Angelo Ortisi
TUMORE AL SENO: IL CADMIO NEI FERTILIZZANTI AUMENTA IL RISCHIO.
17-10-2014
Secondo una nuova ricerca condotta dal Karolinska Institutet, la presenza di tale sostanza nella nostra dieta aumenta il rischio di contrarre la malattia. E a preoccupare gli esperti svedesi è stato l'uso del cadmio nelle coltivazioni agricole attraverso i fertilizzanti chimici. La ricerca si è basata sullo studio delle abitudini alimentari di 55.987 donne di Uppsala e Västmanland effettuate nel 1987. I ricercatori hanno stimato la quantità di cadmio che le donne avevano assunto attraverso il cibo, sulla base del contenuto di cadmio di ogni singolo prodotto alimentare consumato. Nel corso di 12 anni di follow-up, sono stati registrati 2.112 casi di cancro al seno nel periodo dopo la menopausa. I ricercatori hanno poi diviso le partecipanti in tre gruppi a seconda della loro assunzione alimentare di cadmio. In questo modo, hanno scoperto che il gruppo con l'assunzione massima di cadmio aveva un aumento del rischio di sviluppare cancro al seno del 21 per cento rispetto al gruppo che invece aveva assunto quantità inferiori di cadmio con l'alimentazione.
"È noto da tempo che il cadmio è tossico e, in certe forme, cancerogeno", ha spiegato Bettina Julin, studentessa di dottorato presso il Karolinska Institutet. "Il nostro punto di indagine era se ci fosse qualche connessione tra dieta e cadmio, in particolare, il cancro al seno. Allo stesso tempo, dobbiamo ricordare che le concentrazioni di cadmio negli alimenti sono generalmente molto basse e che ci sono diverse altre cause scientificamente provate". Ma il timore degli esperti è legato all'incremento del cadmio negli alimenti citati per altri fattori esterni, come l'uso di fertilizzanti. "Certamente non possiamo consigliare alle donne di mangiare solo alcuni tipi di cibi, anzi, sembra che prodotti integrali e la verdura siano in grado di proteggere dal cancro", ha precisato il capo ricercatore Agneta Åkesson. "D'altra parte, questi risultati sono interessanti nell'attuale dibattito su quali sono i livelli di cadmio tollerabili nell'ambiente, tenendo conto dei rischi per la salute". Secondo l'esperta infatti l'aumento di tale sostanza nelle colture agricole colpisce i cereali, il pane, le patate e la verdura. Motivo per cui degli alimenti che normalmente ci tengono lontani dal cancro, finirebbero per generare le conseguenze opposte. Lo studio è stato pubblicato su Cancer Research, la rivista dell'American Association for Cancer Research.
NOCI, PISTACCHI E FRUTTA SECCA AIUTANO A COMBATTERE I CHILI DI TROPPO.
17-10-2014
State combattendo con i chili di troppo? Inserite della frutta secca nella vostra dieta, vi aiuterà a perdere peso e a tenerlo sotto controllo! A rivelare questo effetto benefico della frutta a guscio è uno studio pubblicato sul Journal of American College of Nutrition, condotto da un gruppo di ricercatori americani, che hanno analizzato i fattori di rischio per le malattie cardiache, il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica nei consumatori di frutta secca, in particolare mandorle, noci, anacardi, nocciole, noci di macadamia, pinoli e pistacchi. Dai risultati delle analisi – che hanno coinvolto un campione di 13.292 persone - è emerso che chi consuma questi frutti evidenzia alti livelli di lipoproteine, alta densità di colesterolo HDL (quello buono, che aiuta ad eliminare i grassi cattivi dal sangue) e bassi livelli di proteina C-reattiva, un elemento che può provocare una serie di malattie croniche, tra cui le cardiopatie, ma anche un minor peso corporeo!
