Angelo Ortisi
LA FIBRA FORNISCE CIBO AI MICROBI INTESTINALI.
09-05-2015
Sembra che il materiale genetico dei microbi passi nel DNA umano, e possa aver giocato un ruolo nella diversificazione del nostro DNA. Uno dei modi migliori per migliorare la salute dell’intestino è la dieta. I cibi fermentati sono l’ideale, ma la fibra alimentare è ugualmente importante. Alcuni microbi fermentano la fibra, e i sottoprodotti nutrono il colon. Alcuni di questi sottoprodotti della fermentazione aiutano anche a calibrare il sistema immunitario, impedendo disturbi infiammatori come asma e morbo di Crohn.
http://www.scientificamerican.com/article/like-genes-our-microbes-pass-from-parent-to-child/
http://genomebiology.com/2015/16/1/50
http://www.nature.com/nature/journal/v518/n7540_supp/full/518S9a.html
UOVA FRESCHE: COME RICONOSCERE LE UOVA MIGLIORI DAL COLORE DEL TUORLO.
09-05-2015
Come riconoscere le uova migliori? Il colore del tuorlo la dice lunga sulla freschezza e sulla provenienza delle uova. Per chi consuma uova, ecco alcuni consigli per riconoscere le uova davvero fresche e provenienti da galline allevate all'aria aperta. Se il tuorlo dell'uovo è giallo, probabilmente le galline sono state allevate con mangimi economici. Se invece il tuorlo è di colore arancione scuro, ecco che ci troviamo di fronte ad un uovo prodotto da galline ruspanti. Lo afferma la dottoressa Hilary Shallo Thesmar, direttore dei programmi di sicurezza alimentare per l'Egg Nutrition Center (ENC). Il colore del tuorlo d'uovo sarebbe dovuto ai pigmenti presenti in ciò che le galline mangiano, in particolare al beta-carotene. Le galline ruspanti avrebbero più possibilità di nutrirsi di cibi più ricchi di pigmenti come i carotenoidi, che poi determinerebbero la colorazione del tuorlo. I tuorli di colore più scuro inoltre indicherebbero la presenza di acidi grassi omega-3 e di xantofille nell'alimentazione delle galline. In ogni caso, secondo l'Egg Nutrition Center, le uova da allevamento e le uova da galline ruspanti presentano un apporto nutrizionale identico per quanto riguarda la quantità di grassi, proteine e colesterolo. Le galline ruspanti hanno dunque la possibilità di mangiare cibi più riccamente pigmentati che rendono il tuorlo delle uova più scuro. Ecco allora che il colore del tuorlo diventa un indizio facile per riconoscere la provenienza delle uova. Come fare per capire se le uova sono davvero fresche? Ecco un sistema molto semplice tramandato dalle nonne e dalle massaie di una volta. Sciogliete in una caraffa piena di acqua (un litro) 25 grammi di sale e poi immergete l'uovo:
1) Se si appoggia sul fondo è freschissimo.
2) Se galleggia sul fondo è fresco (da 1 a 4 giorni).
3) Se galleggia in sommità ma senza affiorare in superficie non è fresco.
4) Se proprio galleggia in superficie è vecchissimo, meglio non mangiarlo.
http://distractify.com/beth-buczynski/egg-yolk-color-matters/
PILLOLA ANTICONCEZIONALE: STUDIO SVELA RISCHI PER IL CERVELLO.
09-05-2015
Assumere un contraccettivo ormonale è associato ad una possibile modifica del cervello femminile, che consisterebbe nella riduzione dello spessore in alcune zone della corteccia cerebrale. A giungere a tale conclusione sarebbe Nicole Petersen dell’University of California a Los Angeles autore di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping. E’ ben noto il fatto che i contraccettivi ormonali sessuali, sia maschili sia femminili, hanno un’influenza indiscussa sul cervello, e in precedenti studi sono stati più volte collegati a differenze comportamentali e non solo tra i due sessi. Ad esempio gli estrogeni, ormoni femminili, sembrano capaci di influenzare la memoria a lungo termine che, infatti, nelle donne risulta di solito migliore rispetto ai maschi. Ma finora pochi studi erano stati condotti per verificare presunti effetti sul cervello degli ormoni contenuti nella pillola anticoncezionale.
