Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

17-01-2018

Il dolore al nervo sciatico è una condizione molto comune che può avere diverse cause: dalla presenza di un’ernia, all’assunzione di una postura scorretta per lungo tempo. Veramente fastidioso e intenso, si concentra nella parte posteriore della coscia, nella bassa schiena o nei glutei. Oltre al dolore, tra i sintomi possono avvertirsi anche formicolii e debolezza muscolare. Oggi, vedremo una soluzione più “meccanica” che si basa sull’uso di una o più palline da tennis per far leva su alcuni punti di pressione e alleviare il dolore. Il trattamento con la pallina da tennis utilizza gli stessi principi del massaggio, della digitopressione e della riflessologia, che aiutano ad alleviare dolori muscolari e tensione. La pallina interviene su alcuni punti del muscolo piriforme che si trova vicino al nervo sciatico, migliorando la circolazione, diminuendo la rigidità e migliorando la mobilità della parte. È una pratica economica che può essere fatta a casa, meglio se dietro i consigli di un esperto.

PRIMA DI INIZIARE…

È importante ricordare che in molti casi l’infiammazione e il dolore al nervo sciatico è solo il sintomo di altre problematiche ben più importanti, come ad esempio, la presenza di un’ernia. Per questo, prima di iniziare qualsiasi trattamento è sempre bene confrontarsi con un medico per ricercare la causa del problema, evitando che, invece di avere dei benefici, andiate a peggiorare la situazione. La pallina lavora sul muscolo piriforme, evitate quindi di sollecitare direttamente il nervo. Infine, come detto in precedenza, prima di iniziare qualsiasi terapia, confrontatevi con uno specialista in modo da scoprire se ci sono dei limiti o delle controindicazioni per il vostro caso specifico.

COME UTILIZZARE LA PALLINA

È possibile utilizzare una o più palle da tennis unite tra di loro, in base al tipo di dolore e alla capacità di equilibrio. Mentre siete seduti o sdraiati sul pavimento, mettete la pallina da tennis sotto il muscolo dal quale proviene il dolore. Se utilizzate una sola pallina, si eserciterà una pressione maggiore sulla zona. Utilizzarne più di una, invece, vi consentirà di distribuire il peso e la pressione su una superficie maggiore, avvertendo meno dolore.
Spostate lentamente il peso sulla pallina, utilizzando una moderata quantità di forza per comprimere i punti trigger del muscolo piriforme in cui avvertite dolore. L’obiettivo è quello di diminuire l’ipertono del muscolo, ripristinando il normale flusso di sangue nella zona e alleviando il dolore al nervo sciatico. Indugiate in uno dei punti per circa 15 secondi, passando poi al successivo. In alternativa, potete far rotolare le palline avanti e indietro con dei movimenti delicati. Il dolore che sentite non deve essere troppo forte. Se lo è, allentate la pressione o aggiungete altre palline. Dovete essere molto cauti mentre lavorate sui punti di pressione, per evitare di andare a infiammare maggiormente la parte, aggravando la condizione. Se sentite dolore acuto interrompete subito.
Se eseguita correttamente, questa tecnica aiuta ad alleviare il dolore alla sciatica. Ovviamente, la pallina da tennis non può mai sostituire le mani di un esperto e, ancora, vi ricordo di non iniziare la terapia prima di esservi accertati della causa che ha portato all’infiammazione e dell’esistenza o meno di controindicazioni.
Oltre all’utilizzo della pallina da tennis, per combattere il dolore al nervo sciatico, vi suggerisco di effettuare della ginnastica dolce e degli esercizi di stretching. Cliccando sul link, vedrete un video che mostra brevemente come eseguire gli esercizi con la pallina da tennis.

 

https://www.youtube.com/watch?v=YE1JJupJYy0

Martedì, 16 Gennaio 2018 06:40

ZENZERO: CURA POTENTE CONTRO LA NAUSEA.

