Angelo Ortisi
35 MILIONI DI MORTI L’ANNO A CAUSA DELLO ZUCCHERO BIANCO.
08-09-2016
Lo zucchero raffinato è tra i maggiori imputati dell’insorgere di quelle che vengono definite come malattie del benessere: diabete, obesità, problemi legati al metabolismo, ipertensione, danni a livello del fegato. Secondo studi recenti lo zucchero raffinato sarebbe da considerare tra le cause che ogni anno provocano la morte di 35 milioni di persone, con particolare riferimento al diabete e alle malattie cardiocircolatorie. La presenza dello zucchero è del 14% nella canna, del 17,20% nella barbabietola, insieme a clorofilla, microelementi e minerali. In questa concentrazione e composizione, lo zucchero, è un alimento di alto valore nutrizionale poiché contiene in forma organica molte sostanze nutritive necessarie alla vita. Alimento che assumiamo in modo alterato attraverso dolci, caramelle, bevande commerciali, conserve, liquori, prodotti salati ecc., è il prodotto finale di una lunga trasformazione industriale (circa 9 lavaggi chimici!) che uccide e sottrae tante sostanze vitali, come le vitamine presenti appunto nella barbabietola o nella canna da zucchero.
Le sostanze zuccherine sono alimenti importantissimi della nostra dieta poiché rappresentano la fonte primaria per la produzione di energia necessaria all’organismo e per questo motivo devono essere completi di tutto ciò che la natura ha loro fornito per cedere al nostro corpo, la loro ricchezza. Lo scienziato Dottor Bruchner, specialista delle malattie interne e primario dell’ospedale Eben Ezer Lemgo Lippe, (Germania), dopo diverse ricerche scientifiche sostiene che l’uomo necessita di carboidrati “zuccheri” per la sua attività vitale, quali fattori di energia. Di conseguenza viene da pensare: lo zucchero è uno degli alimenti più favorevoli per produrre energia, insieme ad altri zuccheri come pane, pasta, riso, patate. Gli zuccheri industriali, quindi le farine bianche come pure lo zucchero d’uva, il fruttosio, l’aspartame, il saccarosio per esempio fabbricati sinteticamente, nel corpo agiscono ben diversamente. Per la loro decomposizione e disposizione necessitano delle stesse vitamine, sostanze minerali ed enzimi come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il corpo (andando a pescare nelle ossa, nelle cartilagini, nelle strutture tendinee ecc.) impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni dall’altro. Purtroppo la scienza ha sempre voluto trascurare questo problema che è alla base di molte malattie a carattere infiammatorio autoimmunitario. Dove passa lo zucchero che distrugge, arriva la medicina che tenta di riparare curando gli effetti del diabete, del colesterolo, della pancreatite, dell’iperglicemia ecc. Il consumo abituale dello zucchero bianco distrugge in gran parte le vitamine del gruppo B. La vitamina B1 d’altro canto è necessaria per l’assimilazione dei carboidrati. Quanto più zucchero viene introdotto, tanto maggiore è il fabbisogno di Vitamina B1, poiché esso l’asporta, causando:
• Lesioni ai tessuti nervosi; dato l’alto fabbisogno di vitamina B1, essi perdono assai presto la loro capacità di funzionamento.
• La vitamina B1 permette, in presenza di magnesio, la così importante decomposizione dell’acido lattico (prodotto di degradazione del glicogeno, cioè glucosio immagazzinato). Per mancanza di vitamina B1 aumenta il contenuto di questi acidi nel sangue e nei tessuti e ne sono soprattutto coinvolte l’attività cerebrale e cardiaca.
• La B1 regola il giusto scambio dell’insulina nel corpo. La sua carenza è causa di diabete.
• La carenza di B1 causa inoltre una modifica nell’economia fosforica (ricordo che il fosforo è un minerale molto importante ai fini di molti processi metabolici) e un’elaborazione insufficiente del glucosio, che si manifestano con malattie cardiache croniche.
• La B1 regola lo scambio dell’albumina (proteina del plasma prodotta dal fegato che regola in un certo senso i liquidi cellulari e le varie pressioni all’interno della cellula) e dei nuclei cellulari. La sua presenza abbatte gli stadi preliminari dell’acido urico prevenendo malattie degenerative come gotta, artrite ecc.
• La carenza di B1 causa anormalità nella pressione del sangue e nella sudorazione.
• La B1 è necessaria per la sintesi degli acidi grassi essenziali (i famosi omega-3 e omega-6), che hanno il potere di arrestare l’arteriosclerosi.
• La carenza di B1 causa disturbi nella formazione dell’acido cloridrico (prodotto per la digestione) nello stomaco, l’affievolimento e la degenerazione della muscolatura intestinale ed anche la degenerazione dei vasi sanguigni capillari, con conseguenti dilatazioni, ed emorragie.
• La carenza di B1 fa sentire il bisogno di stimolanti come alcol, caffè, tè, cioccolato, tabacco, poiché determina l’indebolimento degli effetti stimolanti dell’adrenalina.
Questi sono soltanto gli effetti più gravi causati dalla carenza di vitamina B1. Spesso a stati carenziali metabolici come i problemi relativi al calo delle difese immunitarie, il medico dietologo, integra l’alimentazione con le vitamine del gruppo B, ma non consiglia al paziente di “abolire” lo zucchero bianco e limitare l’uso delle farine bianche; è come dire all’obeso di continuare a mangiare come fa di solito ma con la sola eccezione di mettere la saccarina nel caffè oppure consigliare l’aspirinetta o altro “come per esempio il doppler alla carotide” al cardiopatico che divora ogni giorno quantità ingenti di cibo e magari sta morendo! Ma non è finita. La carenza di vitamine B causa disturbi nell’assimilazione degli zuccheri, crampi e ostacola pure la formazione dei globuli rossi, poiché i composti del ferro sono male utilizzati. Gli occhi non distinguono i colori e perdono la potenza visiva all’imbrunire; spesso è ostacolato il normale sviluppo del feto, con conseguenti malformazioni, accorciamento delle ossa delle braccia e delle gambe, della mandibola, fusione delle dita e delle costole, fenditure del palato e persino aborti, parti prematuri e nati morti. Consideriamo inoltre ciò che può ancora causare lo zucchero quale distruttore dell’acido nicotinico, altro membro del gruppo delle vitamine B. Esso aiuta a promuovere le ossidazioni, vale a dire la combustione e la scomposizione dei prodotti intermedi del ricambio, degli zuccheri. Inoltre esso è di aiuto nell’utilizzazione dei grassi e delle proteine, nella trasformazione di sostanze minerali e degli ormoni, e partecipa in modo determinante alla respirazione cellulare, vale a dire allo scambio di assunzione dell’ossigeno e di eliminazione dell’acido carbonico nelle cellule (un prodotto del metabolismo cellulare).
Vanno ancora aggiunti come effetti nocivi all’uso abituale di zucchero bianco i più svariati quadri morbosi, fra cui: stanchezza, insonnia, debolezza nervosa, stati depressivi, mal di testa, disturbi nel ritmo del sonno, facile sudorazione, crampi e intorpidimento delle estremità, debolezza muscolare, inappetenza o bulimia (appetito insaziabile), stitichezza, atonia gastrica e intestinale, assenza di succhi gastrici, bruciori di stomaco, dismenorree (mestruazione dolorosa), metrorragie (perdita di sangue di origine uterina), aborti e parti prematuri, disturbi cardiaci e circolatori, anemia, disfunzioni ghiandolari, pruriti, infiammazioni della lingua, delle gengive e della laringe ecc. Lo zucchero raffinato ci sottrae anche l’acido pantotenico facente parte del gruppo B. La sua mancanza blocca addirittura l’effetto delle altre vitamine e ostacola la giusta rigenerazione del sangue e delle mucose. L’acido pantotenico agisce inoltre quale epatoprotettore (protettore del fegato) e aiuta la funzione della tiroide. I bruciori ai piedi e alla pianta dei piedi, con dolori passeggeri, fulminei agli arti inferiori, combinati ad arrossamento o colore bluastro della pelle, come pure la formazione della forfora sono, altri sintomi di carenza di questa vitamina. Lo zucchero raffinato per poter essere utilizzato sottrae inoltre anche altre vitamine e sostanze minerali importanti tra le quali vitamina E, H, con possibili altri danni causati da queste carenze.
COME VIENE PRODOTTO LO ZUCCHERO BIANCO?
Meno di due secoli fa lo zucchero bianco non esisteva e l’unica fonte dolce, oltre al miele e alla frutta, era rappresentata dallo zucchero di canna integrale importato dai tropici. Come conseguenza delle guerre napoleoniche, l’Europa smise di importare lo zucchero dalle Americhe. Napoleone ebbe allora la brillante idea di estrarre lo zucchero dalla barbabietola. Essendo il prodotto dell’estrazione poco gradevole al gusto, si completò l’opera con un processo di raffinazione il quale, come avviene anche per la farina bianca, provoca la perdita di vitamine e minerali producendo una sostanza chimica pura e morta, ma bianca. Il succo zuccherino proveniente dalla prima fase della lavorazione della barbabietola o della canna da zucchero, viene sottoposto a complesse trasformazioni industriali: prima viene sottoposto a depurazione con latte di calce che provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio; poi, per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, il succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica. Il prodotto quindi subisce ancora un trattamento con il velenosissimo acido solforoso per eliminare il colore scuro e successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. Si arriva così allo zucchero grezzo. Da qui si passa alla seconda fase di lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal catrame e quindi cancerogeno). Il prodotto finale è una bianca sostanza cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo zuccherino di partenza e viene venduta al pubblico per zuccherare (avvelenare) gran parte di ciò che mangiamo. Che cosa è rimasto del primo succo scuro ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi che avrebbero dato tutto il loro benefico apporto, di energia e di salute? Nulla! Anzi, per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco ruba al nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il calcio e il cromo) per ricostituire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutta dalla raffinazione. Le conseguenze di tale processo digestivo sono la perdita di calcio, nei denti e nelle ossa, con l’indebolimento dello scheletro e della dentatura. Ciò favorisce la comparsa di malattie ossee (artrite, artrosi, osteoporosi ecc.) e delle carie dentarie che affliggono gran parte della civiltà occidentale. A livello dello stomaco del pancreas e del duodeno provoca quello che tutti i giorni o quasi riscontro nel mio studio: processi fermentativi con produzione di gas e tensione addominale e l’alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che ciò comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e assorbimento di sostanze tossiche ecc.).
Come faccio ad asserire questo? Semplice, chiedo alle persone che si sottopongono ai miei trattamenti, il loro stile alimentare e puntualmente mi confermano che adottano un’alimentazione “zuccherina”! È stato ampiamente verificato che le popolazioni non raggiunte dalla cosiddetta “civiltà bianca” non sono soggette a carie o altre malattie dei denti. Con l’arrivo dei bianchi e dei loro prodotti alimentari raffinati (zucchero, dolciumi, alcol, pane, pasta ecc.), gli aborigeni dell’Australia, i Maori della Nuova Zelanda, gli Indios del Perù e dell’Amazzonia, i Pellerossa del Nordamerica ecc., hanno anch’essi cominciato ad essere soggetti alle stesse malattie dei bianchi; l’incidenza della carie, che prima era una malattia a loro del tutto sconosciuta, è arrivata a colpire fino al 100% cosi come le altre malattie dell’organismo, dall’artrite reumatoide all’osteoporosi, alle malattie autoimmuni ecc. Il pericoloso zucchero bianco ha una grossa influenza sia sul sistema nervoso sia sul metabolismo, creando prima stimolazione poi depressione. In realtà si crea una vera forma di dipendenza, come avviene con la droga, a tutti gli effetti! Ciò è causato dal rapido e violento assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la cosiddetta glicemia. Di fronte a tale subitanea salita, il pancreas (l’organo per eccellenza che gestisce gli zuccheri) risponde immettendo insulina nel sangue e ciò provoca una brusca discesa del tasso glicemico detta “crisi ipoglicemica” caratterizzata da uno stato di malessere, sudorazione, irritabilità, aggressività, debolezza, bisogno di mangiare per sentirsi di nuovo su di tono (il classico stato down che avverte il tossicodipendente). La conseguenza di questa caduta degli zuccheri è l’immissione in circolo, da parte dell’organismo, di altri ormoni atti a far risalire la glicemia. Questi continui “stress” ormonali con i loro risvolti psicofisici determinano un esaurimento delle energie con l’indebolimento di tutto l’organismo e impoverimento del sistema immunitario. Quando mangiamo 50 g di zucchero bianco, la capacità fagocitaria dei globuli bianchi si riduce del 76% (ossia la capacità di questi organi a combattere le infezioni) e questa diminuzione del sistema di difesa dura circa 7 ore. Le gravi malattie che oggi affliggono l’umanità (cancro, sclerosi, malattie autoimmuni ecc.) nascono proprio da un indebolimento immunitario del quale lo zucchero bianco e l’alimentazione raffinata sono senz’altro tra i maggiori responsabili. I danni dello “squisito veleno” bianco sono tanti altri ancora e a tutti i livelli, per esempio, circolatorio (con l’aumento di colesterolo e danni alle arterie), epatico, intestinale, ponderale (con l’aumento di peso e l’obesità), cutaneo ecc. L’uomo moderno, di fronte agli zuccheri ma anche ai grassi, assume un atteggiamento pressoché identico a quello dell’uomo preistorico. Anticamente l’umanità viveva alla ricerca continua di cibo con cui sfamarsi e il reperimento di frutta matura o di un favo di miele veniva vissuto come un’occasione da non lasciarsi sfuggire: di fronte a tali leccornie l’atteggiamento era quello di sfruttarle al massimo, rimpinzandosi per bene così da accumulare più energia possibile, in previsione di tempi di magra. La mente e il corpo dell’uomo del ventunesimo secolo non sono cambiati molto e di fronte a torte farcite, brioche alla crema e dolci al cioccolato ragioniamo e ci comportiamo esattamente nello stesso modo: nasce dentro di noi un desiderio incontrollabile che ci spinge a grandi abbuffate nel tentativo di farci delle scorte, come se un’altra occasione non dovesse capitarci mai più e dimenticando che la nostra dispensa è colma di altrettante schifezze. Per chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire, nonché un cervello che funzioni, tutto questo dovrebbe essere sufficiente per portarlo a riesaminare le sue abitudini “dolcificanti” e a correggerle per una vita migliore. Le uniche alternative che consiglio allo zucchero bianco sono miele e stevia. Il resto è business!