"Una delle scoperte più interessanti - ha spiegato Carol O'Neil, ricercatore presso il Louisiana State University Agricultural Center e primo autore dello studio - è stato il fatto che i consumatori di questi frutti presentavano un minor peso corporeo e un minore indice di massa corporea (BMI) rispetto ai non consumatori". In breve, chi mangia regolarmente dosi contenute di noci, pistacchi, mandorle e anacardi vede diminuire il rischio di ammalarsi di alcune malattie gravi e a tenere sotto controllo il peso. In particolare, chi consuma le noci ha evidenziato una prevalenza inferiore di quattro fattori di rischio legati a sindromi metaboliche, come obesità addominale, pressione alta, elevata glicemia a digiuno e bassi livelli di lipoproteine ad alta densità di colesterolo. "La frutta secca – ha concluso O'Neil - deve essere parte integrante di una dieta sana e deve essere incoraggiata dai professionisti della salute. Via libera quindi a noci, pistacchi, mandorle, pinoli e nocciole, purché consumati in piccole quantità e inseriti in una dieta bilanciata!
http://www.huffingtonpost.co.uk/2012/04/13/tree-nuts-weight-loss-health-benefits_n_1423700.html
I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI SONO NOCIVI COME LO ZUCCHERO BIANCO.
17-10-2014
Dolcificanti artificiali nocivi come lo zucchero, ecco l'amara verità. Sostituire lo zucchero raffinato con i dolcificanti artificiali non apporterebbe alcun beneficio per la salute, anzi, potrebbe risultare rischioso. I dolcificanti artificiali non aiutano a dimagrire, nemmeno se sono a zero calorie e non proteggono da malattie come l'obesità o il diabete. Tutti i soggetti più a rischio di aumento di peso dovrebbero esserne al corrente. I dolcificanti artificiali non dovrebbero più essere considerati degli alleati per dimagrire o per prevenire l'aumento di peso. Si tratta di quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Endocrinology & Metabolism. Assumere dolcificanti artificiali può condurre alla comparsa di malattie come sindrome metabolica, patologie cardiovascolari e lo stesso diabete. Gli esperti, attraverso studi scientifici appositi, hanno sfatato il mito secondo cui le bevande dolcificate artificialmente, comprese le bibite "diet" o "light", sarebbero migliori dal punto di vista della salute rispetto alle bibite zuccherate. Al consumo di bibite zuccherate o di bibite dolcificate artificialmente gli esperti attribuiscono gli stessi rischi. Ai prodotti dolcificati artificialmente gli scienziati hanno associato un vero e proprio effetto boomerang. Il consumo di prodotti dolcificati artificialmente porterebbe l'organismo a comportarsi come se non fosse sazio.
La voglia di dolce risulta insoddisfatta e il cervello non si attiva per inviare gli stimoli necessari alla produzione di insulina. La conseguenza è presto detta. Se non ci sentiamo sazi, mangiamo di più e continuiamo ad introdurre calorie attraverso l'assunzione di altri cibi, fino ad ottenere l'appagamento sperato, che potrebbe però essere accompagnato dall'accumulo di chili di troppo. Attenzione dunque all'aspartame, alla saccarina e agli altri dolcificanti artificiali. Non sono altro che un inganno e non costituiscono un'alternativa più salutare allo zucchero raffinato o allo sciroppo di glucosio. Chi soffre di problemi di obesità o di diabete, o chi sperava di dimagrire grazie ad aspartame & Co, ha probabilmente una sola alternativa dal punto di vista dei dolcificanti: optare per la frutta fresca o essiccata e per soluzioni più naturali, come la stevia, oltre a diminuire in generale il consumo di alimenti dolci. Solo in questo modo, forse, si potrà sfuggire alla dipendenza dagli zuccheri artificiali e raffinati.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23850261
http://www.huffingtonpost.com/2013/07/11/diet-soda-health-risks_n_3581842.html
STUDIO SHOCK: TI LAVI TROPPO? RISCHI L'ALZHEIMER.
17-10-2014
Secondo uno studio dell'Università di Cambridge pubblicato sulla rivista Evolution Medicine and Public Health, lavarsi troppo aumenta il rischio dell'Alzheimer. L'eccessivo uso di acqua e sapone potrebbe infatti accelerare la possibilità di essere vittime di demenza senile. Non a caso infatti l'Alzheimer è una malattia meno diffusa nei Paesi poveri dove è maggiore il contatto con microbi e batteri. Il confronto dei dati ha infatti messo a paragone 192 nazioni giungendo a questa conclusione. Con l'aumento dell'utilizzo di saponi e disinfettanti, si annullano o quasi le aggressioni esterne, con il risultato che il sistema immunitario non si sviluppa e in età adulta ci si ammala più facilmente. Minore è infatti lo sviluppo nei Paesi occidentali dei linfociti T, che sono carenti nel cervello di chi è affetto da Alzheimer.
http://emph.oxfordjournals.org/content/early/2013/08/11/emph.eot015
CAFFE' E STRESS FAVORISCONO LE ALLUCINAZIONI UDITIVE.