16-01-2018

Lo zenzero (Zingiber officinalis) è una pianta tropicale perenne originaria dell’Asia, apprezzata in tutto il mondo come spezia aromatizzante di cibi e bevande che aiuta la digestione. Gli studi clinici ne confermano l’uso tradizionale: l’estratto di zenzero infatti è consigliato per il trattamento di disturbi dispeptici come eruttazione, bruciori di stomaco, flatulenza e nausea (anche gravidica), oltre ad essere un efficiente antinfiammatorio indicato per contrastare dolori mestruali e artrosi.
È di pochi mesi fa lo studio di un’équipe australiana che ha verificato l’effetto antiemetico dell’estratto di zenzero sullo stato di alcuni pazienti nei primi tre cicli di chemioterapia. A un gruppo di soggetti sono stati somministrati 1.2 g di estratto standardizzato di zenzero titolato al 5% in gingeroli, per un totale di 4 capsule da 300 mg al giorno; il gruppo placebo ha invece continuato a ricevere la terapia standard prescritta dal loro medico curante. I pazienti che hanno ricevuto lo zenzero, rispetto a quelli trattati con placebo, hanno ottenuto un riscontro positivo del questionario FLIE. Pertanto, questo studio suggerisce con forza che l’integrazione di zenzero può migliorare la qualità della vita nei pazienti con nausea indotta da chemioterapia e ridurre la spossatezza legata al cancro, senza alcun effetto collaterale in confronto al placebo.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28805667

Martedì, 16 Gennaio 2018 06:39

DORMIRE POCO AUMENTA IL GIROVITA.

16-01-2018

Siamo soliti pensare che dieta e attività fisica siano le uniche soluzioni per mantenere il nostro peso forma. Ci dimentichiamo invece che anche il giusto riposo fa la sua parte. A questo proposito una nuova ricerca ha svelato come dormire poco possa far aumentare il girovita. Esiste connessione tra sonno e aumento di peso? Sembra di sì e le certezze in merito si consolidano sempre di più. Numerosi studi hanno dimostrato come dormire troppo poco (meno di cinque ore a notte) possa creare disequilibri ormonali, rallentare il metabolismo e programmare il corpo a mangiare di più. La nuova ricerca, condotta dall'Istituto Leeds di Medicina Cardiovascolare e Metabolica in collaborazione con la Scuola di Scienza e Nutrizione alimentare e pubblicata su PLOS One, ha studiato il rapporto tra durata del sonno e una serie di fattori come pressione sanguigna, concentrazione di lipidi e glucosio nel sangue, ormoni tiroidei e altre importanti misure del profilo metabolico di una persona. Il campione preso ad esame si componeva di 1.615 persone di età compresa tra 19 e 65 anni residenti in Gran Bretagna. Si è visto così, tra le altre cose, che non dormire abbastanza può avere come diretta conseguenza quella di aggiungere più di un centimetro al proprio girovita. Le persone che dormivano in media sei ore ogni notte avevano misure di vita di circa 3 centimetri maggiori rispetto a quelle che dormivano 9 ore. Quelli che riposavano di meno pesavano anche di più. 
I risultati sembrano contraddire altri studi che dimostravano invece come anche il troppo sonno (9 o più ore) possa avere un impatto simile sul corpo rispetto ad uno scarso riposo. Questo nuovo studio sembra mostrare invece che la circonferenza della vita e l’indice di massa corporea siano più bassi in coloro che dormono addirittura 12 ore. Il motivo sarebbe da imputare ad alcuni ormoni che ci aiutano nella percezione di fame o sazietà. Dormire poco sconvolge l’equilibrio e programma il corpo a mangiare di più. Se questo si combina con un metabolismo più lento, che le persone in debito di sonno sembrano avere, non ci si meraviglia che siano anche le stesse persone più propense a prendere peso. Il team di ricerca ha poi riscontrato valori più bassi di colesterolo HDL (quello “buono”) in chi dormiva poco. Secondo Greg Potter di Leeds, co-autore dello studio, dormire poco potrebbe anche contribuire a sviluppare obesità e diabete di tipo 2.

