Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

19-09-2016

Rallenta il carcinoma della prostata dell’86 % in vivo e riduce il rischio nell’uomo: un composto naturale conosciuto come cucurbitacina, che si trova in abbondanza nel melone cantalupo, ha dimostrato di rallentare la crescita del cancro alla prostata dell’86% nei topi. Questa sostanza ha dimostrato in laboratorio di sopprimere diversi altri tipi di cancro: leucemia, cancro alle ovaie, cancro al seno, cancro ai polmoni, cancro al pancreas e cancro al fegato. Oltre ad essere tossico per le cellule del cancro, è anche un potente antiossidante e antinfiammatorio naturale, e ha anche dimostrato di proteggere il fegato contro i composti tossici, rendendolo perfetto per un trattamento disintossicante. Negli esseri umani, il melone è stato legato alla riduzione del rischio di cancro: il consumo per una settimana di cantalupi e manghi, ha portato alla riduzione del 45% del rischio di cancro alla prostata aggressivo, mentre un altro studio ha mostrato che le donne che mangiavano più di 40 grammi al giorno di cantalupo, anguria o papaia avevano una riduzione del 38% del rischio di cancro al seno. Anche cetrioli zucche e zucchine sono buone fonti di cucurbitacina.

Lunedì, 19 Settembre 2016 07:56

PASTINACA: UN’EROINA MISCONOSCIUTA.

19-09-2016

Il solo nominare la pastinaca suscita sguardi interrogativi o leggermente disgustati, tanto poco conosciuta e poco amata è questa verdura dall’insolito gusto dolciastro. E certamente non potrebbe vincere un concorso di bellezza: sembra una carota che ha appena visto un fantasma. Eppure, malgrado il sapore forte e l’aspetto squallido, il profilo nutrizionale della pastinaca è piuttosto interessante. Appartenente alla stessa famiglia del prezzemolo, è ricca di acido folico, fibra e acidi fenolici, che in laboratorio hanno dimostrato un notevole effetto antitumorale. Quando gli esperti compilano le loro graduatorie di sostanze benefiche per l’uomo, la fibra alimentare figura invariabilmente ai primi posti. E la pastinaca ne è un’ottima fonte. Poco più della metà della fibra contenuta nella pastinaca è di tipo solubile, il che significa che nell’apparato digerente si trasforma in una specie di gel che impedisce l’assorbimento dei grassi e del colesterolo contenuti nei cibi. Nello stesso tempo diluisce gli acidi biliari nell’intestino contribuendo così a prevenire i tumori. Le pastinache contengono anche fibra insolubile, che accelera il passaggio delle feci nell’intestino. Questo è importante perché, meno tempo gli acidi biliari restano nell’intestino, minori sono le possibilità che danneggino le cellule, determinando alterazioni che potrebbero causare il cancro. I vantaggi di un’alimentazione ricca di fibra sono ormai ben noti. Gli autori di una metanalisi di oltre 200 studi scientifici hanno riscontrato che consumando più fibra ci si protegge da una vasta gamma di tumori, tra cui quello dello stomaco, del pancreas e del colon. La fibra ha anche una notevolissima capacità di prevenire o di alleviare i sintomi di molti altri disturbi. I ricercatori hanno scoperto per esempio che mangiando una quantità sufficiente di fibra si possono prevenire le emorroidi e altri disturbi intestinali. La fibra aiuta anche a controllare le oscillazioni della glicemia che caratterizzano il diabete. 
Secondo alcuni esperti la carenza nutrizionale più diffusa è quella di acido folico, soprattutto tra i giovani che hanno l’abitudine di mangiare nei fast food dove il cibo generalmente è privo di vitamine. Le pastinache sono un’ottima fonte di acido folico. E’ dimostrato che con un apporto sufficiente di acido folico è possibile prevenire alcuni difetti congeniti e ridurre il rischio di ictus. L’acido folico fa diminuire i livelli ematici di omocisteina, una sostanza capace di ostruire le arterie e fermare la circolazione del sangue. I ricercatori della Harvard Medical School ritengono che l’acido folico, insieme con il potassio, abbia contribuito notevolmente a ridurre il rischio di ictus tra i partecipanti al famoso Framingham Heart Study. I ricercatori hanno scoperto inoltre che tra i soggetti che mangiavano la maggiore quantità di verdura fresca l’incidenza dell’ictus era del 59% più bassa rispetto a quelli che ne consumavano meno. Bastava aumentare anche di poco la percentuale di frutta e verdura per ottenere notevoli benefici. Gli scienziati non hanno ancora scoperto tutte le meraviglie della pastinaca, ma da ricerche preliminari risulta che contengono sostanze che potrebbero avere un impatto diretto sulle cellule tumorali. Insieme a sedano e carote, la pastinaca fa parte della famiglia delle Ombrellifere, caratterizzata dalla presenza di una serie di fitonutrienti naturali che in laboratorio hanno dimostrato la capacità di fermare la diffusione delle cellule tumorali. Tra i fitonutrienti più importanti ci sono gli acidi fenolici, che agiscono aderendo alle sostanze potenzialmente cancerogene e creando molecole più grosse che l’organismo non è in grado di assorbire. E’ dimostrato inoltre che alcune Ombrellifere possono combattere i tumori inibendone lo sviluppo. I risultati sono ancora preliminari, per cui non sappiamo quanto siano efficaci le pastinache nel bloccare i tumori ma, nel frattempo, imparate ad apprezzarle per tutta la fibra e l’acido folico che contengono.