RIMEDI NATURALI PER IL MAL DI DENTI
08-09-2016
Il dolore ai denti è solo il campanellino di allarme. E’ bene, per verificare il problema reale, consultare un dentista e curare il dente dolorante. Nel frattempo, è possibile utilizzare qualche rimedio naturale per annientare l’infezione e calmare il dolore. Ecco qualche metodo naturale:
CHIODI DI GAROFANO E/O OLIO ESSENZIALE DI CHIODI DI GAROFANO
I chiodi di garofano sono un grande rimedio naturale per il mal di denti. Essi sono stati utilizzati come metodo naturale per alleviare mal di denti prima ancora che la medicina moderna avesse preso il sopravvento. Le proprietà antisettiche dei chiodi di garofano è quella di ridurre l'infezione e di conseguenza diminuire il dolore. Applicato nella cavità del dente, al fine di ridurre l'infezione, esso diminuisce anche il dolore. Utilizzare solo una o due gocce di olio di chiodi di garofano nel dente dolente.
AGLIO
L'aglio è un rimedio casalingo molto efficace per il dolore ai denti. L'allicina, contenuta nell'aglio, ha grandi proprietà antibiotiche che agiscono contro l'infezione che crea il dolore. Applicando uno spicchio d'aglio schiacciato direttamente sul dente interessato, l'allicina viene rilasciata immediatamente e contribuisce ad alleviare il dolore. In alternativa, si può anche ingoiare uno spicchio d’aglio 2 volte al giorno lontano dai pasti, per un maggiore effetto antibiotico. In questo caso è consigliabile tagliare l’aglio in piccoli pezzettini e ingoiarli con dell’acqua come se fossero delle compresse.
ECHINACEA
La tintura di Echinacea è il rimedio migliore per il mal di denti. Alcune gocce poste pure sul dente dolente è un ottimo metodo antinfiammatorio e antidolorifico immediato.
CIPOLLA CRUDA
La cipolla cruda ha proprietà antisettiche, quindi masticare cipolla cruda per 3 minuti aiuta ad innescare un processo antinfiammatorio. Se si ritiene troppo forte il gusto della cipolla, allora si può applicare soltanto una piccola fettina direttamente sul dente.
TEA TREE OIL
Poche gocce di olio essenziale di tea tree diluito in un bicchiere di acqua, per utilizzarlo come collutorio, aiuta a combattere le infezioni e può dare un rapido sollievo alle gengive infiammate. È un antibatterico molto potente.
SPINACI
Le foglie di spinaci crudi sono un grande antinfiammatorio. Applicare un frullato di foglie di spinaci crudi direttamente sul dente.
ESTRATTO DI VANIGLIA
Applicare 3-4 gocce di estratto di vaniglia su un batuffolo di cotone e applicare direttamente sul dente interessato. Esso darà un sollievo immediato.
CONSERVANTI ALIMENTARI KILLER: LA TOP 10.
08-09-2016
I conservanti alimentari sintetici e gli agenti presenti negli ambienti inibiscono l’ossigeno e ritardano lo sviluppo di funghi e muffe, per aumentare la conservazione e la vita (shelf-life) dei prodotti. Ma dopo essere state consumate, queste tossine privano le cellule umane di ossigeno sottraendo le sostanze nutritive, portando così alla mutazione delle cellule diventando il terreno di coltura ideale per il cancro. Proprio come gli esseri umani, le cellule hanno bisogno di ossigeno per sopravvivere e prosperare. Gli agenti antifungini e i conservanti artificiali soffocano i nutrienti del vostro corpo a livello del DNA, privando le cellule mitocondriali di ossigeno. E se il corpo non ha abbastanza nutrienti essenziali, diventa più aggredibile dalle malattie. Più lunga è la conservazione, e più breve è la vita umana. Se non sei un lettore di etichette, è meglio che lo diventi presto. Non c’è bisogno di essere un chimico o un linguista, basta essere in grado di leggere la lista e individuare i veleni in modo da poter vivere liberi dal cancro. La maggior parte delle tossine alimentari sono seguiti da frasi, spesso in parentesi, per farli apparire “sicuri”. Ecco l’elenco delle prime 10 sostanze più diffuse nei nostri cibi, approvate da tutti gli organismi internazionali ritenute innocue e utilizzate oramai da numerosi anni.
SODIO BENZOATO
Questo conservante si trova in quasi tutto ciò che è in vaso e in bottiglia, come condimento per l’insalata, sottaceti, salse, maionese, quasi tutte le bevande, soda e succo di frutta, e perfino negli alimenti etichettati come “tutto naturale”.
OLIO DI COLZA
Questo olio artificiale, si trova in oltre il 30% di tutti i prodotti. Esso soffoca le cellule mitocondriali. L’olio di colza può causare enfisema e stress respiratorio, portando infine al cancro.
GLUTAMMATO MONOSODICO (MSG)
La FDA consente 20 pseudonimi di questo esaltatore di sapidità come ad esempio estratto di lievito, glutammato, acido glutammico, lecitina di soia, caseinato di calcio, mais idrolizzato, proteina di soia idrolizzata, e maltodestrina per citarne alcuni. Solo perché un prodotto dice “No MSG” non significa non ci sia!
NITRATI DI SODIO
Utilizzato per fertilizzanti ed esplosivi, e come solvente nel settore del lavaggio a secco. Questo ingrediente impedisce alle molecole di emoglobina nel sangue di trasportare l’ossigeno ai tessuti del corpo. E' considerato un “super-sale” (come l’MSG) e viene aggiunto ai cibi come hot dog, salumi e speck per un maggiore shelf-life, e miglior colore e sapore.
MARGARINA
Il corpo non può integrare gli acidi grassi trans nelle membrane, causando così deformate strutture cellulari. I grassi vegetali e gli oli vegetali parzialmente idrogenati accelerano l’invecchiamento e le alterazioni degenerative nei tessuti.
ANTISCHIUMA (DIMETILPOLISILOSSANO)
Questa è una sostanza chimica industriale utilizzata in stucchi e sigillanti. Questo componente è usato soprattutto nei fast food. La sua sigla TBHQ è un derivato del petrolio, e viene utilizzato come stabilizzatore di profumi, resine, vernici e prodotti chimici petroliferi. Crea tumori dello stomaco e danni al DNA.
ANTIAGGLOMERANTI
Prodotti chimici che assorbono l’umidità ed evitano che altri composti si attacchino insieme. Questi sono aggiunti al sale da tavola e ai prodotti alimentari in polvere. Sono spesso composti di fosfato, carbonato, silicati e composti che contengono ossido di alluminio. Si trovano come allumino-silicato di sodio, allumino-silicato di calcio e silicato di alluminio. L’alluminio è correlato all’insorgenza del morbo di Alzheimer e viene utilizzato anche in vaccini antinfluenzali e nei vaccini in generale.
COLORANTI ARTIFICIALI
Composti colorati sintetici a base di petrolio, antigelo e ammoniaca. Blue 1 è causa di tumori ai reni nei topi. Red and Blue 2 cancro del cervello e causa di tumori della vescica nei ratti. Red 3 provoca il cancro alla tiroide negli animali, ed è vietato nei prodotti cosmetici, ma ancora consentita negli alimenti. Red 40 debilita il sistema immunitario. Green 3 è causa di tumori della vescica e testicoli. Yellow 5 e 6 causano tumori surrenali negli animali.
EMULSIONANTI
Carragenina, polisorbato 80 e oli vegetali bromurati (OLS). Questi sono stabilizzanti, leviganti e addensanti. Essi in genere si trovano nel latte al cioccolato, formaggio, gelati, alimenti per lattanti e gelatina. Il BVO (Brominated vegetable oil) rimane nel grasso corporeo per anni. Il Polisorbato 80 si trova anche nella maggior parte dei vaccini.
DOLCIFICANTI ARTIFICIALI
Aspartame, acesulfame K, sucralosio, sorbitolo e, naturalmente, saccarina. Perché hanno un sapore dolce, questi dolcificanti chimici ingannano il corpo e consumati per lunghi periodi di tempo, causano l’irrancidimento del grasso corporeo. Gli zuccheri falsi soffocano le cellule causandone la mutazione. Il sorbitolo è presente anche in molti vaccini.
PILLOLE ALIMENTARI.
08-09-2016
- Le lenticchie sono ricchissime di carboidrati, che liberano lentamente le loro molecole di glucosio nell’intestino e non provocano un brusco aumento del livello di zucchero nel sangue. Una volta erano proibite ai diabetici, ma oggi sono consigliate per la loro dieta, come tutti i legumi.
- La cipolla aumenta la produzione di urina, favorendo l’eliminazione delle sostanze di rifiuto grazie alla sua azione alcalinizzante. Si consiglia a chi soffre di litiasi (calcoli), infezioni delle vie urinarie o insufficienza renale di qualsiasi grado.
- Il pomodoro è ricco di vitamine, minerali e soprattutto di carotenoidi antiossidanti (licopene e betacarotene), perciò stimola in modo naturale le funzioni immunitarie. Aumenta le difese dell’organismo, che sono direttamente responsabili dell’eliminazione degli agenti infettivi.
- A causa del loro contenuto di olio e di fibre vegetali, le olive esercitano un effetto lassativo, leggero ma efficace. Sono uno dei frutti più ricchi di fibre.
- La banana, da sola o insieme alla mela, è efficace per alleviare la diarrea di bambini e adulti. Se ne consiglia l’uso, anche abbondante e come unico alimento per alcuni giorni, in caso di celiachia (cattivo assorbimento intestinale, seguito da diarrea e denutrizione, causato da allergia al glutine). Come il mais e il riso, la banana è un alimento ottimo per i soggetti celiaci.
- Il sedano esercita un effetto alcalinizzante capace di neutralizzare l’eccesso di acidi organici, grazie alla sua ricchezza di sali minerali a reazione alcalina. Il sedano, specialmente se preso sotto forma di brodo depurativo, esercita un’azione alcalinizzante e remineralizzante simile a quella della cipolla. Neutralizza l’eccesso di acidità nel sangue e facilita l’eliminazione degli acidi metabolici con l’urina.
- L’azione antianemica della barbabietola è ben nota ed è stata analizzata da molti studiosi. Il suo basso contenuto di ferro (1,80 mg/100 g) e di vitamina C (30 mg), che favorisce l’assorbimento di questo minerale, giustifica la presenza di altre componenti non ancora identificate che esercitano il potente effetto antianemico della barbabietola e che agiscono stimolando l’ematopoiesi (produzione di cellule del sangue nel midollo osseo). Il maggior effetto antianemico si ottiene bevendo 50-100 ml di succo crudo fresco appena spremuto, prima dei pasti, due volte al giorno. La barbabietola è particolarmente indicata contro le anemie che le terapie tradizionali non sono sufficienti a curare e che in genere sono causate da una scarsa produzione di sangue nel midollo osseo (anemie ipoplastiche).
IL SUPERBATTERIO ESCHERICHIA COLI E' STATO INGEGNERIZZATO PER PROVOCARE DECESSI. ECCO LE PROVE.
07-09-2016
Qualche anno fa, mezza Europa cercò di dare la colpa ai vegetali per un ceppo di Escherichia Coli super resistente che fece ammalare diverse persone riempiendo gli ospedali in Germania. Stranamente, però, nessuno si chiese come l’Escherichia coli divenne magicamente resistente a otto diverse classi di farmaci antibiotici e poi, improvvisamente, apparì nella catena alimentare. Questa particolare variante dell’Escherichia coli era un membro del ceppo O104, e i ceppi O104 non sono quasi mai (normalmente) resistenti agli antibiotici. Per acquisire tale resistenza, devono essere ripetutamente esposti agli antibiotici al fine di fornire la “pressione di mutazione” che li spinga verso l’immunità completa al farmaco. Quindi, se siete curiosi di conoscere le origini di tale ceppo, potete in sostanza analizzare in dettaglio il codice genetico dell’Escherichia Coli e determinare con sufficiente precisione a quali antibiotici è stato esposto durante il suo sviluppo. Questo passo è stato fatto, e quando si guarda la decodificazione genetica di questo ceppo O104 che ha minacciato i consumatori di prodotti alimentari in tutta l’UE, emerge un quadro affascinante di come è stato generato. Quando gli scienziati del Robert Koch Institute in Germania hanno decodificato la struttura genetica del ceppo O104, hanno trovato che è resistente a tutte le classi e le combinazioni di antibiotici:
• penicillina;
• tetraciclina;
• acido nalidixico;
• trimetoprim-sulfamethoxazol;
• cefalosporina;
• amoxicillina/acido clavulanico;
• piperacillina-sulbactam;
• piperacillina-tazobactam.