Gli esperti Usa hanno coinvolto un totale di 90 donne, 44 delle quali prendevano anticoncezionali per bocca e le restanti 46 no. Confrontando il loro cervello è emerso che le donne che assumevano la pillola presentavano minore spessore a livello di dure aree della corteccia cerebrale, la corteccia orbito frontale laterale e la cingolata posteriore. Chiaramente sono tante le domande cui futuri studi dovranno dare una risposta, conclude la Petersen: “Innanzitutto bisogna stabilire se vi sia un rapporto di causa ed effetto tra pillola e assottigliamento della corteccia; poi se questo effetto del farmaco sia permanente o transitorio, ovvero se la corteccia possa tornare di spessore normale dopo aver sospeso la pillola; infine sarebbe interessante capire se a questo assottigliamento corticale corrispondano delle modifiche comportamentali nella donna che fa uso di pillola”. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è importante tenere presente questo apparente aumento del rischio in relazione al contesto. Se da un lato sarebbe dunque emersa un’associazione tra l’uso dei contraccettivi ormonali e un maggiore rischio per il cervello femminile, una valutazione in merito ai rischi e ai benefici collegato all’utilizzo di tale farmaco andrebbe fatta in maniera ancor più approfondita.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/hbm.22797/abstract
LA CURCUMINA CONTRO I TUMORI HPV-CORRELATI.
09-05-2015
Si era già parlato dell'eventuale efficacia della curcumina in caso di cancro. Ora un team di ricercatori della Emory University di Atlanta svela la capacità della sostanza di contrastare le lesioni tumorali provocate dal virus dell'Hpv, il papillomavirus umano, nel cavo orale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Ecancer medical science, The Open Access Cancer Journal from the European Institute of Oncology and the OECI. ''La curcumina ha dimostrato di possedere delle proprietà antivirali e anticancro'', spiega l'autore della ricerca, Alok Mishra della Emory University. "E secondo le nostre nuove scoperte, si potrebbe dire che è un bene per la salute orale in generale''. Dalle analisi è emersa l'efficacia della sostanza nel rallentare l'espressione di Hpv e il suo grado di diffusione. “Dal momento che i casi di cancro orale Hpv-correlati sono in aumento, abbiamo testato la stessa ipotesi sul cancro orale'', spiega Mishra. ''Abbiamo rivelato alcuni risultati molto interessanti''. Un altro team di ricercatori dell'Università di Leicester sembra intenzionato a verificare l'efficacia della curcumina su modello umano. I ricercatori sperano di dimostrare che la sostanza è in grado di migliorare la risposta dei pazienti alla chemioterapia. Studieranno se le pastiglie che contengono curcumina, che si trova nella curcuma, possono essere aggiunte senza rischi alle cure standard per il cancro intestinale che si è diffuso in altre parti del corpo. I pazienti in stadio avanzato di cancro intestinale di solito ricevono una cura chiamata FOLFOX, che riunisce tre farmaci chemioterapici. Circa il 40-60% dei pazienti però non risponde al trattamento e per quelli che rispondono gli effetti collaterali spesso includono un grave formicolio o dolore del nervo, che possono limitare il numero di cicli di cura che i pazienti possono ricevere.
