Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

05-08-2015

Oltre ad essere fresca e gustosa, il frutto estivo per eccellenza, costituisce un valido aiuto naturale contro le malattie cardiache, perché permette di ridurre i livelli di colesterolo cattivo (tecnicamente conosciuto come ‘LDL’) e tenere il peso corporeo sotto controllo. A rivelare le preziose proprietà del “cocomero” è uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry, condotto da un team di ricercatori dell’Università americana di Purdue.
Secondo gli studiosi, l’anguria - apprezzata da adulti e bambini - potrebbe diventare una nuova arma naturale per tenersi in forma e proteggere il cuore grazie all’azione della citrullina, una sostanza contenuta nel frutto e già nota alla comunità scientifica per le sue proprietà benefiche contro l’ipertensione e le malattie cardiache. “Sappiamo che l’anguria fa bene alla salute perché contiene la citrullina - ha spiegato Shubin Saha, primo autore dello studio - ma non sappiamo ancora a che livello molecolare lavori questa sostanza. Questo sarà il passo successivo da esaminare nelle prossime ricerche“. In realtà, secondo alcuni studiosi, basterebbe una fetta al giorno di cocomero per aiutare il nostro organismo a ridurre i livelli di colesterolo cattivo.

 

http://www.purdue.edu/newsroom/releases/2012/Q4/watermelon-shown-to-boost-heart-health,-control-weight-gain-in-mice.html

05-08-2015

Mettere antitraspiranti è una parte della routine della giornata per la maggior parte della gente, tuttavia, se se ne utilizza uno contenente alluminio, si potrebbe avere un aumento di rischio di cancro al seno. Gli antitraspiranti contenenti il principio attivo in alluminio tendono a bloccare i pori che rilasciano sudore sotto le ascelle. Non solo, ciò blocca uno dei percorsi che ilcorpo utilizza per la disintossicazione (liberando tossine attraverso il sudore sotto le ascelle), e solleva preoccupazioni su cosa possa succedere grazie alla ritenzione delle stesse. Una ricerca, tra cui uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Applied Toxicology, ha dimostrato che l’alluminio non solo è assorbito dal corpo, ma si deposita nel tessuto mammario e addirittura si può trovare nel liquido aspirato dal capezzolo, un fluido che rispecchia il microambiente del seno. I ricercatori hanno determinato che il livello medio di alluminio nel liquido aspirato dal capezzolo, era significativamente maggiore nelle donne colpite da cancro della mammella rispetto alle donne sane.
In uno studio del 2007 pubblicato sul Journal of Inorganic Biochemistry, i ricercatori hanno testato i campioni di 17 pazienti con cancro al seno che avevano subìto mastectomia. Le donne che avevano usato antitraspiranti avevano depositi di alluminio nel loro tessuto mammario esterno. Le concentrazioni di alluminio erano superiori nel tessuto più vicino alle ascelle che nella parte mammaria centrale. L’alluminio non si trova normalmente nel corpo umano, per cui questo studio dimostrava chiaramente che il metallo era stato assorbito dagli antitraspiranti. I sali di alluminio possono imitare gli estrogeni noti per aumentare il rischio di cancro al seno. Studi su animali hanno anche scoperto che l’alluminio può provocare il cancro. A parte le vaccinazioni, gli antitraspiranti possono essere la fonte principale di esposizione a questo metallo velenoso!