18-09-2016

I detersivi per la pulizia della casa potrebbero causare danni ai polmoni. Ad affermarlo, una recente ricerca condotta dall’Università di Bergen e realizzata analizzando i dati forniti dall’European Community Respiratory Health Survey (ECRHS). Che siate o meno dei maniaci della pulizia, vi sarete sicuramente trovati davanti alla necessità di lavare le superfici di casa vostra. Ma vi siete mai chiesti cosa c’è veramente all’interno dei detergenti che si trovano comunemente sugli scaffali dei negozi e quanto questi possono incidere sulla vostra salute? Un gruppo di ricercatori norvegesi lo ha fatto e ha analizzato i dati, forniti dall’ECRHS, di 5.000 donne, monitorate per un periodo di 20 anni. Il 17% del campione studiato ha registrato nel corso degli anni un declino delle funzioni polmonari. I risultati dello studio evidenziano che chi è maggiormente esposto a detersivi, detergenti e prodotti spray adoperati per la pulizia della casa ha un rischio maggiore di andare incontro a broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile. A lungo termine provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria.
Secondo gli studiosi, la colpa potrebbe essere attribuita alle sostanze irritanti presenti nei prodotti, come l’ammoniaca, e ai composti chimici che possono provocare reazioni allergiche, irritanti e dannose nei confronti dell’apparato respiratorio. Øistein Svanes, autore principale dello studio presso l’Università di Bergen, ha affermato che la gente ha bisogno di essere più consapevole dei rischi che corre: “Abbiamo bisogno di cominciare ad essere molto più consapevoli delle sostanze chimiche che stiamo rilasciando nell’aria che respiriamo quando usiamo cose come spray per la pulizia”. Chi è più a rischio sono le persone che entrano costantemente a contatto con i prodotti per la detergenza tutti i giorni, per lavoro (17% di rischio in più), ma anche chi si limita a un uso solamente casalingo dei detersivi corre comunque grossi rischi (14%). I risultati dello studio sono stati presentati a Londra in occasione dell’European Respiratory Society’s International Congress, uno degli appuntamenti dell’Healthy Lungs for Life Campaign della European Respiratory Society (ERS). Il Prof. Jørgen Vestbo, presidente dell’ERS (European Respiratory Society) e docente di Medicina Respiratoria presso l’University of Manchester, ha affermato che ci sono alcune cose che la gente potrebbe fare per evitare o quantomeno arginare questi rischi. Ad esempio, controllare accuratamente gli ingredienti, evitando quei prodotti che contengono sostanze nocive che mettono a rischio la salute delle persone. Seguire i consigli riportati in etichetta. Ridurre l’utilizzo di spray che lasciano un maggior numero di particelle pericolose sospese nell’aria. Aprire porte e finestre dopo l’utilizzo dei detergenti. La pulizia della casa può essere effettuata in maniera sicura, utilizzando ingredienti economici e naturali in alternativa a quelli più tossici.

