Angelo Ortisi
NON SOLO BATTERI: ANCHE I PIDOCCHI NELLA LISTA NERA DEGLI ORGANISMI RESISTENTI ALLE CURE.
11-09-2016
Il problema pediculosi, o infestazione da pidocchi, si ripresenta puntuale all’appuntamento con l’inizio dell’anno scolastico: sono infatti migliaia i bambini - e anche gli adulti - che ogni anno devono fare i conti con questo fastidio. Allo stato attuale delle cose, l’unico modo per prevenire o, meglio, intervenire per tempo è quello di controllare con frequenza il cuoio capelluto (e i capelli) del bambino: non esistono infatti reali trattamenti che possono prevenire questa infestazione. In caso di accertata pediculosi, quello che si può fare è ricorrere ai rimedi che offre il mercato e che vanno dal semplice pettinino utilizzato per accalappiare e rimuovere le numerose uova depositate dai parassiti, agli shampoo e lozioni varie. In genere, tutti questi funzionano, ma dagli scienziati arriva l’allarme: potrebbe anche essere che non funzionino più perché anche i parassiti come i pidocchi stanno sviluppando resistenza ai trattamenti, producendo uova (lendini) più forti e appunto resistenti. La conseguenza? Che non ci si riesca a liberare di essi e contrarre una qualche infezione o malattia che portano con sé. Già l’OMS aveva avvertito che rischiamo di perdere la guerra contro i batteri a causa della resistenza. I trattamenti divengono più costosi, più tossici e molto più lunghi, aveva sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ora ci si mettono anche i pidocchi. Occhio dunque ai capelli per scoprire in tempo l’eventuale presenza di questi sgraditi ospiti. E se i farmaci non servono, rimangono sempre i metodi empirici come il già citato pettinino (o pettinella), di cui esiste sul mercato anche una versione che rilascia piccole scariche elettriche nocive solo per i pidocchi. L’importante e non rischiare che l’infestazione diventi incontrollabile e potenzialmente pericolosa.
8 ANTIBIOTICI NATURALI.
11-09-2016
1. AGLIO
I soldati romani usavano consumare enormi quantità di aglio in quanto lo ritenevano in grado di depurare e fortificare il corpo. Il bulbo dell’aglio contiene circa 400 differenti componenti curativi dell’organismo umano: oligoelementi e sali minerali, vitamina A, B1, B2, PP e C. Le sue proprietà più importanti dipendono da un’essenza solfurea presente nel bulbo, il cui principio attivo prende il nome di allicina e che possiede un forte potere antisettico. I bulbi freschi di aglio contengono dallo 0,1 allo 0,4% di olio essenziale ricco di altri composti dello zolfo e sostanze ormonali. L’aglio è un efficace antisettico e battericida, distrugge i microbi e i batteri e ne impedisce la proliferazione. Piccola nota: affinché mantenga inalterate le proprietà curative ed espleti i propri benefici sull’organismo umano, deve essere consumato crudo.
2. ALGA SPIRULINA
Una delle alghe più conosciute, l’alga Spirulina contiene ingenti quantità di ferro, calcio, fosforo, zinco, magnesio e potassio. Contiene vitamina A e molti amminoacidi (arginina, alanina, acido glutammico, lisina, leucina, fenilalanina, valina). Grazie a queste sue proprietà, protegge il sistema immunitario: l’uso consigliato è di 1-2 cucchiaini da caffè al giorno, oppure 3-6 compresse al dì.
3. ARGENTO COLLOIDALE
L’argento si trova naturalmente nel terreno come minerale-traccia ed è uno degli elementi essenziali richiesti dalle piante, dagli animali e dall’uomo. Il Dott. Gary Smith, ricercatore, nei suoi studi indica che l’argento colloidale può essere collegato con l’appropriato funzionamento delle naturali difese del corpo e che le persone con un insufficiente apporto di argento nella dieta possono essere predisposte alle malattie. Studi di laboratorio hanno stabilito che il vero argento colloidale è fortemente efficace contro le infezioni e per eliminare vari microbi, virus, funghi ecc. Donne in gravidanza o persone allergiche ai minerali-traccia dovrebbero consultare un esperto prima di assumere il prodotto.
4. CURCUMA
La curcuma, anche detta lo Zafferano delle Indie, è una spezia indiana che si ricava dalla Curcuma longa, una radice che vive e vegeta nell’Asia sud orientale. È il rizoma, di colore giallo-arancio, la parte della curcuma longa più interessante per l’uomo. Le sue proprietà sono, infatti, molteplici: protettrice del fegato, stimolante delle vie biliari, antiossidante, ha proprietà antibatteriche, è un potente antivirale, antinfiammatoria, antifungina, cardioprotettiva, compie un’azione colesterolemizzante, fluidificante del sangue e digestiva. Si impiega nella medicina Ayurvedica come depurativo generale, come rimedio digestivo, in presenza di febbre, infezioni, dissenteria, artrite, itterizia e vari disturbi epatici. La medicina cinese impiega la curcuma per problemi epatici e alla cistifellea, per le emorragie, per le congestioni al petto e i disturbi mestruali, nelle flatulenze, nel mal di denti, nelle contusioni e ulcerazioni.
