Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Lunedì, 26 Settembre 2016 07:54

LE STRADE CHE PORTANO AL BENESSERE TOTALE.

26-09-2016

Gli apparati che devono funzionare regolarmente per assicurare al nostro corpo il benessere, prevenire le malattie e permetterci di condurre una vita soddisfacente sono sette: il sistema immunitario, il sistema della detossicazione, il sistema infiammatorio, il metabolismo, il sistema di regolazione o apparato endocrino, quello della rigenerazione e la forza vitale (o spirito). L'indebolimento di uno qualsiasi di questi sistemi provoca suscettibilità che permettono l'insorgenza delle malattie più comuni.

POTENZIARE IL SISTEMA IMMUNITARIO

Sulla pelle, nella gola e nell'intestino sono sempre presenti batteri patogeni e ciascuno di noi si espone a nuovi agenti patogeni ogni volta che ha contatti con altre persone, che mangia o che respira. Ogni giorno il corpo umano produce circa 300 cellule tumorali (o anche di più in caso di esposizione a sostanze cancerogene). Se il sistema immunitario è sano, riconosce rapidamente ed efficacemente gli intrusi (virus, batteri, miceti) e le cellule atipiche (tumori) e li distrugge, ma se non funziona si avranno infezioni frequenti o croniche, stanchezza cronica e, a lungo andare, il cancro. Per ottimizzare il funzionamento del sistema immunitario occorre riconoscere ed eliminare i fattori che lo danneggiano e rafforzarlo con nutrienti ed erbe specifiche. Se si sviluppa un'infezione, molte terapie naturali possono aiutare a combatterla.

DIMINUIRE LA TOSSICITA'

Oltre che alla grande quantità e varietà di sostanze inquinanti presenti nell'ambiente (soprattutto in città), ognuno di noi è esposto anche alle sostanze tossiche prodotte dai normali processi metabolici. Generalmente i processi di disintossicazione che avvengono nel fegato e in altri organi riescono a neutralizzare ed eliminare questi veleni prima che provochino danni irreparabili, ma un'esposizione eccessiva, un metabolismo incompleto o un malfunzionamento dell'apparato di detossicazione possono provocare fenomeni di tossicità. In tal caso nell'organismo si accumulano quantità inadeguate o eccessive di sostanze chimiche nocive o di metaboliti non completamente trasformati, tossine microbiche, metalli pesanti e altri influssi nocivi (per esempio le radiazioni elettromagnetiche, il radon ecc.) sulle cellule, sui tessuti e sui liquidi organici. L'accumulo di tossine si manifesta con mal di testa, fenomeni di sensibilizzazione chimica, sindrome di affaticamento cronico e acne ed è uno dei fattori causali di quasi tutte le malattie croniche. Cambiando tipo di vita, facendo una dieta disintossicante e sottoponendosi a idroterapia e ad altri procedimenti di disintossicazione, associati all'assunzione di prodotti fitoterapici che rafforzino il fegato, è possibile eliminare progressivamente il carico tossico. Inoltre alcuni nutrienti neutralizzano direttamente le tossine prima che facciano danni.

NORMALIZZARE LA FUNZIONE INFIAMMATORIA

L'infiammazione costituisce una fase cruciale del processo con cui il corpo elimina le cellule e i tessuti danneggiati e dà inizio alla fase di riparazione. Inoltre il sistema immunitario si serve dell'infiammazione per aggredire agenti patogeni e cellule tumorali. Nella maggior parte della popolazione italiana questo sistema non è equilibrato, con una tendenza a reazioni infiammatorie eccessive alle lesioni, siano esse di origine fisica, immunologica o chimica. Ciò può essere dovuto al fatto che i meccanismi dell'infiammazione sono troppo sensibili, mal regolati o sottoposti a stimoli eccessivi. Le alterazioni della risposta infiammatoria di solito si manifestano sotto forma di allergie e malattie infiammatorie croniche quali l'artrite e l'eczema. La risposta infiammatoria si normalizza cambiando le abitudini alimentari e prendendo opportuni nutrienti. Inoltre, quando il processo infiammatorio è ormai avviato, è possibile ricorrere a varie erbe per calmare l'infiammazione e aiutare il corpo a ritrovare il normale equilibrio.

OTTIMIZZARE LA FUNZIONE METABOLICA

Tutti i processi metabolici sono controllati da sistemi enzimatici determinati dal corredo genetico, che, per funzionare, hanno bisogno di micronutrienti (vitamine e minerali). Cattiva digestione, malnutrizione e reazioni enzimatiche indebolite sono tutti fattori che possono contribuire ad altri squilibri e provocare direttamente molte malattie croniche. La cattiva digestione si può manifestare con alitosi, feci maleodoranti, diarrea, stipsi e intolleranze alimentari. Tra le malattie metaboliche più comuni vanno annoverate l'asma, il diabete, l'aterosclerosi e l'eczema. Enzimi e rimedi fitoterapici possono migliorare la digestione, mentre alte dosi di nutrienti specifici possono potenziare l'effetto di enzimi geneticamente deboli.

EQUILIBRARE I SISTEMI DI REGOLAZIONE

I sistemi ormonali mantengono un delicato equilibrio metabolico in tutto il corpo. Sia l'iperattività sia l'ipofunzionamento dei sistemi ormonali possono provocare squilibri diffusi. Ipotiroidismo, ipogonadismo e iposurrenalismo si manifestano con stanchezza cronica, obesità, calo della pulsione sessuale, forte perdita di massa muscolare. Anche un fenomeno naturale come la menopausa può provocare sintomi sgradevoli. Per ristabilire l'equilibrio è possibile ricorrere ad alimenti, nutrienti ed erbe.

FAVORIRE LA RIGENERAZIONE

Fin dalla nascita il nostro corpo sostituisce cellule e tessuti a mano a mano che si usurano. Tuttavia, quando il danno è eccessivo o i normali processi di riparazione e rigenerazione sono ostacolati, comincia la degenerazione. Lo squilibrio tra l'usura da una parte e la capacità del corpo di riparare i danni e rigenerarsi dall'altra si manifesta con malattie quali la retrazione gengivale, l'osteoartrite, la stanchezza cronica, la depressione e l'invecchiamento precoce. Il processo di invecchiamento si può rallentare e in alcuni casi fermare per mezzo di apposite sostanze nutrienti, migliorando l'afflusso del sangue al cuore e al cervello e con opportuni integratori fitoterapici. Esistono inoltre alcune erbe, dette adattogene, che tramite meccanismi non ancora completamente chiariti sembrano essere in grado di potenziare quasi tutte le funzioni fisiologiche e di aiutarci a rimanere sani nonostante stress e sollecitazioni ambientali.