17-10-2014
Sentite voci o rumori inesistenti? Forse bevete troppi caffè! C’è chi ne beve solo uno alla mattina, tanto per svegliarsi e connettersi con il mondo; altri invece arrivano a due o tre per scandire le pause delle lunghe giornate lavorative; c’è poi chi esagera, rischiando effetti controproducenti, assumendone più di 4 tazzine al giorno. Stiamo parlando del caffè, bevanda prediletta dagli italiani, che tra vizi e virtù fa parlare di se molto spesso. Questa volta la notizia riguarda l’eccessivo consumo di moka, che – secondo uno studio effettuato in Australia dall'Università di La Trobe, University School of Psychological Sciences – porterebbe ad avere allucinazioni uditive. Il gruppo di ricercatori australiani ha condotto un esperimento su 92 volontari, divisi in 4 gruppi, sottoposti all'ascolto di un rumore di fondo indistinto e poi interrogati sul contenuto dei suoni che avevano sentito, utilizzando dei pulsanti messi a loro disposizione. Al termine del test alcuni dei partecipanti hanno riferito di aver sentito alcune parti della celebre canzone natalizia “'White Christmas” di Bing Crosby, ma in effetti mai trasmessa dagli studiosi. E allora, se non è stata mai mandata in onda, perché alcuni dei volontari l’hanno sentita? Perché hanno bevuto troppi caffè! “Le persone che avevano bevuto più di cinque tazze di caffè e che si dichiaravano molto stressate – ha spiegato Simon Crowe - hanno premuto il pulsante. La combinazione di stress e caffeina ha prodotto degli effetti simili a quelli di una psicosi”. Meglio quindi “evitare un uso eccessivo” di caffeina – ha continuato lo studioso. Insomma, secondo quanto consigliato dagli esperti, il consumo di caffè non dovrebbe superare le 4 tazzine giornaliere, altrimenti si rischia di sentire davvero cose che non esistono!
http://www.medicalnewstoday.com/articles/227884.php
http://www.mentalhealthy.co.uk/news/424-too-much-coffee-can-make-you-hallucinate.html
CIBO SPAZZATURA: INFIAMMANO DI PIU' CHE I GRASSI ANIMALI.
17-10-2014
C'è grasso e grasso. E non solo nel senso che ad alcune persone sta meglio che ad altre, ma anche a livello di alimenti: il cibo spazzatura, ad esempio, sembra essere persino peggiore dei tanti alimenti ricchi di grassi animali disponibili per essere portati sulla nostra tavola. L'affermazione deriva da uno studio della Duke University (Usa), i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Plos One. Secondo i ricercatori americani, infatti, una dieta ricca di cibo spazzatura può causare molte più infiammazioni rispetto ad una dieta ad elevato contenuto di grassi animali. Per la ricerca sono state messe a confronto 3 diverse diete, una bilanciata, una ricca di grassi animali come, ad esempio, il lardo, e una a base di cibo spazzatura, quello tipico da fast food, comprensivo di snack vari poco nutrienti ma molto grassi, come cioccolato, biscotti e patatine. L'osservazione delle conseguenze di queste diete ha portato a concludere che l'ultima, quella a base di cibo spazzatura, sia la causa di un maggior numero di infiammazioni dei tessuti grassi dell'organismo, un effetto collaterale tipico delle situazioni di obesità. Liza Makowski, dell'University of North Carolina Gillings School of Public Health (Usa), ha sottolineato come la dieta a base di grassi animali sia da ritenere, comunque, meno dannosa, facendo notare anche come una dieta a base di cibo spazzatura, oltre ai grassi, garantisca un troppo limitato apporto di fibre protettive per l'apparato digerente, contenendo invece molti ingredienti da associarsi allo sviluppo di malattie cardiovascolari, come ictus e diabete di tipo 2. Un'ulteriore conferma della pericolosità di questi alimenti era stata già data da uno studio dell'Università del Minnesota e di quella Nazionale di Singapore sulla correlazione tra una dieta ricca di junk food e l'insorgenza di malattie cardiache. Come per ogni cosa, insomma, la moderazione, la varietà e il buon senso sono i principi guida più indicati.
LA MUSICA AIUTA CHI SOFFRE DI CUORE.