 

http://www.dailymail.co.uk/health/article-3764936/Do-hate-cleaning-s-good-excuse-avoid-Chemicals-household-products-increase-risk-lung-damage.html

18-09-2016

Un caffè. Poi un altro. Poi magari un altro ancora. In condizioni normali, il caffè può apportare molti benefici purché se ne consumi una quantità ragionevole altrimenti il sovradosaggio di caffeina potrebbe comportare diversi effetti collaterali poco gradevoli. Per annullarli basta una banana. I principali effetti dell’abuso di caffeina sono:

1. ANSIA

Uno dei primi effetti collaterali della caffeina è l’ansia. Non è un effetto che colpisce tutti, però, può succedere. L’ansia provoca una sensazione di paura, apprensione e preoccupazione che solitamente nasce da un conflitto interiore.

2. DISORDINE CARDIOVASCOLARE

Il sovradosaggio di caffeina può influenzare il sistema nervoso centrale e uno degli effetti collaterali è un aumento della percezione del battito cardiaco dovuto all’abuso di sostanze eccitanti. Spesso legato all’ansia, il cardiopalmo provoca respiro corto, nausea e dolore al petto.

3. MAL DI TESTA

Se alcuni farmaci per il mal di testa, nella loro composizione, includono piccole quantità di caffeina per le sue proprietà antidolorifiche, l’abuso di caffeina crea una reazione diametralmente opposta portando forti mal di testa al consumatore.

4. NAUSEA

Nausea e dolori di stomaco si presentano quando si bevono troppi caffè. La caffeina infatti fa aumentare la produzione di succhi gastrici nello stomaco ed è sconsigliabile bere caffè prima dei pasti.

5. INSONNIA

L’effetto collaterale più comune della caffeina, in quanto eccitante, è quello di ritardare il sonno oppure far dormire male, con un sonno disturbato che comporta stanchezza durante le ore diurne. 
Insomma, gli effetti dell’abuso di caffeina sono diversi e decisamente poco piacevoli. Per fortuna esistono rimedi semplici e particolarmente efficaci per combatterli.

BASTA UNA BANANA

Tra i vari rimedi, oltre a bere un bicchiere d’acqua che placa ma non elimina gli effetti della caffeina, gli esperti suggeriscono di mangiare una banana. Che non deve essere intesa come un semplice snack. La banana può essere un piccolo spuntino che contiene calcio e potassio. Secondo la Guida sui Disturbi del Sonno, la caffeina modifica l’equilibrio degli elettroliti, tra cui calcio e potassio. Mangiare una banana permette di riportarli al livello corretto, contrastando gli effetti della caffeina sul corpo. Inoltre, la banana contiene vitamine B, vitamina C ed è ricca di cloruro di sodio, componenti importanti per il funzionamento corretto dei neuroni. Le vitamine B in particolare permettono di ottenere sollievo in casi di stress e ansia mentre potassio e cloruro di sodio combattono i crampi muscolari. Gli zuccheri contenuti nel frutto (molto più degli zuccheri dei dolci) invece allontanano il mal di testa. La banana, con le sue diverse proprietà, risulta quindi essere uno degli snack più sani e gustosi possibili, anche senza aver bevuto troppi caffè.

Domenica, 18 Settembre 2016 07:09

GLI ANTIBIOTICI SONO INUTILI PER LE SINUSITI.

18-09-2016

Gli antibiotici sono usati comunemente per trattare le infezioni sinusitiche, ma un nuovo studio ha scoperto che funzionano esattamente come un placebo. Ulteriormente, gli antibiotici di prescrizione ai pazienti affetti da sinusite possono causare danni aumentando la resistenza ai farmaci. In questo studio, alcuni ricercatori hanno seguito circa 200 pazienti con sinusite. Dei 100 a cui è stato somministrato un antibiotico, il 29 per cento ha avuto sintomi che sono durati 10 giorni o più. Gli altri 107 hanno ricevuto un placebo e il 34 per cento ha avuto sintomi di durata analoga. La differenza era statisticamente insignificante. Nello studio inoltre è stata esaminata anche l’efficacia degli spray steroidei nasali per le infezioni dei seni facciali e si è scoperto che è pari a quella del placebo (tranne in un gruppo di pazienti con sintomi minori). I ricercatori suggeriscono che l’antibiotico non ha aiutato a curare le infezioni sinusitiche in quanto incapace di penetrare le cavità sinusali purulente. La prescrizione inutile di antibiotici ha condotto ad enormi problemi di farmacoresistenza. Recentemente gli antibiotici sono risultati inefficaci sia contro le otiti sia contro le bronchiti. I ricercatori dicono che i risultati dovrebbero incoraggiare più pazienti a rinunciare agli antibiotici per le infezioni sinusali: “con un pò di pazienza, il corpo guarirà da solo”, ha detto il Dott. Ian Williamson, autore dello studio.

