro ricco contenuto di flavonoidi e di polifenoli, ritenuti in grado di provocare un sensibile miglioramento della circolazione del sangue, con effetti positivi non soltanto sulle emorroidi, ma anche in caso di varici e pesantezza a livello delle gambe causata da una cattiva circolazione.

4. ELICRISO

L'elicriso viene impiegato per la preparazione di rimedi naturali contro le emorroidi, per via delle sue proprietà antinfiammatorie ed analgesiche, oltre che per la sua efficacia nella riduzione degli edemi. E' possibile reperire in commercio una pomata di comprovata efficacia contro le emorroidi, che presenta tra i propri principi attivi non soltanto l'elicriso, ma anche il gel d'aloe vera e l'estratto di iperico.

5. ACQUA ALLE PRUGNE

Ecco un rimedio naturale da assumere al mattino in caso di stitichezza, utile sia per prevenire la formazione delle emorroidi, sia nel caso esse siano già presenti, al fine di favorire la regolarità intestinale. L'acqua alle prugne deve essere preparata lasciando in ammollo per una notte una manciata di prugne secche in una quantità d'acqua pari al doppio del loro volume. Essa dovrà essere filtrata e consumata come prima bevanda del mattino, a stomaco vuoto. Le prugne non dovranno essere buttate, ma consumate a colazione o per uno spuntino.

Domenica, 28 Aprile 2019 09:19

RIFLESSIONE SULLA MEDICINA DEL FUTURO.