Il coordinatore della ricerca, il professor William Steward dell'Università di Leicester, osserva: "una volta che il cancro intestinale si è diffuso è molto difficile curarlo, in parte a causa degli effetti collaterali della chemioterapia che possono limitare il tempo per il quale i pazienti sono in grado di ricevere la cura. La prospettiva che la curcumina possa aumentare la sensibilità delle cellule del cancro alla chemioterapia è interessante perché potrebbe significare che potremmo darne dosi più basse, in modo che i pazienti abbiano meno effetti collaterali e possano sottoporsi alla cura per più tempo. Si tratta di una ricerca ancora allo stato iniziale, ma studiare le potenzialità delle sostanze chimiche delle piante per curare il cancro è un'idea affascinante e speriamo di poter fornire indicazioni per sviluppare nuovi farmaci in futuro". Lo studio analizzerà approssimativamente 40 pazienti affetti da cancro intestinale che si è diffuso nel fegato. Tre quarti dei pazienti assumeranno pastiglie di curcumina per sette giorni, prima di essere sottoposti alla cura con FOLFOX. Il resto del gruppo fungerà da gruppo di controllo in modo che gli scienziati possano confrontare i risultati e riceveranno solo la cura FOLFOX. Uno dei partecipanti, Colin Carroll, un consulente di 62 anni di Loughborough nel Regno Unito, ha accettato di partecipare all'esperimento dopo la diagnosi di cancro intestinale avanzato a gennaio. "La diagnosi è stata uno shock perché non avevo avuto sintomi a parte alcuni crampi occasionali. Avevo fatto degli esami ed erano risultati negativi e avevo appena prenotato una tomografia computerizzata (TC) quando sono stato portato d'urgenza in ospedale con un sospetto di blocco intestinale. Sapere di avere una cosa che avanza dentro di me senza che io ne abbia alcun controllo mi ha fatto venire la voglia di lottare. Per questo ho accettato subito di partecipare all'esperimento". I sintomi del cancro intestinale comprendono la presenza di sangue nei campioni di feci e un inspiegabile cambiamento delle abitudini dell'intestino, come diarrea o costipazione prolungate. Un'inspiegabile perdita di peso costituisce un altro sintomo.
http://ecancer.org/news/7234-curry-ingredient-offers-potential-therapy-for-cancers-caused-by-hpv.php
UNA GIORNALISTA HA ACCUSATO IL WHO DI PROGRAMMARE NEI PROSSIMI ANNI UN GENOCIDIO TOTALE.
09-05-2015
Una giornalista investigativa austriaca, Jane Burgermeister, ha raccolto accuse criminali contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), le Nazioni Unite, e vari fra le più alte cariche governative e funzionari corporativi, accusandoli di bioterrorismo e di tentativi per commettere il genocidio dell’umanità. La giornalista ha archiviato prove contro la Baxter AG e la Avir Green Hills Biotechnology of Austria di produrre e liberare virus vivi di influenza aviaria, dichiarando che era un atto intenzionale per causare una pandemia. Quando nel 2009 uno scienziato ceco ha analizzato il loro vaccino stagionale antinfluenzale, ha trovato che conteneva i virus vivi H5N1 e H3N2.
Le prove della Burgermeister includono la prova che la Baxter ha diffuso nell’ambiente 72 chili di virus vivi di influenza aviaria, forniti dal WHO nell’inverno del 2009. Essa sostiene di avere una prova decisiva che le aziende farmaceutiche e gli enti governativi attivamente sono conniventi per distribuire agenti biologici mortali per innescare una pandemia. Inoltre ha preparato un’ingiunzione contro la vaccinazione forzata, dichiarando che i vaccini obbligatori saranno deliberatamente contaminati con malattie.
12 ESERCIZI E 7 MINUTI: LA FORMULA SCIENTIFICA PER SUPERARE LA PROVA COSTUME.
08-05-2015
Il più temuto appuntamento di una donna con lo specchio si sta per avvicinare. La prova costume è ormai alle porte e bisogna prepararsi per tempo per essere in forma smagliante. La buona notizia è che potrebbe esserci una formula miracolosa. Si tratta dello studio "High-Intensity Circuit Training Using Body Weight: Maximum Results With Minimal Investment", pubblicato dall'American College of Health & Fitness Journal e ripreso dal New York Times, che rivela dodici esercizi da sette minuti per ottenere una perfetta silhouette. I ricercatori hanno delineato 12 esercizi che utilizzano il peso del corpo per ottenere la stessa quantità di esercizio fisico di una lunga corsa o di una intera sessione di allenamento con pesi da svolgere in soli sette minuti. Passare ore e ore in palestra, quindi, potrebbe non essere più necessario per raggiungere la forma perfetta. Il concetto è semplice: un'attività più breve e con un'intensità massimale. "C'è una buona evidenza che l'allenamento ad alta intensità offre molti dei vantaggi dell'allenamento di resistenza prolungato ma in molto meno tempo", spiega Chris Jordan, direttore di fisiologia presso l’Human Performance Institute di Orlando e co-autore del nuovo articolo. Una ricerca precedente aveva già evidenziato che pochi minuti di allenamento ad un'intensità alta con capacità massima producessero cambiamenti molecolari all'interno dei muscoli, paragonabili a quelli di diverse ore di corsa o in bicicletta.