COMMENTO

Sin dal secolo scorso si sa che gli antibiotici non sono d’aiuto per superare un’infezione sinusale (sinusite) se non alla stregua di un placebo. Eppure, gli americani spendono quasi 6 miliardi di dollari ogni anno per costi sanitari relativi alla sinusite, secondo il National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Meglio mettere alcuni di quei soldi nuovamente dentro il vostro portafoglio e curare un’infezione sinusale in modo più fondamentale. Tutte le infezioni, compreso la sinusite, si sviluppano quando determinati principi di salute, come il consumo di una dieta sana, convivere con lo stress e rilassarsi, vengono meno. Ciò riduce la forza del sistema immunitario e permette che batteri e funghi (un’altra causa primaria di infezione sinusitica) si insedino nel naso e nei seni paranasali.

Consigli per evitare un’infezione sinusale.

1. Evitare di mangiare zucchero o cereali, come descritto nel mio programma nutrizionale.

2. Consumare olio di pesce o estratto di mele, ricco in grassi omega-3, DHA ed EPA.

3. Dormire adeguatamente.

4. Fare esercizio fisico regolarmente.

Trattamenti naturali per le infezioni sinusitiche.

Se già avete in atto un’infezione sinusitica, ora sapete che gli antibiotici non sono probabilmente la risposta. Fortunatamente, ci sono vari mezzi terapeutici più naturali in grado di mettervi sulla strada della guarigione:

1. Bere bevande calde, quali tè, brodo di pollo. Contribuirà a umidificare le membrane mucose, accelerando il movimento delle ciglia così da drenare più rapidamente il muco dai seni paranasali.

2. Applicare compresse calde sul viso, tre volte al giorno per cinque minuti. Un piccolo tovagliolo immerso in acqua calda, da disporre sopra la faccia anche sopra gli occhi, contribuirà ad aumentare la circolazione sinusale.

3. Irrigare i seni paranasali. Assicurarsi di usare una soluzione salina che non contenga benzalconio. Il benzalconio è un conservante che può alterare la funzione nasale e potrebbe irritare e bruciare.

4. Utilizzare estratti vegetali e supplementi nutrizionali mirati.

 