VIVERE IN ARMONIA CON LA FORZA VITALE

Le nostre convinzioni, i valori spirituali in cui crediamo e la nostra vita famigliare hanno un profondo impatto sulla salute. La società ci ha insegnato a ignorare e reprimere molti dei segnali mente/corpo. Gli squilibri emotivi, lo stress, l'immoralità, la sensazione che la vita sia priva di senso, i problemi famigliari interferiscono profondamente con i meccanismi di guarigione del nostro corpo, peggiorano la qualità della vita nostra e dei nostri cari e contribuiscono all'insorgere di malattie croniche. Bisogna acquisire una maggiore consapevolezza della vis medicatrix naturae (o forza vitale) profondamente radicata in ciascuno di noi. Ognuno di noi è il miglior medico di se stesso, si tratta solo di imparare a mettere in pratica quel che sappiamo. Capendo come funziona il nostro corpo e imparando ad ascoltarne i sintomi possiamo migliorare radicalmente le nostre condizioni di salute e, quando ci ammaliamo, possiamo utilizzare terapie naturali e metodi di autocura per ritrovarla. Prendendo personalmente il controllo sulla nostra salute possiamo appoggiarci agli operatori della medicina ufficiale come consulenti, anzichè affidare loro ciecamente il nostro corpo. La regola principale è la pazienza: per cambiare veramente invece di limitarsi ad alleviare i sintomi, occorre tempo. Non è eliminare i sintomi al più presto che ci interessa, ma modificare la situazione di fondo e raggiungere il benessere totale e questo richiede tempo e perseveranza.

                                            

Domenica, 25 Settembre 2016 15:02

LA ZUEGG CI PRENDE PER I FONDELLI?

25-09-2016

Alla redazione de Il Fatto Alimentare è giunta questa foto di una lettrice che ha notato una cosa curiosa sulla confezione di succo d’arancia Skipper Zuegg. Una frase in evidenza presente sulla confezione dice che “tutti i prodotti sono fatti in Italia, la terra delle cose buone e fatte bene”. Basta però ruotare il contenitore per trovare un’altra scritta che risulta alquanto contraddittoria. Nel testo si dice che le arance usate per produrre il succo sono importate dal Sud America. La domanda sorge spontanea: Ci prendono per i fondelli? Ma questi idioti lo sanno che le migliori arance sono quelle italiane? Traete Voi le conclusioni se vale la pena o meno acquistare un prodotto del genere!

 

Domenica, 25 Settembre 2016 07:42

LA MALATTIA COME FONTE DI GUADAGNO.

25-09-2016

Vincenzo Bilotta

Oggi voglio parlarvi della malattia e di come le case farmaceutiche sono riuscite a fare, dello stato di disagio dell’individuo, una forma di business altamente produttiva. Al di là del fatto che la malattia non è un fenomeno a sè stante ma, soltanto, un effetto noto di una causa, apparentemente, ignota, più che di malattia, io amo parlare, come già anticipato dal Dott. Oliviero nel suo libro, di “benattia”. Francamente, dopo anni di lavori e di studi sulla persona (su di Me in primo luogo, ma anche sui miei clienti), ho avuto modo di scoprire come la gente sia brava ad ammalarsi e a morire invece di godere della vita e di ciò che essa può offrire ad ogni individuo. Einstein ebbe modo di dire che la gente comune sfrutta solo il 15% delle potenzialità totali del proprio cervello. Il resto percentuale, e cioè l’85%, lo usa per farsi del male. Molte persone ancora credono nella favola della genetica, troppe muoiono ancora per essere fedeli a ciò che disse un semplice naturalista corrispondente al nome di Charles Darwin. Da allora, gente come Bruce Lipton ha avuto modo di confutare e dimostrare la falsità, su basi scientifiche, di queste affermazioni. Se, quanto scoperto da Darwin, andava bene nel 1800, oggi la realtà è diversa. La gente, come i veri studiosi di genetica, cerca la verità al di là delle teorie. Come dire? Certezze al posto di belle parole (non sempre belle, a volte sono pure complicate!). Dando per scontato il fatto che l’alterazione a livello genetico avviene a seguito di un’errata codificazione, da parte del cervello, degli stimoli ambientali, da ciò si evince come sia facile prevenire la malattia attraverso un approccio diverso, e meno stressante, alla vita quotidiana da parte del soggetto che interagisce con l’ambiente che lo circonda. Poichè non voglio parlare in questa sede di epigenetica, fatta questa premessa voglio parlarvi della malattia come fonte di guadagno da parte delle case farmaceutiche. Oggi, come ieri del resto, si assiste ad un aumento delle patologie. Accanto a quelle esistenti, infatti, le case farmaceutiche ne aggiungono delle nuove ogni anno allo scopo di arricchirsi alle spalle dei (presunti) malati.
Oltre alle patologie quali colesterolo, ne sono state create altre e sempre di nuove ce ne saranno. Ciò grazie a degli accordi nascosti presi tra le case farmaceutiche, i ministeri della sanità (?) delle varie nazioni e, non da ultimi, i medici. In base a questi accordi, la case farmaceutiche, il cui scopo, di sicuro, non è quello di curare il paziente ma, semmai, di mantenerlo malato per potersi poi arricchire alle sue spalle, creano nuovi farmaci, all’apparenza più efficaci ma che, in realtà, agiscono solo sui sintomi e, quasi mai, sulle vere cause delle patologie. Al di là del fatto che la medicina ufficiale è anni luce indietro rispetto a quelle che sono le vere cause della malattia, essa non ha, a prescindere dalla sua ignoranza, alcun interesse a curare nessuno. Esistono in commercio farmaci molto costosi che vanno assunti per lunghi periodi. Questi farmaci, hanno spesso (l’80% delle volte) effetti collaterali nei confronti dei pazienti che li assumono. Le case farmaceutiche, di contro, avendo interesse a guadagnarci, minimizzano sui possibili danni, limitandosi a scrivere libri di avvertenze sugli effetti collaterali pur continuando a produrli e a mantenerli in commercio. La gente, per fortuna, si va svegliando. Molti ricorrono alla medicina alternativa abbandonando, al contempo, quella allopatica. L’omeopatia, ormai, ha preso piede; ciò grazie alla sua efficacia e ai ridotti effetti collaterali (sempre e comunque transitori). Ovviamente, la medicina di base, accusando il colpo, fa di tutto per screditare le terapie non convenzionali, allo scopo di difendere i suoi metodi di cura obsoleti, invasivi, e spesso mortali. Quanta gente è già morta a causa delle terapie iatrogene? Quanta ne dovrà morire ancora prima che qualcosa cambi? Se vogliamo che cambi davvero qualcosa, iniziamo a cambiare noi. Non diamo nulla per scontato, specie in ambito medico. Fermiamo l’espandersi delle multinazionali del farmaco attraverso la presa di coscienza dei reali interessi che si nascondono dietro queste persone senza scrupoli. Informiamoci, cerchiamo di capire al di là delle parole dette dai medici. Essi, non tutti per fortuna, sono solo dei burattini che stanno alla base di una piramide con al vertice persone che altro interesse non hanno se non quello di arricchirsi alle spalle delle masse inconsapevoli. Apriamo gli occhi. Cambiamo visione della vita e dei fenomeni ad essa inerenti. Solo così la realtà potrà cambiare.