Gli scienziati che hanno ideato questo nuovo allenamento dicono che per ottenere i massimi benefici da un'attività fisica estremamente intensa bisogna inframezzarla con brevi periodi di recupero. Nel programma delineato dal signor Jordan e dai suoi colleghi, questo recupero è fornito in parte da 10 secondi di riposo tra gli esercizi. Questo riposo è esteso alternando i muscoli utilizzati in ogni esercizio. Durante l'insieme degli esercizi, i muscoli non esercitati hanno il tempo giusto di “riprendere fiato”, il che rende l'ordine degli esercizi importante. Gli esercizi devono essere eseguiti in rapida successione, 30 secondi per ciascuno. Ma per ottenere il massimo dei benefici l'intensità deve aggirarsi intorno a un buon 8 su una "scala del dolore" che va da 1 a 10. In pratica, bisogna faticare e sudare. "Detta in maniera semplice: quei sette minuti dovrebbero essere sgradevoli. Il vantaggio è che dopo sette minuti il gioco è fatto", sottolinea Jordan. Per coloro che vogliono subito cimentarsi c'è anche un'applicazione web gratuita.
CORRERE SI, MA DOPO MEZZOGIORNO.
08-05-2015
Non serve svegliarsi all'alba per fare jogging. Uno studio dell'Università di Birmingham dimostra che i risultati migliori si ottengono dopo mezzogiorno. La ricerca, pubblicata su Cell, è stata realizzata su un piccolo campione di 20 atleti professionisti, fra cui diversi giocatori di hockey. I test sono stati svolti dalle 7 del mattino alle 10 di sera, e sono stati somministrati dei questionari allo scopo di capire chi era da considerare un'“allodola” - cioè chi è più mattiniero – e chi un “gufo” - chi invece è abituato a stare in piedi fino a tardi. Dai risultati è emerso che gli sportivi mattinieri ottenevano risultati migliori a partire da mezzogiorno, mentre i nottambuli davano il meglio di sé addirittura attorno alle 8 di sera. La morale dello studio è che l'orologio biologico conta più di quello reale, come spiega il coordinatore Roland Brandstaette: “l'orologio biologico ha un grande effetto. Ogni cellula del nostro corpo ha praticamente un orologio e tutto è controllato da essi".
Uno studio della Loyola University Health System, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, svela inoltre che una buona percentuale di amanti della corsa consuma troppa acqua. Secondo i dati, oltre il 35 per cento degli atleti adotta uno schema prestabilito per la propria idratazione, indipendentemente dal senso di sete, mentre quasi il 9 per cento beve semplicemente più che può. Quella che sembrerebbe una buona abitudine rischia però di diventare nociva se applicata in maniera estrema. C'è la possibilità, anche se rara, che un eccesso di liquidi possa provocare addirittura lesioni cerebrali dovute a una diminuzione improvvisa ed eccessiva di sodio nel sangue. Il segreto, secondo gli esperti, è affidarsi alla propria sensazione di sete. Winger Dugas, coordinatore della ricerca, sottolinea: “all’inchiesta online hanno risposto quasi 200 atleti contattati personalmente, via e-mail o tramite volantini distribuiti in tre diverse gare. Il 58 per cento beve solo quando ha sete ma è ancora alta la percentuale di quelli che invece non seguono questo stimolo naturale”. Oltretutto chi non beve di più non lo fa per i rischi connessi con un abbassamento dei livelli di sodio, ma per il timore di incappare in problemi di natura gastrointestinale. A confermare il pericolo è anche Sergio Lupo, medico dello sport e preparatore di atleti di fama mondiale. Il dott. Lupo è convinto che il vero punto forte sia l'alimentazione ricca di frutta e verdura, che fra gli altri effetti ha quello di provvedere a un giusto bilanciamento dei sali persi: “quando invece le condizioni ambientali (temperatura, umidità) e la sudorazione causano una perdita di peso superiore ai 2-3 kg è necessario provvedere con bevande idonee e aumentare di conseguenza l'apporto alimentare di frutta e verdura”.
http://www.cell.com/current-biology/abstract/S0960-9822%2814%2901639-X
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-01/cp-wgt012215.php
http://www.newswise.com/articles/nearly-half-of-runners-may-be-drinking-too-much-during-races
I PERICOLI SCIENTIFICAMENTE DIMOSTRATI DEL LATTE MATERNO “ARTIFICIALE”.