 

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0182195

16-01-2018

Sono veramente tante le donne che soffrono di sindrome premestruale (PMS), una condizione che può iniziare durante o dopo l’ovulazione e termina a conclusione del flusso, e si accompagna ai cosiddetti dolori mestruali. I sintomi più comuni, che variano da persona a persona, sono: gonfiore, crampi, mal di testa, ritenzione idrica, mal di schiena, depressione, pressione addominale, ansia, tensione mammaria, insonnia, sbalzi d’umore e acne. Molte donne accettano i dolori mestruali come una parte imprescindibile del loro ciclo mensile, ignorando che invece, con piccoli accorgimenti, i disturbi da sindrome premestruale possono essere alleviati. A causa della dieta, di uno stile di vita sbagliato e dello stress eccessivo, i dolori mestruali colpiscono più le donne delle società occidentali che nei paesi asiatici e meno sviluppati. Lo squilibrio nel corpo può essere infatti psicologico, nutrizionale o ormonale. Vediamo adesso alcuni accorgimenti che possono aiutare a ridurre questi fastidi mensili.

1. ALIMENTAZIONE

Una dieta sana è vitale per il miglioramento a lungo termine dei dolori mestruali. Per combattere questa problematica, infatti, è necessario affidarsi a una dieta antinfiammatoria ricca di frutta biologica, verdura, cereali integrali, noci e semi. Questi alimenti sono ricchi di vitamine e minerali essenziali che possono contribuire molto a ridurre i sintomi. Uno studio condotto dall’University of Massachusetts ha evidenziato come le donne che si affidano a una dieta ricca di ferro (circa 20 mg al giorno) beneficiano di una riduzione del 36% dei sintomi. Lo studio, che ha monitorato oltre 3.000 donne, era legato anche a una maggiore assunzione di zinco (circa 15 mg al giorno), altrettanto benefico. La stessa cosa avviene nelle donne che adottano una dieta ricca di vitamina D e calcio. Quando i sintomi sono gravi e i dolori mestruali molto intensi, però, la dieta da sola potrebbe non essere sufficiente.

2. VITAMINA B6

È molto utile per alleviare i dolori mestruali che derivano dalla PMS. Questo perché funge da rilassante per la muscolatura liscia, diminuendo i crampi. Come diuretico, inoltre, riduce la ritenzione idrica e il gonfiore. Attenzione, più B6 si assume (sotto forma di integratore) più magnesio occorre al nostro organismo.

3. MAGNESIO

Calma il sistema nervoso e allevia l’ansia, la depressione, l’irritabilità e l’insonnia. Come antispasmodico, allevia i crampi e mal di schiena. Il magnesio aiuta anche a ridurre il desiderio di dolci.

4. ACIDO GAMMA.LINOLENICO

È un precursore della prostaglandina-E1, una sostanza simile agli ormoni che aiuta a regolare le funzioni neurologiche e ormonali, a ridurre gli spasmi muscolari, i crampi, la voglia di zucchero, gli sbalzi d’umore e l’acne.

5. ACIDO EICOSAPENTAENOICO (EPA)

Si trova nell’olio di pesce e nell’olio di semi di lino, anche questo produce la prostaglandina-E1

6. VITAMINA E

Riduce i crampi e la tensione mammaria dei seni, che spesso gonfiano prima del periodo mestruale di una donna.

7. RIFLESSOLOGIA PER ALLEVIARE I DOLORI MESTRUALI.

La riflessologia è un’arte basata sul principio che nei nostri piedi esistono delle zone riflesse che corrispondono a ogni parte del corpo. Massaggiare zone specifiche nei piedi aiuta a migliorare il funzionamento degli organi e delle ghiandole specifiche. Sembra che per ciò che riguarda i dolori mestruali, la riflessologia riesca ad aiutare maggiormente se eseguita tre o quattro giorni prima e poi durante le mestruazioni.

