Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

05-07-2019

Immaginate una scelta di alimenti gustosi, nutrienti e buoni per la vostra salute, che aiutano a mantenere un peso corporeo sano, migliorare il vostro stato d’animo generale e ridurre il rischio di malattie in via di sviluppo. Secondo diverse fonti e indagini in America del Nord ed Europa Occidentale, i seguenti nove alimenti sono considerati globalmente più sani:

1. MELE

Le mele sono un’ottima fonte di antiossidanti che combattono i radicali liberi, sostanze nocive generate nel corpo che causano cambiamenti indesiderati e sono coinvolti nel processo di invecchiamento e di alcune malattie. Alcuni studi sugli animali hanno rilevato che un antiossidante trovato nelle mele (quercetina), potrebbe prolungare la durata della vita. Prove su moscerini della frutta hanno scoperto che i polifenoli hanno favorito la loro capacità di camminare, arrampicarsi e muoversi. Un altro studio ha trovato che le donne che consumavano regolarmente mele, avevano dal 13% al 22% più basso rischio di sviluppare la malattia di cuore.

2. MANDORLE

Le mandorle sono ricche di sostanze nutritive, tra cui magnesio, vitamina E, ferro, calcio, fibre e riboflavina. Una revisione scientifica pubblicata in Nutrition Reviews lo scorso anno, ha rilevato che le mandorle possono contribuire a mantenere sani livelli di colesterolo. Gli autori hanno scritto: “Il messaggio che le mandorle, in sé e per sé, sono un alimento sano per il cuore, va sottolineato ai consumatori. Inoltre, quando le mandorle sono incorporate in una dieta sana ed equilibrata, i loro benefici sono ancora maggiori”. Le mandorle hanno più fibre rispetto a qualsiasi altro frutto a guscio. Il profilo degli acidi grassi delle mandorle, che si compone di 91-94% di acidi grassi insaturi, può in parte spiegare perché aiutano a mantenere i livelli di colesterolo sani. Un recente articolo sui benefici per la salute delle mandorle dice: “La ricerca suggerisce che le mandorle contengono nutrienti che forniscono effetti cardioprotettivi”.

3. BROCCOLI

I Broccoli sono ricchi di fibre, calcio, potassio, acido folico e fitonutrienti, composti che riducono il rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. Essi contengono anche la vitamina C, così come beta-carotene, un antiossidante. La cottura prolungata può distruggere gran parte dei loro vitali nutrienti. Cuocere troppo a lungo i broccoli può distruggere l’enzima mirosinasi, che se non viene distrutto durante la cottura, può anche ridurre il rischio di sviluppare il cancro. Il modo migliore per cucinare i broccoli e preservare la mirosinasi è a vapore. I ricercatori dell’University of Illinois hanno scritto nella rivista peer-reviewed Nutrition and Cancer: ”l’enzima mirosinasi converte alcuni dei prodotti chimici a base di zolfo presenti nei broccoli (chiamati glucosinolati) in isotiocianati (altri prodotti chimici contenenti zolfo), che sono noti per avere proprietà antitumorali“. I ricercatori hanno detto che l’aggiunta di broccoli al pasto può raddoppiare le sue proprietà di protezione dal cancro. Un altro ingrediente, il sulforafano, che è presente nei broccoli, è anche noto per avere proprietà anti-cancro e qualità antinfiammatorie. Un recente articolo sui benefici per la salute dei broccoli, dice: “Cotti leggermente al vapore, i broccoli sono potenti anticancro, grazie al loro enzima mirosinasi”.

4. MIRTILLI

I mirtilli sono ricchi di fibre, antiossidanti e fitonutrienti. Secondo uno studio condotto presso la Harvard Medical School, le persone anziane che mangiano molti mirtilli (e fragole) hanno meno probabilità di soffrire di declino cognitivo, rispetto ad altre persone della loro stessa età che non ne fanno uso. I mirtilli, secondo un altro studio condotto da scienziati dell’Università del Texas Woman, possono aiutare a frenare l’obesità. I polifenoli, che sono abbondanti nei mirtilli, hanno dimostrato di ridurre lo sviluppo delle cellule adipose e di indurre la ripartizione dei lipidi e grassi. I mirtilli possono aiutare nel controllo del peso corporeo e possono ridurre il rischio di soffrire di ipertensione (pressione alta) del 10%, grazie ai composti bioattivi antociani presenti nella bacca. Scienziati provenienti da East Anglia University, in Inghilterra e dalla Harvard University, USA, hanno riportato nel Journal of Nutrition che il consumo di mirtilli è stato anche associato ad un minor rischio di indurimento delle arterie, e/o malattie intestinali. Il frutto è stato anche collegato a ossa forti in studi su animali.

5. PESCE AZZURRO

Esempi di pesce azzurro sono salmone, trota, sgombro, aringhe, sardine e acciughe. I loro filetti magri contengono fino al 30% di olio, specificatamente, omega-3 acidi grassi. Questi oli sono noti per fornire benefici per il cuore, così come per il sistema nervoso. Il pesce azzurro è anche noto per fornire benefici ai pazienti che soffrono di condizioni infiammatorie come l’artrite. Il pesce grasso contiene anche vitamine A e D. Gli scienziati della UCLA Johnsson Comprehensive Cancer Center hanno scoperto che la progressione del cancro alla prostata era significativamente rallentata quando i pazienti hanno assunto supplementi di olio di pesce.

6. VERDURE A FOGLIA VERDE

Diversi studi hanno dimostrato che un elevato apporto di verdure a foglia verde, come spinaci o cavoli può ridurre in modo significativo il rischio di una persona di sviluppare il diabete di tipo 2. Ricercatori provenienti dall’Università di Leicester, in Inghilterra, hanno dichiarato che l’impatto di verdure verde scuro sulla salute umana dovrebbe essere studiato ulteriormente, dopo aver raccolto i dati provenienti da sei studi. Gli spinaci, per esempio, sono molto ricchi di antiossidanti, specialmente se consumati crudi, al vapore o leggermente bolliti. Sono una buona fonte di vitamine A, B6, C, E e K, così come selenio, niacina, zinco, fosforo, rame, acido folico, potassio, calcio, manganese, betaina e ferro. L’ebollizione può ridurre significativamente i livelli dei buoni nutrienti degli spinaci.

7. PATATE DOLCI

Le patate dolci sono ricche di fibra alimentare, beta-carotene, carboidrati complessi, vitamina C, vitamina B6 così come carotene. Il Centro per la scienza negli Stati Uniti, ha confrontato il valore nutrizionale delle patate dolci con altri ortaggi. Le patate dolci sono state considerate il numero uno, per il loro contenuto di vitamine A e C, ferro, calcio, proteine e carboidrati complessi.

8. AVOCADO

Molte persone evitano di consumare l’avocado a causa del suo alto contenuto di grassi. Circa il 75% delle calorie in un avocado provengono da grassi, soprattutto monoinsaturi, L’avocado ha il 35% di potassio più delle banane. È anche molto ricco di vitamine del gruppo B, così come di vitamina K e vitamina E. Ha anche il 25% di fibra solubile ed il 75% di fibra insolubile. Gli studi hanno dimostrato che il consumo regolare di avocado abbassa i livelli di colesterolo nel sangue. Estratti di avocado sono attualmente in fase di studio in laboratorio per verificare la loro efficacia nel trattamento del diabete o ipertensione. I ricercatori della Ohio State University hanno scoperto che le sostanze nutritive presenti nell’avocado sono in grado di fermare le cellule del cancro orale e persino distruggere alcune cellule pre-cancerose.

