Angelo Ortisi
10 RIMEDI NATURALI PER IL MAL DI DENTI.
28-09-2016
Chi, almeno una volta nella vita, non si è trovato a dover soffrire a causa di un improvviso mal di denti? La maggior parte delle volte il dolore giunge nei momenti più inattesi e ciò non permette di recarsi immediatamente dal dentista per risolvere la situazione. Esistono fortunatamente alcuni rimedi naturali in grado di placare il dolore, in attesa di interventi più drastici. In caso di necessità, provate a metterne in pratica alcuni, al fine di alleviare il dolore il prima possibile. Ecco dieci suggerimenti in proposito.
1. AGLIO
E' il "rimedio della nonna" probabilmente più popolare in caso si abbia un dente dolorante per via di una carie. Nell'attesa di potersi recare dal dentista, si consiglia solitamente di tritare uno spicchio d'aglio e di applicarlo il più a lungo possibile sulla parte dolorante, in modo che possa svolgere il proprio effetto anestetizzante. Può essere utilizzato anche come antibiotico in caso di ascesso. In questo caso, è consigliabile tagliare uno spicchio d’aglio in piccoli pezzettini e ingoiarli con dell’acqua come se fossero delle pillole. Due spicchi di aglio al giorno, lontano dai pasti, per almeno 3-4 giorni, risultato più efficaci di qualsiasi antibiotico chimico prescritto dal medico.
2.CIPOLLA
Così come accade per l'aglio, la cipolla è tradizionalmente considerata molto più di un semplice alimento, ma come una vera e propria medicina naturale. Nel caso si soffra di mal di denti o di infiammazioni gengivali, si suggerisce di masticare delle fettine di cipolla cruda, una pratica che sarebbe in grado di rendere il dolore più sopportabile.
3. CHIODI DI GAROFANO
In caso di mal di denti, i chiodi di garofano si rivelano un efficace antidolorifico e disinfettante naturale. Sono un rimedio adatto anche per chi si ritrova a soffrire a causa di ascessi o di altre infiammazioni orali. Con i chiodi di garofano è possibile preparare un infuso da utilizzare come collutorio per praticare degli sciacqui. L'olio essenziale di chiodi di garofano può essere invece applicato direttamente sulla parte dolorante, mentre i chiodi di garofano possono essere masticati alla ricerca di sollievo dal dolore.
4. MALVA
Un altro rimedio naturale utile in caso di mal di denti proviene dalla malva, sia dai suoi fiori che dalle sue foglie, che possono essere impiegati per la realizzazione di impacchi da applicare su eventuali ascessi o per la preparazione di infusi da utilizzare tiepidi per effettuare risciacqui calmanti.
5. FOGLIE DI CAVOLO
Altro rimedio considerato efficace in caso il mal di denti sia provocato dalla presenza di un ascesso consiste nel preparare dei piccoli impacchi con delle foglie di cavolo lessate, da avvolgere in una garza o da applicare sulla punta di un cotton fioc per poter raggiungere più facilmente la parte dolorante.
6. ARTIGLIO DEL DIAVOLO
L'artiglio del diavolo viene impiegato per la realizzazione di rimedi fitoterapici in gocce da utilizzare in caso di mal di denti.
7. FIORI DI BACH
I fiori di Bach possono essere utili nell'aiutarvi ad alleviare quei disturbi che spesso accompagnano il mal di denti, come mal di testa, tensioni a livello del collo o della cervicale e dolori mandibolari. Tra i fiori di Bach che vengono solitamente consigliati in caso di mal di denti vi sono Impatiens e Crab Apple.
8. CAMOMILLA
I capolini di camomilla essiccati possono essere impiegati anche in caso di mal di denti per la preparazione del ben noto infuso, che potrà essere utilizzato sia come bevanda per provare a calmare la situazione di dolore e di tensione, sia come collutorio, sia come rimedio da applicare sul dente con l'aiuto di un cotton fioc.
9. VANIGLIA
Per poter attuare questo rimedio, considerato immediatamente efficace contro il mal di denti, sarà necessario procurarsi un flacone di estratto naturale di vaniglia liquido, da applicare in gocce direttamente sul dente dolorante. I suoi effetti positivi non dovrebbero tardare a manifestarsi.
10. MENTA PIPERITA
Le foglie essiccate di menta piperita possono essere utilizzate per la preparazione di un infuso lenitivo. La quantità consigliata è di 5 grammi per ogni bicchiere d'acqua. L'infuso potrà essere utilizzato per effettuare risciacqui, come se si trattasse di un collutorio, o per i gargarismi. Potrà inoltre essere bevuto per via dei suoi effetti calmanti. Si suggerisce inoltre di aggiungervi un pizzico di sale per potenziarne l'effetto disinfettante.
LE 5 SPEZIE AMICHE DELLA SALUTE.
28-09-2016
Le spezie sono un prezioso alleato per la nostra cucina, ma non solo. Numerosi studi stanno dimostrando come l’uso di queste particolari piante possa aiutare la nostra salute, prevenendo o, in alcuni casi, eliminando particolari disturbi. Ecco una lista di 5 spezie, alcune molto comuni sulle nostre tavole, di cui non potrete più fare a meno!
1. CURCUMA
Ho già più volte parlato di questa particolare spezia. Ma visto che repetita iuvant, non posso far altro che lodarne nuovamente le innumerevoli proprietà. La curcuma è un antiossidante naturale, utilizzata spesso come cosmetico naturale, secondo alcuni studi è una potente arma contro il diabete. Inoltre, riduce il rischio di insufficienza cardiaca e inibisce la crescita delle cellule tumorali. Ma non finisce qui. È anche un incredibile antinfiammatorio e può essere utilizzato da chi soffre di malattie croniche e vuole diminuire l’assunzione di medicinali.