http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=209649

17-09-2016

Molte persone sono sempre stanche, ma poche soffrono di vera e propria sindrome da stanchezza cronica. In un sondaggio tra 4.000 persone scelte a caso tra i membri di un'organizzazione sanitaria del nord ovest degli Stati Uniti, il 19% del 77% che ha risposto al questionario ha dichiarato di soffrire di stanchezza cronica. Di questi, il 66% presentava una patologia medica o psichiatrica tale da giustificare la stanchezza, ma tra i rimanenti 74 intervistati, solo 3 corrispondevano ai rigorosi criteri stabiliti dai Centers for Disease Control (CDC) per definire la sindrome da stanchezza cronica. Eppure, per chi ne soffre, si tratta di una malattia molto fastidiosa. La sindrome da stanchezza cronica non è ancora stata del tutto spiegata. Di certo sappiamo soltanto che è il risultato finale di un'infezione virale a carico dei mitocondri, del cervello e del sistema endocrino. Non esistono cure risolutive, ma varie terapie naturali possono essere di grande beneficio. Migliorare la funzionalità del fegato, dell'apparato gastrointestinale e dei mitocondri è importantissimo soprattutto per coloro che presentano la sindrome in forma lieve o moderata. Le prove funzionali hanno dimostrato che la detossificazione di fase I e II è notevolmente ridotta e la permeabilità intestinale anormalmente alta. Jeffrey Bland, un illustre ricercatore nel settore della medicina preventiva e nutrizionale, ha pubblicato recentemente un articolo molto importante su un protocollo di trattamento globale che è risultato molto efficace in 106 pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica, fibromialgia e sindrome dell'intestino irritabile. Dalla ricerca, cui hanno collaborato vari centri di tutti gli Stati Uniti, è emerso che questi pazienti presentavano anomalie sia delle vie di detossificazione epatica sia della permeabilità intestinale. Il protocollo terapeutico consisteva nell'evitare gli allergeni alimentari, stimolare la riparazione della parete intestinale e rafforzare le vie di detossificazione epatica mediante opportuni nutrienti. Oltre a un netto miglioramento dei sintomi (riduzione del 52% dopo 10 settimane), si è osservato un miglioramento anche dei risultati delle analisi. La sindrome da stanchezza cronica è difficile da trattare e richiede l'intervento di un esperto in nutrizione e medicina ambientale. Il protocollo di base mira a fermare i danni, guarire l'intestino e il fegato, ripristinare il corretto metabolismo a livello dei mitocondri e rigenerare le surrenali. Il primo passo consiste nell'identificare ed evitare scrupolosamente tutte le tossine e gli allergeni alimentari e ristabilire una flora batterica sana nell'intestino. La detossificazione epatica avviene mediante l'assunzione di NAC (N-acetil L-cisteina) e glutatione; per l'intestino oltre a fermenti lattici si consiglia l'assunzione di frutto-oligo-saccaridi (FOS) e glutammina; per il ripristino della funzione mitocondriale vitamine del gruppo B e magnesio. Questi effetti benefici a livello epatico e intestinale possono essere intensificati mangiando verdure della famiglia delle Crucifere almeno 1 volta al giorno e prendendo cardo mariano (120 mg di estratto standardizzato 3 volte al giorno). La fase finale consiste nel rigenerare le ghiandole surrenali, che di solito nella sindrome da stanchezza cronica funzionano male. In questo caso è consigliabile assumere acido pantotenico (vitamina B5) e vitamina C. Si può prendere inoltre ginseng siberiano (eleuterococco) in capsule o come estratto fluido. La forte correlazione tra la sindrome da stanchezza cronica, la fibromialgia e la multisensibilità a sostanze chimiche induce a pensare che tutte queste patologie possano rispondere positivamente a un approccio comprendente disintossicazione epatica, controllo delle allergie alimentari e dieta volta a normalizzare l'intestino.

17-09-2016

Lo smog si accumula nel cervello. Pensiamo ai metalli contenuti nei gas di scarico che respiriamo, anche se non lo vorremmo, quando viviamo in città. Ecco, queste particelle che fanno parte dell’inquinamento dell’aria possono raggiungere il nostro cervello. Si tratta di quanto emerge da un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Lancaster e pubblicato sulla rivista scientifica Pnas. A destare maggiore preoccupazione è il fatto che nei campioni analizzati durante lo studio i ricercatori hanno trovato proprio quelle particelle che altri studi legano alla comparsa del morbo di Alzheimer. Al centro dell’attenzione di questo studio troviamo Città del Messico, una delle città più inquinate del mondo, e la città di Manchester. Le analisi dei ricercatori hanno riguardato i campioni di tessuto cerebrale di 37 persone. In alcuni casi si trattava di persone che soffrivano di malattie neuro-degenerative. Che cosa hanno individuato i ricercatori nei campioni di tessuto cerebrale? E’ stata riscontrata la presenza di nano-particelle di ossido di ferro di forma sferica. Nel corpo umano le particelle di ossido di ferro che si formano naturalmente hanno forma di cristalli. La forma sferica delle particelle osservate dai ricercatori corrispondeva invece a quella delle nano-particelle di ossido di ferro che si formano per combustione. Purtroppo sono state trovati anche dei residui di metalli pesanti tipici delle marmitte catalitiche, tra cui il platino. Queste sostanze sono un pericolo per la salute, soprattutto per quanto riguarda patologie come l’Alzheimer, secondo le parole di Barbara Maher, autrice dello studio. Lo studio in questione rappresenta la prima prova del fatto che particelle che fanno parte dello smog possano penetrare nel cervello. L’autrice dello studio, dopo aver individuato della particelle di magnetite nell’area di Lancaster si è chiesta se le stesse particelle potessero fare in qualche modo penetrare nel cervello. La forma caratteristica delle particelle individuate nei campioni di tessuto cerebrale è considerata la chiara prova della loro provenienza dall’inquinamento. Ora gli esperti si occuperanno di comprendere meglio l'eventuale legame tra inquinamento, danni al cervello e Alzheimer alla luce di queste ultime scoperte. Al momento non esistono prove ma possibilità e osservazioni che andranno certamente approfondite.