5. ECHINACEA
Con il termine echinacea vengono indicate le radici, il rizoma e le parti aeree di alcune piante originarie delle zone temperate del Nord America. Ha proprietà immunostimolanti, caratteristica imputabile sia all’effetto generale immunostimolante, sia alla sua capacità di inibire l’enzima ialuronidasi che degrada l’acido ialuronico nei suoi costituenti fondamentali. In erboristeria e nei negozi di alimentazione naturale sono in vendita ottime tisane. Da berne una tazza al giorno per tutto il periodo autunnale e invernale.
6. ESTRATTO DI FOGLIE D’OLIVO
L’estratto di foglie d’olivo è efficace contro batteri, virus, funghi e parassiti: debella pertanto anche quello dell’influenza. Aumenta l’elasticità delle arterie, migliora la circolazione del sangue, riduce la pressione alta e previene lo sviluppo di altre forme di malattie del cuore. Sollievo di infiammazioni dovute all’artrite, specialmente all’artrite reumatoide. Miglioramento dei sintomi della sindrome da fatica cronica e disturbi correlati. Ottimo per combattere la produzione di radicali liberi.
7. ESTRATTO DI SEMI DI POMPELMO
Antibiotico naturale, l’estratto di semi di pompelmo debella più di 800 ceppi di batteri. È un potente antibatterico, antivirale e antiputrefattivo. Interviene nelle malattie da raffreddamento, nei disturbi del tratto gastrointestinale, nelle candide, nelle allergie, nelle stipsi più ostinate. I ricercatori dell’Università di Sao Paolo (Brasile) hanno appurato che “nella disinfezione della pelle ha una efficacia pari al 100% rispetto al 72% dell’alcol etilico”.
8. OLIO ESSENZIALE DI ORIGANO
L’origano contiene potassio, calcio, sodio, fosforo magnesio, zinco e ferro, oltre che a vitamina A, riboflavina, Tiamina, Niacina, Acido folico (vitamine del gruppo B, in quantità minori le vitamine del gruppo C, D, E e K. Il principio attivo responsabile delle sue proprietà curative è il timolo, un fenolo antisettico e vermifugo. L’olio essenziale è indicato per il trattamento di alcune infiammazioni batteriche e compie la medesima azione degli antibiotici di sintesi.
LO STATO MENTALE INFLUISCE SU QUELLO CHE DESIDERIAMO MANGIARE.
11-09-2016
Un modo in cui il nostro stato mentale ci può rendere più vulnerabili e predisposti alla formazione di tumori è influendo sulle nostre scelte alimentari. E' dimostrato che il desiderio di determinati alimenti dipende dallo stato mentale ed emotivo in cui ci troviamo, dalla nostra sicurezza o insicurezza di fronte ai nostri problemi. Gli ansiosi, i depressi, gli stressati cronici, spesso hanno voglia di dolci e di cibi troppo grassi, che fanno salire il livello cerebrale di serotonina, un ormone che dà una temporanea sensazione di calma e soddisfazione. L'azione della maggior parte degli antidepressivi consiste nell'innalzare i livelli di serotonina, quindi quando ci rimpinziamo di dolci per consolarci, in realtà ci stiamo automedicando. Tuttavia se questi alimenti poco sani vengono consumati troppo spesso e finiscono per sostituire alimenti che proteggono dai tumori come cereali integrali e verdura e frutta fresca, la capacità del sistema immunitario di prevenire i tumori può risultare compromessa.
10 RIMEDI NATURALI PER RISOLVERE LA GASTRITE.
10-09-2016
La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica che può presentarsi in modo cronico o acuto. Tra i sintomi della gastrite possiamo trovare nausea, vomito, febbre, dolori e bruciori di stomaco. Perché i sintomi possano scomparire in breve tempo, è necessario individuare al più presto la causa, che può essere determinata, ad esempio, da errori alimentari, dallo stress o dall’assunzione di farmaci aggressivi per la membrana dello stomaco. Per alleviare i sintomi, potrete ricorrere ad alcuni rimedi naturali.
1. MORE E LAMPONI
More e lamponi sono un prezioso alleato per proteggere lo stomaco dalla gastrite. A confermarlo è un nuovo studio condotto dagli esperti dell”Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Centro Ricerca e Innovazione di San Michele all’Adige (Trento). Ne basterebbero 150 grammi al giorno per contrastare l’infiammazione. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Plos One.