Inoltre, questo ceppo O104 possiede una capacità di produrre particolari enzimi che gli conferiscono quella che potrebbe essere chiamata “superpotenza batterica” nota tecnicamente come ESBL: “I Beta-Lattamasi a Spettro Esteso (ESBL) sono enzimi che possono essere prodotti dai batteri e li rendono resistenti alle cefalosporine, ad esempio, cefuroxima, cefotaxime e ceftazidime - che sono gli antibiotici più utilizzati in molti ospedali”, spiega la Health Protection Agency del Regno Unito. Per di più, questo ceppo O104 possiede due geni - TEM-1 e CTX-M15 - che “hanno fatto rabbrividire i medici dal 1990″, scrive The Guardian. E perché fanno rabbrividire i medici? Perché sono così mortali che molte persone infette da tali batteri sperimentano l’insufficienza critica di un organo e semplicemente muoiono.
Come, esattamente, nasce un ceppo batterico che è resistente a più di un dozzina di antibiotici in otto classi di farmaci differenti ed è caratterizzato da due mutazioni genetiche mortali, nonché dalla capacità di produrre enzimi ESBL? In effetti c’è un solo modo in cui questo accade, e cioè, si deve esporre questo ceppo di E. coli a tutte le otto classi di farmaci antibiotici. Di solito questo non avviene contemporaneamente: prima si espone alla penicillina e si trovano le colonie superstiti che sono resistenti alla penicillina. Poi si prendono le colonie sopravvissute e si espongono alla tetraciclina. Le colonie superstiti sono diventate resistenti sia alla penicillina che alla tetraciclina. Poi si espongono a un sulfamidico e si raccolgono le colonie sopravvissute, e così via. Si tratta di un processo di selezione genetica effettuata in un laboratorio con un risultato desiderato. Si tratta essenzialmente di come alcune armi biologiche sono costruite dall’esercito degli Stati Uniti nella sua struttura di laboratorio a Ft. Detrick, nel Maryland. Anche se il processo reale è più complicato di questo, il risultato è che la creazione di un ceppo di E. coli resistente a otto classi di antibiotici richiede ripetute e prolungate esposizioni a tali antibiotici. E’ praticamente impossibile immaginare come questo possa accadere del tutto spontaneamente nel mondo naturale. Ad esempio, se questo batterio è nato nel cibo (come ci è stato detto), allora da dove ha acquisito tutta questa resistenza agli antibiotici in considerazione del fatto che gli antibiotici non sono utilizzati nelle verdure?
Quando si considera la prova genetica che ora è di fronte a noi, è difficile immaginare come questo possa accadere “in natura”. Mentre la resistenza a un antibiotico singolo è comune, la creazione di un ceppo di E. coli che è resistente a otto diverse classi di antibiotici - in combinazione - sfida semplicemente le leggi della permutazione genetica e combinazione in natura. In poche parole, questo super ceppo di E. coli non avrebbe potuto essere creato in natura. E questo lascia solo una spiegazione, per cui in realtà proveniva da un laboratorio, che l’ha progettato e poi rimesso in libertà.
Le prove ora puntano verso il fatto che questo ceppo mortale di E. coli è stato progettato e poi rilasciato nella catena alimentare o in qualche modo è uscito da un laboratorio finendo nelle scorte alimentari inavvertitamente. Se non siete d’accordo con tale conclusione, allora siete costretti a concludere che questo superbatterio octobiotico (immune a otto classi di antibiotici) si è sviluppato in modo casuale per suo conto…e questa conclusione è molto più spaventosa della spiegazione della “bioingegneria”, perché significa che superbatteri octobiotici possono semplicemente apparire ovunque e in qualsiasi momento senza motivo. Questa sarebbe una teoria davvero molto esotica. La mia conclusione ha effettivamente più senso: questo ceppo di E. coli è stato quasi certamente costruito e poi immesso in forniture alimentari per un fine specifico. Quale potrebbe essere tale fine? E’ ovvio, spero. E’ in funzione il solito metodo: problema, reazione, soluzione. Prima si causa un problema (un ceppo mortale di Escherichia coli nel rifornimento alimentare). Poi si aspetta la reazione del pubblico (enorme clamore in quanto la popolazione è terrorizzata dall’E. Coli). In risposta a questo, si mette in atto la soluzione desiderata (il controllo totale della fornitura globale di cibo e la messa fuori legge di germogli crudi, latte crudo e verdure crude). E’ tutto qui, ovviamente. La FDA ha invocato lo stesso fenomeno negli Stati Uniti quando ha fatto pressione per la sua recente “Legge di Modernizzazione per la sicurezza alimentare” che in sostanza, mette fuori legge le piccole aziende organiche familiari a meno che non lecchino le scarpe alle autorità di regolamentazione della FDA. La FDA è stata in grado di schiacciare la libertà agricola in America aggiungendo il timore diffuso che ha seguìto la diffusione di focolai di E. coli nella catena alimentare statunitense. Quando le persone hanno paura, ricordate, non è difficile far loro accettare qualsiasi livello di regolamentazione tirannica. E rendere la gente spaventata dal loro cibo è una cosa semplice…pochi comunicati stampa del governo inviati via e-mail ai media mainstream affiliati, è tutto quello che serve.
Ora, ricordate: tutto questo sta accadendo sulla scia del divieto europeo per piante medicinali e integratori alimentari - un divieto che palesemente mette fuorilegge terapie nutrizionali che aiutano a mantenere le persone sane e libere da malattie. Ora che tutte queste erbe e supplementi sono fuorilegge, il passo successivo è quello di rendere la gente anche spaventata dagli alimenti freschi. Questo perché gli ortaggi freschi sono medicinali, e fintanto che il pubblico ha il diritto di acquistare ortaggi e legumi freschi, può sempre prevenire le malattie. Ma se si rende la gente spaventata dalle verdure fresche - o se si mettono fuorilegge del tutto - allora è possibile forzare l’intera popolazione ad una dieta di cibi morti e prodotti alimentari trasformati che favoriscono le malattie degenerative e sostengono i profitti delle potenti aziende farmaceutiche. Fa tutto parte dello stesso programma, evidentemente: rendere le persone malate, negare loro l’accesso ad erbe medicinali e integratori, poi approfittare delle loro sofferenze per vendere farmaci a livello mondiale. Gli OGM svolgono un ruolo simile in tutto questo: sono progettati per contaminare le scorte alimentari con un codice genetico che causa infertilità diffusa tra gli esseri umani. E coloro che sono in qualche modo in grado di riprodursi dopo l’esposizione agli OGM soffrono anche di malattie degenerative che arricchiscono le case farmaceutiche attraverso le “cure”. Ricordate quale paese è stato preso di mira in questo recente allarme di E. coli? La Spagna. Perché la Spagna? Ricordiamo che le rivelazioni trapelate da Wikileaks hanno messo in luce che la Spagna ha resistito all’introduzione degli OGM nel suo sistema agricolo, anche se il governo degli Stati Uniti, di nascosto, ha minacciato ritorsioni politiche per la sua resistenza. Questa falsa accusa alla Spagna per i morti da E. coli è probabilmente una rappresaglia per la mancata volontà della Spagna di saltare sul carro OGM.
A questo proposito, la spiegazione più probabile per cui questo ceppo di E. coli è stato ingegnerizzato è che i giganti farmaceutici hanno potuto farlo nei propri laboratori. Chi altro ha accesso a tutti gli antibiotici e alle attrezzature necessarie per gestire le mutazioni mirate di migliaia di colonie di E. coli? Le aziende farmaceutiche sono in una posizione unica per attuare questa trama e trarne profitto. In altre parole, essi hanno i mezzi e il movente per impegnarsi proprio in tali azioni. Oltre alle case farmaceutiche, forse solo le autorità di regolamentazione delle malattie infettive hanno questo tipo di capacità di laboratorio. Il CDC, per esempio, probabilmente avrebbe potuto attuare questo, se avesse voluto davvero. La prova che qualcuno ha manipolato biologicamente questo ceppo di Escherichia coli è scritta proprio nel DNA dei batteri. Queste sono prove giudiziarie, e quello che rivelano non può essere negato. Questo ceppo ha subìto ripetute e prolungate esposizioni a otto diverse classi di antibiotici, e quindi in qualche modo è riuscito ad apparire nella catena alimentare. Come si arriva a questo se non attraverso un programma ben pianificato condotto da scienziati canaglia? Non esiste una cosa come la “mutazione spontanea” in un ceppo che è resistente alle principali otto classi di farmaci antibiotici di marca, venduti oggi da Big Pharma. Tali mutazioni devono essere deliberate.
Ancora una volta, se non siete d’accordo con questa valutazione, allora state dicendo che no, non è stato fatto volutamente…è accaduto accidentalmente! E di nuovo, dico che è ancora più spaventoso. Perché significa che la contaminazione da antibiotici del nostro mondo è adesso a un tale livello estremo di annientamento che un ceppo di E. coli in natura può essere saturato con otto diverse classi di antibiotici, fino al punto da trasformarsi naturalmente nel suo stesso superbatterio mortale. Se è questo che la gente crede, allora è una teoria quasi più spaventosa della spiegazione bioingegneristica! Ma in entrambi i casi - non importa cosa credete - la semplice verità è che il mondo affronta oggi una nuova era a livello mondiale di ceppi di superbatteri che non possono essere trattati con farmaci conosciuti. Tutti possono, ovviamente, essere facilmente uccisi con l’argento colloidale, che è esattamente il motivo per cui la FDA e le autorità di regolamentazione mondiale della sanità hanno violentemente attaccato le aziende di argento colloidale in tutti questi anni: essi non possono permettere che il pubblico metta le mani su antibiotici naturali che funzionano veramente, evidentemente. Verrebbe vanificato l’obiettivo di rendere tutti malati, in primo luogo. In effetti, questi ceppi di superbatteri E. coli possono essere abbastanza facilmente trattati con una combinazione di antibiotici naturali a spettro completo ricavati da piante come l’aglio, lo zenzero, la cipolla e le erbe medicinali. Primi tra tutti, i probiotici possono aiutare l’equilibrio della flora del tubo digerente ed “eliminare” il mortale E. coli. Un sistema immunitario sano e un tratto digerente ben funzionante possono combattere un’infezione da superbatterio E. coli, ma questo è ancora un altro fatto che la comunità medica non vuole farvi sapere. Essi preferiscono di gran lunga che voi rimaniate una vittima inerme che giace in ospedale, in attesa di morire, senza opzioni a vostra disposizione. Questa è la “medicina moderna” per voi. E’ causa dei problemi che essi pretendono di trattare, e che poi non saranno nemmeno trattati con tutto ciò che essenzialmente funziona. Quasi tutti i decessi attribuibili a questo focolaio di Escherichia coli sono facilmente e prontamente evitabili. Queste sono morti per ignoranza. Ma ancor più, esse possono anche essere morti causate da una nuova era di armi biologiche su base alimentare, scatenata o da un gruppo di scienziati pazzi o dall’agenda portata avanti da un’istituzione che ha dichiarato guerra contro la popolazione umana.
LATTE: ALIMENTO KILLER.
07-09-2016
Dopo i primi tre anni di vita l'uomo perde gli enzimi (rennina (detta anche chimosina) e lattasi) preposti per la digestione del latte. L'uomo è il solo animale che continua a prendere il latte, dopo lo svezzamento, di un animale che egli considera inferiore sotto l'aspetto intellettivo, emotivo e spirituale. Tra il latte umano e quello vaccino c'è la stessa differenza tra una donna ed una mucca. Il latte della mucca è adatto al vitello che ha una velocità di crescita 3 volte superiore a quella del cucciolo umano ed una necessità proteica quasi 4 volte maggiore. I reni di un bambino nutrito con latte vaccino arrivano ad essere un terzo più grossi di quelli di un bambino nutrito al latte di donna: l'ipertrofia è determinata dal superlavoro cui sono sottoposti i reni a causa dell'eccesso proteico del latte vaccino che oltre ad oberare i reni e il fegato, arreca danni all'ipofisi, alla tiroide e al surrene. Il latte vaccino nei bambini può provocare sanguinamento gastroenterico; è carente di ferro perchè il fosforo e il calcio che contiene interferiscono con l'assorbimento di questo minerale. Il latte umano oltre ad avere (in assoluto) il più basso valore proteico, è anche il più dolce. Il cervello umano funziona a glucosio. I glucidi del latte umano sono essenziali per lo sviluppo cerebrale del bambino: sono presenti nel latte umano in misura quasi doppia rispetto al latte vaccino. Solo il 25-30% del calcio presente nei latticini viene assimilato, il resto viene eliminato con le feci perché i latticini non contengono la vitamina K fondamentale per il corretto assorbimento del calcio. Il latte di vacca, anche se ricco di calcio, quando è nel tubo digestivo umano la maggioranza di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita. Nei formaggi vi è un'alta concentrazione di farmaci, di diserbanti e additivi. I nitrati (conservanti) si trasformano facilmente in nitrosamine potenzialmente cancerogene. I formaggi stagionati contengono molte proteine, grassi saturi e colesterolo.