9. FARINA D’AVENA

L’interesse per la farina d’avena è aumentato considerevolmente negli ultimi 20 anni, grazie ai suoi benefici per la salute. Diversi studi hanno dimostrato che il consumo di una ciotola di farina d’avena tutti i giorni, riduce i livelli di colesterolo nel sangue grazie al contenuto di fibre solubili del cereale. Quando i risultati sono stati pubblicati nel 1980, si diffuse una “mania di crusca d’avena” negli Stati Uniti e in Europa occidentale. Un’altra ondata di popolarità della farina d’avena è derivata dal suo contenuto di carboidrati complessi, così come di fibra solubile che favorisce la digestione lenta e stabilizza i livelli di glucosio nel sangue. La farina d’avena è molto ricca di vitamine del gruppo B, omega-3 acidi grassi, acido folico e potassio.

05-07-2019

Tra le cause dei calcoli renali anche le bibite gassate e zuccherate. A dirvi la verità, il sospetto che un abuso di tali bevande non facesse bene alla salute dei reni io lo avevo da tempo, ma ora arriva a confermare il tutto una ricerca scientifica pubblicata sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology. Lo studio ha coinvolto circa 194.000 persone. A portalo a termine un team di studiosi dell’Università Cattolica di Roma e della Harvard University di Boston. Cosa hanno scoperto di preciso? Il lavoro scientifico aveva il compito di verificare la correlazione eventuale tra alcune bevande (ne sono state prese in considerazione 20 tipologie diverse), le quantità assunte e lo sviluppo di calcoli renali. Ha spiegato Pietro Manuel Ferraro, nefrologo presso l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-Complesso Integrato Columbus che ha condotto lo studio: “Tra le sostanze liquide prese in considerazione: bevande gassate (carbonate) con e senza cola/con e senza zucchero, succhi di frutta, birra, vino, superalcolici, caffè con e senza caffeina, tè, latte e acqua. La nostra analisi, basata sul consumo di tali bevande da parte dei numerosi volontari seguiti per ben 8 anni ha dimostrato che il consumo di quantità elevate di bevande carbonate zuccherate era effettivamente associato a un aumento del rischio di calcoli. Il tutto potrebbe dipendere dall’aumento dell’escrezione urinaria di calcio, ossalato e acido urico (tutti fattori che aumentano il rischio di formazione di calcoli) a causa del fruttosio presente nelle bevande”.
In particolare è risultato un aumento del rischio di calcoli ai reni che oscilla tra il 23 ed il 33% in più per chi assume la quantità media di una lattina al giorno di bibite zuccherate o carbonate. Queste bevande sono da molto tempo già incriminate perché come è noto il loro abuso rappresenta un fattore di rischio per obesità e diabete ma questa è la prima volta che si analizzano evidenziando un’azione diretta sui reni: soprattutto trattandosi di uno studio statistico su ampia scala, come sottolinea lo stesso Ferraro, "si può ritenere che i risultati possano essere estrapolati con una certa sicurezza alla popolazione generale. Sulla base di ciò raccomandiamo a tutti un’assunzione limitata (non superiore a una lattina alla settimana) di bevande gassate zuccherate, in particolare a coloro che sono affetti da calcolosi o a rischio di sviluppare tale condizione”.

 

https://cjasn.asnjournals.org/content/8/8/1389

Giovedì, 04 Luglio 2019 09:00

I MERAVIGLIOSI BENEFICI DEL POMODORO.

05-07-2019

Già in età precolombiana la sua coltivazione era conosciuta, tuttavia le piante venivano utilizzate solo come ornamento. Ciò perché il pomodoro veniva considerato una pianta velenosa a causa del suo alto contenuto di solanina, sostanza considerata in quei tempi dannosa per l’uomo e quindi non utilizzata nell’alimentazione. Non è chiaro in quale luogo ed in quale periodo il pomodoro da pianta ornamentale e velenosa, circondata da leggende popolari, sia diventata pianta commestibile, ma si ritiene che ciò sia avvenuto nel continente europeo intorno all’anno 1500. Il pomodoro per il nostro benessere è un alimento molto importante, per prima cosa è un ottimo integratore vitaminico. Con soli 100 grammi al giorno raggiungi la metà della dose giornaliera raccomandata di vitamina C. Contiene molto potassio e pertanto consente di remineralizzare l’organismo ed è ricco di fibre. Ma è anche un ottimo alleato per chi vuole perdere peso perchè è costituito per il 90% da acqua. Tra i pigmenti predominano i carotenoidi, in particolare il licopene ( 87%) e il β-carotene (7%).
Il licopene possiede una spiccata azione antiossidante e da studi condotti in laboratorio, si è visto che rallenta la proliferazione di cellule tumorali. Indagini epidemiologiche, hanno confermato la diminuzione della mortalità per tumori alla prostata, in uomini in età senile e presenile che per decenni sono stati forti consumatori di pomodori e derivati. Quanto a contenuto di licopene, bisogna riconoscere al pomodoro il primato, essendo l’unico alimento, soprattutto quando è maturo, a contenerne elevate percentuali (tracce sono presenti nel melone e in alcuni crostacei): 11mg/100 g nella polpa e 54 mg/100 g nella buccia che però è meno biodisponibile nel prodotto crudo o poco cotto, infatti la cottura, indebolendo le fibre di cellulosa, rende il licopene più facilmente utilizzabile dall’organismo, seppure degrada gran parte della vitamina C che comunque ha un peso minore nella composizione nutrizionale del pomodoro. Il contenuto di licopene può aumentare, dopo la raccolta, con la maturazione del pomodoro, tuttavia quelli troppo maturi, a causa di processi ossidativi, possono presentare la comparsa di epossidi indesiderabili. È curioso sapere che il pomodoro, essendo un solanacea come la patata, quando è acerbo produce una tossina, la solanina, e altri glicoalcaloidi che durante la maturazione tendono a scomparire, sarebbe a dire che nel pomodoro ben maturo non c’è solanina, ma nel pomodoro da insalata ve ne sono tracce.
Recentemente sono state attribuite al pomodoro importanti proprietà antinfiammatorie, a giungere all’importante scoperta scientifica, pubblicata tra l’altro sul Journal of Natural Products, questa volta sono stati un gruppo di ricercatori dell’Istituto di chimica biomolecolare del CNR di Pozzuoli e del Dipartimento di Farmacologia Sperimentale della Facoltà di Scienze biotecnologiche dell’Università Federico II di Napoli, che hanno condotto le loro ricerche servendosi degli scarti industriali della lavorazione del pomodoro. Secondo gli studiosi, che nelle loro ricerche sono stati coordinati dalla prof.ssa Barbara Nicolaus, un polisaccaride, ovvero un insieme di zuccheri legati tra loro da particolari legami chimici, estratto dalla buccia del pomodoro sarebbe infatti in grado di opporsi alle infiammazioni grazie alla sua capacità di inibire il gene che codifica per l’enzima nitrossido-sintasi inducibile (iNos), regolato dal fattore di trascrizione NF-Kb, che svolge un ruolo chiave nel processo antiinfiammatorio.
La scoperta dei ricercatori dell’ICB del CNR di Pozzuoli e dell’Università Federico II di Napoli, nonostante la ricerca in questo campo resti ancora in ambito sperimentale poiché per confermare l’attività antiinfiammatoria del polisaccaride saranno necessari ulteriori studi ed esperimenti “in vivo”, assume sicuramente un enorme rilevanza in quanto apre diversi orizzonti in termini di realizzazione di potenziali farmaci antiinfiammatori attraverso la ricerca di sostanze di derivazione naturale in luogo di quelle chimiche. L’estrazione di prodotti naturali per la realizzazione di antinfiammatori rappresenterebbe inoltre un grande vantaggio in quanto, a differenza di quello che avviene con la produzione industriale, non ha effetti pesanti a carico dell’ambiente e per di più sarebbe estremamente vantaggiosa dal punto di vista economico.