17-10-2014
La musica fa bene al cuore, infatti chi ha problemi cardiaci può trovare sollievo ascoltando la sua canzone preferita. Questo è quello che succede nel 19% dei casi tra i volontari che si sono sottoposti alla ricerca. Lo studio è stato infatti presentato al congresso annuale di Amsterdam della European Society of Cardiology e dimostra come, oltre all’esercizio fisico mirato, anche una musica che piace può aiutare a migliorare lo stato di salute. E dunque ecco che queste due cose assieme possono portare ad avere ottimi risultati. Questo esperimento è stato realizzato su un campione di 74 pazienti, tutti affetti da malattie coronariche. I volontari sono stati suddivisi in tre gruppi: al primo gruppo ogni giorno è stato fatto fare mezz'ora di esercizio fisico ascoltando musica, il secondo è stato sottoposto solo all’ascolto della musica, mentre il terzo solo all’attività fisica. Il tutto per tre settimane di osservazione, durante le quali sono stati monitorati tutti i dati. Il primo gruppo ha dimostrato miglioramenti del 39%, il secondo gruppo del 19%, mentre il terzo del 29%. Ovviamente il ruolo dello sport risulta essere sempre quello chiave, ma non è assolutamente da sottovalutare anche quello della musica, andando a dimostrare quanto effettivamente anche la musicoterapia sia una scienza fondata. L’autrice dello studio è la ricercatrice serba Mrina Delijanin Ilic che ha spiegato: “La crescita delle funzioni dell’endotelio (il tessuto che riveste i vasi sanguigni) alla quale contribuisce la musica è portata da una produzione di endorfine nel cervello, elemento che a sua volta migliora la salute vascolare. Questa produzione di endorfine è associata a una sensazione di piacere e benessere che interviene in seguito a un’esperienza emotiva piacevole e che rende felice il paziente migliorandone il quadro clinico”. Questa inoltre non è la prima ricerca che porta a questi risultati, infatti già in passato si era dimostrato come ci fosse una stretta connessione tra cuore e musica, ottima alleata anche contro l’ansia e lo stress. La cosa fondamentale però è che la musica sia sempre quella gradita dal paziente e se una melodia rock per qualcuno risulta stressante e adrenalinica, al tempo stesso per un’altra persona potrebbe essere rilassante e benefica per il suo cuore.
http://www.telegraph.co.uk/health/healthnews/10278977/Listening-to-music-is-good-for-the-heart.html
MIRTILLI, MELE E UVA AIUTANO A PREVENIRE IL DIABETE.
15-10-2014
Uno studio condotto dall’Università di Harvard ha dimostrato che mirtilli, mele e uva aiutano a prevenire il diabete. Stando ai dati raccolti dagli scienziati americani, al fine di prevenire il diabete di tipo 2 sulla tavola dovrebbero sempre esserci mirtilli, mele e uva. Tutta frutta facile da reperire e senza spendere cifre alte, come talvolta avviene per chi soffre di celiachia. Lo studio è stato pubblicato dal British Medical Journal. La ricerca ha coinvolto quasi 200mila individui (187.362). Poco più di 12mila – pari al 6,5% del totale – hanno sviluppato il diabete durante il periodo di monitoraggio. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare questionari dettagliati per indagare le abitudini alimentari dei volontari. L’incrocio delle risposte provenienti dai 200mila partecipanti ha indotto i ricercatori a pensare che mangiare mirtilli, mele o uva aiutano a prevenire il diabete, soprattutto se mangiate con la frequenza di almeno 3 volte a settimana. Per quanto riguarda l’uva, va bene anche se consumata in versione secca: la cosiddetta uvetta sultanina. Chi consumava abitualmente questi tre tipi di frutta, infatti, ha visto ridursi il rischio di diabete del 26%. Lo studio ha preso in esame il consumo di frutti vari, compresi i loro rispettivi succhi di frutta. Insieme alla conclusione che mirtilli, mele e uva aiutano a prevenire il diabete, i ricercatori hanno constatato che lo stesso non vale per le bevande a base di frutta. Tra i partecipanti allo studio quelli che erano soliti bere succhi di frutta preferendoli alla frutta intera non beneficiava delle stesse proprietà degli altri, anzi vedeva aumentare il rischio di diabete. Il rischio di contrazione del diabete aumenta del 6,5% consumando succhi di frutta, mentre si riduce del 7% consumando solo frutta fresca, in particolare i 3 frutti suddetti. Sostituendo i succhi di frutta con la frutta fresca, ha spiegato la dottoressa Qi Sun, responsabile dello studio, il rischio di diabete può ridursi perfino del 33%. Quindi, il vecchio detto che vuole la frutta preferita ai succhi di frutta era vero. Mirtilli, mele e uva aiutano a prevenire il diabete, quindi consumiamoli più spesso.