08-05-2015
Un crescente corpo di ricerca clinica ha dimostrato che i neonati nutriti con formule di latte artificiale hanno aumentato significativamente il rischio di andare incontro alle seguenti patologie:
- Leucemia linfoblastica acuta.
- Rinite allergica.
- Tossicità da alluminio.
- Arteriosclerosi.
- Asma.
- Malattie autoimmuni.
- Meningite batterica.
- Tumore.
- Infezione da Candida.
- Malattie cardiovascolari.
- Infezioni da Clostridium.
- Colite.
- Diabete mellito tipo 1.
- Diarrea.
- Infezione dell’orecchio.
- Eczema.
- Infezioni da Enterobacteriaceae.
- Tossicità da fluoro (Fluorosi)
- Infezione da Haemophilus influenzae.
- Linfoma di Hodgkin.
- Ipotiroidismo.
- Disregolazione immunitaria: squilibrio di TH1/TH2 .
- Mortalità infantile.
- Disturbi neurologici infantili.
- Permeabilità intestinale.
- Carenza di iodio.
- Elevati livelli di leptina.
- Linfomi.
- Elevati livelli di mortalità per qualsiasi causa.
- Enterocolite necrotizzante.
- Nefrolitiasi.
- Nefrotossicità.
- Obesità.
- Tossicità da perclorato.
- Polmonite.
- Infezioni delle vie respiratorie.
- Infezioni da Salmonella.
- Sepsi.
- Sindrome di morte infantile improvvisa.
Al contrario, la ricerca sul valore terapeutico dell'allattamento al seno ha dimostrato di ridurre il rischio di andare incontro a queste patologie. Secondo uno studio condotto nel 2004 dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, solo l’11,3% dei bambini negli Stati Uniti sono stati allattati esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita; in altre parole, l’88,7% dei bambini sono stati esposti agli effetti di formule sintetiche durante il loro periodo di sviluppo più critico. Questo è senza dubbio un fattore chiave perché gli Stati Uniti hanno il secondo tasso di mortalità infantile più alto del mondo industrializzato. In un sondaggio del 2006 su 33 paesi industrializzati, gli Stati Uniti hanno avuto il più basso tasso di mortalità infantile rispetto solo alla Lettonia. Le statistiche di mortalità infantile degli Stati Uniti è anche un'indicazione evidente che la politica di vaccinazione infantile, è la più aggressiva del mondo, mentre negli altri paesi sta fallendo per non essere stata all'altezza delle sue promesse molto propagandate di "salvare vite umane".
Sono pochi quelli che metterebbero in dubbio la superiorità intrinseca del latte materno rispetto alla formula sintetica, soprattutto considerando che il non allattamento al seno è associato a più di un milione di morti ogni anno in tutto il mondo. Sappiamo, per esempio, che il latte materno contiene una serie di fattori indispensabili che non si trovano nelle formule artificiali, per questo i cambiamenti del latte alternativo continuano, per cercare di soddisfare le mutevoli esigenze del bambino. Il latte materno è un alimento ricco di enzimi, fattori immunitari come lattoferrina, lisozima e IgA, prebiotici e probiotici, vitamine, minerali, aminoacidi e ormoni come la leptina che regola l'appetito ecc., che non si trovano nelle formule. Inoltre, il latte materno è anche in grado di ridurre gli effetti negativi della vaccinazione (aumento degli anticorpi) che ha portato alcuni ricercatori a suggerire di ritardare l'allattamento al seno durante alcuni vaccini per evitare di "interferire". Non importa quanto astuti siamo nel sostituire il latte materno con le formule, o l'immunità naturale con le "vaccinazioni sintetiche”, ma non riusciremo mai a superare in astuzia la Natura, il cui disegno intelligente è di miliardi di anni di lavoro, e collaudato con successo in un processo basato su prove maggiori rispetto ai miliardi dollari spesi per la ricerca clinica, vale a dire: noi siamo qui, vivi e vegeti.
