Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Martedì, 18 Marzo 2014 19:16

CANCRO DEL CERVELLO E DEL SISTEMA NERVOSO

Un'associazione positiva, coerente e spesso molto forte è stata riscontrata tra i gruppi sanguigni A e i tumori del cervello e del sistema nervoso. Una associazione più debole è con il tipo B. Si è riscontrato invece che essere un gruppo sanguigno 0 è un fattore prognostico favorevole per i tumori del cervello e del sistema nervoso. Una nota interessante per quanto riguarda il gruppo sanguigno si verifica per i cosiddetti gliomi maligni. I ricercatori, indagando sull’uso e sull'efficacia post-operatoria della polichemioterapia e della immunochemioterapia per questo cancro, hanno deciso di considerare i risultati anche in base al tipo di gruppo sanguigno. Hanno così scoperto che, quando l'efficacia della polichemioterapia era analizzata per il tempo di sopravvivenza, i pazienti con gruppi sanguigni tipo A e AB risultavano avvantaggiati. Mentre, nei pazienti con gruppo sanguigno 0 questi trattamenti risultavano inefficaci. Sulla base dei loro risultati, i ricercatori hanno concluso che, nella selezione individuale dello schema di chemioterapia e di immunochemioterapia, dovrebbero essere considerati anche i gruppi sanguigni AB0. Questo è attualmente un reperto isolato, ma fa richiamare l'attenzione sulla possibilità che gli interventi medici per il cancro (e per molte altre malattie) potrebbero essere meglio identificati se il gruppo sanguigno fosse considerato come un componente importante nel giudicare l'efficacia dei trattamenti e quindi la loro scelta.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7815105

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/221850

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1221481

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2728760

Il cancro del labbro è significativamente associato con il tipo A. I carcinomi della lingua, della gengiva e della guancia mostrano anch’essi questa associazione col gruppo A. I tumori delle ghiandole salivari sono fortemente associati con A, e debolmente con B. I tipi 0 hanno invece una sostanziale protezione contro questo tipo di cancro. I tumori delle ghiandole salivari sembrano avere un'associazione con l'essere secretore. Il gruppo sanguigno A è associato con l’esofago di Barrett che è una modifica preneoplastica del tessuto dell'esofago. Quindi, non è sorprendente trovare che gli individui A hanno un'associazione con il cancro esofageo. I non-secretori (Lewis a+ b-) hanno anche una associazione con questo tipo di tumore. Il gruppo sanguigno B ha anch’esso la tendenza a più tumori dell'esofago, mentre gli 0 hanno un maggior grado di protezione. Come regola generale, una maggiore intensità delle malattie della via orale si trova tra i non-secretori. Quando si tratta di modifiche precancerose o cancerose dei tessuti della bocca e dell'esofago, i non-secretori sembrano peggio dei secretori. Questa suscettibilità alla malattia orale si riflette nella presenza di displasia epiteliale, per esempio, che si trova quasi esclusivamente nel gruppo non-secretore. L’esofago di Barrett e il cancro esofageo hanno anch’essi un associazione positiva con i fenotipi non-secretori Lewis (a+ b-).
Per il cancro della laringe e dell'ipofaringe, troviamo di nuovo un’associazione con A e B (e AB in qualche caso). Il gruppo sanguigno A2 (una variante meno comune del gruppo A) risulta significativamente più frequente nel gruppo di pazienti con cancro della glottide, mentre il tipo A1B risulta maggiormente rappresentato nel gruppo con carcinoma dell'ipofaringe. I cambiamenti strutturali di tumori a cellule squamose della testa e del collo sono piuttosto comuni. Nel tessuto normale di questa regione, il gruppo sanguigno AB0 è espresso. Tuttavia, una volta che il carcinoma a cellule squamose si sviluppa, l’antigene A scompare in circa 1/3 delle persone A e AB, mentre l’antigene H (del gruppo sanguigno 0) è espresso nelle cellule del carcinoma non solo di tutti gli individui 0, ma anche in quasi tutti gli individui di gruppi sanguigni A, B e AB. Gli antigeni T e Tn sono anche comunemente espressi in questi tipi di cancro. Quindi, in sostanza, i risultati suggeriscono che gli antigeni H, T, e Tn sono comunemente espressi nel cancro a cellule squamose della testa e del collo. Come regola generale, sembra che i tumori che esprimono l'antigene H (per i tipi di sangue A, B, e AB), hanno una prognosi sfavorevole.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10080317

