Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Mercoledì, 30 Novembre 2016 12:27

4 OTTIME E GOLOSE ALTERNATIVE AL LATTE VACCINO.

30-11-2016

Le bevande vegetali sono un’ottima alternativa a quello vaccino utilizzate prevalentemente dai vegani. In realtà, non si tratta di bevande adatte soltanto a chi per scelta non mangia cibi di origine animale, ma anche a chi soffre di colesterolo alto e, in generale, a tutti coloro che hanno necessità di seguire una dieta povera di grassi, anche solo per dimagrire o per controllare meglio il diabete. Infatti, da un lato sono ricchi di nutrienti come vitamine e minerali, dall’altro sono privi di colesterolo e contengono quantità irrilevanti di grassi saturi. Inoltre, sono indicati per chi è intollerante al lattosio e allergico alla caseina e possono essere introdotti nell’alimentazione di chiunque voglia seguire una dieta sana e leggera. Ogni tipo può avere diversi utilizzi, si possono quindi bere caldi o freddi, ma anche usare in cucina al posto di quello vaccino.

1. BEVANDA DI MANDORLE

Conosciuto fin dal Medioevo, la bevanda di mandorle è una bevanda della tradizione italiana: veniva prodotto nei monasteri siciliani e, ancora oggi, è molto diffuso in tutta la Penisola, soprattutto nelle regioni del Sud. In origine, era preferito al latte di mucca perché si conserva più a lungo. Ha un colore neutro, sul beige ed è facile da trovare in commercio, ma anche da fare a casa, se avete un pò di tempo. Diversamente dal latte di mucca, questa bevanda non contiene colesterolo né lattosio, ma ha anche un contenuto inferiore di proteine. Tuttavia, contiene molti nutrienti, come fibre, vitamina E, magnesio, selenio, manganese, zinco, potassio, ferro, fosforo e calcio. Grazie alle sue proprietà, la bevanda di mandorle aiuta la digestione. L’unica cosa a cui fare attenzione sono le calorie. Questo ingrediente è molto calorico, ha 50 calorie ogni 100 ml, per questo è bene non assumerne quantità esagerate, per evitare di ingrassare. La dose consigliata si attesta su un bicchiere al giorno. Può essere bevuto freddo, al bicchiere, oppure essere utilizzato per realizzare dei dolci o dei piatti salati dal gusto esotico. Inoltre, può essere aggiunto nella preparazione di frullati di frutta, che verranno così ancora più gustosi. Caldo può essere usato anche in ricette tradizionali, come il purè di patate o al posto della panna da cucina nelle zuppe. Il tutto nelle stesse quantità che usereste per il latte di mucca.

2. BEVANDA D’AVENA

Tra le bevande vegetali, quello d’avena è particolarmente ricco di vitamina E, di zuccheri complessi e potassio, e ha un basso contenuto calorico. Se siete allergici o intolleranti al latte di mucca, quello d’avena può essere una valida alternativa. E nel caso seguiate una dieta vegana o vegetariana, sappiate che questo alimento possiede proprietà e benefici che lo rendono un cibo sano e nutriente. Tra le sue principali proprietà, c’è quella di aiutare a ridurre il colesterolo e i trigliceridi nel sangue. Questo perché esso contiene molte fibre che favoriscono la digestione, come il beta-glucano, una fibra solubile che aumenta la flora intestinale. Inoltre, la bevanda d’avena è ricco di carboidrati complessi, ad assorbimento lento, ed è per questo un alimento ideale per le diete. Oltre a migliorare la digestione, infatti, fa arrivare prima la sensazione di sazietà, favorendo l’effetto dimagrante. Inoltre è un alimento poco calorico.

3. BEVANDA DI RISO

La bevanda di riso ha molte proprietà e poche calorie, elemento che lo rende un ottimo sostituto del latte vaccino anche in cucina, soprattutto nella preparazione dei dolci. Il gusto di questa bevanda è dolciastro e si trova in commercio al naturale, oppure in diversi gusti, come quello alla vaniglia o al cioccolato. La bevanda di riso contiene più carboidrati rispetto al latte di mucca, ma non contiene lattosio e colesterolo. Ridotto è l’apporto di calcio e proteine, per questo è necessario integrare la propria dieta con alimenti che li contengano nel caso si faccia uso di questa bevanda. Tuttavia, in commercio è comune trovare bevanda di riso già integrato con calcio, proteine e anche vitamine e ferro. Tra tutte le bevande vegetali è il meno grasso e contiene fibre, vitamina A, B, D e minerali. E’ una bevanda molto leggera e particolarmente adatta per regolarizzare le funzioni intestinali. La bevanda di riso è facilmente digeribile, perché ricco di zuccheri semplici, ed è privo di colesterolo e di lattosio, elemento che lo rende particolarmente adatto per chi vuole preservare la salute del cuore e per chi è intollerante al lattosio. Grazie all’elevato contenuto di zuccheri semplici, la bevanda di riso è utile anche per gli sportivi che hanno bisogno di molta energia. Non fa ingrassare, anzi è adatto nelle diete ipocaloriche: una tazza di bevanda di riso contiene circa 140 calorie, rispetto alle 185 del latte vaccino intero e 97 di una tazza di latte di mucca scremato. Una tazza di bevanda di riso al giorno è la quantità consigliata da assumere. E’ ottimo per la colazione, ma anche per la preparazione dei dolci. Basterà sostituirlo nella stessa quantità del latte vaccino per un risultato buonissimo.

4. BEVANDA DI MIGLIO

La bevanda di miglio è una bevanda altamente digeribile, molto nutriente e completamente priva di lattosio e glutine, così da poter essere inserita nella dieta di coloro che seguono regimi alimentari di tipo vegano o vegetariano, ma anche di chi soffre di intolleranza al lattosio, allergie alle caseina o celiachia. Grazie alla presenza di un particolare enzima che aiuta l’eliminazione dei grassi, la bevanda di miglio è inoltre perfetto anche per chi soffre di diabete e colesterolo alto. Ricco in proteine vegetali, vitamine del gruppo B, lecitina e minerali, svolge inoltre un’azione rivitalizzante e riequilibrante sul sistema nervoso; stimolante su pelle, unghie, capelli e denti e protettiva verso i vasi sanguigni. Vanta poi un alto contenuto di antiossidanti; agisce positivamente sulla pressione e possiede proprietà alcalinizzanti, che contribuiscono a ristabilire il giusto pH nell’organismo. Facilitando l’eliminazione delle tossine, il consumo di questa bevanda favorisce lo stato di salute generale, ed in particolare di stomaco, pancreas e milza. L’alto contenuto di fibre stimola poi l’intestino e contrasta l’insorgenza di tumori al colon, mentre la presenza di triptofano migliora l’umore. La bevanda di miglio non presenta particolarmente controindicazioni, se non per chi soffre di ipotiroidismo o intolleranza al nichel, casi in cui si consiglia un consumo moderato.