Giovedì, 04 Luglio 2019 08:55

I 5 PERTURBATORI ORMONALI.

05-07-2019

1. BPA

C’è stata una guerra al BPA e per buoni motivi. Questo prodotto chimico usato nella plastica imita gli estrogeni, l’ormone sessuale del nostro corpo e può causare tumori, obesità, malattie cardiache e altro ancora. Secondo i test, circa il 93 per cento di persone hanno un certo livello di BPA nel loro corpo.
Per tenere lontano questo ormone distruttore, evitare:

• Plastiche contrassegnate con un “PC” (policarbonato), o l’etichetta riciclaggio #7.

• Gli alimenti conservati in una lattina in quanto sono spesso rivestite con BPA, salvo diversamente specificato.

• L’acqua potabile di bottiglie di plastica. Acquistare o utilizzare bottiglie di vetro.

2. MERCURIO

Gli effetti collaterali letali del mercurio stanno iniziando a diventare più noti. Esso si trova in particolare nelle vaccinazioni, otturazioni al mercurio e frutti di mare. Le donne incinte sono più a rischio poichè il mercurio si concentra nel cervello fetale, interferendo con il suo sviluppo. Il mercurio si lega anche ad un ormone che regola il ciclo mestruale delle donne e l’ovulazione, interferendo con le vie di segnalazione. Può anche svolgere un ruolo nel diabete in quanto danneggia le cellule del pancreas che producono insulina e che il nostro corpo utilizza per metabolizzare lo zucchero. Per tenere lontano questo ormone distruttore dalla tua vita, evitare:

• Vaccinazioni contenenti mercurio.

• Otturazioni al mercurio.

• Salmone o pesce d’allevamento.

3. ARSENICO

L’arsenico è sempre stato conosciuto come una tossina mortale. Tuttavia, è stato trovato nella nostra acqua potabile e cibo, e di recente, nel pollo, a causa del suo utilizzo da parte degli allevatori, per aumentare la loro crescita più rapidamente. L'arsenico interferisce con il funzionamento ormonale normale nel sistema glucocorticoide che regola gli zuccheri e carboidrati. Se si interrompe questo sistema, si può ottenere l’aumento di peso, un sistema immunitario soppresso, insulino-resistenza, l’osteoporosi, e la pressione alta. Per abbassare l’esposizione a questo micidiale ormone distruttore, evitare di:

• Consumare polli allevati su allevamenti intensivi.

4. PIOMBO

Il piombo danneggia quasi tutti gli organi del corpo ed è stato collegato a effetti negativi sulla salute come danni cerebrali, nascite premature, danni renali e problemi al sistema nervoso.
La ricerca ha dimostrato che il piombo abbassa i nostri livelli di ormoni sessuali e interferisce con la nostra capacità di gestire lo stress. Questo può portare ad altri problemi legati allo stress come la pressione alta, ansia e depressione. Per sbarazzarsi del piombo evitare:

• Vernici a base di piombo.

• Amalgame dentali.

5. PESTICIDI ORGANOFOSFATI

Utilizzati per causare la distruzione del sistema nervoso degli insetti, i pesticidi organofosfati sono tra i pesticidi più comuni utilizzati oggi. Sono stati negativamente collegati allo sviluppo anormale del cervello, diminuzione della fertilità, riduzione dei livelli di testosterone e alterati livelli della tiroide.
Il modo migliore per evitare questi pesticidi è quello di mangiare cibo biologico o scegliere prodotti che presentano il minor numero di residui di antiparassitari come gli asparagi, avocado, cavoli, pompelmo, kiwi, mango, funghi, cipolle, ananas e patate dolci.

ALTRI INTERFERENTI ENDOCRINI

Diossina, atrazina, ftalati, perclorato, ignifughi, PFC, ed eteri di glicole hanno anche dimostrato di perturbare vari ormoni del corpo. È tempo di tenere queste sostanze fuori dalla nostra vita e ottenere un protocollo adeguato per farli fuori dal nostro corpo per sempre.

Martedì, 02 Luglio 2019 15:31

A COSA SERVE IL ROSMARINO?

03-07-2019

Fin dalle sue primordiali origini mediterranee, la fragranza del rosmarino ha impreziosito giardini, cucine e speziali in tutto il mondo. Il rosmarino è legato alla menta e ricorda la lavanda, con foglie come aghi di pino piatti e toccati con argento. Il rosmarino è una di quelle erbe con mille usi. È estremamente resistente e quindi facile da coltivare e mantenere dentro o fuori. All’interno, richiede molta luce ma non troppo calore e aria umida. Al momento dell’acquisto del rosmarino, quello fresco è superiore perché è più sottile rispetto alla forma secca pungente. Il rosmarino fresco può essere conservato in frigorifero in una busta per diverse settimane; il rosmarino essiccato deve essere conservato in un contenitore ermetico in un luogo fresco, buio e asciutto da conservare per diversi mesi.

BENEFICI DEL ROSMARINO PER LA SALUTE

Per secoli, uno degli usi medicinali più comuni per il rosmarino ha implicato il miglioramento della memoria, non solo per il sapore che aggiunge al cibo. Questa erba, in particolare i fiori, contiene acido rosmarinico, antibatterico e antiossidante, oltre a diversi oli essenziali come cineolo, canfene, borneolo, acetato di bornile e α-pinene che hanno proprietà antinfiammatorie, antifungine e antisettiche. La maggior parte delle ricette richiede un paio di cucchiaini di rosmarino. La stessa quantità fornisce il 16% del valore giornaliero di vitamina A per le proprietà antiossidanti contro i radicali liberi, protezione della vista, pelle sana e membrane mucose e una maggiore protezione dai tumori del polmone e della bocca. Principalmente noto per combattere l’infezione, il contenuto di vitamina C sintetizza il collagene, la proteina necessaria per i vasi sanguigni, organi, pelle e ossa. Il manganese, un altro dei minerali più importanti nel rosmarino, svolge un ruolo antiossidante critico nel corpo – in particolare aiutato dal suo cofattore superossido dismutasi – che è associato ad abbassare il rischio di cancro, in particolare il cancro al seno. Il rosmarino contiene anche ferro (parte dell’emoglobina all’interno dei globuli rossi, che determina la quantità di ossigeno che il sangue trasporterà) e il potassio (un componente nei fluidi cellulari e corporei che aiuta a controllare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna). Ci sono anche fibre, rame, calcio e magnesio e un’abbondanza di vitamine del gruppo B, come acido pantotenico, piridossina, riboflavina, folati, utili per la sintesi del DNA e per le donne appena prima del concepimento, che aiuta a prevenire i difetti del tubo neurale nei neonati.