29-04-2019

Quando si legge che negli Stati Uniti la terza causa di morte dopo le malattie cardiache e il cancro sono le malattie iatrogene, ossia quelle patologie indotte dal sistema farmaceutico-ospedaliero, non si può non soffermarsi a meditarci sopra. Un tale agghiacciante dato statistico, tuttavia, in questa società, passa sotto silenzio per lasciare posto alla babele di notizie di cronaca nera che colpevolizzano ora una classe sociale o etnica ora l'altra, ora una fascia di età ora l'altra. E i misfatti puntualmente costanti di un sistema pseudoscientifico che uccide indiscriminatamente per il profitto e la vanagloria? Ignorati.
Eppure le cifre le abbiamo. E i nomi pure. Molti medici hanno analizzato uno ad uno tutti i farmaci incriminati di questi ultimi anni. Medicinali che hanno portato all'umanità il loro triste contributo di sofferenza e di morte: Lipobay, psicofarmaci vari tra cui il Prozac, Aspirina, Tamoxifene, PB, Vaccini. Ma cambiare o sospendere le terapie abituali e indirizzarsi verso alternative meno dannose significa soprattutto interrompere "le correnti di denaro dai cittadini alle multinazionali". E ciò è fortemente e quotidianamente ostacolato attraverso tutti i mezzi di cui dispone l'intreccio industria-scienza, primo fra tutti quello mediatico.
In primo luogo, va mutato il punto di vista dominante sulla malattia che viene veicolato oggi. Infatti sbaglia chi pensa che la malattia sia qualche cosa che ci minaccia da fuori, che bisogna eliminare con la forza uccidendola. Le malattie sono parte di noi ed uccidendole uccidiamo noi stessi: dobbiamo solo aiutare il nostro organismo a ristabilire l'equilibrio naturale con interventi che sono "per" e non "contro": per la vita, per la corretta alimentazione, per la gioia di esistere, per lo sport moderato e la vita all'aria aperta, per il piacere delle persone che amiamo, e perchè no, solo quando è indispensabile un farmaco, per un periodo limitato di tempo, per aiutare noi e non per uccidere una parte di noi, anche se una parte aberrante.
Allo stesso modo è importante la sua segnalazione del pericolo che le medicine cosiddette non convenzionali o alternative intraprendano l'identica strada di quella allopatica dello sfruttamento e della medicalizzazione forzata della società nel suo complesso, demonizzando qualsiasi seppur piccola patologia o disturbo e prescrivendo quintali di farmaci seppur naturali e con effetti collaterali minori. A mio parere, a ciò bisogna aggiungere anche il rischio della rincorsa all'accaparramento da parte delle medicine dolci di un'istituzionalizzazione e di un riconoscimento per costituire nient'altro che un altro potere. Ciò porterebbe all'innalzamento di nuove barricate tra pazienti e terapeuti e contribuirebbe a proseguire nell'edificazione di una società in cui la gestione della salute verrebbe ancora delegata a "specialisti" che possiedono le chiavi di lettura, anzichè invece all'impostazione di una diffusa educazione all'autogestione della propria salute e benessere psicofisico che è l'obiettivo legittimo cui dovrebbe aspirare la nuova èlite di medici e naturopati. Se i moderni esclusi dalla torta della sanità cercano solo l'aumento del loro ruolo nella spartizione dei benefit e degli status, le medicine complementari non ci serviranno a granchè.
Ovviamente lo stesso discorso si può fare rispetto al bisogno indotto con la paura di medicalizzazione della propria vita individuale e della società nel suo complesso. Un bisogno che sta creando abilmente la medicina ufficiale sponsorizzata dall'industria farmaceutica di comune accordo con i media (esami diagnostici ricorrenti, vaccini e interventi chirurgici "preventivi", analisi del sangue ecc.). Ma anche le medicine alternative corrono appunto il rischio di incamminarsi sulla scia di quella ortodossa, promuovendo un sistema medico molto pervasivo, dal piatto al materasso, dal sesso al gusto per la vita, alimentando altre idiosincrasie e ipocondrie. Del resto, come affermano in molti, il sistema sanitario ha la funzione di produrre consumatori di esami, di farmaci, di operazioni chirurgiche. È la più grande e potente industria oggi esistente sul pianeta, in cui i clienti sono i malati e soprattutto le persone che hanno paura di esserlo o di diventarlo. E se da queste parole vogliamo trarre delle conclusioni che abbracciano una visuale molto più ampia si potrebbe rilevare che è logico pensare che una popolazione sana è controproducente per una èlite di commercianti-governanti. Un popolo sano non rende economicamente ed è più difficilmente governabile perchè manifesta energia corporea e mentale che può usare per vari scopi. Una popolazione ammalata invece dà innanzi tutto immensi guadagni e poi non ha molti grilli per la testa perchè ha ben altro a cui pensare. Quindi il ruolo cui le attuali medicine complementari dovrebbero assurgere è molto più complesso di una semplice ascesa sul podio dei vincitori. Si tratta in realtà di contribuire sì alla costruzione di una condizione di libertà terapeutica, ma gestita dal basso e in cui le informazioni sulla salute vengono condivise orizzontalmente e portate alla conoscenza di ognuno, affinchè tutti i pazienti possano insieme all'esperto intervenire nel processo decisionale e terapeutico verso il conseguimento della propria guarigione fisica, mentale, emotiva e spirituale.