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21337589

05-08-2015

Incredibile scoperta scientifica portata alla luce da una ricerca condotta dall’ospedale San Camillo di Venezia e dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Sheffield (Inghilterra), pubblicata sulla rivista “Brain Research Bullettin”. Il gruppo sanguigno di un individuo, secondo i ricercatori, può influire sul rischio di contrarre il morbo di Alzheimer. I test sono stati condotti su 189 volontari, adulti e sani, e hanno dimostrato come il gruppo sanguigno possa influire sullo sviluppo del sistema nervoso centrale. I ricercatori, dopo aver sottoposto i pazienti ad una risonanza magnetica strutturale, hanno calcolato i volumi di sostanza grigia dell’encefalo: i soggetti con gruppo sanguigno A, B o AB avevano volumi inferiori di sostanza grigia nelle regioni temporali e limbiche, tra cui l’ippocampo sinistro, una delle prime regioni del cervello a soffrire i danni della malattia di Alzheimer.
Considerata la naturale riduzioni della sostanza grigia per l’invecchiamento, i ricercatori sottolineano come “questo svantaggio biologico possa rendere più esposti al declino cognitivo”. “Lo studio sembra suggerire che le persone con gruppo sanguigno 0 siano più protette contro le malattie nelle quali si osserva la perdita di volume cerebrale temporale e mediotemporale, come accade ad esempio nella malattia di Alzheimer”, spiega Annalena Venneri, direttrice scientifica dell’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia e coautrice dello studio. “Molto probabilmente – prosegue - il gruppo sanguigno influisce sullo sviluppo del sistema nervoso centrale, ma ora dobbiamo capire perché e come questo accade”.

 

http://neurosciencenews.com/blood-type-cognitive-decline-2087/

http://neurosciencenews.com/blood-type-cognitive-decline-2087/

http://www.worldhealth.net/news/blood-type-linked-cognitive-status/

03-08-2015

Una nuova recensione che ha valutato il digiuno intermittente, ha scoperto che le persone in sovrappeso o obesi con diabete di tipo 2 che digiunano in giorni o consecutivi o alternati, perdono più peso e, contemporaneamente, ottengono anche maggiori benefici per la salute cardiovascolare. Il potenziale terapeutico del digiuno intermittente rimane anche quando l’assunzione totale di calorie giornaliere non cambia. Altri vantaggi del digiuno intermittente includono riduzione dell’infiammazione, calo della pressione sanguigna, miglioramenti nella composizione corporea ecc.
Una tipica strategia di digiuno intermittente è quella di limitare l’alimentazione quotidiana ad una specifica finestra di tempo, come ad esempio un arco da sei a otto ore al giorno più o meno dalle 12:00 alle 20:00.

 

http://www.medicalnewstoday.com/releases/259769.php

03-08-2015

Prodotti senza glutine possono contenere sostanze non salutari. Gli alimenti indicati per i celiaci hanno evidenziato, in seguito alle analisi condotte presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, alcuni punti sui quali sarà necessario riflettere con attenzione secondo i ricercatori. Se da un lato i prodotti per celiaci hanno confermato la corretta formulazione in termini di assenza di glutine, da un altro hanno portato i ricercatori a porsi ulteriori domande in merito alla loro composizione. Come ha osservato Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto: “Il glutine è la proteina che riesce a dare struttura e coesione ai farinacei. Il nostro lavoro, condotto su un alto numero di campioni, ci ha permesso di dare una prima risposta rassicurante: negli alimenti da noi esaminati le soglie stabilite dalla legge sono state rispettate, e il glutine è presente nelle percentuali previste dalla legge. Come spesso accade, lo studio ha però portato ad altre domande”.
Oltre a mostrare una maggiore quantità di conservanti e olio di palma, i prodotti senza glutine dimostrano essere dei cibi assai poco salutari per coloro a cui l’intolleranza al glutine non è stata diagnosticata. Come ha concluso la stessa Caramelli: “Chi non ha un’intolleranza al glutine diagnosticata e sceglie gli alimenti privi di glutine perché pensa siano più salutari sbaglia. Ci sono moltissimi zuccheri, come si può vedere dalle etichette che spesso li riporta al primo posto. Poi troviamo addensanti, gomme, idrocolloidi e aromi che non vengono nemmeno specificati. Non sono di per sé nocivi, ma il problema è la ripetitività dell’esposizione.