TOSSICITA’ DEGLI ALLERGENI
Il lattosio è il carboidrato più abbondante nel latte materno a differenza del saccarosio (zucchero bianco), maltodestrine, e sciroppo di fruttosio trovato in quasi tutte le formule. L'indice glicemico del lattosio (46) è molto inferiore a quello del saccarosio (68), della maltodestrina (137), e dello sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (89), e promuove la crescita di batteri lattobacilli benefici come l’acidophilus. Un elevato indice glicemico può portare alla crescita di patogeni, batteri nitrificanti e lieviti, che sopprimono il sistema immunitario e possono indurre avversi cambiamenti endocrini, come l'eccessiva secrezione e/o resistenza al cortisolo, adrenalina, leptina e insulina.
Il fruttosio industriale (spesso ottenuto da mais OGM, che contiene residui di erbicidi come il glifosato, che è un distruttore endocrino) è forse il peggiore dei carboidrati semplici, essendo collegato, secondo la letteratura biomedica, ad oltre 70 effetti negativi sulla salute.
Secondo l'FDA, dei 160 alimenti noti per causare reazioni allergiche, la bevanda di soia e il latte vaccino fanno parte delle prime 8 che per legge devono essere elencati sulle etichette. Praticamente tutte le formule per i lattanti presenti oggi sul mercato contengono uno o più di questi allergeni come ingrediente principale. Ecco i tre problemi di salute associati a questi alimenti:
1. Sono utilizzati per la produzione di adesivi industriali: la caseina, la proteina appiccicosa del latte di mucca era una volta la base per la colla di Elmer, mentre le proteine della soia trasformate industrialmente vengono utilizzate per la produzione di materie plastiche, compositi, e sono abbastanza appiccicose per sostituire gli adesivi a base di formaldeide nella produzione di compensato. Queste colle contribuiranno ad atrofia dei villi intestinali, infiammazioni, sindrome da malassorbimento, così come un aumento della permeabilità intestinale, noto anche come "sindrome di permeabilità intestinale", dove le proteine non digerite entrano nel sangue provocando malattie autoimmuni e neurologiche.
2. Prodotti chimici neurotossici: la bevanda di soia e il latte di mucca trasformati contengono livelli relativamente alti di acido L-glutammico ed L-aspartico, componenti principali dell’aspartame e del glutammato monosodico. Questi due aminoacidi, quando ingeriti in forma libera (come può avvenire in molte formule idrolizzate per lattanti) eccita il sistema nervoso, talvolta causando eccesso di stimolazione e morte dei neuroni. Il latte vaccino contiene anche una sostanza simil-oppiacea chiamata caseomorfina.
3. Il latte di mucca e la bevanda di soia contengono glicoproteine potenzialmente tossiche conosciute come lectine che possono causare danni diretti a certi tipi di cellule nel nostro corpo, ad esempio, alla tiroide, pancreas, reni, e articolazioni; o danni secondari immuno-mediati. Ad esempio, le lectine della soia e del latte vaccino possono indurre il pancreas ad aumentare le cellule beta ed esporre gli antigeni di classe II HLA per la distruzione autoimmunitaria. Il latte di mucca e la bevanda di soia contengono anche sostanze ormonali che possono influire negativamente sul metabolismo, i tassi di crescita e la maturazione sessuale, quando vengono consumati eccessivamente, o quando ci sono incompatibilità genetiche.
PERICOLI DEI MINERALI INORGANICI
Con poche eccezioni, i minerali trovati nel latte artificiale non possono essere considerati biologicamente appropriati o adatti alle esigenze del metabolismo infantile. I produttori, così come l’FDA, ritengono perfettamente appropriate queste bevande artificiali che contengono rifiuti minerali trattati chimicamente e derivati da sottoprodotti delle industrie chimiche. Alcuni di questi minerali, come il solfato di rame, sono effettivamente utilizzati per uccidere funghi, erbacce, alghe, molluschi e batteri. La selenite di sodio, un ingrediente molto comune nelle formule artificiali, non è permesso nell’acqua potabile pubblica superiore a 50 parti per miliardo a causa di preoccupazioni per quanto riguarda la sua tossicità. Come è possibile che i prodotti chimici noti per la loro tossicità, sono effettivamente utilizzati per uccidere gli esseri viventi, e legalmente autorizzati ad essere messi nelle formule di latte artificiale per sostenere la vita di un bambino? Senza dubbio, l'ignoranza gioca un ruolo chiave in questo problema. Gli scienziati, le autorità sanitarie e i funzionari governativi impiegano molto tempo per riconoscere le differenze biologiche evidenti tra i minerali inorganici morti e quelli complessati con le proteine, enzimi e altri cofattori essenziali, come ad esempio quelli che si trovano nel latte materno. Tuttavia, dato che il mercato globale per le formule artificiali ha una stima di 7,9 miliardi di dollari l'anno, altre motivazioni, come la riduzione dei costi degli ingredienti, hanno la precedenza sulle qualità e la sicurezza del prodotto. I migliori produttori possono produrre un prodotto a buon mercato con ingredienti economici. Una formula che comprende insieme proteine non allergeniche come il siero di latte di capra, e interi minerali e vitamine concentrati, probabilmente costerebbe dieci-venti volte di più rispetto alla formula normale, prezzo che molte famiglie non riuscirebbero a sostenere.