11-03-2017

La vitamina A ha un ruolo determinante nel proteggerci dalle infezioni. Serve per mantenere l’integrità delle superfici epiteliali e mucose e delle relative secrezioni, che costituiscono la nostra prima linea di difesa contro le infezioni. Inoltre è necessaria per la produzione e l’attivazione di alcuni tipi di globuli bianchi. La sua carenza può determinare un’atrofia delle ghiandole linfatiche, una diminuzione del numero dei linfociti e una riduzione dell’attività delle cellule B e T. La carenza di vitamina A è molto comune nei paesi in via di sviluppo. In Indonesia, per esempio, 236 bambini vaccinati contro la difterite, la pertosse e il tetano sono stati esaminati dopo aver ricevuto 60.000 mcg di vitamina A o un placebo. E’ risultato che, sia tra i bambini con carenza di vitamina A sia tra quelli con livelli teoricamente adeguati, coloro che avevano ricevuto la vitamina A avevano una risposta anticorpale ai vaccini maggiore di coloro cui era stato somministrato il placebo. Le prove dell’importanza di un adeguato apporto di vitamina A per una buona risposta immunitaria sono ormai tante e tali che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, nel suo programma di immunizzazione, che a tutti i bambini delle aree con carenza endemica di vitamina A questa venga somministrata al momento della vaccinazione. Anche negli Stati Uniti la carenza di vitamina A è frequente, soprattutto nei bambini con infezioni importanti. In uno studio condotto su 180 bambini affetti da rosolia sono stati controllati i valori di vitamina A e il 91% dei soggetti è risultato molto carente. La somministrazione di 200.000 U.I. al giorno per due giorni consecutivi ha avuto come risultato una diminuzione dell’87% della mortalità nei pazienti al di sotto dei due anni. Un’altra ricerca su 123 bambini ha dimostrato che quelli che avevano valori molto bassi di vitamina A nel siero presentavano anche un numero molto minore di cellule T, che si è normalizzato dopo la somministrazione di vitamina A. la carenza di vitamina A diminuisce non solo il numero delle cellule T, ma anche la loro capacità di rispondere agli agenti patogeni. Una grave carenza porta all’atrofia del timo e della milza e a un forte calo di tutti i tipi di globuli bianchi nel sangue.
In uno studio condotto recentemente a New York sono stati misurati i valori di vitamina A in 89 bambini al di sotto dei due anni affetti da morbillo. Nel 22% dei casi sono risultati molto bassi. I bambini con i valori più bassi hanno raggiunto temperature di 40° C nel 68% dei casi contro il 44%, hanno avuto la febbre per 7 o più giorni nel 54% dei casi rispetto al 23% e son ostati ricoverati in ospedale nel 55% dei casi rispetto al 30%. I bambini carenti di vitamina A avevano anche un numero minore di anticorpi specifici contro il morbillo. Nessuno dei bambini del gruppo di controllo non affetti da morbillo presentava valori bassi di vitamina A. Nel mondo muoiono di morbillo un milione e mezzo di bambini ogni anno. Quelli colpiti dalle forme più gravi hanno i valori ematici di vitamina A più bassi. Anche i bambini delle aree normalmente non carenti, in caso di infezione da morbillo, rischiano una diminuzione dei valori di vitamina A. Basta la somministrazione di un’unica forte dose di vitamina A (400.000 U.I.) per ottenere una notevole riduzione della morbilità e mortalità della malattia. La somministrazione regolare di vitamina A ai bambini ospedalizzati per morbillo a Città del Capo, in Sudafrica, ha ridotto la durata del ricovero, il numero di ricoveri in terapia intensiva e la mortalità. E’ scientificamente dimostrato quindi che i bambini carenti di vitamina A non solo prendono più facilmente il morbillo, ma hanno un decorso più problematico, più effetti collaterali e una mortalità più alta. La somministrazione di dosi anche minime di questo nutriente poco costoso può determinare un grande miglioramento della funzione immunitaria.

28-04-2019

Il prezzemolo, il cui nome scientifico è Petroselinum crispum, non è solo una pianta biennale le cui foglie si utilizzano per insaporire piatti tipici della tradizione mediterranea, ma è molto di più. Oltre a un sapore delicato, ma allo stesso tempo talmente intenso da insaporire qualsiasi tipo di cibo (dal pesce alla pasta), possiede infatti una serie di caratteristiche che possono portare numerosi benefici effetti sul nostro organismo. Infatti, basta una manciata di prezzemolo assunto ogni giorno per migliorare alcune delle nostre funzioni vitali riuscendo a migliorare la nostra salute attraverso un elemento naturale.
Prima di tutto, rafforza il nostro sistema immunitario e, grazie alle vitamine C, B, A e K è in grado di dare un notevole apporto tonificando le ossa e tutto l’apparato scheletrico. È consigliato per chi soffre di patologie renali o alla cistifellea perché aiuta a smaltire i liquidi in eccesso nel corpo, favorendo la funzionalità delle ghiandole renali, smaltendo quindi tutte le tossine presenti nel nostro organismo e accumulate giorno dopo giorno. Il prezzemolo è indicato anche per tutte quelle persone che soffrono di ipertensione e che cercano un modo naturale per regolare la pressione sanguigna.
Oltre alle caratteristiche più comuni come quella di essere antinfiammatorio, antitumorale (grazie alle sostanze chimiche presenti al suo interno che sono antiossidanti) e di favorire la digestione, è utile anche per chi ha problemi di calvizia: basta, infatti, massaggiare l’olio essenziale di prezzemolo sulla nuca per ridurre la perdita di capelli. Anticamente il prezzemolo veniva utilizzato anche come abortivo sfruttando l’apiolo, una delle sue componenti principali, che contrae la muscolatura liscia dell’intestino della vescica e dell’utero. Ovviamente, nonostante tutti questi benefici, ne è sconsigliato, come per tutte le cose, l’uso in quantità eccessive e non controllate perché può provocare delle forti intossicazioni e altri notevoli disturbi al nostro organismo.