 

http://www.pnas.org/content/early/2016/08/31/1605941113

http://www.nature.com/articles/srep24873

http://www.bbc.com/news/science-environment-37276219

Sabato, 17 Settembre 2016 06:59

COME GUARIRE CON LA MENTE.

Benchè gran parte delle ricerche su mente/corpo finora abbiano riguardato i meccanismi che portano alla malattia, gli scienziati stanno incominciando a studiare le alterazioni dei neurotrasmettitori che si verificano in concomitanza con i penseri positivi (amore, compassione, pace, coraggio, impegno, fede, speranza). Così come i pensieri di collera e di ostilità provocano cambiamenti fisiologici, anche quelli positivi determinano cambiamenti generando neurotrasmettitori e ormoni di diversa composizione. I pensieri negativi inibiscono il sistema immunitario, mentre quelli positivi lo stimolano. L'ostilità e la collera nuocciono all'apparato cardiovascolare, mentre gli atteggiamenti amorevoli e pacifici lo rinforzano. Quando lo psicologo David McClelland ha fatto vedere a un gruppo di studenti di Harvard un film di Madre Teresa di Calcutta, il livello di IgA (un anticorpo che fa parte delle difese contro il raffreddore e le infezioni delle alte vie respiratorie) nella saliva degli spettatori è aumentato. Persino quelli che ironizzavano su Madre Teresa e sostenevano che era tutta una montatura hanno avuto un miglioramento della funzionalità immunitaria. Viceversa, assistendo alla proiezione di un film su Attila, re degli Unni, il livello anticorpale degli studenti scendeva. Questi dati confermano la teoria di McClelland, secondo la quale si reagisce all'amore e alla compassione a un livello profondo, inconscio, anche quando i pensieri consci sono neutri o negativi. McClelland ha notato inoltre che gli individui che riportano punteggi elevati nei test sulla capacità di entrare in intimità di solito hanno anche livelli più alti di IgA. In uno studio prospettico quinquennale detto "Israel Ischemic Heart Disease Study", alcuni ricercatori dell'Università di Tel Aviv hanno seguito quasi 10.000 uomini ad alto rischio di cardiopatia, giungendo al sorprendente risultato che il fattore predittivo di angina pectoris più affidabile non era nè l'ipertensione, nè l'ipercolesterolemia, bensì il fatto che i pazienti si sentissero amati e sostenuti dalla moglie. Il rischio cardiaco era dimezzato in quelli che avevano un matrimonio felice. A Roseto, Pennsylvania, una comunità a maggioranza italo-americana, l'incidenza di malattie cardiache era molto più bassa che nel resto degli Stati Uniti, nonostante la dieta ricca di grassi. Tra le giovani generazioni, tuttavia, che si sono trasferite altrove allentando i legami famigliari e sociali, la frequenza delle cardiopatie si è rapidamente allineata alla media Nazionale.
Le statistiche di uno studio nel quale per nove anni sono state seguite migliaia di persone della contea di Alameda in California suggeriscono che il fatto di avere il sostegno di una famiglia affettuosa alle spalle e il senso di appartenenza alla comunità influiscono favorevolmente sulla salute e sulla longevità. Tra i residenti della contea di Alameda, che avevano rapporti sociali di vario tipo - matrimonio, contatti con parenti, appartenenza a gruppi religiosi o di altro genere - la mortalità è risultata molto più bassa. Gli uomini di mezza età con reddito basso ma molto supporto sociale vivevano più a lungo dei ricchi socialmente isolati. Il rischio di morire di cancro era significativamente più alto della media per le donne sole. Sembra che quando i contatti sociali aumentano o la solitudine diminuisce, il sistema immunitario si rafforzi. In un gruppo di 30 anziani in casa di riposo, l'immunocompetenza è risultata aumentata, sia come numero di cellule natural killer che di anticorpi, dopo che per un mese avevano ricevuto visite tre volte alla settimana. Studiando 38 donne sposate, i ricercatori dell'Ohio State University College of Medicine hanno osservato una correlazione significativa tra matrimonio felice e buona funzionalità immunitaria, tenendo conto della percentuale di cellule T helper e della proporzione tra linfociti helper e suppressor. L'amore e la compagnia che fanno bene alla salute possono venire dagli animali domestici oltre che dalle persone. La percentuale di sopravvivenza dei post-infartuati è più alta tra quelli che hanno un animale domestico. I pazienti ricoverati (anche per malattia mentale) che hanno animali domestici, tendono a guarire più in fretta e ad essere dimessi prima. In caso di ipertensione la presenza di un animale domestico abbassa significativamente i valori pressori.