 

Domenica, 25 Settembre 2016 07:39

PATATE: MANGIARLE CON LA BUCCIA O SENZA?

25-09-2016

Buona parte delle vitamine e dei sali minerali delle patate si trova concentrata proprio sotto la buccia ma, se queste non provengono da colture biologiche, si consiglia di pelarle per i seguenti motivi:

- Le patate in commercio sono trattate con sostanze chimiche per evitare che germoglino.

- La buccia contiene parecchio cadmio, un metallo tossico simile al piombo che contamina l’aria e i terreni, specialmente in prossimità delle zone industriali.

E’ sempre meglio pelare le patate prima di cuocerle, perché le sostanze tossiche, presenti nella buccia, durante la cottura potrebbero passare all’interno della patata. Se si vuole mangiare una squisita patata arrostita al forno con tutta la buccia, bisogna cercare quelle provenienti da colture biologiche, dove non si usano sostanze chimiche nocive.

24-09-2016

Se anche voi fate parte di quella folta schiera di donne che hanno l’abitudine di fare la ceretta totale nelle parti intime, ci sono delle cose molto importanti che è bene sapere. Un gruppo di ricercatori ha rilevato che quasi il 60 per cento delle donne americane tra i 18 e i 24 anni sono “a volte o sempre completamente rasate laggiù”. Ma una nuova ricerca potrebbe spingere alcune devote alla brazilian wax (ceretta alla brasiliana) a prendere un periodo di pausa sui loro prossimi appuntamenti dall’estetista. Lo studio che si è svolto a Nizza, in Francia, ha trovato un’associazione tra rimozione dei peli pubici e un aumento del rischio di trasmissione sessuale del mollusco contagioso (molluscum contagiuosum, una malattia della pelle che di solito provoca piccole lesioni o papule). “Mentre lo studio ha trovato solo un’associazione e non un collegamento definitivo, è ovvio che la ceretta aumenterebbe il rischio di un virus come il mollusco contagioso“, dice Jessica Krant, professore clinico assistente di Dermatologia presso SUNY Downstate Medical Center di New York e fondatore di Art of Dermatology. “Vedo pazienti tutti i giorni che vengono con terribili (innocue, ma molto fastidiose) infezioni, e quanto più la rasatura è fatta nella zona bikini, più è probabile che si diffonda. La ceretta intima causa la stessa situazione: la pelle infetta in prossimità dei follicoli feriti può permettere all’infezione di entrare in contatto con la pelle di una persona infetta, anche attraverso la condivisione di un asciugamano“.
Questa certamente non è la prima brutta notizia di cui abbiamo sentito parlare a proposito della ceretta alla brasiliana. Nel corso degli ultimi anni, sono stati segnalati diversi casi di gravi infezioni con complicazioni. Nel 2009, lo stato del New Jersey, ha anche avuto l’idea di vietare la rasatura completa dopo che due donne sono state ricoverate in ospedale con seri problemi. E la verità è, non importa la tendenza estetica, che i peli pubici sono lì per un motivo. “Quella parte del corpo che per natura tende ad avere i peli, anche se possono essere attualmente fuori moda, li ha per altri motivi“, spiega la Krant, la quale aggiunge che agiscono anche come un cuscino durante i rapporti sessuali. Tra l’altro, la ceretta può causare danni alla pelle, anche se non necessariamente visibili. “La ceretta strappa i peli dalle loro radici, e tutti sappiamo o abbiamo sentito dire che questo è un processo piuttosto doloroso“, spiega la dottoressa. “Fa male per una sola ragione: i peli e i capelli sono attaccati davvero molto saldamente alle proprie radici e sono una parte del nostro corpo e la ceretta li strappa dalla radice. Questo fa sì che dopo ci sia una piccola ferita appena sotto la superficie e che non è visibile. Queste piccole ferite possono essere un facile accesso per batteri e infezioni, e considerato anche che proprio quella parte del corpo la appoggiamo spesso quando ci sediamo, la cosa non va sottovalutata. Qualsiasi infezione è più facilmente trasmissibile se c’è una ferita, e non vogliamo allarmarvi oltre parlandovi anche della possibilità maggiore di contagio delle malattie sessualmente trasmissibili. La ceretta inoltre irrita la pelle, e quando viene fatta ripetutamente (soprattutto non bene), può causare irritazione cronica della pelle e cicatrici“. Insomma, sembra che ci siano motivi sufficienti per rifletterci un pò. Se lo scopo è quello di avere una maggiore igiene, per quanto potrà sembrarvi strano, la avrete di più con i peli al loro posto. Tra l’altro, la loro presenza proprio in quell’area del nostro corpo ha anche un altro motivo ben preciso: fungono da protezione per la pelle sensibile di quella zona, mantengono la necessaria umidità, impediscono a lieviti e funghi di prendere piede e difendono dai germi esterni perché li “intrappolano” impedendo che entrino in vagina.

 

https://consumer.healthday.com/cosmetic-information-8/hair-and-scalp-problems-news-341/banish-unwanted-fuzz-for-a-beach-ready-body-712007.html

 

24-09-2016

L’OMS abbassa i “livelli normali” del colesterolo da 190 a 100. Big Pharma ringrazia! Pensateci: quanti farmaci Vi rifileranno in più? Ricapitoliamo: praticamente dimezzata la soglia di sicurezza per il colesterolo. eppure siamo sopravvissuti alle precedenti soglie (già più volte ritoccate). Ora, come diceva uno, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, era veramente necessario? E posso capire un ritocco, ma dimezzarle. Significa che oggi, da un giorno all’altro, 9 Italiani su 10 hanno il colesterolo alto! Ma chi ci guadagna? Beh, per le Big Pharma è molto più di un 6 al superenalotto. Vi rendete conto di quanto ci potranno lucrare?