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9298878

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9279558

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9454190

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10499058 

Martedì, 18 Marzo 2014 19:15

CANCRO DEL COLON

Tra tutti i tumori dell’apparato digerente, quello del colon e del retto è tra i più frequenti nel mondo. I fattori di rischio più comuni sono: casi pregressi in famiglia, polipi nel colon e malattie infiammatorie dell’intestino. La vita sedentaria, l’esposizione a certe sostanze chimiche e un regime alimentare ricco di grassi e povero di fibre costituiscono fattori di rischio supplementari. Mentre in questo caso il gruppo sanguigno non è di per sé un fattore di rischio significativo, il cancro del colon è una delle poche malattie per cui sia stato rilevato un grado di correlazione con il fattore Rh. Benché le persone con Rh+ e Rh- abbiano all’incirca le medesime probabilità di contrarre un cancro del colon, quelle con Rh- vengono colpite con maggiore frequenza da forme localizzate, mentre quelle con Rh+ da forme più metastatizzanti. Ciò implica che i soggetti con Rh+ affetti da cancro del colon o del retto sono meno protetti contro la diffusione del male rispetto ai soggetti con Rh-, specialmente per le metastasi ai linfonodi locali. Alcuni studi condotti nel passato avevano messo in luce un certo grado di correlazione tra i tumori dell’intestino e il gruppo sanguigno A, ma in tutti i casi l’associazione rilevata è più debole di quella scoperta per il cancro dello stomaco. Forse il collegamento più significativo tra gruppo sanguigno e cancro del colon è dato dalla comparsa o dalla scomparsa degli antigeni del gruppo sanguigno. Viene generalmente accettato che in questa forma cancerosa il cambiamento dell’espressione dell’antigene del gruppo sanguigno sia un segnale di malignità. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che alcune lectine specifiche (tra cui quella dell’amaranto) possano fungere da utili strumenti per la diagnosi precoce del cancro del colon (in effetti sembra che almeno potenzialmente potrebbero essere utilizzate anche per scopi terapeutici). Anche l’agglutinina della Vicia faba, la lectina alimentare che si trova nelle fave, è stata indicata come possibile strumento per rallentare la progressione del cancro del colon. In sostanza sembra che la lectina sia in grado di trasformare le cellule maligne del cancro del colon in cellule sane e normalmente funzionanti. I medesimi ricercatori hanno anche trovato che la lectina delle fave, così come quella dei comuni funghi coltivati, ha il potere di inibire la proliferazione delle cellule del cancro al colon.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3095914

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1469910

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7536750

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Jordinson+M%2C+et+al.+Gut+1999%3B44%3A709-714

 

Il tumore al pancreas porta con sé un aumento del rischio per entrambi i gruppi sanguigni A e B, mentre il sangue di tipo 0 conferisce un grado di protezione. Similmente a molti altri tipi di tumore, le strutture antigeniche dei gruppi sanguigni sulle cellule pancreatiche tumorali sono molto diffuse e sono in grado di cambiare. C'è anche una capacità di espressione inappropriata degli antigeni dei gruppi sanguigni nel cancro del pancreas. In tutti i casi riportati sia i tipi A che i tipi 0 hanno mostrato di esprimere antigeni B sul cancro del pancreas. Forse questo è indicativo per una natura B-like di questo cancro (almeno in alcuni individui) e spiega in parte l'aumento del rischio di questo tumore per i tipi B. I tumori del fegato mostrano un'associazione leggera con il gruppo sanguigno A. I tumori della cistifellea e dei dotti biliari mostrano una forte associazione con il sangue di tipo A e B.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1875761