03-08-2015

Una ricerca ha trovato che alcol e tabacco sono più pericolosi di alcune droghe illegali. Basandosi sui rischi reali per la società, l’alcol e il tabacco sono fra le 10 principali sostanze più pericolose. Il rischio per la società è stato calcolato in base al danno fisico per l’utente, sul potenziale per assuefazione della droga e sull’effetto sulla società dell’uso della droga. I gruppi di esperti hanno assegnato un punteggio a 20 droghe differenti, compreso eroina, cocaina, ecstasy, anfetamine ed LSD. Eroina, cocaina, barbiturici ed il metadone spacciato, sono stati considerati i più pericolosi. L’alcol è la quinta droga più nociva ed il tabacco è la nona. Nè marijuana nè ecstasy erano fra le 10 principali. Il tabacco causa il 40 per cento di tutte le malattie da ospedalizzazione, mentre l’alcol è la causa di più della metà di tutte le visite al Pronto Soccorso.

COMMENTO

Se state mangiando in base alla vostra costituzione genetico-sanguigna, se la vostra sfera emotiva è equilibrata, se dormite bene, dovreste sentirvi così bene da non aver bisogno di alcun tipo di droghe. Stranamente, nella loro analisi questi ricercatori non hanno incluso la droga più comunemente usata: la caffeina. Sono costantemente sorpreso di quanta gente debba ricorrere alla caffeina per stimolare la propria energia. Non è una sorpresa che tabacco e alcol siano ai primi posti della lista. Gli effetti nocivi di tabacco e alcool per la salute sono citati spesso in letteratura.
L’alcool può rendervi più vulnerabili a vari tumori prevenibili e può anche nuocere al delicato equilibrio ormonale. È anche una neurotossina che può avvelenare il vostro cervello. Anche se credo che mangiare zucchero sia più pericoloso che fumare sigarette, è ovviamente meglio non fumare. Spesso la maggior parte dei fumatori che tentano di smettere, tendono a sostituire il fumo proprio con alimenti ricchi in zucchero. Esistono tecniche molto più salutari, come l’EFT che aiutano notevolmente senza alterare in negativo l’alimentazione.

 

http://usatoday30.usatoday.com/news/health/2007-03-23-drug-study_N.htm

01-08-2015

OxyContin: “Time Bomb” racconta la storia di come questo antidolorifico è diventato il narcotico più ampiamente prescritto, abusato, e redditizio nella storia grazie a una campagna di marketing senza precedenti aggressiva della Purdue Pharma impostata per fare un lavaggio del cervello ai medici che ovviamente sono giunti a considerare OxyContin come una ”pillola miracolosa”. Nel 2007, la Purdue si dichiarò colpevole per marketing ingannevole ed è stata multata di 600 milioni di dollari, ma sei anni più tardi, la FDA ha permesso loro di vendere una nuova versione del farmaco. OxyContin è un farmaco che fa da ponte per passare all’eroina, portando milioni di persone alla dipendenza da eroina, dipendenza da metadone, overdose e morte.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17612819

http://theweek.com/articles/541564/how-american-opiate-epidemic-started-by-pharmaceutical-company