30-11-2016

Alcune persone che soffrono di pressione alta, o ipertensione, potrebbero liberarsi da questo problema e dalla dipendenza dai farmaci rimuovendo i minuscoli tumori benigni che si sono sviluppati nelle ghiandole surrenali, e che sarebbero proprio la causa della pressione arteriosa alta. Il problema pressione alta, che affligge milioni di persone e le mette a rischio di essere vittime di attacchi cardiaci e ictus, potrebbe non sempre derivare da un problema esclusivamente cardiovascolare. Secondo uno studio pubblicato su Nature Genetics, la causa può essere ricercata in piccoli tumori benigni che crescono nella ghiandole surrenali. Questi tumori sarebbero i responsabili del 10% dei casi di ipertensione. A suggerire il coinvolgimento dei tumori nelle ghiandole surrenali sono i ricercatori britannici dell’Università di Cambridge e dell’ospedale di Addenbrooke’s, i quali ritengono che un intervento atto a rimuovere queste escrescenze potrebbe liberare i pazienti dalla dipendenza a vita dai farmaci.
In precedenti studi i ricercatori avevano già osservato come proprio le crescite anomale di tumori relativamente grandi nelle ghiandole surrenali potessero far aumentare la pressione sanguigna. Il passo avanti compiuto in questo nuovo studio ha permesso di osservare come anche le crescite di tumori molto più piccoli producano lo stesso effetto sulla pressione. L’alterazione della pressione sarebbe dovuta alla modificata produzione di ormoni da parte delle ghiandole che si trovano al di sopra dei reni. Un aumento nella produzione dell’ormone aldosterone modificherebbe il controllo del sale nel corpo da parte dei reni, causando un aumento della pressione arteriosa. Se circa il 5% dei casi di ipertensione sono causati dalle crescite tumorali di grandi dimensioni, molti altri casi potrebbero essere prevenuti intervenendo sulle piccole crescite, sostengono gli autori dello studio. Prima dunque di gettare la spugna pensando che la propria condizione di pressione alta sia definitiva, potrebbe essere utile accertarsi di non avere queste piccole crescite tumorali nelle proprie ghiandole surrenali.

 

http://www.cam.ac.uk/research/news/scientists-discover-a-curable-cause-for-some-cases-of-high-blood-pressure

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23913004

29-11-2016

Digiunare fa bene. Contrariamente a quanto si crede, digiunare 2-4 giorni ogni sei mesi, aiuta il sistema immunitario a rigenerarsi. Una scoperta che i ricercatori dell’University of Southern California considerano una “svolta notevole”. È una delle più antiche terapie usate in medicina. A partire da Ippocrate, che credeva che il digiuno guarisse il corpo, a Paracelso, un guaritore che 500 anni fa riteneva che fosse “il rimedio medico migliore”, fino ad arrivare alla medicina Ayurvedica. Digiunare è una pratica usata in quasi tutte le religioni del mondo, tra cui il Cristianesimo, l’Ebraismo, il Buddismo e l’Islam, per ripristinare la salute fisica e mentale. In Europa il digiuno è stato usato come trattamento medico per anni e attualmente molti centri, soprattutto in Germania, Svezia e Russia, lo consigliano sotto supervisione di uno specialista. Non solo disintossicazione, dunque. Digiunare per massimo 2-4 giorni ogni sei mesi permette di rigenerare l’intero sistema immunitario, anche negli anziani. L’organismo infatti, per evitare di morire di fame, spinge le cellule staminali a produrre nuovi globuli bianchi, che combattono le infezioni, rigenerando l’intero sistema. Secondo gli scienziati dell’University of Southern California, che hanno condotto lo studio, la scoperta potrebbe essere particolarmente utile per le persone che soffrono di sistemi immunitari danneggiati. Ad esempio, i malati di cancro sottoposti a cicli chemioterapici. 
Infatti, digiunare sotto controllo di un esperto per 72 ore aiuterebbe l’organismo a proteggersi contro l’impatto tossico della chemioterapia. Ma non solo. I benefici riguardano anche le persone anziane. Con l’avanzare dell’età il sistema immunitario diventa meno efficace. Il digiuno prolungato agirebbe anche sulla riduzione della proteina chinasi A, o PKA, legata all’invecchiamento e alla proliferazione del cancro. “Non potevamo prevedere che il digiuno prolungato avesse un effetto così notevole nel promuovere la rigenerazione delle cellule staminali del sistema ematopoietico”, ha dichiarato il Prof. Valter Longo, docente di Gerontologia e Scienze Biologiche, che ha diretto la ricerca. “La buona notizia è che il corpo si sbarazza delle parti del sistema che potrebbero essere danneggiate o vecchie, le parti inefficienti, durante il digiuno. Ora, se si inizia con un sistema fortemente danneggiato da chemioterapia o dall’invecchiamento, digiunare ciclicamente permette di generare, letteralmente, un nuovo sistema immunitario”. La sua collaboratrice, Tanya Dorff, docente presso il USC Norris Comprehensive Cancer Center and Hospital aggiunge che “la chemioterapia salva la vita delle persone, ma causa anche danni significativi al sistema immunitario. I risultati del nostro studio dimostrano che il digiuno potrebbe mitigare alcuni degli effetti dannosi della chemioterapia. Ulteriori studi sono in corso per definire in modo più approfondito tale correlazione, ma il Prof. Longo si mostra fiducioso in quanto “non ci sono prove che il digiuno faccia male, mentre ci sono forti evidenze dei suoi benefici”.

29-11-2016

L'argilla verde è un rimedio naturale dalle numerose applicazioni benefiche. Fin dall'antichità veniva utilizzata per la preparazione di impacchi adatti per la cura della pelle, per alleviare le irritazioni e i dolori articolari, ma anche in caso di distorsioni o di problemi muscolari. I suoi utilizzi del passato sono ancora molto attuali. L'argilla verde è un rimedio multiuso adatto per la cura della salute e della bellezza. Scopriamo insieme come utilizzarla al meglio.