Marcello Pamio

Nel libro “La fabbrica dei malati” scrivo nel dettaglio come avviene la creazione di milioni di nuovi malati ogni anno. Sto parlando di persone oggettivamente sane che diventano da un giorno all’altro malati da curare con farmaci e droghe. Sono i moderni schiavi dell’Industria farmaceutica. Una delle strategie principe per la creazione di nuovi malati è proprio l’abbassamento dei cosiddetti “valori di normalità”, ossia quei parametri che stabiliscono se una persona è sana oppure no. Glicemia, trigliceridi, colesterolo, ipertensione ecc. Panel, gruppi di esperti rappresentati da baroni universitari, opinion leader (pagati profumatamente per la loro influenza tra i colleghi) si riuniscono in congressi e decidono le linee guida che saranno osservate da tutti i medici del mondo. Stabiliscono quindi i famosi protocolli. Una responsabilità enorme perché decidono se una persona è sana o malata. Ovviamente la responsabilità va di pari passo con il livello di coscienza. Se infatti una persona non ha coscienza, non si pone alcun problema etico e morale nelle proprie valutazioni e decisioni, ed è certamente e più facilmente corruttibile dai soldi, dalla brama di fama e potere. Le linee guida ufficiali per i livelli di colesterolo ematico stabilivano il limite massimo di 200 mg/dl (qualche laboratorio spinge per 190 mg/dl). I range considerati normali: HDL: 40 - 80 mg/dl; LDL: 70 - 180 mg/dl; Colesterolo totale: 120 - 220 mg/dl. 
La Società europea di cardiologia (ESC) si è riunita a Roma proprio in questi giorni stilando le nuove linee guida internazionali, rivoluzionando in basso (ovviamente) i parametri del colesterolo. Secondo la casta dei cardiologi il limite massimo del colesterolo LDL va dimezzato, senza se e senza ma. Non esiste più alcun dubbio, ne sono certi. Fino a ieri le indicazioni variavano a seconda del rischio personale legato a vari fattori, quali la familiarità, le malattie cardiache e lo stato di salute, e comunque il colesterolo “cattivo” (LDL) non doveva mai superare i 190 mg/dl. Da oggi non dovrà mai superare quota 100 mg/dl, e attenzione, non solo nelle persone a rischio, ma praticamente in tutte. Una generalizzazione e massificazione assai rischiosa per l’uomo della strada ma molto interessante per chi produce le statine. Abbassando il valore del colesterolo LDL ovviamente si abbasserà tutto anche il colesterolo totale, creando decine di milioni di nuovi malati. Molto probabilmente il colesterolo totale diventerà di 180 mg/dl. Tale abbassamento non è strano visto che il mantra dei cardiologi ortodossi è: “Abbassare il colesterolo il più possibile”! Si arriverà al punto che non servirà più alcun limite massimo perché le indicazioni, i protocolli saranno quelli di abbassare il colesterolo sempre di più. Follia disumanizzante di una medicina interventista assai lucrosa. Interessante è sapere che solamente due mesi fa uno studio pubblicato sul British Medical Journal affermava esattamente il contrario: il colesterolo alto non è un fattore di rischio per le malattie cardiache negli anziani! Va precisato che il Bmj è uno dei pochissimi giornali accreditati, se non l’unico, sganciato dall’Industria chimica: non riceve finanziamenti e pubblicità diretta. Quindi è sempre stato una spina nel fianco dell’establishment. Secondo lo studio, il colesterolo alto avrebbe un effetto protettivo contro diverse malattie tra cui il cancro. 
Questa la conclusione di un gruppo internazionale di esperti che ha passato in rassegna 19 diversi studi sull’argomento condotti su 68.000 persone. Quindi non sarebbe vero il legame tra alti livelli di colesterolo LDL (il terribile colesterolo cattivo) e le malattie cardiache nelle persone sopra i 60 anni. Infatti il 92% degli anziani con colesterolo alto ha vissuto a lungo o più a lungo di chi aveva livelli bassi di colesterolo! E nel rimanente 8% della popolazione studiata non è stata trovata alcuna associazione. Secondo i ricercatori pertanto bisogna “rivalutare la prescrizione di statine, i cui benefici sono stati esagerati”. Tra le ricerche prese a sostegno ve ne sono due condotte su un campione complessivo di 140.000 persone, per 10 e 30 anni, che hanno rilevato un’incidenza più bassa di cancro in chi aveva il colesterolo più alto e una minore mortalità negli individui con una storia familiare di colesterolo alto. Da una parte ci dicono che il colesterolo va abbassato sempre più, dall’altra che il colesterolo alto invece protegge l’uomo da malattie gravi, tra cui il cancro! Chi ha ragione?
E’ assai interessante sapere cosa bolliva nella pentola dell’Industria chimica precedentemente al congresso della Società di cardiologia europea. La pentola - esattamente come il cappello del mago - conteneva nuovi e miracolosi prodotti. Erano lì pronti per l’umanità. Il CHMP, Comitato dei Medicinali per Uso Umano dell’EMA, ha espresso parere favorevole per evolocumab (Rephata), messo a punto da Amgen e alirocumab (Praluent) prodotto dalla Sanofi, i primi farmaci anticorpo monoclonali per il trattamento dell’ipercolesterolemia. La coincidenza veramente sorprendente è che il valore del colesterolo LDL con questi farmaci viene più che dimezzato, esattamente come le ultimissime raccomandazioni dei cardiologi europei. Il mago questa volta ha superato se stesso. I cardiologi per salvaguardare la salute pubblica decidono per il dimezzamento del colesterolo cattivo e miracolosamente sono pronti dei farmaci che fanno esattamente questo. Ma cosa volete di più? Ecco un esempio degli stupefacenti miracoli che avvengono in medicina. Anche perché servono circa 10 mesi per la procedura di autorizzazione alla messa sul mercato da parte dell’ente preposto (FDA, EMEA ecc.). Sapete questo cosa significa? Era tutto calcolato da tempo. Anche il prezzo di questi prodotti è veramente stupefacente. La Amgen ha reso noto il prezzo al quale sarà venduto in alcuni paesi europei il Rephata (evolocumab): in Gran Bretagna il prezzo è di 340 sterline per una singola confezione (Minchia! Scusate il francesismo) che dura meno di un mese (28 giorni), equivalenti a circa 6.780 dollari per un anno di terapia. Meno della metà del prezzo fissato per il mercato americano dove costa la bellezza di 14.100 dollari. In Austria e Finlandia la terapia annuale costerà tra gli 8.220 e i 8.820 dollari. Nel nostro Paese devono ancora decidere. Il Praluent costerà invece 13.200 dollari a paziente per un anno di terapia. Un mercato ricchissimo grazie ai nuovi farmaci e soprattutto illimitato grazie al dimezzamento del colesterolo! Chi pagherà il nuovo salasso? Ovviamente i Sistemi Sanitari Nazionali oramai sul precipizio dell’abisso…