EFFETTI
Tre quarti di tutte le allergie e metà dei problemi digestivi del bambino sono causati dal latte vaccino, oltre a casi di asma, insonnia e affezioni cutanee. Il latte produce catarro e muco che si fissa sulle pareti dello stomaco impedendo l'assorbimento delle sostanze alimentari. La caseina del latte è la base di una delle più potenti colle per il legno usata per la costruzione delle navi. Il latte vaccino apre la strada a: catarro, febbre da fieno, asma, bronchite, raffreddore, allergie, dissenteria, stitichezza, palpitazioni, malattie cardiache, angina, calcoli renali, artriti, spondiliti, tumori e cancro. Al latte sono da attribuire almeno la metà di tutti i cancri maschili e a più di due terzi dei cancri femminili. Il fosforo presente nel latte vaccino è circa 6 volte maggiore che nel latte umano, questo blocca l'assorbimento del calcio provocando nel lattante una tendenza alla ipocalcemia. Il fosforo serve all'animale per costruire rapidamente il suo scheletro che gli consente di fuggire anche da cucciolo ad un pericolo improvviso.
- Rudolf Steiner sostiene che il bambino nutrito con il latte vaccino presenterà da anziano sclerosi ed invecchiamento precoce.
- Nel 1942 un'indagine in Scandinavia sui legami tra latte vaccino e l'insorgenza dell'artrite, durata 30 anni, ha dimostrato che il latte vaccino causa il fattore artritico.
- Da un'indagine in alcune zone dell'India dove lo yogurt si consuma abbondantemente, pare che il galattosio sia la causa dell'insorgere della cataratta.
- I fermenti dello yogurt utilizzano per il proprio sviluppo la vitamina B12 che si forma nell'intestino umano provocandone una diminuzione.
- Un quinto dell'umanità vive benissimo senza usare latte vaccino: cinesi, giapponesi e coreani.
- Il latte di mucca provoca nel bambino carenza di ferro.
- Il pediatra prof. Marcello Giovannini ed il nutrizionista Ermanno Lanzola sconsigliano il latte vaccino nei primi 12 mesi di vita del bambino perché:
1. ha troppe proteine;
2. ha meno lattosio del latte umano;
3. ha uno squilibrato rapporto di acidi grassi;
4. ha valori squilibrati di calcio e fosforo;
5. è privo di fattori di difesa specifici;
- Il latte umano ha un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antinfiammatori. Al contrario, il latte di vacca é una sostanza infiammatoria al 100%.
- Il latte vaccino contiene circa 59 tipi di ormoni (pituitari, steroidei, adrenali, sessuali ecc.) tra cui il piú importante l'ormone della crescita veloce dei vitelli.
- Il latte puó anche essere contaminato da prodotti chimici, antibiotici, pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni...viene arricchito con additivi, vitamine e minerali sintetici, proteine, acidi grassi...In alcuni casi, anche grassi di animali diversi.
- Le sostanze tossiche che con piú frequenza si possono trovare in un bicchiere di latte di vacca sono:
a. metalli e plastica;
b. detergenti e disinfettanti;
c. pesticidi e fertilizzanti;
d. micotossine: provenienti dal mangime che si dá alle vacche;
e. antibiotici ed altri farmaci;
f. diossine.
MALATTIE CONNESSE AL CONSUMO DI LATTE
Anemia ferropenica; artrite reumatoide e osteoartrite; asma; autismo; cancro dello stomaco; cancro della mammella; cancro delle ovaie; cancro del pancreas; cancro della prostata; cancro del polmone; cancro del testicolo; cataratta; colite ulcerosa; diabete mellito tipo 1; dolori addominali senza intolleranza al lattosio; morbo di Crohn; malattie coronarie; sclerosi multipla; stitichezza; fatica cronica; incontinenza urinaria; intolleranza al lattosio; aumento di muco nelle prime vie respiratorie; linfomi; emicrania; reazioni allergiche; emorragie gastrointestinali; sindrome da cattivo assorbimento; insonnia o difficoltà ad addormentarsi; ulcera peptica.
IL PROBLEMA DEL CALCIO
Negli Stati Uniti, il paese maggior consumatore mondiale di latte, c'é un'incidenza maggiore di osteoporosi tra la sua popolazione. Il Progetto di nutrizione Cornell Oxford-Cina, salute e ambiente, che iniziò nel 1983 con uno studio delle abitudini quotidiane di 6.500 abitanti di 65 province disperse nella Cina rurale, una delle ricerche più rigorose effettuate in materia di salute, provò che le donne che non bevevano latte di vacca non soffrivano di osteoporosi. Se lasciavano questa dieta e introducevano latte di vacca, i loro livelli di calcio si abbassavano e aumentava l'incidenza di questa patologia. Le ricerche svolte dal dottor John McDougall (medico nutrizionista del St. Helena Hospital di Napa, California, USA) dimostrarono che le donne dell'etnia Bantú che non bevono latte di vacca pur avendo una media di 10 figli e li allattano per lunghi periodi, non soffrono di osteoporosi. Il lavoro del Dr. William Ellis, ex presidente dell'Accademia Americana di Osteopatia Applicata, stabilì che le persone che bevevano da 3 a 5 bicchieri di latte al giorno presentano i livelli più bassi di calcio nel sangue. Lo Studio pubblicato dall'American Journal of Clinical Nutrition stabilì che l'eccesso di proteine del latte é uno dei fattori più importanti nello sviluppo dell'osteoporosi. Inoltre, si dimostrava che fino all'età di 65 anni le donne che non bevevano latte ed erano vegetariane, avevano solo il 18% di perdita ossea, mentre le onnivore avevano una perdita ossea del 35%. Studi più recenti mostrano che con un'ingestione di 75 grammi giornalieri di proteine del latte si perde più calcio nell'urina di quello che si assorbe attraverso la dieta.
L'OPINIONE DI JEAN SEIGNALET
Il dottor Seignalet, ematologo, immunologo, biologo e cattedratico di Medicina all'Universitá di Montpellier, a proposito del latte riferisce: "Il pericolo della mancanza di calcio é un'illusione. É vero che il latte di vacca é ricco in calcio, però una volta che si trova nel tubo digestivo umano, l'immensa maggioranza di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita. Il calcio assimilabile é apportato in quantità più che sufficiente dai vegetali, ortaggi, legumi secchi, verdure, frutta secca e fresca. Eliminare dall'alimentazione il latte animale non provoca carenza di calcio. Al contrario, il regime alimentare che esclude i derivati del latte, blocca 70 volte su 100 l'evoluzione dell'osteoporosi e permette di recuperare parte del terreno perso".
LA CASEINA DEL LATTE
Il bambino lattante assimila completamente la caseina del latte materno ma non quella del latte di vacca. La caseina animale in alcune persone aderisce ai follicoli linfatici dell'intestino impedendo l'assorbimento di altri nutrienti. Sbarazzarsi dei suoi residui metabolici causa perdita energetica per l'organismo e può provocare problemi immunologici.
I GRASSI DEL LATTE
Il latte umano contiene 45 grammi di lipidi per litro, dei quali 55% sono acidi grassi polinsaturi, e 45% saturi; ha, soprattutto, un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antinfiammatori. Al contrario, il latte di vacca contiene un 70% di acidi grassi saturi e 30% di polinsaturi. Inoltre questo 30% di polinsaturi perde le sue proprietá quando per effetto del calore (tra i 40º e i 45ºC) si denaturano e non possono essere precursori di sostanze antinfiammatorie. Per questo il latte trattato per il consumo é una sostanza infiammatoria al 100%. I bambini che sono soliti bere vari bicchieri di latte al giorno hanno le arterie in peggiori condizioni di quelli che non lo prendono.
LA CARICA ORMONALE
La professoressa Jane Plant, autrice del libro "La tua vita nelle tue mani" spiega che l'IGF1 é specialmente attivo durante la pubertà e la gravidanza. Nel caso delle bambine adolescenti questo ormone stimola la crescita del tessuto della mammella. Durante la gravidanza aumenta i tessuti mammari e i dotti del latte materno per favorire l'allattamento. Alti livelli di questo ormone incrementano fino a tre volte il rischio di soffrire di cancro della mammella o di prostata da parte di quelli che consumano molto latte. Nello stesso modo gli estrogeni che si aggiungono al latte bovino sono altri fattori che stimolano l'effetto nocivo di questo ormone e che indirettamente favoriscono la comparsa di tumori.
- Sostanze tossiche nel latte: I macchinari utilizzati negli allevamenti per trasportare e immagazzinare il latte può contaminarlo. Di fatto si é arrivati a trovare in esso ferro, rame, piombo, cadmio, zinco
o loro residui.
- Detergenti e disinfettanti: Formiolo, acido borico, acido benzoico, sali alcalini, bicromato di potassio ecc...sostanze che si usano nella pulizia e disinfezione del materiale che viene a contatto col latte. Il suo uso viene giustificato dal fatto che l'acqua da sola é incapace di trascinare i resti di materia organica e distruggere i batteri che contaminano le istallazioni e che possono passare al latte.
- Pesticidi e fertilizzanti: Nel mangime che si dà alla vacca si possono trovare composti chimici: acaricidi, nematicidi, fungicidi, rodenticidi, erbicidi, DDT, dieldrin, lindano, metoxicloro, malation, aldrin ecc...che possono causare il cancro.
- Micotossine: Provenienti dal mangime che si dà alle vacche, quando é contaminato da muffe, specialmente Aspergyllus flavus.
- Antibiotici ed altri farmaci: Impiegati nel trattamento e prevenzione delle malattie infettive e parassitarie delle vacche, possono passare al latte contaminandolo. La maggioranza delle industrie casearie usano circa 60 tipi di trattamento chimico per trattare i gonfiori del capezzolo dopo ogni minzione e per ridurre la propagazione della mastite nei branchi.
- Diossine: Derivati del cloro sono relazionati col cancro al polmone e ai linfomi. L’esposizione alla diossina é stata messa in relazione con il diabete, i problemi di sviluppo del bambino e diversi problemi di squilibrio del sistema immunitario.
MALATTIE CONNESSE AL CONSUMO DI LATTE
ANEMIA FERROPENICA
Il Dr. Frank Oski, direttore del dipartimento di Pediatria della scuola di medicina dell'Universitá John Hopkins (USA), asserisce che nel suo paese tra il 15 e il 20% dei bambini minori di due anni soffrono di anemia ferropenica e che la metà del resto delle anemie che si producono negli USA sono relazionate con il consumo di latte e suoi derivati a causa delle piccole emorragie gastrointestinali che il latte può provocare.
ARTRITE REUMATOIDE E OSTEOARTRITE
Si é constatato che i complessi antigene-anticorpo generati dal latte si depositano a volte nelle articolazioni provocandone infiammazione e tumefazione. Studi realizzati nell'Universitá della Florida (USA) confermano che i sintomi si aggravano in pazienti, che consumano latte, con artrite reumatoide. In un articolo pubblicato nella rivista Scandinavian Journal of Rheumatology, si affermava che in persone affette da questa patologia quando smisero di ingerire latticini e bevvero solo acqua, té verde, frutta e succhi vegetali entro 7-10 giorni l'infiammazione e il dolore diminuirono significativamente: quando uno tornava a una dieta latto-ovo-vegetariana i sintomi riapparivano. Un gruppo di ricercatori israeliani dimostrò nel 1985 che il latte può indurre anche l'artrite reumatoide giovanile.
ASMA
Il latte può stimolare la produzione eccessiva di muco nelle vie respiratorie. L'allergia al latte é causa di asma. I bambini con eccesso di muco e difficoltà respiratorie ai quali si toglie il latte di vacca migliorano in modo sorprendente.
AUTISMO
I sintomi neurologici dei pazienti autistici peggiorano quando consumano latte o grano. Si crede che i peptidi del latte possano avere un effetto tossico nel sistema nervoso centrale interferendo con i neurotrasmettitori. Nelle loro ricerche i dottori dell'Universitá di Roma notarono un miglioramento marcato nel comportamento di questi malati dopo aver smesso di ingerire latte per otto settimane. Nel loro sangue c'erano alti livelli di anticorpi contro la caseina, la lattoalbumina e la betalattoglobulina.
CANCRO DELLO STOMACO
Ricercatori dell'Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Morelos (Messico) trovarono un aumento significativo di rischio di contrarre cancro allo stomaco in pazienti che consumano latticini.
CANCRO DELLA MAMMELLA
Il latte é considerato da molti esperti causa diretta di questo tipo di cancro. Se a questo si aggiunge l'influenza dell'ormone insulinico, le probabilitá di contrarlo aumentano considerevolmente nelle grandi consumatrici di latte.
CANCRO DELLE OVAIE
Il galattosio (uno degli zuccheri del latte) é stato messo in relazione anche con il cancro delle ovaie. Alcuni ricercatori affermano che le donne che bevono più di un bicchiere di latte intero al giorno hanno tre volte più probabilità di contrarre questo tipo di cancro rispetto a quelle che non ne bevono.
CANCRO DEL PANCREAS
Ricercatori dell'Universitá di Harvard (USA) affermano che esiste una relazione "positiva e forte" tra il cancro del pancreas e il consumo di latte.