15-01-2018

La Sauna-terapia ha molti benefici per la salute, tra cui l’eliminazione delle tossine, miglioramento della circolazione del sangue, distruzione dei microbi che causano malattie e miglioramento della funzione mitocondriale. L’utilizzo regolare della sauna può anche ridurre il rischio di morte per qualsiasi causa, tra cui eventi cardiovascolari letali, e può aiutare ad evitare la malattia di Alzheimer e la demenza. Gli uomini che hanno utilizzato una sauna da quattro a sette volte a settimana avevano un rischio del 66 per cento più basso di sviluppare la demenza e il 65 per cento inferiore per l’Alzheimer, rispetto a uomini che hanno utilizzato la sauna solo una volta a settimana.

 

http://www.reuters.com/article/us-finland-health-sauna-idUSKBN1532D2?feedType=RSS&feedName=healthNews

15-01-2018

Numerosi studi hanno suggerito che i pomodori hanno proprietà anticancro. Un nuovo studio fornisce ulteriori prove dopo aver dimostrato che l’estratto di pomodoro ha il potenziale per trattare, e anche prevenire, il cancro allo stomaco. Ricercatori provenienti dagli Stati Uniti e dall’Italia hanno scoperto che l’estratto di due varietà di pomodoro, San Marzano e Corbarino, hanno bloccato la crescita del cancro allo stomaco e mitigato le caratteristiche delle cellule maligne. Il co-autore dello studio, Prof. Antonio Giordano, Direttore dello Sbarro Institute for Molecular Medicine alla Temple University a Philadelphia e colleghi, hanno recentemente riportato i loro risultati nel Journal of Cellular Physiology.
Secondo l’American Cancer Society, saranno diagnosticati circa 28.000 casi di cancro allo stomaco negli Stati Uniti, entro quest’anno. Il cancro allo stomaco è il più comune tipo di cancro tra gli adulti più anziani; circa il 60 per cento degli adulti con diagnosi di cancro gastrico hanno un’età compresa tra i 65 o più anni. Precedenti studi hanno suggerito che i composti presenti nei pomodori, come il licopene, un carotenoide che dà ai pomodori il loro colore rosso, possono aiutare a combattere il cancro. Tuttavia, il Prof. Giordano e colleghi fanno notare che pochi studi hanno indagato gli effetti anticancro dei pomodori.
Per raggiungere i loro risultati, i ricercatori hanno testato gli effetti degli estratti dei pomodori San Marzano e Corbarino su linee cellulari di cancro allo stomaco. Essi hanno scoperto che ogni estratto non solo ha bloccato la crescita delle cellule del cancro gastrico, ma ha anche interferito con la migrazione delle cellule e quindi ridotto il rischio di metastasi e ha portato alla morte delle cellule tumorali. ”L’effetto antitumorale dei pomodori non sembra collegato a componenti specifici, come il licopene, ma piuttosto i risultati della nostra ricerca suggeriscono che i pomodori devono essere considerati nel loro complesso”, spiega il co-autore dello studio Daniela Barone, del Centro di Ricerca Oncologica di Mercogliano in Italia.
Secondo i ricercatori, i risultati indicano che gli estratti di pomodoro intero possono essere utili per la prevenzione e il trattamento del cancro allo stomaco. “I nostri risultati forniscono un’ulteriore prova per la valutazione del potenziale uso di specifici nutrienti non solo nella cornice di prevenzione del cancro, ma anche come una strategia di supporto insieme con le terapie convenzionali”, dice il Prof. Antonio Giordano. Il team suggerisce che alcune varietà di pomodoro possono avere effetti diversi sulle cellule tumorali, cosa che gli studi futuri dovrebbero indagare.