SOLDI AI MEDICI E ASSOCIAZIONI

L'industria farmaceutica è finalmente obbligata a riportare online tutti i contributi versati ai medici, alle società scientifiche e alle associazioni di malati. Finora tutto è sempre rimasto avvolto da un'ombra di mistero. A chiederlo il Codice di trasparenza della Federazione europea dei produttori. Il giro d'affari è miliardario. I mezzi usati sono sempre i soliti: attraverso l'utilizzo di società scientifiche o ospedali dove lavorano medici e dirigenti, aziende che organizzano incontri, agenzie di viaggio, alcune associazioni di pazienti e chi si occupa della formazione. L'industria chimico-farmaceutica arriva a tutti i protagonisti della filiera, da chi stila le linee guida per l'uso dei farmaci, a chi li prescrive (i medici) e poi li assume (il destinatario della ricetta). Il tutto in modo perfettamente legale. Novartis e Pfizer per esempio hanno versato contributi a rispettivamente 3.500 e 2.000 operatori della salute per congressi o "consulenze". I contributi più importanti però arrivano alle "organizzazioni sanitarie", per mezzo di sponsorizzazioni o semplici "donazioni". L'associazione degli ematologi ha ricevuto 170.000 euro dalla Janssen e quella dei reumatologi 312.000 euro dalla Pfizer. Ma guardo caso c'è anche l'associazione dei cardiologi che ha ricevuto 400.000 euro dalla Amgen, proprio quella dei nuovi farmaci contro il colesterolo...

MAGIE IN CAMICE BIANCO

Il giochetto di prestidigitazione è sempre il medesimo? In laboratorio producono una molecola chimica ben precisa (attenzione non un nuovo principio attivo, ma copie di altri già esistenti leggermente modificati), quindi preparano il medicinale e poi creano il problema sanitario, la malattia specifica per quel farmaco. Il solito problema-reazione-soluzione. Il problema è il colesterolo alto che va dimezzato, la reazione sono i congressi dei cardiologi, gli articoli (veline) alle agenzie stampa, e infine la soluzione è bella e pronta: i farmaci monoclonali! Meccanismo diabolicamente perfetto.

IL COLESTEROLO E’ COSI’ PERICOLOSO.

Esistono tantissimi articoli ben fatti su questo argomento, però un accenno è importante per capire di cosa stiamo parlando. Mi baserò sul libro “Colesterolo: menzogne e propaganda” del cardiologo francese Michel de Lorgeril. Per il ricercatore del CNRS il colesterolo è diventato il nemico numero uno nella prevenzione delle malattie cardiovascolari perché fa comodo a tutti: gli interessi economici in gioco sono enormi, soprattutto dopo l’arrivo delle statine. Non è un caso che i farmaci anticolesterolo rappresentano uno dei più grandi affari del mercato sanitario mondiale. Il colesterolo interessa anche le industrie agroalimentari con i loro prodotti presumibilmente anticolesterolo (margarine, yogurt ecc.). Va superata anche la distinzione tra colesterolo buono e cattivo perché si tratta di semplici idiozie. Vi sono studi clinici recenti che mostrano come l’aumento del colesterolo buono e l’abbassamento di quello cattivo non proteggono dalle malattie cardiovascolari. La pistola fumante sono tutti quei pazienti in cura con statine che muoiono lo stesso (forse a causa dei farmaci) a seguito di attacchi cardiaci. Dove stanno la prevenzione e la protezione? Quindi l’aumento del colesterolo non è di per sé una causa di problemi cardiovascolari. Il colesterolo può essere letto come una alterazione dello stile di vita nei parametri biologici, vera e unica causa della malattie cardiovascolari. Il colesterolo è un semplice indicatore di rischio. Tutto qua. Tutti gli studi clinici pubblicati dopo il 2005 sono negativi sulla questione. 
Il tasso di colesterolo si può ridurre con l’assunzione di farmaci (che bloccano la sintesi del colesterolo nel fegato), ma se contemporaneamente lo stile di vita non cambia, il rischio rimane lo stesso. Se per esempio una persona continua a fumare, ad essere sedentaria ecc., pensando di essere protetto dalla statina, essa andrà probabilmente comunque incontro ad un disastro. E’ bene pertanto che le persone lo sappiano: le statine non forniscono alcuna protezione! Abbassano il colesterolo senza alcun effetto sulla mortalità. Molti studi sulle statine sono molto sospetti a causa del coinvolgimento delle industrie. Infatti il programma ALLHAT del 2002, l’unico sponsorizzato da istituzioni pubbliche indipendenti e non dalle lobbies, non mostra alcuna protezione malgrado il colesterolo basso. In ultima analisi le statine, presentate come la panacea per tutti i mali, hanno numerosi effetti collaterali. Per le persone attive, sembrano influenzare la qualità della vita causando dolori muscolari e depressione, nel lungo termine esiste un aumentato rischio di cancro specialmente nelle persone con più di 60 anni. Lo studio PROSPER del 2002 mostra maggior incidenza di cancro e numero di morti per cancro nei pazienti che usavano la pravastatina, rispetto alle persone senza trattamento.

