Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

25-11-2016

Disturbo mentale e malassorbimento sono sinonimi, nel senso che non si può soffrire di uno senza che ci sia anche l’altro disturbo. Sono sinonimi, non importa quale sia l’etichetta diagnostica data al disturbo: le persone che soffrono di depressione cronica, autismo, iperattività, attacchi di panico, ansia, sindrome da fatica cronica, disturbi bipolari, disturbo della personalità e molte altre patologie sono tutte affette in modo grave da malassorbimento, che è alla base dei loro problemi di salute mentale. Il malassorbimento è la principale causa che sta alla base di tutti i disturbi mentali più gravi, nessuno escluso. A proposito di questo, con le moderne tecniche analitiche questa relazione potrebbe essere facilmente provata, con una semplice misura della quantità di nutrienti assunti, comparata con la quantità dei medesimi espulsa attraverso le feci. Sfortunatamente, studi di questo tipo, riguardanti il malassorbimento di aminoacidi e minerali in persone affette da disturbi mentali, che potrebbero davvero cambiare il corso della storia, non saranno mai portati avanti fino a quando Big Pharma controllerà la moderna medicina.

Il MALASSORBIMENTO

Seguire una dieta bilanciata e ricca in nutrienti non è sufficiente per aumentare, mantenere o recuperare uno stato di salute ottimale. Infatti, non è solo quello che un individuo mangia, ma anche quello che digerisce e quindi che viene assorbito dal suo organismo a influenzare la salute di ognuno o la sua guarigione. In presenza di un malassorbimento di grave entità un individuo non è in grado di assorbire le sostanze nutritive. Ma solo pochissime persone, a prescindere che siano affette o meno da disturbi mentali, scoprono di avere problemi di malassorbimento e quando ciò accade è perché ne soffrono in modo molto grave. Importante è inoltre sottolineare che l’obesità non esclude che ci possa essere malassorbimento: un individuo può allo stesso tempo essere molto sovrappeso e comunque non riuscire ad assorbire correttamente proteine (aminoacidi) e minerali in modo adeguato. Ecco le 5 regole fondamentali per correggere il malassorbimento:

1. Tutti i fattori comuni nel malassorbimento possono essere identificati in modo autonomo da ogni individuo, una volta capito come fare.

2. Ogni fattore comune del malassorbimento può essere corretto, una volta che è stato identificato.

3. Autocurare il proprio malassorbimento a casa, è sicuramente più efficace che farlo in uno studio medico, a prescindere dal tipo di medicina, tradizionale o alternativa, che viene praticata. Questo perché non esiste un dottore che vi può seguire 24 ore al giorno, accompagnandovi mentre fate la spesa, mentre cucinate, mangiate o quando andate in bagno. L’approccio migliore, se non l’unico approccio valido per curare i propri problemi di malassorbimento, è di imparare qualsiasi cosa ci sia da imparare per diventare medici di sé stessi.

4. Il modo migliore di integrare le carenze di nutrienti essenziali dovute al malassorbimento è di somministrare gli stessi tutti in una volta, in forma solida o liquida. Un brillante pioniere della scienza della nutrizione, Adelle Davis, postulò già 50 anni fa che “in caso di necessità la cosa migliore è prendere tutta la gamma di sostanze nutritive in una volta”.

5. Alcuni professionisti della medicina alternativa sono in errore quando raccomandano di svolgere una serie di esami sui livelli delle sostanze nutritive essenziali, invece di prescrivere direttamente un’integrazione bilanciata delle sostanze nutritive di base.

I DICIOTTO FATTORI COMUNI NEL MALASSORBIMENTO

Per fortuna la medicina alternativa ha fatto tanto in questi ultimi anni per identificare i più comuni problemi dovuti al malassorbimento che ci affliggono in quanto esseri umani. Quello che segue è un elenco dei più comuni fattori legati al malassorbimento che possono causare disturbi a livello fisico e mentale:

1. Allergie alimentari non diagnosticate e spesso multiple.

2. Candidosi (infezione micotica).

3. Altri tipi di disbiosi intestinali, come ad esempio il proliferare di batteri patogeni.

4. Intestino permeabile (condizione spesso connessa con i punti 1-2-3).

5. Infiammazione intestinale (condizione spesso connessa con i punti 1-2-3).

6. Un intestino che manifesta un’eccessiva secrezione di muco (condizione spesso connessa con i punti 1-2-3).

7. Inadeguatezza della flora batterica intestinale “buona”, conosciuta come probiotici (condizione spesso connessa con i punti 1-2-3).

8. Insufficiente apporto di prebiotici dal cibo crudo o dagli integratori (condizione spesso connessa con i punti 1-2-3).

9. Insufficiente produzione di enzimi digestivi (condizione spesso connessa con i punti 1-2-3).

10. Insufficiente produzione di succhi gastrici.

11. Insufficiente produzione di bile o scarso flusso biliare dovuto alla cistifellea e/o a calcoli al fegato.

12. Insufficiente masticazione, che pregiudica una buona digestione e l’assorbimento dei nutrienti.

13. Probabile insufficienza di glutammina nell’intestino tenue (la glutammina è una sostanza chiave per i villi presenti nel tenue, dove circa 85% dell’assorbimento dei nutrienti ha luogo. Una carenza di glutammina può portare in un accorciamento dei villi intestinali, con la conseguente diminuzione della superficie in grado di assorbire le sostanze nutritive. L’esposizione ad alcuni allergeni nascosti nel cibo, specialmente il glutine, può causare la medesima atrofizzazione dei villi).

14. Probabile stato di carenza di sostanze nutritive. La carenza di quasi tutti i nutrienti può influenzare negativamente la digestione e l’assorbimento. Alcuni nutrienti sono più importanti in questo senso, lo zinco prima di tutto ma anche molti altri. Una digestione difficile comporta un peggioramento della funzione digestiva, una carenza nutrizionale comporta un aumento della stessa carenza. Sono tutte considerazioni che la moderna medicina si ostina a ignorare.

15. Insufficiente apporto di liquidi o apporto nel momento sbagliato (è necessaria un’adeguata quantità di acqua per assorbire efficientemente le sostanze nutritive. Tuttavia, la maggior parte dei liquidi necessari a un essere umano dovrebbe essere assunta lontano dai pasti, altrimenti è causa di diluizione dei succhi gastrici, ostacolando così i processi digestivi).

16. Errata combinazione di cibi, che compromette una corretta digestione e può sovraccaricare enormemente l’intero tratto gastrointestinale.

17. L’ingestione di troppi grassi saturi o di troppi grassi in una volta, tanto che la maggior parte di tali grassi non venga digerita (per fare un esempio concreto, le patatine fritte del fast food rappresentano una grossa dose di grassi saturi. Mangiarne una porzione abbondante può causare una diminuzione della capacità di assorbimento delle sostanze nutritive per giorni).

18. Uno stile di vita sedentario, che non prevede ad esempio di andare a piedi (l’essere umano è fatto per camminare). È un’attività importante, se non fondamentale, per mantenere una corretta funzione intestinale.

Il trattamento corretto di una carenza nutrizionale di base, risultante da malassorbimento, si sviluppa in 6 passi:

1. Scorrendo la lista dei 18 fattori comuni nel malassorbimento riportata qui sopra, determinare quali sono applicabili alla vostra situazione. Questa valutazione può prendere diverso tempo, ma se uno si è informato bene, ci vorranno poche settimane (fa eccezione la determinazione delle allergie alimentari non diagnosticate che possono essere difficili e lunghe da identificare).

2. Correggere in un modo o nell’altro ogni fattore comune del malassorbimento che avete riscontrato. Ogni fattore è correggibile in ogni persona che può averlo, qui non stiamo parlando di niente che non sia curabile.

3. Assumere a colazione un complesso di integratori di sostanze nutritive propriamente formulato.

4. Assumere almeno un centrifugato di frutta e verdura fresca non allergenica, appena spremuta, ogni giorno.

5. Ai pasti, usare tutto ciò che può aiutare una corretta digestione (HCL, enzimi digestivi), insieme alla supplementazione quantomeno della vitamina C e di vitamine del gruppo B ad ogni pasto. In aggiunta a ciò, sarebbe saggio considerare di assumere ad ogni pasto un integratore multivitaminico e multiminerale (infatti le sostanze nutritive lavorano in sinergia; se una persona ha una carenza nutrizionale di base, dovrebbe consumare un pasto completo dal punto di vista di tutti i nutrienti essenziali).

6. Molte persone hanno una carenza specifica nei principali minerali necessari al corpo umano, come calcio, magnesio, zinco e potassio (anche il sodio è un minerale fondamentale ma è normalmente in eccesso nella maggior parte delle persone, così come spesso accade con il calcio). Alcune di queste carenze nei minerali principali devono essere corrette separatamente, oltre a quanto già detto nei punti precedenti, per correggere completamente questo deficit che risulta da una lunga situazione di malassorbimento.

Infine, è importante ricordare che il malassorbimento non va visto come una patologia che c’è o non c’è. Il tratto intestinale di una persona potrebbe assorbire le sostanze nutritive assunte con il cibo con un’efficienza del 25% o del 50% o del 75%, tanto per dire delle percentuali a caso. La funzione intestinale di assorbimento dei nutrienti può variare, può essere diversa di giorno in giorno, di settimana in settimana, di mese in mese. L’intestino è uno degli organi più dinamici del nostro corpo, nel senso che è suscettibile di variazioni della propria funzionalità sia nel bene che nel male.

CONCLUSIONI

Di tutte le cose che una persona dovrebbe sapere, qualsiasi sia la sua patologia, quella più importante è ciò che riguarda il malassorbimento. Durante gli anni ho imparato che malattie come la depressione cronica, l’iperattività e il disturbo bipolare non sono le uniche patologie derivate da malassorbimento che vengono invece trattate esclusivamente con farmaci per profitto economico. Ho anche imparato che la maggior parte dei disturbi mentali seri ha alla base un grosso problema di malassorbimento, così come i disturbi del sonno, molte se non tutte le patologie degenerative e anche il semplice invecchiamento. E la cosa più importante: ogni fattore del malassorbimento che ostacola una corretta digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive essenziali è una causa scatenante di disturbo mentale.

25-11-2016

Citrus aurantium, Rodhiola rosea e Rhododendron caucasicum agiscono sinergicamente su tre differenti fattori implicati nel meccanismo lipidico:

ATTIVAZIONE DELLA LIPASI TISSUTALE

Il grasso in eccesso viene stoccato nel tessuto adiposo e può essere bruciato solo previa mobilizzazione, processo che avviene ad opera di uno specifico enzima, la lipasi. Questo enzima mobilita gli acidi grassi a partire dai trigliceridi. L’estratto di Rodhiola rosea è in grado di stimolare l’attività di questo enzima, favorendo la mobilitazione dei grassi corporei. Numerosi studi, infatti, hanno evidenziato che la somministrazione dell’estratto di questa pianta incrementa significativamente i livelli di acidi grassi nel siero. In particolare un componente, il rosavin, flavonoide di natura glicosidica, sembra essere coinvolto nell’attivazione della lipasi tissutale.

INIBIZIONE DELLA LIPASI PANCREATICA

I grassi, per essere assorbiti a livello intestinale, necessitano dell’azione dei secreti pancreatici. La lipasi pancreatica è un enzima che permette l’assorbimento dei grassi in quanto idrolizza i trigliceridi, dando origine ad acidi grassi liberi e a monogliceridi, molecole più semplici e facilmente assorbibili dagli enterociti. L’estratto di Rhododendron caucasicum ha dimostrato in diversi studi un’azione inibente nei confronti della lipasi pancreatica, riducendo notevolmente l’assorbimento dei lipidi a livello intestinale. Il Rhododendron caucasicum presenta un’alta concentrazione di sostanze antiossidanti (flavonoidi, antocianidine e OPC).

AUMENTO DELLA TERMOGENESI

I composti ad azione termogenetica sono sostanze in grado di aumentare il metabolismo basale, trasformando i lipidi in calore. Nell’uomo adulto i tessuti termogenetici sono il muscolo e il tessuto adiposo bianco. Il sistema nervoso simpatico, attraverso i recettori beta-adrenergici (presenti soprattutto nel tessuto adiposo), regola la lipolisi e la termogenesi. L’estratto di Citrus aurantium contiene non meno del 6% di ammine simpaticomimetiche in grado di stimolare i recettori beta presenti a livello del tessuto adiposo e risulta pertanto efficace nell’induzione di uno stimolo termogenetico. Il frutto acerbo del Citrus aurantium è ricco di oli essenziali, flavonoidi e amine biogene, la più importante delle quali è la sinefrina.

ATTIVITA’ DIMAGRANTE

ARANCIO AMARO: In uno studio in doppio cieco è stata osservata la somministrazione di un preparato contenente arancio amaro, caffeina e iperico per 6 settimane, associato a una dieta controllata e moderata attività fisica, in soggetti con un indice di massa corporea superiore a 25 kg/cm2. Al termine dell’esperimento è stato rilevato nel gruppo che aveva assunto arancio amaro la riduzione del peso (-1,4 kg) e del grasso corporeo (-2,9%), mentre il gruppo di controllo mostrava una tendenza al recupero del peso perduto.

RODODENDRO: L’uso dell’estratto di rododendro è stato studiato in associazione all’estratto di rodiola rosea. L’azione sinergica è dovuta alla duplice azione delle piante: la prima diminuisce l’assorbimento dei lipidi, mentre la seconda mobilizza quelli già presenti e ne migliora lo smaltimento. Questa duplice funzione è stata studiata su un campione di 45 donne con un peso medio di 74,8 kg. Nelle prime 6 settimane la riduzione ponderale fu del 5-6% per arrivare al 14% al termine dell’esperimento dopo 12 settimane. I dati hanno mostrato inoltre una riduzione dell’11,5% del girovita e del 5% del seno.

RHODIOLA: In due studi effettuati in doppio cieco somministrando estratto di rodiola, confrontando i risultati con il gruppo di controllo è stato evidenziato che a parità di attività fisica, coloro che avevano assunto rhodiola mostravano un incremento degli acidi grassi nel siero, confermando la capacità della pianta di mobilizzare gli acidi grassi a partire dai trigliceridi presenti nel tessuto adiposo.

 

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0011393X00885239

http://rhodiolarosea.org/tag/dr-zakir-ramazanov/

http://cms.herbalgram.org/herbalgram/issue56/article2333.html?ts=1479977975&signature=30e13dae404a46b94ad3390e2a8e9607

http://quest-iv-health.com/testimonials/snow-rose.html

Giovedì, 24 Novembre 2016 08:28

VAGINOSI E CANDIDA.

24-11-2016

Un’infezione ricorrente vaginale è indubbiamente una condizione non solo molto diffusa ma anche arrecante grossi fastidi alla donna. A prescindere dai sintomi locali come prurito e perdite, questa problematica può diventare un potenziale intoppo alla vita riproduttiva femminile e alla salute del feto durante un’eventuale gravidanza. La persistente situazione infiammatoria locale può inoltre incrementare il rischio di acquisire malattie sessualmente trasmissibili. Anche la famigerata candida viene annoverata fra le infezioni vaginali più frequenti. Quando varie specie di batteri crescono esageratamente nel tratto vaginale, spesso tendono ad aderire sulla parete (epitelio). La crescita eccessiva di un batterio Gram negativo chiamato mobiluncus è una delle cause primarie di vaginosi batterica normalmente associata ad un pH vaginale elevato (maggiore di 5) e a sintomi come perdite verdastre e maleodoranti. Il Lactobacillus, l’organismo predominante nel tratto vaginale, è fondamentale per mantenere il pH vaginale basso (inferiore a 4). Quando questo bacillo scarseggia è molto facile sviluppare vaginosi. La candida (se ne conoscono varie specie ma la più diffusa è l’albicans) in condizioni funzionali ideali, è un ospite normale, non patologico, del tratto intestinale umano. In condizioni di disbiosi, può diventare una forma fungina aggressiva e provocare numerosi problemi. In caso di ipercrescita del fungo, la patologia è acuta e pericolosa. Per fortuna la quasi totalità dei casi di candida a cui ci riferiamo presentano problemi provocati soltanto da alcune tossine prodotte dal fungo stesso.

CAUSE

Numerosi fattori favoriscono l’istaurarsi di una candida all’interno del corpo umano. Attualmente in campo medico si fa un grande abuso di farmaci molto spesso inutili per risolvere piccole disfunzioni. Gli antibiotici ad esempio, vengono utilizzati molto spesso per “curare” condizioni come acne, influenza e numerosissime infiammazioni (urinarie, intestinali, ginecologiche ecc.) che sovente non hanno nulla a che spartire con gli antibiotici. Purtroppo, specialmente quelli ad ampio spettro, non fanno distinzione fra i buoni e i cattivi per cui una cura antibiotica prolungata porta inevitabilmente alla distruzione della flora batterica intestinale amica che è il vero baluardo nei confronti di vaginosi e infezioni micotico-batteriche. Attualmente i medici tendono a considerare inutile persino il reintegro della flora ritenendo incredibilmente di scarso valore medico la supplementazione a base di fermenti lattici e sostanze probiotiche. Spesso il medico non conosce neanche la differenza fra fermenti lattici e vaccini enterici confondendola nella stipula terapeutica.
Altre sostanze farmacologiche in grado di favorire le infezioni fungine sono ad esempio i preparati cortisonici che riducono le difese immunitarie e l’uso della pillola anticoncezionale. Gli studi effettuati dal dott. David Watts in relazione ai minerali tissutali, hanno evidenziato che gli individui con un rapporto ferro/rame ridotto, ovvero con un eccesso di rame tissutale, presentavano un terreno favorevole alla crescita di funghi e virus. E’ interessante notare come il livello tissutale di rame sia direttamente proporzionale al livello degli estrogeni presenti nell’organismo. Un altro fattore, che esula dai farmaci, in grado di stimolare la crescita batterico-fungina è una dieta sbilanciata a favore degli zuccheri (o carboidrati semplici). Numerosi studi effettuati negli Stati Uniti hanno dimostrato che l’aggiunta di destrosio alla dieta dei topi di laboratorio, precedentemente trattati con ciclofosfamide per sopprimerne le difese immunitarie, comportava un incremento del 200% dello sviluppo di candida rispetto a topi alimentati solo con acqua. Ciò consente di concludere che il destrosio dietetico può incrementare la crescita e l’invasione dell’intestino da parte della candida albicans.

SINTOMI

La maggior parte dei disturbi provocati dalla candida, derivano principalmente da una tossina prodotta dal suo catabolismo: l’acetaldeide. In tabella vengono evidenziati un gruppo fra i più comuni sintomi lamentati durante questo tipo di infezione. Questa sostanza chimica appartiene alla famiglia delle aldeidi. Anche l’alcol, per comprendere meglio la miriade di sintomi provocati da questi prodotti, viene metabolizzato ad acetaldeide. Essa è particolarmente tossica e provoca la maggior parte dei danni tissutali da abuso di alcol. Per essere eliminata dall’organismo umano, deve essere tramutata in acido acetico grazie all’azione dell’enzima aldeide-ossidasi la cui funzione dipende dalla presenza di molibdeno, treonina, NAD, riboflavina e ferro, sostanze nutrizionali molto utili per gli individui affetti da questa infezione.

DIAGNOSI

E’ necessario disporre di tutta una serie di dati microbiologici e non, che possono essere raggruppati in un unico profilo analitico (come già avviene negli USA). E’ importante ottenere un campione di fluido vaginale per poter indagare microscopicamente, grazie ad un test al DNA, l’eventuale presenza di microrganismi patogeni. Questa tecnica consente di individuare al 90%, ad esempio, la presenza di Gardnerella e Trichomonas.

SINTOMATOLOGIA RISCONTRATA DURANTE CANDIDOSI

 

STANCHEZZA CRONICA

ASMA

VERTIGINI

SINUSITE CRONICA

CEFALEE

ALLERGIE

SUDORAZIONI FREDDE E NOTTURNE

IRRITABILITA’

MALESSERE GENERALIZZATO

FACILITA’ A HERPES LABIALI

DOLORI MUSCOLARI E ARTICOLARI

PIEDE D’ATLETA

MAL DI GOLA

SINTOMI SIMILI ALLA SINDROME PREMESTRUALE

DOLORE ADDOMINALE

STIPSI O DIARREA

LIEVE IPERPIRESSIA

METEORISMO

PEGGIORAMENTO QUANDO ESPOSTI A LIEVITI, MUFFE, POLVERI, SOSTANZE CHIMICHE, INQUINANTI

PEGGIORAMENTO DA PRIVAZIONE DI ZUCCHERI O CARBOIDRATI SEMPLICI

 

Il fluido vaginale deve essere analizzato anche per eventuale presenza di globuli bianchi e di cellule epiteliali. Molti batteri infatti aderiscono alla superficie di queste ultime per cui un numero elevato di cellule epiteliali nel fluido è significativo di ipercrescita batterica. Anche in questo caso di vaginosi fungina, è importante quantificare la presenza di Lattobacilli in quanto questi organismi sono predominanti nell’ecosistema vaginale sano. Essi aiutano a mantenere il pH vaginale a 4.0-4.5 e giocano un ruolo importante nel limitare la crescita di altri microrganismi. La candida, infatti, è un fungo opportunista che produce vaginite quando cresce in eccesso a causa di una ridotta flora batterica. In caso di positività è auspicabile effettuare anche una ricerca microbiologica intestinale poiché la mancata eradicazione della candida dal tratto intestinale frequentemente comporta ricadute ricorrenti.

TRATTAMENTO

Le donne spendono un sacco di soldi per comperare farmaci e medicamenti necessari a trattare la candidiasi vulvovaginale con scarso successo. I farmaci antifungini non sono in grado di curare questo problema. Trattare semplicemente l’area vaginale non è una cura efficace. Come prima cosa, è necessario eliminare tutte le possibili condizioni in grado di favorire l’ipercrescita batterica o fungina. Quindi è fondamentale interrompere qualsiasi assunzione di farmaci precedentemente descritti e correggere le eventuali disfunzioni ormonali di fondo. La digestione deve essere perfetta specialmente a livello intestinale dove la flora batterica lattico-produttrice deve essere favorita in tutti i modi. Nel tratto intestinale vivono così tanti batteri che superano di dieci volte il numero di tutte le cellule presenti nel corpo umano. Quando si mangiano zuccheri e cereali, ingurgitiamo cibo che stimola la crescita di batteri patogeni e funghi. Oltre a una drastica restrizione di cereali e zuccheri, si ha una buona sinergia utilizzando una supplementazione a base di fermenti lattici, che aiutano ad acidificare il tratto vaginale rinforzando le sue difese, ed eventualmente utilizzando localmente acido borico, efficace e non tossico con effetto sinergico alla flora batterica amica. La medicina funzionale utilizza il protocollo delle 4R dimostratosi il migliore in quanto a risultati per regolarizzare la funzionalità della mucosa del colon e l’ecosistema intestinale.

Le 4R significano: RIMUOVERE, REINOCULARE, REINTEGRARE e RIPARARE.

- RIMUOVERE: per prima cosa bisogna, ovviamente, debellare i patogeni. Ciò è fattibile in due modi. In situazioni molto compromesse, è necessaria una risoluzione veloce e quindi è auspicabile utilizzare antifungini di sintesi. In alternativa, numerose sostanze di derivazione naturale presentano una buona attività antibiotica e antifungina. L’estratto liquido da semi di pompelmo è un ottimo prodotto e la sua attività antimicrobica è veramente ad ampio spettro. La sua azione è attiva su circa 26 batteri differenti, sulla candida e su alcuni tipi di virus, fra cui, quello influenzale. Un’altra sostanza attiva contro la candida è l’acido caprilico da associare ad altri estratti naturali. L’aglio contiene varie sostanze naturali ad azione antifungina così come l’olio di tea tree (un vegetale che vive in Asia). Alcune sostanze chimiche con scarsissimi effetti iatrogeni sono l’acido borico, il sorbato di potassio e il violetto di genziana.

- REINOCULARE: significa supplementare l’organismo con fermenti lattici principalmente di tre ceppi: acidophilus, bifidus e bulgaricus, in associazione con sostanze probiotiche come i FOS e l’inulina necessari per alimentare i fermenti stessi.

- REINTEGRARE: vuol dire ribilanciare tutte le sostanze necessarie ad una buona digestione degli alimenti. E’ quindi fondamentale rimpiazzare sostanze come acido cloridrico, bile, enzimi pancreatici, bicarbonato, calcio ionico in modo da consentire la normale produzione micellare intestinale che consente il perfetto assorbimento degli alimenti e delle sostanze lipidiche.

- RIPARARE: vuol dire sostenere la produzione energetica delle cellule della mucosa intestinale in modo da consentirne una perfetta funzione. Acido butirrico ed L-glutammina sono le fonti principali utilizzate al riguardo. Ad esse vanno aggiunti tutta una serie di nutrienti ad azione antiossidante per impedire danno ossidativo alle cellule stesse.

ALIMENTAZIONE

La candida ama particolarmente i cibi raffinati, poveri in fibra e specialmente gli zuccheri. E’ importante quindi astenersi da prodotti di pasticceria, dessert, panetteria, salse, bibite e alimenti ricchi in zuccheri. La candida si ciba di lieviti. E’ quindi importante non assumere cibi contenenti lieviti o muffe. In generale, si consigliano alimenti biologici, di qualità e freschi. Mangiare tante qualità differenti di alimenti consente una rotazione ottimale utile per non irritare la mucosa intestinale. Le successive tabelle elencano una serie di alimenti permessi e una serie di alimenti da eliminare.

ALIMENTI PERMESSI

VERDURE e LEGUMI: Carciofi, asparagi, fagioli, bietole, broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolo, carote, cavolfiore, sedano, cetriolo, melanzane, aglio, fagiolini, lattuga, cipolla, prezzemolo, piselli, peperoni, patate, zucca, spinaci, pomodori, tofu.

PESCE/CROSTACEI: Merluzzo, halibut, salmone, gamberetti, trota, tonno e altri pesci.

CEREALI: Orzo, miglio, avena, riso, segale, farro.

FRUTTA: mela, albicocca, avocado, banana, pompelmo, mango, mandarino, arancio, papaia, pesca, pera, ananas.

CARNI: Manzo, vitello, agnello, coniglio, cacciagione, pollame, tacchino, anatra, oca.

SEMI: Zucca, sesamo, girasole, saraceno, quinoa.

GRASSI: Burro, oli pressati a freddo.

BEVANDE: Acqua minerale di fonte.

UOVA: Tutte.

ALIMENTI DA ELIMINARE

ZUCCHERI E DERIVATI: Zucchero integrale, granulato, in polvere, così come destrosio, fruttosio, galattosio, glicogeno, lattosio, maltosio, mannitolo, monosaccaridi, sorbitolo, saccarosio, malto, miele, sciroppo d’acero, melassa, zucchero di datteri. Eliminare possibilmente anche i dolcificanti. Leggere accuratamente le etichette in modo da assicurarsi che l’alimento non contenga zuccheri “nascosti”.

LIEVITI: Lievito di birra, da panetteria.

SUCCHI DI FRUTTA: Sia in scatola che in bottiglia. I succhi freschi sono tollerati.

CAFFE’ E TE’: Caffè regolare, istantaneo, decaffeinato e tè. Sono permessi le tisane di erbe.

CAFFEINA: Qualsiasi cosa contenente caffeina (incluso il cioccolato).

LATTICINI: Il latte contiene lattosio, un carboidrato semplice che alimenta i lieviti per cui dovrebbe essere eliminato.

PEPE: Il pepe è mal digeribile.

FUNGHI: Tutti i tipi.

CARNI AFFUMICATE O LAVORATE: Pesce e carne affumicata, incluse le salsicce, wurstel, prosciutto e altri salumi.

CONDIMENTI E SALSE: senape, ketchup, Worchestershire, salsa BBQ, olive in salamoia, sauerkraut, tamari, maionese.

FRUTTA SECCA E CANDITA: Tutta.

24-11-2016

Avete sentito per decenni parlare dei pericoli del colesterolo alto, ma lo sapevate che il colesterolo basso può portare alla violenza verso sé e gli altri ed è stato collegato a invecchiamento precoce, morte e altri effetti negativi sulla salute? In un mondo che vive con l’ansia del colesterolo alto, è confortante conoscere alcune delle ricerche sui benefici per la salute del colesterolo o meglio sui pericoli del colesterolo basso.

VANTAGGI DEL COLESTEROLO

• E' necessario per evitare l’aggressività: è noto da quasi 30 anni, che bassi livelli sierici di colesterolo sono associati con tendenze abitualmente violente. Ci sono almeno altri 8 studi che hanno confermato o esplorato il legame colesterolo-violenza che comprende sia la violenza verso se stessi che verso gli altri. Una delle possibili spiegazioni per questa associazione è stata discussa in un articolo pubblicato sul British Journal of Psychiatry nel 1993: “Una delle funzioni della serotonina nel sistema nervoso centrale è la soppressione degli impulsi di comportamenti dannosi...basso colesterolo diminuisce il numero di recettori della serotonina e può contribuire ad una diminuzione della serotonina cerebrale, con difficile soppressione dei comportamenti aggressivi“. Diversi studi hanno fatto emergere che l’uso di statine per la riduzione del colesterolo contribuisce all'irritabilità e/o aggressività.

• E' necessario per combattere il cancro: la relazione inversa tra i livelli di colesterolo e il rischio di una varietà di tumori e la mortalità associata con il cancro, è nota fin dalla fine degli anni ’80. Da allora, la connessione colesterolo-cancro è stata confermata più volte. E‘ prevedibile, quindi, che l’uso delle statine potrebbe essere collegato indirettamente con un aumento di incidenza del cancro.

• E' necessario per evitare l’emorragia: esistono due tipi di ictus: ischemico, associato alla mancanza di flusso di sangue e ossigeno al cervello, ed emorragico, associato alla rottura di un vaso sanguigno nel cervello e sanguinamento. Il rischio di ictus emorragico aumenta quando i livelli di colesterolo sono bassi. Nel lontano 1994 sul British Medical Journal, in un articolo intitolato, “Valutare possibili rischi di riduzione del colesterolo sierico”, i ricercatori hanno trovato che "l'unica causa di morte attribuibile a bassa concentrazione di colesterolo nel siero era l’ictus emorragico”.

• E' necessario per la memoria: basso colesterolo HDL è stato identificato come un fattore di rischio per il deficit e il declino della memoria nella mezza età. Anche nella malattia di Parkinson, la bassa concentrazione di colesterolo totale è associata a lenta progressione clinica della malattia.

• E' necessario per la longevità: in un affascinante studio pubblicato su Plos One nel 2011, la lunghezza dei telomeri - le estremità dei cromosomi che impediscono il danno del DNA e sono associati all'invecchiamento cellulare - era legata alla maggiore presenza di LDL e ai livelli di colesterolo totale. Diversi studi indicano che la riduzione del colesterolo è associata con un aumento della mortalità.

• Ci aiuta a combattere le infezioni: E‘ stato osservato che una dieta ricca di colesterolo migliora le condizioni di pazienti con tubercolosi, portando i ricercatori a suggerire che “il colesterolo dovrebbe essere utilizzato come misura complementare al trattamento antitubercolare”. I farmaci che abbassano il colesterolo hanno potenti proprietà immunosoppressive e immunotossiche, probabilmente in parte, a causa dei loro effetti sul colesterolo.

 

Giovedì, 24 Novembre 2016 08:27

I PANTALONI ADERENTI FANNO MALE ALLA SALUTE.

24-11-2016

I pantaloni aderenti fanno male alla salute. Nonostante si tratti di un capo d’abbigliamento che piace molto alle donne, il pantalone super aderente può creare problemi al corpo, soprattutto se si tratta dei jeans skinny, i quali sono pantaloni talmente stretti da sembrare una seconda pelle. Perchè fanno male alla salute? Innanzitutto, indossando pantaloni del genere si blocca la circolazione sanguigna, portando al peggioramento di inestetismi come la tanto odiata cellulite, inoltre possono irritare la pelle e far venire le vescicole dietro la schiena e nell’inguine. Ma non finisce qui, perchè possono subentrare problemi di tipo ginecologico, quali ad esempio la meralgia parestesica, la quale è un’infiammazione del nervo cutaneo femorale laterale che provoca un dolore intenso lungo la coscia, nella parte esterna. Si può manifestare con formicolio e intorpidimento.
I pericoli che si insidiano dietro il voler essere belle, non finiscono con i pantaloni aderenti. Anche indossare tacchi molto alti può provocare danni di non poco conto alla salute. Innanzitutto essi accentuano il problema della suddetta meralgia parestesica, ma possono portare a dolorosi mal di schiena. Il consiglio è quindi quello di non abusarne. Anche avere un reggiseno troppo stretto può portare a disturbi fisici, come ad esempio l’emicrania, il mal di schiena, dermatiti, o addirittura il cancro. Se volete essere in salute, scegliete sempre capi della taglia giusta, che non vi “strizzino” troppo, affinchè non si creino problemi fisici. Quindi, cercate di limitare il più possibile l’uso dei tacchi, relegandolo solo ad occasioni speciali. Sicuramente il vostro fisico ne trarrà giovamento!

Giovedì, 24 Novembre 2016 08:26

AROMATERAPIA PER LA CURA DEL RAFFREDDORE.

24-11-2016

I profumi dei fiori e delle foglie, gli aromi e i sapori delle piante devono le loro fragranze alla presenza degli oli essenziali eterei che possiedono un insieme di virtù riconosciute e apprezzate soprattutto nei tempi passati e che oggi vengono nuovamente riscoperte. Gli oli essenziali, se correttamente usati, possono svolgere un ruolo terapeutico che può essere associato ad altre cure per accrescere i benefici. Essi posseggono proprietà antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, antiparassitarie, antifungine. L’utilizzo può avvenire per mezzo di massaggi, inalazioni, gargarismi, bagni, o più semplicemente nei diffusori d’aromi (10-15 gocce), per umidificare e profumare gli ambienti, svolgendo nel contempo un’azione rilassante, antisettica, balsamica ecc., a seconda dell’olio usato. Gli oli più usati in aromaterapia per prevenire e trattare le malattie del raffreddamento sono:

- Basilico: febbre.
- Eucalipto: raffreddore, influenza, catarro, sinusite, febbre, infezioni virali e batteriche.
- Timo: balsamico, antisettico polmonare e intestinale.
- Zenzero: influenza, catarro, sinusite.
- Tea tree: deficit immunitario, infezioni delle vie respiratorie, febbre.
- Lavanda: è il rimedio d’emergenza degli oli essenziali, utile in tutte le situazioni, può essere associato ad altri oli essenziali.

24-11-2016

La depressione è una condizione universalmente caratterizzata da tristezza e di sconforto. La vita perde il suo lustro e prevale la malinconia. Cause fisiologiche di depressione sono così comuni, che l'associazione americana degli endocrinologi clinici afferma: “La diagnosi subclinica [senza segni evidenti] o di ipotiroidismo clinico deve essere considerata in tutti i pazienti con la depressione”.

CARENZE NUTRIZIONALI

Una nota particolare va fatta per le carenze nutrizionali e la loro relazione con la depressione. Secondo l’Enciclopedia della Medicina Naturale, “Una carenza di ogni singolo nutriente può alterare la funzione del cervello e portare a depressione, ansia e altri disturbi mentali”. Tuttavia, alcune carenze nutrizionali sono più comuni di altre. La carenza di vitamina B2 non è comune, ma può essere creata, ironia della sorte, da alcuni farmaci antidepressivi chiamati triciclici che possono portare ad ulteriore depressione. La vitamina B6 è generalmente molto bassa nelle persone che sono depresse. Ciò è particolarmente vero in persone che assumono la pillola anticoncezionale o estrogeni in altre forme. Coloro che sono carenti di questa vitamina normalmente, faranno bene ad assumere supplementi di vitamina B6. La vitamina B9 è chiamata acido folico e la carenza di questa vitamina è la più comune. Diversi studi hanno dimostrato che il 30-35% dei pazienti depressi hanno carenze di acido folico. Il sintomo più comune della carenza di acido folico è infatti, la depressione. La vitamina B12 funziona insieme con l’acido folico in un certo numero di funzioni biochimiche. La sua carenza diventa più comune superati i 50 anni di età. Uno studio ha mostrato tassi di carenza come segue: età compresa tra i 60-69, il 24%, età 70-79, il 32%, più di 80, quasi il 40%. La supplementazione di acido folico e B12 spesso produce buoni risultati in persone depresse a causa di carenze. La carenza di vitamina C non è particolarmente frequente, ma può verificarsi in persone con diete molto povere o assunzione inesistente di frutta e verdura. I sintomi di una carenza lieve comprendono affaticamento e irritabilità. Se non sanata, si possono sviluppare anche sintomi di scorbuto. Il magnesio è un minerale essenziale utilizzato per l’invio di messaggi lungo i nervi. Secondo alcune stime circa il 75% delle persone non soddisfano i requisiti minimi di magnesio. La carenza di magnesio può causare debolezza muscolare e irritabilità.
Un’altra carenza può verificarsi con gli aminoacidi, i mattoni che costituiscono le proteine. Una forma di metionina è chiamato SAMe (S-adenosil-metionina). I livelli di SAMe tendono ad essere bassi negli anziani e nelle persone depresse. Il triptofano è un altro amminoacido che influenza la depressione. Molte persone depresse hanno bassi livelli di triptofano. Un supplemento di 5-HTP, che contiene una forma di triptofano, è stato dimostrato in numerosi studi, efficace come gli antidepressivi moderni (come il Prozac, Zoloft e Paxil) ad un costo minore e con meno effetti collaterali. Diete a basso contenuto di grassi possono portare alla depressione se sono carenti di acidi grassi omega-3. L'omega-3 è comune in alcuni semi, tuorli d’uovo, e pesci di acqua fredda. Studi di popolazione in diversi paesi hanno dimostrato che una diminuita assunzione di omega-3 è correlata con un aumento dei tassi di depressione. Un ingrediente importante negli oli di pesce e altri oli è l'EPA. Uno studio nel numero di Archives of General Psychiatry di ottobre 2002 ha trovato che la depressione è stata ridotta in maniera significativa quando i volontari hanno assunto supplementi di olio di pesce contenenti un grammo di EPA per 12 settimane.

 

 

Mercoledì, 23 Novembre 2016 09:03

MALATTIE INDOTTE DA FARMACI.

23-11-2016

Quanto vasto è il problema delle reazioni avverse specifiche da farmaci? Ogni anno, più di 9.6 milioni di reazioni avverse da farmaci sono descritte negli americani più anziani. Uno studio ha scoperto che il 37 per cento delle reazioni avverse negli anziani non sono state segnalate al medico, presumibilmente perché i pazienti non hanno realizzato che le reazioni erano dovute ai farmaci. In ogni caso le non segnalazioni non sorprendono più di tanto in quanto la maggior parte dei medici ha ammesso di non spiegare i possibili effetti collaterali ai propri pazienti. I seguenti dati nazionali derivano da studi ben condotti, principalmente negli Stati Uniti:

- Ogni anno, solo negli ospedali, ci sono 28.000 casi di cardiotossicità con rischi mortali da reazioni avverse da digossina, la forma più comunemente usata di digitale (farmaco che regola la velocità e la forza dei battiti del cuore) negli anziani. Poiché più del 40% o di queste persone stanno usando questo farmaco senza un vero motivo, molti di questi danni sarebbero prevenibili.

- Ogni anno 41.000 anziani sono ospedalizzati, e 3.300 di questi muoiono per ulcere causate da NSAIDs (farmaci antinfiammatori non steroidi, solitamente usati per il trattamento dei dolori articolari). Anche migliaia di adulti più giovani sono ospedalizzati per lo stesso motivo.

- Ogni anno almeno 16.000 traumi da incidenti d’auto che coinvolgono guidatori anziani sono attribuibili all’uso di psicofarmaci, specificamente benzodiazepine e antidepressivi triciclici. Gli psicofarmaci sono quelli che agiscono su mente o comportamento.

- Ogni anno 32.000 anziani soffrono per fratture dell’anca attribuibili a cadute indotte da farmaci, con conseguenti più di 1.500 decessi. Secondo uno studio, le categorie principali di farmaci responsabili delle cadute causa di fratture dell’anca erano sonniferi in pillole e tranquillanti secondari (30%), farmaci antipsicotici (52%) e antidepressivi (17%). Tutte queste categorie di farmaci si prescrivono spesso inutilmente, particolarmente nei più anziani.

- Circa 163.000 americani anziani soffrono per seri danni mentali (perdita di memoria, demenza) causati o peggiorati dai farmaci. In uno studio effettuato nello stato di Washington, nel 46% dei pazienti con danni mentali indotti da farmaci, il problema era causato da tranquillanti minori o dai sonniferi; nel 14%, dai farmaci per l’ipertensione sanguigna; nell’11%, da farmaci antipsicotici.

- Due milioni di americani anziani sono dipendenti o a rischio di dipendenza per i tranquillanti minori o sonniferi in pillole avendoli usati quotidianamente per almeno un anno, anche se non esiste un’evidenza accettabile che i tranquillanti siano efficaci per più di quattro mesi ed i sonniferi in pillole per più di 30 giorni.

- Discinesie tardive indotte da farmaci si presentano in 73.000 anziani; questa problematica è l’effetto collaterale più comune e più serio dei farmaci antipsicotici ed è spesso irreversibile. La discinesia tardiva è caratterizzata da movimenti involontari della faccia, delle braccia e dei piedi. Circa l’80% degli anziani che utilizzano farmaci antipsicotici non hanno schizofrenia o altre patologie che giustifichino l’uso di farmaci così potenti, tanti di questi pazienti hanno gravi effetti secondari per medicinali prescritti inadeguatamente.

- 61.000 anziani sviluppano parkinsonismo indotto da farmaci antipsicotici come l’aloperidolo (Haldol), la clorpromazina (Thorazine), la tioridazina (Mellaril), la trifluoperazina (Stelazine) e la flufenazina (Prolixin). Ci sono altri farmaci che lo inducono, di cui ricordiamo la metoclopramide (Reglan), la proclorperazina (Compazine) e la prometazina (Phenergan), prescritti per problemi gastrointestinali.

Esiste un problema serio in quanto sia i medici che i pazienti non si rendono conto che praticamente tutti i sintomi negli anziani, e in molti adulti più giovani, possono essere causati o peggiorati dai farmaci. Alcuni medici e pazienti pensano che i sintomi realmente provocati da effetti collaterali farmacologici siano semplicemente segni di invecchiamento. Di conseguenza, molte gravi reazioni avverse sono del tutto trascurate o non riconosciute fino a che non abbiano causato un danno significativo. I farmaci responsabili delle reazioni avverse più serie negli anziani sono i tranquillanti, i sonniferi in pillole e altri psicofarmaci, farmaci per patologie cardiovascolari come la diossina, gli antipertensivi, gli antiaritmici e farmaci per problemi intestinali.

• Effetti collaterali farmacologici mentali: depressione, allucinazioni, confusione, delirio, perdita di memoria, alterazione del pensiero.

• Effetti collaterali farmacologici sul sistema nervoso: parkinsonismo, movimenti involontari della faccia, braccia, piedi (discinesia tardiva), disfunzioni sessuali.

• Effetti collaterali farmacologici gastrointestinali: perdita di appetito, stipsi.

• Problemi urinari: difficoltà della minzione, incontinenza urinaria.

• Vertigini in posizione eretta.

• Cadute con conseguenti fratture dell’anca.

• Incidenti automobilistici con conseguenti ferite.

ESEMPI SPECIFICI DI MALATTIE INDOTTE DA FARMACI:

Donna di 54 anni handicappata per tossicità polmonare dovuta a un farmaco non approvato per trattare il suo problema.

A Liz è stato prescritto il Cordarone per trattare una comune patologia del cuore. Tuttavia non fu detto che il farmaco non era approvato dalla FDA per la sua condizione. L’opuscolo del farmaco accennava solo a nausea e vertigini come effetti collaterali, ma non a morte da tossicità polmonare. Ora per respirare Liz dipende da una bombola di ossigeno e non ha resistenza neppure per pulire la sua casa. È stimato che circa il 17% dei pazienti sviluppano una tossicità polmonare da amiodarone e circa il 10% di loro ne muore.

Uomo di 58 anni sviluppa parkinsonismo per uso di un antipsicotico prescritto per il suo “colon irritabile”.

A Larry, un uomo di 58 anni in buona salute generale ma con diarrea dovuta “alla sindrome del colon irritabile” è stata prescritta della Stelazina, un potente tranquillante antipsicotico “per calmare” il suo tratto intestinale. Anche la Stelazina non è approvata per trattare tali problemi di salute. Sei mesi dopo l’inizio della cura, Larry ha sviluppato grave parkinsonismo e ha cominciato ad utilizzare L-dopa, farmaco per trattare la malattia di Parkinson. Presumibilmente, il medico non ha realizzato che il parkinsonismo era stato indotto da farmaci per cui la cura con Stelazina è stata continuata. Per sette anni Larry ha preso entrambi i farmaci. Infine un neurologo specialista nel morbo di Parkinson visitando Larry, ha riconosciuto la causa reale del suo problema; interrotta la Stelazina e lentamente ridotta la L-dopa nell’arco di un semestre. Il grave parkinsonismo inabilitante di Larry è passato completamente.

Come detto precedentemente, 61.000 anziani sviluppano ogni anno un parkinsonismo indotto da farmaci. Almeno l’80% di loro, come Larry, non avrebbe neppure dovuto assumere farmaci che causano parkinsonismo in primo luogo. Inoltre, come nella situazione di Larry, una grande percentuale di queste persone ha medici che ritengono che il loro parkinsonismo si sia sviluppato spontaneamente. I medici non solo non sospettano la connessione con la Stelazina, o altri farmaci antipsicotici (Raglan, Compazine, o Phenergan), ma aggiungono un secondo farmaco per trattare la malattia causata dal primo. Lo stesso neurologo che “ha curato” Larry del suo parkinsonismo indotto ha visto, in appena tre anni, altri 38 pazienti con parkinsonismo indotto e 28 con discinesia tardiva indotta. Nessuna di queste persone era psicotica, unica giustificazione per l’uso di farmaci antipsicotici. Il colpevole più frequente (in 19 dei 39 pazienti) era la metoclopramide (Reglan), prescritta solitamente per bruciori di stomaco, nausea e vomito. I medici prescrivono spesso il Raglan prima di provare altri metodi più conservatori e più sicuri. Altri farmaci che possono provocare parkinsonismo sono Compazina, Haldol e Torazina.

Uomo anziano colpito da allucinazioni per colpa di farmaci antiulcera.

La confusione e le allucinazioni del padre ottantenne di Sarah sono stati indotti dai suoi farmaci antiulcera. Sarah ha dovuto informare ripetutamente il medico circa il possibile ruolo dei farmaci antiulcera di suo padre nel causare la confusione e le allucinazioni prima che il medico la ascoltasse. Tre farmaci differenti - Tagamet, Zantac e Pepcid - erano stati provati per le ulcere di suo padre e ciascuno aveva causato queste reazioni avverse. Quando il medico infine ha cambiato la cura del padre di Sarah con un antiacido lo stato mentale del padre ritornò normale, senza più confusione o allucinazioni.

Un bambino di sette anni muore a causa di un medicinale prescritto per iperattività e deficit di attenzione.

A Bernie, un luminoso bambino di 7 anni, fu prescritto un antidepressivo, l’imipramina (Tofranil), per trattare l’iperattività e il deficit di attenzione. Non avendo fornito ai suoi genitori delle informazioni esatte e complete sul farmaco, essi erano del tutto ignari che il farmaco poteva causare gravi aritmie, che la dose prescritta era troppo alta e che il tremito e le convulsioni che Bernie aveva cominciato ad avere erano realmente reazioni avverse all’imipramina. Il trattamento farmacologico è continuato e un giorno, a scuola, il bambino è morto per un’aritmia cardiaca. Se i suoi genitori fossero stati avvertiti adeguatamente, Bernie oggi sarebbe vivo.

Nel discutere il problema degli effetti collaterali farmacologici negli anziani, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito alcuni principi applicabili a gente di tutte le età: abbastanza spesso, la storia e l’esame clinico dei pazienti con effetti secondari rivelano che non c’è stata nessuna valida ragione per l’utilizzo del farmaco. Le reazioni avverse in larga misura possono essere evitate negli anziani scegliendo farmaci sicuri ed efficaci ed applicando sani principi terapeutici nella prescrizione, cominciando da una dose piccola, osservando il paziente frequentemente ed evitando eccessiva polifarmacia (l’uso di più farmaci contemporaneamente). In altre parole, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i pazienti che lamentano effetti collaterali farmacologici sono molto spesso vittime di farmaci prescritti senza un valido motivo. Un attento studio controllato ha esaminato i particolari delle prescrizioni di individui dimessi da un ospedale con tre o più farmaci per trattare malattie croniche. I risultati di questo studio sono abbastanza disdicevoli, sia per quel che dicono circa le pratiche di prescrizione dei medici sia per l’evidenza dei danni potenziali che potrebbero essere fatti agli anziani come conseguenza di queste pratiche. Dei 236 individui studiati: l’88% ha avuto uno o più problemi con le prescrizioni date. Almeno un problema potenzialmente serio, con rischi di vita, poteva derivare dalle prescrizioni scritte per il 22% di questi pazienti. Quando sono stati esaminati problemi specifici con le prescrizioni, i risultati sono stati i seguenti:

- Il 59% dei pazienti ha ricevuto uno o più farmaci considerati una scelta terapeutica inadeguata perché o “farmaci non ottimali data la diagnosi del paziente” o non indicati per quella data patologia.

- Al 28% dei pazienti è stata data una dose di farmaco troppo alta, “una dose eccessiva”.

- Al 48% dei pazienti è stata prescritta una combinazione di farmaci in grado di provocare una o più interazioni nocive.

- Al 20% dei pazienti sono stati dati farmaci con lo stesso effetto terapeutico di altri prodotti che stavano già prendendo.

Le buone notizie da questo studio, tuttavia, sono che un farmacista, coinvolto nei trattamenti di più del 50% di questi pazienti poteva ridurre i rischi avvisando i medici riguardo alle prescrizioni. Nei siti Web sono disponibili le liste degli effetti collaterali più comuni indotti da farmaci con il nome dei farmaci che li possono causare. Nella tabella sotto sono elencate alcuni dei sintomi che, sebbene siano causati frequentemente dai farmaci, sono i generi di problemi che molti medici potrebbero in primo luogo attribuire semplicemente alla “vecchiaia” o al “nervosismo” anziché ad un farmaco. La lista delle malattie indotte da farmaci di questo Web site deve essere usata da pazienti che presentano uno o una varietà di problemi di salute (o dai medici) per scoprire se i farmaci che stanno usando o stanno considerando di usare, possono causare specifiche reazioni avverse. La lista deriva da una varietà di fonti sicure. Sebbene alcuni di questi effetti collaterali si presentano più comunemente negli anziani, tutti sono stati documentati anche nei giovani, anche se non così spesso ma in alcuni casi.

SOMMARIO DELLE REAZIONI AVVERSE E I FARMACI CHE LE CAUSANO

Sono considerati soltanto i problemi più facilmente rilevabili e soltanto le medicine più comuni che causano questi problemi.

 

REAZIONE AVVERSA DA FARMACO

 

ESEMPI DI NOMI COMMERCIALI

DEPRESSIONE

Accutane, Adivil, Catapres, Cipro, Dalmane, Factive, Inderal, Naprosyn, Norpace, Pepcid, Reglan, Tagamet, Talwin, Ultracet, Valium, Xanax, Zantac.

PSICOSI/ALLUCINAZIONI

Aldomet, Benadryl, Catapres, Celebrex, Cipro, Dexatrim, Elavil, Halcion, Inderal, Lanoxin, Procanbid, Sonata, Tagamet, Ultracet, Valium, Vioxx.

CONFUSIONE/DELIRIO

Amaryl, Ambien, Benadryl, Catapres, Cipro, Compazine, Diabeta, Diabinese, Dymelor, Elavil, Mellaril, Sinemet, Tagamet, Valium, Xanax, Zantac.

DEMENZA

Aldomet, Inderal, Maxzide, Mellaril, Regroton, Restoril, Ser-Ap-Es, Tagamet, Valium, Xanax, Zantac.

INSONNIA

Avelox, Floxin, Inderal, Lasix, Mevacor, Nicorette, Sudafed, Synthroid, Theo-24.

PARKINSONISMO

Abilify, Aldomet, Asendin, Cardizem, Compazine, Elavil, Geodon, Haldol, Mellaril, Prozac, Reglan, Regreton, Risperdal, Thorazine.

DISCINESIA TARDIVA

Abilify, Asendin, Buspar, Compazine, Geodon, Haldol, Mellaril, Risperdal, Thorazine, Wellbutrin, Zyban, Zyprexa.

VERTIGINI

Abilify, Calan SR, Cardizem CD, Cardura, Catapres, Compagine, Elavil, Geodon, Haldol, Hytrin, Inderal, Isordil, Lasix, Minipress, Nitro-Bid, Prinivil, Procardia, Sonata, Tenormin, Valium, Xanax.

CADUTE/FRATTURE DELL’ANCA

Ambien, Celexa, Compazine, Dalmane, Elavil, Haldol, Isordil, Lexapro, Navane, Nembutal, Prozac, Restoril, Sinequan, Valium, Xanax.

INCIDENTI AUTOMOBILISTICI

Ambien, Asendin, Ativan, Celexa, Elavil, Lexapro, Norpramin, Pamelor, Paxil, Prozac, Sinequan, Tofranil, Valium, Xanax, Zoloft.

DISFUNZIONI SESSUALI

Abilify, Calan SR, Geodon, Lopid, Lopressor, Norpace, Pepcid, Proscar, Prozac, Sarafem, Tagamet, Tegretol, Transderm-Scop, Zantac.

PERDITA DI APPETITO, NAUSEA, VOMITO

Advil, Avelox, Daypro, Demerol, EES, Feldene, Feosol, K-Lor, Lanoxin, Levaquin, Relafen, Sumycin, Theo-24, Ultracet, Ultram.

DOLORE ADDOMINALE, ULCERE, SANGUINAMENTO.

Advil, Anaprox, Celebrex, Cortone, Daypro, Decadron, Feldene, Indocin, Motrin, Relafen, Somophyllin, Theo-24, Ultracet, Vioxx, Zithromax.

STIPSI

Amphojel, Benadryl, Caltrate, Cogetin, Inderal, Lotronex, Maalox, Talwin, Tylenol No.3, Tylox, Ultram, Urised.

DIARREA

Aciphex, Aldomet, Avelox, Cipro, Dulcolax, Maalox, Phillips’Milk of Magnesia, Nexium, Peri-Colace, Precose, Prilosec, Sporanox, Sumycin, Zelnorm.

TOSSICITA’ POLMONARE

Cordarone, Feldene, Inderal, Prinivil, Tegretol, Vasotec, Visken.

BLOCCO URINARIO

Antivert, Artane, Benadryl, Bentyl, Compazine, Duragesic, Elavil, Felbatol, Haldol, Sinequan, Tavist, Ultram, Zyban.

PERDITA DI URINA

Aricept, Celexa, Esidrix, Hytrin, Inderal, Lasix, Lexapro, Lithobid, Minipress, Neurontin, Paxil, Restoril, Tenormin, Valium, Xanax, Zaroxolyn, Ziac, Zoloft.

Mercoledì, 23 Novembre 2016 09:02

RENI: 10 ALIMENTI PER DEPURARLI.

23-11-2016

A coloro che soffrono di problemi renali e a chi desidera prevenire il loro insorgere e mantenere a lungo la salute dei reni potrebbe risultare utile conoscere quali siano gli alimenti più adatti a proteggere e favorire il buon funzionamento di tali organi. Ecco dunque alcuni cibi anti-scorie il cui consumo è considerato positivo per i nostri reni e che allo stesso tempo presentano benefici da non sottovalutare relativi ad altri aspetti del nostro stato di salute.

1. CAVOLI

I cavoli sono ortaggi appartenenti alla famiglia delle crucifere e risultano ricchi di fitonutrienti utili a disintossicare l'organismo dalle tossine, aiutando il lavoro dei reni, e a contrastare l'azione dei radicali liberi. Sono ricchi di vitamina C e di vitamina K, oltre che di vitamina B6 e di acido folico, ma risultano poveri di potassio, caratteristica che li rende utili ad essere inseriti in una dieta pensata per proteggere i reni.

2. PEPERONI ROSSI

Anche i peperoni rossi sono un'ottima scelta per mantenere la salute dei reni, in quanto risultano ricchi di fibre e di vitamine come la vitamina A, le vitamine C e B6 e l'acido folico. Sono poveri di potassio, un sale minerale che potrebbe affaticare il lavoro dei reni e sono ricchi di licopene, utile a proteggere l'organismo dall'insorgere di alcuni tipi di tumori.

3. MAIS

Il mais è considerato un cereale dall'effetto depurativo. Il suo contenuto prevede vitamine appartenenti al complesso B, vitamina A, calcio, potassio, fosforo e magnesio. Il mais è considerato come un alimento in grado di facilitare la diuresi, finalità per la quale ne viene indicata l'assunzione anche sotto forma di polenta.

4. LATTUGA

La lattuga rappresenta un alimento che può essere facilmente aggiunto come contorno a qualsiasi tipo di pasto, in modo da poter integrare ortaggi crudi a foglia verde benefici per i reni nella propria alimentazione quotidiana. Alla lattuga è attribuito un buon effetto saziante ed è utile nel caso in cui i reni si trovino sottoposti a stress provocato da eccessi alimentari.

5. AGLIO

L'aglio è ritenuto non soltanto un semplice alimento, ma un vero e proprio farmaco naturale. Dall'aglio vengono ottenuti degli estratti erboristici curativi e dei condimenti in polvere da impiegare per arricchire ed insaporire le pietanze in modo tale da ridurre le quantità di sale aggiunto agli alimenti e così da alleggerire il lavoro dei reni.

6. VERZA

La verza è un ortaggio dallo spiccato potere disintossicante. L'effetto depurativo di tale alimento è associato in modo particolare alla presenza di speciali antiossidanti e di zolfo. La verza presenta inoltre un contenuto da non sottovalutare di fibre vegetali dall'effetto anti-scorie. Ha effetto diuretico ed antitumorale e facilita l'eliminazione delle tossine da parte dell'intestino.

7. ORZO

L'orzo è un cereale a basso indice glicemico e dall'effetto drenante e depurativo, utile ad aiutare l'organismo nell'eliminazione delle scorie e ad alleggerire il lavoro dei reni. I suoi effetti benefici per i reni non si limitano unicamente al cereale vero e proprio, ma si estendono alla sua acqua di cottura, che può essere consumata per ottenere effetti utili nella quantità di mezzo bicchiere al giorno per quattro giorni. Benefico per i reni è inoltre il succo fresco preparato a base di erba d'orzo.

8. CILIEGIE

Le ciliegie sono considerate tra i frutti maggiormente indicati per mantenere il benessere dei reni. Prevengono la ritenzione idrica, sono diuretiche, favoriscono l'eliminazione delle tossine e risultano indicate in caso di stipsi. Sono inoltre povere di ossalati, elementi che potrebbero interagire con la corretta funzionalità dei reni, affaticandoli.

9. FAGIOLI AZUKI

I fagioli azuki sono ritenuti un vero e proprio alimento salva-reni, sia se consumati come tali che in riferimento alla loro acqua di cottura, che viene considerata come un depurativo benefico proprio per questi organi. Può essere utile consumare questo liquido nella quantità di mezzo bicchiere al giorno per quattro giorni alla settimana.

10. FRAGOLE

La fragole sono un alimento ricco di antiossidanti e contengono quantitativi elevati di vitamina C, manganese e fibre. Presentano proprietà antinfiammatorie e proprietà anticancro che permettono di proteggere sia la salute del cuore che dei reni. L'assunzione di fragole è considerata utile in presenza di renella o di calcoli renali. Il rizoma di fragola e la gramigna possono essere associate in tali casi per la preparazione di un infuso benefico.

23-11-2016

La ghiandola pineale (detta anche corpo pineale, epifisi o “terzo occhio”) è una piccola ghiandola endocrina nel cervello dei vertebrati. Essa produce la melatonina, derivato della serotonina, una sostanza che influenza la modulazione di veglia/sonno e le funzioni dei modelli stagionali. La sua forma assomiglia ad una piccola pigna (da cui il nome), e si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi, nascosta in una scanalatura in cui aderiscono i due corpi arrotondati dell’ipotalamo. In ogni essere umano la ghiandola pineale o terzo occhio può essere attivato a frequenze del mondo spirituale e vi permette di avere il senso della conoscenza del tutto, dell’euforia divina e dell’unità intorno a voi. La ghiandola pineale, una volta sintonizzati su frequenze proprie con l’aiuto della meditazione, yoga o vari esoterici metodi occulti, permette ad una persona di viaggiare in altre dimensioni, popolarmente conosciuti come viaggio astrale o proiezione astrale o visione remota. Con la pratica avanzata e i metodi antichi è anche possibile controllare i pensieri e le azioni di persone nel mondo fisico. Sì, è bizzarro, ma gli Stati Uniti, i governi dell’ex Unione Sovietica e le varie organizzazioni occulte hanno fatto questo tipo di ricerca per età e hanno avuto successo ben oltre la nostra immaginazione. La ghiandola pineale è rappresentata dalla Chiesa Cattolica Romana, ecco nell’immagine il “cortile della pigna” nei Musei Vaticani. Le società antiche come gli Egizi e Romani ne conoscevano i benefici e l’hanno esemplificato nelle loro vaste simbologie contenenti il simbolo di un occhio. Un riferimento alla ghiandola pineale è anche sul retro della banconota da un dollaro negli Stati Uniti con quello che viene chiamato “occhio che tutto vede”, che si riallaccia alla capacità di un individuo (o gruppo di individui) di utilizzare questa ghiandola per andare verso l’altro lato (nel mondo spirituale) ed eventualmente, controllare i pensieri e le azioni di persone sapendo cosa stanno pensando in ogni momento nel nostro mondo fisico.
Varie ricerche condotte fino ad oggi confermano che ci sono alcuni periodi nella notte, tra l’una e le quattro del mattino in cui vengono rilasciate sostanze chimiche nel cervello che provocano sentimenti di connessione alla propria fonte superiore. Alla fine degli anni ’90, uno scienziato di nome Jennifer Luca realizza il primo studio sugli effetti di fluoruro di sodio sulla ghiandola pineale. E determina che la ghiandola pineale, situata al centro del cervello, è stata un obiettivo per il fluoruro. La ghiandola pineale semplicemente assorbe più fluoro rispetto a qualsiasi altra parte fisica del corpo, anche le ossa. La ghiandola pineale è come un magnete per il fluoruro di sodio. Questo calcifica la ghiandola e ne blocca la fondamentale funzione di bilanciare gli interi processi ormonali nel corpo. Varie ricerche sul fluoruro di sodio hanno dimostrato che esso va ad accumularsi proprio nella pineale, che di gran lunga è la ghiandola più importante nel cervello. Il fluoro è l’unica sostanza in grado di attaccare il centro più importante del cervello. Il fluoruro di sodio è prevalente negli alimenti, nelle bevande, nei dentifrici, e nell’acqua potabile e da bagno: è messo nel 90% delle acque di approvvigionamento degli Stati Uniti. I filtri per l’acqua che si acquistano nei supermercati non tolgono il fluoro dall’acqua. Solo la distillazione e il processo di osmosi inversa è in grado di farlo. Il modo più economico per evitare il fluoruro è quindi quello di acquistare un distillatore d’acqua. Il fluoruro di sodio instupidisce le masse. Il fluoruro è stato introdotto nell'acqua dai nazisti e dai russi nei loro campi di concentramento per rendere la popolazione del campo docile e non in discussione con le autorità. Credo che se si disattiva la sede dell’anima, questa disconnette la nostra unità con il nostro Dio e la potenza della nostra fonte di spiritualità e ci trasforma in uno schiavo mondano di società segrete, di organizzazioni occulte che controllano mostruosamente il mondo delle imprese.

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