Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

26-11-2019

Il diabete di tipo 2 può essere combattuto con una bevanda naturale, il tè. Secondo un’importante ricerca compiuta negli Stati Uniti, presso la Framingham State University, il tè nero ha una proprietà inibitoria sull’assorbimento del glucosio da parte dell’organismo umano, evitando che un eccesso di zuccheri possa provocare il diabete di tipo 2. Questa scoperta è valida sia per coloro che soffrono di diabete sia come metodo di prevenzione. La proprietà benefica del tè nero deriva dal suo contenuto di componenti fenolici. Lo studio ha avuto origine nel 1995, in Giappone, presso l’Hokkaido Pharmaceutical University School of Pharmacy ma poi è stato portato avanti grazie al lavoro dei ricercatori americani.
Per prevenire il diabete è fondamentale fare attività sportiva, rispettare il peso forma e seguire una dieta adeguata. L’aumento dei casi di diabete, infatti, è direttamente proporzionale all’aumento dei soggetti obesi. Gli Stati Uniti, da anni, promuovono dei corsi sull’educazione alimentare per contrastare il trend dell’obesità, causata soprattutto dal cibo spazzatura. La ricerca dei metodi naturali è una necessità, infatti, secondo i dati pubblicati dal York Health Economic Consortium, nei prossimi 25 anni il costo del trattamento dei casi di diabete, che il Sistema Sanitario Americano dovrà sostenere, salirà da 9,8 milioni di dollari a 16,9 milioni. Il tè nero, quindi, diventa un rimedio economico e naturale che può fare bene anche alle finanze della sanità americana.

 

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnut.2015.00003/full

https://www.independent.co.uk/news/science/drinking-a-cup-of-tea-can-help-prevent-diabetes-new-research-shows-10077857.html

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7623488

Martedì, 26 Novembre 2019 21:44

NAC E MALATTIE NEURODEGENERATIVE.

26-11-2019

La N-acetil L-cisteina (NAC), un derivato acetilato della cisteina, da decenni stimola l’interesse scientifico per le sue importanti applicazioni salutistiche. La NAC è un precursore del glutatione (GSH) e mostra una rilevante attività antiossidante e antinfiammatoria utile per proteggere l’apparato respiratorio. Oltre a questo utilizzo, la letteratura più recente indica la possibilità della NAC di contrastare malattie degenerative e mentali grazie al suo potenziale neuroprotettivo. Come antiossidante la NAC è in grado di neutralizzare i radicali liberi prima che possano danneggiare la cellula e aumenta il livello di cisteina/glutatione nelle cellule. La sua azione consiste nel ristabilire il potenziale antiossidante nelle cellule, colmando la perdita di GSH causata dall’eccessiva produzione di radicali liberi e spazzando via le specie reattive dell’ossigeno (ROS). Grazie a queste promettenti qualità, la NAC ha suscitato un crescente interesse per valutare i suoi effetti nelle malattie neurodegenerative.
In questo studio l’attenzione si focalizza sui potenziali effetti e applicazioni nel morbo di Parkinson e di Alzheimer, nel dolore neuropatico e nell’ictus. I suoi effetti sulla neurotrasmissione indicano che la NAC è in grado di modulare alcuni neurotrasmettitori chiave, come il glutammato, che ha funzione eccitatoria, che sono coinvolti nello sviluppo di alcuni disturbi neuropsichiatrici, come la schizofrenia e le dipendenze, in cui le disfunzioni del glutammato hanno un ruolo preponderante. Approfondendo queste tematiche, il risultato suggerisce che la NAC possa regolare direttamente e indirettamente la neurotrasmissione glutammatergica. Ricordiamo che il glutammato è estremamente importante per il sistema nervoso centrale perché regola la percezione del dolore, il controllo del tono dell’umore, dell’apprendimento, della memoria e della funzione motoria. Questo fa sì che alla NAC possa essere attribuita un’azione curativa, considerando il ruolo cruciale del glutammato nelle malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative.
Negli USA sono stati condotti recentemente alcuni studi clinici, qualcuno già completato, altri tuttora in corso, che possono confermare il ruolo coadiuvante della N-acetil L-cisteina in disturbi come il morbo di Parkinson e di Alzheimer (600-6000 mg/die) e il dolore neuropatico (2400 mg/die).

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6320789/

26-11-2019

Una mela al giorno toglie il medico di torno! Quante volte abbiamo sentito questa frase? Le mele rappresentano una fonte dietetica essenziale di polifenoli. Facendo un’analisi dei composti fitochimici della mela, presenti nelle bucce, si è potuto verificare che questo frutto è ricco di sostanze antiossidanti e protettive nei confronti del cancro. I ricercatori hanno quindi attribuito la gran parte delle proprietà benefiche delle mele alle bucce piuttosto che alla polpa fresca. Ecco perché sarebbe indicato acquistare mele biologiche e mangiarle con la buccia. Se questo non è possibile, bisogna lavarle bene sotto l’acqua corrente, sfregando leggermente con le mani evitando di lasciarle immerse a lungo nell’acqua. Vediamo come utilizzare le mele in caso di:

- STATI INFLUENZALI: Per 3 giorni mangiare solo mele crude, per purificare il sangue e rafforzare le difese immunitarie.

- RUGHE E PROBLEMI DI VISTA: La mela gialla contiene una quantità maggiore di carotenoidi utili per difendere la pelle dalle rughe e favorire la visione notturna. Si consiglia di mangiarne spesso.