2. CAMOMILLA
L’infuso di camomilla è uno dei rimedi naturali più conosciuti ed applicati in caso di gastrite e mal di stomaco. E’ adatto anche ai bambini. La camomilla protegge le pareti dello stomaco e calma le infiammazioni. L’azione protettiva della camomilla è efficace sia contro gli effetti collaterali dei farmaci, che possono risultare nocivi per la superficie interna dello stomaco, sia nel caso in cui la gastrite sia provocata dall’assunzione eccessiva di alcolici o dalla cattiva alimentazione.
3. ARGILLA VERDE VENTILATA
L’argilla verde ventilata è considerata un rimedio naturale dolce adatto a chi soffre di gastrite. Come assumerla? Dovrete versare 1 cucchiaino di argilla verde ventilata in 1 bicchiere d’acqua tiepida, mescolare e lasciare riposare per almeno 5 minuti. Bevete il rimedio al mattino o durante la giornata, gettando la parte sedimentata.
4. LIMONE
Bere del succo di limone, oppure acqua e limone al mattino a digiuno, è un rimedio naturale utile per neutralizzare l’iperacidità gastrica, che può causare dolori allo stomaco e infiammazione. L’acqua e limone ha infatti un potere alcalinizzante sull’organismo ed è utile per regolare il pH dello stomaco. Se il problema è causato da cattiva digestione, la medicina popolare consiglia di aggiungere al bicchiere di acqua e limone un pizzico di bicarbonato di sodio.
5. CANNELLA
La cannella è una spezia davvero portentosa. Abbassa la glicemia, regola i livelli degli zuccheri nel sangue, calma i dolori mestruali ed è utile per risolvere problemi di cattiva digestione. In caso di gastrite, è possibile ricorrere alla cannella come rimedio naturale, preparando una tisana da assumere dopo i pasti principali. La tisana alla cannella è benefica anche per combattere il mal di gola.
6. ZENZERO
Chi soffre spesso di gastrite, a causa dello stress o di abitudini alimentari scorrette, può ricorrere ad una delle spezie più portentose a nostra disposizione: lo zenzero. Masticare un pezzetto di zenzero fresco prima dei pasti, infatti, aiuta a prevenire la gastrite. Lo zenzero vi darà una mano per stimolare la digestione e proteggere lo stomaco dalle infiammazioni.
7. MACERATO DI FICO
Si tratta di un rimedio erboristico conosciuto come macerato glicerinato di fico o gemmoderivato di Ficus carica. Può essere acquistato in farmacia o in erboristeria. Se assunto prima dei pasti, normalizza la produzione di succhi gastrici e aiuta nei problemi di gastrite e ulcera.
8. INFUSO DI MELISSA
Tra i rimedi a base di erbe officinali adatti per calmare la gastrite, troviamo l’infuso di melissa. E’ possibile assumerlo dopo i pasti per alleviare i fastidi causati dalla gastrite. Potrete acquistare le tisane alla melissa pronte in erboristeria. Se avete a disposizione delle foglie di melissa essiccate e tritate, preparate l’infuso lasciandone riposare due cucchiaini in una tazza di acqua bollente per 10 minuti. Filtrate e lasciate intiepidire prime di bere.
9. ACQUA DI COCCO
L’acqua di cocco è un rimedio naturale considerato molto utile per normalizzare la funzionalità dello stomaco e ridurre la sensazione di dolore e di bruciore, anche in caso di gastrite. Si tratta inoltre di una bevanda remineralizzante, che stimola il metabolismo e aiuta ad alleviare i disturbi digestivi. Può essere acquistata nei negozi di prodotti biologici e assunta più volte al giorno.
10. SUCCO DI CAVOLO E INFUSO DI MALVA
Se avete a disposizione un estrattore di succhi freschi o una centrifuga, potrete ottenere del succo di cavolo. Si tratta di una bevanda dalle proprietà lenitive e riequilibranti dello stomaco, che può essere assunta in abbinamento all’infuso di malva, per completare il trattamento naturale. La malva, a propria volta, possiede proprietà emollienti e calmanti, che contribuiscono a ridurre i bruciori di stomaco. Per la preparazione del succo fresco di cavolo utilizzate 4 foglie di cavolo verza e 1 mela.
BEVANDE NOCIVE PER LA SALUTE: 5 INSOSPETTABILI.