28-04-2019

In qualsiasi ambiente domestico, nascosti da confezioni rassicuranti, si annidano diverse categorie di prodotti potenzialmente irritanti: detersivi per superfici o stoviglie, detersivi da bucato a mano o in lavatrice, lucidi da scarpe, detergenti per mobili e molti altri prodotti similari. Questi prodotti possono contenere percentuali pericolosamente alte di metalli pesanti, come concentrazioni eccessive di sostanze acide o alcaline, che nel tempo possono causare fastidiose reazioni irritative, soprattutto alle casalinghe o alle persone impegnate nei lavori domestici.
A conferma di tutto ciò, in uno studio condotto dal Gruppo Italiano di Ricerca sulle Dermatiti da Contatto e Ambientali (GIRDCA), su circa 43.000 soggetti affetti da dermatite, la categoria professionale delle casalinghe è risultata la più colpita, seguita da artigiani e lavoratori del settore edile, metalmeccanici, parrucchieri e personale sanitario. Nella maggior parte dei casi l’irritazione, o la reazione allergica, causata da un agente chimico, è capace di indurre un danno cellulare della pelle. Nei detersivi comuni esistono degli agenti chimici che difficilmente vengono eliminati nella fase del risciacquo. Questi residui chimici vengono infatti assorbiti dagli indumenti lavati, nonostante il risciacquo, per poi sprigionarsi a contatto con la pelle, soprattutto in situazioni di sudorazione. Il sudore innesca infatti una reazione chimica che, in un processo a catena, fa sì che gli irritanti residui chimici, nonché i metalli pesanti in essi contenuti, rimangano a contatto per ore con la pelle determinando una spiacevole sensazione di prurito e in molti casi vere e proprie dermatiti allergiche da contatto. In Italia, secondo i dati CAV (Centri Anti-Veleno), sono circa 60.000, ogni anno, le richieste di consulenza sanitaria per avvelenamenti e reazioni allergiche dovute a contatti per via cutanea o a ingestioni incaute.

27-04-2019

Il mercurio è un metallo pesante che minaccia, almeno potenzialmente, la salute di tutti noi. In Giappone, catastrofiche menomazioni fisiche e casi di morte furono il risultato della consumazione di prodotti del mare contaminati dal mercurio. Anche in questo caso, la vitamina C può essere letteralmente un toccasana. Ciò è stato dimostrato in una sorprendente serie di esperimenti condotti da Momcilo Makranjac e Ceda Petrovic e riferiti su Comptes Rendus Hebdomadaires des Sèances de L'acadèmie des Sciences (Parigi). Questi studiosi stabilirono in primo luogo la dose di cloruro di mercurio che risulta fatale per i porcellini d'India. Quindi diedero a ciascuno di questi di un secondo gruppo 200 mg di vitamina C al giorno per sei giorni (l'equivalente umano di quasi 14 grammi al giorno). Al sesto giorno, a tutti gli animali fortificati con la vitamina furono somministrate dosi letali di mercurio...e nessuno di essi morì! Con una dose di mantenimento di 0,2 g di vitamina C al giorno dopo l'avvelenamento, i porcellini d'India continuarono a vivere in buona salute. Variazioni di questo esperimento dimostrarono che, mentre la vitamina C è utile come antidoto in caso di avvelenamento da mercurio, è molto più efficace quando l'organismo ne è già saturato al momento in cui avviene l'avvelenamento stesso. In altre parole, la vitamina C dovrebbe essere presa ogni giorno come misura preventiva.