CANCRO DELLA PROSTATA
Secondo il Dr. Chan (epidemiologo dell'Universitá di Harvard) il consumo di molto latte e suoi derivati é associato con un incremento del rischio di cancro alla prostata nell'uomo. Ciò può essere dovuto al fatto che l'alto contenuto di calcio nel latte fa diminuire la quantitá di vitamina D del corpo incaricata di proteggere dal cancro alla prostata. Epidemiologi italiani dell’Aviano Cancer Center calcolarono che se si prendono due o più bicchieri di latte al giorno il livello di rischio di soffrire questo cancro aumenta 5 volte. Un altro studio (realizzato dalla stessa èquipe di ricercatori) dimostrò che gli uomini che consumano grandi quantità di latte e/o latticini hanno un 70% di rischio in più di contrarre cancro alla prostata. Il consumo di latte scremato é associato con un maggior incremento rispetto a quello intero.
CANCRO DEL POLMONE
Ricercatori olandesi nel 1989 hanno concluso che le persone che bevono due o più bicchieri di latte al giorno hanno una probabilità 2 volte maggiore di sviluppare cancro al polmone di quelle che non lo bevono. Le persone che bevono questa stessa quantità di latte scremato sembrano essere più protette. Inoltre si é documentato che esiste una relazione diretta tra l'ormone somatotropina e il cancro al polmone, e tra questo e la diossina che contamina il latte. In un articolo pubblicato nel giornale americano The Washington Post, si affermava che le persone che consumano grandi quantità di grassi sono 10 volte più predisposte a contrarre il cancro, specialmente al polmone.
CANCRO DEL TESTICOLO
Ricercatori britannici scoprirono che esiste una relazione tra il cancro testicolare e il consumo di latte. Il rischio incontrato fu 7,19 volte maggiore rispetto alla popolazione generale e aumenta di un 1,39 per ogni quarto di litro di latte in più che si consuma.
CATARATTA
C'é una crescente evidenza della relazione tra il consumo di latte e la cataratta. Secondo diversi studi scientifici le popolazioni umane che consumano grandi quantità di latticini hanno una maggior incidenza di cataratta rispetto a quelli che lo evitano. Questo difetto é stato posto in relazione con il lattosio e il galattosio.
COLON IRRITABILE E COLITE ULCEROSA
Anche queste malattie sono state associate al consumo eccessivo di latte e derivati. Il 70% di coloro che soffrono di colon irritabile o colite ulcerosa sono intolleranti o allergici al latte.
DIABETE MELLITO TIPO 1
Diversi studi dimostrano che i lattanti alimentati con latte di vacca presentano un maggior rischio di soffrire di diabete insulino-dipendente. Uno studio pubblicato in Inghilterra identifica il latte come "elemento responsabile o fattore scatenante in alcune persone geneticamente sensibili". Eliminare il latte e derivati dalla dieta infantile potrebbe diminuire drasticamente l'incidenza di questo tipo di diabete.
MORBO DI CROHN
Il Dottor John Hermon-Taylor, direttore del Dipartimento di Chirurgia della Scuola di Medicina dell'Hospital St. George (Gran Bretagna) afferma: "Dopo aver studiato la malattia di Crohn per 20 anni, la Paratubercolosi é indubbiamente associata a questa patologia e che questo microrganismo si trasmette fondamentalmente attraverso il latte perché la pastorizzazione non lo distrugge". In uno studio realizzato tra il 1990 e il 1994 sui contenitori per il latte si trovò che il 7% di essi erano contaminati con la Paratubercolosi.
MALATTIE CORONARIE
Numerosi ricercatori relazionano alcuni componenti del latte (i grassi, il suo alto contenuto in calcio, la presenza di xantina ossidasi ecc.) con questo tipo di problemi. L'enzima bovino xantina-ossidasi causa problemi quando il latte é omogeneizzato: il suo danno si centra nei vasi sanguigni. Sembra che questo enzima attraverserebbe intatto le pareti intestinali facendosi trasportare dal sangue e distruggerebbe il masmogeno, uno dei componenti della membrana delle cellule che formano il tessuto cardiaco. Uno di questi ricercatori é il dottor Kurt Oster, capo di servizio di cardiologia dell'ospedale Park City a Bridgeport (USA), che durante un periodo di quasi 4 anni studiò 75 pazienti che soffrivano di angina pectoris e arteriosclerosi. Quando si eliminò il latte dalla loro dieta e gli si dette acido folico e vitamina C (entrambe combattono la xantina-ossidasi) il dolore diminuì. Il dottor Kurt Esselbacher (dell'Universitá di Harvard) afferma che: "Il latte omogeneizzato, dovuto al contenuto di xantina-ossidasi, é uno delle cause maggiori di malattie coronarie negli Stati Uniti". Studi realizzati in Russia hanno dimostrato che chi beve tre o più bicchieri di latte al giorno ha 1,7 volte più probabilità di soffrire malattie ischemiche - cardiache di chi non ne consuma. Il consumo abituale di latticini aumenta il colesterolo cattivo (LDL). Anche il consumo di proteine del latte sembra avere una relazione diretta con la mortalità coronaria. Inoltre le proteine del latte contribuiscono alla formazione di omocisteina: la connessione tra il latte, il lattosio, il calcio e l'omocisteina potrebbe essere responsabile della calcificazione delle arterie.
SCLEROSI MULTIPLA
Scienziati dell'Università di Michigan (USA) hanno potuto stabilire una relazione tra la sclerosi multipla e un eccessivo consumo di latte.
STITICHEZZA
Il latte é causa accertata di stitichezza in bambini ed anziani. La sua eliminazione dalla dieta e un maggior consumo di verdure e fibra di solito risolve questo problema. Allo stesso modo, tanto la stitichezza cronica come le lesioni perianali sono state associate ad una chiara intolleranza al latte di vacca.
FATICA CRONICA
Secondo uno studio realizzato con bambini a Rochester (New York) nel 1991, bere latte aumenta 44,3 volte il rischio di soffrire questa malattia.
INCONTINENZA URINARIA
Molti bambini che bagnano le lenzuola smettono di farlo quando eliminano dalla loro dieta il latte, i prodotti che lo contengono ed i loro derivati.
INTOLLERANZA AL LATTOSIO
Il lattosio, zucchero del latte, per essere utilizzato dal nostro organismo deve essere previamente idrolizzato per mezzo di un enzima chiamato lattasi, che sparisce lentamente quando cominciano a crescere i denti. Nella razza bianca la lattasi resta per più tempo che nella razza negra. Nella maggior parte delle persone che non producono lattasi, o lo producono a livelli molto bassi, il lattosio non idrolizzato passa all'intestino dove viene attaccato dai batteri generando fermentazione, meteorismo, coliche, diarrea, irritazioni delle pareti intestinali e micro-ferite con perdite di sangue che possono provocare carenza di ferro. Inoltre il lattosio può favorire l'assimilazione dei metalli pesanti come il cadmio, il mercurio ed altre sostanze tossiche.
LINFOMI
In uno studio realizzato nell'Università di Bergen (Norvegia) durante un anno e mezzo con quasi 16.000 pazienti si osservò che le persone che consumano due bicchieri di latte al giorno presentano un rischio 3,4 volte maggiore di soffrire di linfoma rispetto a quelli che ne bevevano di meno. Pare che il latte di vacca possa trasmettere il virus della leucemia bovina. Questo stesso studio trovò un'associazione, anche se debole, tra il consumo di latte e il cancro ai reni e agli organi riproduttivi femminili. Un altro meccanismo attraverso il quale si può contrarre il linfoma é il latte contaminato con diossina.
EMICRANIA
Si é provato sperimentalmente che quando si sopprime il latte dalla dieta di pazienti affetti da emicrania si riducono significativamente i sintomi.
ORECCHIE, NASO, GOLA
Nel 1994 la rivista Natural Health pubblicava una serie di scoperte che relazionano al latte l'aumento di infezioni di orecchie e gola. Gli studi dimostrano che le tonsille e le adenoidi si riducono quando si limita il consumo di latte.
REAZIONI ALLERGICHE
L'allergia alle proteine del latte di vacca é una reazione dei meccanismi immunologici a una o piú proteine del latte (caseina, alfa lattoalbumina, beta lattoglobulina). Attualmente molti studi medici riconoscono la relazione tra il latte e le reazioni allergiche stabilendone la prevalenza tra un 2 e un 5% della popolazione mondiale.
EMORRAGIE GASTROINTESTINALI
Dovute all'intolleranza alle proteine del latte di vacca nei bambini. Il sanguinamento é cosí serio che si colloca come una delle cause più comuni di anemia nei bambini.
SINDROME DI CATTIVO ASSORBIMENTO
Ricercatori dell'Universitá di Helsinki (Finlandia) hanno provato la relazione tra le proteine del latte e il danno alla mucosa intestinale. Questo danno é caratterizzato da diarrea cronica, vomito e crescita ritardata.
INSONNIA E DIFFICOLTA’ AD ADDORMENTARSI
Studi realizzati nell'Università Free di Bruxelles tra gli anni 1986 e 1988 confermarono la relazione tra il consumo di latte e i problemi di sonno nei bambini. Tutti i sintomi miglioravano quando si escludeva il latte dalla dieta e peggioravano quando lo si reintroduceva. Il tempo medio per notare un miglioramento era di 5 settimane. Anche l'agitazione che manifestavano i bambini diminuiva.
ULCERA PEPTICA
Latte e derivati aggravano tutti i sintomi. Il sollievo temporaneo che in passato sentivano questi pazienti era dovuto semplicemente al fatto che normalmente il latte lo si beveva freddo ed era la temperatura del liquido che faceva migliorare temporaneamente la situazione.
ALTRE REAZIONI PROVOCATE DAL LATTE
Acidosi lattea associata all'allergia al latte di vacca; difficoltà di apprendimento in bambini e, alcuni casi, infertilità femminile. Le madri che bevono latte di vacca durante il periodo dell'allattamento espongono i loro figli ai rischi associati a quest'alimento.
OMOGENEIZZAZIONE
Un processo meccanico mediante il quale si riduce la misura delle particelle di grasso del latte evitando che la crema si concentri nella superficie. Si spara un getto di latte a pressione contro una placca di acciaio ad una temperatura tra 50 e 60ºC: si ottiene un latte più bianco che si mantiene liquido nel contenitore ma si rompono anche gran parte delle strutture lipidiche e proteiche. Secondo alcuni esperti, diminuire di 10 volte la dimensione delle particelle di grasso può far aumentare il rischio di soffrire attacchi al cuore in quelli che ne consumano grandi quantitá, probabilmente a causa dell'enzima bovino xantina-ossidasi che attraversa intatto le pareti intestinali e, utilizzando il sangue come veicolo, distruggerebbe il masmogeno, un componente delle membrane cellulari del tessuto cardiaco.
PASTORIZZAZIONE
Consiste nell'applicazione di alte temperature per un determinato tempo. Con questo metodo si distrugge la maggior parte dei microrganismi che possono alterare il latte, ma non tutte le spore: si ottiene il latte fresco del giorno che si mantiene in condizioni adeguate solo per 2 o 3 giorni. Esistono due tipi di pastorizzazione: quella alta (che dura 15 secondi ad una temperatura di 72ºC) e quella bassa (che dura 30 minuti a 65ºC). Il latte é poi sottoposto ad un raffreddamento rapido, ma se quest'ultimo trattamento non avviene in forma corretta possono germinare le spore che sono sopravvissute al trattamento termico. Inoltre con questo metodo si produce la coagulazione delle proteine e si perde il 5% delle vitamine B1 e B6, il 10% della B12 e il 25% della vitamina C. La pastorizzazione disgrega calcio, magnesio e fosfati indispensabili per la formazione delle ossa, oltre a causare parziale coagulazione delle proteine.
STERILIZZAZIONE
Un processo che combina alte temperature in un tempo abbastanza lungo: si assicura l'assenza di germi patogeni e tossine ed il prodotto si mantiene in buone condizioni per un tempo più lungo. Con questo processo si perdono però le vitamine B1, B2, B3, B6, B12, A, C, D ed alcuni aminoacidi essenziali.
UHT
Latte che é stato trattato a temperatura molto alta per un tempo molto breve. Con questo metodo le alterazioni biochimiche a danno delle proteine sono molto importanti.
TIPI DI LATTE DI VACCA
LATTE INTERO
Presenta il maggior contenuto di grasso del latte. Il suo apporto calorico e di colesterolo é molto elevato: un bicchiere di latte apporta 7,2 grammi di grasso e 123 calorie: l'impatto di questa sostanza sul sistema cardiovascolare è molto significativo.
LATTE SCREMATO
Ha meno calorie del latte intero. In funzione della quantità di grasso si chiama "scremato" (<0,18%) o "semiscremato" (0,5-2%). Ha un sapore più gradevole ma il suo valore nutritivo è scarso.
LATTE CONDENSATO
Latte al quale si toglie circa un 60% del contenuto acquoso e gli si aggiunge un 40% in peso di zucchero per impedire la proliferazione di batteri.
LATTE IN POLVERE
Si ottiene scaldando il latte liquido fino a fargli perdere circa il 60% dell'acqua che contiene. Nel processo si perdono tra un 25 ed un 50% delle vitamine idrosolubili (vitamina C e complesso B).