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2230362

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3319143

Martedì, 18 Marzo 2014 19:14

CANCRO DELLO STOMACO

E' stato costantemente osservato che il gruppo sanguigno A è associato ad un aumentato rischio di cancro allo stomaco e che questo tipo sanguigno ha più bassa percentuale di sopravvivenza. Il gruppo sanguigno 0, al contrario degli altri, sembra esercitare un effetto protettivo impedendo la crescita e la diffusione del tumore ed è associato a tempi di sopravvivenza più lunghi. A causa di questa forte relazione tra il cancro dello stomaco e il gruppo sanguigno A, alcuni ricercatori hanno ipotizzato che cellule gastriche producono un antigene che è immunologicamente relazionato al gruppo sanguigno A. Questo sembra essere il caso quando le cellule cancerose del cancro gastrico esprimono l’antigene A-like detto antigene di Thompsen Friedenreich (TFA). Gli individui A, hanno la tendenza ad una più bassa risposta immunitaria anti-Thompsen-Friedenreich. Questa tendenza è abbastanza forte nei tipi A con cancro allo stomaco, mentre gli altri gruppi sanguigni dimostrano una più grande e uniforme soppressione del livello di agglutinine TFA, a prescindere dall'età, dallo stadio del cancro o dalla morfologia del tumore.
Il cancro dello stomaco è spesso caratterizzato da secrezione esuberante di antigeni di tipo A. Questa caratteristica non è limitata a coloro che sono di tipo A. Grandi quantità di questo antigene sono stati osservati anche nei tumori dei tipi B e 0. Sembra che il passaggio delle cellule dello stomaco verso il cancro comporti una mutazione del gene AB0, il cui risultato è la produzione di un antigene A, anche se questo non è il tipo di gruppo sanguigno di quella persona. Naturalmente avere un gruppo sanguigno come 0 o B capace di attaccare tutte le cose che abbiano una struttura A-like, (come le cellule tumorali) dà a questi tipi di sangue un vantaggio considerevole. Sembra anche che le cellule precancerose o tumorali dello stomaco e dell’intestino tendono a perdere antigeni H e B. La presenza di mutazioni di p53 (il gene soppressore di tumori) è associata al cancro dello stomaco e con il tipo A. Poiché i recettori per i glucocorticoidi sono presenti in numero elevato sulle cellule del cancro allo stomaco, alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress (il tallone di Achille delle persone con gruppo sanguigno A), potrebbero contribuire ad aggravare il problema.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6774484

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3758839

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3583294

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7896445

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9419404

Martedì, 18 Marzo 2014 19:14

CANCRO DEL POLMONE

Il cancro del polmone è ed è stato una delle principali cause delle morti per cancro nel mondo occidentale. L'incidenza di cancro al polmone è in diminuzione negli uomini dal 1980, ma è ancora in aumento nelle donne. Il fattore di rischio più noto per il cancro al polmone è il fumo di sigaretta (che è stato collegato all’85-90 per cento di tutti i casi). Altri fattori di rischio noti sono l'esposizione nei luoghi di lavoro a talune sostanze (tra cui amianto e alcuni composti chimici organici), l’esposizione a radiazioni, l'esposizione al radon (soprattutto nei fumatori), e anche il fumo di tabacco ambientale. A causa della stretta associata di cancro al polmone con il fumo di sigaretta, ci aspettiamo che questo fattore di forte rischio annulli le eventuali differenze riguardo al gruppo sanguigno. Tuttavia, anche per questo tipo di tumore, vediamo un numero maggiore di soggetti di gruppo A e un numero inferiore di soggetti di gruppo 0. Questa tendenza è anche maggiore tra gli individui di età inferiore ai 50 (dove è particolarmente elevato). Ciò suggerisce che il fumo, (che aumenta il rischio per il cancro del polmone con ogni decade di esposizione), silenzia un pò il tipo di connessione con il gruppo sanguigno, ma non annulla la connessione con il gruppo A. L'evidenza suggerisce anche che la perdita di antigeni del gruppo sanguigno A sul tessuto polmonare con tumore è un forte indicatore prognostico negativo nei pazienti con resezione per carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC).