STUDI SCIENTIFICI PUBBLICATI SUL ROSMARINO

Alcuni scienziati hanno testato 144 volontari sani (che sono stati ingannati riguardo allo scopo dello studio) per valutare l’impatto olfattivo degli oli essenziali di lavanda, rosmarino e nessun odore (controllo) sulle prestazioni cognitive e sull’umore. Ai soggetti, assegnando in modo casuale, sono stati dati questionari visivi analogici sia prima che dopo l’esposizione all’odore. Il rosmarino ha prodotto un miglioramento significativo delle prestazioni per la qualità complessiva della memoria e dei fattori secondari di memoria, ma ha anche prodotto una riduzione della velocità della memoria rispetto al controllo. I gruppi di controllo e di lavanda erano significativamente meno vigili rispetto al gruppo di rosmarino, ma il gruppo di controllo era significativamente meno contenuto rispetto a rosmarino e lavanda. I risultati hanno indicato che la fragranza di questi oli essenziali può produrre effetti oggettivi sulle prestazioni cognitive e sull’umore. Uno studio clinico controllato con placebo e dose-aumentata è stato condotto su polvere di foglie di rosmarino essiccata per via della sua reputazione tradizionale di ridurre il declino cognitivo negli anziani. La dose più bassa di rosmarino (750 mg) ha avuto un effetto benefico statisticamente significativo rispetto al placebo, mentre la dose più alta (6.000 mg) ha avuto un significativo effetto di compromissione, oltre a significativi effetti deleteri (meno consistenti) su altre misurazioni della performance cognitiva. La velocità della memoria è un predittore potenzialmente utile della funzione cognitiva durante l’invecchiamento. L’effetto positivo della dose più vicina al normale consumo culinario è stato determinato per indicare il valore di ulteriori studi sulla sperimentazione a basso dosaggio/a lungo termine del rosmarino.
Come studi recenti hanno dimostrato che il rosmarino ha proprietà chemiopreventive e terapeutiche, uno studio ha valutato l’attività anti-proliferazione dell’estratto di rosmarino contro le cellule tumorali ovariche umane e se i suoi tre principali ingredienti attivi carnosolo, acido carnosico e acido rosmarinico possano migliorare l’attività antiproliferativa di cisplatino (che può causare gravi effetti collaterali, come perdita dell’udito, problemi ai reni e gravi reazioni allergiche). Lo studio ha dimostrato che l’estratto di rosmarino ha inibito la proliferazione delle linee di cellule di cancro ovarico.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12690999

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21877951

https://medlineplus.gov/druginfo/meds/a684036.html

Martedì, 02 Luglio 2019 15:29

5G: TECNOLOGIA CONTRO L’UMANITA’.

03-07-2019

Il 5G si basa principalmente sull’ampiezza di banda dell’onda millimetrica, nota per provocare una dolorosa sensazione di bruciore. È stato anche collegato a problemi agli occhi e al cuore, alla funzione immunitaria soppressa, al danno genetico e ai problemi di fertilità. La FCC ammette che non sono stati condotti o finanziati studi sulla sicurezza 5G da parte dell’agenzia o dell’industria delle telecomunicazioni. Inoltre, la FCC è stata inglobata dall’industria delle telecomunicazioni, che a sua volta ha perfezionato le strategie di disinformazione adottate dall’industria del tabacco prima di adesso. Le esposizioni persistenti alle frequenze delle microonde come quelle dei telefoni cellulari possono causare la disfunzione mitocondriale e il danno al DNA nucleare da radicali liberi prodotti da perossinitrito. Inoltre, esposizioni eccessive a telefoni cellulari e reti Wi-Fi sono state collegate a malattie croniche come aritmie cardiache, ansia, depressione, autismo, morbo di Alzheimer e infertilità.
L’esposizione ai campi elettromagnetici (EMF) e alle radiazioni da radiofrequenza (RF) è per la salute un rischio in continua crescita nel mondo moderno. Il sito web della Task Force del telefono cellulare contiene un lungo elenco di governi e organizzazioni che hanno emesso avvisi o tecnologie wireless vietate di vario tipo e in varie circostanze, a partire dal 1993. È presente anche un lungo elenco di organizzazioni che rappresentano medici e scienziati, tra cui un appello per la protezione dall’esposizione EMS non ionizzante da più di 230 scienziati EMF internazionali alle Nazioni Unite nel 2015, che osserva che: “Numerose pubblicazioni scientifiche recenti hanno dimostrato che l’EMF colpisce gli organismi viventi a livelli ben al di sotto della maggior parte delle linee guida internazionali e nazionali. Gli effetti includono aumento del rischio di cancro, stress cellulare, aumento dei radicali liberi dannosi, danni genetici, cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e memoria, disturbi neurologici e impatti negativi sul benessere generale negli esseri umani. I danni vanno ben oltre la razza umana, poiché vi sono prove crescenti di effetti dannosi per la vita vegetale e animale“. Una richiesta di moratoria sulla 5G è stata emessa in particolare nel settembre 2017 da più di 180 scienziati e medici provenienti da 35 paesi, “fino a quando i potenziali rischi per la salute umana e l’ambiente non saranno completamente studiati da scienziati indipendenti dall’industria” sottolineando che “RF-EMF hanno dimostrato di essere dannosi per l’uomo e l’ambiente” e che “il 5G aumenterà sostanzialmente l’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) sopra i 2G, 3G, 4G, Wi-Fi, ecc., per le telecomunicazioni già in essere.
In un articolo sul sito Web di Environmental Health Trust, Ronald Powell, scienziato di fisica applicata di Harvard, osserva: “Non c’è alcun modo sicuro per implementare il 5G nelle nostre comunità, piuttosto ci sono solo cattive vie e modi peggiori, e piuttosto che discutere su chi dovrebbe avere il controllo sulla sua diffusione, dovremmo concentrarci sulla prevenzione del suo impiego. Le preoccupazioni per la salute col 5G abbondano. La rivista Fortune, riporta che l’analista di Wall Street, Sunil Rajgopal, ha recentemente ammonito che le crescenti preoccupazioni per la salute potrebbero ritardare l’implementazione. Alcuni paesi hanno già adottato misure per rallentare l’implementazione 5G a causa di rischi per la salute, osserva Rajgopal. La domanda è, si può fermare? Recentemente il test 5G è stato interrotto a Bruxelles, in Belgio, e la Svizzera sta ritardando il lancio del 5G per creare un sistema per monitorare le radiazioni. Syracuse e New York, stanno anche tentando di creare alcune garanzie e hanno negoziato il diritto di condurre ispezioni di sicurezza delle antenne 5G, su richiesta per placare le preoccupazioni del pubblico. Secondo Forbes: “Nel New Hampshire, i legislatori stanno pensando di istituire una commissione per studiare l’impatto sulla salute delle reti 5G e Mill Valley, California, vicino a San Francisco, l’anno scorso ha vietato le nuove celle wireless 5G”.
Molte altre aree, tuttavia, hanno scelto di affidarsi alla Federal Communications Commission e all’associazione di categoria dell’industria wireless, CTIA, che ha creato un sito Web “Fatti di salute da cellulare” citando la ricerca che non mostra alcun rischio. Tuttavia, se si crede che la FCC stia valutando i rischi per la salute, si sbaglia. In una recente udienza del senato sul commercio, la FCC ha ammesso che non sono stati condotti o finanziati studi sulla sicurezza 5G dall’agenzia o dall’industria delle telecomunicazioni, e che nessuno è pianificato. Alla luce degli oltre 2000 studi che mostrano una vasta gamma di danni biologici da campi elettromagnetici, rassicurazioni da parte della FCC e della Food and Drug Administration degli Stati Uniti che affermano che l’esposizione alle radiazioni senza fili, incluso il 5G, è sicura, è quanto meno ingenuo. Come notato in un recente articolo di Counterpunch: “I lobbisti delle telecomunicazioni ci assicurano che le linee guida già in vigore sono adeguate per proteggere il pubblico. Queste linee guida di sicurezza, tuttavia, si basano su uno studio del 1996 su quanto un cellulare abbia riscaldato la testa di un manichino di plastica adulto. per almeno tre ragioni:

• Gli organismi viventi sono costituiti da cellule e tessuti altamente complessi e interdipendenti, non di plastica.

• Coloro che sono esposti alle radiazioni a radiofrequenza includono feti, bambini, piante e animali selvatici – non solo uomini maschi adulti.

• Le frequenze utilizzate nello studio del manichino erano di gran lunga inferiori rispetto alle esposizioni associate al 5G.

QUALE LIVELLO DI EMF POSSONO SOPPORTARE GLI ESSERI UMANI?

Molte frequenze dei campi elettromagnetici presentano un impatto biologico importante. Quelle legate ai telefoni cellulari e Wi-Fi, sono aumentate di circa 1 milione di volte negli ultimi 100 anni. Sfortunatamente, l’esposizione a campi elettromagnetici è così diffusa in questi giorni, che è praticamente impossibile condurre studi di controllo sulla popolazione considerando che tutti più o meno sono esposti. Questa mancanza di un gruppo di controllo rende molto difficile determinare quali siano gli effetti sul mondo reale. Detto questo, uno studio controllato sull’esposizione a EMF è stato fatto, rivelando che non è neanche lontanamente innocuo come le persone pensano. All’inizio del XX secolo, c’erano due popolazioni negli Stati Uniti: rurali e urbane. Le aree urbane erano generalmente elettrificate, mentre le aree rurali non erano elettrificate fino al 1950 circa. Il dott. Sam Milham, un epidemiologo, ha analizzato diligentemente le statistiche sulla mortalità tra queste due popolazioni nel tempo, dimostrando chiaramente che c’era una grande differenza nella mortalità per malattie cardiache, cancro e diabete tra questi due gruppi. Poi, mentre le zone rurali si elettrificavano, le due curve si fusero. Oggi, non viviamo e lavoriamo solo in ambienti elettrificati, siamo anche circondati da microonde da tecnologie wireless. Presto, il 5G sarà aggiunto al mix, rendendo le esposizioni ancora più complesse e potenzialmente dannose. Come notato da Counterpunch: “Le radiazioni a radiofrequenza (RF) 5G utilizzano un cocktail di tre tipi di radiazioni, che vanno da onde radio a energia relativamente bassa, radiazioni a microonde con molta più energia e onde millimetriche con molta più energia. Le frequenze estremamente alte del 5G sono il pericolo maggiore. Mentre le frequenze 4G arrivano fino a 6 GHz, il 5G espone la vita biologica a segnali pulsati nell’intervallo da 30 GHz a 100 GHz. Il pubblico non è mai stato esposto a frequenze così alte per lunghi periodi di tempo.

PREOCCUPAZIONI PER LA SALUTE LEGATE ALL’ESPOSIZIONE 5G

La preoccupazione per il 5G è l’aggiunta dell’onda millimetrica (MMW). Questa larghezza di banda, che va da 30 gigahertz (GHz) a 300 GHz, è nota per penetrare fino a 2 millimetri nel tessuto cutaneo umano causando una sensazione di bruciore. Questo è esattamente il motivo per cui MMW è stato scelto per l’uso nelle armi di controllo della folla (Active Denial Systems) dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La MMW viene anche utilizzata nei cosiddetti “scanner a corpo nudo” negli aeroporti. La ricerca ha dimostrato che i dotti del sudore nella pelle umana agiscono come recettori o antenne per la radiazione 5G, attirando la radiazione nel corpo, provocando così un aumento della temperatura. Questo in parte aiuta a spiegare l’effetto doloroso. Come notato dal Dr. Yael Stein – che ha studiato la tecnologia MMG 5G e la sua interazione con il corpo umano – in una lettera del 2016 alla Federal Communications Commission: “Le simulazioni al computer hanno dimostrato che le ghiandole sudoripare concentrano le onde sub-terahertz (onde millimetriche) nella pelle umana. Gli umani potrebbero percepire queste onde come calore. L’uso della tecnologia di comunicazione sub-terahertz (telefoni cellulari, Wi-Fi, antenne) potrebbe causare agli esseri umani percezione di dolore fisico attraverso i nocicettori. Potenzialmente, se il Wi-Fi 5G è diffuso nel pubblico dominio potremmo aspettarci maggiori effetti sulla salute rispetto a quelli attualmente osservati con frequenze RF/microonde inclusi molti più casi di ipersensibilità (EHS), così come molte nuove denunce di dolore fisico e ancora varietà sconosciuta di disturbi neurologici. Sarà possibile mostrare una relazione causale tra la tecnologia G5 e questi specifici effetti sulla salute. Le persone affette possono avere diritto a risarcimento“. MMW è stato anche collegato a:

• Problemi agli occhi come opacità del cristallino nei ratti, che è collegato alla produzione di cataratta, e danni agli occhi nei conigli.

• Variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore di stress nei ratti, e variazioni della frequenza cardiaca (aritmie) nelle rane.

• Dolore.

• Funzione immunitaria soppressa.

• Crescita ridotta e aumento della resistenza agli antibiotici nei batteri.

Come notato in un recente articolo su Gaia.com: “Molti scienziati capiscono che le radiazioni elettromagnetiche che sfuggono attraverso le porte dei nostri forni a microonde sono cancerogene e quindi possono causare il cancro, ma la maggior parte di loro ritiene che queste onde siano mutagene, il che significa che cambiano la struttura del DNA degli esseri viventi. Il lancio del 5G sarà simile all’accensione del microonde, aprendo la porta e lasciandolo acceso per il resto della vita. C’è una buona ragione per cui centinaia di scienziati stanno prendendo provvedimenti contro il settore wireless“.