2. CANNELLA
La cannella è una spezia utile per bilanciare la quantità di zucchero nel sangue ed è un buon rimedio per coloro che soffrono di malattie cardiovascolari. Alcuni ricercatori svedesi, ad esempio, hanno studiato 14 persone a cui è stato somministrato per due volte lo stesso pasto: budino di riso, una volta con una spolverata di cannella e una seconda volta senza. Il pasto speziato con la cannella ha prodotto una significativa riduzione del tasso di zucchero nel sangue. È ottima anche per chi soffre di colesterolo e di ipertensione.
3. ORIGANO
Ecco una delle spezie più utilizzate nelle nostre cucine: l’origano. L’origano contiene due elementi molto importanti: il timolo (contenuto anche nel timo) e il carvacrolo. Entrambi sono due potenti agenti antibatterici che combattono le infezioni. Inoltre, l’origano è una spezia molto semplice da coltivare in casa. È utilizzato anche in alcuni collutori, ma anche come calmante per la tosse e attenuante per i dolori intestinali.
4. TIMO
Anche il timo è una spezia che conosciamo molto bene. Facile da coltivare in casa, ha delle proprietà molto simili a quelle dell’origano. È infatti un ottimo antisettico e antibatterico. Alcuni studi recenti hanno persino dimostrato che l’olio di timo è in grado di inibire lo Staphylococcus aureus, in genere resistente ad alcuni tipi di antibiotici.
5. ROSMARINO
Eccoci arrivati all’ultima spezia: il rosmarino. Nel 2010 è stato condotto uno studio che ha evidenziato come il rosmarino sia capace, assieme ad altre piante, di aiutare a ridurre il rischio di cancro. Questa spezia, inoltre, è ricca di antiossidanti. Non solo, ma il rosmarino è capace di aumentare la memoria e la capacità di concentrazione. È utile anche a livello gastrico e intestinale. Grazie alle sue spiccate proprietà digestive, aromatiche e carminative, favorisce l’espulsione dei gas intestinali.
MEDICINE LETALI E CRIMINE ORGANIZZATO.
28-09-2016
“Le aziende farmaceutiche non meritano più la nostra fiducia per la loro arroganza e per il loro palese disinteresse per la salute della popolazione”.
Drummond Rennie, vicepresidente del JAMA
L’ultimo libro del dottor Peter C. Gøtzsche, “Medicine letali e crimine organizzato” è inquietante. Se non fosse stato scritto da uno scienziato di fama internazionale il cui curriculum professionale è inossidabile e inattaccabile verrebbe da non crederci. Due lauree (medicina e chimica) hanno permesso a Gøtzsche di lavorare direttamente per le aziende farmaceutiche sia come informatore impegnato a lanciare i nuovi farmaci sia come responsabile del prodotto. Quindi uno che conosce molto bene come funziona il Sistema dal di dentro. Ha diretto inoltre il prestigioso e indipendente Nordic Center della Cochrane Collaboration (1). Nel libro Gøtzsche spiega dettagliatamente, studio dopo studio come le aziende farmaceutiche sono riuscite a nascondere il fatto che i farmaci, al pari del tabacco, sono uno dei killer più spietati al mondo. Le industrie grazie a comportamenti fraudolenti sia nel campo della ricerca che della promozione commerciale hanno sempre nascosto la letalità dei loro prodotti, e non appena emergono dati convincenti sulla loro pericolosità, vengono puntualmente realizzate ricerche di scarsissima qualità, spesso falsificandole, che arrivano a conclusioni opposte, generando volutamente confusione sia nell’opinione pubblica che nel mondo medico. Così facendo le aziende guadagnano tempo e le persone continuano a prendere farmaci e a morire…
LE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI
Per comprendere i livelli di corruzione e amoralità che circolano nelle sale ovali delle principali multinazionali ecco un elenco incompleto di condanne che hanno ricevuto. Questo è solo uno dei tantissimi motivi delineati magistralmente nel libro che permettono al dottor Gøtzsche di paragonare le lobbies della chimica e farmaceutica alle organizzazioni criminali. Anzi, queste ultime uccidono di meno. Le multe sono state affibbiate per truffe vere e proprie, corruzione di medici, omissioni volontarie di eventi avversi, prescrizioni off-label (fuori dalle indicazioni terapeutiche), promozioni illegali e informazioni ingannevoli.
- Pfizer: 2,3 miliardi di dollari nel 2009.
- Novartis: 423 milioni di dollari nel 2010.
- Sanofi-Aventis: 95 milioni di dollari nel 2009.
- Glaxo-SmithKline: 3 miliardi di dollari nel 2011.
- AstraZeneca: 520 milioni di dollari nel 2010.
- Johnson & Johnson: 1,1 miliardi di dollari nel 2012.
- Merck: 670 milioni di dollari.
- Eli Lilly: 1,4 miliardi di dollari nel 2009.
- Abbott: 1,5 miliardi di dollari nel 2012.
Dei 165 procedimenti giudiziari conclusisi con un patteggiamento (dal 1991 al 2010) le lobbies hanno sborsato 20 miliardi di dollari di sanzioni. A questi si devono aggiungere fino a luglio 2012 altri patteggiamenti per un totale di 10 miliardi di dollari. Negli ultimi 15 anni, solo di patteggiamenti le cifre si aggirano sui 30 miliardi di dollari!