IL VINO BIANCO PUO' ROVINARE I DENTI.
15-10-2014
Un bicchiere di vino, si sa alza sempre un pò il morale e favorisce il sorriso, ma attenzione perché a quanto pare ve lo può rovinare seriamente, visto che intacca i denti. A lanciare l'allarme, è uno studio tedesco condotto presso la Johannes Gutenberg University che, oltre a dimostrare gli effetti nocivi sullo smalto della bevanda di Bacco nella sua versione chiara, elargisce anche alcuni consigli per ridurre al minimo il danno.
Nella perenne dicotomia vino bianco, vino rosso, pare proprio, quindi, che il "tinto" abbia segnato un altro punto a suo favore e questo per via della maggiore acidità e un PH più basso che caratterizza il vino bianco e che sarebbe responsabile della maggiore aggressività dal punto di vista odontoiatrico. Chi, però non riesce proprio a rinunciare a un buon Vermentino, Pinot, Frascati o Chardonnay, ma non vuole comunque ritrovarsi con i denti macchiati, può correre ai ripari mettendo in pratica alcuni trucchi che limitano l'azione corrosiva sui denti del vino bianco. A partire dal corretto abbinamento con il cibo. E allora via libera al vino bianco con formaggi e latticini, essendo questi ricchi di calcio, ovvero l'elemento chimico che il "nettare degli dei" "attacca" sui nostri denti. Assolutamente sconsigliato invece l'associazione, come spesso accade nei cocktail, soprattutto da aperitivo, del vino bianco frizzante con i succhi di frutta o il "vizioso" abbinamento fragole e champagne: tutte combinazioni altamente acide e quindi deleterie per calcio e fosfato. Altro rimedio da tenere in considerazione (e non solo per la salvaguardia dei nostri denti) è quello di bere mentre si mangia in quanto la saliva prodotta durante la masticazione ha un effetto che contrasta e neutralizza l'acidità del vino. Per dare tempo alla saliva di "fare effetto" e allo smalto di rigenerarsi, finito di mangiare, però, meglio aspettare una mezz'oretta prima di lavarsi i denti.
LA DEPRESSIONE NELLE DONNE SI COMBATTE CON FRUTTA E VERDURA.
15-10-2014
Donne, come difendersi dalla depressione senza ricorrere ai farmaci? Cominciando ad applicare un regime alimentare corretto e una dieta ricca di frutta e verdura, ma a basso contenuto di grassi. A sostenerlo uno studio svolto dall'Università di Melbourne, in Australia. Grazie al consumo di determinate sostanze, infatti, il nostro sistema immunitario è in grado di reagire meglio, difendendoci anche dalle malattie cardiache. Come? Evitando possibili infiammazioni sistematiche dell'organismo, che a lungo andare porterebbero a scompensi psichici. Ma vediamo cosa dice la ricerca. "Le donne che consumano più frequentemente frutta e verdure, riducendo i grassi al minimo necessario, hanno meno possibilità di contrarre malattie cardiache e di avere problemi depressivi". Lo studio è stato condotto su un campione di 1.046 donne di età compresa tra i 20 e i 93 anni, che per 10 anni sono state sottoposte a questionari su dieta, alimentazione e stile di vita, e ad analisi mediche. Il risultato è stato molto chiaro: "I problemi mentali colpiscono più frequentemente le signore amanti di cibi grassi o troppo raffinati". Provate ad indovinare quali sono i principali nemici a tavola? Hamburger, pane bianco, pizza, patatine, bevande al latte aromatizzate, birra, zucchero e dolci. Invece, dallo studio è venuto fuori che le donne che consumavano verdure, frutta, manzo, agnello, pesce e cereali integrali risultavano molto più equilibrate sia nel fisico che nell'umore. "Le cattive abitudini alimentari indeboliscono il sistema immunitario", questa l'opinione della professoressa Jacka, che ha condotto l'indagine. I suoi strali si scagliano anche contro la dieta mediterranea, verso la quale la ricercatrice si è dimostrata un pò scettica per la troppa quantità di carboidrati e lipidi: "è assai sana: ma bisogna ricordare che quello che non si mangia è altrettanto importante: via zuccheri e grassi, che, tra l'altro, riducono il livello di fondamentali proteine presenti nel cervello".