- COLITE: La buccia della mela fuji è ricca di pectina, una fibra solubile che non irrita le mucose intestinali, facilitando il transito in caso di stipsi e rallentandolo in presenza di diarrea.

- CANCRO (PREVENZIONE): Se biologica, mangiata con la buccia, la mela renetta è in grado di ridurre il rischio di cancro fino al 60%. La sua polpa lo riduce solo del 40%.

- PELLE ARIDA E RILASSATA: La mela è uno dei frutti più usati in cosmesi naturale. In particolare, la mela annurca, un’antica varietà della Campania, è in grado di rivitalizzare l’epidermide, idratandola, tonificandola e svolgendo un’azione antirughe. Basta applicare una mela bio-frullata con il succo di mezzo limone e 2 cucchiaini di olio di germe di grano. Lasciare in posa per 15 minuti e lavare con acqua tiepida. Da ripetere 3 volte a settimana.

- PROBLEMI AI DENTI: Le mele, in generale, soprattutto consumate dopo il pasto, hanno un effetto sgrassante e lucidante sulla superficie dei denti, grazie alla consistenza granulosa. Per questo sono utili anche per prevenire la placca e la formazione di tartaro e carie.

Martedì, 26 Novembre 2019 21:40

NUOVE SOLUZIONI PER IL CANCRO AL COLON.

26-11-2019

La vitamina D può inibire una cellula tumorale del colon riequilibrando ogni cosa dalla relativa espressione genetica al relativo citoscheletro. Una ricerca recente indica che una via biochimica governa i vari effetti della vitamina, risultato che aiuta a chiarire le azioni di una molecola su cui si stanno facendo prove cliniche per un’eventuale terapia del cancro. La vitamina D attacca le cellule cancerose intestinali in due modi: interferisce su determinati geni ed induce effetti negativi sul citoscheletro. Il risultato pone freno alla divisione cellulare ed indurre le cellule cancerose a ritornare cellule epiteliali che si stabilizzano invece di diffondersi. Lo studio recente è il primo a indicare che gli effetti genomici e non genomici della vitamina D usano una via simultanea e si integrano per regolare la fisiologia delle cellule.

COMMENTO

Eccovi un’ulteriore convalida per asserire che la vitamina D ha un impatto IMPORTANTE sui tassi di cancro nel mondo. Ci sono infatti, altri 800 articoli scientifici che dimostrano gli effetti positivi della vitamina D sul cancro. Purtroppo, quasi tutti gli esseri viventi, incluse le popolazioni che vivono in ambienti subtropicali, sono carenti in questa vitamina essenziale. Decadi di non esposizione al sole, l’uso eccessivo di creme protettive e l’inquinamento atmosferico che protegge dai raggi ultravioletti del sole stanno facendo pagare il loro tributo alla popolazione umana dappertutto. In uno dei più grandi studi sulla vitamina D mai condotti, si è stabilito che se fossero aumentati i livelli di vitamina D3 nella popolazione, potrebbero essere evitati ogni anno 600.000 casi di tumori mammari e circa 150.000 di cancro al colon solo negli Stati Uniti. Ma oltre al cancro, i ricercatori hanno precisato che i livelli aumentanti di vitamina D3 potrebbero impedire numerose malattie che ogni anno provocano quasi 1 milione di decessi nel mondo intero!
Come è possibile tutto ciò? È possibile perché la vitamina D, “la vitamina del sole”, è differente dalle altre vitamine. È un potente precursore ormonale che influenza il corpo intero. I recettori che rispondono alla vitamina sono stati trovati in quasi ogni tipo di cellula umana. E, finora, circa 3.000 dei 30.000 geni umani sono direttamente influenzati dalla vitamina D. E’ già stato stabilito che ottimizzare i livelli di vitamina D potrebbe aiutare ad impedire circa 16 tipi differenti di cancri compreso quello pancreatico, polmonare, mammario, ovarico, prostatico e del colon. I meccanismi con cui la vitamina D riduce il rischio di cancro sono ben conosciuti. Fra questi ricordiamo:

• aumento dell’assorbimento del calcio (nel caso di cancro colon-rettale);
• induzione della differenziazione delle cellule;
• aumento dell’apoptosi o morte delle cellule tumorali;
• riduzione delle metastasi e della proliferazione;
• riduzione dell’angiogenesi (sviluppo di nuovi vasi sanguigni, che promuove lo sviluppo del tumore);
• iporegolazione dell’ormone paratiroideo (PTH);
• iper o iporegolazione dell’espressione genetica.

Inoltre vale la pena accennare che in un altro studio recente, i ricercatori hanno scoperto che la vitamina D induce un gene specifico che aumenta l’espressione di un enzima chiave che protegge le cellule sane della prostata dai danni ossidativi da radicali liberi che possono condurre al cancro prostatico. I livelli ottimali di vitamina D influenzano positivamente i seguenti problemi di salute:

• Raffreddore e influenza.
• Malattie cardiache.
• Diabete.
• Malattia infiammatoria del colon.
• Artrite reumatoide.
• Sclerosi a placche.
• Osteoporosi.
• Autismo.