GUERRA AI GENERICI
I farmaci generici (stesso principio chimico ma molto meno cari perché il brevetto è scaduto) possono essere tenuti fuori dal mercato con una strategia in stile mafioso. Basta che un’azienda avvii una causa legale contro il produttore del generico, accusandolo di aver violato la legislazione sui brevetti, anche se l’accusa è del tutto priva di fondamento. L’autorizzazione per il generico slitta negli Stati Uniti automaticamente di ben 30 mesi. In questo modo riescono a tenere per diversi anni l’esclusiva sulle proprie molecole anche dopo la scadenza dei brevetti. Impediscono di fatto l’utilizzo commerciale dei farmaci generici provocando un danno economico enorme ai vari sistemi sanitari e alle persone. Un’altra strategia commerciale sfrutta la stereoisomericità delle molecole. I farmaci infatti sono stereoisomeri, cioè composti da due metà speculari, dal punto di vista chimico, di cui solo una metà è farmacologicamente attiva. Quando il brevetto del farmaco originale sta per scadere la società mette sotto brevetto la metà attiva delle due. Modificano il nome, aggiungendo per esempio una o più lettere davanti al nome vecchio, e il farmaco-fotocopia viene immesso nel mercato per altri decenni. In questo modo ogni singolo farmaco viene brevettato per almeno due volte. Il citalopram (scaduto) è diventato escitalopram. Un’altra strada è rimettere il farmaco in commercio ma per un altro disturbo. L’olanzapina era un principio attivo molto datato e quando il suo brevetto era prossimo alla scadenza, la Eli Lilly riuscì ad ottenere un nuovo brevetto dimostrando che il farmaco induce un aumento del colesterolo nei cani inferiore però a quello di un altro farmaco che non è mai stato autorizzato. Tutto questo è folle, anche perché l’olanzapina aumenta il colesterolo più di quasi tutti i farmaci in commercio! Ma questo poco importa perché grazie ad una campagna di marketing spietata lo Zyprexa (nome commerciale dell’olanzapina) è divenuto l’antipsicotico più usato al mondo e nel 2005 ha portato ricavi per 4,2 miliardi di dollari. Non tutti sanno che i farmaci fortemente innovativi nascono quasi tutti dalle ricerche pubbliche e non private. Tutta la ricerca di base che ha consentito alla medicina moderna di progredire è stata realizzata dal settore no-profit (università, centri di ricerca, laboratori finanziati dai governi). Circa 15 dei 21 farmaci più importanti entrati nel mercato statunitense dal 1965 al 1992 sono stati sviluppati da finanziamenti federali. Le aziende farmaceutiche investono nella ricerca di base per la scoperta di nuove molecole e di nuovi vaccini solo l’1% dei loro profitti, la maggior parte dei soldi li usano infatti per il marketing.
MANIPOLAZIONE DEGLI STUDI
Attualmente il solo requisito che viene considerato vincolante per stabilire se un farmaco è efficace è la presenza di un effetto statisticamente significativo in soli due studi clinici randomizzati e controllati (dalle aziende stesse) a confronto con il placebo. Questo obiettivo è facilmente raggiungibile, anche perché se l’azienda non raggiunge il proprio obiettivo può continuare a realizzarne altri, fino al momento in cui ce ne sono almeno due che cedono alle sue insistenze. La comparazione con il placebo non ci dice nulla purtroppo se il nuovo farmaco è migliore o peggiore di un farmaco già in commercio. Le aziende dispongono di svariate tecniche per manipolare gli studi clinici randomizzati che finanziano. Possiedono vari sistemi per ingannare le agenzie di controllo e far approvare farmaci pericolosissimi per la salute umana. Per esempio, se le dimensioni del campione sono sufficientemente ampie, uno degli effetti del farmaco assumerà valori statisticamente significativi e il farmaco verrà approvato anche se è pericoloso per la salute pubblica. La storia ci insegna che sono tantissimi i farmaci entrati in commercio e poi ritirati dopo aver causato vere e proprie stragi. Sanno che un farmaco rischia di uccidere centinaia di migliaia di persone? Nessun problema, ai produttori non importa nulla, se quel farmaco farà incassare miliardi di dollari. Si calcola che il Vioxx della Merck abbia ucciso oltre 120.000 persone; il Celebrex della Pfizer circa 80.000 ecc. ecc. Questi semplici due casi dimostrano che i FANS sono un gruppo di farmaci ad alta letalità, mentre la pubblicità e il marketing hanno spinto i medici, col supporto di reumatologi venduti, a prescriverli per qualsiasi forma di dolore. Poi c’è tutto il mondo delle scorrettezze scientifiche come far sparire i dati raccolti nello studio se non sono in linea con i risultati desiderati. Negli studi controllati, lo dice il nome stesso, è possibile controllare e manipolare ogni risultato. I dati infatti sugli studi parlano da soli: i risultati sono più favorevoli per il farmaco valutato se l’azienda che lo produce è quella che finanzia lo studio (20 volte più favorevoli del previsto). E’ davvero incredibile che si sia arrivati ad accettare un sistema in cui le aziende fanno la parte sia dei giudici che dell’imputato, e chi ne paga le spese siamo noi.