COLESTEROLO E INFIAMMAZIONI

Il colesterolo è quasi del tutto endogeno, prodotto dal fegato. Il corpo lo produce di riflesso quando vi sono infiammazioni in circolo. Il problema quindi non è il colesterolo: esso sarebbe la soluzione che sta cercando di mettere in atto l’organismo per guarire. Il vero pericolo è l’infiammazione delle pareti delle arterie e se questo viene ignorato (come fanno i medici), il colesterolo può accumularsi ostacolando il flusso del sangue verso il cuore o verso il cervello, sfociando in un attacco cardiaco o un ictus. La colpa ovviamente cadrà sul colesterolo. Ma la colpa è del colesterolo che cerca di spegnere gli incendi o dello stile di vita che ha creato le infiammazioni? Le fonti di infiammazione sono diverse. Quando nel corpo c’è un livello alto di ossidazione, contemporaneamente si attivano i radicali liberi. Il colesterolo LDL si ossida nel corpo grazie al consumo di grassi artificiali (margarine), oli parzialmente o totalmente idrogenati, oli vegetali prodotti a caldo, cibi geneticamente modificati, una dieta con molti zuccheri e cereali raffinati, alcol e tabacco. Anche la presenza di metalli pesanti come mercurio (vaccini, amalgame ecc.), alluminio (farmaci, vaccini, pentole, ecc.), piombo (benzine, vernici ecc.), e tanti altri, creano numerose infiammazioni.

A COSA SERVE IL COLESTEROLO?

Va detto semplicemente che il colesterolo è di vitale importanza per la salute umana:

- ogni singola cellula nel corpo è composta da colesterolo;

- il colesterolo aumenta l’integrità della membrana della cellula e fornisce alle cellule la necessaria robustezza e stabilità;

- ogni ormone steroideo è composto da colesterolo;

- la capacità del corpo di sintetizzare la vitamina D dipende dal colesterolo;

- il colesterolo è un antiossidante, uno spazzino dei radicali liberi e spegne le infiammazioni;

- i sali biliari, fondamentali per la digestione e l’assimilazione dei grassi, sono composti da colesterolo;

- il sistema immunitario necessità del colesterolo per riparare le cellule danneggiate;

- il colesterolo sostiene la memoria.

Ci sarebbero ancora tante altre informazioni importanti sul colesterolo. Ma questo certamente basta per affermare che la pratica medica che cerca di eliminarlo dall’organismo con ogni mezzo è follia allo stato puro. Chi ci guadagna in tutto questo non è certo l’uomo, il quale invece sarà sempre più schiavo del Sistema, sempre più ammalato, bensì l’Industria che spaccia droghe. L’Industria che crea malati e che vende malattie!

Sabato, 24 Settembre 2016 08:21

I MIGLIORI RIMEDI NATURALI PER LE SMAGLIATURE.

24-09-2016

Avere le smagliature non è mai piacevole. Sono simili a piccole cicatrici e si formano quando il tessuto cutaneo, sottoposto a eccessiva tensione, perde la sua elasticità e subisce una lesione dovuta a uno sfibramento sia del derma che dell’epidermide. Le smagliature rappresentano un danno a livello epidermico che purtroppo non si può eliminare (per il 99% dei casi) ma che si può sicuramente migliorare e soprattutto prevenire: trattare una smagliatura significa renderla meno evidente. Possono essere causate da diversi fattori: obesità, gravidanza, uso di farmaci (cortisonici), cause nutrizionali, e inoltre qualsiasi aumento di volume corporeo in breve tempo, fa sì che la pelle subisca una forte tensione senza avere il tempo di adattarsi e rimanere tonica ed elastica. Le cure più sicure e più efficaci, come sempre, si trovano in natura.

ALOE VERA GEL

Un rimedio classico base per molti disturbi della pelle, tra cui scottature e acne. L’aloe vera è probabilmente la più efficacie cura per le smagliature, grazie ai suoi impressionanti livelli di vitamine C ed E. Basta applicare un pò di gel di aloe vera alle zone colpite ogni mattina, assicurandosi che sia stato ben assorbito dalla pelle. Le proprietà curative del gel aiuteranno a scolorire i segni, e nel tempo, eventualmente a rimuoverli del tutto.

OLIO DI OLIVA CALDO

Elevati livelli nell’olio d’oliva di vitamine A e K l'hanno reso una scelta popolare per il trattamento delle smagliature, poiché le carenze di questi nutrienti possono intensificare il colore e la profondità delle smagliature. Dal momento che l’aloe vera contiene due vitamine che non sono presenti nell’olio di oliva (vitamine C ed E), è consigliabile combinare gel di aloe vera con olio di oliva caldo per ottenere una "supercura" ricca di vitamine, utile per i segni di particolare rilievo.

BURRO DI CACAO

Amato per le sue proprietà - antinvecchiamento e anti-rughe -, il burro di cacao è anche efficace nel trattamento delle smagliature in quanto la sua capacità di idratare la pelle aiuta a migliorare la circolazione sanguigna, migliorando così l’elasticità naturale della pelle. A differenza del gel di aloe vera, che può essere applicato una volta al giorno, il burro di cacao deve essere applicato nelle zone colpite, almeno due volte al giorno, preferibilmente una volta al mattino e una volta alla sera. E' particolarmente potente se applicato dopo una doccia calda.

OLIO DI MANDORLE

L’olio di mandorle è ricco di omega-3, un acido grasso polinsaturo che è notoriamente benefico per la pelle. Per massimizzare le sue proprietà curative, applicare l’olio nelle zone colpite da due a tre volte al giorno.

TEA TREE OIL (OLIO DI MELALEUCA)

Ancora un altro olio efficace è quella dell’albero del tè, un arbusto aromatico originario della Nuova Zelanda e dell’Australia meridionale. L’olio di Tea tree contiene sostanze ad effetto antibiotico, antivirale e antinfiammatorie che lo rendono un trattamento efficace per tutte le ferite cutanee. Grazie alla sua potenza, avrete solo bisogno di applicare l’olio nelle zone colpite una volta al giorno, ma ricordate che ha un forte odore di medicinale che alcune persone potrebbero trovare repellente.

SUCCO DI LIMONE

Il succo di limone aumenta la produzione di collagene nella la pelle. E' la scelta ideale per lo scolorimento delle smagliature. Inoltre è versatile e può essere aggiunto a uno dei trattamenti di cui sopra per la presenza di vitamina C, intensificando così i loro benefici.

ESERCIZIO FISICO

Poichè le smagliature sono causate da rapidi cambiamenti della pelle, qualsiasi esercizi che tonificano i muscoli sottostanti (come il nuoto) le aiuterà a svanire. Allo stesso modo, bere grandi quantità di acqua contribuirà a migliorare l’elasticità della pelle, integrando gli effetti dei rimedi che si sceglie di utilizzare.