UNA STORIA REALE
La storia della professoressa Jane Plant, geochimica e capo scientifico del British Geological Survey è un esempio significativo per molte donne: é sopravvissuta a 5 tumori della mammella e alle pratiche mediche convenzionali per trattare i suoi cancri. Lo ha fatto, come ella stessa afferma, eliminando tutti i latticini dalla sua dieta. "Ho Sofferto l'amputazione di una mammella, mi sottomisero a radioterapia e a chemioterapia molto dolorosa. Mi videro specialisti tra i più eminenti del mio paese: dentro di me sentivo che stavo per morire e fui al punto di arrendermi", racconta la professoressa Plant nel suo libro “La tua vita nelle tue mani” e racconta la propria esperienza e come arrivò all'idea che le ha salvato la vita. "All'origine di un viaggio con mio marito in Cina cominciai a pensare che la mia malattia era inesistente in quel paese. Di fatto solo una tra 10.000 donne muore di cancro al seno in Cina mentre solo nel Regno Unito le cifre ufficiali parlano di una ogni 12. Allora con mio marito (uno scienziato) cominciammo a studiare il modo di vita e l'alimentazione delle orientali fino a che arrivammo all'idea che mi salvò la vita: le donne cinesi non si ammalano di cancro al seno, né gli uomini sviluppano tumori prostatici perché sono incapaci di tollerare il latte e, pertanto, non lo prendono. I cinesi non utilizzano mai il latte e tanto meno per allattare i loro bambini! Non è una casualità che piú del 70% della popolazione mondiale sia incapace di digerire il lattosio. Allora decisi di sopprimere completamente l'ingestione di latticini, compresi tutti gli alimenti che contengono un pò di latte: zuppe, biscotti, dolci ecc. E cosa successe? In solo pochi giorni il tumore cominciò a ridursi. Due settimane dopo il tumore cominciò a prudere. Dopo diventò più blando e cominciò a diminuire. Sei settimane dopo era sparito. Il mio oncologo del Charing Cross Hospital di Londra non poté reprimere un'esclamazione di meraviglia: "Non lo trovo!". Indubbiamente non si aspettava che qualcuno con un cancro tanto avanzato (che aveva invaso il mio sistema linfatico) potesse sopravvivere".
Piú di 60 donne che soffrivano di cancro al seno si misero in contatto con lei per domandarle consigli. I loro tumori sparirono. La Plant spiega che la relazione tra i latticini e il cancro al seno é simile a quella che esiste tra il tabacco e il cancro al polmone. Ma non solo questo. Ad esempio nel 1989 il dottor Daniel Cramer (dell'Universitá di Harvard) determinó che questi prodotti sono implicati anche nella comparsa del cancro alle ovaie. E i dati sul cancro alla prostata conducono a conclusioni simili. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che il numero di uomini che soffre questo cancro in Cina é dello 0,5 per ogni 10.000 persone, mentre nel Regno Unito la cifra é 70 volte maggiore. La chiave sta dunque, senza dubbio, nel consumo di latticini. Per la professoressa Plant il latte di vacca é un grande alimento...ma solo per il vitello! Ed afferma che la natura non lo ha destinato ad essere consumato da nessun'altra specie. "Spero che la mia esperienza possa servire a più donne e uomini che, senza saperlo, possono star male a causa dei latticini che consumano".
LA CRIMINALITA’ DELLE CASE FARMACEUTICHE NON E' PIU' UNA TEORIA COSPIRAZIONISTA.
06-09-2016
Le recenti notizie hanno vendicato quelli fra di noi che da anni descrivono l’industria del farmaco come un «racket criminale». La Merck, produttrice di farmaci e vaccini, è stata beccata con le mani nel sacco da due dei suoi stessi scienziati mentre falsificava i dati sull’efficacia dei vaccini, aggiungendo degli anticorpi animali a dei campioni di sangue. La GlaxoSmithKline è stata condannata ad una multa da 3 miliardi di dollari per aver corrotto dei medici, aver mentito alla FDA, aver occultato i risultati di test clinici ed aver agito in modo fraudolento sui mercati. Intanto, la Pfizer è stata denunciata dall’associazione nazionale dei farmacisti per quello che è ritenuto essere uno «schema globale monopolistico» volto a tenere fuori dal mercato i farmaci generici anticolesterolo e far crescere di conseguenza i propri profitti. Il quadro che sta emergendo è quello di un’industria criminale del farmaco che manca di una qualsiasi base scientifica ed adotta tecniche di tipo mafioso per far passare i prodotti come sicuri ed efficaci. L’emergere di queste incredibili prove di corruzione, frode scientifica, falsità con gli enti regolatori e pratiche monopolistiche ai danni dei consumatori sta costringendo tutti i medici e gli «scettici» - che difendevano la grande industria del farmaco - a rimangiarsi tutto. Oggi, difendere Big Pharma (i colossi farmaceutici) equivale a difendere una mafia di aziende criminali che hanno dimostrato di fare qualsiasi cosa - assolutamente qualsiasi cosa - per guadagnare sempre di più. Non fa la minima differenza chi debbano corrompere, quali ricerche debbano falsificare, o chi debbano minacciare perchè non parli. Non si fermano davanti a nulla pur di aumentare i loro guadagni, anche se questo vuol dire fare del male - od uccidere - innumerevoli innocenti. Ora, diamo un’occhiata ad una ad una alle recenti rivelazioni: La GlaxoSmithKline si dichiara colpevole di corruzione, falso ed altri crimini in quello che è per ora il più colossale accordo per frode siglato dall’industria farmaceutica. La GlaxoSmithKline si è dichiarata colpevole ed ha accettato di pagare 1 miliardo di dollari in penali e 2 miliardi di dollari di rimborsi civili come conseguenza di 9 anni di indagini federali sulle proprie attività. Stando agli investigatori federali, la GlaxoSmithKline:
• corrompeva d’abitudine i medici offrendo loro vacanze da sogno e conferenze pagate;
• inventava i dati sulla sicurezza dei propri farmaci e mentiva alla FDA;
• si basava sulle proprie pratiche mistificatorie per guadagnare miliardi di dollari vendendo medicinali potenzialmente pericolosi ad ignari consumatori e pazienti.
E questo è solo quello che sono stati beccati a fare, tanto che la GSK non ha negato nulla. La multinazionale ha semplicemente pagato 3 miliardi di dollari di penali, si è scusata coi suoi clienti, e continua ad andare avanti come prima. A proposito, oltre a corrompere i medici, la GSK è piena di soldi coi quali ha coperto celebrità ed altri personaggi perchè magnificassero i suoi prodotti. È noto che l’azienda ha pagato 275.000 dollari al famoso «Dr. Drew», che ha pubblicizzato il Wellbutrin, un antidepressivo che altera la mente. Come riferito sul Wall Street Journal: Nel giugno 1999, il popolare personaggio radiofonico Dr. Drew Pinsky, ha magnificato via etere le virtù dell’antidepressivo della GlaxoSmithKline Wellbutrin, dicendo agli ascoltatori che lui lo prescriveva ai pazienti depressi, insieme ad altri farmaci, perchè «poteva aumentare, ma come minimo non ridurre, lo stimolo sessuale». Ma una cosa che gli ascoltatori non sapevano era che, due mesi prima che il programma andasse in onda, il Dr. Pinsky - che negli anni si era fatto un nome come «Dr. Drew» in qualità di co-conduttore di un popolare programma radio di consulenza sessuale intitolato «Loveline» - aveva ricevuto dalla GlaxoSmithKline la seconda rata per un importo complessivo di 275.000 dollari, per «servizi relativi al Wellbutrin». Ex impiegati rivelano che la Merck falsificava i dati dei vaccini, manipolava i campioni di sangue ed altro ancora. Stando a Stephen Krahling e Joan Wlochowski, ex virologi alla Merck, l’azienda:
• falsificava i dati delle prove di efficacia dei vaccini in modo che si attestassero sul 95% ed oltre;
• contaminava i campioni di sangue con anticorpi animali in modo da dare l’apparenza della presenza di anticorpi del sistema immunitario;
• esercitò pressioni perchè i due virologi «prendessero parte all’imbroglio ed al successivo occultamento»;
• usò i dati falsificati delle prove per estorcere al governo USA «centinaia di milioni di dollari per un vaccino che non dava un’immunizzazione adeguata»;
• intimidì gli scienziati minacciandoli che sarebbero finiti in galera se non fossero stati zitti.
Quanto sopra è tutto documentato su False Claims Act, documento che NaturalNews ha acquisito. La Merck mette a rischio milioni di bambini. Nel documento i due virologi dichiarano di «essere stati testimoni di prima mano di procedure improprie durante i test e di falsificazione di dati, procedure nelle quali la Merck gonfiava in modo artificiale i dati sull’efficacia del vaccino». Dichiarano anche che, a causa dei dati falsi relativi all’efficacia del vaccino, «nell’ultimo decennio gli Stati Uniti hanno pagato alla Merck centinaia di milioni di dollari per un vaccino che non fornisce un’immunizzazione adeguata.
Gli Stati Uniti sono di gran lunga la maggior vittima finanziaria della frode della Merck». Ma gli scienziati proseguono affermando che le vere vittime sono i bambini: «Ma le vittime definitive sono quei milioni di bambini che ogni anno hanno ricevuto un’iniezione per un vaccino contro gli orecchioni che non fornisce loro un adeguato livello di protezione. L’inefficacia del vaccino della Merck ha permesso che la malattia continuasse a manifestarsi in modo significativo». Stando all’accusa, negli ultimi 45 anni la Merck ha usato il medesimo ceppo, indebolito da generazioni di «passaggi». Così recita l’accusa: «La Merck ha avuto per oltre 30 anni dalla FDA la licenza esclusiva per produrre e vendere in USA un vaccino per gli orecchioni. La FDA approvò il vaccino una prima volta nel 1967. Il vaccino fu messo a punto nei laboratori di ricerca di West Point, dal Dott. Maurice Hilleman che partì dal virus degli orecchioni che aveva infettato la figlia di 5 anni, di nome Jeryl Linn. Ancora oggi la Merck continua ad usare, per produrre il proprio vaccino, il ceppo proveniente dal virus di Jeryl Linn». Questa informazione sembra mostrare che il vaccino della Merck per gli orecchioni sia una totale farsa medica. Quelli che hanno ciecamente appoggiato i vaccini della Merck - cioè: bloggers, scettici, medici, il CDC ed anche l’FDA - sono risultati essere dei matti integrali che hanno distrutto la propria reputazione prendendo le parti di un’industria ora riconosciuta essere la paladina della truffa scientifica e della criminalità senza limiti. Tutti quegli americani che si sono messi in fila per farsi iniettare i vaccini MMR (orecchioni, varicella e morbillo), sono stati tutti ripetutamente ed integralmente coglionati rischiando la propria salute senza il minimo beneficio medico in cambio. I vincitori sono i lettori intelligenti ed informati, genitori, e «risvegliati» che hanno detto «NO» ai vaccini. Rifiutando di farsi iniettare i vaccini della Merck, hanno rifiutato di farsi assalire da una miscela fraudolenta di adiuvanti chimici e di ceppi di virus del tutto inutili perchè vecchi di 40 anni. Hanno salvato tempo, denaro e salute. Ancora una volta, quelli che si sono rifiutati di farsi fare violenza dai vaccini sono risultati i più brillanti. Non sorprende che siano anche tendenzialmente più sani di quelli che si fanno passivamente vaccinare ogni anno. La sentenza stabilisce che la Merck abbia manipolato i dati sull’efficacia del proprio vaccino e contribuito alla diffusione dell’infezione. Ma i guai per la Merck non sono relativi alla sola manipolazione dei dati. Poco dopo la diffusione pubblica del False Claim Act di cui sopra, la Merck è stata denunciata dalla Chatom Primary Care. Nell’accusa la Chatom Primary Care sostiene che:
• la Merck è coinvolta in un piano decennale volto a falsificare la vera efficacia del proprio vaccino;
• la Merck ha continuato ad indicare sulle proprie etichette ed altrove che il suo vaccino per gli orecchioni ha un’efficacia del 95%;
• la Merck sapeva, per lo meno a partire dal 1999, che il suo vaccino per gli orecchioni aveva un’efficacia inferiore al 95%, ed ha manipolato consapevolmente usando tecniche di verifica improprie e falsificando i dati delle verifiche;
• la Merck ha messo a punto una metodologia volta a valutare l’efficacia del proprio vaccino nei confronti di un ceppo di orecchioni meno efficace, ma dopo che i test hanno dato degli esiti inferiori alle aspettative, la Merck ha abbandonato la metodologia e nascosto i risultati;
• la Merck ha usato pratiche nelle quali incorporava anticorpi animali per gonfiare artificialmente i risultati distruggendo le prove di aver falsificato i dati e di aver mentito ad un investigatore dell’FDA, minacciando un virologo della divisione vaccini della Merck che sarebbe finito in galera se avesse riferito della truffa alla FDA;
• la Merck ha messo a punto una metodologia di valutazione dei vaccini contro un ceppo di virus degli orecchioni che era meno violento. Dopo che i risultati non diedero i valori di efficacia che la Merck voleva, tralasciò la metodologia ed occultò i risultati. Successivamente mise a punto una metodologia scientifica ancor più falsificata, questa volta incorporando anticorpi di origine animale allo scopo di gonfiare artificialmente la potenza della risposta; ma neanche questa procedura truffaldina riuscì a far raggiungere l’efficacia desiderata. Dovendo fare i conti con due procedure fallimentari, la Merck falsificò definitivamente i dati delle prove in modo che dessero i valori desiderati. Ottenuti i valori voluti di soglia di efficacia - benchè falsi - la Merck inviò questi falsi risultati tanto alla FDA americana che all’Agenzia Medica Europea;
• la Merck si adoperò per occultare le tracce di questi test falsificati distruggendo le prove della manipolazione dei dati e, mentendo all’investigatore della FDA,tentò anche di comprarne il silenzio e la cooperazione offrendo incentivi finanziari affinchè seguissero le indicazioni del personale Merck che supervisionava il meccanismo fraudolento di valutazione. La Merck ha anche minacciato Stephen Krahling, virologo della divisione vaccini Merck dal 1999 al 2001, di farlo sbattere in carcere se avesse riferito all’FDA della truffa;
• la Merck ha continuato a tenere nascosto quanto sapeva circa la diminuita efficacia del suo vaccino anti-orecchioni anche dopo una significativa recrudescenza di casi di orecchioni negli anni 2006 e 2009.
