Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

10-08-2015

Il glifosato è l'erbicida più conosciuto e utilizzato al mondo. E ce lo mangiamo ogni giorno, consumando pane, pasta e cereali. La rivista tedesca Oekotest, dopo un attento esame di laboratorio, ha ritrovato tracce evidenti di glifosato in pani, pagnotte, pacchi di farina, confezioni di muesli e fiocchi d'avena. In particolare sono stati analizzati gli alimenti integrali, che anche secondo l'associazione di molitori tedeschi (VDM), se non sono di origine biologica, sono più esposti ad una contaminazione. Nel test comparivano 20 prodotti a base di cereali, 10 tipi di pane, cinque farine e cinque fiocchi di cereali, acquistati nei normali supermercati, discount o catene di panetterie. La sostanza, anche se in percentuale minima, è stata ritrovata in ben 14 prodotti. Si tratta della componente di base del famoso Roundup della Monsanto, che si abbina "perfettamente" o diabolicamente che dir si voglia, all'utilizzo di sementi transgeniche resistenti a questo erbicida. Viene comunemente impiegato in agricoltura, ma anche su scala domestica, in prodotti per la manutenzione di orti e giardini. In Germania l'Autorità per la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori (BVL) ha rilevato che dalla fine degli anni '90 ad oggi l'impiego di questa sostanza è praticamente raddoppiato, arrivando alla quota di 15 mila tonnellate all'anno. Purtroppo l'erbicida viene spruzzato anche poco prima della raccolta direttamente sulla pianta, per aiutare la maturazione delle spighe di grano. Finisce poi per essere utilizzato anche per legumi, patate e semi oleosi. I residui diventano quindi inevitabili e poco studiati dalle autorità, che non trovano ancora prove convincenti della sua pericolosità.
Il recente studio francese guidato da Gilles Eric Seralini, che ha messo sotto accusa il mais ogm della Monsanto, ha ribadito la pericolosità del glifosato come dannoso per il sistema endocrino e riproduttivo. Successivamente l'Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA) è giunta alla conclusione che lo studio Seralini non ha una qualità scientifica tale da essere considerato utile ai fini di una valutazione del rischio. Il giudizio delle autorità e il parere scientifico, come spesso accade, è dunque vago e contraddittorio. In Italia intanto fa discutere il nuovo dossier di Legambiente "Pesticidi nel Piatto", secondo il quale un terzo della frutta e della verdura che finisce sulle tavole degli italiani presenta tracce di pesticidi. Alcuni campioni contengono 6, 7, anche 9 principi chimici presenti contemporaneamente. Tra le sostanze maggiormente rinvenute dalle analisi pubblicate da Legambiente troviamo il clorpirifos, un insetticida riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino con spiccata attività neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto dall’Epa come possibile cancerogeno e il Fosmet, un insetticida fosforganico dal notevole impatto ambientale e particolare tossicità riscontrata a danno delle api.

Lunedì, 10 Agosto 2015 08:27

ANTIBIOTICO E ARITMIA CARDIACA.

10-08-2015

Finora si riteneva che l’azitromicina, un macrolide ad ampio spettro, fosse relativamente priva di effetti cardiotossici. Tuttavia, è noto che altri macrolidi strettamente correlati all’azitromicina, quali eritromicina e claritromicina, possono aumentare il rischio di gravi aritmie ventricolari e morte cardiaca improvvisa. Crescenti evidenze scientifiche suggeriscono che anche l’azitromicina possa avere una potenziale attività aritmogena.