Ci sono momenti in cui il latte materno inizia ad essere insufficiente e ad asciugarsi presto, e in questi casi è importante ricordare la possibilità di sostituire le formule artificiali con il latte di capra. Esistono formule alternative biologiche, anche se molte di queste contengono gli stessi ingredienti problematici trovati all'interno delle formule convenzionali, quindi bisogna stare attenti.
In conclusione, la tossicità del latte artificiale, ritenuto da alcuni psicopatici ricercatori come un perfetto facsimile del latte materno, deve essere considerato un attacco su scala mondiale per il benessere e la salute infantile.
AVETE UN DOLORE? INCROCIATE LE DITA.
08-05-2015
Incrociare le dita non è solo un portafortuna, ma anche un modo per alleviare un dolore. Sì, insomma, quel gesto che tutti noi abbiamo fatto un miliardo di volte nella vita influenzerebbe il cervello e la sua capacità di elaborare una sensazione dolorosa. Una scoperta assai bizzarra effettuata dall'Università di Verona in collaborazione con l'University College di Londra e che potrebbe cambiare il modo in cui viene trattato il dolore cronico. In pratica, il gesto di sovrapporre medio e indice va oltre la pura scaramanzia: quello che è in grado di fare è disorientare addirittura il cervello determinando una diversa modalità di comparsa di alcuni stimoli di dolore, soprattutto quelli che sono da collegare alle sensazioni di caldo e freddo. Tutto nascerebbe da una specie di "illusione termica" determinata dal contemporaneo riscaldamento e raffreddamento di parti diverse delle dita e ciò che porta alla riduzione di un dolore si baserebbe sulla interazione simultanea di tre parti del cervello.
Gli studiosi hanno sottoposto alcuni soggetti a uno stimolo doloroso "virtuale": una sorta di "inganno percettivo" conosciuto come "illusione della griglia termica". Attraverso degli speciali cerotti termici, i ricercatori hanno applicato degli stimoli caldi sull'indice e sull'anulare della mano dei volontari e uno stimolo freddo sul dito medio (i test in ogni caso riguardavano casi di dolore alla mano). Questo metodo consente di attivare il sistema del dolore, senza però danneggiare la pelle, applicando un sistema di temperature caldo-freddo-caldo sulle dita. La cosiddetta "griglia" dà una sensazione di bruciore al dito medio dovuta al blocco dei recettori del freddo in un'ampia zona della mano e perché "l'illusione" dia risultati basta applicare uno stimolo mediamente freddo al dito medio. Quando i soggetti hanno incrociato il dito medio con l'indice o l'anulare, in modo che non si trovasse più nel mezzo, il dolore è scomparso, mentre somministrando lo stimolo freddo al dito centrale, la sensazione è riapparsa.
Il motivo di tutto ciò? Mentre elabora i segnali dolorosi provenienti dalle dita, il cervello si relaziona alla loro posizione nello spazio e non all'ordine che occupano nella mano. In questo modo, il dolore potrebbe essere "regolato" con altri stimoli sul corpo e modificando la posizione della parte del corpo dolorante, così che si influenza il modo in cui il cervello è in grado di elaborare il dolore.
http://www.cell.com/current-biology/abstract/S0960-9822(15)00224-9
LA MEDICINA CONVENZIONALE RIFIUTA GLI EFFETTI ANTITUMORALI DEL TE’ VERDE?