Un’altra interessante osservazione è che, sotto il Presidente Obama, il Dipartimento alla Giustizia USA non ha mostrato alcun interesse a condurre delle indagini sulla Merck, neanche dopo il False Claims Act, frutto delle denunce di due suoi ex virologi. Nonostante le prove definitive di frode, il Dipartimento alla Giustizia (di Obama) - guidato da quel pistolero dell’ex procuratore generale Eric Holder, che sta passando i guai suoi per l’Operazione Fast and Furious -, ha semplicemente deciso di ignorare le accuse contenute nel suddetto False Claims Act. In altre parole, quando le prove della frode criminale sono state portate davanti al Dipartimento della Giustizia, quest’ultimo ha girato la testa e dato una strizzatina d’occhio di accordo ai crimini che i medici compivano sotto al loro naso. Ma chi se ne frega se anno dopo anno iniettano a decine di milioni di bambini dei vaccini taroccati per gli orecchioni? Dopotutto, sfruttare il corpo di bambini piccoli per far soldi non è un affare diverso dal solito, perlomeno in una nazione dominata dagli interessi delle multinazionali.
Ed eccone un’altra: la Pfizer deve difendersi dalle denunce dei dettaglianti - i farmacisti - che l’accusano di pratiche di mercato monopolistiche. Secondo i farmacisti, la Pfizer ha manovrato in modo che non comparissero sul mercato le versioni di farmaco generico del Lipitor, il suo bestseller nel controllo del colesterolo. Per proteggere miliardi di dollari di guadagni, si è impedito ai pazienti di poter acquistare il medesimo farmaco a prezzi molto più bassi. Ogni anno, la Pfizer vende confezioni di Lipitor per un controvalore di 10 miliardi di dollari. Secondo la Reuters, la Pfizer è stata accusata di:
• aver ottenuto un brevetto truccato;
• aver intrapreso delle liti temerarie;
• aver concluso accordi su prezzi fissi per ritardare l’uscita dei generici;
• aver stretto accordi coi distributori per obbligare i farmacisti ad acquistare quantità maggiori di Lipitor (principio attivo: atorvastatin calcium).
In tutta questa situazione e con tutte queste frodi criminali, questa corruzione, queste manipolazioni, queste menzogne alla FDA, queste pratiche illegali sui prezzi - ed altri reati ancora tuttora perpetrati dall’industria farmaceutica - (non restatene sconcertati) - pensate mai che qualcuno sia stato arrestato per un qualche reato? Nossignore. Ad oggi, non un solo amministratore di casa farmaceutica, nessuno del settore marketing, nessuno dei laboratori è stato accusato di alcunchè collegamento a queste frodi. In America, i dipendenti delle case farmaceutiche sono al di sopra della legge, proprio come i boss mafiosi dei tempi andati. Ma quanto è veramente malsana questa situazione?
Alcune riflessioni: Immaginati se tu, un singolo cittadino qualunque, te ne andassi in giro per la città a corrompere dei medici, a falsificare dei dati, a vendere al governo un prodotto taroccato, a mentire agli enti di controllo, ti dessi da fare per manipolare il mercato dei prezzi e minacciassi i tuoi dipendenti obbligandoli a tacere. Cosa mai ti farebbero? Ti sbatterebbero a marcire in prigione, saresti oggetto di un’indagine dell’FBI ed il Dipartimento alla Giustizia ti perseguiterebbe a vita. Non è questo quello che ti accadrebbe? Allora, come mai se gli stessi crimini li commette una casa farmaceutica multi-miliardaria la passa liscia? Perchè i capi delle case farmaceutiche hanno la licenza per commettere reati, crimini e truffe senza fine? Te lo dico io, anche se la risposta non ti piacerà: perchè l’America è diventata una nazione comandata da imbroglioni a vantaggio di imbroglioni. È solo un grosso circolo di golf, come usava dire George Carlin e «TU NON NE FAI PARTE!». Se le case farmaceutiche manipolano i dati sui vaccini, cos’altro combinano? Cari amici, mi auguro riusciate a farvi il quadro generale della situazione. Se le case farmaceutiche d’abitudine corrompono i medici, falsificano i dati, truffano il governo e compiono senza il minimo rimorso ogni genere di crimine e reato, cos’altro saranno disposte a fare in nome del guadagno? Forse falsificheranno i dati di altri farmaci? Sfrutteranno i bambini per testare vaccini mortali? Inventeranno malattie che non esistono pur di vendere più medicine? Diffonderanno armi biologiche per produrre delle redditizie pandemie? Cospireranno con il CDC per diffondere paure che favoriscano le vaccinazioni? Metteranno a tacere tutti quegli informatori che vorrebbero rivelare la verità? Rifileranno tumori attraverso virus occultati nei vaccini? Distruggeranno le carriere di quei medici che cercheranno di criticare le case farmaceutiche? Imporranno un monopolio medico sull’intera popolazione attraverso un sistema di assistenza sanitaria di tipo socialista, imposta per legge? Ma certo che lo faranno. Infatti, l’industria farmaceutica sta già esattamente commettendo tutte queste nefandezze. Se non ti sembra possibile, ricordati che solo 5 anni fa nessuno credeva a quanto veniva detto sulle case farmaceutiche, impegnate in cospirazioni criminali per imbrogliare la nazione, cosa che - dopo 9 anni di indagini - è ora dimostrata!
MASSAGGI E AUTOMASSAGGI CONTRO L'INSONNIA.
06-09-2016
D’ora in poi chi ha problemi ad addormentarsi può provvedere a provocarsi relax facendosi un automassaggio. A dimostrare che i massaggi aiutano a combattere l’insonnia è uno studio scientifico proveniente dagli Stati Uniti d’America. Lo studio, condotto per la precisione in Florida, all’Università di Miami, ha dimostrato come ripetuti cicli di massaggi contribuiscano ad un rilassamento corporeo e alla produzione di serotonina (un ormone definito l’ormone della felicità) che contribuirebbero quindi a combattere lo stress e quindi a contrastare l’insonnia. Lo studio ha dimostrato come cicli continuativi di massaggi portassero ad un abbassamento nel sangue dei livelli di un ormone chiamato cortisolo, considerato il responsabile dello stress, e un aumento invece della concentrazione di dopamina e serotonina, responsabili del buonumore e ormoni con un ruolo determinante anche nella definizione del ritmo sonno-veglia. Dopo alcune sedute di massaggi i livelli di cortisolo si sono dimostrati più bassi addirittura del 31% rispetto all’inizio dell’esperimento. Il consiglio dei ricercatori? Per combattere lo stress e l’insonnia, sedute di massaggi da 30/50 minuti l’una almeno una volta a settimana possono diventare un toccasana. Basta contare le pecore o assumere prodotti rilassanti, sia di origine naturale che prodotti di sintesi, adesso per sconfiggere l’insonnia è sufficiente un bel massaggio. Per chi poi non potesse permettersi visite così costanti ai centri estetici, esiste una soluzione alternativa: l’automassaggio per conciliare il sonno. Come fare? Secondo i ricercatori dell’Università di Miami è sufficiente immergersi in una bella vasca d’acqua calda e cominciare ad effettuare movimenti circolari su gambe e piedi per conferire ai muscoli contratti un rilassamento che aiuterà ad abbassare il livello di stress e tensione accumulati del corpo e di conseguenza ad addormentarsi con più facilità senza dover passare ore a letto senza riuscire a prendere sonno.
6 NUTRIENTI IMPORTANTI PER AUMENTARE LE DIFESE IMMUNITARIE.
06-09-2016
VITAMINA A
E’ dimostrato che l’integrazione di vitamina A stimola e/o favorisce numerosi processi immunitari, tra cui quello dell’immunità cellulo-mediata contro le cellule tumorali, l’attività delle cellule natural killer, la produzione di linfociti, la fagocitosi (ingestione e digestione di batteri) e la produzione di anticorpi. Tali effetti non sono dovuti soltanto al fatto che viene a cessare la carenza di vitamina A, perché molti di essi si intensificano in seguito alla somministrazione di dosi di vitamina A normalmente considerate eccessive. Inoltre la vitamina A previene e arresta il rimpicciolimento del timo dovuto allo stress; l’integrazione di vitamina A può addirittura favorire la crescita di questa ghiandola. Anche il retinolo, una forma di vitamina A presente nei tessuti animali, è risultato molto efficace nell’eliminare le infezioni virali. Sono attualmente in corso numerose ricerche sul rapporto tra la vitamina A e i caroteni da una parte e dall’altra l’incidenza dei tumori epiteliali, per esempio del polmone, dell’apparato gastrointestinale, genitourinario e della pelle. Gli enzimi che si formano nei tessuti a causa dell’esposizione a fattori cancerogeni, quali per esempio una quantità eccessiva di luce solare, possono degradare la vitamina A rendendo il tessuto epiteliale più suscettibile ai tumori. In dosi elevate la vitamina A può contribuire a prevenire la carenza provocata da questi enzimi, ma non la si può prendere per lunghi periodi di tempo (più di un mese o due), perché si accumula nei tessuti e a lungo termine può provocare tossicità, che si manifesta con cefalea tensiva, nausea, vertigini, secchezza cutanea e dolori articolari.
VITAMINA C
Molti, tra i quali Linus Pauling, due volte premio Nobel, asseriscono l’importanza della vitamina C per sostenere e migliorare la funzionalità del sistema immunitario. Nonostante i numerosi studi clinici e sperimentali, tuttavia, l’effettiva validità di questa affermazione è ancora molto discussa nella comunità medica. Un considerevole numero di prove mostra l’importanza vitale della vitamina C in molti meccanismi immunitari. La sua alta concentrazione nei globuli bianchi (dalle 10 alle 80 volte maggiore rispetto al plasma), specialmente nei linfociti, viene rapidamente utilizzata durante le infezioni e se le riserve non vengono reintegrate al più presto si può osservare una reazione locale simile allo scorbuto. La vitamina C serve per proteggere i globuli bianchi dagli enzimi che essi stessi secernono per distruggere i microbi dopo averli inglobati.Quando gli animali hanno un’infezione, il livello di vitamina C nel sangue, nell’urina e nei tessuti diminuisce bruscamente perché la vitamina C si trasferisce nella parte infetta per essere usata dai globuli bianchi. A questo punto il fegato della maggior parte degli animali sintetizza grandi quantità di vitamina C per ripristinare i valori normali. Purtroppo noi esseri umani (come i maiali e alcune scimmie) siamo privi di un enzima indispensabile per produrre la vitamina C e, a meno che non assumiamo una grande quantità di vitamina C con l’alimentazione, ogni volta che prendiamo un’infezione rischiamo la carenza. Anche rispettando le quantità giornaliere raccomandate (RDA) la maggior parte delle persone non arriva a coprire il fabbisogno di vitamina C. Non è sorprendente pertanto che la somministrazione di vitamina C aiuti a combattere molte infezioni. La carenza di vitamina C nuoce gravemente ai globuli bianchi e all’immunità cellulare (il sistema delle difese non specifiche) e limita la normale risposta infiammatoria locale necessaria per attivare l’immunità umorale (il sistema delle difese specifiche). Se presente in livelli adeguati, la vitamina C stimola il movimento dei leucociti, soprattutto neutrofili, verso la sede dell’infiammazione e favorisce la trasformazione dei linfociti in cellule T e B e in cellule natural killer. Inoltre, essendo antiossidante, la vitamina C protegge i leucociti dai radicali liberi e dalle altre sostanze tossiche prodotte dai fagociti attivati. Gli effetti immunostimolanti della vitamina C si manifestano entro due settimane dall’inizio della somministrazione. Nei forti fumatori la concentrazione plasmatica di vitamina C è inferiore del 30% circa rispetto ai non fumatori.