10-09-2016
Che le bibite gassate non facciano bene non è una novità: ci sono invece altre bevande apparentemente insospettabili che possono essere nocive e che andrebbero consumate in quantità ridotta. Il consiglio è sempre quello, quando possibile, di fare in casa succhi di frutta, tè freddo e simili. I succhi di frutta industriali infatti contengono solo una percentuale di frutta (che in quelli di sottomarca è veramente minima). Il resto è acqua addizionata da coloranti e zuccheri artificiali. Per questo motivo è buona regola leggere con attenzione l’etichetta. L’acqua aromatizzata alla frutta è molto gettonata soprattutto in estate. Ne esistono diversi gusti, anche a base di essenze floreali. Spesso nella pubblicità di questi prodotti viene evidenziata la presenza di vitamine e sali minerali. Bisogna però anche considerare che contengono coloranti e conservanti. L’alternativa naturale è quella di bere un bicchiere d’acqua frizzante con l’aggiunta di una fettina di limone spremuta o di una foglia di menta. C’è poi l’ampio capitolo degli energy drink, pubblicizzati soprattutto per chi fa sport. La caffeina e gli eccitanti in genere danno una carica immediata ma questa stessa energia si perde con la medesima velocità. Un tè verde fatto in casa con del limone spremuto può essere considerato un drink energetico casalingo e meno dannoso. In generale il tè freddo fatto in casa è sempre da preferire a quello comprato in bottiglie che è ricco di zucchero raffinato, coloranti e conservanti. Tutte le bevande che contengono molti zuccheri sono solo apparentemente dissetanti e peraltro non sono assolutamente indicate per chi è a dieta. Chiudiamo con le bibite gassate, che probabilmente ci stupiamo meno di vedere in questo elenco. Coca Cola e simili causano gonfiore intestinale e sono ricche di zuccheri raffinati. L’abuso causa obesità e dipendenza.
VITAMINE: UNA SPERANZA PER I BAMBINI AUTISTICI.
10-09-2016
L'autismo è una turba della personalità infantile che impedisce normali reazioni all'ambiente. I bambini autistici fin dalla prima infanzia non imparano a parlare, altri semplicemente smettono di parlare: non rispondono alle persone e sembra che non le vedano e sentano nemmeno. Sono totalmente chiusi in se stessi. La malattia si è dimostrata così refrattaria ai trattamenti da indurre alla disperazione la classe medica. Fino al maggio del 1973 c'erano poche speranze di un trattamento efficace dell'autismo. Poi, a un convegno promosso dalla Canadian Schizophrenia Foundation a Toronto, fu dimostrato che i bambini autistici rispondono bene alla terapia ortomolecolare: il dottor Bernard Rimland, psicologo ricercatore a San Diego, fece la storia di una sperimentazione col trattamento megavitaminico in un gruppo di questi bambini e dei buoni risultati ottenuti. La storia, molto avvincente, prendeva spunto da un articolo comparso nel 1965 sul New York Times, in cui si descrivevano i successi di Abram Hoffer e Humphrey Osmond nella cura degli schizofrenici adulti con dosi massicce di vitamine. Molti genitori di bambini autistici avevano letto l'articolo e presi dalla disperazione avevano deciso di tentare da soli con le vitamine (nella maggior parte dei casi avevano già provato inutilmente la psicoterapia). "Cominciai a ricevere lettere di genitori che descrivevano i risultati di questi loro esperimenti", riferì il dottor Rimland. "L'articolo del Times non era abbastanza esplicito da indicare ai genitori che tipo di vitamine usare e in che dosi, per cui c'era la massima variabilità. A leggere questi resoconti era evidente che alcuni bambini avevano avuto un miglioramento notevole con le vitamine: i genitori riferivano che quando i bambini prendevano le vitamine c'erano buoni risultati e che i sintomi rifiorivano appena smettevano". Ciò risvegliò l'interesse del dottor Rimland, che decise di fare un'inchiesta fra tutti i genitori del suo indirizzario all'Institute for Child Behavior Research. Risposero in 60 e risultò che gli effetti più notevoli si ottenevano con quattro vitamine, precisamente niacinammide (B3), acido pantotenico (B5), vitamina B6 e vitamina C. Come sottolineano regolarmente i sostenitori della terapia megavitaminica, le vitamina C e B sono idrosolubili, per cui non c'è nessun rischio di overdose: l'organismo semplicemente elimina la quantità in eccesso che non utilizza. Sulla base di questi resoconti, il dottor Rimland e la sua èquipe misero a punto una speciale formula vitaminica e ingaggiarono quindi un gruppo di 300 bambini per una ricerca su scala nazionale. Fra i requisiti per la partecipazione alla ricerca c'era che ogni bambino fosse seguito da un medico. La cosa creò qualche difficoltà, perchè la maggior parte dei medici non aveva nessuna voglia di