COMPRENDERE I MECCANISMI DANNOSI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Come spiegato dal professor Pall, professore emerito di biochimica e scienze mediche di base presso la Washington State University, il principale pericolo dei campi elettromagnetici in generale è che provoca uno stress ossidativo eccessivo causando disfunzione mitocondriale. Secondo la ricerca di Pall, radiazioni a microonde a radiofrequenza come quella del cellulare e router wireless attivano i canali di calcio voltaggio-dipendenti (VGCC) situati nella membrana esterna delle cellule. Secondo Pall, i VGCC sono 7,2 milioni di volte più sensibili alle radiazioni a microonde rispetto alle particelle cariche all’interno e all’esterno delle nostre cellule, il che significa che gli standard di sicurezza per questa esposizione sono fuori di un fattore di 7,2 milioni. La radiazione a microonde a bassa frequenza apre i VGCC, consentendo in tal modo un anormale afflusso di ioni di calcio nella cellula, che a sua volta attiva ossido nitrico (NO) e superossido che reagiscono quasi istantaneamente a formare perossinitrito che causa quindi radicali liberi carbonati, la più reattiva specie di azoto reattivo conosciuta e ritenuta una causa di molte delle attuali malattie croniche. Uno dei rischi più significativi del perossinitrito è che danneggia il DNA. Lo studio European REFLEX pubblicato nel 2004 ha rivelato che gli effetti non termici delle radiazioni 2G e 3G sono in realtà molto simili agli effetti dei raggi X in termini di danno genetico.

IL CANCRO NON È IL PRINCIPALE RISCHIO DA CAMPI ELETTROMAGNETICI

Il voltaggio del corpo, invece, sembra giocare un ruolo significativo nella salute e nella malattia. La produzione di elettricità del corpo umano consente alle cellule di comunicare ed eseguire le funzioni biologiche di base necessarie per la sopravvivenza. Tuttavia, il corpo è progettato per funzionare a livelli e frequenze molto specifici. Essere circondati da campi elettromagnetici creati dall’uomo che sono 1 milione di volte più alti rispetto all’ambiente naturale EMF della Terra può interferire con la capacità del DNA di ricevere e trasmettere segnali biologici. Mentre la controversia sui danni dei campi elettromagnetici si è incentrata sul fatto che possa causare o meno il cancro, in particolare i tumori cerebrali, questa in realtà non è la più grande preoccupazione. Poiché il danno è fortemente legato all’attivazione dei VGCC, è ovvio che le aree in cui i VGCC sono più densi sarebbero più vulnerabili. Ahimè, la più alta densità di VGCC si trova nel sistema nervoso, nel cervello, nel pacemaker del cuore e nei testicoli maschili. Di conseguenza, i campi elettromagnetici possono contribuire a problemi neurologici e neuropsichiatrici, problemi cardiaci e riproduttivi. Questo include, ma non è limitato alle aritmie cardiache, ansia, depressione, autismo, morbo di Alzheimer e infertilità. In effetti, questo è ciò che i ricercatori continuano a trovare, e tutti questi problemi di salute sono molto più diffusi e uccidono più persone che il cancro al cervello. Inoltre, vedendo quanti sono già alle prese con l’ipersensibilità elettromagnetica, saturando le città e le aree sub-urbane con le radiazioni MMW il problema sarà senza dubbio più diffuso e renderebbe la vita insopportabile per chi già sente gli effetti delle radiazioni wireless.

IL PIU’ RECENTE STRATAGEMMA DEI MEDIA PER TRALASCIARE LE PREOCCUPAZIONI 5G: INCOLPARE I RUSSI

In un recente articolo di Medium, Devra Davis, un ricercatore rispettato e con alte credenziali sui pericoli delle radiazioni dei cellulari, mette in evidenza una recente tendenza dei media: annotare gli scienziati che avvertono dei pericoli 5G come “allarmisti senza legami, legati alla propaganda russa”. “Potrebbe essere una coincidenza che seguendo la storia del New York Times, il Wall Street Journal e il Telegraph inglese abbiano fatto eco alla stessa macchia di colpevolezza dell’associazione”, scrive, aggiungendo: “Queste fonti di informazione altrimenti credibili ignorano il corpus sostanziale della scienza che identifica i rischi delle radiazioni senza fili e 5G dettagliati nelle indagini giornalistiche indipendenti che sono apparse estesamente sui media in tutta Europa e sono state coperte da reti importanti…L’incapacità di segnalare questi problemi 5G critici e correggere le informazioni fuorvianti riguardanti gli effetti sulla salute di wireless e 5G nel New York Times ha nulla a che fare con la loro nuova joint venture con Verizon nel giornalismo 5G, o il fatto che il consiglio di amministrazione di Times include funzionari di Facebook, Verizon, Media Lab e altri sostenitori del settore delle telecomunicazioni, mentre Carlos Slim, a capo di alcune delle più grandi aziende di telecomunicazioni del mondo, ha ridimensionato e ora possiede solo il 15% delle sue scorte“?
Davis sottolinea anche chiaramente la differenza tra le competenze scientifiche americane e quelle russe nei confronti dei campi elettromagnetici: “La storia della ricerca sugli impatti sulla salute pubblica e ambientale delle radiazioni a microonde a radiofrequenza (radiazioni senza fili) rivela alcuni paralleli non facili come quelli del tabacco. Negli anni ‘50 e ‘60, gli scienziati che hanno dimostrato gli effetti nocivi del tabacco si sono trovati a lottare per una seria attenzione e sostegno finanziario. La validità delle loro opinioni è stata accettata solo dopo che il bilancio delle malattie e della morte era diventato innegabile. Per gli impatti sulla salute derivanti dalle radiazioni wireless, sta emergendo un modello simile. Ogni volta che un’agenzia governativa degli Stati Uniti ha prodotto risultati positivi, le ricerche sugli impatti sulla salute sono state eliminate. L’Ufficio per la ricerca navale, l’Istituto nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro, il Dipartimento per la salute, l’istruzione e il benessere e l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, un tempo avevano programmi di ricerca vivaci che documentavano i pericoli delle radiazioni senza fili. Tutti hanno trovato i loro programmi rottamati, riflettendo la pressione di coloro che cercavano di sopprimere questo lavoro. I 50 anni di ricerca russa sulle radiazioni elettromagnetiche dalla Guerra Fredda in poi, hanno portato alla loro chiara comprensione che questa esposizione ha effetti biologici. Il Comitato nazionale russo per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti ha emanato una Risoluzione nel 2011 raccomandando che gli individui di età inferiore ai 18 anni non usino un telefono cellulare“.

IL RISCHIO DI CANCRO AL CERVELLO È PROBABILMENTE REALE

Mentre le malattie cardiache, la demenza e l’infertilità oscurano il rischio di cancro al cervello, la possibilità di cancro però rimane ancora, e potrebbe essere una preoccupazione molto più significativa per i bambini che crescono circondati da tecnologie wireless, di quanto pensiamo. Il fatto è che non sapremo con certezza se in utero e l’uso precoce del cellulare aumenteranno i tassi di cancro al cervello almeno fino a un decennio o due quando i giovani di oggi saranno cresciuti. La ricerca suggerisce che le radiazioni da cellulare influenzi certamente il rischio, e ci sono una serie di resoconti aneddotici irresistibili che sono difficili da ignorare. Nel suo articolo, Davis menziona Robert C. Kane, un ingegnere delle telecomunicazioni senior “che aveva volentieri servito come cavia per Motorola e altre società che sviluppavano nuove tecnologie wireless negli anni ‘80″. Ha sviluppato un tipo di cancro al cervello maligno che il National Toxicology Program ha successivamente confermato essere un effetto collaterale dell’esposizione alle radiazioni da cellulari. I risultati degli NTP sono stati pubblicati nel 2018. Prima della sua morte, nel 2002, Kane ha pubblicato il libro “Radiazione cellulare – Roulette russa”, in cui affermava che: “Mai nella storia umana c’è stata una pratica, come quella in cui ora ci imbattiamo, di marketing e distribuzione di prodotti ostili al sistema biologico umano da parte di un’industria che ne conosce gli effetti”.