24-09-2016

In inglese, per la forma della sezione che ricorda una stella a cinque punte, la carambola è chiamata anche “frutto a stella”. Ma è un “frutto a stella” anche per la quotazione che ha raggiunto sui mercati internazionali. La sua polpa è tenera e ha un delicato sapore agrodolce. Tagliata a fette, nei ristoranti si usa per decorare squisiti piatti, ma la carambola, oltre a quelle puramente estetiche, ha anche altre proprietà. Contiene il 5% di carboidrati sotto forma di zuccheri e una piccola quantità di proteine e di grassi. Contiene una modesta quantità di provitamina A, di vitamine del gruppo B, la E e la C (che è la più abbondante: 21 mg/100 g). Contiene tutti i minerali necessari, ma in proporzioni modeste, eccetto il potassio (163 mg/100 g). La delicata polpa della carambola è ricca di fibre vegetali di tipo solubile, che esercitano un’azione lenitiva e lassativa sull’intestino. Le sue applicazioni dietoterapiche riguardano in particolare:

- Stitichezza da atonia intestinale (che è il tipo più frequente). Due o tre carambole a colazione facilitano l’evacuazione.

- Eccesso di colesterolo: la carambola è ricca di fibre solubili e contribuisce a ridurre l’assorbimento del colesterolo nell’intestino.

PREPARAZIONE E USO

- Cruda: i frutti di maggiori dimensioni sono più saporiti e dolci. Quelli piccoli possono essere aspri.

- Conserve: la polpa è molto adatta per preparare gelatine e marmellate.

- Bevande: con la carambola si preparano bibite e bevande rinfrescanti di sapore “tropicale”.

23-09-2016

La gastroparesi, nota anche come svuotamento gastrico ritardato, causa una prolungata permanenza, a livello gastrico, del cibo ingerito detto bolo. A determinare il passaggio del bolo dallo stomaco all’intestino sono delle contrazioni indotte dal nervo vago. Anche se le cause non sono ancora molto chiare si pensa che danni al nervo vago possano essere all’origine della condizione. Questo tipo di danno può essere dovuto a diversi fattori, tra cui il diabete non controllato, chirurgia addominale, la radioterapia, l’ipotiroidismo e diverse malattie del sistema nervoso, come il Parkinson o la sclerosi multipla. I disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia possono anche aumentare il rischio di sviluppare la gastroparesi. Alcuni sintomi comuni di gastroparesi sono dolore addominale superiore, nausea, vomito, bruciore di stomaco, gonfiore addominale, scarso appetito, fluttuazione dei livelli di zucchero nel sangue, senso di sazietà anche dopo aver mangiato una piccola quantità di cibo, malnutrizione e la perdita di peso non intenzionale. Questi sintomi possono essere lievi o gravi e possono variare da persona a persona. Alcuni rimedi naturali così come la dieta e uno stile di vita sano, possono offrire un pò di sollievo. Di seguito, alcuni rimedi naturali per la gastroparesi:

1. ALIMENTI PROBIOTICI

I probiotici sono microrganismi vivi che forniscono molti benefici digestivi se consumati in quantità adeguate. Questi microrganismi aiutano il corpo ad abbattere il cibo e assorbire le sostanze nutritive.

- Consumate alimenti probiotici come lo yogurt greco, kefir, crauti e tempeh.

- Si possono anche assumere integratori probiotici, dopo aver consultato un esperto.

2. ALOE VERA

L’aloe vera è molto utile per alleviare i sintomi della gastroparesi. Favorisce la digestione e regola i movimenti intestinali. La sua natura lassativa supporta il corretto funzionamento del sistema digestivo e aiuta ad alleviare il gonfiore e mal di stomaco.

- Assumete succo di aloe vera 2 volte al giorno prima dei pasti.

NOTA: Non consumate più di 2 cucchiai di succo d’aloe vera al giorno.

3. ACETO DI MELE

L’aceto di mele è anche molto efficace per il trattamento della gastroparesi. Ha un effetto alcalinizzante del corpo e aiuta ad alleviare il dolore addominale, bruciore di stomaco e gonfiore, così come migliora la digestione. Uno studio del 2007 pubblicato sulla rivista BMC Gastroenterology ha analizzato l’effetto dell’aceto di sidro di mele sul ritardato svuotamento gastrico nei pazienti con diabete di tipo 1. I ricercatori hanno trovato che l’effetto dell’aceto sul tasso di svuotamento gastrico è risultato statisticamente significativo.

- Aggiungete 1 cucchiaino di aceto di sidro di mele non filtrato in un bicchiere di acqua tiepida. Bevete 15-20 minuti prima di ogni pasto.

4. VITAMINA D

Il mantenimento di un buon livello di vitamina D nel corpo è molto importante per le persone che soffrono di gastroparesi. La vitamina del sole o vitamina D, gioca un ruolo chiave nella salute del sistema nervoso enterico.

- Godetevi il sole del mattino, senza l’uso di creme solari, per 10-15 minuti al giorno.

- Mangiate cibi ad alto contenuto di vitamina D, come uova e pesce grasso (salmone, sardine, sgombro ecc.).

- Si possono anche assumere integratori di vitamina D dopo aver consultato un esperto.

5. DIGITOPRESSIONE E AGOPUNTURA

La digitopressione e l’agopuntura sono in grado di alleviare i sintomi della gastroparesi come nausea, vomito e gonfiore. Inoltre, aiutano a migliorare le funzioni neurologiche e aumentano le difese immunitarie. Queste terapie promuovono anche la circolazione del sangue ricco di ossigeno in tutto il corpo, favorendo la funzione del sistema digestivo. Premere i seguenti punti, PC6 (che si trova sul polso) e ST36 (che si trova sulla parte anteriore della gamba, sotto la rotula) per alcuni minuti, può contribuire ad alleviare i problemi di stomaco.

6. RESPIRAZIONE PROFONDA

La respirazione profonda è un modo efficace per trattare un sistema digestivo debole. Può aiutare a stimolare il nervo vago e aumentare il flusso di sangue al tratto digerente per garantire una corretta digestione e movimenti intestinali regolari. La respirazione profonda aiuta a combattere i sintomi come gonfiore, dolore addominale, nausea e vomito. Inoltre, la respirazione profonda offre benefici anche al cuore.

- Sedetevi in una posizione comoda e mettete le mani sull’addome.

- Fate un respiro profondo attraverso il naso, permettendo allo stomaco e all’addome di espandersi.

- Trattenete il respiro per 3-5 secondi.