essere conivolto in alcun modo con il programma di terapia vitaminica. Riferiva il dottor Rimland: "i genitori di due autistici ci hanno detto che il loro medico era inflessibile nel rifiuto di lasciarli partecipare alla nostra ricerca. Era così determinato a non lasciarsi coinvolgere che scrisse al dottor Linus Pauling, il quale si era offerto di rispondere personalmente ai quesiti dei medici circa la validità e innocuità della nostra sperimentazione. Ricevuta la risposta dal dottor Pauling, il medico autorizzò con riluttanza la partecipazione dei suoi pazienti. Il risultato fu che i due bambini migliorarono tanto che il medico ci scrisse per chiedere se avrebbero potuto entrare nella sperimentazione clinica anche i loro tre fratelli, per vedere se sarebbero migliorate le loro difficoltà di apprendimento. Fu di estremo interesse vedere un medico così scettico cambiare parere in maniera tanto radicale". La sperimentazione era impostata secondo questo programma: i bambini ricevevano le vitamine per tre mesi, poi il trattamento si interrompeva per un mese, in modo da osservare se vi fossero deterioramenti, e ripreso per breve tempo, per vedere se il loro comportamento migliorava di nuovo. Secondo il peso corporeo, i dosaggi erano 1-3 g al giorno di vitamina C, altrettanto di vitamina B3, 150-450mg di vitamina B6, 200 mg di acido pantotenico (B5), più una compressa di complesso B ad alta potenza. Sia i genitori che il medico curante dovevano compilare periodicamente un modulo con le loro osservazioni sui miglioramenti nel comportamento del bambino, per quanto riguardava il linguaggio, la partecipazione, le abitudini di sonno e alimentari, le crisi di bizze e altri tipi di risposta. Prima di iniziare la sperimentazione, i genitori rispondevano a un questionario dettagliato circa la nascita e in generale l'anamnesi medica del bambino, dati che venivano poi trasferiti su schede per l'elaboratore elettronico. Queste schede furono quindi inviate dal dottor Rimland ai centri elettronici di varie università, con la richiesta di sottoporle a un nuovo tipo di analisi dei dati, la cosiddetta analisi computerizzata dei raggruppamenti. Si tendeva con ciò ad accertare se fra questi autistici esistessero sottogruppi particolari, riconducibili a speciali raggruppamenti di variabili intorno a fattori comuni: in alcuni poteva esserci una dipendenza costituzionale da vitamine, nel qual caso l'ipotesi era che il trattamento fosse efficace, in altri poteva trattarsi della distruzione di tessuti cerebrali a seguito di un'infezione virale e l'ipotesi allora non prevedeva alcun miglioramento con le megadosi di vitamine. Una volta messa insieme tutta questa documentazione, il dottor Rimland e i suoi collaboratori l'hanno consegnata a tre esaminatori indipendenti, che dovevano valutare gli eventuali miglioramenti dei bambini secondo una scala da 0 a 99. Se i tre giudizi non erano conformi, il caso veniva scartato. Un punteggio di 99 significava che, secondo i tre specialisti che avevano analizzato i dati, il bambino aveva avuto un grosso miglioramento, 80 punti corrispondevano a un miglioramento reale ma non così netto, mentre se non c'era nessun miglioramento apparente venivano attribuiti dai 40 punti in giù, fino allo zero, che stava a indicare non solo assenza di miglioramenti, ma anche un certo deterioramento.
Una volta completata l'analisi computerizzata dei raggruppamenti e assegnati i punteggi col metodo descritto, i risultati mostravano che oltre il 50% dei bambini aveva avuto un miglioramento significativo col trattamento vitaminico, mentre solo un 3% era peggiorato. L'aspetto più importante sotto il profilo scientifico è che i soggetti differenziati in base all'analisi dei raggruppamenti presentavano una risposta diversa alle vitamine. "In tutti i casi - notava il dottor Rimland - si trattava principalmente delle valutazioni dei genitori, che osservavano quotidianamente i bambini". Il miglioramento si manifestava nelle bizze meno frequenti, nella maggiore partecipazione e socievolezza, in un linguaggio più adeguato e abitudini di sonno più regolari. Una madre scrisse: "siamo al 31° giorno della ricerca con le vitamine e voglio parlare dei cambiamenti che sono avvenuti in questi ultimi tre giorni. Sono troppo emozionata per aspettare il momento del prossimo rapporto. Da due giorni Susan non fa che chiacchierare, attaccare discorso, fare domande e osservazioni su tutto quello che sente dire intorno". Su consiglio del dottor Rimland, alcuni dei genitori che non avevano visto cambiamenti significativi durante la ricerca raddoppiarono il dosaggio di vitamina B6. Scrisse una di queste madri: "ora sì che fa differenza. La bambina ha molta voglia di far le cose...al minimo suggerimento è pronta a fare quasi tutto. Ha voglia di giocare a pallacanestro davanti a casa. Era oltre un anno che non scriveva il suo nome o numeri, ma ora lo fa...Perfino mio marito che è scettico dice che è migliorata in questi ultimi quattro giorni". Un altro genitore riferiva: "Elsie ha cominciato a prendere la dose doppia di B6 e ha mostrato un grande miglioramento...