1. MASCHERA PER IL VISO

Preparare una maschera per il viso è uno degli utilizzi più frequenti dell'argilla verde. E' necessario, innanzitutto, preparare la base della maschera, a cui poi verranno aggiunti ingredienti differenti a seconda del tipo di pelle. Ad esempio: infuso di malva per la pelle secca, succo di limone per la pelle grassa e olio essenziale di lavanda per la pelle normale. La maschera di base si ottiene mescolando all'argilla dell'acqua a temperatura ambiente.

2. DEPURARSI CON L’ARGILLA VERDE VENTILATA

L'argilla verde ventilata è uno dei rimedi più utilizzati per la depurazione dell'organismo. E' necessario acquistare in erboristeria dell'argilla adatta per uso interno. A questo punto si potrà seguire una cura depurativa di base, bevendo ogni mattina a digiuno e per un mese un bicchiere d'acqua preparato lasciando riposare sul suo fondo un cucchiaino da caffè di argilla ventilata. La durata del trattamento può variare in base alle proprie esigenze e allo stato di salute.

3. IMPACCO ANTIFORFORA

L'argilla verde è un ottimo rimedio contro la forfora. E' sufficiente mescolare l'argilla con un pò d'acqua per ottenere un composto spalmabile. L'impacco antiforfora all'argilla verde è consigliato soprattutto in presenza di capelli grassi. Nel caso dei capelli secchi, si consiglia di sostituire l'argilla verde con l'argilla bianca, più delicata. Dovrete massaggiare il cuoio capelluto e lasciare agire l'impacco per 30 minuti prima di passare allo shampoo.

4. TRATTAMENTO ANTICELLULITE

Gli inestetismi della cellulite, come la pelle a buccia d'arancia, possono essere attenuati grazie ad impacchi frequenti a base di argilla verde. Ciò che conta, è soprattutto la costanza. Dovrete preparare un composto spalmabile aggiungendo all'argilla verde dell'acqua a temperatura ambiente. Potrete aggiungere all'impacco piccole quantità di ingredienti considerati attivi contro la cellulite, come l'olio di betulla e l'olio essenziale di rosmarino o di geranio.

5. DOLORI ARTICOLARI

Si tratta di un impacco a base di argilla calda. Dovrete mescolare 1 bicchiere di argilla ventilata, 1 cucchiaino di olio extravergine, ½ bicchiere di acqua calda e 1 cucchiaino di miele, con l'aiuto di un cucchiaio di legno. Quando avrete ottenuto un composto dalla consistenza cremosa, potrete applicarlo sulle articolazioni doloranti per 30-60 minuti. Si consiglia di praticare gli impacchi all'argilla per 1 mese, a giorni alterni.

6. DETERGENTE VISO

Per ottenere un detergente per il viso completamente naturale potrete mescolare 1 cucchiaino di argilla verde, 1 cucchiaio di gel d'aloe, 1 manciata di farina di mandorle o di mandorle tritate, 2 gocce di olio essenziale di lavanda e alcune gocce di tonico per il viso eco-bio, in modo da ottenere un composto piuttosto solido. Basterà staccarne un pezzetto al momento dell'utilizzo, mescolarlo all'acqua del rubinetto sul palmo della mano e utilizzarlo sul viso come se si trattasse di un detergente a risciacquo o di un normale sapone.

7. DENTIFRICIO IN POLVERE

Per la preparazione del vostro dentifricio in polvere all'argilla verde dovrete tritare finemente e ridurre in polvere, con l'aiuto di un mortaio o di un mixer da cucina: ½ cucchiaino di argilla verde ventilata, 2 cucchiai di foglie di salvia essiccata, 2 cucchiai di bicarbonato (che si trova spesso tra gli ingredienti principali dei dentifrici comunemente in vendita), 5 chiodi di garofano. Potrete aromatizzare il dentifricio con 5 gocce di olio essenziale di menta o di limone. Otterrete un dentifricio ecologico dalle proprietà sbiancanti e igienizzanti. Per trasformare questo dentifricio in polvere in un dentifricio in pasta, potrete mescolarne una piccola quantità con del gel d'aloe, al momento dell'utilizzo.

8. CURA DELLE UNGHIE

Tra i rimedi naturali per chi si mangia le unghie e le pellicine troviamo i maniluvi all'argilla verde, che aiutano a lenire, ammorbidire e purificare la pelle. Potete provare ad immergere le mani per qualche minuto, ogni giorno, in un catino con dell'acqua tiepida, in cui avrete versato 2 cucchiai di argilla verde in polvere.

9. MAL DI TESTA

Come comportarsi per alleviare emicrania e mal di testa? Anche in questo caso l'argilla verde può essere un prezioso aiuto. Applicate sulla fronte un composto preparato sciogliendo 2 o 3 cucchiai di argilla verde in acqua tiepida. Avrete ottenuto un cataplasma antidolorifico, che potrete rendere ancora più efficace arricchendolo con qualche goccia di olio essenziale di lavanda o di arancio dolce, entrambi noti per le loro proprietà rilassanti.

10. OCCHI INFIAMMATI

Dovrete immergere due garze sterili piegate in quattro in una soluzione di acqua e argilla (da preparare lasciando riposare per 15 minuti un cucchiaio di argilla verde in un bicchiere d'acqua). Aggiungete all'acqua e argilla un infuso freddo di malva, eufrasia e camomilla. Quindi appoggiate sugli occhi le garze imbevute nell'impacco. Potrete ripeterne l'applicazione fino a 3 volte al giorno.