 

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Martedì, 02 Luglio 2019 15:27

COME CONSERVARE GLI ALIMENTI NATURALMENTE.

03-07-2019

Si è rotto il frigorifero e non sai come conservare il tuo cibo? Non preoccuparti, esistono alcuni trucchi per conservare gli alimenti in modo naturale. Questo potrà aiutarti a evitare, o almeno limitare, l’uso di sostanze nocive per l’organismo e l’ambiente (come la carta d’alluminio) e a imparare a vivere, ogni tanto, anche senza elettrodomestici. Partiamo innanzitutto col capire quali elementi, in natura, possono aiutarti nell’ostacolare la formazione di microrganismi nocivi per gli alimenti. In particolare, esistono 4 preziose soluzioni, ognuna adatta a un uso specifico:

• il sale: da usare da solo, o diluito nell’acqua, fornisce un’azione antisettica, ostacolando lo sviluppo di batteri, ad eccezione di muffe che riescono a sopravvivere anche ad elevate concentrazioni;
• lo zucchero: in genere è utilizzato per la conservazione della frutta e nelle confetture e gelatine;
• l’olio: con la sua capacità di creare un ambiente privo di ossigeno, funge da inibitore alla crescita di funghi, muffe e batteri;
• l’aceto: abbassa il pH degli alimenti, impedendo lo sviluppo di microrganismi, ad eccezione di lieviti e muffe.

In base all’alimento che dovrai conservare e alle sue caratteristiche, potrai scegliere una delle soluzioni da adottare. Passato in rassegna l’abc della conservazione degli alimenti, un piccolo aiuto può arrivarci dal passato. In effetti, nei tempi antichi frigorifero, pellicole e fogli di alluminio non esistevano: allora come facevano i nostri avi a conservare il cibo? Beh, di sicuro ne acquistavano in quantità decisamente più ridotte, ma quello che rimaneva lo sistemavano così:

• uova: sepolte in cassette colme di grano;
• formaggi molli: inseriti in vasi ermetici con qualche zolletta di zucchero per evitare la formazione di muffa;
• insalata: avvolta in panni umidi;
• latte: 4 grammi di bicarbonato per ogni litro per evitare che inacidisse.

Questi sono solo alcuni dei rimedi utilizzati dai nostri antenati per conservare il cibo. Puoi utilizzarli per trovare qualche spunto alla conservazione naturale dei tuoi alimenti. Infine, un aiutino ci viene dall’Olanda e, nello specifico, dalla Design Academy di Eindhoven dove un ragazzo, il designer coreano Jihyun Ryou, ha progettato per la sua tesi di laurea una soluzione eco-friendly per la conservazione degli alimenti. Si tratta di una serie di mensole e scatole, disposte a muro, che sfruttano alcuni principi della chimica e della biologia. Ad esempio?
Alcune mensole sfruttano l’azione combinata di tipi diversi di frutta. Le mele, è vero, emettono gas etilene che fa maturare più velocemente altri frutti, come il kiwi, ma se disposte vicino alle patate, rallentano il comparire dei germogli. Ancora: la sabbia regola il grado di umidità e permette la conservazione dei tuberi, mentre per alcune verdure come zucchine, cetrioli e melanzane, è consigliabile usare dei contenitori aperti, in modo tale da poter bagnarli periodicamente. Infine, le uova che vengono conservate in vaschette d’acqua, per controllarne il grado di freschezza. Ecco quindi alcuni utili consigli per conservare i tuoi alimenti, fuori dal frigo e senza l’ausilio di sostanze nocive.

03-07-2019

Naturalmente, non tutti riconoscono i lavori che hanno messo in dubbio l’efficacia degli antidepressivi. Ci sono in ballo troppi soldi e troppo potere - per le case farmaceutiche e per gli psichiatri - per arrendersi senza combattere. Per questo lorsignori insistono nel sostenere che la maggioranza delle ricerche confermano l’utilità di farmaci capaci di alterare il livello di serotonina nel cervello di depressi e stressati. Siccome questi farmaci sono sul mercato da diverso tempo (il primo SSRI, il Prozac, è sul mercato dal 1988), è stato un periodo sufficiente per far emergere gli effetti collaterali e tossici accusati dai pazienti seguiti clinicamente in tali terapie farmacologiche e nessuno è quindi più in grado di poter tenere nascosta la verità. Possono tentare di sminuire, ma non possono farlo sparire.
Stando al Physicians’ Desk Reference, che viene considerato il «prontuario farmacologico più attendibile ed utilizzato», l’intera classe di farmaci nota coma SSRI - quindi Prozac, Luvox e Paxil inclusi - ha dimostrato di far sorgere, in un numero significativo di pazienti in cura, i seguenti effetti collaterali:

• reazioni maniacali (cleptomania, piromania, dipsomania [bisogno irresistibile di bere forti dosi di alcolici], ninfomania);

• ipomania (perdita di giudizio critico, spese incontrollate, impulsività, ecc.);

• modalità anomale di pensiero;

• allucinazioni;

• disturbi della personalità;

• amnesia;

• agitazione;

• psicosi;

• anomalie nei sogni;

• abuso di alcolici;

• ostilità;

• reazioni paranoiche;

• confusione;

• deliri;

• disturbi del sonno;

• acatisia (una profonda irrequietezza interna psicomotoria che può portare al suicidio);

• sindrome da astinenza;

• impulsività.