I benefici da livelli ottimali di vitamina D sono assolutamente straordinari ma, non essendo brevettabile, nessuno sta facendo alcunché per promuoverla.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2008/11/081117091614.htm

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?orig_db=PubMed&cmd=Search&term=%22The+Journal+of+cell+biology%22[Jour]+AND+697[page]+AND+2008%2F11%2F17[pdat]

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2582889/

25-11-2019

Oltre il 70% delle case italiane ha un forno a microonde. Questo la dice lunga sui nostri desideri di cucinare rispetto al preferire un pasto veloce e conveniente. Guardando il quadro da una prospettiva più ampia, questo non è interamente colpa nostra. Il mondo si è “evoluto” in una corsa veloce contro il tempo, dove è tutto fatto alla velocità della luce e le persone corrono avanti e indietro a dei ritmi assurdi. Il mercato alimentare sembra si sia adeguato molto bene a questi ritmi, dato che la stragrande maggioranza dei cibi si trova confezionata in plastica per il rapido consumo. Ecco 5 validi motivi per cui vale la pena sbarazzarsi del forno a microonde:

1. IL MICROONDE ELIMINA LE SOSTANZE NUTRITIVE DEGLI ALIMENTI

Il riscaldamento del cibo nel forno a microonde strappa via le sue sostanze nutritive originali. Le alte frequenze emesse da un forno a microonde costringono le molecole di acqua a girare rapidamente, creando attrito che riscalda il cibo in un breve lasso di tempo. Questo cambia completamente la struttura molecolare del cibo stesso! Il Dr. Joseph M. Mercola, un medico americano, scrive che il dielettrico calore nel forno a microonde rimbalza e viene assorbito dall’alimento fino a che non si evolve in una sorta di “cibo morto”. Il valore nutritivo diminuisce sempre di più, in base al tempo in cui il cibo viene esposto le radiazioni.

2. IL MICROONDE DISTRUGGE IL LATTE MATERNO E LA VITAMINA B12

In uno studio pubblicato su un giornale di Agricoltura e Chimica degli Alimenti, i ricercatori hanno esaminato gli effetti del riscaldamento da microonde sulla vitamina B12 in alimenti come la carne cruda, la carne di maiale e il latte. I risultati dello studio hanno dimostrato una perdita del 30-40% della vitamina quando gli alimenti sono stati sotto l’esposizione delle microonde ed hanno riscontrato che la vitamina B12 era diventata praticamente inattiva. I ricercatori hanno testato 22 campioni di latte umano fresco congelato (per verificare gli effetti sull’attività del lisozima e degli anticorpi). Hanno riscaldato i campioni per 30 secondi sia su una frequenza bassa, che ad un’alta potenza. È stato riscontrato che il latte materno scaldato a microonde ad alte temperature produce una crescita maggiore, all’incirca 18 volte superiore rispetto al latte materno non riscaldato al microonde. Anche il forno a microonde a basse temperature ha drasticamente diminuito l’attività del lisozima e prodotto la crescita di batteri nocivi per i bambini.

3. IL MICROONDE CREA SOSTANZE CANCEROGENE NEGLI ALIMENTI

Se si decide di utilizzare il forno a microonde, non avvolgere mai niente nella plastica! È possibile creare agenti cancerogeni negli alimenti. Il governo russo ha emesso un avvertimento sull’utilizzo dei forni a microonde mettendo in guardia le persone sui rischi di salute per il corpo umano e l’ambiente. Negli alimenti che sono congelati e quindi destinati ad essere riscaldati nel forno a microonde, sono stati trovate delle sostanze chimiche tossiche come BPA, polietilene tereftalato, benzene, toluene e xilene. Anche nei contenitori di plastica, utilizzati per riscaldare questi pasti nel microonde, sono state riscontrate sostanze cancerogene insieme ad altre tossine dannose. Queste particelle vengono assorbite dai cibi, che poi ingeriamo all’interno del nostro corpo.

4. IL MICROONDE PUO’ CAMBIARE LA CONSISTENZA DEL TUO SANGUE

In uno studio clinico svizzero, i ricercatori hanno trovato che il sangue cambia in molte persone che consumavano latte e verdure, riscaldate o cotte, nel forno a microonde. Nei partecipanti al loro studio hanno riscontrato che i loro globuli rossi sono diminuiti, mentre i globuli bianchi sono aumentati, insieme ai loro livelli di colesterolo. Le radiazioni non ionizzanti del forno a microonde possono influenzare i cambiamenti nel tuo sangue.

5. IL MICROONDE PUO’ CAMBIARE LA TUA FREQUENZA CARDIACA

Uno studio condotto dalla Dott.ssa Magda Havas della Trent University ha constatato che i livelli di radiazioni emesse da un forno a microonde possono influenzare sia la frequenza cardiaca, che la variabilità della frequenza cardiaca. Il forno a microonde è in grado di produrre degli effetti sul tuo corpo istantaneamente, a causa della radiazione di 2,4 GHz, la frequenza della radiazione emessa dal forno a microonde. Questi livelli sono all’interno delle linee guida di sicurezza federali, ma ovviamente questo non significa nulla circa la sicurezza per il nostro organismo. Oggi giorno riceviamo dosi massicce di radiazioni. È stato segnalato che chi mangia spesso cibi cotti o semplicemente riscaldati al microonde ha sperimentato un cambiamento drammatico nella frequenza cardiaca, irregolarità del battito cardiaco e dolori al torace.