GHOSTWRITERS
Il livello dell’attuale ricerca è così corrotto che esistono autori invisibili direttamente stipendiati dalle aziende farmaceutiche che sfornano revisioni e articoli secondari in modo da inondare e deviare il mondo accademico. Questa prassi produce gravi danni alla sanità pubblica dal momento che spinge i medici verso conclusioni sbagliate sui benefici e svantaggi dei farmaci. Si tratta di una vera e propria truffa. In pratica la divisione marketing produce articoli scritti da autori aziendali, ma questi verranno poi firmati da importanti e autorevoli professori e baroni universitari, i quali ricevono una lettera con l’offerta di decine di migliaia di dollari semplicemente per firmare con il proprio nome un articolo che tesse le lodi del nuovo farmaco! Questi medici venduti avvallano il farmaco basandosi su studi scritti dalle stesse aziende (spesso neppure letti), in un conflitto di interessi pericoloso per la salute dei pazienti. Poi la maggior parte dei medici in buona fede credendo che gli articoli scientifici siano stati scritti dai colleghi più autorevoli, prescriveranno il farmaco…
CORRUZIONE DEI MEDICI
Con l’informatizzazione della vita umana le aziende riescono a sapere ogni settimana tutti i dati relativi alle prescrizioni farmaceutiche effettuate da ogni singolo medico. In questo modo sono in grado di tenere sotto controllo e verificare come stanno lavorando i loro medici. Se lavorano bene oppure no. Se meritano premi, soldi oppure no. Negli USA le farmacie non forniscono i nomi dei medici, ma solo il loro numero di codice. Sapete chi vende alle aziende i nominativi dei codici corrispondenti? L’AMA, l’Associazione dei Medici Americani. Solo nel 2005 l’AMA ha dichiarato profitti per 44 milioni di dollari dalla vendita dei propri database. Ecco a cosa serve la casta dei camici bianchi, il sindacato dei medici americani: a vendere i dati personali dei medici. Non c’è nulla da stupirsi se teniamo conto che per molti decenni l’AMA ha negato il collegamento tra fumo e salute e questo soltanto perché riceveva decine di milioni di dollari dalle lobbies del tabacco. Le industrie ovviamente puntano tutto sui medici perché sono loro che prescrivono le droghe. Circa 20 anni fa l’investimento annuale delle lobbies oscillava già tra gli 8.000 e i 15.000 euro a singolo medico, oggi tale investimento supera il miliardo di dollari, solo negli States.
PROMOZIONE ILLEGALE DEI FARMACI
La forma peggiore di prostituzione dei medici è il loro supporto alla promozione illegale dell’utilizzo dei farmaci al di fuori delle indicazioni autorizzate (off-label). Prescrivere un farmaco fuori dalle indicazioni per il quale è stato autorizzato significa allargare immensamente il mercato, ma tale promozione espone i pazienti ai gravi effetti avversi, senza che vi sia alcuna garanzia di un qualche beneficio. Queste attività criminali che si sono lentamente espanse (come si evince dall’elenco delle condanne), hanno prodotto moltissime vittime, uccise da infarti e ictus o danneggiate in modo permanente a livello di sistema nervoso.
LA PSICHIATRIA E’ IL GOTHA DELLE AZIENDE
La psichiatria è diventata il paradiso delle aziende perché le definizioni dei disturbi psichiatrici sono vaghe e facilmente manipolabili. Gli psichiatri non a caso ricevono dalle aziende farmaceutiche più denaro dei colleghi di qualsiasi altra branca della medicina. A livello internazionale la psichiatria basa le diagnosi sul DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, in pratica un documento basato sul consenso degli esperti e come tale non ha nulla di serio e scientifico. Il livello di confusione e incompetenza è tale che il DSM non è in grado di definire neppure quale sia la natura di un disturbo mentale! Ma il DSM è funzionale al Sistema perché ha contribuito a scatenare svariate epidemie di falsi positivi sulla base di definizioni troppo vaghe, come per esempio l’ADHD e il disturbo bipolare giovanile. Da quando è stato inserito nel manuale il disturbo bipolare nell’infanzia le diagnosi sono aumentate di 35 volte negli ultimi 20 anni negli Stati Uniti. La situazione è così grave che nel 2009 al primo posto nella classifica dei farmaci più venduti c’erano gli antipsicotici, mentre gli antidepressivi erano al quarto posto, preceduti da quelli per ridurre il colesterolo (statine) e gli inibitori della pompa protonica (antiacidi). I farmaci a livello psichiatrico sono certamente i più pericolosi di tutti. Per esempio gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono simili alle anfetamine, e vengono usati per la depressione e l’ADHD, ma provocano il disturbo bipolare. Il termine Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) è stato ideato dalla SmithKline Beecham (oggi Glaxo). Nonostante questi farmaci non abbiano nulla di selettivo e nulla di specifico è purtroppo diventata la definizione di queste droghe. La loro funzione è quella di ridurre il numero dei recettori cerebrali della serotonina e quando il farmaco viene bruscamente interrotto le persone iniziano a sentirsi male, esattamente come un drogato o un alcolista in crisi di astinenza. Gli effetti collaterali sono numerosissimi e devastanti (agitazione, irrequietezza, attacchi di panico, insonnia, aggressività, idee suicidarie, allucinazioni, violenza ecc.).
LA BUFALA DELLO SQUILIBRIO CHIMICO
La psichiatria invece di comprendere le esperienze dei propri pazienti si è trasformata in una disciplina fondata sui questionari. Per una diagnosi basta una breve visita di 10-15 minuti al termine della quale al paziente verrà detto che dovrà prendere un farmaco per rimettere a posto lo “squilibrio chimico cerebrale” per tutto il resto della vita. La favola dello squilibrio chimico viene raccontata per spiegare l’azione degli psicofarmaci, ma si tratta di una bufala perché non è mai stato dimostrato che una qualsiasi delle principali patologie psichiatriche sia determinata da un difetto biochimico e infine non esiste alcun test biologico che lo dimostri. Gli psicofarmaci quindi non correggono uno squilibrio ma lo provocano, ecco perché è così difficile sospenderli. Infine possono favorire azioni violente, suicidi e omicidi compresi.