è più pronta e più attenta al mondo esterno...abbiamo acceso le candele per lo Hanukkah, la festa della dedica del tempio, e ci ha sorpresi tutti cantando un canto dello Hanukkah dal principio alla fine". Viceversa, quando si interruppero le vitamine, un genitore scrisse dopo dieci giorni di sospensione del trattamento: "William sembra che si sia rinchiuso in se stesso, non dimostra più quel vivo interesse per il mondo circostante che aveva caratterizzato il mese precedente. Quella disponibilità tutta nuova a collaborare e obbedire agli ordini che capiva è sparita rapidamente. Il vecchio repertorio di manierismi e di movimenti e posizioni bizzarre delle mani, che era andato perdendo, si è ristabilito peggio di prima". Quel 3% di bambini del campione sperimentale che avevano fatto registrare un peggioramento erano diventati irritabili e intrattabili: estremamente sensibili ai suoni, si coprivano gli orecchi a tutti i rumori forti o acuti. In qualche caso era ricomparsa l'enuresi. I problemi erano così gravi che alcuni genitori, non potendo sopportare più a lungo il comportamento dei bambini, avevano sospeso il trattamento vitaminico. Il dottor Rimland si rivolse a un certo numero di medici, nella speranza che potessero trovare una risposta al problema, ma la soluzione gliela dette la dietologa Adelle Davis: esaminata la composizione dei supplementi vitaminici che venivano somministrati ai bambini, suggerì di aggiungere il magnesio. Secondo la Davis, infatti, una carenza di magnesio può provocare enuresi, ipersensibilità ai suoni e irritabilità. "Centrò con grande esattezza quello che stava accadendo in una frazione del nostro gruppo sperimentale", osservò il dottor Rimland. "La cosa dipende dal fatto che quando si somministra vitamina B6 in dosi massicce, interagisce col magnesio in modo tale da sottrarre questa sostanza al sistema dell'organismo. Se quindi un bambino si trova per caso nella situazione di assimilare e immagazzinare nell'organismo una quantità di magnesio che è ai limiti del fabbisogno, la vitamina B6 ne sottrae un quantitativo essenziale e il risultato è una carenza di magnesio. Furono immediatamente avvisati i genitori dei bambini che avevano sviluppato questi effetti collaterali di aggiungere magnesio alla formula vitaminica: ci riferirono che gli effetti collaterali erano scomparsi da un giorno all'altro”. Sulla base dei casi esaminati, il dottor Rimland concludeva: “E’ mia impressione che fra queste vitamine somministrate ai bambini la B6 debba risultare la più importante. Alcuni bambini rispondono molto positivamente alla niacina o alla niacinammide, ma i risultati più impressionanti che abbiamo osservato, particolarmente nei casi classici di autismo, si sono avuti in risposta alla vitamina B6”. Naturalmente, ci sono anche degli insuccessi. Non tutti i problemi di comportamento discendono da una dipendenza vitaminica. Ci sono per esempio delle malattie che influiscono sul funzionamento cerebrale: una possibilità che varrebbe la pena di indagare a questo proposito è rappresentata dalle forme allergiche. Tuttavia, molti bambini autistici o altrimenti disturbati hanno risposto bene alla terapia vitaminica e ciò è particolarmente notevole per una malattia che per anni e anni si è dimostrata assolutamente refrattaria alle decine di trattamenti che si sono tentati.
I DIECI BUONI MOTIVI PER MANGIARE CIOCCOLATO.
09-09-2016
Buone notizie per tutti voi amanti del cioccolato! La nuova ricerca ha trovato che questo cibo divino offre ancora più vantaggi di quanti precedentemente riconosciuti. Non solo migliorare la salute cardiovascolare e il benessere mentale, ma abbassa anche l’indice di massa corporea (BMI) e resistenza all’insulina. Tuttavia, prima di consumare cioccolato con abbandono selvaggio, è importante distinguere tra le diverse varietà, per il vantaggio finale. Gustato per oltre 3000 anni, il cioccolato (anche conosciuto come cacao nella sua forma più pura) è stato utilizzato come un potente tonico e cibo afrodisiaco, da diverse culture. Oggi, il nuovo mondo lo ha adottato come rimedio per la febbre, affaticamento mentale, la tubercolosi, la cattiva digestione e la gotta. Contenente una miriade di composti benefici, il cacao ha mostrato di alleviare una vasta gamma di problemi di salute. Qui di seguito sono riportati alcuni dei vantaggi associati a questo gustoso superfood.