 

http://www.medicalnewstoday.com/articles/317470.php

15-01-2018

L’uso eccessivo di antibiotici, secondo nuove ricerche, causa una riduzione della varietà di microbi nell’intestino che interferisce con la capacità del sistema immunitario di combattere le malattie. I ricercatori dell’University of Virginia School of Medicine hanno scoperto che l’uso eccessivo di antibiotici rende i neutrofili, un tipo di cellule immunitarie, meno efficaci nel combattere le infezioni e indebolisce la barriera intestinale. “I neutrofili svolgono un ruolo importante nella risposta immunitaria innata”, ha dichiarato il ricercatore Koji Watanabe. “Abbiamo scoperto che la disgregazione antibiotica dei microbi naturali dell’intestino, impedisce al sistema immunitario di funzionare correttamente, lasciando l’intestino suscettibile alle infezioni”.
I ricercatori stavano cercando di capire il ruolo del microbioma intestinale nella colite amebica, un’infezione parassitaria potenzialmente mortale comune nei paesi in via di sviluppo. Quando hanno analizzato i campioni di feci raccolti dai bambini che vivono nelle baraccopoli urbane di Dhaka, in Bangladesh, hanno scoperto che i bambini con infezioni più gravi hanno meno diversità nel loro microbioma intestinale. (L’uso di antibiotici, la nota dei ricercatori, è diffuso nei paesi a basso e medio reddito, con i bambini che spesso ricevono più di due dozzine di trattamenti già all’età di 2 anni). I ricercatori hanno poi utilizzato i topi di laboratorio per determinare come la diminuzione della naturale flora intestinale può peggiorare l’esito delle malattie. Hanno trovato che l’uso eccessivo di antibiotici ha ridotto la varietà microbica intestinale dei topi, diminuendo l’attività dei neutrofili. Questo ha lasciato l’intestino insufficientemente protetto. In sostanza, le guardie dell’intestino non hanno risposto quando sono state chiamate a combattere contro i patogeni invasori. Inoltre, la barriera intestinale che protegge l’intestino, è stata compromessa: la riduzione della varietà microbica intestinale riduce la produzione di una proteina fondamentale per l’efficacia della barriera.
”Questa ricerca offre un altro motivo importante per non usare eccessivamente gli antibiotici a meno che non siano chiaramente necessari”, ha detto il ricercatore Bill Petri, Capo della divisione UVA di malattie infettive. “L’uso non corretto degli antibiotici non solo aumenta il rischio di rendere i batteri resistenti a molteplici farmaci e il rischio di infezione da Clostridium difficile, ma indebolisce anche la funzione del sistema immunitario”.

 

http://journals.plos.org/plospathogens/article?id=10.1371/journal.ppat.1006513

14-01-2018

Mal di schiena e morte prematura. Proprio così, se soffrite di dolori costanti alla schiena, avete poche probabilità di vivere a lungo e il motivo sta in un effetto domino. Ci sta, infatti, che se incide negativamente sulla salute di chi ne soffre, il mal di schiena ne accorci automaticamente la vita. Secondo uno studio condotto all'Università di Sydney pubblicato sull'European Journal of Pain, il mal di schiena potrebbe davvero incrementare il rischio di morte. I ricercatori della facoltà di Scienze della Salute dell'Università australiana hanno esaminato la prevalenza di mal di schiena, concentrandosi su dolore lombare generico e dolore acuto, su un campione di 4.390 gemelli danesi di età compresa tra i 70 e i 102 anni. Hanno comparato le statistiche con il registro delle morti e sono arrivati alla conclusione che le persone più anziane che soffrono di dolore spinale hanno un maggior rischio del 13% di mortalità per anno di vita.
“Ma la connessione non è causale - dice il responsabile dello studio Paulo Ferreira - perché, benché non vi sia una correlazione indipendente con la durata di vita, il dolore alla schiena tende a creare un effetto domino, che impatta negativamente sulla salute e accresce la probabilità di morte prematura”. Per cui, dalle statistiche effettuate su questo campione, i ricercatori hanno scoperto che il mal di schiena, soprattutto quello nella parte più bassa, è una delle principali cause che contribuiscono alla disabilità nel mondo, ossia a “una riduzione della libertà di movimento e attività proprio per colpa di questo dolore”. Nello specifico, non è il dolore in sé ad aumentare le probabilità di morire, ma ciò che porta ad avere mal di schiena, quindi quello che c’è dietro al sintomo del dolore. Ma gli scienziati ancora non sono in grado di capire di cosa si tratti, anche se è chiaro che il dolore potrebbe far parte di uno stato di salute peggiore e di una ridotta mobilità. Da qui l’importanza di fare una costante attività fisica e di uno stile di vita sano.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ejp.996/full