Attraverso tutti questi studi, ma anche solo con la semplice consapevolezza che ci stiamo esponendo ad un alto livello di radiazioni all’interno delle nostre case, sarebbe una buona idea valutare di buttare i nostri forni a microonde, o quanto meno utilizzarli il meno possibile. Moltissimo cibo è stato progettato per essere solo cotto nel forno a microonde e questa è una cosa molto grave e pericolosa. Siamo costantemente bombardati da scelte alimentari malsane a causa del risparmio, sia economico, che di tempo. Alla fine, credo che valga davvero la pena prendersi del tempo per cucinare dei pasti completi, ma soprattutto salutari. È vero, potremmo aver bisogno di più tempo, ma con l’organizzazione e l’amore per se stessi, anche questo sarà possibile e di sicuro il tuo corpo ti ringrazierà!

25-11-2019

Gli steroidi stanno raggiungendo velocemente gli antibiotici come il tipo di medicinale della valigetta del dottore più usato. Non c’è dubbio che la scoperta degli steroidi più di mezzo secolo fa sia stata fondamentale nella medicina, ha salvato molte vite di persone che come il Presidente John F. Kennedy, soffrivano del morbo di Addison, una malattia delle ghiandole surrenali che provoca una produzione insufficiente di ormoni. Gli steroidi imitano l’azione delle ghiandole surrenali, i regolatori generali del metabolismo umano più potenti. John Stirling, direttore dell’industria produttrice di vitamine Biocare, attribuisce ad una terapia molto breve a base di steroidi (solo tre iniezioni) il merito di aver fatto ricominciare a funzionare il suo sistema surrenale dopo uno shock anafilattico, salvandogli in questo modo la vita. Il problema è che, come per gli antibiotici, gli steroidi appaiono una cura miracolosa. I pazienti con l’artrite deformante o con l’asma sembra stiano istantaneamente meglio quando iniziano a prendere gli steroidi. Il respiro affannoso, il gonfiore e il dolore scompaiono. Allora i dottori si rivolgono agli steroidi come prima anziché ultima linea d’attacco, per i loro effetti antinfiammatori e antiallergici. Come succede per gli antibiotici, quello che una volta era riservato ai casi di estrema emergenza, viene ora utilizzato per i disturbi più banali. Gli steroidi vengono ora distribuiti velocemente come gli antibiotici, anche ai bambini, al primo segno di infiammazione di qualsiasi tipo. Si trovano in molti rimedi veloci tra cui farmaci per la pelle e sono considerati il medicinale migliore per l’asma. Gli eczemi, l’artrite, problemi alla schiena, problemi intestinali come la colite ulcerosa, praticamente tutte le infiammazioni o le reazioni allergiche sono curate con medicinali a base di steroidi e ne vengono inventati usi sempre nuovi. L’unica eccezione è il Morbo di Addison, per il quale gli steroidi funzionano come terapia di rimpiazzo per il cortisone, proprio come l’insulina viene data ai diabetici.
Lontani dall’essere un medicinale meraviglioso che “cura tutto”, gli steroidi non sono in grado di curare alcun problema. Tutto quello che fanno è sopprimere la capacità del nostro corpo di dare una risposta normale. In pochi casi questo tipo di soppressione dà effettivamente al corpo una possibilità di guarirsi. Ma più spesso, l’effetto è immediato, devastante e provoca danni permanenti. E noi ci stiamo rendendo conto solo ora quanto questi danni si verifichino velocemente. Tuttavia ultimamente stiamo scoprendo che non esiste il concetto di dose sicura. Danni debilitanti permanenti possono verificarsi anche settimane dopo che il trattamento è iniziato, anche con dosi basse. Uno studio randomizzato, condotto in Olanda con un gruppo di controllo che assumeva placebo, dove né i componenti dei gruppi né i ricercatori sapevano chi assumeva cosa, ha indicato che il prednisolone ha un effetto fondamentale sulla densità minerale delle ossa della spina lombare. I pazienti che prendevano solo 10 mg di prednisolone soffrivano ogni giorno di una diminuzione giornaliera nella densità ossea dell’8% anche solo dopo cinque mesi di utilizzo di steroidi. Una volta che i pazienti avevano terminato le terapie la loro densità ossea aumentava leggermente ma non raggiungeva mai i livelli precedenti al trattamento. Questa perdita ossea è stata considerata simile a quella sofferta da donne che avevano subìto una rimozione delle ovaie. Il livello di perdita ossea in questo studio era simile a quello riportato dall’utilizzo di dosi molto maggiori di medicinali, il che suggerisce che quando si tratta di dosaggio non sempre una maggiore o minore quantità corrispondono ad una maggiore o minore pericolosità. I ricercatori olandesi hanno concluso che “l’uso di prednisolone deve essere limitato il più possibile a brevi periodi di tempo”. Dosi, anche basse, di steroidi inalati (400 microgrammi al giorno) riducono la formazione ossea. Steroidi da introdurre tramite il massaggio hanno provocato la sindrome di Cushing nei bambini già un mese dopo l’inizio del trattamento e gli steroidi inalati indicano il rallentamento della crescita nei bambini già dopo sei settimane dalla loro assunzione.
Nonostante gli steroidi vengano usati praticamente per tutti i tipi di malattie infiammatorie ed autoimmuni non sono stati soggetti a studi scientifici a lungo termine per scoprire come o se funzionano per condizioni specifiche. Lo shock settico e la sindrome da stress respiratorio sono due condizioni dove gli steroidi venivano usati ampiamente come trattamento, finchè le prove scientifiche non hanno dimostrato che non solo non erano utili, ma che effettivamente provocavano dei danni. A differenza degli antibiotici, gli steroidi sono tutti ad ampio spettro – cioè non influenzano solo l’area del corpo che si intende trattare, ma diffondono i loro effetti in tutte le cellule: il sistema nervoso centrale, le cellule ossee, i muscoli lisci, il sangue, il fegato e in molti altri organi del corpo. I ricercatori hanno cercato di modificare la composizione chimica del cortisone per renderlo più adatto a certe parti specifiche del corpo, ma fino ad ora questo obiettivo non è stato raggiunto. I dottori pare abbiano un particolare punto cieco relativamente a questi medicinali, un punto di oblìo rispetto alla terribile strage che sono in grado di provocare ammessa anche dai produttori stessi. Sappiamo da più di 30 anni che gli steroidi provocano la sindrome di Cushing, caratterizzata da volto e addome grassi, da grasso sul collo, alta pressione sanguigna e debolezza muscolare. Provocano inoltre la distruzione dei muscoli, ritenzione idrica, atrofia della pelle, lividi, smagliature, insonnia, gravi cambiamenti d’umore, sintomi di schizofrenia o depressione maniacale (psicosi da steroidi), osteoporosi, cataratta, glaucoma, problemi mestruali, impotenza, perdita della libido, shock allergico, stomatiti ricorrenti in bocca e diabete.