29-11-2016

Nel 2010 la Cochrane Collaboration* era giunta ad una conclusione in merito alle campagne di vaccinazioni di massa proposte insistentemente agli anziani: “Le prove disponibili sono di scarsa qualità e non forniscono orientamenti riguardo la sicurezza, l’utilità e l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale nelle persone oltre i 65 anni di età”. Poco dopo la rivista Vaccine pubblica uno studio di un altro gruppo di ricercatori che afferma, invece, di avere rivisto le valutazioni della Cochrane e di avere tratto conclusioni diametralmente opposte e cioè che agli anziani fa bene farsi vaccinare contro l’influenza. Ecco chi sono i ricercatori che hanno ribaltato le conclusioni del network internazionale di scienziati. Stando alle informazioni sui conflitti di interesse che gli autori hanno dichiarato a margine dell’articolo pubblicato su Vaccine, Walter EP Beyer, del Dipartimento di Viroscienze dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, ha ricevuto denaro per consulenze da aziende farmaceutiche; Janet McElhaney, University of Connecticut Health Center, Department of Immunology, ha ricevuto onorari, pagamenti per consulenze e rimborsi per viaggi ai meeting da aziende farmaceutiche. Derek J. Smith, del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge, non ha dichiarato conflitti di interesse. Arnold S. Monto, della Scuola Superiore di Salute Pubblica dell’Università del Michigan, ha ricevuto denaro per consulenze da aziende farmaceutiche. Jonathan S. Nguyen-Van-Tam, dell’Università inglese di Notthingam, ha ricevuto finanziamenti per partecipare al meeting sull’influenza e per parlare come relatore, ha inoltre ricevuto fondi per la ricerca da numerose aziende produttrici di farmaci antinfluenzali e di vaccini; sta attualmente ricevendo fondi per la ricerca da GlaxoSmithKline, Astra-Zeneca e F.Hoffman-La Roche; ha dichiarato che nel settembre 2010 sono cessate le forme di remunerazione personale e sono dunque rimasti i fondi per la ricerca; è stato dipendente della SmithKline Beecham, della Roche Products e dell’Aventis Pasteur MSD. Albert Osterhaus, sempre di Rotterdam, è stato dirigente e ora è consulente della Viroclinics Biosciences BV, organizzazione che collabora strettamente con le aziende farmaceutiche ed è dirigente dell’Artemis BV.

*La Cochrane Collaboration è un network internazionale di oltre 31.000 operatori di oltre 120 paesi. L’obiettivo è quello di collaborare e fornire informazioni per una scelta informata riguardo la salute rendendo accessibili le Reviews, ormai oltre 5.000, pubblicate online nelle Cochrane Database of Systematic Reviews. Ha inoltre la più ampia raccolta al mondo di studi controllati randomizzati.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24095882

29-11-2016

Non è un segreto che la dieta moderna, che spesso consiste di grandi quantità di alimenti trasformati e innaturali, sta invadendo il mondo occidentale. L’obesità, il diabete e altre gravi preoccupazioni per la salute stanno diventando epidemie internazionali. Un’altra condizione medica causata dal cibo malsano che spesso viene trascurata, tuttavia, è la stitichezza, causata da ostruzione intestinale di solito innescata dal consumo di alimenti che sono difficili, o in alcuni casi addirittura impossibili, per il nostro organismo da digerire adeguatamente. Fortunatamente, la stipsi è abbastanza facile da curare. La natura ci offre un gran numero di alimenti lassativi naturali che possono aiutarci.

LISTA DI LASSATIVI NATURALI

MELASSA

E' il primo alimento consigliato, non solo perché è un lassativo naturale, ma perché è anche rimineralizzante (contiene un gran numero di tracce di minerali come zinco, rame e magnesio). Sciogliere un cucchiaio di melassa in acqua calda e bere una volta al giorno, preferibilmente al mattino prima della colazione.

ALOE VERA

Grazie al suo contenuto di aloina, l’aloe vera è un lassativo dolce e scientificamente provato. Aiuta anche a combattere la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e l’acidità.

FRUTTA E VERDURA

Frutti e verdure che hanno un effetto lassativo particolarmente potente sono le olive nere, fichi, prugne, uva, mango, avocado, albicocche secche e le verdure in genere.

CRUSCA DI AVENA

La crusca è estremamente densa di fibra alimentare che stimolano la peristalsi intestinale. Per esempio, una tazza di crusca di avena contiene il 58% di RDA di un adulto di fibre.

PRUGNE SECCHE

Lassativo antico e davvero efficace, consigliato dalle nonne, le prugne secche sono sempre un nostro grande alleato. Gustose, ricche di sostanze benefiche per il nostro organismo, possiamo anche inserirle nella nostra prima colazione, insieme ai cereali integrali, per un effetto lassativo garantito.

ACQUA

Acqua? Ebbene sì, l’acqua è tra i lassativi più potenti, se bevuta durante tutto l’arco della giornata, ma soprattutto appena svegli e nelle prime ore della giornata. Ripulisce stomaco e intestino, ammorbidisce le feci aiutando l’evacuazione e stimola i movimenti peristaltici intestinali.

ALTRI LASSATIVI

Noci, mandorle, liquirizia, semi di lino, prezzemolo, crescione e tarassaco.

Per combattere fastidi e gonfiori che sono gli effetti indesiderati della stitichezza, si può utilizzare il finocchio, noto per la sua azione carminativa e digestiva. Inoltre, non dimentichiamo il mirtillo rosso: un infuso al giorno a base di mirtillo rosso può assicurare un’azione antinfiammatoria, antiflogistica e diuretica.

Martedì, 29 Novembre 2016 08:50

FORFORA: 8 RIMEDI NATURALI PER COMBATTERLA.

29-11-2016

La forfora può rappresentare un problema antiestetico ed allo stesso tempo fastidioso, in grado di provocare sensazioni spiacevoli a livello del cuoio capelluto, come prurito e bruciore. I tanto pubblicizzati shampoo antiforfora spesso contengono sostanze attive adatte a contrastarla presenti soltanto in piccola quantità. Per tale motivo possono rivelarsi inefficaci. Nel caso non siate ancora riusciti a risolvere il problema della forfora, provate ad utilizzare con costanza uno o più dei seguenti rimedi naturali.

1. ACETO

Uno dei rimedi casalinghi da poter utilizzare contro la forfora è rappresentato dall'aceto di vino bianco o dall'aceto di mele. Alcune gocce di aceto possono essere diluite in acqua tiepida ed utilizzate per massaggiare il cuoio capelluto prima dello shampoo. E' inoltre possibile realizzare nello stesso modo un impacco da lasciare agire per tutta la notte, avvolgendo la testa in un asciugamano caldo prima di andare a dormire.

2. OLIO DI SEMI DI LINO

Un altro rimedio naturale considerato efficace per combattere la forfora è rappresentato dall'olio di semi di lino. Il suo utilizzo costante, in poche gocce, da massaggiare sul cuoio capelluto prima dello shampoo, può contribuire ad alleviare e via via a diminuire il problema della forfora. L'olio di semi di lino può essere acquistato nei negozi di prodotti alimentari biologici.

3. OLIO D'OLIVA E SUCCO DI LIMONE

Per cercare di combattere la forfora in maniera naturale è possibile provare ad utilizzare un impacco casalingo preparato utilizzando dell'olio d'oliva e del succo di limone. Il succo di limone aiuta a liberare il cuoio capelluto dalle squame secche della forfora, mentre l'olio d'oliva contribuisce alla sua idratazione ed al suo nutrimento. L'impacco deve essere applicato sul cuoio capelluto umido prima dello shampoo e deve essere lasciato agire per 30 minuti. Per la sua preparazione è sufficiente mescolare 2 cucchiai di succo di limone fresco, 2 cucchiai d'olio d'oliva e due cucchiai d'acqua.

4. GEL D'ALOE

Per prevenire la formazione della forfora e per contrastare il prurito da essa provocato, nel caso in cui sia ormai già presente, è consigliabile provare a coccolare il cuoio capelluto massaggiando su di esso delle piccole quantità di gel d'aloe vera prima di effettuare lo shampoo, lasciandolo agire il più possibile. L'applicazione del gel d'aloe può contribuire anche a calmare il prurito comparso improvvisamente in un punto del cuoio capelluto, grazie ad una rapida ed immediata applicazione.

5. OLIO ESSENZIALE DI TEA TREE

L'olio essenziale di Tea Tree è considerato come il più versatile tra gli oli essenziali. Per quanto riguarda la forfora, esso viene utilizzato nella formulazione di shampoo eco-biologici adatti a risolvere tale problema. L'olio essenziale di Tea Tree è considerato particolarmente efficace in caso di forfora secca ed è ritenuto in grado di risanare la cute. E' possibile provare a testarne l'efficacia diluendone due sole gocce nella quantità di shampoo normalmente utilizzata al momento del lavaggio dei capelli. Gli oli essenziali sono estratti naturali concentrati molto potenti e per questo motivo devono essere impiegati con attenzioni e in minime quantità. Il loro utilizzo è sconsigliato in presenza di ferite e forti lesioni della pelle.

6. ARGILLA VERDE VENTILATA

L'argilla verde ventilata, acquistabile in erboristeria, può essere utilizzata per effettuare un impacco antiforfora da applicare sui capelli e da lasciare agire per 30 minuti prima di passare allo shampoo. Si tratta di un impacco adatto in particolare a forfora accompagnata da capelli grassi. Chi ha i capelli secchi può pensare di sostituire l'argilla verde ventilata con dell'argilla bianca. E' consigliabile massaggiare il cuoio capelluto con una parte dell'impacco, prima di completarne l'applicazione. Esso può essere preparato mescolando l'argilla con una pari quantità d'acqua. Ad esempio, a quattro cucchiai d'argilla corrisponderanno quattro cucchiai d'acqua. E' necessario mescolare i due ingredienti fino ad ottenere un composto cremoso per facilitarne l'applicazione.

7. ORTICA

Un infuso a base di ortica può essere preparato al fine di ottenere una lozione da frizionare sul cuoio capelluto per frenare la comparsa della forfora. La sua preparazione è molto semplice. E' necessario porre in infusione in 250 ml di acqua bollente un cucchiaino di fiori d'ortica essiccati, per 10-15 minuti. L'infuso deve essere filtrato e lasciato raffreddare prima di essere applicato sulla cute. A tale scopo potrebbe essere utile trasferirlo in un contenitore spray.

8. BARBABIETOLA

Una lozione adatta a combattere la forfora può essere preparata a partire dalla barbabietola. La barbabietola è ritenuta un formidabile rimedio naturale contro la forfora. In proposito è possibile portare ad ebollizione fiori e radici di barbabietola in semplice acqua. Il decotto dovrà essere filtrato e lasciato raffreddare prima di essere applicato sul cuoio capelluto, massaggiandolo con delicatezza prima di passare allo shampoo.

28-11-2016

Farmaci comunemente assunti per curare una serie di patologie mediche ordinarie hanno un impatto negativo sul cervello, causando deterioramento cognitivo a lungo termine. Questi farmaci, chiamati anticolinergici, bloccano infatti l’acetilcolina, un neurotrasmettitore del sistema nervoso. Tra di essi figurano comuni prodotti da banco come Benadryl, Dramamina, Excedrin PM, Nytol, Sominex, Tylenol PM e Unisom. Altri medicinali anticolinergici come Paxil, Detrol, Demerol ed Elavil sono disponibili solo dietro prescrizione medica. Il sito PhysOrg.com riporta: “Ricercatori hanno portato avanti uno studio osservazionale valutando i casi di 1652 afroamericani sopra i settant’anni dell’area di Indianapolis che all’inizio della ricerca presentavano funzioni cognitive nella norma. L’assumere un anticolinergico aumentava in maniera considerevole il rischio, da parte dei pazienti, di sviluppare deterioramento cognitivo lieve, assumerne due lo raddoppiava”.

COMMENTO

Molte persone ritengono che i farmaci da banco (in inglese Over The Counter - OTC) siano sicuri perché non necessitano di una prescrizione medica. Non c’è nulla di più sbagliato. In passato, molti di questi medicinali erano in effetti disponibili solo su prescrizione e tenuti scrupolosamente sotto controllo. Il Motrin è stato il primo antinfiammatorio non steroideo non salicilato ad essere concesso su prescrizione. Adesso è una comune tipologia di ibuprofene da banco. Allo stesso modo, medicine contro l’ulcera come Tagamet, Zantec e Prilosec una volta erano rigorosamente monitorate, mentre ora possono essere tutte facilmente acquistate in una versione ridotta “di potenza da banco” che quasi raddoppia il numero delle pillole necessarie a ottenere l’equivalente di una dose da prescrizione. Solo perché un farmaco si può ottenere liberamente non vuol dire che sia meno pericoloso. Si tratta comunque di un prodotto chimico che in nessun modo, forma o dosaggio ha effetti sulla causa del problema e può anzi portare complicazioni che rischiano di ferire seriamente, se non di uccidere, chi lo assume o i suoi cari. Quindi, le informazioni qui riportate sono di sicuro importanti e possono essere utili a correre meno rischi di sviluppare, invecchiando, forme di demenza. Sulla base dei risultati della ricerca precedentemente citata, consiglio caldamente, agli anziani in particolare, di evitare tutti gli anticolinergici come il Benadryl (genericamente noto come difenidramina), un antistaminico piuttosto diffuso e virtualmente utilizzato in tutti i sonniferi da banco. Gli studiosi stanno continuando le ricerche sull’argomento per capire se il deterioramento cognitivo indotto dagli anticolinergici è reversibile, nel frattempo non è il caso di stare ad aspettarli, evitare questa tipologia di medicinali è davvero la soluzione migliore.

COSA SONO GLI ANTICOLINERGICI?

Gli anticolinergici bloccano un neurotrasmettitore chiamato acetilcolina. I malati di Alzheimer sono caratterizzati da una marcata carenza di questa sostanza. Sono reperibili sia su prescrizione, sia in versione da banco, dato che innumerevoli farmaci utilizzati per svariati sintomi possono avere un effetto anticolinergico. Tra gli esempi, si possono citare analgesici usati per i dolori notturni, antistaminici ed altre medicine usate per favorire il sonno come:

- Excedrin PM 
- Tylenol PM
- Nytol
- Sominex
- Unisom
- Benadryl
- Dramamina

Medicinali su prescrizione con effetti anticolinergici comprendono alcuni tipi di antidepressivi, farmaci per l’incontinenza e certi analgesici narcotici. Esempi di questa categoria includono:

- Paxil.
- Detrol.
- Demerol.
- Elavil.

UN AVVERTIMENTO PARTICOLARE ALLE PERSONE SENSIBILI ALL’ASPARTAME

Molti dei farmaci sopra elencati, così come parecchi altri ancora, contengono difenidramina. È necessario essere consapevoli del fatto che pastiglie masticabili e a rapida dissoluzione contenenti difenidramina possono essere dolcificate con l’aspartame. Se si soffre di una malattia di origine genetica conosciuta come Fenilchetonuria (PKU) si deve stare particolarmente attenti ad evitare farmaci di questo tipo insieme a tutti gli altri cibi e bevande dolcificati con l’aspartame per prevenire il ritardo mentale. Molte altre persone risentono anche degli effetti nocivi dell’aspartame, quindi è bene sapere che i farmaci presi in considerazione sono una potenziale ulteriore fonte di questo dolcificante tossico.

I FARMACI ANTICOLINERGICI AUMENTANO LE PROBABILITA’ DI SVILUPPARE LA DEMENZA NEGLI ANZIANI

Ho già scritto in precedenza in merito ai rischi che questi farmaci comportano per la salute, prendendoli in considerazione uno per uno. Per esempio, il Paxil è un antidepressivo che da assuefazione e che notoriamente aumenta il rischio di suicidio in bambini e adolescenti. Si sa inoltre che aumenta le probabilità del manifestarsi di comportamenti violenti. In passato si è scoperto che Benadryl e Sominex causano allucinazioni negli anziani, inoltre altri medicinali della lista precedente rendono più rapida la formazione delle carie. I risultati dello studio osservazionale citato da PhysOrg indicano che i farmaci con effetti anticolinergici potrebbero essere un altro importante elemento del quadro volto a spiegare il forte aumento dei casi di demenza e peggioramento delle funzioni cognitive. Secondo l’University of Michigan, il 50 per cento degli ottantacinquenni viene colpito da demenza. Di questi, il 60 per cento circa sviluppa il morbo di Alzheimer. Come già accennato, durante la ricerca gli studiosi hanno monitorato per sei anni l’assunzione di anticolinergici e le abilità cognitive di 1.652 anziani afroamericani dai 70 anni in su. All’inizio dello studio tutti i partecipanti presentavano funzioni cognitive nella norma. Il 53 per cento dei partecipanti ha assunto farmaci con “possibili effetti anticolinergici”, mentre l’11 per cento, degli anticolinergici “attestati”. Si è scoperto che il secondo gruppo di pazienti ha avuto un’incidenza di deterioramento cognitivo quattro volte superiore rispetto agli altri. Inoltre, nei pazienti che non erano portatori del gene specifico APOE4 (Apolipoproteina E, allele epsilon 4), il rischio era di sette volte superiore (infatti questo particolare gene è conosciuto per l’influenza che ha su molte patologie neurologiche ed è considerato un alto fattore di rischio per l’insorgenza del morbo di Alzheimer). Prendere due tipi di medicinali appartenenti a questa categoria aumentava ulteriormente il rischio.
PhysOrg. com riporta inoltre: “In parole povere, abbiamo avuto la conferma del fatto che gli anticolinergici, farmaci dagli effetti apparentemente positivi nel trattamento dei problemi legati al sonno e ai disturbi del movimento, possono causare o peggiorare il deterioramento cognitivo, e, nello specifico, il deterioramento lieve a lungo termine che comporta la perdita graduale della memoria. «Come geriatra, consiglio ai miei pazienti del Wishard Healty Aging Brain Center di non prendere questi medicinali e incoraggio tutti gli adulti più in là con l’età a parlare di ogni farmaco che assumono col loro medico», ha affermato il dottor Malaz Boustani, professore associato di medicina all’Indiana University School of Medicine, ricercatore presso il Regenstrief Institute e scienziato presso l’Indiana University Center for Aging Research”.

ULTERIORI MOTIVI PER LASCIAR PERDERE I SONNIFERI

Nel 2008, gli americani hanno richiesto più di 56 milioni di prescrizioni per sonniferi, spendendo più di 600 milioni di dollari in farmaci da banco per dormire meglio. Tuttavia, i sonniferi anticolinergici in particolare possono fare assai più danno che bene, soprattutto nel lungo periodo, senza apportare alcun beneficio. In un recente articolo, CBC News (servizio di informazioni via radio, internet e TV canadese) ha riferito che la Food and Drugs Administration (FDA) americana possedeva da 15 anni dati secondo i quali i sonniferi da banco come il Tylenol PM e l’Excedrin PM non offrono benefici significativi ai pazienti. Non si conosce il motivo per cui la FDA abbia impiegato 15 anni per valutare la ricerca di settore, tuttavia, in conclusione, riporta sempre CBC News: “I dati suggeriscono che prodotti di combinazione hanno risultati statisticamente migliori rispetto ai placebo ma la differenza non è così marcata”. Credo che ciò possa essere un altro eclatante esempio di come spesso le ricerche di settore siano basate principalmente sulle volontà delle compagnie e su buone “esche” da dare in pasto ai Media.
Un’altra analisi in merito agli studi sui sonniferi portata avanti dal 2007 (e finanziata dai National Institutes of Health) ha scoperto che pillole per dormire come Ambien, Lunesta e Sonata riducevano il tempo mediamente necessario ad addormentarsi di soli 13 minuti rispetto a pillole fasulle. Non proprio un successone. Eppure, i partecipanti alle ricerche erano convinti di aver dormito fino a quasi un’ora di più prendendole. Questo potrebbe essere in realtà sintomo di una condizione clinica chiamata amnesia anterograda che causa problemi alla formazione dei ricordi. Quindi, quando le persone si svegliano dopo aver preso i sonniferi, è possibile che si siano semplicemente dimenticate di non essere riuscite a dormire! Visto che è ormai evidente che i sonniferi non hanno quasi nessun effetto sul sonno, di fatto, potrebbero rendere addirittura più difficile addormentarsi in maniera naturale, e aumentare in maniera significativa il rischio di demenza. Pertanto, sarebbe molto meglio investire il proprio denaro in soluzioni che possano realmente essere utili a dormire.

I SONNIFERI NON SONO UNA SOLUZIONE SICURA PER LE NOTTI INSONNI

Bisogna comprendere che ricorrere ai sonniferi è una faccenda rischiosa e che le pillole non agiscono affatto sulle cause più profonde della mancanza di sonno. Oltre ai problemi a lungo termine di cui si è già discusso, esiste tutta un’altra serie di pericoli, seri, ma anche bizzarri. Com’è noto, queste pillole danno assuefazione a coloro che hanno appena iniziato a prenderle e questo significa che una volta che si decide di smettere, si potrebbe soffrire di sintomi d’astinenza peggiori dell’insonnia iniziale. Alcune di esse, come l’Ambien, possono diminuire la loro efficacia se assunte per periodi più lunghi di due settimane, cosa che può portare al bisogno di dosi sempre maggiori. L’Ambien può anche provocare un desiderio di mangiare mentre si dorme, e non parlo solo di alzarsi in piena notte per addentare della frutta. Ciò che si mangia durante il sonno può includere anche alimenti bizzarri come sigarette imburrate, panini al sale e pancetta cruda. Si sa che i sonniferi e, ancora una volta, l’Ambien in particolare, aumentano il rischio di incidenti stradali. Secondo alcuni laboratori tossicologici statali, attualmente l’Ambien rientra nei dieci medicinali che più di frequente vengono trovati nel sangue di guidatori che hanno subìto menomazioni seguite a incidenti. Negli anziani, l’uso dei sonniferi può rendere più alto il rischio di cadute e ferite notturne; inoltre, a chi li assume capita di svegliarsi assonnato nel caso l’effetto non sia del tutto esaurito. Per cui, come già accennato, è di gran lunga preferibile trovare soluzioni sicure e naturali che siano veramente efficaci piuttosto che “mettere una pezza” sui sintomi.

COME FARSI UNA BELLA NOTTE DI SONNO SENZA PRENDERE FARMACI PERICOLOSI

Se si ha difficoltà a dormire, non è il caso di ignorare il problema o semplicemente aspettare che sparisca da solo. Un sonno di qualità è importante quanto il cibo con cui ci nutriamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo, ed esistono metodi piuttosto semplici per ottenerlo. Tuttavia, un buon primo passo è senz’altro costituito dall’abitudine a praticare un regolare esercizio fisico. Una ricerca della Stanford University Medical School ha scoperto come dopo sedici settimane di un programma di esercizio di moderata intensità, i soggetti riuscivano ad addormentarsi 15 minuti prima del solito e dormire circa 45 minuti in più a notte. In ogni caso, è bene ricordare che il praticare attività fisica in un momento troppo vicino all’ora in cui si va a dormire può dare i risultati opposti.
Lo stress è un altro dei principali motivi per cui la gente fa fatica a dormire, perciò il mio suggerimento è quello di staccare la spina almeno un’ora prima di coricarsi (anche se sarebbero preferibili due ore o più). Attività rilassanti come scrivere un diario, meditare, sorseggiare una tisana, lavarsi la faccia, usare le Emotional Freedom Techniques (EFT - Tecniche di Libertà Emozionale), o leggere un libro possono calmare la mente ed essere utili a scaricarsi. È il caso di assicurarsi inoltre che in questi momenti il telefono sia staccato, l’E-Mail chiusa e la TV spenta.

L’AMBIENTE IN CUI SI DORME DOVREBBE ESSERE CONFORTEVOLE E FAVOREVOLE PER IL SONNO

Questo significa mantenere una temperatura fresca, e assicurarsi che la propria camera da letto sia completamente buia. Infatti, anche il più tenue raggio di luce nella stanza può alterare i ritmi circadiani nonché la produzione di melatonina e serotonina da parte della ghiandola pineale. Per questa ragione, consiglio vivamente di aggiungere alla camera delle tende scure in modo da ottenere un buio completo o, se ciò non fosse realizzabile, si può indossare una mascherina. Se dopo questi semplici consigli il sonno proprio non arriva, vi consiglio di rivolgervi a un esperto di medicina alternativa che vi potrà consigliare rimedi naturali a base di erbe che possono essere utili e assai più sicuri di qualsiasi tipo di sonnifero.

 

http://medicalxpress.com/news/2010-07-medications-term-cognitive-impairment-aging.html

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=%22Neurology%22%5BJour%5D+AND+2010/07/13%5Bpdat%5D+AND+Boustani%5Bauthor%5D&cmd=detailssearch

Lunedì, 28 Novembre 2016 08:53

CIBI TOSSICI PER IL CANE: ECCONE 6 DA EVITARE.

28-11-2016

Chi ha un membro della famiglia a 4 zampe, conosce bene gli occhioni lacrimosi che un cane sa fare quando è ora di mettersi a tavola. Il vostro fedele amico è lì, a chiedere un boccone anche per lui. Ci sono alimenti, però, che non dovete condividere con il vostro cane perché risultano essere cibi tossici. Ce ne sono alcuni che forse non immaginereste mai. Vediamone insieme sei.

CIOCCOLATO: IL PEGGIORE DEGLI ALIMENTI

Il cioccolato, soprattutto quello fondente, è uno tra gli alimenti peggiori che il vostro cane può ingerire. La gravità dell’intossicazione varia a seconda della quantità e del tipo di cioccolato ingerito (fondente, latte, bianco ecc). Così come dalla taglia del cane, se sia o meno a stomaco vuoto e più o meno sensibile all’alimento. Gli elementi del cioccolato che lo rendono tossico sono la teobromina e la caffeina, che influiscono sul cuore e sul sistema nervoso del cane. Quindi, così come il cioccolato, evitate di dargli anche caffè, tè e bevande simili. I sintomi si verificano entro le 12 ore dall’ingestione e generalmente consistono in vomito, diarrea, irrequietezza. In tal caso bisogna portarlo subito dal veterinario per una lavanda gastrica.

RISCHIO ANEMIA CON LA CIPOLLA

È abbastanza risaputo che le cipolle non vanno date al cane. Hanno infatti delle componenti tossiche che possono danneggiare globuli rossi e provocare anemia. Il divieto interessa tutti i tipi di cipolle, sia cotte che crude, e anche qualsiasi tipo di avanzi che la contenga. I sintomi iniziali di tossicità includono vomito e diarrea. Possono poi sfociare in anemia, debolezza, respiro affannoso e finanche la morte.

UVA: ANTIOSSIDANTE PER L’UOMO, TOSSICO PER IL CANE

L’uva è tra i cibi tossici che non vi aspettereste. Ricca di proprietà benefiche per l’essere umano, si scopre essere non adatta agli amici a quattro zampe. Questo soprattutto per i fungicidi, gli erbicidi e i pesticidi che vengono utilizzati durante la coltivazione. Se vi uniamo la contaminazione da metalli pesanti e da muffe ne comprendiamo tutto il rischio. I sintomi compaiono dopo 24 ore dall’ingestione e consistono in vomito, diarrea, perdita di appetito, debolezza, dolori addominali e disidratazione. In tal caso, è necessario intervenire tempestivamente perché il cane potrebbe rischiare un’insufficienza renale.

TORSOLO DELLA MELA: TOSSICO PER IL CANE

A chi non è capitato di lasciare il torsolo della mela al proprio cane? Purtroppo è un’abitudine che bisogna abbandonare. I semi al suo interno contengono del cianuro tossico che danneggia il sistema circolatorio, così che alcune funzioni potrebbero essere compromesse per mancanza di ossigeno. Se il vostro cane soffre da intossicazione per l’ingestione del torsolo di una mela, mostrerà diversi sintomi: apprensione, pupille dilatate, problemi di respirazione, vertigini, collasso, convulsioni, iperventilazione, shock e coma. Inoltre, se ingeriti in enormi quantità, i semi potrebbero causare un’ostruzione intestinale, dolori addominali, letargia, appetito e gonfiore.

ALCOL: TOSSICO PER L’UOMO E ANCOR DI PIU’ PER IL CANE

Potrebbe apparire scontato, ma a volte non lo è. Dovete stare ben attenti che il vostro cane non abbia accesso ad alcuna bevanda alcolica. Durante una festa un ospite potrebbe lasciare incustodito un bicchiere, permettendo al vostro cane di approfittarne. L’alcol ha spesso un sapore dolce e l’odore fruttato può risultare irresistibile. Ma se l’alcol è dannoso per l’essere umano, immaginate quanto possa esserlo per i gli amici animali, che hanno anche degli organi molto più piccoli. Può intaccare il fegato e il cervello, può causare problemi di coordinazione, sonnolenza, difficoltà di respirazione, acidità anormale, eccessiva minzione, coma e anche la morte.

QUALSIASI ALIMENTO CON DOLCIFICANTI ARTIFICIALI

Divieto anche per bevande gassate, dolcetti, caramelle, merendine, biscotti, pezzi di gomma o qualsiasi cosa che contiene dolcificanti. Questi prodotti possono contenere xilitolo, un dolcificante artificiale che può provocare un rilascio eccessivo di insulina, causare insufficienza renale o peggio ancora. Alcuni sintomi tipici dell’intossicazione da xilitolo includono vomito, debolezza, atassia, depressione, convulsioni, coma e disfunzione epatica. Questi fenomeni si verificano quasi immediatamente, entro 30 minuti dall’ingestione.

28-11-2016

La Kellogg's ha accettato di rivedere gli spot televisivi dei suoi Rice Krispies in onda negli Stati Uniti per dar modo ad alcuni studiosi di verificare se questi cereali portino effettivamente dei benefici alla salute, come riportato nelle pubblicità. Lo ha reso noto la Federal Trade Commission, la Commissione Federale del Commercio americano. Come fa sapere il New York Times, l’azienda americana, leader nella produzione e commercializzazione dei cereali, aveva accettato di verificare l’attendibilità di un altro messaggio pubblicitario, che riguardava i Frosted Mini-Wheats, venduti come cereali in grado di migliorare clinicamente l’attenzione dei bambini. La Commissione federale ha agito contro la Kellogg's dopo che alcuni ricercatori e medici hanno sollevato il problema dell’obesità infantile, strettamente collegato ai messaggi pubblicitari lanciati spesso a sproposito dalle industrie alimentari. “Da una grande azienda americana ci aspettiamo di più che dei discutibili spot pubblicitari, ha fatto sapere John Leibowitz, numero uno della Commissione Federale del Commercio. In ben due occasioni l’azienda ha dichiarato che i suoi cereali sono in grado di migliorare la salute dei bambini”. Tempo fa, Kellogg’s aveva messo in commercio delle confezioni di cereali di Rice Krispies con etichette ingannevoli, con su scritto “un vero aiuto per le difese immunitarie di tuo figlio” facendo sapere che i cereali Kellogg's “hanno migliorato la loro qualità grazie all’aggiunta di antiossidanti e sostanze nutritive che aiutano il benessere di tutta la famiglia”. Secondo quanto stabilito dalla Commissione Federale del Commercio, “in assenza di studi scientifici in grado di dimostrarlo, Kellogg's non potrà più pubblicizzare eventuali effetti benefici dei suoi cereali per la salute umana”. Attendiamo quindi il responso di studi scientifici, gli unici che possano appurare la verità.

 

http://www.nytimes.com/2010/06/04/business/04ftc.html

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