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2846954

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9815542

Martedì, 18 Marzo 2014 19:13

CANCRO DELLA VESCICA

Il carcinoma della vescica sembra essere un'eccezione all’osservazione generalizzata di una maggiore associazione del cancro col gruppo sanguigno A. In uno studio di Llopis et al., i ricercatori hanno notato che il gruppo sanguigno 0 aveva la tendenza ad una maggiore aggressività per questo tumore, con più recidive. Sorprendentemente, gli individui con il gruppo sanguigno A in generale avevano meno probabilità di avere il cancro aggressivo ed erano protetti contro le recidive del cancro della vescica. Srinivas e altri ricercatori hanno anch’essi osservato un andamento simile. Hanno trovato che tra i 141 pazienti con carcinoma della vescica, gli individui con gruppo sanguigno A erano quelli con più basso grado di incidenza e con tassi di mortalità più bassi. Gli individui con gruppo sanguigno 0 in genere, avevano tumori di grado più elevato e tassi di mortalità più elevati. Altri ricercatori hanno anche osservato un andamento simile, con il gruppo sanguigno 0 che tende ad avere un maggior grado di tumori, tumori più grandi, maggiore progressione di malattia, e tassi di mortalità maggiore (soprattutto dopo 8 anni). Similmente alla maggior parte dei tumori, il cancro della vescica è caratterizzata dalla mancanza di una normale espressione di antigeni AB0 e dalla presenza di molecole di adesione specializzate.

Punti chiave:

- Il gruppo sanguigno 0 è associato con un cancro della vescica di grado superiore, più grande, e più aggressivo. 
- I tipi 0 tendono ad avere la maggior tendenza alla malattia avanzata, a più recidive e a tassi di mortalità più elevati.
- Il gruppo sanguigno A è protettivo per questo tipo di tumore. 
- Il gruppo sanguigno AB ha la stessa tendenza del gruppo A per quanto riguarda la protezione.
- Il gruppo sanguigno B è più simile al gruppo 0 nei confronti di questo cancro.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2364966

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3941468

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3656526

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8290914

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9506524

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9759995

Martedì, 18 Marzo 2014 19:13

TUMORI GINECOLOGICI

Come regola generale, i tumori ginecologici sono più frequenti e sono associati alle prognosi peggiori nelle donne con gruppo sanguigno A. Per esempio, il cancro endometriale si verifica più frequentemente nelle donne tipo A, il cancro ovarico si verifica più frequentemente nelle donne di gruppo A e AB. Per entrambi questi tumori il gruppo sanguigno A è associato a 5 e 10 anni di sopravvivenza. Al contrario, il miglior tasso di sopravvivenza si trova tra le donne con gruppo sanguigno 0, seguito dalle donne di tipo B. Queste donne hanno anche le minori probabilità di avere un tumore ovarico maligno. Per quanto riguarda il cancro del collo dell'utero, l'analisi mostra inoltre una forte tendenza alla maggiore frequenza tra le donne tipo A, una leggera tendenza verso l'aumento del rischio per le donne B, e una migliore sopravvivenza a 5 anni tra le donne tipo 0.

Punti chiave:

- Tipo 0: migliore sopravvivenza a 5 anni per il cancro del collo dell'utero.
- Tipo 0: migliore sopravvivenza a 5 e 10 anni per il cancro dell'endometrio.
- Tipo 0 e Tipo B: migliore sopravvivenza a 5 anni per il carcinoma ovarico.

Similmente ad altri tipi di tumore, il cancro ovarico è caratterizzato da una mancanza di antigeni del gruppo sanguigno. I tumori dell'endometrio uterino hanno spesso atteggiamento opposto. Il tessuto endometriale normale non contiene gli antigeni AB0 ma, nel corso di tumori endometriali sono rilevabili gli antigeni A, B o H. Un tasso aumentato di espressione degli antigeni del gruppo sanguigno Lewis, in particolare per l’antigene Lewis (b), è stato anche osservato nei tumori dell'endometrio rispetto alla sua espressione nell’endometrio normale.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7630512