25-11-2019

La notizia arriva direttamente da un gruppo di studiosi dell’Ospedale pediatrico di Cincinnati (Ohio), guidata da John Hutton che ha dimostrato in termini scientifici che leggere le favole ai bambini fa bene al loro apprendimento. I medici americani hanno sottoposto un gruppo di bambini in fase prescolare, tra i 3 e i 5 anni, all’ascolto di letture adatte alla loro età e verificare l’incidenza nell’attività cerebrale. Secondo i risultati, i bambini che sono stati abituati fin da piccolissimi alla lettura a voce alta delle favole sviluppano maggiormente certe zone specifiche dell’emisfero sinistro, in particolare una regione che si occupa dell’associazione mentale tra suono e immagine. Racconti, storie, fiabe e anche poesie sono da considerarsi quindi una sorta di “medicina” naturale per i propri figli. Qualche anno fà l’American Academy of Pediatrics ha rilasciato una dichiarazione dicendo che il programma di tutte le cure pediatriche dovrebbe includere la promozione dell’alfabetizzazione, a partire dalla nascita. Ciò significa che i pediatri dovrebbero invitare i genitori a prendersi cura dei figli convincendoli di quanto sia importante leggere loro anche se molto piccoli. È stato dimostrato, infatti, quanto la lettura a voce alta sia importante per lo sviluppo della proprietà di linguaggio.
Alcuni esempi dimostrano che più i bambini sono esposti alla lettura, più alta è la capacità di associazione visiva, anche se il bambino ascoltava solo la storia e non aveva la possibilità di vedere le immagini. Quando i bambini stanno ascoltando storie, nella loro mente immaginano ciò che stanno ascoltando. Non solo, ma li aiuterà anche a essere lettori migliori perché avranno sviluppato quella parte del cervello che li aiuta a vedere cosa sta succedendo nella storia che leggono. Il dottor Hutton ha ipotizzato che il libro può anche stimolare la creatività in un modo che cartoni animati e altre tipologie di intrattenimenti televisivi o legati a uno schermo (tablet e smartphone) non sono in grado di fare. “Sappiamo che è importante che i bambini ascoltino la lingua e che abbiano bisogno di sentirla dalle persone e non da dispositivi tecnologici come purtroppo accade sempre più spesso oggi”, ha concluso il ricercatore.

 

https://pediatrics.aappublications.org/content/136/3/466

Lunedì, 25 Novembre 2019 11:45

LA FABBRICA DELLE MALATTIE.