 

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1003833

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1300799

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc1306999

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMp1302726

 

10-08-2015

Pecore e mucche giganti, topi con placente abnormi, maiali malati di cuore, tutti gli animali clonati manifestano difetti genetici o fisici. Lo dice lo scienziato britannico Ian Wilmut, uno dei creatori della pecora Dolly, il primo mammifero al mondo ad essere stato clonato da una cellula adulta.
Wilmut ha fatto una ricerca sulle creature clonate dopo Dolly in giro per il mondo e ha scoperto un quadro inquietante che dovrebbe essere un avvertimento per chiunque sia tentato di clonare l’uomo. I problemi che presentano i cloni sono così generalizzati che c’è da chiedersi se ne esiste uno normale. Nessuno dovrebbe neppure provare a clonare un bambino, ha detto Wilmut al Sunday Times. La pecora Dolly, nata qualche anno fa nel centro di ricerche Roslin in Scozia, soffre di artrite ed ha un difetto cromosomico che la espone all’invecchiamento precoce. Nel suo catalogo degli orrori, Wilmut ha registrato pecore e mucche afflitte da gigantismo, problemi polmonari e disfunzioni del sistema immunitario; topi con placente 4 volte più grandi del normale ed altri che pur mangiando una quantità normale di cibo ingrassano a dismisura; maiali con difetti cardiaci e polmonari. Un vitello clonato in Francia a 51 giorni è morto perché non riusciva a produrre globuli bianchi. Un agnello nato al Roslin è stato abbattuto a 12 giorni perché i muscoli intorno ai polmoni erano così spessi che non gli consentivano di respirare. Ci sono abbondanti prove che la clonazione va male e non c’è motivo di credere che gli stessi problemi non si presentino clonando l’uomo, ha affermato Wilmut. Le dichiarazioni fatte dal padre di Dolly, Ian Wilmut, seguono soltanto di qualche mese lo studio pubblicato su Nature Biotechnology, che per la prima volta ha passato in rassegna i dati sulla salute degli animali clonati tra vitelli, pecore, capre, maiali e topi.

 

http://www.lifescientist.com.au/content/biotechnology/news/wilmut-disappointed-others-happy-with-cloning-progress-616760105

http://www.mindfully.org/GE/GE4/All-Animal-Gene-Defects28apr02.htm

http://www.theguardian.com/science/2002/apr/19/genetics.highereducation

07-08-2015

Una ricerca ha rivelato che la supplementazione con vitamina K e vitamina D3 è in grado di ridurre le fratture e aumentare la sopravvivenza nelle donne in postmenopausa. Con la vitamina K1 e vitamina D3, si è vista una riduzione di probabilità di frattura di almeno del 20 per cento, ma l’uso della vitamina K2 con vitamina D3 l’ha ridotta del 25 per cento. Uno dei modi migliori per ottenere la salute delle ossa è una dieta ricca di cibi freschi e crudi, alimenti fermentati ricchi in vitamina K2, insieme ad un’esposizione al sole sana e regolare ed esercizio fisico.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15309455

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16801507

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17158229

07-08-2015

L’ormone dello stress epinefrina cambia le cellule del tumore mammario e prostatico in modo da renderle resistenti alla morte cellulare (apoptosi). Ciò significa che lo stress emotivo potrebbe sia contribuire allo sviluppo del cancro sia a ridurre l’efficacia dei trattamenti. I livelli di epinefrina aumentano acutamente in risposta a situazioni stressanti e possono rimanere elevati costantemente durante lunghi periodi di stress o depressione. Quando le cellule tumorali sono esposte all’epinefrina, una proteina denominata BAD, che causa la morte delle cellule, diventa inattiva. Uno studio in fase iniziale, ha trovato che gli uomini che prendono i beta bloccanti, che bloccano gli effetti dell’epinefrina, hanno un18 per cento in meno di rischio di sviluppare cancro prostatico.