1. SALUTE CARDIOVASCOLARE
Di tutti gli alimenti conosciuti, il cacao ha il più alto contenuto di polifenoli antiossidanti. Uno studio condotto presso l’Università della California, Dipartimento di Nutrizione a Davis, ha dimostrato le proprietà del cacao sull’aggregazione piastrinica, riparando in tal modo il cuore dai danni di coaguli di sangue. Anche un moderato consumo di cacao può ridurre il rischio di ictus e ipertensione, oltre a ridurre il colesterolo.
2. SALUTE MENTALE
Il cacao ha un effetto positivo sulla mente. Teobromina, phenethylamine (PEA) e anandamide, presenti nel cioccolato, stimolano il sistema nervoso centrale, promuovendo stati mentali positivi. Il cacao favorisce anche la produzione del neurotrasmettitore serotonina, che lenisce la depressione, ansia e irritabilità.
3. PREVENZIONE DEL DIABETE
Un piccolo studio italiano presso l’Università dell’Aquila, ha scoperto che i partecipanti che hanno consumato cioccolato fondente, hanno avuto una riduzione della resistenza all’insulina di quasi la metà. Secondo il ricercatore Claudio Ferri, ”i flavonoidi aumentano la produzione di ossido nitrico che aiuta a controllare la sensibilità all’insulina”.
4. RIDUZIONE DELLO STRESS
Gli scienziati svizzeri hanno scoperto che quando le persone molto ansiose hanno mangiato una grammo e mezzo di cioccolato fondente al giorno per due settimane, i loro livelli di ormoni dello stress sono stati significativamente ridotti e gli effetti metabolici dello stress sono stati parzialmente mitigati.
5. PROTEZIONE SOLARE
Il cioccolato fondente è ricco di flavonoli utili per la protezione della pelle. Ricercatori britannici hanno scoperto che i partecipanti che hanno consumato nutrienti ricchi di cacao nell’arco di tre mesi, hanno avuto una significativa riduzione dei danni da esposizione al sole come le scottature.
6. BASSO INDICE DI MASSA CORPOREA
La ricerca pubblicata nell’Archives of Internal Medicine ha rivelato che su 1.000 californiani di età compresa tra 20 e 85, coloro che hanno consumato cioccolato regolarmente, avevano più basso indice di massa corporea. Il Dr. David Katz della Yale University osserva: ”gli antiossidanti potrebbero avere un ruolo nel ridurre l’infiammazione e il cioccolato fondente, in particolare, potrebbe aiutare a bilanciare gli ormoni che facilitano il controllo del peso”.
Alla ricerca di maggiori vantaggi?
7. Il cacao aumenta anche le capacità cognitive;
8. riduce la carie;
9. calma la tosse;
10. migliora la visione.
5 ERBE CHE SI POSSONO UTILIZZARE IN GRAVIDANZA.
09-09-2016
La gravidanza, si sa, è un periodo molto delicato in cui bisogna prestare particolare attenzione a ciò che si mangia e si beve ma anche a cosa si assume a livello curativo, che siano rimedi naturali o veri e propri farmaci. Spesso, infatti, si tendono a sottovalutare gli effetti che possono avere sul nostro corpo erbe e fiori considerati naturali e dunque sempre sicuri. Non è così. L'utilizzo della gran parte delle piante è sconsigliato alle donne in dolce attesa così come a quelle che stanno allattando. La regola vuole infatti che, soprattutto nei primi 3 mesi di gravidanza, siano banditi i rimedi naturali così come anche i farmaci. Spesso si evita l’utilizzo delle piante in quanto non ci sono abbastanza studi che ne comprovano la sicurezza in gravidanza. C’è da tenere presente però che un conto è utilizzare tisane a base di erbe, diverso è invece utilizzare piante sotto altre forme (estratti secchi, integratori, tinture madre, oli essenziali ecc.) che il più delle volte contengono una quantità di principi attivi elevata, dunque agiscono come veri e propri rimedi curativi. Generalmente, dunque, anche in gravidanza è possibile bere tisane, senza esagerare e scegliendo tra alcune (poche) erbe "amiche". Vediamo adesso un piccolo elenco di piante generalmente considerate sicure, tenendo presente però che prima di assumerle è sempre bene chiedere il parere di una persona esperta, perché ogni persona, così come ogni gravidanza, è un caso a se.
MALVA
La malva può essere utile in caso di stitichezza. Inoltre, grazie alle sue proprietà emollienti ed antinfiammatorie, una tisana ricavata con i fiori di questa pianta può aiutare anche in caso di tosse e catarro, problemi di intestino irritabile, colite o bruciori di stomaco. La malva è utile anche in caso di infezioni alle vie urinarie, come la cistite, e si può tranquillamente utilizzare per effettuare sciacqui se si presentano afte, si hanno le gengive infiammate o come impacco su occhi stanchi o doloranti.