17-09-2016

Con il nome di frutta secca si fa riferimento ad una serie molto vasta di alimenti dagli eccezionali valori nutrizionali. Noci, nocciole, mandorle, pistacchi ecc., sono ricchi di proprietà e benefici che possono essere sfruttati per contrastare diversi problemi di salute o prevenire la loro comparsa. La frutta secca è un alimento completo il cui consumo è raccomandato a chi segue una dieta sana. Tra i vantaggi maggiori che offre c’è sicuramente la grande ricchezza di grassi vegetali buoni oltre che la presenza, in alcuni di questi frutti, di acido alfa-linolenico (omega 3 ) benefico per la salute del cuore e per altre funzioni del nostro organismo. Naturalmente tutti i vantaggi possono essere sfruttati consumando frutta secca pura, evitando quindi prodotti industriali in cui questi cibi sono addizionati con sale, zuccheri, aromi ecc. Un'ottima soluzione è quella di sgranocchiare la frutta secca che preferite (variando) come spuntino di metà mattina o metà pomeriggio ma anche inserendola all’interno della vostra colazione.

1. COLESTEROLO ALTO

Sicuramente le noci sono un frutto particolarmente benefico per la salute cardiovascolare e dunque anche per chi soffre di colesterolo alto. Contengono infatti acidi grassi essenziali che aiutano a controllare i livelli di grasso nel sangue. A questo scopo si consiglia un consumo giornaliero di noci pari a 50-60 grammi. Consigliato anche il consumo di nocciole, che abbassano i livelli di omocisteina (aminoacido che può danneggiare il rivestimento delle arterie) e le mandorle con la pelle (ricca in flavonoidi benefici per il cuore).

2. DIABETE

La frutta secca fornisce una grande quantità e varietà di sali minerali tra cui magnesio, calcio, fosforo, ferro, potassio, selenio. E’ in particolare il magnesio che si è dimostrato utile nei confronti del diabete in quanto combatte l’insulino-resistenza e dunque previene la comparsa della malattia. Cosa mangiare allora? Soprattutto anacardi, mandorle e pinoli. Anche carenze di potassio possono favorire il rischio diabete, in questo senso molto utili risultano i pistacchi che ne contengono una quantità notevole.

3. STITICHEZZA

Per risolvere il problema della stitichezza si consiglia, oltre a bere molta acqua, di aumentare l’apporto di fibre utili alla motilità intestinale. Invece delle classiche prugne potete sperimentare l’effetto benefico dei pistacchi oppure delle noci di macadamia o ancora delle tradizionali noci. Anche questi frutti infatti sono ricchi di fibre e, se consumati ogni giorno, possono aiutare a ritrovare una certa regolarità.

4. SOVRAPPESO

Siamo abituati a pensare alla frutta secca come qualcosa che fa ingrassare e dunque assolutamente da evitare in caso si segua una dieta dimagrante. Non è affatto così, al contrario alcuni tra questi frutti hanno dimostrato capacità di aiutare a mantenere il peso forma, ovviamente consumati con moderazione e all’interno di una più generale sana alimentazione. Si è visto che coloro che consumano spesso in particolare noci, nocciole e mandorle hanno un minor rischio di aumento di peso e di sviluppare obesità in futuro. Ciò sarebbe dovuto al senso di sazietà che si ottiene grazie all’utilizzo di frutta secca come spuntino o a colazione.