25-11-2019

Quando vi coricate, provate mai una sgradevole sensazione alle gambe, che vi costringe a muoverle e vi impedisce di dormire? In questo caso, forse siete affetti dalla sindrome da gambe senza riposo: una malattia che causerebbe l'insonnia al 5 per cento degli italiani, ed è curabile solo con farmaci. O forse, invece, non avete proprio niente; siete sani, ma rischiate di cadere vittime del mal di marketing. Ovvero in quel metodo infallibile che le aziende farmaceutiche hanno trovato per vendere i loro prodotti, inventare malattie ad hoc per ogni medicinale, oggetto di un recente numero speciale della rivista "PLoS Medicine". In inglese è chiamato "disease mongering". In italiano si potrebbe indicare come "malattie da commercio" o "medicalizzazione". In pratica: l'arte di convincere sempre più persone di avere bisogno di farmaci, al solo scopo di venderli. Influenzando la ricerca scientifica e l'opinione pubblica, si crea una nuova malattia, o si amplia una già esistente, ridefinendola in base a sintomi vaghi e molto comuni, senza distinguere tra forme lievi e forme gravi. Poi si pubblicano dati che indicano una grandissima diffusione del problema. Attraverso campagne di sensibilizzazione si incoraggiano le persone ad auto-diagnosticarsi il nuovo male. Infine, si suggerisce che è bene curare la malattia in tutti i casi con farmaci. Un caso da manuale di malattia da commercio è quello della cosiddetta "disfunzione sessuale femminile", almeno secondo un articolo su "PloS Medicine" di Leonore Tiefer, professoressa di psichiatria alla New York University School of Medicine. Questa controversa malattia sarebbe caratterizzata principalmente da una ridotta libido. La sua origine risalirebbe al 1997, anno in cui diverse aziende farmaceutiche hanno organizzato una conferenza dal titolo apparentemente neutrale di "Funzione sessuale negli studi clinici". "Il Viagra era appena stato approvato", racconta la Tiefer, "e io temevo che gli urologi avrebbero utilizzato una conferenza sulla disfunzione sessuale femminile per promuoverlo". Timori dimostratisi fondati: dopo questa conferenza, un manipolo di urologi connessi alle industrie ha iniziato a studiare, curare e propagandare sui media il nuovo disturbo.
La Pfizer ha finanziato pubblicità e studi per sostenere l'efficacia del Viagra nelle donne, e un'altra impresa, la Procter & Gamble, ha tentato di promuovere un cerotto al testosterone. L'esistenza stessa della sindrome è ancora messa in dubbio, e l'efficacia di questi prodotti non è stata dimostrata, tanto che la Food and Drug Administration non li ha approvati. Due anni fa una revisione del "British Medical Journal" archiviava definitivamente la questione dicendo che la sindrome non si sa cosa sia e non ci sono parametri biologici o clinici che la definiscano, e che nessun farmaco ha la capacità di attivare l'eros delle signore. Eppure, congressi inventati ad hoc e stampa non medica propongono ciclicamente la sindrome e i suoi rimedi. Quello delle "gambe senza riposo" è un'altro caso che ha suscitato l'interesse di "PLoS Medicine". Era una condizione praticamente ignorata dalla comunità medica fino al 2003, anno in cui la casa farmaceutica GlaxoSmithKline pubblicò alcuni dati sull'efficacia delle cure a base di ropinirole, un farmaco utilizzato nella cura del morbo di Parkinson. Due mesi dopo, la stessa azienda rivelò, con un comunicato stampa, che esisteva un disturbo diffuso, ma non riconosciuto, che "tiene gli americani svegli di notte". Da allora: congressi, statistiche, studi e depliant informativi in tutte le lingue, presentano la malattia come cronica ed ereditaria, e curabile solo con farmaci. Che, però, non sono poi sempre efficaci: il ropinirole, ad esempio, induce risposte positive nel 73 per cento dei pazienti, contro un 57 per cento di chi assume un placebo. E con effetti collaterali quali nausea e sonnolenza.
Il fatto è che, per competere in un mercato globale che supera i 510 miliardi di dollari l'anno, le aziende investono in marketing fino al 30 per cento del loro fatturato. "È più di tre volte quello che spendono in ricerca", spiega Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, che aggiunge: "Si dice che bisogna mantenere alti i prezzi dei farmaci perchè questo serve a far ricerca. Ma la spesa principale è la promozione". Di questa promozione si occupano agenzie specializzate, che prima ancora di pubblicizzare la cura, pubblicizzano la malattia. La rivista britannica "Pharmaceutical Marketing" ha pubblicato una guida pratica all'educazione medica in cui diversi esperti del settore illustrano come, prima del lancio di un farmaco, sia opportuno crearne il bisogno nei pazienti e l'aspettativa nei medici che dovranno prescriverlo. Perciò, vengono contattati scienziati di spicco, che dovranno parlare ai congressi, fare divulgazione e preparare li linee guida per la diagnosi e la cura. E qui si palesa il più grave dei conflitti di interesse nell'ambito della ricerca medica: pochi mesi fa, un'indagine della rivista "Nature" ha esaminato centinaia di linee guida per il trattamento di molte malattie prodotte in tutto il mondo, scoprendo che almeno nel 70 per cento di esse alcuni autori dichiaravano rapporti economici con aziende farmaceutiche, presumibilmente le stesse che commercializzano i farmaci trattati nelle medesime linee guida. Una patologia su cui le grandi riviste mediche internazionali hanno puntato l'obiettivo è il cosiddetto "disordine bipolare", una forma più diffusa e meno specifica della grave sindrome maniaco-depressiva. Questa ultima era diagnosticata nello 0,1 per cento della popolazione, mentre il più lieve e meno definito disordine bipolare sembra colpire una persona su 20. Oggi, milioni di persone (inclusi bambini e adolescenti) si curano il disordine con psicofarmaci anticonvulsivi. Necessari?
Secondo una nota della Janssen, produttrice del Risperdal, "i farmaci sono cruciali nel trattamento dei disordini bipolari. Le ricerche degli ultimi vent'anni hanno mostrato oltre ogni dubbio che le persone che assumono le medicine appropriate stanno meglio, nel lungo periodo, di chi non si cura". Su "PloS Medicine", invece, David Healy, psichiatra dell'Università di Wales, sostiene che le prove scientifiche dell'efficacia di questi farmaci per contrastare i sintomi descritti dal cosiddetto disordine bipolare sono scarsissime. E che i dati sugli effetti a lungo termine insufficienti. Per un paziente è impossibile decidere. Tocca ai medici discernere tra le vere malattie e i disturbi inventati dal marketing. Ma i medici sono abbastanza informati? Purtroppo nel nostro paese l'informazione ai medici è fornita quasi esclusivamente dalle aziende farmaceutiche che, ovviamente, difendono e promuovono i loro prodotti. Mancano fonti indipendenti che possano dare ai medici gli strumenti per comprendere davvero come stanno le cose. "Ci sono 35 mila informatori farmaceutici, che ogni giorno devono vedere dagli otto ai dieci medici", spiega Garattini: "E il loro scopo è far aumentare le prescrizioni". Il più delle volte certo questa attività commerciale è fatta responsabilmente, a volte risulta in vere e proprie furfanterie rilevate dalla magistratura. Comunque è un fatto che è perlomeno sbilanciato affidare tutta l'informazione sui farmaci alle aziende. E anche la tanto annunciata ECM (l'educazione continua in medicina gestita direttamente dal ministero della Salute) a un attento esame si dimostra quasi integralmente sponsorizzata dalle aziende.
Non è tutto. Il "British Medical Journal" annota: "Gli enormi costi di interventi con farmaci su una porzione crescente della popolazione rischiano di destabilizzare i sistemi sanitari pubblici, perfino nelle nazioni più ricche". L'attenzione è tutta per i medicinali mirati ai disturbi più diffusi: l'ipertensione arteriosa e l'eccesso di colesterolo che sono fattori di rischio correlati statisticamente all'incidenza di malattie cardiovascolari. Ma quali sono i valori ottimali dell'uno e dell'altro entro i quali dobbiamo tenerci per proteggerci da infarto, ictus e così via? La discussione di questi valori soglia, come li chiamano gli esperti, è materia quotidiana dei grandi giornali medici. Ed è il carburante con cui si alimenta un 'imponente guerra commerciale. Combattuta a colpi di linee guida e raccomandazioni, redatte da comitati di esperti (spesso apertamente finanziati dalle industrie) che hanno più volte abbassato i valori al di sopra dei quali si consiglia una terapia. A furia di abbassarli, hanno reso l'essere sani un’eccezione, anziché la norma. Infatti, uno studio norvegese ha dimostrato che, se si applicassero le più recenti linee guida europee su colesterolo e pressione arteriosa, in Norvegia dovrebbe curarsi il 76 per cento degli adulti sopra i 20 anni. Già nel 1999, una lettera firmata da quasi 900 medici di 58 nazioni esprimeva perplessità sui parametri di pressione arteriosa dettati dall'Organizzazione mondiale della sanità, insinuando la presenza di conflitti di interesse. Più esplicitamente, nel 2004 il Collegio reale dei medici generici ha consegnato al Parlamento britannico un documento in cui si dichiara che: "La classificazione di anormalità per condizioni quali l'ipertensione e la depressione non è fatta nell'interesse dei pazienti e serve esclusivamente ad arricchire le industrie".