I FARMACI UCCIDONO PIU’ DELLA MALAVITA
Sono almeno 100.000 le persone che ogni anno solo negli Stati Uniti muoiono a causa dei farmaci che assumono. Ce ne sono altri 100.000 che muoiono per errori, quali l’eccessivo dosaggio o l’utilizzo di un farmaco in presenza di controindicazioni specifiche. Poiché almeno un terzo delle morti avviene in ospedale, queste percentuali ci portano a una stima sicuramente in difetto, di almeno 200.000 americani che muoiono ogni anno per i farmaci. Anche in Europa la Commissione ha stimato attorno ai 200.000 i cittadini europei che muoiono per eventi avversi dei farmaci. Questi dati significano solo una cosa: negli Stati Uniti e in Europa i farmaci sono la terza più importante causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e il cancro! E’ probabile che il numero reale sia superiore, anche perché nelle schede di morte degli ospedali e dei medici legali, le morti che derivano dai farmaci prescritti (vedi chemio) sono spesso attribuite a cause naturali o sconosciute, visto che non sono facili da dimostrare. Se un’epidemia letale delle stesse dimensioni fosse stata provocata da un batterio, avremmo fatto di tutto per riportarla sotto controllo. Con i farmaci no, come mai? Inoltre va tenuto presente che oltre ai morti ci sono milioni di persone che ogni anno vengono colpite da eventi avversi molto gravi e invalidanti. Quella dei farmaci antitumorali è una delle aree cui si verifica una vera e propria situazione disastrosa. In questo campo i vincoli che le agenzie impongono sono pressoché nulli: questi farmaci (tra i più tossici e pericolosi in commercio) vengono autorizzati sulla base di studi clinici con un solo braccio di trattamento (quando il minimo sarebbe due). Questo non consente di avere un’idea precisa della capacità di aumentare o diminuire la mortalità. Una ricerca che ha preso in esame i 12 farmaci antitumorali che sono stati autorizzati in Europa dal 1995 al 2000 ha dimostrato che nessuno di essi portava a risultati decisamente migliori, ma che in compenso costavano centinaia di volte di più rispetto a farmaci già disponibili. Il tutto per la gioia delle industrie produttrici.
CONCLUSIONE
La strategia messa in atto dalle lobbies è perfetta e diabolica: controllano e manipolano gli studi clinici, corrompono le agenzie di controllo, comprano i giornalisti e i medici, e infine riescono a convincere le persone sane che sono malate e che hanno bisogno di prendere sempre più farmaci. Il motivo per cui assumiamo sempre più farmaci è che le aziende farmaceutiche non vendono farmaci, ma bugie sui farmaci! Quasi tutto quello che possiamo sapere infatti su un farmaco è quello che le stesse aziende produttrici hanno deciso di far sapere a noi e ai medici…
(1) La Cochrane Collaboration è un’organizzazione senza fini di lucro nata a Oxford nel 1993 che coinvolge circa 30.000 persone e le revisioni sono diventate oltre 5000.
CANI E GATTI PROTEGGONO LE DONNE DA STRESS E ICTUS.
27-09-2016
Cani e gatti diventano ancora più preziosi di quanto non lo siano già. Una ricerca condotta dalla Georgia Southern University, e pubblicata sulla rivista High Blood Pressure and Cardiovascular Prevention, ha rivelato che questi meravigliosi compagni di vita proteggono la salute delle donne nell’insorgenza di gravi patologie quali stress e ictus. Oltre che avere un animale domestico porta inevitabilmente il padrone a compiere più esercizio fisico giornaliero, sembra che la compagnia quotidiana di cani e gatti siano un perfetto “scudo” contro lo stress. Lo studio ha coinvolto 4.000 adulti sopra i 50 anni non affetti da nessuna malattia: i partecipanti alla ricerca sono stati egregiamente seguiti fino al 2006 ed è emerso che l’incidenza di morti per malattie cardiovascolari per chi non possedeva alcun animale era di 11 ogni 1.000 persone, mentre per chi aveva un cane o un gatto era di 7 ogni 1.000. In particolare è emerso che nelle donne la probabilità di morire di ictus risultava ridotta di circa il 40% rispetto agli uomini. Jian Zhang, autore principale dello studio, ha però dichiarato a riguardo che: “Lo studio non deve essere interpretato come un incoraggiamento a possedere animali domestici. Avere con sé degli animali da compagnia può essere positivo, ma devono essere tenuti responsabilmente”.
UNA SCORRETTA ALIMENTAZIONE PUO' PROVOCARE IL MAL DI SCHIENA.
27-09-2016
Il mal di schiena è una bestia nera, anzi nerissima, soprattutto se ci tormenta giorno e notte con dolori lancinanti. Affrontare la vita quotidiana con una schiena dolorante è davvero difficile. Per questo, spesso, ricorriamo ad analgesici ed antidolorifici di diverso genere, nella vana speranza di sedare il malanno. E’ importante, però, agire sulle cause scatenanti il mal di schiena, riconducibili il più delle volte alla cattiva postura, agli sforzi eccessivi, a lesioni o cadute pregresse. Un’altra causa del mal di schiena (non a tutti nota) è legata alla scorretta alimentazione e alla carenza o eccesso di sostanze nella nostra dieta.