5. DEMENZA SENILE

La frutta secca aiuta anche a prevenire il declino cognitivo probabilmente in quanto preserva da una serie di rischi per la salute dell’organismo tra cui abbiamo già citato problemi cardiovascolari, diabete e grasso in eccesso. E’ in particolare la vitamina E ad essere utile per prevenire la demenza senile, visto il grande potere antiossidante di questa sostanza. Sono soprattutto mandorle e nocciole ad esserne molto ricche.

6. COMBATTERE LO STRESS

La frutta secca può aiutare a superare meglio periodi di forte stress ma anche fasi di depressione o sindrome premestruale. Sono in particolare, oltre al magnesio, le vitamine del gruppo B ad essere benefiche in questo senso. Via libera dunque al consumo di pistacchi ma anche degli anacardi, considerati dei veri e propri antidepressivi naturali.

7. PER LA PELLE

In caso di pelle secca o spenta, fondamentale è un buon apporto di vitamina E che, come già detto, è presente nella frutta secca soprattutto in mandorle e nocciole. L’effetto di questa sostanza va a contrastare quello dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare, protegge la pelle dai raggi UV, aiuta la cicatrizzazione e ha doti antinfiammatorie.

8. UN AIUTO PER CHI FA SPORT

Chi fa sport ha bisogno di qualcosa che possa nutrire al meglio l’organismo evitando però di appesantirlo. La frutta secca è quanto di meglio ci possa essere per chi pratica attività fisica in quanto ricca di sali minerali ma anche di carboidrati, proteine e fibre. Ottima in particolare perché fornisce energia, tenendo il senso di fame. Si può consumare sia prima che dopo l’allenamento. Tutte le varianti sono consigliate.

9. OSSA FORTI

La frutta secca è un modo ottimo per integrare la propria dieta di calcio, minerale fondamentale per il benessere delle ossa. Le mandorle sono quelle che ne contengono di più (circa 260 mg per 100 grammi). I pinoli, invece, ricchi di zinco possono aiutare nella formazione delle cellule ossee.

10. IN GRAVIDANZA

In gravidanza e anche precedentemente quando il bambino è ancora solo un desiderio dei genitori, il ginecologo prescrive un’integrazione di acido folico, vitamina del gruppo B che previene difetti gravi nello sviluppo del feto. Ebbene questa vitamina è molto presente nella frutta secca che si può mangiare quindi anche nel periodo precedente alla vera a propria gravidanza. Via libera allora ad arachidi e nocciole, che ne contengono di più, ma ottime anche noci e mandorle. Tra l’altro è stato dimostrato che mangiare arachidi e altra frutta secca quando si è in dolce attesa riduce il rischio di allergie nei bambini.

 

Venerdì, 16 Settembre 2016 08:07

ALLA SCOPERTA DELLA FEIJOA.

16-09-2016

La feijoa appartiene alla stessa famiglia botanica della guava. La polpa, dal color crema o rosa salmone, è tenera e gelatinosa, e il sapore ricorda quello dell’ananas. Il centro è pieno di piccoli semi, morbidi, che quasi non si sentono. Contiene pochissimi grassi e proteine e, in maggior proporzione, carboidrati. La feijoa è ricca di vitamina C (circa 20 mg/100 g), anche se in misura minore della guava (183 mg/100 mg). Contiene anche piccole quantità di vitamine del gruppo B e di minerali. Nella sua composizione segnaliamo in particolare due sostanze nutritive:

- Folati: la feijoa è uno dei frutti freschi più ricchi di queste sostanze indispensabili per la formazione delle cellule del sangue. La carenza di folati durante la gravidanza può provocare anemia e malformazioni fetali.

- Iodio: è un frutto che contiene da 50 a 100 mg/100 g, cioè più degli altri frutti e quasi quanto il pesce di mare (150-350 mg/100g).

La feijoa si consiglia specialmente nei seguenti casi:

- Gravidanza, per la sua ricchezza di folati e di iodio, importantissimi durante la gestazione.

- Gozzo ipotiroideo, quando è causato da un’alimentazione povera di iodio.

- Stitichezza, per la sua ricchezza di fibre vegetali dall’azione lassativa.

PREPARAZIONE E USO

- Cruda: bisogna eliminare la buccia dura. Alcune varietà hanno un sapore acidulo, specialmente quando non sono ben mature.

- Ricette culinarie: con la feijoa si possono preparare succhi, composte e marmellate.

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