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc1204141

01-08-2015

E se il mal di schiena fosse causato dal fatto che abbiamo dimenticato come si usa il nostro corpo? Secondo Esther Gokhale, un’esperta in termini di mal di schiena, con una laurea in biochimica alla Princeton University e studi anche alla Medical School di Stanford, sarebbe proprio questa la causa che porta tantissime persone a soffrire di questo disturbo. Non solo: la Gokhale avrebbe anche elaborato un metodo per recuperare la vecchia postura adoperata dai nostri antenati e dai popoli indigeni (che il mal di schiena non sanno cos’è!), necessaria per risolvere una delle problematiche più comuni al mondo. Il suo metodo di lavoro non si basa, infatti, sull’utilizzo di sofisticate apparecchiature ma semplicemente sul recupero di quella che la studiosa definisce la “postura primaria”, un modo di mantenersi in piedi tipico dei bambini e addirittura dei nostri antenati prima che si diffondesse la postura dinoccolata. Afflitta dal mal di schiena, la studiosa ha provato su di sé diversi metodi, basati anche sulle varie ricerche effettuate in Burkina Faso, India, Portogallo. Per scoprire le radici di questa problematica, l’autrice ha studiato presso l’Aplomb Institute di Parigi e condotto diverse ricerche viaggiando in parti del mondo in cui i dolori dorsali sono praticamente sconosciuti. Le conclusioni a cui è giunta sembra abbiano rivoluzionato la vita di molte persone. Secondo Esther Gokhale, infatti, le persone che fanno parte di società più tradizionali (in un certo senso “meno evolute”) della nostra avrebbero conservato nei movimenti un’antica saggezza corporale, capace di prevenire il dolore fisico e mantenerci in salute. Posture e movimenti dimenticati, ancora in uso in alcuni gruppi di indigeni, che possono aiutarci a liberarci dal mal di schiena, rieducando il nostro corpo.
Secondo l’esperta, ad esempio, “non è tanto il fatto di stare tante ore seduti a provocare dolori muscolari e alla schiena, quanto il modo in cui ci posizioniamo sulla sedia“. La posizione corretta da assumere in questo caso si otterrebbe ruotando la parte superiore del bacino in avanti, tirando indietro le spalle, allungando la colonna vertebrale e raddrizzando il collo. Diversa quindi dalla postura ad S davanti al computer, oppure dalla più frequente a C, cioè sprofondati nella poltrona. Un metodo, quello del recupero della postura perduta, che ha reso Esther Gokhale abbastanza famosa, vista la nutrita schiera di clienti appartenenti alla Silicon Valley a Palo Alto, California, afflitti dai dolori più frequenti causati dall’avvento di internet, come mal di schiena, collo e spalle indolenziti. Il suo metodo non è testato scientificamente ma sono sempre di più clienti soddisfatti dei suoi insegnamenti. Ma non è solo Esther Gokhale ad affermare che alla base del mal di schiena c’è una postura sbagliata. Assieme a lei, ad esempio, ci sono gli esperti dell’Alexander technique, che negli Stati Uniti, Canada ed Inghilterra insegnano ai lavoratori come scaricare le tensioni del corpo e, a Parigi, l’Institut Superieur d’Aplomb, tempio dello yoga. Infine il noto metodo Pilates, i cui movimenti di base rinforzano e migliorano soprattutto la postura. Il segreto del suo successo è che non si tratta di una soluzione temporanea, ma di una vera e propria tecnica di rieducazione che punta a risolvere il problema alla radice. Durante i 90 minuti dei suoi corsi, l’esperta insegna come sedersi, come alzarsi, come camminare e persino come dormire. Alcuni delle correzioni effettuate durante le “sessioni” sono, ad esempio:

• correggere la postura di chi ha la gabbia toracica che ondeggia troppo indietro, in modo che sia a filo con lo stomaco;
• raddrizzare le spalle curve portandole delicatamente indietro e verso il basso;
• rilassare la tensione nel collo;
• ri-centrare la testa sopra la colonna tirando leggermente verso l’alto l’attaccatura dei capelli sul collo.

Il tutto per garantire una colonna vertebrale più allungata e ben impilata su stessa che dona una sensazione generale di benessere perché non ci sono tensioni.  Da evitare, oltre alle posizioni C, troppo rilassata e accasciata quando siamo seduti, ed S, con la schiena inarcata, anche quella a “cucchiaio” col bacino appoggiato al sedile come accade quando si è seduti sul divano davanti alla tv. La postura corretta è quella che ci fa assumere la forma di una J, in cui il bacino è in contatto con lo schienale della sedia, la zona lombare è staccata in modo da mantenere la naturale curva lordotica che porta i muscoli lombari a rilassarsi. Infine le gambe devono cadere perpendicolari. Ecco alcuni consigli pratici forniti dall’esperta:

1. gli occidentali tendono a tenere le spalle in avanti: non è la posizione corretta. Gli indigeni tengono le braccia ai lati del corpo, con i pollici che puntano verso l’esterno;

2. la schiena deve essere allungata: si può fare praticando un semplice esercizio, quello di respirare e allungarsi verso l’alto, senza inarcare la schiena però;

3. stringere i glutei mentre si cammina aiuta a supportare la parte bassa della schiena;

4. meglio non tenere il mento in alto, ma rilassato, come se tenessimo un oggetto in equilibrio sulla testa;

5. sedersi dritti non è la giusta soluzione, meglio seguire le indicazioni descritte più su.

01-08-2015

Ci sono prove convincenti a sostegno dell’idea che diete ad alto contenuto di fruttosio, sono responsabili della malattia più cronica, da insulino-resistenza , o diabete di tipo 2 e obesità. Molti frutti sono molto ricchi in fruttosio, fino a 50 volte lo zucchero della maggior parte dei frutti dei nostri antenati per via dell’ibridazione costante avvenuta nel secolo scorso per migliorare la dolcezza. Pertanto la maggior parte dei frutti devono essere più limitati o evitati se si ha insulino-resistenza. Secondo un nuovo studio, alcuni tipi di frutta interi - in particolare mirtilli, uva, prugne e mele - possono ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Il consumo di succhi di frutta, d’altra parte, provoca un aumento del rischio. Coloro che hanno bevuto uno o più porzioni di succo di frutta al giorno hanno un rischio maggiore del 21% di sviluppare il diabete di tipo 2.

 

http://www.bmj.com/content/347/bmj.f5001

http://www.medicinenet.com/script/main/art.asp?articlekey=173188

http://www.theguardian.com/society/2013/sep/07/smoothies-fruit-juices-new-health-risk

Sabato, 01 Agosto 2015 05:59

L’ASCENSORE FA MALE ALLA SALUTE.

01-08-2015

Per aumentare il rischio di diabete e i livelli di zuccheri e grassi nel sangue basta poco, è sufficiente usare l'ascensore per due settimane. Utilizzare infatti mezzi di trasporto passivi invece che camminare o fare le scale basta a diminuire drasticamente quel poco di attività fisica necessaria al benessere dell'organismo. Durante uno studio dell'università del Missouri pubblicato dal Journal of the American Medical Association (Jama) queste affermazioni sono state verificate. Ad alcuni volontari è stato chiesto di diminuire la propria attività fisica giornaliera per studiare gli effetti della sedentarietà su malattie come il diabete. Sono stati presi in esame due gruppi di persone. Il primo era composto da camminatori medi, persone che facevano circa seimila passi al giorno, ed è stato chiesto loro di ridurre i passi a 1.400 per tre settimane evitando di fare le scale e prendendo la macchina quando possibile. Il secondo gruppo era invece composto da camminatori sopra la media, circa diecimila passi al giorno. A queste persone è stato chiesto di avere lo stesso comportamento dei primi, ma solo per 2 settimane. 
Dopo questi periodi sono stati fatti a tutti dei test di tolleranza al glucosio e ai grassi, per verificare l'abilità del corpo di sottrarre dal sangue queste due sostanze. Il risultato è stato che le due settimane di inattività sono state più che sufficienti per aumentare la presenza di glucosio e grasso nel sangue, una condizione che spesso prelude allo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari. ''In genere pensiamo - ha spiegato Bente Klarlund Pedersen, co-autore dello studio - che sia salutare fare dell'attività fisica, ma questo studio dimostra che due settimane di inattività sono pericolose. Se si scelgono mezzi di trasporto passivi il rischio di malattie croniche diventa subito molto alto''.

 

http://munews.missouri.edu/news-releases/2008/0318-booth-steps-disease.php

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