CARENZA DI VERDURE NELLA DIETA
L’assenza di verdure nell’alimentazione oltre a provocare mancanza di vitamine ed antiossidanti importantissimi per il nostro benessere, si traduce spesso in dolori alla schiena. Le verdure a foglia verde, infatti, sono una fonte inesauribile di calcio, magnesio ed altri minerali che aiutano e sostengono le funzioni muscolari. Se non mangiamo abbastanza verdure, priviamo il nostro corpo di importanti minerali, utili per mantenere la densità delle ossa e sostenere il corpo in modo corretto. Tra le verdure a foglia verde particolarmente importanti per il benessere della nostra schiena ricordiamo gli spinaci e i broccoli che contengono anche la vitamina K che favorisce la fissazione del calcio nelle ossa.
OCCHIO ALLE DIETE DRASTICHE
Una dieta drastica ed oltremodo restrittiva può pregiudicare irrimediabilmente l’equilibrio della nostra schiena. Se infatti saltiamo pasti o li riduciamo enormemente, priviamo il nostro corpo di elementi essenziali per il nostro benessere.
NON MANGIARE VELOCEMENTE
Mangiare con calma è l’atteggiamento migliore per evitare problemi e sovraccarichi alla schiena. Quando trangugiamo un panino mentre siamo alla guida, o al telefono o davanti al computer, siamo soliti assumere una postura ricurva (che provoca dolori al collo ed alla parte superiore della schiena) e, allo stesso tempo, favoriamo una cattiva digestione. E’ importante, quindi, consumare i pasti in un ambiente rilassante, seduti in modo corretto mantenendo la colonna vertebrale dritta e le spalle allineate così da agevolare anche il processo digestivo.
CEREALI E FRUTTA: UN MIX PERFETTO PER LA SCHIENA
Consumare abitualmente cereali integrali, insieme alla frutta ed alla verdura ci darà l’energia necessaria per mantenere una schiena sana. I cereali integrali e la verdura (soprattutto se combinati) sono una buona fonte di magnesio per la costruzione di calcio nelle ossa; la frutta, in particolare, contiene la vitamina C utilissima per la crescita e la riparazione dei tessuti.
EVITA BEVANDE GASSOSE
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che le bibite gassate possono contribuire alla fragilità ossea se consumate in quantità eccessiva. Proprio per questo, è importante bere succhi di frutta e spremute, sostituendoli alle bibite gassate.
TROPPA CAFFEINA FA MALE
Anche l’eccessivo consumo di caffeina può portare alla fragilità ossea interferendo così nell’assorbimento del calcio. E’ bene dunque moderare l’assunzione di bevande contenenti caffeina e preferire, invece, un sano movimento giornaliero davvero utile per svegliarci e restare attivi.
ORZAIOLO: 8 RIMEDI NATURALI.
27-09-2016
Cosa fare quando si presenta un orzaiolo? Si tratta di un'infiammazione acuta che interessa le ghiandole sebacee situate nei pressi delle palpebre. Può formarsi all'interno o all'esterno. L'orzaiolo è un disturbo di tipo infettivo da non confondere con il calazio, che si presenta quando il dotto di una delle ghiandole oculari risulta ostruito. I rimedi naturali possono rappresentare un aiuto molto utile, ma non è detto che siano miracolosi o sempre risolutivi.
1. BOTTIGLIA DELL’OLIO
E' il rimedio della nonna più popolare quando si tratta di orzaiolo. Consiste nel guardare nella bottiglia dell'olio per qualche secondo, o meglio, nell'appoggiare l'occhio all'imboccatura della bottiglia d'olio aperta. C'è chi giura di essere guarito proprio così da questo disturbo. Del resto, tentare non costa nulla. E ricordiamo che all'olio extravergine sono state attribuite numerose proprietà curative. La scienza lo paragona all'ibuprofene come antidolorifico.
2. TE’ VERDE
Applicate sulla zona interessata dell'infuso di tè verde, se volete che l'orzaiolo scompaia rapidamente. Utilizzate il tè verde dopo averlo filtrato e lasciato raffreddare, così che possa risultare tiepido, ma non bollente. Per l'applicazione servitevi di un batuffolo di cotone. Lasciate agire per qualche minuto senza strofinare.
3. ACQUA CALDA
Un impacco di acqua calda può essere utile per trattare l'orzaiolo. In questo caso il caldo, piuttosto che il freddo, aiuta a ridurre il gonfiore. Provate ad immergere in acqua calda un fazzoletto di stoffa o una garza e ad applicarlo sull'occhio per 5-10 minuti.
4. ALOE
L'aloe è considerato un prodotto adatto per favorire la scomparsa dell'orzaiolo. Applicate il gel d'aloe direttamente sulla zona interessata, in piccole quantità, come nel caso di un impacco. altrimenti potrete utilizzare una foglia d'aloe dopo averla incisa, applicandola dalla parte interna per qualche minuto, in modo che la sostanza benefica entri a contatto con l'orzaiolo.
5. SEMI DI CORIANDOLO
Se avete a disposizione dei semi di coriandolo, preparate un infuso a freddo, un rimedio naturale considerato utile per ridurre il gonfiore dell'orzaiolo. Versate un cucchiaino di semi di coriandolo in un bicchiere d'acqua. Lasciate riposare per un'ora, filtrate e utilizzate il liquido ottenuto per risciacquare l'occhio.
6. CAMOMILLA
Immergete una bustina di camomilla in un bicchiere d'acqua. Potrete utilizzare le bustine imbevute dopo la preparazione della bevanda e dopo averle lasciate intiepidire. Applicate la bustina di camomilla sull'occhio, in posizione sdraiata, e lasciate agire per 15-20 minuti. Ripetete il rimedio anche 2 o 3 volte al giorno.