Domenica, 14 Gennaio 2018 07:27

12 CIBI E BEVANDE CHE INGIALLISCONO I DENTI.

14-01-2018

I denti gialli sono un problema estetico (se di problema si può parlare) che affligge veramente tante persone. E cibi e bevande potrebbero peggiorare la situazione. Esistono diverse cause che portano a un ingiallimento dei denti. Pensiamo ad esempio alla placca che si accumula sulla loro superficie, all’uso di farmaci, al tabacco, a uno scolorimento causato dall’età. Una delle cause più comuni è comunque consumare cibi e bevande che possono macchiare lo smalto dei nostri denti. In particolare, ci sono alcuni alimenti che colorano i denti, altri che portano via lo smalto dalla loro superficie, altri ancora, troppo acidi o caldi, che creano delle microlesioni o li consumano progressivamente. Lo smalto dei denti è naturalmente bianco quando è in salute. Man mano che si assottiglia, scopre lo strato sottostante che è di colore più giallo. Ecco perché quando lo smalto si consuma, i nostri denti appaiono più gialli. Vediamo allora una serie di cibi e bevande da evitare o da consumare con attenzione per evitare che i nostri denti si ingialliscano.

CAFFE’

Il caffè è un vero e proprio pericolo per l’ingiallimento dei denti. Lo strato esterno del dente, infatti, è molto poroso. Questo significa che alimenti e bevande di colore scuro possono essere facilmente assorbiti, ingiallendo lo strato superficiale.

TE’

Il tè contiene tannini, che macchiano i denti. Certo è però che il tè ha veramente tantissimi benefici per la salute. Come fare allora? Potreste pensare di aggiungere del latte, anche vegetale, per schiarire il colore della vostra bevanda, scegliere delle tipologie più chiare o, al limite, bere dell’acqua subito dopo aver sorseggiato il vostro tè.

VINO ROSSO

Anche il vino rosso ingiallisce i denti. E anche il vino, se consumato in quantità moderate, può essere utile alla nostra salute. Cercate allora di preferire la qualità bianca o, al limite, di sciacquarvi la bocca con un bicchiere di acqua, dopo aver consumato il vostro vino rosso.

COCA COLA

La coca cola è una bevanda di cui si dovrebbe eliminare il consumo, a prescindere, visti i danni che può arrecare alla nostra salute. Come tutte le bevande di colore scuro, può macchiare i denti. I problemi però sono collegati anche alla presenza, al suo interno, della soda e al fatto che in genere è consumata molto fredda. Questo, infatti, rende i denti più porosi e inclini alle macchie. Inoltre, le sostanze in essa contenute corrodono lo smalto dei denti.

SUCCHI DI FRUTTA DAL COLORE SCURO

Anche se il succo di frutta è una bevanda meno nociva rispetto alla coca cola, il colore scuro di alcuni tipi di ingredienti, assieme all’azione di alcuni acidi, può portare a macchiare i denti. Se volete godere dei benefici della frutta, meglio sgranocchiare una mela, ad esempio. La sua consistenza croccante, infatti, aiuta a proteggere, pulire e a mantenere in salute i vostri denti.

GHIACCIOLI O GRANITE, SOPRATTUTTO COLORATI

Anche in questo caso, valgono i principi sopraccennati per le bevande fredde e colorate.