Martedì, 19 Novembre 2019 11:28

PILLOLE ALIMENTARI 14.

19-11-2019

- È noto da tempo che il kiwi è un frutto ricchissimo di vitamine. Se si consumano spesso questi frutti, si avranno dei reali benefici per il sistema immunitario, vascolare e sulla vista. In seguito ad un recente studio sui kiwi, ricercatori norvegesi hanno accertato che questi frutti hanno anche un'eccellente potere protettivo del cuore. Attualmente le persone che hanno problemi cardiaci sono sottoposti ad una terapia quotidiana a base di cardioaspirina, farmaco antiaggregante, per evitare coaguli del sangue. I ricercatori hanno scoperto che i kiwi hanno le stesse proprietà e sono in grado di evitare con successo il formarsi di trombi nelle arterie. Questi frutti hanno il potere di impedire ai grassi di attaccarsi alle pareti delle arterie e per questo un consumo quotidiano di 2-3 kiwi risultano essere un'efficace protezione per il cuore. Inoltre, pochi sanno che i kiwi nell'alimentazione quotidiana possono aiutare a prevenire l'ipertensione. Gli esperti della Mette Svendsen University Hospital di Oslo (Norvegia) hanno dimostrato che mangiare tre volte al giorno un kiwi provoca un calo repentino della pressione sanguigna. Il merito? Della luteina contenuta nel kiwi, dalle proprietà antiossidanti.

- La capacità cicatrizzante delle foglie del cavolo, applicate esternamente sulla pelle, è nota e usata fin dall'antichità. Diversi esperimenti compiuti nell'Università di Stanford (Stati Uniti) attestano l'effetto cicatrizzante del succo di cavolo, preso per via orale, su ulcere gastriche e duodenali. I tempi necessari per la cicatrizzazione delle ulcere di pazienti che bevevano un bicchiere di succo fresco (200-250 ml) quattro o cinque volte al giorno, diventavano di circa due settimane, mentre il dolore di stomaco scompariva pochi giorni dopo aver cominciato a bere il succo prescritto. I primi ricercatori attribuirono l'azione antiulcerosa del cavolo a una sostanza di tipo lipidico sconosciuta, che chiamarono "vitamina U". Oggi sappiamo che non si tratta di una vitamina, ma forse di quegli elementi fitochimici presenti nel cavolo e attualmente ancora in fase di esame. Inoltre, alcuni cucchiai di succo di cavolo, presi a stomaco vuoto cinque o dieci minuti prima dei pasti, alleviano l'infiammazione dello stomaco dopo pochi giorni e i sintomi tipici della dispepsia di origine funzionale (pesantezza, eruttazioni e mal di stomaco) scompaiono.