COMMENTO

Non ci sono dubbi sull’innegabile connessione fra salute emotiva e fisica. Ad esempio, un atteggiamento mentale positivo può svolgere un ruolo vitale per mantenere un cuore sano e rallentare il processo di invecchiamento naturale. Ed apparentemente ogni giorno, gli scienziati apprendono nuove informazioni su come le emozioni negative irrisolte possono ridurre l’aspettativa di vita. Al contrario dell’ormone dello stress (norepinefrina), l’epinefrina può rendere il vostro corpo più suscettibile a determinate forme di cancro. Lo stress è un fattore chiave in tutte le malattie e svolge un ruolo importante per la salute di tutti gli uomini. Non è sorprendente che lo stress possa nuocere al vostro corpo, considerando che in una condizione come la depressione, il vostro cervello può persino distruggere i collegamenti delle cellule nervose. Ma non pensate neanche che prendere un farmaco sia la soluzione possibile. Ci sono parecchie cose che potete fare per superare gli stress e le emozioni negative senza rischiare la salute. Bisogna imparare a controllare le proprie emozioni e questo lo si può fare grazie ad una nuova tecnica molto interessante che si chiama Emotional Freedom Technique, incrementando la dose di esercizio fisico e utilizzando delle formulazioni specifiche per la regolazione dei neurotrasmettitori nervosi.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17353197

http://www.jbc.org/content/282/19/14094.full.pdf

07-08-2015

Mangiare per due in gravidanza può aumentare il rischio di obesità post parto. Secondo i ricercatori del Medical Research Council (MRC) Clinical Sciences Centre di Londra, nel Regno Unito, la celebre espressione “devo mangiare per due” si rivelerebbe non soltanto falsa, ma addirittura dannosa per la salute della donna. Secondo quanto riportato dai ricercatori durante la gravidanza l’intestino della donna aumenterebbe di volume, portando l’organismo ad assimilare maggiori calorie a parità di cibo consumato. Tale processo è di origine ormonale e tende ad annullarsi al termine della gestazione: un’alimentazione eccessiva durante i nove mesi potrebbe però rendere questo cambiamento permanente. Come ha spiegato la Dr.ssa Irene Miguel-Aliaga, autrice dello studio e ricercatrice presso il Medical Research Council (MRC) Clinical Sciences Centre: “Precedenti studi hanno mostrato che mangiare per due durante la gravidanza non è necessario. La nostra ricerca suggerisce che il motivo è perché il nostro apparato digerente sta già anticipando i bisogni che verranno indotti dalla presenza del feto nel nostro corpo”.
Lo studio è stato condotto analizzando alcuni insetti della frutta, che avrebbero a sorpresa un sistema di digestione molto simile a quello umano. A questo proposito è intervenuto un altro autore dello studio, il Dr. Jake Jacobson, anch’egli del Medical Research Council Clinical Sciences Centre: “Molti dei geni delle mosche che abbiamo studiato sono presenti negli essere umani. Le mosche inoltre utilizzano e creano depositi di grasso come facciamo noi e il loro metabolismo è controllato da ormoni similari”. Lo stesso Dr. Jacobson ha poi proseguito sottolineando come questa potrebbe rappresentare la risposta al perché alcune donne trovano difficoltoso, dopo la gravidanza, il ritorno al proprio peso forma: “Alcune donne trovano difficile perdere peso dopo la gravidanza e noi potremmo aver trovato una ragione biologica per questo problema”. Gli esperti raccomandano infine di non esagerare con l’alimentazione durante la gravidanza, ma limitarsi a seguire la propria normale dieta durante i primi sei mesi di gestazione, consumando nei restanti tre mesi circa 200 calorie extra.

 

https://www.mrc.ac.uk/news-events/news/nutrition-and-pregnancy-scientists-challenge-eat-for-two-myth/

http://www3.imperial.ac.uk/newsandeventspggrp/imperialcollege/newssummary/news_28-7-2015-11-30-23

 

Giovedì, 06 Agosto 2015 19:29

LE 7 PROPRIETA' BENEFICHE DELLE MANDORLE.