TIGLIO
Il tiglio è una pianta che può essere utile in gravidanza nel caso di insonnia e nervosismo dato che aiuta il sistema nervoso centrale a rilassarsi. Tra le proprietà del tiglio c’è poi la capacità di agire come antispasmodico intestinale, può dunque aiutare in caso di crampi intestinali, e come mucolitico in caso di problemi all'apparato respiratorio come tosse e catarro.
MANNA DI FRASSINO
La manna è il succo che si estrae dall’incisione del frassino. Già anticamente questo nettare veniva utilizzato per le sue proprietà dolcemente lassative che non comportano alcun effetto collaterale. La manna agisce infatti semplicemente attirando acqua nell’intestino e dunque favorendo l’evacuazione ma senza creare irritazione. Dato che questo rimedio è molto dolce e non viene assorbito dall’intestino è consigliato anche in gravidanza, allattamento e nella primissima infanzia. Si può assumere insieme ad una tisana, acqua o succo di frutta.
FINOCCHIO
Il finocchio si utilizza in particolare per aumentare la secrezione lattea negli ultimi mesi di gravidanza e durante la fase dell’allattamento, tanto che vari integratori pensati per le neomamme contengono appunto questa pianta che aiuta tra l’altro anche a combattere le coliche dei neonati. Negli anni scorsi una ricerca dell’Inran ha messo in luce la presenza nei semi di finocchio dell'estragolo, sostanza naturale considerata cancerogena. Molti esperti di fitoterapia, però, hanno sottolineato che livelli alti di estragolo non si possono raggiungere bevendo semplicemente tisane di finocchio, ricche invece di “antiossidanti e anticancerogeni (anetolo e flavonoidi) 100 volte più dell'estragolo, che peraltro viene metabolizzato in percentuali infinitesimali”.
ANICE VERDE
Anche l’anice verde come il finocchio è molto apprezzato dalle donne in gravidanza per le sue proprietà galattogene, ovvero la sua capacità di aumentare la produzione di latte. Questa pianta è però utile anche per combattere l’aerofagia, i dolori di stomaco o intestinali (anche dei lattanti). Spesso si unisce al finocchio proprio perché, avendo proprietà simili, l'assunzione in contemporanea aumenta l’efficacia di entrambi.
DIARREA INFANTILE: L'ACQUA DI RISO E' UN OTTIMO RIMEDIO.
09-09-2016
In uno studio compiuto nell'Università del Costa Rica, si sono confrontate la terapia classica di reidratazione orale a base di soluzione fisiologica, con quella a base di acqua di riso, e si è potuto osservare che i neonati afflitti da diarrea acuta e disidratazione guarivano molto prima quando si somministrava acqua di riso, che non con la somministrazione fisiologica glucosata. Si può prendere come unica bevanda, aggiungendo a discrezione alcune gocce di succo di limone. Oltre a reidratare l'organismo, l'acqua di riso apporta sali minerali, specialmente potassio, e carboidrati polimerizzati (amido), che arrestano la diarrea.
SE VAI IN PISCINA RISCHI DI AMMALARTI. ECCO PERCHE'.
08-09-2016
Parlando di piscine, di solito, il primo problema che ci si pone è quello della pelle e della presenza di troppo cloro al suo interno per mantenere l’acqua pulita. Ci dimentichiamo purtroppo di un altro nemico: i batteri fecali, pericolosa fonte di infezione. Un allarme in tal senso è stato lanciato dal Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie statunitense, ma non è difficile ipotizzare che questo problema sia diffuso anche nel nostro Paese. D’estate, quando fa caldo, rifugiarsi in piscina è spesso l’unico modo per non soffrire eccessivamente l’afa se non si ha modo e tempo di raggiungere il mare. Il potersi rinfrescare in salute nell’acqua dovrebbe essere un diritto di tutti, senza per questo rischiare di sentirsi male subito dopo.
Il batterio che gli esperti hanno trovato in percentuali maggiori nelle piscine esistenti prese a campione è proprio l’Escherichia Coli, il germe fecale per eccellenza. Questa contaminazione viene dalla scarsa igiene dei bagnanti e dalla loro sconsideratezza. Come indichereste voi una persona che non si lava accuratamente prima di gettarsi in acqua o qualcuno che magari sofferente di diarrea decide di buttarsi comunque in acqua e far finta di nulla se “qualcosa” fuoriesce? Sono proprio questi due comportamenti a rischio, secondo gli esperti americani, a contaminare le piscine statunitensi. Spiega in tal senso il dott. Michele Hlavsa, direttore dell’Healthy Swimming Program del CDC: "Il cloro e altri disinfettanti non uccidono i germi istantaneamente. Motivazione per la quale è importante per i nuotatori proteggere se stessi dal non ingoiare l’acqua in cui nuotano e per proteggere gli altri, mantenendo feci e germi fuori dalla piscina facendo la doccia prima di entrare in acqua e non nuotare in caso di malattie con diarrea".