- Espirare attraverso la bocca facendo durare l’espirazione più a lungo dell’inspirazione.

- Ripetete questo esercizio di respirazione per 5-10 minuti.

- Ripetete un paio di volte al giorno.

7. OLIO DI COCCO

Gli acidi grassi a catena media presenti nell’olio di cocco sono estremamente buoni per il sistema digestivo. Questi acidi grassi non richiedono enzimi pancreatici e sali biliari per la loro digestione. L’olio di cocco aiuta anche a combattere l’infiammazione e stimolare il sistema immunitario.

- Aggiungete 1 cucchiaino di olio di cocco a mezza tazza d’acqua. Riscaldate la soluzione sul fornello per aiutare l’olio a sciogliersi accuratamente nell’acqua. Bevete prima di ogni pasto.

- Un’altra opzione è quella di aggiungere 1 cucchiaino di olio di cocco extravergine ad una tazza di tè caldo o aggiungerlo ai frullati.

8. ZENZERO

Un altro buon trattamento naturale per la gastroparesi è lo zenzero. Stimola i succhi digestivi e il flusso di enzimi necessari per digerire correttamente il cibo. Questo a sua volta accelera lo svuotamento dello stomaco e aiuta a liberarsi della nausea.

- Mescolate 1 o 2 cucchiaini di succo di zenzero in una tazza di acqua calda. Bevete 20-30 minuti prima di mangiare un pasto.

- In alternativa, bere alcune tazze di tè allo zenzero. Per fare il tè, fate bollire 1 tazza di acqua, aggiungete 5-6 fettine di zenzero fresco e lasciate sobbollire per 5 minuti. È inoltre possibile aggiungere un pò di succo di limone e miele per migliorare il suo gusto.

- Un’altra opzione è quella di assumere integratori di zenzero. Tuttavia, consultate un esperto prima di iniziare qualsiasi regime di supplemento.

ULTERIORI SUGGERIMENTI

- Al posto dei tradizionali 3 pasti al giorno, iniziate a mangiare 5 o 6 piccoli pasti considerando uno spazio di tempo tra questi piccoli pasti di almeno 2 ore.

- Prestate attenzione alla consistenza del cibo e optate per i liquidi. Per esempio, invece di mangiare una mela intera, optate per un frullato di mele.

- Evitate di mangiare cibi grassi che innescano il rilascio di ormoni che rallentano lo svuotamento dello stomaco.

- Includete tonno, albume d’uovo, formaggio magro e yogurt alla vostra dieta.

- Mangiate frutta e verdura il più possibile ben cotte.

- Prendetevi tempo per mangiare e gustare il vostro pasto e masticate il cibo accuratamente prima di deglutire.

- Se la nausea è un problema, state lontano da cibi maleodoranti.

- Non bevete alcool ed evitare di fumare.

- Evitate di sdraiarvi subito dopo un pasto. Fate una breve passeggiata o qualche esercizio per aiutare il processo digestivo.

23-09-2016

Le industrie farmaceutiche sono obbligate dal comitato di Controllo delle Medicine, e negli USA dalla Food and Drug Administration, a condurre studi sugli animali e sulle persone prima di vendere i medicinali. Per provarne la sicurezza, la qualità e l’efficacia, una medicina deve passare attraverso vari stadi prima di ricevere una licenza ed essere commercializzata. Il primo stadio di solito implica le prove sugli animali, un test in ogni modo altamente inaffidabile, che dovrebbe dare un’indicazione generica sugli effetti terapeutici e sul dosaggio; il secondo è uno studio iniziale condotto su volontari umani per giudicare in modo più accurato il dosaggio richiesto; il terzo, il più esauriente e costoso, implica le prove cliniche. A volte i test clinici provano un nuovo medicinale confrontandolo con un placebo, ma non ci sono linee guida prestabilite per giudicare quale tipo di test debba essere eseguito. Il gruppo utilizzato per il test, può andare da 18 a 1.500 persone. Si tratta di un numero veramente basso se prendiamo in esame le decine di migliaia di persone che vengono utilizzate per provare un medicinale una volta che ha ottenuto la licenza per la commercializzazione. Molti test vengono effettuati solo per breve tempo e la medicina viene considerata efficace e sicura semplicemente con un responso del test particolarmente favorevole, come è successo per il farmaco anti-AIDS chiamato AZT: dopo che era stato dato a migliaia di persone sieropositive ma ancora sane, come prevenzione, venne messo da parte. Nel Regno Unito il medicinale antiartrite chiamato Opren era stato testato con un certo dosaggio su 116 persone per un periodo inferiore alle tre settimane. Sulla base delle informazioni così ottenute, unitamente ad alcune prove fornite dagli USA, questa medicina ottenne la licenza per la commercializzazione (mentre in America si decise di aspettare i risultati di altri test). Ebbene, oggi più di 4.000 persone, molte delle quali anziane, hanno contattato l’Opren Action Group per denunciare lesioni, soprattutto un persistente aumento della sensibilità alla luce. 83 morti sono state associate all’utilizzo di questo medicinale, che è stato poi definitivamente ritirato nel 1982.
C’è una pressione immensa sulle industrie farmaceutiche perché producano prove positive. Nel momento in cui un medicinale è pronto per i test sulle persone magari è già stato studiato e sviluppato per un decennio o più con un costo per l’industria di 150 miliardi di Euro. Questa pressione non proprio leggera è una delle cause dell’immissione sul mercato di un insieme di medicinali poco testati. La Food and Drug Administration britannica ha scoperto “serie carenze” nell’11% di tutte le prove cliniche effettuate negli USA. Una revisione recente apparsa nella rivista science ha scoperto che le conclusioni raggiunte dai ricercatori sono spesso viziate dagli errori più banali, sia nella progettazione, sia nell’analisi dei dati. Oltre a sbagliare nella randomizzazione delle persone, i ricercatori spesso esaminano i dati e li dividono in sottogruppi sempre più piccoli per ottenere il risultato desiderato. Spesso sono colpevoli della rimozione di dati dalle loro analisi o della sostituzione di numeri fuorvianti, per ottenere la conclusione “giusta”. “Molta ricerca di basso livello nasce dal fatto che i ricercatori si sentono obbligati per ragioni legate alla carriera, a condurre ricerche che non hanno i mezzi per fare, e nessuno li ferma”, ha scritto Douglas Altman, capo del Laboratori di Statistica Medica presso il Fondo di Ricerca Imperiale sul Cancro.

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