Qualunque sia il punto di vista, è una lista inquietante. E se notiamo che molti di coloro coinvolti negli omicidi di massa (gli sparatori di Columbine, lo sparatore della Virginia Tech che uccise 32 persone in un campus universitario, l’uomo di Louisville che sparò ed uccise 9 persone alla Standard Gravure Company, il 16enne nativo americano che sparò ed uccise 9 persone alla Red Lake Indian Reservation in Minnesota, solo per citarne alcuni ) assumevano SSRI all’epoca delle uccisioni, beh, dovrebbe suonare in tutti noi il campanello d’allarme.
È il caso di ribadire che non sto parlando di pochi casi isolati. La maggior parte di coloro che hanno perpetrato omicidi di massa negli ultimi 15-20 anni, all’epoca dei misfatti assumeva farmaci della classe SSRI - o altri usati d’abitudine nella cura dei disturbi dell’ansia e della depressione. Dietro prescrizione medica…E questi cosiddetti farmaci non sono correlati solo agli assassini in massa. La dottoressa Ann Blake Tracy autrice del libro «Prozac, Panacea o Pandora?», ha studiato 32 casi di omicidio-suicidio che riguardavano madri e figli, ed ha scoperto che in 24 di quei casi (circa il 70%), le donne assumevano Prozac all’epoca dell’omicidio. Naturalmente in questi casi gli psichiatri hanno gioco facile nel difendere i farmaci che prescrivono sostenendo che, siccome questi soggetti erano in cura per malattie mentali, la colpa dei loro crimini risiede nei loro problemi psicologici. Ora però questa spiegazione ha perso gradualmente peso, grazie ad una ricerca condotta dall’Institute for Safe Medication Practices, un’organizzazione indipendente non affiliata a nessun ente governativo od azienda farmaceutica.
I ricercatori dell’ISMP hanno utilizzato informazioni provenienti dall’Adverse Event Reporting System della FDA (Food & Drug Administration) per compilare una lista delle 10 medicine assunte con maggior frequenza da chi ha manifestato comportamenti violenti (è bene precisare che i ricercatori hanno curato con attenzione le statistiche, in modo da tener conto anche degli altri fattori che potevano essere considerati responsabili di esplosioni di violenza in pazienti psichiatrici che assumevano i suddetti farmaci). A questo punto nessuno dovrebbe sorprendersi nel leggere i risultati di tale ricerca: la lista dei farmaci più violenti è ovviamente dominata dagli antidepressivi, che occupano 5 dei 10 posti. È poi molto illuminante il fatto che tutti e 5 tali farmaci appartengano alle due classi di inibitori della ricaptazione della serotonina, cioè delle due tipologie di antidepressivi di prima scelta nelle prescrizioni degli psichiatri di tutto il mondo. Questi 5 farmaci mortali sono: Pristiq ed Effexor (della classe SNRI) e Luvox, Paxil e Prozac (per la classe SSRI).
Gli effetti collaterali degli antidepressivi sono sconcertanti e, almeno in alcuni casi, letali. La mente umana è lo strumento dalla più sensibile regolazione. Somministrare sostanze che ne manomettono l’equilibrio è, nel migliore dei casi, un’azione imprevedibile e rischiosa. Se è difficile sostenere che la correlazione fra consumo di antidepressivi e violenza estrema è dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio, il fatto che in così tanti casi chi ha commesso dei crimini tanto orribili assumesse farmaci inibitori della serotonina è invece un dato certo che dovrebbe spingere il Congresso, la Casa Bianca, la FDA, la stampa ufficiale e tutte le organizzazioni private veramente interessate alla salute degli americani a promuovere ulteriori approfondite indagini. Il fatto che questo non accada è la prova inconfutabile del potere delle case farmaceutiche e di quanto la loro campagna a favore di tali farmaci continui ad essere influente. La storia di James Holmes, il folle responsabile del massacro di Aurora, Colorado, sembra una conferma: Holmes aveva in precedenza consultato una psichiatra per parecchi mesi che fu talmente preoccupata di quello che veniva a sapere nei colloqui da rompere il vincolo del riserbo medico-paziente ed avvisare chi di dovere presso l’University of Colorado; Holmes poteva essere una minaccia per sé e gli altri. Non sappiamo se gli fossero stati prescritti dei farmaci; ma se in futuro dovesse saltar fuori che era sotto antidepressivi, nessuno di chi ha prestato attenzione a quanto sta accadendo alla nostra società negli ultimi 15-20 anni, ne sarebbe minimamente sorpreso.

Domenica, 30 Giugno 2019 18:36

LA RICERCA IN MEDICINA NON ESISTE.

01-07-2019

Sappiamo tutti che la ricerca, a livello mondiale, è finanziata al 90 per cento dall'industria farmaceutica. E sappiamo anche che queste aziende vengono continuamente denunciate per i danni alla salute provocati dai loro "rimedi miracolosi". Ma quello che non sappiamo è come inquadrare i ricercatori in tutta questa situazione paradossale. Paradossale per il semplice fatto che la ricerca dovrebbe aiutarci a migliorare la salute. Dovrebbe essere utilizzata per il bene comune. Invece nulla di tutto ciò. Si assiste ad una falsa ricerca del benessere globale, basata sull’inganno da parte di coloro a cui interessa soltanto il profitto. La ricerca oramai si basa sull’individuazione di tutto quello che potrebbe distruggere l’umanità. Ma la vera ricerca non potrà mai esistere percorrendo questa strada, e soprattutto se i ricercatori continueranno a considerarsi tali. 
I ricercatori di oggi si possono suddividere in due categorie: i corrotti e gli illusi. I corrotti, sono coloro che lavorano per le multinazionali farmaceutiche, dove effettuano ricerche per loro conto e pubblicano i dati sperimentali, omettendo i dati negativi sulle varie riviste scientifiche, regalandoci come risultato, migliaia di morti e migliaia di miliardi di guadagni per le loro compagnie. Gli illusi, invece, lavorano in maniera indipendente cercando di scoprire qualcosa di cui possa beneficiarne l’umanità. Ma cosa ricercano? Se non sanno quali siano le cause di una determinata patologia come si possono scoprire molecole in grado di curare? Ammesso e non concesso, che queste siano le priorità legate al loro modo di fare ricerca. Se esistono dei problemi, le soluzioni possono essere varie se si conoscono le motivazioni. Ma se le cause rimangono ignote, l’unica soluzione plausibile rimane quella di trattare il sintomo momentaneamente, spostando il problema a data da destinarsi. E no! Questo non è fare ricerca, questo è semplicemente perdere del tempo che potrebbe essere sfruttato in altri modi. Se vogliamo curare le malattie, i ricercatori devono cambiare metodologie di lavoro se non vogliono fare la stessa fine, che presto o tardi, faranno le multinazionali del farmaco!

01-07-2019

I benefici offerti dalle carote sono così tanti e possono essere sfruttati in così tanti modi che limitarsi a mangiarle è quasi un peccato. Questo ortaggio non dovrebbe mai mancare nella nostra dispensa e il nostro regime alimentare dovrebbe includerlo almeno in uno dei pasti quotidiani, ma anche quando ci concediamo un trattamento di bellezza a casa non dovremmo dimenticarcene. Se vogliamo una pelle ben nutrita, luminosa, morbida, soda e desideriamo combattere rughe e invecchiamento cutaneo non possiamo dimenticare che la carota è l’alimento che fa al caso nostro. Ricco di beta-carotene, vitamine, potassio e folacina, questo ortaggio fornisce una perfetta idratazione, ripara i tessuti danneggiati, previene e combatte le rughe regalando alla pelle una visibile elasticità.

ECCO COME PREPARARE UNA MASCHERA A BASE DI CAROTE IN CASA

INGREDIENTI:

2 carote fresche (grandi) e 3 cucchiai di miele.

PROCEDIMENTO

Frullate le carote, inserite poi il composto in una piccola ciotola e unite due cucchiai di miele. Mescolate sino ad ottenere una crema omogenea e se la crema è troppo densa aggiungete il terzo cucchiaio di miele. Il composto deve essere fluido, ma non troppo affinché non scivoli via dal viso. Applicate sulla pelle del viso, appunto, e lasciate agire per 10 o 15 minuti. Attenzione! Non dovrete spalmare la maschera nella parte limitrofa all’occhio. Lavate poi con acqua tiepida eliminando accuratamente ogni traccia del composto. Con gli stessi ingredienti e l’aggiunta di zucchero di canna è possibile ottenere anche uno scrub delicato per il viso che elimini cellule morte e punti neri nutrendo, allo stesso tempo, la pelle. Se, invece, non abbiamo a portata di mano il miele o non possiamo usarlo a causa di allergie o altro, possiamo sempre sostituire il miele con mezzo vasetto di yogurt bianco.

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