06-08-2015

Le proprietà benefiche delle mandorle sono molte e tutte contribuiscono al nostro benessere generale e alla salute del corpo. Possiamo beneficiare di vere e proprie proprietà terapeutiche delle mandorle e non solo inserendo nella nostra dieta la classica frutta secca, ma anche ricorrendo all’uso di altri determinati prodotti derivati sempre dalle mandorle, come, ad esempio, l’olio di mandorle. Vediamo insieme quali sono nello specifico le proprietà curative delle mandorle più importanti.

1. Benessere intestinale

L’olio di mandorle dolci in particolare si distingue per le sue proprietà lubrificanti ed emollienti e proprio per questo contribuisce al benessere intestinale. Questo tipo di olio derivato dalle mandorle permette di beneficiare di un transito intestinale fisiologico. Non bisogna comunque esagerare nel consumo dell’olio di mandorle dolci, perché esso contiene molti grassi e apporta numerose calorie.

2. Combattere il colesterolo

Le mandorle riescono a contrastare l’alto livello di colesterolo. E’ tutto merito dei grassi monoinsaturi e polinsaturi che essi contengono e che sono in grado di ridurre il colesterolo “cattivo”. Ecco perché non dovrebbero mancare mai nell’alimentazione regolare di chi soffre di ipercolesterolemia. Le mandorle nella dieta sono utili anche per prevenire il diabete.

3. Benefici per le neomamme

Le neomamme in particolare dovrebbero tenere presenti quali possono essere i benefici delle mandorle. E’ da ricordare infatti che esse aiutano a migliorare le antiestetiche smagliature che si formano in seguito alla gravidanza, permettono di mantenere alto il livello di zuccheri nel sangue e l’olio di mandorle, usato per frizionare il corpo e la pelle, può rivelarsi un ottimo rimedio contro lo stress. Lo stesso beneficio rientra fra le proprietà benefiche delle noci.

4. Rafforzamento delle ossa

Le mandorle sono ricche di differenti sostanze nutritive, le quali riescono ad aumentare la densità minerale ossea. Da qui i vantaggi ricavati dalle ossa e da tutto il sistema scheletrico in termini di rafforzamento. Per questa loro caratteristica le mandorle dovrebbero far parte del regime alimentare degli anziani e di chi è affetto da osteoporosi.

5. Contrastare l’anemia

Le mandorle aiutano a combattere l’anemia, in quanto possiedono un alto valore nutritivo, visto che contengono ferro e vitamine, in particolare quelle del gruppo B. Per questo elevato contenuto vitaminico l’olio di mandorle dolci è utile anche contro il freddo. Le mandorle sono fra i cibi da mangiare in caso di carenza di ferro.

6. Problemi di capelli

Se abbiamo problemi di capelli non possiamo non ricorrere all’utilizzo dell’olio di mandorle dolci. Esso si rivela estremamente utile per combattere la forfora, la caduta dei capelli e i capelli bianchi precoci.

7. Bevanda di mandorle: umore in equilibrio

Per far restare il nostro umore nel giusto equilibrio è importante la bevanda di mandorle, che può essere considerata una bevanda molto energetica e rinfrescante. La bevanda di mandorle ha proprietà antidepressive e antinfiammatorie. Non esagerare comunque, per evitare il grande apporto di calorie: un bicchiere possiede le stesse calorie di mezzo etto di banane.