- Gli scienziati della Harvard School of Public Health, hanno scoperto che l'olio di avocado, come pure l'olio d'oliva, permette di aumentare le probabilità, della donna, di concepimento fino 3,5 volte. La scoperta è maggiormente importante per quanto riguarda il successo del concepimento mediante IVF (In Vitro Fertilization: Inseminazione Artificiale). Infatti le donne per concepire necessitano dell'assunzione di grassi monoinsaturi, in quanto questi moltiplicano il numero degli ovuli idonei alla fecondazione, migliorando la fertilità ed eventuali processi infiammatori in atto. L'olio di avocado e l'olio di oliva sono una ricca fonte di questi grassi.

- Prima di partire per la settimana bianca, non dimenticate di portare con voi dei broccoli. Proprio così: secondo uno studio britannico, riportato dal quotidiano “Daily Telegraph”, il succo del popolare vegetale avrebbe la capacità di ridurre fino al 78% i sintomi delle scottature da esposizione al sole. In sostanza, sarebbe il miglior filtro naturale a disposizione. Com’è possibile? Il meccanismo è semplice: invece di assorbire i raggi per prevenirne la penetrazione nella pelle, il succo di broccoli stimola l’organismo a produrre quegli enzimi capaci di proteggere le cellule dall’aggressione dei raggi UV. Risultato: una più alta difesa dal rischio di cancro della pelle.

- Dopo un attacco di diarrea, è importante ripristinare le riserve di liquidi e nutrienti indispensabili che sono andati perduti. E il frutto ideale da questo punto di vista è la banana, che contiene una buona fonte di elettroliti, come il potassio, che vanno perduti quando l’organismo si disidrata. Gli elettroliti sono minerali che nell’organismo si trasformano in ioni, cioè in particelle dotate di carica elettrica, e partecipano a quasi tutti i fenomeni organici, dalla contrazione muscolare alla regolazione dell’equilibrio dei liquidi e del battito cardiaco. Inoltre le banane contengono pectina, una fibra solubile che agisce come una spugna nell’apparato digerente, assorbendo i liquidi e fermando la diarrea.

- Tradizionalmente, i datteri si usano per calmare la tosse quando è eccessivamente secca e per combattere i catarri delle vie respiratorie. La loro azione emolliente (calmante) sui bronchi e antitussigena è scientificamente dimostrata e probabilmente è dovuta al loro alto contenuto di zuccheri e ad alcuni componenti ancora non identificati. In caso di catarro, il modo più efficace di consumarli è cuocerli nella bevanda d'avena. Basta cuocere 100 g di datteri in mezzo litro di bevanda d'avena per alcuni minuti, per ottenere un effetto benefico per le vie respiratorie. Effetto che si potenzia aggiungendo un cucchiaio di miele.

Martedì, 19 Novembre 2019 11:25

DICHIARAZIONI SHOCK SUI VACCINI.

19-11-2019

Dichiarazioni fatte da personaggi importanti che dirigono imprese mondiali, in un colloquio del 1991:

David Rockefeller: Diremo loro che se questi bambini non vengono vaccinati, si ammaleranno delle malattie più terribili: poliomielite, meningite, persino cancro, e tutte quelle che potremo trovare o eventualmente inventare.

Dirigente di una delle più importanti aziende farmaceutiche del mondo: Ma è una balla enorme: il sistema immunitario è la cosa più prodigiosa che esista, sappiamo che le malattie avvengono per l'inquinamento, la mancanza di igiene, di una buona alimentazione.

Rockefeller: Beh, questo lo sappiamo noi. Non è necessario che lo sappiano anche loro. Anzi, li faremo vaccinare anche contro le normali malattie infantili che in realtà rendono i bambini più forti.

Dirigente di una delle più importanti aziende farmaceutiche del mondo: Ma vaccinando i bambini con tanti vaccini insieme, provocheremo stragi. Milioni di bambini uccisi o handicappati per sempre. Come potremo nascondere tanto orrore?

NSA (National Security Agency): Beh, abbiamo molti più mezzi di Hitler, Stalin e Mussolini, e soprattutto li abbiamo estesi su tutto il pianeta. Possiamo creare un pensiero unico. Un pensiero politicamente corretto. Un pensiero su cui debbano essere tutti d'accordo, e chi non è d'accordo sarà facilmente messo alla gogna. Rispetto al singolo dettaglio dei vaccini, basterà dire che si vedono i bambini vittime dei vaccini, ammesso che lo siano veramente, ma non quelli che i vaccini salvano da molte più sciagure e malattie.

Dirigente di una delle più importanti aziende farmaceutiche del mondo: In ogni caso spetterà a questi genitori disgraziati sobbarcarsi cause decennali e costosissime per dimostrare che le malattie o le morti dei loro figli siano da addebitarsi ai vaccini. Noi abbiamo dalla nostra parte i medici, i giornali, le televisioni, gli interi sistemi sanitari nazionali, i governi e i politici a cui finanziamo le campagne elettorali. Possiamo pagare gli avvocati che vogliamo, quanti ne vogliamo, per quanto tempo vogliamo!

Rockefeller: Che avvocati potranno mai pagarsi questi genitori, già condannati per tutta la vita a curare e sobbarcarsi dei figli gravemente invalidi, per noi sarà come sparare sulla Croce Rossa, con la differenza che noi non osserviamo le Convenzioni di Ginevra. Ah ah ah!

"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una èlite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all'autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati".

David Rockefeller, 1991

Fonte: Alfa Omega - Tratto da: https://universoolografico.forumfree.it/?t=54312049

COMMENTO:

Naturalmente i politici ed i mass media di tutto il mondo, si sono guardati bene dal comunicarlo alla popolazione!

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