7. CURCUMA
Versate 2 cucchiaini di curcuma in polvere in un bicchiere d'acqua. Mescolate, trasferite in un pentolino e portate ad ebollizione. Lasciate sobbollire fino a quando la quantità d'acqua si sarà dimezzata. Filtrate il liquido attraverso un telo sottile, più volte, fino a rimuovere i granelli di curcuma. Applicate il liquido filtrato in gocce sull'orzaiolo un paio di volte al giorno.
8. ANELLO D’ORO
Si tratta di un altro dei rimedi popolari più noti in passato per quanto riguarda la cura casalinga dell'orzaiolo. Si crede che appoggiare e strofinare delicatamente sull'orzaiolo un oggetto in oro, come un anello, un ciondolo o un orecchino, possa portare il rigonfiamento a scomparire più rapidamente.
TUTTO AROMA E NIENTE ARROSTO: ECCO QUELLO CHE CI FANNO MANGIARE.
27-09-2016
Nel 1998 negli USA sono stati uccisi nello svolgimento del loro lavoro più dipendenti della ristorazione che agenti di polizia. Sorprendente, vero? Meno sorprendente, visti i bassi salari praticati dalle catene di fast food, che i due terzi delle rapine ai danni di ristoranti siano compiuti da dipendenti o ex dipendenti. Da un’indagine del ’99 risultava che per rifarsi in parte delle paghe da fame e delle angherie subite la metà dei dipendenti dei fast food statunitensi rubava oggetti o denaro sul posto di lavoro, per un valore medio di 218 dollari l’anno. Per arginare questa particolare forma di lotta di classe le big della ristorazione veloce hanno speso miliardi di dollari in sofisticate tecnologie per il controllo a distanza del personale. Li avessero usati per pagare salari più decenti, i risultati sarebbero stati di certo migliori. Di informazioni paradossali come queste è pieno “Fast Food Nation. Il lato oscuro del cheeseburger”, di Eric Schlosser, uno degli ultimi titoli della vasta letteratura su McDonald’s e simili. Uno dei capitoli più affascinanti del libro è dedicato all’industria degli aromi, anello fondamentale e nascosto della fabbricazione del cibo. Il 90% di quel che gli americani spendono per nutrirsi serve a comprare cibo confezionato, inscatolato, surgelato, precotto, disidratato. Poiché queste tecniche tolgono sapore ai cibi, è necessario rimettercelo con gli aromi naturali o artificiali (la differenza tra i primi e i secondi spesso è arbitraria, perché deriva dal modo in cui vengono preparati, non dalle sostanze chimiche che contengono). L’industria statunitense degli aromi rende un miliardo e mezzo di dollari all’anno ed è concentrata nel New Jersey, dove si producono i due terzi degli additivi aromatici venduti negli USA.
L’International Flavors & Fragances (IFF) è l’agenzia di aromi più grande del mondo. Il suo nome è noto solo agli addetti ai lavori ma senza il suo ausilio gli hamburger non saprebbero di affumicato, il milk shake di fragola, il dentifricio di mela. Il processo di base è identico sia per gli aromi aggiunti ai cibi che per quelli usati nei prodotti cosmetici: si manipolano sostanze chimiche volatili per creare un odore particolare. Poiché gran parte del sapore di un cibo deriva dal suo odore, dai gas che si sprigionano da quel che mastichiamo, lo scopo degli “aromatisti” è di azzeccare e fabbricare l’odore giusto. Con le biotecnologie riescono a creare odori sempre più “realistici” e “particolari”. Le formule degli aromi, e le aziende che li utilizzano, sono top secret. La lista degli ingredienti per creare l’aroma artificiale di fragola è lunga mezza pagina di libro. Gli odori - a cui la memoria è legata a filo doppio (Proust docet) - sono forse l’arma più potente delle industrie del cibo per fidelizzare i consumatori. Poiché i sapori dell’infanzia lasciano un marchio indelebile, il target più ambito delle catene di fast food sono i bambini. Creato l’aroma, va verificata la “sensazione” che produce in bocca. Per questo si ricorre alla “reologia”, una branca della fisica che studia il flusso e la deformazione dei materiali. Delle “bocche meccaniche”, in grado di elaborare dati provenienti da svariate sonde, misurano le proprietà reologiche di un cibo: scorrimento, punto di rottura, densità, croccantezza, masticabilità, viscosità, grumosità, gommosità, duttilità, scivolosità, levigatezza, sofficità, umidità, succosità, spalmabilità, elasticità e adesività. E poi le chiamano patatine.
Di Manuela Cartosio da “Il Manifesto” del 17 agosto 2003
RIUTILIZZARE LE BOTTIGLIE DI PLASTICA E’ RISCHIOSO QUASI QUANTO LECCARE I GIOCATTOLI DEL CANE O LA TAVOLETTA DEL WATER.
26-09-2016
Riutilizzare ripetutamente le bottiglie di plastica per riempire l’acqua è un’abitudine che accomuna la stragrande maggioranza delle persone, peccato però che quanto a igiene è una delle pratiche più sbagliate che si possano mai fare: per intenderci, non sarebbe molto diverso da leccare il giocattolo del vostro cane. Ad aprire il vaso di pandora la nota azienda di fitness Treadmill Reviews che ha curato una dettagliata ricerca sull’argomento, evidenziando come accanto e dentro al tappo, si accumuli una quantità impressionante di germi, tali quanti ne sono concentrati sui giocattoli dei nostri amici a quattro zampe, o sulla tavoletta del water. Sciacquare la bottiglia all’interno non significa infatti pulirla perfettamente, anche dall’esterno e attorno al tappo i batteri proliferano del 60% provocando innumerevoli malattie che minano l’incolumità dell’organismo.