27-04-2019

Nei casi più acuti una terapia verde insieme ad una dieta adeguata potenzia la terapia antibiotica contro l’infezione. Se l’urinocultura rivela la presenza di un’infezione batterica, il problema spesso richiede l’assunzione di antibiotici specifici. Tuttavia, l’uso di particolari precauzioni naturali può consentire di prevenire l’insorgenza dei disturbi o la comparsa di ricadute, ossia seguendo semplici norme igieniche e comportamentali, una dieta adeguata e ricorrendo ai benefici dei principi attivi vegetali. I rimedi fitoterapici possono essere sostituiti alla terapia antibiotica per ridurre i sintomi senza sovraccaricare fegato e reni.

1. UVA URSINA

Le sue foglie contengono arbutina che, nelle urine, genera idrochinone, dotato di azione antisettica sulle vie urinarie, e flavonoidi, con effetto diuretico; l’azione dei principi attivi è favorita dalle urine alcaline per cui, se queste non lo fossero, si dovrà renderle tali con la somministrazione di bicarbonato di sodio o di altri alcalinizzanti urinari. Indicata per le cistiti, (pielo)nefriti, uretriti, prostatiti.

2. MIRTILLO ROSSO

Le sue bacche contengono acido ippurico, dotato di attività antimicrobica e capace di acidificare le urine, creando un ambiente ostile alla crescita batterica. Sono presenti, inoltre, alcuni tannini condensati (proantocianidine) in grado di inibire l’adesione di importanti uropatogeni (come l’Escherichia coli) alla superficie della mucosa urinaria; tale proprietà rende la pianta indicata per prevenire le cistiti e le prostatiti, sia occasionali che recidivanti.

3. SANTOREGGIA E TIMO

Piante aromatiche che contengono oli essenziali, contenenti timolo, ad azione antisettica.

Venerdì, 26 Aprile 2019 12:26

GRAVIDANZA: MANGIARE PESCE RIDUCE L'ANSIA.

27-04-2019

Mangiare pesce in gravidanza fa bene e sembra che chi non ne consumi abbia il 53% in più di probabilità di soffrire di ansia soprattutto intorno all’ottavo mese. Le donne vegetariane invece sarebbero più stressate del 25% durante tutta l’attesa, a meno che non assumano integratori a base di acidi grassi omega-3, contenuti proprio nel pesce. I dati derivano da un’indagine longitudinale condotta su 9.500 donne incinte dai ricercatori dell’Università di Bristol e dell'Università di Rio de Janeiro, pubblicata su Plos One. I nutrizionisti hanno classificato il tipo di alimentazione che le donne avevano in gravidanza e l’hanno confrontata con i livelli di vari stress, tenendo conto anche di fattori quali fumo, consumo di alcolici e difficoltà familiari.
«Esiste una correlazione fra tipo di nutrizione e ansia delle future mamme. Il pesce contribuisce a ridurre i livelli di ansia e fa bene anche al bebè perché lo stress materno può facilitare nascite premature o bimbi nati sottopeso, con problemi alla vista o allo sviluppo del cervello. Non servono diete speciali durante la gravidanza ma un’alimentazione sana che non escluda cereali integrali, verdure, frutta, insalate, carne, pollo e pesce, inclusi quelli grassi come salmone, sardine e tonno ricchi di acidi grassi omega-3. I vegetariani che non vogliono mangiare pesce possono assumere altre fonti di tali composti, contenuti nei semi di lino, noci e alghe. In vendita ci sono anche integratori», concludono i ricercatori.

 

http://www.nbcnews.com/id/52511135/ns/technology_and_science-science/t/eating-fish-during-pregnancy-may-lower-anxiety/#.XML2aGgzbIU

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