08-05-2015
Un grande studio giapponese suggerisce che mentre il tè verde può ridurre il rischio di malattia coronaria o ictus, esso non è efficace per ridurre il rischio di cancro. Il tè verde contiene specialmente grandi quantità di antiossidanti. Studi su animali hanno indicato che l’antiossidante denominato catechina può ridurre i tumori e alcuni studi hanno indicato che può anche contribuire a mantenere le arterie sane. Tuttavia, mentre gli effetti del tè verde sulla salute sono stati valutati frequentemente, molti degli studi hanno fornito i risultati contraddittori. La FDA degli Stati Uniti ha dichiarato che non ha trovato prove credibili per sostenere che il tè verde possa ridurre i rischi di malattia cardiovascolare e il National Cancer Institute afferma che gli studi sulla prevenzione del cancro col tè hanno avuto risultati contraddittori.
Lo studio giapponese ha esaminato più di 40.000 adulti ed ha trovato che coloro che bevevano tè verde in grande quantità avevano meno probabilità di morire di malattia cardiovascolari, ma non meno probabilità di morire di cancro. Le donne che bevevano cinque o più tazze di tè verde giornalmente avevano un rischio minore del 31% di morire per malattia cardiovascolare e gli uomini che bevevano un quantitativo simile avevano un rischio ridotto del 22%. Le donne che usano tè verde inoltre hanno ridotto il rischio di mortalità da ictus per trombosi del 62 per cento e gli uomini del 42 per cento. Gli uomini erano maggiormente fumatori, e ciò potrebbe spiegare la differenza. I forti bevitori di tè tendevano anche a mangiare più frutta e verdure, e ciò poteva influenzare i risultati dello studio, poiché una tal dieta potrebbe ridurre sia i rischi del cancro che di malattia cardiovascolare.
COMMENTO
Sia che lo prendiate per la vostra salute o semplicemente perché vi piace, il tè verde è un’alternativa ben migliore al succo di frutta o alla soda, che sono essenzialmente “dolci in bottiglia”. In ogni caso, esistono un buon numero di prove che il tè può contribuire a combattere il cancro. I polifenoli presenti nel tè verde sono più efficaci a combattere la progressione del cancro che gli antiossidanti presenti nel vino rosso, uva e arachidi.
REGOLE PER EVITARE IL CANCRO
Eliminare cereali e zuccheri dalla dieta è un grande passo avanti per prevenire il cancro, ma ci sono molte altre cose che si possono mettere in atto per migliorare le probabilità di rimanere liberi da questa patologia. Ecco i miei consigli principali:
1. Controllare i livelli di insulina limitando l’assunzione di alimenti industriali e degli zuccheri il più possibile.
2. Assumere sufficienti quantità di grassi omega-3 di origine animale e assicurarsi di prendere olio di fegato di merluzzo in caso di scarsa esposizione solare.
3. Fare esercizio fisico. Uno dei motivi principali per cui è importante l’attività fisica è che abbassa i livelli di insulina.
4. Normalizzare i livelli di vitamina D con una corretta esposizione al sole. In caso di accesso normale all’esposizione solare bisognerebbe usare l’olio di pesce al posto dell’olio di fegato di merluzzo, come fonte primaria di grassi omega-3. Nel migliore dei casi, sarebbe meglio controllare i livelli ematici di vitamina D.
5. Mangiare secondo la tipologia genetico-sanguigna. I potenti effetti anticancro di questa alimentazione sono troppo scarsamente apprezzati.
6. Soltanto il 25 per cento della gente mangia abbastanza verdure, quindi bisogna mangiare verdure il più possibile. Nel migliore dei casi, dovrebbero essere fresche e biologiche.
7. Assicurarsi di non essere nei due terzi di popolazione con eccesso ponderale e mantenere un peso corporeo ideale.
8. Dormire sufficientemente.
9. Ridurre l’esposizione alle tossine ambientali come antiparassitari, prodotti per la pulizia domestica, deodoranti spray e inquinamento atmosferico.
10. Bollire o cuocere a vapore i cibi, piuttosto che friggerli o grigliarli.
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=203337
http://usatoday30.usatoday.com/news/health/2006-09-12-greentea_x.htm