MA QUANTA CARNE CONTIENE UN HAMBURGER DA FAST FOOD?
26-09-2016
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Diagnostic Pathology, i ricercatori della Scuola di Laurel a Shaker Heights, Ohio, hanno scoperto che, tra otto marche popolari di hamburger da fast food analizzati, contenevano non più del due per cento di carne vera. Gli hamburger vengono consumati a una velocità di circa cinque miliardi di pezzi all’anno negli Stati Uniti. La maggior parte delle persone che mangiano hamburger probabilmente suppongono che quei tortini succulenti grigliati su una fiamma viva siano la carne pura delle mucche. Ma secondo i dati istologici, gli hamburger sono generalmente composti principalmente di acqua, così come di percentuali variabili di tessuti casuali, come i nervi e una piccola percentuale di carne reale. Sulla base delle loro analisi, i ricercatori hanno scoperto che il contenuto di acqua negli hamburger varia tra il 37,7 e il 62,4 per cento, con una media di circa il 49 per cento.
La microscopia elettronica ha rilevato la presenza di una varietà di tipi di tessuto tra cui vasi sanguigni, nervi periferici, tessuto adiposo (grasso corporeo), cartilagine e ossa. Ma la cosa peggiore era il contenuto effettivo di carne. Secondo i dati, tra gli otto hamburger testati, il tenore di carne variava tra 2,1 e 14,8 per cento, con una media di circa il 12,1 per cento. Oltre alla loro mancanza di carne, in alcuni fast food sono stati trovati anche hamburger contenenti batteri potenzialmente dannosi e ammoniaca. Due degli hamburger testati, per esempio, contenevano parassiti intracellulari, noti come Sarcocystis, che sono fondamentalmente cisti. Negli esseri umani, carni poco cotte contenenti Sarcocystis possono causare diarrea o dolori muscolari, e nei casi più estremi, problemi respiratori e anche la morte.
15 ALIMENTI CHE AIUTANO A BRUCIARE IL GRASSO E A MANTENERCI IN SALUTE.
26-09-2016
1. TE’ VERDE: Il tè verde stimola il metabolismo del corpo e può anche sopprimere l’assorbimento dei grassi. Il consumo quotidiano di tè verde aiuta la perdita di peso.
2. OLIO DI OLIVA: L’olio di oliva ha molti vantaggi, ma quello principale è che abbassa il colesterolo LDL - il colesterolo “cattivo” - e aumenta il colesterolo HDL - il colesterolo “buono”. E’ anche ricco di fenolo, un antiossidante che protegge le pareti delle arterie da accumulo di colesterolo o grassi.
3. LIMONE: Bere acqua e limone al posto di bevande zuccherate. E' rinfrescante e piena di vitamina C.
4. POLLO: Questa carne contiene meno grassi, il che la rende una buona fonte di proteine.
5. CANNELLA: La cannella può prevenire il diabete abbassando i livelli di zucchero nel sangue. E’ ricca di antiossidanti, e può anche prevenire il gonfiore.
6. LEGUMI: I legumi sono nutrienti ricchi di proteine, vitamine del gruppo B, potassio, ferro e tracce di altri minerali. I legumi sono anche una grande fonte di fibra insolubile e solubile, favoriscono ottimali livelli di colesterolo nel sangue e mantengono sotto contro i livelli di glucosio.
7. CURCUMA: La curcuma è ricca di curcumina che è un potente antiossidante. La curcuma ha anche proprietà antivirali, antinfiammatorie, antifungine, antitumorali e antibatteriche.
8. QUINOA: Questo alimento è una perfetta alternativa ai cereali. Ricca di proteine, fibre, rame, vitamine del gruppo B, magnesio e manganese.
9. PERE: Le pere sono incredibilmente ricche di fibre, tanto che una pera di medie dimensioni può offrire il 20% del fabbisogno giornaliero. La polpa succosa contiene fibre solubili e pectina.
10. CIOCCOLATO FONDENTE: Mangiare cioccolato fondente più spesso, si traduce in una riduzione dell’indice di massa corporea, secondo diversi studi. Inoltre, il cioccolato fondente è ricco di antiossidanti.
11. PORRI: I porri sono ricchi di manganese, che è un minerale essenziale che regola gli sbalzi di umore e i crampi mestruali nelle donne. Non solo, i porri aiutano anche a prevenire ed alleviare il gonfiore.
12. SALMONE: Il salmone è ricco di omega-3, vitamina D e calcio.
13. MISO: Il miso ha probiotici che aiutano la digestione e mantengono le pareti del colon e dell’intestino sane.
14. UOVA: La ricerca da parte del Centro di Rochester per l’obesità ha trovato che le persone che consumano regolarmente le uova per la colazione, tendono ad assumere meno calorie durante la giornata. Questo si traduce in almeno tre chili in meno di peso, in un mese.
15. VERDURE A FOGLIA VERDE: Le verdure a foglia verde contengono carotenoidi, che impediscono la malattia degenerativa degli occhi. Verdure come gli spinaci sono ricche di vitamina K, essenziale per la salute delle ossa, di magnesio, potassio e acido folico. Questi alimenti sono favolosi non solo perché sono di aiuto nella perdita di peso e aiutano a bruciare i grassi, ma anche perché rafforzano il corpo in molti modi.