SALSA DI SOIA

Dal tipico colore scuro, anche la salsa di soia, come le bevande, può contribuire a ingiallire i denti. Considerate questo principio: se una bevanda o un condimento è in grado di macchiare i tessuti, come un tappeto o un vestito, allora potrebbe macchiare anche i vostri denti.

ACETO BALSAMICO

È uno dei condimenti per l’insalata (e non solo) più deliziosi e ricchi di proprietà che possiamo usare, eppure il suo colore scuro potrebbe macchiare i denti. Meglio optare per dei condimenti più chiari, senza rinunciare alla lattuga che invece crea una patina protettiva antimacchia sullo smalto dei denti.

SALSA DI POMODORO

Un must della cultura culinaria italiana che, però, può macchiare i denti. Cosa possiamo fare per non rinunciarci? Mangiare prima un antipasto fatto di spinaci o broccoli che, come la lattuga, creano un film protettivo sui denti in modo che gli alimenti non penetrino nei pori.

MIRTILLI

I mirtilli sono tra i più diffusi e buoni superfood utili alla nostra salute. Quindi no, non se ne può proprio fare a meno! Una soluzione? Sciacquate la bocca con acqua subito dopo averli mangiati.

BARBABIETOLE

Vale la stessa cosa dei mirtilli. Le macchie si creano in modo particolare quando vengono consumati sotto forma di succo.

CURRY

Il curry è una spezia tristemente nota per il fatto che ingiallisce i denti. Eppure è una spezia ricca di proprietà e deliziosa. Per questo, anche in questo caso, risciacquate subito la bocca dopo aver mangiato cibi conditi al curry, in modo da non dovervi rinunciare.

Fin qui abbiamo visto tutta una serie di cibi e bevande che contribuiscono a macchiare i nostri denti. E se i denti sono già macchiati? Se è così, non disperatevi, esistono tutta una serie di soluzioni naturali che possono aiutarvi a trattare i denti ingialliti.
Esiste tuttavia un errore che spesso facciamo, senza rendercene conto. Spesso, infatti, laviamo i denti subito dopo mangiato, strofinandoli con lo spazzolino. Tuttavia, in molti casi questa cosa può fare più male che bene: lo smalto dei denti si può ammorbidire dopo aver consumato cibi acidi o bevande. Sfregare con lo spazzolino potrebbe portare via lo smalto indebolito. Meglio quindi aspettare almeno mezz’ora prima di procedere alla consueta pulizia.

Domenica, 14 Gennaio 2018 07:26

GINKGO BILOBA PER IL BENESSERE COGNITIVO.

14-01-2018

Da sempre la medicina tradizionale orientale ha fatto uso del Ginkgo biloba per curare i disturbi cardiaci, bronchiali, digestivi e le difficoltà circolatorie in genere; in passato i guaritori indiani lo associavano alla longevità. Negli ultimi anni, questo albero antico e maestoso è entrato a pieno titolo tra le piante medicinali più amate in Europa. Di recente un’équipe di studiosi croati ha condotto uno studio randomizzato in doppio-cieco placebo controllato, con lo scopo di determinare efficacia e sicurezza dell’estratto di Ginkgo biloba in pazienti con una diagnosi di deficit cognitivo vascolare. La sua azione nutritiva e protettiva nei confronti dei neuroni corticali e cerebrali era già emersa in studi passati.
A 90 individui sopra i 67 anni (uomini e donne) sono stati somministrati 120 mg di Ginkgo biloba, 60 mg di Ginkgo biloba o un placebo, per 6 mesi. Al termine del periodo di somministrazione, la Clinical Global Impression dei due gruppi di Ginkgo ha mostrato un miglioramento statistico significativo rispetto al gruppo placebo, con una percentuale molto contenuta di effetti collaterali. Analizzando i risultati, gli studiosi affermano che gli estratti standardizzati di Ginkgo biloba sono in grado di rallentare il deficit cognitivo nei pazienti.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5317341/

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