06-08-2015

Le nanoparticelle sono utilizzate in ogni settore, dai cosmetici ai vestiti fino agli snack, ma secondo un team di ricercatori delle università di Binghamton e Cornell, si sa ancora troppo poco sugli impatti negativi che esercitano sulla nostra salute. Secondo Gretchen Mahler, docente di Bioingegneria a Binghamton, tra gli autori della ricerca, la gran parte degli studi attuali sulla sicurezza delle nanoparticelle si concentra sugli effetti diretti sulla salute umana. Ma cosa succede quando si è sottoposti ad una costante somministrazione di piccole dosi? Parliamo di una assunzione normale, facilmente ottenibile se si ricorre a farmaci o integratori che prevedono la presenza delle nanoparticelle. Abbiamo pensato quindi continua Mahler - che il modo migliore per misurare gli effetti più nascosti di questo tipo di assunzione fosse monitorare la reazione delle cellule intestinali. Lo studio è stato condotto in vitro, agendo in laboratorio su cellule umane dei rivestimenti intestinali, e in vivo, attraverso esperimenti sui rivestimenti intestinali dei polli. I risultati di entrambe le indagini hanno evidenziato che l'esposizione alle nanoparticelle influenza l'assorbimento delle sostanze nutritive nel sangue. In particolare, l'assorbimento del ferro, nutriente essenziale per il nostro organismo, dopo un esposizione di breve durata alle nanoparticelle, è sceso di circa il 50%. Ma spiega Mahler - l'esposizione cronica ha causato addirittura un rimodellamento dei villi intestinali, vitali per la capacità dell'intestino di assorbire le sostanze nutritive. E dato che ormai assumiamo inconsapevolmente grandi quantità di nanoparticelle, circa 100 trilioni ogni giorno in varie forme dai prodotti alimentari ai farmaceutici, aumentare le conoscenze sul loro impatto è necessario e fondamentale.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2012/03/120308174647.htm

http://www.newswise.com/articles/researchers-show-influence-of-nanoparticles-on-nutrient-absorption

http://www.nature.com/nnano/journal/v7/n4/full/nnano.2012.3.html

Giovedì, 06 Agosto 2015 05:20

PUBERTA' PRECOCE: RADDOPPIANO I CASI.

06-08-2015

Bambine già "donne": un fenomeno sempre più frequente. Negli Stati Uniti infatti nel giro di 10 anni è raddoppiato il numero di bambine di 7 anni in pubertà precoce. Forse per l'obesità e l'esposizione a sostanze chimiche che imitano gli ormoni femminili, come spiega uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics. Una conclusione cui i ricercatori dell'università della North Carolina sono giunti dopo aver esaminato 1.200 ragazze in tre diverse città. Di queste, il 10,4% di quelle che aveva 7 anni aveva il seno già sviluppato e iniziato la pubertà, rispetto al 5% registrato nel 2002. "Scoprire che il seno inizia a crescere sempre prima nelle ragazze è preoccupante - commenta Marcia Herman-Giddens, una dei ricercatori.
"Riteniamo che un cambiamento così consistente nel giro di poco tempo sia da addebitare all'ambiente". Prima erano soprattutto le ragazze afro-americane che andavano incontro alla pubertà precoce. Ma ora il numero di bambine di colore di 8 anni entrate nella pubertà è sceso dal 48% del 1997 al 43% attuale. Secondo Frank Biro, coordinatore dello studio, ciò può essere il segno che sta calando il tasso di ragazze afro-americane in pubertà precoce, mentre continua a salire quello delle ragazze bianche. "Parte di questo aumento è stata riscontrata nelle ragazze in sovrappeso e obese - spiega Biro -. Gli ormoni rilasciati dalle cellule grasse possono infatti avere un ruolo. Per questo stiamo controllando i campioni di sangue e urine per cercare sostanze chimiche che imitano gli estrogeni, contenute nella plastica che si trova nell'ambiente o negli alimenti mangiati, come la soia".

 

http://www.nytimes.com/2010/08/09/health/research/09puberty.html?_r=0

Mercoledì, 05 Agosto 2015 05:30

UNA MELA AL GIORNO PER RESPIRARE MEGLIO.

05-08-2015

Secondo i risultati di una ricerca britannica pubblicati su Thorax, le mele aiuterebbero a respirare meglio e a proteggere l'organismo dagli agenti irritanti. Addirittura le proprietà delle mele sarebbero superiori a quelle proverbiali degli agrumi. Pare che ciò dipenda dalla presenza di un antiossidante, la quercetina, che si può trovare anche nel vino rosso, nel tè e nelle cipolle.

 

http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/610068.stm

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