VITAMINA E
Anche se viene di solito considerata un antiossidante con effetti protettivi contro le malattie cardiache, la vitamina E è molto importante anche per il sistema immunitario, sia per stimolarlo che per proteggerlo. La sua carenza abbassa le difese immunitarie generiche diminuendo la proliferazione dei linfociti e la risposta anticorpale agli agenti patogeni. Se la quantità di vitamina E è insufficiente, diminuiscono le reazioni ritardate di ipersensibilità che costituiscono una risposta immunologica di vitale importanza al cancro, ai parassiti intestinali e alle infezioni croniche. Essendo un potente antiossidante intracellulare, la vitamina E protegge i linfociti e i monociti dai radicali liberi, aumentando in modo significativo sia l’aspettativa di vita sia l’efficienza delle difese immunitarie. Anche se l’integrazione di vitamina E può stimolare la funzione immunitaria, in alte dosi (al di sopra di 600 UI) può invece inibire la risposta immunitaria. La funzione più importante della vitamina E dal punto di vista immunitario consiste nel proteggere il sistema immunitario dagli effetti ossidativi delle infezioni, dovuti sia ai microbi sia alla reazione immune dell’organismo, che comporta il rilascio di radicali liberi per distruggere gli agenti patogeni. Alcuni recenti studi molto autorevoli hanno dimostrato che l’integrazione con vitamina E può essere molto utile per combattere l’immunodepressione che accompagna l’invecchiamento. In un interessante esperimento grazie all’integrazione di vitamina E è stato possibile cambiare l’andamento di vari indicatori della funzione immunitaria in animali anziani, riportandoli ai livelli che si osservano negli animali giovani. In uno studio in doppio cieco controllato con placebo 32 ultrasessantenni sani hanno ricevuto vitamina E (800 mg al giorno) oppure placebo per 30 giorni. Soltanto il gruppo che prendeva la vitamina E ha dato segni di miglioramento della funzione immunitaria: maggiore produzione di anticorpi, migliore risposta linfocitaria e maggiore produzione di interleuchina II (una sostanza che contribuisce ad attivare il sistema immunitario). Questi dati sono estremamente importanti perché dimostrano che la vitamina E potenzia la funzione immunitaria anche in individui anziani sani che assumono già con la dieta la dose giornaliera consigliata di vitamina E. Tuttavia bisogna guardarsi dagli eccessi: uno studio su 18 volontari maschi sani ha dimostrato che alla dose di 300 mg al giorno, dopo tre settimane, si ha un calo dell’attività battericida dei neutrofili e della reattività dei linfociti in colture di tessuti. Si tratta però di risultati discutibili, perché le prove cutanee non hanno rilevato alcuna diminuzione della risposta immunologica e perché nell’esperimento è stata usata vitamina E di sintesi anziché naturale. In generale la quantità di vitamina E necessaria per potenziare l’attività immunitaria dipende dallo stile di vita di una persona. Chi fa molto sport, per esempio, o un lavoro che comporta l’esposizione a sostanze chimiche tossiche, chi lavora al sole oppure chi fuma o beve spesso alcolici ha bisogno di molta più vitamina E di chi conduce una vita che comporta la generazione di meno radicali liberi. Il fabbisogno di vitamina E è minore per coloro che svolgono un’attività fisica moderata, non bevono, non fumano e non si espongono molto al sole.
CAROTENI
Gli studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di un rapporto di proporzionalità inversa tra l’apporto di carotene (il pigmento contenuto nelle carote e in altri frutti e verdure di colore arancio) e l’incidenza dei tumori. Oltre a venire trasformati in vitamina A, i caroteni hanno una funzione antiossidante; il betacarotene, in particolare, neutralizza l’ossigeno singoletto, un radicale libero molto distruttivo. Dal momento che il timo è molto sensibile ai danni da radicali liberi, è possibile che il betacarotene sia ancora più utile della vitamina A per proteggere il sistema immunitario. Il betacarotene, pur essendo il più noto di queste sostanze ed essendo dotato della massima attività vitaminica, è soltanto uno di oltre 500 carotenoidi. La cantaxantina, per esempio, è un carotenoide privo di attività vitaminica A, ma molto antiossidante, soprattutto per la retina. Sembra che i caroteni proteggano dai tumori. In particolare, è accertato che in coltura inibiscono lo sviluppo del carcinoma a cellule squamose (un tumore della pelle). In modelli animali, l’integrazione di betacarotene ha permesso di ridurre l’incidenza dei tumori mammari. Oltre alle proprietà antiossidanti, che contribuiscono a prevenire i danni ai tessuti e al DNA (primo passo verso lo sviluppo dei tumori), i caroteni stimolano anche gli enzimi che distruggono le sostanze cancerogene, potenziano l’attività dei globuli bianchi e stimolano il metabolismo delle sostanze tossiche, rendendole innocue. L’integrazione con grandi quantità di betacarotene (da 100.000 a 200.000 UI al giorno) porta a notevoli aumenti del numero di cellule T helper sia negli adulti sani sia nei soggetti sieropositivi per l’HIV. Anche a dosi così elevate non è stata riscontrata alcuna tossicità. A differenza della vitamina A, l’unico problema osservato in caso di apporto eccessivo di caroteni è che la pelle assume una sfumatura color carota, simile a quella prodotta da alcune creme autoabbronzanti, che scompare rapidamente non appena si riduce l’apporto di caroteni.
ZINCO
Lo zinco è un oligoelemento determinante ai fini della funzione immunitaria. Ha un ruolo fondamentale in molti meccanismi immunitari quali la funzionalità della ghiandola del timo e l’azione degli ormoni timici, la produzione di cellule T e i meccanismi dell’immunità cellulo-mediata e anticorpale. Quando i valori di zinco sono bassi, il numero delle cellule T precipita. La riduzione dei valori di zinco è associata a un calo dell’immunità cellulo-mediata, a una diminuzione dell’attività delle cellule natural killer e degli ormoni timici, a un calo dimensionale del timo, a un’atrofia delle ghiandole linfatiche, a un’alterazione dell’ipersensibilità ritardata, a una minore risposta dei linfociti agli agenti patogeni e a una minor capacità dei globuli bianchi di inglobare e distruggere agenti patogeni e residui cellulari. Come si può facilmente immaginare da questo lungo elenco, i bambini e gli adulti con carenze di zinco sono più vulnerabili alle infezioni batteriche, virali e micotiche. L’acrodermatite enteropatica, una malattia ereditaria da carenza di zinco, è un ottimo esempio per comprendere l’importanza del ruolo dello zinco nella funzione immunitaria. Nell’acrodermatite enteropatica il numero di cellule T è ridotto, i linfociti non proliferano quando necessario, i valori degli ormoni del timo sono bassi e l’ipersensibilità ritardata diminuisce. Il movimento dei neutrofili verso la sede dell’infiammazione, la fagocitosi dei globuli bianchi e la distruzione delle cellule patogene si bloccano. Tutti questi effetti spariscono non appena il livello dello zinco si normalizza. La concentrazione di oligoelementi è stata misurata in 28 bambini di età compresa tra dieci mesi e dieci anni, tutti affetti da frequenti infezioni delle vie respiratorie o dell’orecchio medio (otite media); nessuno di loro presentava alcun difetto immunitario. Rispetto a 13 bambini sani, i partecipanti allo studio avevano valori di zinco molto più bassi. Ciò non è sorprendente se si pensa che i macrofagi degli animali carenti di zinco hanno una minore capacità di aderire agli agenti patogeni e distruggerli, rispetto a quelli di animali con valori di zinco adeguati. Somministrando lo zinco ai macrofagi in soluzione per 30 minuti è possibile ripristinare completamente la funzionalità normale. Questo può spiegare perché ad alcune persone basta prendere pastiglie di zinco per bloccare un raffreddore allo stadio iniziale. Molte ricerche hanno dimostrato che la somministrazione di zinco stimola le difese immunitarie anche in coloro che hanno livelli sierici normali di questo oligoelemento. In un esperimento 83 uomini e donne apparentemente sani hanno ricevuto 150 mg di zinco al giorno. Dopo quattro settimane la funzione delle cellule T era notevolmente aumentata e, dal momento che non è stata trovata correlazione tra il livello sierico di zinco e l’intensità della risposta, gli autori hanno concluso che l’effetto non era dovuto alla carenza del minerale. Tuttavia, dal momento che il livello sierico non è un buon indicatore dello stato dello zinco, a mio parere è possibilissimo che l’effetto sia dovuto alla normalizzazione della carenza, che è un problema molto comune ma spesso ignorato. Lo zinco è importante soprattutto nelle persone anziane, che spesso ne sono carenti e hanno il sistema immunitario già indebolito dall’atrofia del timo. L’integrazione di zinco in anziani apparentemente sani provoca un aumento del numero delle cellule T e un miglioramento della risposta immune cellulo-mediata.Nei topi persino l’atrofia timica legata all’invecchiamento è reversibile grazie alla somministrazione di zinco. Ciò induce a pensare che la causa della degenerazione del timo negli anziani sia la carenza cronica di zinco. Per quanto utile, anche lo zinco va preso con cautela. In soggetti con un livello di zinco normale (misurato nei globuli bianchi, che per quanto riguarda il bilancio dello zinco sono un indicatore migliore del siero) l’integrazione con 75 mg di zinco elementare al giorno dopo qualche mese inibisce la funzione immunitaria; 150 mg due volte al giorno provocano immunodepressione nel giro di sei settimane.
SELENIO
Gli effetti deleteri della carenza di selenio sulla funzione immunitaria sono ben documentati, ma esistono relativamente pochi lavori riguardo agli effetti della somministrazione di selenio. Alcune ricerche recenti, tuttavia, sembrano abbastanza promettenti. In una di esse, è stata confrontata con placebo l’integrazione di 200 mcg di selenio al giorno per otto settimane a studenti universitari sani e i ricercatori hanno osservato che l’integrazione determinava un aumento del 118% della distruzione di cellule tumorali da parte dei linfociti e dell’82,3% dell’attività delle cellule natural killer. Curiosamente, l’integrazione non ha modificato in maniera significativa il livello plasmatico di selenio (che probabilmente è un indicatore poco affidabile dello stato del selenio).
CURARE IL MAL DI TESTA CON L’ALIMENTAZIONE.
05-09-2016
Le cause che portano ad avere il mal di testa sono veramente tantissime. Possono essere legate al cibo, agli ormoni, ai problemi cervicali, allo stile di vita. Chi ne soffre, avverte forti disagi, tanti e tali che, in alcuni casi, compromettono le normali attività quotidiane. L’alimentazione in questi casi è molto importante, proprio perché è una delle cause alla base di questo disturbo. Ecco perché, per stare bene, è necessario innanzitutto mangiare bene. Vediamo come. Partiamo da un elenco di alimenti che dovrebbero essere consumati con moderazione. La ragione è da ricercarsi nel fatto che alcuni di questi cibi contengono sostanze verso le quali determinati soggetti, maggiormente predisposti ai mal di testa, sono intolleranti, o semplicemente perché sono più difficili da digerire.
ECCO LA LISTA:
• Legumi;
• Cipolle;
• Crauti (cavoli fermentati);
• Olive in salamoia;
• Frutta secca in guscio;
• Pane e pizza caldi (appena sfornati);
• Banane mature;
• Cioccolato;
• Pomodori;
• Fragole;
• Peperoni.
In particolare, il cioccolato va evitato da chi soffre di mal di testa, a causa della feniletilamina contenuta in esso. Questa sostanza funge da vasodilatatore ed è sconsigliata a chi è particolarmente sensibile.
Inoltre, fragole, pomodori e peperoni, sono cibi ricchi di istamina e spesso possono provocare cefalee a causa di un eccessivo accumulo di questa sostanza, soprattutto nelle persone tendenti ad allergie.
Inutile sottolineare la necessità di evitare carni conservate, salumi, insaccati, formaggi stagionati che contengono nitrati e tiramina, nemici di chi soffre di attacchi di cefalea.
Ecco invece un piccolo elenco di cibi che possono aiutarci a lenire i disturbi derivanti dal mal di testa.
• PATATE: Le patate, lo sappiamo, sono ricche di potassio. Una carenza di questo componente nel nostro corpo, può causare mal di testa. Ecco che, il consumo di patate può aiutarci ad alleviare i sintomi delle cefalee derivanti da questa carenza.
• ANGURIA: Anche la disidratazione è una delle principali cause del mal di testa. Invece di prendere medicinali per alleviare le vostre sofferenze, potreste considerare di aumentare il consumo di frutta e verdura che contengono acqua. E quale alimento meglio dell’anguria! Inoltre, l’anguria contiene anche magnesio, essenziale nella prevenzione del mal di testa.
• MANDORLE: In diverse occasioni ho già parlato delle innumerevoli proprietà delle mandorle. Tra queste troviamo anche la capacità di far passare il mal di testa. Questo perché contengono magnesio, essenziale nella prevenzione dei nostri problemi. Inoltre contribuiscono al buonumore!
• SPINACI: Gli spinaci hanno dimostrato di contribuire a ridurre la pressione sanguigna e alleviare il mal di testa, sono inoltre ricchi di vitamina B2. Si può pensare di consumarli in una buona insalata, assieme ad altri cibi utili al nostro scopo.
• MIGLIO: Anche il miglio è inserito tra i cibi che ci aiutano a combattere il mal di testa grazie al suo importante apporto di magnesio.
• SEMI DI SESAMO: Ecco infine l’ultimo consiglio utile ad alleggerire le nostre sofferenze: consumare semi di sesamo. Questi piccoli semi hanno un grande valore nutrizionale e stabilizzano i livelli di estrogeni, prevenendo l’emicrania durante il periodo mestruale. Anch’essi sono ricchi di magnesio e possono essere usati ovunque: sulle insalate, nelle farine, nelle zuppe.