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3618229

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/107650

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6722735

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6564976

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1459578

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2664192

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1910029

Martedì, 18 Marzo 2014 19:12

CANCRO DEL SENO

Quello del seno è il tumore più diffuso fra le donne e anche se i tassi di mortalità in alcune sottopopolazioni femminili mostrano una lieve tendenza a calare, rimane tutt’oggi un nemico potenzialmente letale. La cura standard può variare, ma fra le procedure normalmente adottate figurano l’asportazione del nodulo (rimozione del tumore e di parte dei tessuti circostanti), la mastectomia (rimozione dell’intera mammella), la chemioterapia, la radioterapia e la terapia di blocco ormonale, spesso in varie combinazioni. La strategia medica per una diagnosi precoce si basa principalmente sull’esame mammografico. Molti professionisti non sono d’accordo e dichiarano che molte pazienti hanno individuato i loro tumori grazie all’autoesame (o autopalpazione) del seno. Allo sviluppo del cancro del seno vengono normalmente associati numerosi fattori di rischio, ma solo raramente viene sottolineato l’effetto che il gruppo sanguigno ha sulla predisposizione alla malattia e sulla sua prognosi. Peter D’Adamo ha osservato in prima persona che le donne di gruppo A colpite da cancro del seno mostrano una maggiore tendenza a esiti infausti e a una progressione più rapida della malattia. Le ricerche indicano che tra le persone affette da questa forma di cancro le donne di gruppo sanguigno A sono più numerose di quanto statisticamente giustificato, ed è significativo che la tendenza venga confermata anche in soggetti ritenuti a basso rischio di cancro. Gli studi confermano altresì che l’appartenenza al gruppo sanguigno A è uno dei fattori di rischio più rilevanti per una malattia a progressione più rapida e con esiti più negativi della media. Le donne di gruppo AB sembrano essere altrettanto predisposte e anche per loro è individuabile una tendenza più evidente verso la comparsa di recidive, con tempi di sopravvivenza più brevi. La situazione è invece alquanto diversa per le donne di gruppo 0, che sono dotate di un certo livello di difesa contro l’insorgenza del cancro del seno e che quando ne vengono colpite, hanno più probabilità di sopravvivenza. Anche le donne di gruppo B sono meno predisposte nei confronti di questa malattia rispetto a quelle di gruppo A. Tuttavia, se siete una donna di gruppo B, dovete tenere conto di due elementi importanti: primo, se qualche membro della vostra famiglia è già stato colpito da un tumore del seno, la protezione normalmente associata al gruppo B non sembra più sussistere; secondo, se avete avuto o avete in questo momento un tumore del seno, le probabilità di una recidiva per voi tendono a essere più alte della media. Anche se le donne di gruppo B hanno fatto registrare da un punto di vista statistico una maggiore sopravvivenza ai tumori del seno, vi consiglio ugualmente di prendere in seria considerazione alcune delle strategie di rafforzamento immunitario.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2367058

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6544244

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7448713

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6478419

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3170024

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3383140

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1417645/

Una caratteristica poco conosciuta e probabilmente sottovalutata dell’antigene del gruppo A è la sua capacità di legarsi al recettore di alcuni fattori di crescita, cioè delle sostanze adibite al controllo della crescita cellulare. Poichè è noto che nel caso delle cellule maligne è proprio la crescita ad essere fuori controllo e che la sovrapproduzione di questi fattori stimolata dall’attività degli oncogeni contribuisce a far perdere all’organismo la facoltà di regolare la crescita cellulare, è chiaro che questo fenomeno favorisce la proliferazione delle cellule cancerose. Il fattore di crescita dell’epidermide (EGF), che viene normalmente sintetizzato per favorire l’autoriparazione dei tessuti, svolge un ruolo di una certa rilevanza anche nello sviluppo di numerosi tumori, tra i quali quelli della prostata, del colon e del seno. Queste forme di cancro sono caratterizzate da cellule sulla cui superficie sono presenti concentrazioni molto elevate di recettori dell’EGF. Ovviamente la conseguenza è che le cellule tumorali possono legarsi a un gran numero di molecole di EGF ed è ragionevole ipotizzare che questa iniezione massiccia di fattore di crescita favorisca lo sviluppo del tumore. Proprio in ragione del suo squilibrio, riscontrato in numerose forme cancerose (vescica, seno, cervice, colon, esofago, polmone e prostata), il recettore del fattore di crescita dell’epidermide è stato scelto come obiettivo potenziale della prevenzione farmacologica. 

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates