Angelo Ortisi
MANGIARE PESCE PREVIENE LA PERDITA DI UDITO.
18-04-2020
Mangiare pesce aiuta a prevenire la perdita di udito. A sostenerlo uno studio statunitense condotto presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston. Secondo quanto riportato dai ricercatori sarebbe sufficiente un consumo regolare di salmone, sardine e sgombro per ridurre gli effetti negativi. Sulla base dei risultati ottenuti durante lo studio, condotto su 65.215 infermiere tra il 1991 e il 2009, coloro che consumavano pesce almeno due volte a settimana avevano il 20% in meno di probabilità di manifestare una qualche riduzione delle proprie capacità uditive rispetto a coloro che ne mangiavano soltanto di rado. L’effetto offerto dal mangiare pesce risulterebbe associato al suo contenuto di vitamine e minerali, in grado di garantire una più generale vita in salute. Secondo quanto ha affermato la Dr.ssa Sharon Curhan, del Brigham and Women’s Hospital: “Sebbene un declino nell’udito sia spesso considerato un aspetto inevitabile dell’invecchiamento l’identificazione di numerosi fattori di rischio sui quali poter intervenire ha fornito una nuova consapevolezza riguardo la prevenzione o il ritardo dell’acquisizione di questo declino. Consumare qualsiasi tipo di pesce come ad esempio tonno o molluschi è stato tendenzialmente associato a una riduzione del rischio. Questi risultati suggeriscono che una dieta potrebbe risultare importante nella prevenzione della perdita di udito”. In merito ai vantaggi derivati ad esempio dall’olio di pesce si è espresso anche il Prof. Christopher De Giorgio, del Dipartimento di Neurologia presso l’University of California-Los Angeles (UCLA) School of Medicine. Lo studio da lui condotto ha sottolineato i possibili vantaggi in relazione alla prevenzione degli attacchi epilettici.
ALLERGIE: ARACHIDI TOSTATE FANNO PIU’ MALE.
18-04-2020
Le arachidi tostate fanno più male delle normali a chi è allergico. A riportarlo è uno studio condotto dalla Oxford University, nel Regno Unito, secondo il quale questa variante dei tanto amati legumi risulterebbe più dannosa per coloro che soffrono di allergia. Lo studio avrebbe quindi individuato un potenziale fattore scatenante per quanto riguarda lo scatenarsi della reazione allergica. Secondo quanto sostenuto dagli stessi ricercatori potrebbero essere le temperature raggiunte durante la tostatura a secco a provocare una vera e propria mutazione nei geni delle arachidi, confondendo il sistema immunitario dell’uomo e causando di conseguenza l’allergia.
In linea con tale ipotesi sarebbe l’incidenza dell’allergia alle arachidi, meno diffusa nell’estremo oriente. In quelle regioni il consumo di questo legume avverrebbe per lo più al naturale o in seguito a bollitura o frittura. Secondo quanto ha riferito il Dr. Quentin Sattentau, il cui studio è stato pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology: “Abbiamo svolto un semplice esperimento e trovato che il topolino alimentato con proteine sottoposte a tostatura a secco ha avuto una risposta immunitaria indicativa di allergia. Qualora invece il topo è stato alimentato con arachidi al naturale non si è verificata risposta o è stata molto meno rilevante”. Il gruppo di ricerca è allo studio di una variante di arachidi tostate a secco che risulti meno nociva dal punto di vista di una possibile reazione allergica, ma richiederà ancora del tempo. Difficilmente, sottolineano i ricercatori, il prodotto ottenuto potrà aiutare chi è già diventato allergico a tale legume.
LATTICINI E INFERTILITA’ MASCHILE.
18-04-2020
Nella speranza di risolvere il dramma dell’infertilità, sempre più persone si rivolgono alla scienza e ai suoi metodi innaturali di procreazione e concepimento, come la fecondazione in vitro o le medicine che favoriscono la fertilità. Queste tecniche, unite alla cattiva qualità degli spermatozoi e degli ovuli, aumentano le possibilità di nascite di bambini con malformazioni e accrescono ulteriormente le sofferenze degli individui. Il nostro cibo è la base su cui è costruita la nostra vita, e da esso noi deriviamo gli elementi nutritivi necessari a creare il nostro sangue, i nostri organi e, parlando di riproduzione, la nostra discendenza. Se una persona mangia abitualmente un cibo raffinato, denaturato o trattato chimicamente, la qualità del suo sangue si deteriorerà. Se un cibo di questo genere è abbinato con una dieta ricca di grassi, quelle sostanze che sono in eccesso creano nella profondità del corpo dei depositi di materiale solido che possono facilmente portare alla formazione di cisti, tumori o blocchi di altro tipo. Nell’uomo, problemi come l’impotenza, la scarsità degli spermatozoi e un basso tasso di ormoni, spesso implicano l’uso di cibi altamente raffinati come zucchero e succhi di frutta, farina bianca, alcol, latticini come latte, yogurt e panna, margarina ecc. Al contrario, una dieta composta principalmente di cibi ricchi di grassi animali e di sale, come uova, insaccati e formaggio stagionato e salato, può far contrarre eccessivamente l’apparato riproduttivo maschile, e causare alla fine (proprio per questo alto contenuto di grassi) l’ostruzione dei dotti spermatici e l’infiammazione della prostata. Una dieta in cui sono predominanti questi due gruppi di cibi (da soli o combinati assieme), possono anche provocare malformazioni degli spermatozoi, che - se avviene il concepimento - sono una possibile causa di malformazioni alla nascita.
I MIRACOLI DEL SULFORAFANO.
18-04-2020
La glucorafanina è un glucosinolato che si trova in alte concentrazioni nei broccoli e altri membri della famiglia delle brassicacee. Il sulforafano, forma attiva, si produce quando la glucorafanina è metabolizzata dall’enzima mirosinasi, che si libera dalle foglie quando vengono masticate o in qualche modo contuse. La cottura parzialmente denatura la mirosinasi, lasciando la glucorafanina parzialmente intatta. Per fortuna, nell’intestino di soggetti sani ci pensano i batteri della flora intestinale a produrre la mirosinasi. Questo significa che nei soggetti la cui flora è danneggiata per abuso di farmaci, in seguito ad una dieta scorretta o per patologie croniche del tratto gastrointestinale, la produzione della mirosinasi potrebbe non essere sufficiente e quindi il sulforafano non esercitare gli stessi effetti sistemici che esercita nei soggetti sani. Le ricerche dimostrano che almeno il 74% del sulforafano dei broccoli è assorbito a livello del digiuno. In seguito, è metabolizzato dalla via dell’acido mercapturico, che coinvolge intestino, reni e soprattutto il fegato. In quest’ultimo organo, il sulforafano viene coniugato con il glutatione. I complessi sulforafano-glutatione sono successivamente convertiti in cisteinil-glicina, cisteina e N-acetilcisteina nei reni o nell’intestino e poi riassorbiti e trasportati nel fegato per essere acetilati. Di questi complessi, il sulforafano-N-acetilcisteina è quantitativamente il più importante.
Dopo essere stato assorbito nel sangue, il sulforafano velocemente si accumula nei tessuti dove esercita la sua azione anticancerogena. In uno studio umano, una singola dose di 200umol di sulforafano derivato dal cavolo broccolo ha provocato un picco plasmatico di questa sostanza che variava da 0,943 a 2.27 µmol/L, rilevato dopo un’ora dall’ingestione. Il sulforafano viene eliminato dalle vie urinarie e scompare dall’organismo dopo circa 72 ore dall’assunzione. Il sulforafano ha dimostrato di possedere proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antibatteriche, ma soprattutto antitumorali. Ha un’azione diretta sullo sviluppo delle cellule tumorali: inibizione della divisione cellulare e azione apoptotica (morte cellulare). In alcune sperimentazioni in vitro su animali è stato in grado di ridurre il peso e il volume dei tumori. Inoltre, è in grado di inibire l’angiogenesi e la diffusione metastatica, riducendo la formazione microcapillare.
CANCRO
Studi in vitro mostrano che il sulforafano inibisce la divisione di cellule tumorali umane del colon, sangue, polmoni, cute e provoca apoptosi in quelle della vescica e prostata. L’azione d’inibizione della divisione cellulare e quella apoptotica è stata anche dimostrata in alcuni volontari sani, dopo una singola dose di circa 100 mg di sulforafano. La prima osservazione dell’effetto anticancerogeno del sulforafano è stata fatta in Cina, nella Provincia del Jiangsu, dove si registra un’ alta incidenza di cancro del fegato dovuta ad un eccessivo consumo di aflatossine alimentari e all’epatite B. Uno studio in doppio cieco, con placebo, ha mostrato che l’assunzione di una bevanda a base di estratto di broccoli, contenente 400 µmol di glucorafanina, per due settimane riduceva significativamente l’escrezione urinari di alcuni indicatori di danno del DNA da aflatossine.
MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Per via della loro proprietà antinfiammatoria e antiossidante, la glucorafanina e il sulforafano hanno un’azione cardiovasculoprotettiva: riduzione dello stress ossidativo, miglioramento del profilo lipidico, riduzione della pressione arteriosa. In un gruppo di fumatori, il consumo di 100 g di broccoli freschi per una settimana ha migliorato sensibilmente i valori del colesterolo totale e delle LDL e dei marcatori dello stress. Nelle donne si è registrato anche un aumento delle HDL. Questi risultati sono stati confermati anche da diversi studi sugli animali.
INFIAMMAZIONE DELLE ALTE VIE RESPIRATORIE
Il particolato proveniente dalla combustione del diesel peggiora le patologie cardiovascolari e polmonari, attraverso un aumento dello stress ossidativo. Alcuni studio mostrano che il sulforafano inibisce i processi di infiammazione e di ossidazione causati da esposizione al diesel.
INFEZIONE DA HELICOBACTER PYLORI
Studi sui topi hanno mostrato che il glucorafano ha notevoli proprietà antibatteriche contro l’HP ed è in grado di eradicarlo. È stata impiegata una dose giornaliera di estratto di broccoli di 1,33 mg, che equivale a 100 mg al giorno nell’uomo. In uno studio umano la somministrazione giornaliera di un estratto di 70 g (contenenti 6 µmol di glucorafanina) di broccoli per 8 settimane ha ridotto i livelli di ureasi al breath test, gli antigeni di HP e il pepsinogeno I e II, marker di colonizzazione e infiammazione gastrica. Lo studio ha dimostrato che i broccoli riducono l’infezione da HP e il rischio di tumore indotto da HP. Questo effetto è stato confermato da altri studi simili.
SINDROME DI GILBERT
E’ un disordine benigno ereditario del metabolismo della bilirubina. È caratterizzata da mutazioni genetiche dell’enzima l’UGT1A1, coinvolto nella glicuroconiugazione epatica della bilirubina. Si manifesta con un accumulo nel sangue di iperbilirubinemia indiretta. Il sulforafano ha mostrato di agire sull’attività dell’UGTA1A1 e aumentare la quantità di bilirubina coniugata.
DEGENERAZIONE MACULARE
È causata da processi ossidativi a livello della retina. Studi in vitro e su modelli animali hanno mostrato che il sulforafano protegge le cellule della retina dal danno foto-ossidativo.
MALATTIE NEUROLOGICHE
Studi in vitro e su modelli animali mostrano che il sulforafano protegge diverse linee cellulari cerebrali (neuroni corticali, astrociti ecc.) dal danno dovuto a stress ossidativo e infiammazione. Questi risultati fanno pensare che il sulforafano possa essere utile in malattie come il Morbo di Alzheimer e il Parkinson.
EFFETTI COLLATERALI
Sono stati condotti diversi studi per valutare la tossicità della glucorafanina e del sulforafano e tutti hanno dato esisto negativo. Pertanto l’integrazione di questo prodotto nella dieta ha un ottimo profilo di sicurezza.
5 MOTIVI PER CUI SI DOVREBBERO MANGIARE LE PATATE.
14-04-2020
Molte persone evitano le patate, soprattutto quando si cerca di perdere peso. Le patate sono tuttavia un alimento estremamente sano, se consumato con moderazione. Ecco 5 motivi per cui le patate possiedono numerosi benefici per la salute.
1. Le patate sono ricche di potassio: In media, una patata grande al forno con la buccia possiede circa 1.600 mg di potassio, quasi la metà della dose giornaliera raccomandata, e circa quattro volte più potassio di una banana. Il potassio nelle patate può aiutare a regolare gli elettroliti nel corpo, essenziali per l’idratazione dell’organismo.
2. Le patate sono ricche di fibre: La buccia di una patata grande contiene circa 7 grammi di fibre, necessarie per una digestione ottimale. E non solo, le fibre possono aiutare a sentirsi sazi più a lungo e contribuiscono a ridurre il colesterolo.
3. Le patate sono fonte di vitamina C: È un dato di fatto, la buccia di una patata grande è in grado di fornire circa 29 mg di vitamina C, che può rafforzare il sistema immunitario e promuovere la guarigione delle ferite.
4. Le patate sono fonte di manganese: Il manganese è un nutriente importante che rafforza il tessuto connettivo, contribuisce al metabolismo dei carboidrati e migliora le funzioni cerebrali e nervose. Una patata grande contiene circa il 33% della dose giornaliera raccomandata di manganese.
5. Le patate forniscono vitamina B6: Nota come una vitamina solerte, la B6 può aiutare numerosi sistemi nel corpo, come quello cardiovascolare, digestivo, immunitario e nervoso. Una patata grande con la buccia fornisce il 46% della dose giornaliera raccomandata di vitamina B6.
BUTTATE GLI ANTIBIOTICI E ASSUMETE AGLIO CRUDO A STOMACO VUOTO.
14-04-2020
Mangiare aglio crudo porta grandi benefici al nostro organismo. E non si tratta del tipico “rimedio della nonna”, infatti una ricerca condotta dallo Jiangsu Provincial Centre for Disease Control and Prevention ha rilevato che le persone adulte che consumano aglio crudo regolarmente si ammalano meno di cancro ai polmoni. Discorso che vale anche per i fumatori: l’aglio riduce il rischio che si ammalino di questo di tipo di tumore di circa il 30%. Da sempre all’aglio sono state attribuite qualità terapeutiche: nel corso dei secoli è stato impiegato come rimedio naturale per l’impotenza, il mal di stomaco, i problemi cardiaci e di circolazione. Diversi studi hanno riscontrato che consumare aglio crudo prima di mangiare o bere qualsiasi cosa incrementa i benefici che questo alimento porta al nostro corpo. Il motivo per cui l’aglio aumenta il suo potere se mangiato a stomaco vuoto è che i batteri sono sovraesposti e non riescono a difendersi. L’aglio è ricco di vitamine, minerali, sostanze antiossidanti e altri potenti fitochimici. Il nostro corpo riesce a trarre maggiori vantaggi da questi elementi se sono consumati crudi perché mantengono le loro proprietà benefiche.
PERILLA: L'ANTIALLERGICO NATURALE.
14-04-2020
Non sempre, in caso di allergia, sono necessari farmaci di sintesi. In alcuni casi, la Natura viene in nostro aiuto apportando ottimi risultati, soprattutto nei casi più semplici – e meno gravi – da trattare. Oltre al tanto rinomato Ribes Nigrum, di cui si sfrutta l’utilizzo in tintura madre da molto tempo, è d’obbligo parlare della Perilla Frutescens, dalle eccellenti virtù antinfiammatorie e antiallergiche. Gli studi incentrati su questa pianta orientale sono molteplici e tutti confermano l’azione positiva in tali patologie. Durante una ricerca eseguita nel 2011 in Corea dall’Istituto di Medicina Orientale e dalla Kyung Hee University, per esempio, è emerso che l’estratto secco in polvere associato all’acido rosmarinico riduceva in tempi brevissimi il livello di istamina con conseguente miglioramento delle reazioni infiammatorie allergiche come rinite e rinocongiuntivite di tipo allergico. La pianta di Perilla viene adoperata in Cina e Giappone da secoli anche in cucina, in particolare come contorno nei piatti di pesce. Uno dei punti di forza di questa piantina appartenente alla famiglia delle Labiate (come la nostrana menta), è il suo contenuto in acido alfa-linoleico, conosciuto quale precursore dei tanto anelati omega-6. I semi contengono anche buone quantità di flavonoidi, composti antiossidanti preziosi per la prevenzione delle allergie. Ma non solo: agisce attivamente modulando il livello di immunoglobuline E (IgE), naturalmente elevate in caso di reazione allergica. La Perilla sembra aver dato risultato positivi su allergie di varia natura, sia essa stagionale o meno, come dermatiti, orticaria, eczemi e asma. Il suo contenuto in acidi grassi essenziali, inoltre, aiuta a mantenere sana sia la pelle che il sistema immunitario. Una loro carenza può portare a ritardi della crescita, astenia, debolezza, depressione e disturbi del sistema nervoso. Secondo alcuni studi pubblicati negli ultimi anni nel National Journal, dosi medie di acidi grassi polinsaturi migliorano il funzionamento cerebrale, la concentrazione e la neurotrasmissione. Quando assunti in eccesso, tuttavia, possono causare cancro alla prostata. Quindi, anche in questo caso l’equilibrio è d’obbligo.
QUESTE SOSTANZE, ASSOCIATE A UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE, SONO EFFICACI NEL FARVI PERDERE PESO.
14-04-2020
Alcune sostanze naturali hanno la capacità di agire efficacemente e in sinergia sui diversi meccanismi della perdita di peso: raggiungimento più rapido della sazietà, limitazione dell’assorbimento degli zuccheri e dei grassi, stimolazione del metabolismo e della termogenesi, attivazione della lipogenesi, miglioramento del controllo dello zucchero sanguigno e della sensibilità all’insulina.
1. La fucoxantina, estratta dalle alghe brune, ha dimostrato la propria capacità di facilitare la perdita di peso stimolando la produzione di una proteina responsabile dell’ossidazione e della decomposizione dei grassi. Sembra stimolare anche il ritmo metabolico.
2. Il glucomannano, una fibra alimentare idrosolubile ad alta viscosità, induce una sensazione di sazietà che riduce la quantità di calorie assorbite, quando viene assunta prima dei pasti con dell’acqua.
3. Il cromo frena l’innalzamento del glucosio sanguigno che si produce dopo un pasto ricco di alimenti con indice glicemico elevato. Così, riduce l’aumento di peso e agisce sull’accumulo dei grassi addominali. Aumentando la risposta all’insulina, combatte la voglia di “mangiucchiare”.
4. Attivando l’enzima adenilato ciclasi, la forscolina, estratta dalla pianta Coleus forskohlii, aumenta i livelli di adenosina monofosfato ciclico (cAMP), scatenando così finalmente l’attivazione della lipasi sensibile agli ormoni che decompone i grassi e li invia sotto forma di acidi grassi liberi nella circolazione sanguigna. Un piccolo studio ha mostrato che l’assunzione di forscolina favorisce la perdita di peso e la diminuzione della massa grassa nelle persone in sovrappeso.
5. Due studi clinici casuali in doppio cieco mostrano che l’assunzione quotidiana di Garcinia cambogia (contenente acido idrossicitrico) per otto settimane associata a un programma che combini dieta ed esercizio fisico produce una diminuzione dell’appetito e del consumo alimentare, inibisce la sintesi dei grassi e aumenta la quantità di grassi bruciati. Riduce anche il peso corporeo (tre volte di più rispetto alla dieta associata all’esercizio fisico senza integrazione) e l’indice di massa corporea, mantenendo dei livelli sani di colesterolo.
6. I guggulsteroni, estratti di Commiphora mukul (chiamato anche guggul), agiscono sulla perdita di peso tramite diversi meccanismi:
• attivando degli enzimi lipolitici;
• stimolando la tiroide, aumentando così il ritmo metabolico;
• regolando la dimensione e il numero degli adipociti, le cellule grasse.
7. Il magnesio è indispensabile per la regolazione del glucosio sanguigno. In alcuni pazienti diabetici che hanno dei livelli bassi di magnesio, un’integrazione migliora la sensibilità all’insulina e il controllo metabolico.
8. La L-carnitina interviene nel metabolismo energetico. Un’integrazione sembra aumentare l’ossidazione dei grassi.
9. L’estratto di tarassaco possiede un’azione diuretica e stimola la secrezione biliare.
10. L’estratto di luppolo previene l’aumento di peso indotto da pasti ricchi di grassi.
LA MELATONINA COMBATTE L’ACIDITA’ DI STOMACO.
14-04-2020
La melatonina si configura come un nuovo trattamento efficace e sicuro per il controllo della sintomatologia di alcuni disturbi funzionali gastrointestinali. Questi i risultati di un recente studio statunitense che ha voluto valutare l’efficacia e la sicurezza della somministrazione di melatonina in pazienti con acidità funzionale. A 60 soggetti, divisi in 3 gruppi, sono stati somministrati per 3 mesi prima di colazione 20 mg di omeprazolo (farmaco per le patologie gastriche) associando all’ora di coricarsi: 6 mg di melatonina, 25 mg nortriptilina (antidolorifico) o un placebo. All’inizio e al termine dello studio è stato redatto il questionario GERD-HRQOL, test che valuta il miglioramento della qualità della vita nei pazienti con disturbi gastrici. I risultati hanno dimostrato che l’assunzione di melatonina aveva migliorato il punteggio del test GERD-HRQOL rispetto a quello dei soggetti che avevano assunto nortriptilina o il placebo, suggerendone un utilizzo sicuro ed efficace. L’alterazione dei ritmi circadiani può causare disturbi gastrointestinali (colon irritabile, reflusso gastroesofageo (GERD), ulcera peptica) e questo può spiegare l’utilità dell’assunzione di melatonina, integratore di elezione per il ripristino dell’orologio biologico interno. La melatonina è una sostanza antiossidante diffusamente utilizzata contro i disturbi del sonno e la sindrome da jet lag. Mostra anche effetti interessanti sulla risposta immunitaria e protettivi a livello neuronale.
SOSTANZE NATURALI CHE BLOCCANO L’AZIONE DELL’ENZIMA AROMATASI.
14-04-2020
L’aromatizzazione è un fenomeno ormonale complesso che colpisce sia l’uomo che la donna in determinati momenti della loro vita, soprattutto dopo i cinquant’anni. Questo complesso enzimatico è responsabile della conversione dell’androstenediolo e del testosterone in estrone ed estradiolo. Tuttavia, in generale, un eccesso di produzione di estrogeni può portare a gravi conseguenze per gli individui di entrambi i sessi: nelle donne, la sovrapproduzione di estrogeni può essere patologica, soprattutto quando nella storia familiare vi sono tumori ormonodipendenti come quelli di seno, utero o ovaie. Negli uomini, la conversione del testosterone in estrogeni può esacerbare un’ipertrofia prostatica benigna (IPB) e aumentare il rischio di sviluppo del cancro alla prostata. La supplementazione di testosterone o di precursori perde la sua efficacia: è l’enzima aromatasi ad esserne il principale responsabile. Tra le sostanze naturali scientificamente studiate e con proprietà ben consolidate come inibitori dell’aromatasi, abbiamo:
- I lignani. Ne sono ricchi i semi di lino e l'ortica.
- La genisteina. Le fonti migliori sono i semi di lupino e le fave, mentre la soia è da evitare essendo spesso geneticamente modificata.
- La crisina, un composto flavonico estratto dalla passiflora. Questo potente flavonoide inibisce la conversione del testosterone in estrogeni, senza effetti collaterali.
- L’agaricus bisporus (funghi champignon) che previene e diminuisce la proliferazione cellulare indotta dal testosterone e aumenta l’apoptosi nel carcinoma mammario.
- La naringina, estratto del pompelmo, è un inibitore estrogenico riconosciuto.
- La sophora japonica, che contiene genisteina, una sostanza flavonica più attiva di quella estratta dalla soia. Ha un forte effetto inibitorio sui fenomeni di aromatizzazione.
- La quercetina, un flavonoide naturale noto per la sua azione antinfiammatoria della prostata. Mele e cipolle ne contengono in abbondanza.
- L’epilobio, una pianta ricca di terpeni, fitosteroli, flavonoidi, tannini, e in particolare in oenotheina B, che inibisce congiuntamente aromatasi e 5-alfa reduttasi.
- Il DIM (di-indolilmetano), è una sostanza estratta dalla famiglia botanica delle crucifere (broccoli, cavoli ecc.). Riequilibra e sostiene il funzionamento ottimale del sistema endocrino e quindi ormonale, negli uomini e nelle donne. Nell’uomo anziano o di età media è importante ridurre la conversione del testosterone in estrogeni che, in seguito, si accumulano nella prostata. È stato dimostrato che il DIM frena l’accelerazione del metabolismo del testosterone e soprattutto la sua conversione in estrogeni, favorendo così il funzionamento della prostata. Nella donna, aiuta a mantenere il testosterone nella forma libera attiva, favorendo un equilibrio ormonale ed emotivo. Inoltre, il DIM è stato identificato come un indolo naturale avente la capacita di aiutare le difese naturali per proteggere il corpo contro le sostanze chimiche cancerogene ambientali.
- Il picolinato di zinco, una forma di zinco che svolge un ruolo significativo nell’omeostasi ormonale, poichè interagisce con la maggior parte degli ormoni, soprattutto, pituitari, come la prolattina, che riesce a inibire, e la quale è nota stimolare la sintesi nociva di diidrotestosterone (DHT).
- Il calcio D-glucarato è stato studiato come agente preventivo nel cancro alla prostata, grazie alla sua capacità di inibire l'enzima aromatasi.