Angelo Ortisi
COL RAFFREDDORE MEGLIO BACIARSI CHE TENERSI MANO NELLA MANO.
01-05-2015
"Assolti" i baci tra i partner quando uno dei due ha il raffreddore, mentre è meglio non tenersi mano nella mano, perchè è proprio in questo gesto, così comune tra le coppie, che si annida una maggiore diffusione del virus stagionale. Questi i consigli del professor Ron Eccles, direttore del Common Cold Centre della Cardiff University, che spiega sul Daily Mail online come il virus si diffonda attraverso il muco piuttosto che tramite la saliva, mettendo più a rischio chi stringe la mano al partner raffreddato che ha tenuto in mano un fazzolettino impregnato o si è appoggiato su un corrimano sui mezzi pubblici piuttosto che chi sceglie di dargli un bacio. “Le dita possono facilmente diventare contaminate dai virus tenendo per mano qualcuno che ha tossito o starnutito, oppure ha toccato maniglie nei luoghi pubblici”, spiega il professor Eccles, che sottolinea anche come “per diffondere l’infezione è necessario avere uno stretto e prolungato contatto con altre persone o trasmettere secrezioni dal naso attraverso le mani”.
I PICCOLI STRESS QUOTIDIANI FANNO MALE ALLA MEMORIA.
01-05-2015
Il traffico. I figli da accompagnare a scuola. Il mutuo da pagare e il capoufficio da sopportare. Sono tantissime le piccole cause di stress che siamo costretti a fronteggiare ogni giorno. E se fino a oggi sapevamo che le conseguenze possono essere gastriti e mal di testa, insonnia e stanchezza cronica, uno studio statunitense aggiunge una novità importante: lo stress influisce pesantemente sulla memoria e sulla capacità di apprendimento.
Ricercatori dell’Università della California a Irvine (Usa), autori di uno studio pubblicato sulla rivista "Journal of Neuroscience", hanno scoperto per la prima volta che anche lo stress che dura solo poche ore può danneggiare la comunicazione cellulare nelle regioni del cervello che governano memoria e apprendimento. Proprio come accade per lo stress acuto e prolungato, ad esempio in seguito a un lutto o a un licenziamento. "Le nostre scoperte", ha spiegato Tallie Baram, responsabile dello studio e neurologa dell´ateneo Usa, "possono giocare un ruolo nello sviluppo di farmaci per prevenire questi spiacevoli effetti dello stress. Offrendo, per giunta, una spiegazione del perché alcune persone iniziano a dimenticare le cose o fanno fatica a fissare le informazioni, se si trovano in situazioni stressanti".
http://www.sciencedaily.com/releases/2008/03/080311182434.htm
IL GRASSO PROTEGGE DALLE INFEZIONI BATTERICHE.
01-05-2015
Il più o meno sottile strato di grasso presente sotto pelle fornirebbe un ulteriore supporto per l’organismo in difesa dagli agenti patogeni esterni. A sostenerlo un gruppo di ricercatori dell’Università della California, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Science. Grasso amico della salute quindi, grazie all’azione antimicrobica operata dagli adipociti. Non spetterebbe quindi soltanto alla pelle e alle cellule epiteliali l’azione protettiva dell’organismo nei confronti delle aggressioni esterne, ma anche al grasso sottocutaneo, e ai leucociti.
Come dimostrato dai ricercatori mediante studi condotti sui topi, l’esposizione degli animali a minaccia derivata da Stafilococco aureo ha portato in poche ore all’aumento delle dimensioni delle cellule grasse all’interno dell’area esposta. Ne è conseguita anche una maggiore produzione di AMP, peptide anti-microbi, la cui composizione annovera le molecole utilizzate dal sistema immunitario per la difesa dell’organismo. Come ha spiegato il Dr. Richard Gallo, a capo del gruppo di ricercatori impegnato nello studio: “Prima si pensava che una volta ‘rotta’ la barriera della pelle toccasse solo ai globuli bianchi proteggerci dalle infezioni. Ora abbiamo dimostrato che anche le cellule staminali del grasso sono responsabili delle nostre difese. Cosa finora sconosciuta. È la nostra prima linea di difesa naturale contro le infezioni. Gli AMP sono antichi a livello evolutivo e usati da tutti gli organismi viventi per proteggersi”.
CERVELLO PIU’ IN FORMA SE SI VIVE A CONTATTO CON LA NATURA.
01-05-2015
La vita all’aria aperta stimola le capacità creative del cervello. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Kansas e dello Utah le facoltà cerebrali aumenterebbero addirittura del 50% trascorrendo parte del proprio tempo a contatto con la natura e lasciando a casa i propri apparecchi “hi-tech”. Niente tablet, telefoni cellulari o smartphone, ma camminate e percorsi all’interno di parchi naturali e zone montane.
I ricercatori hanno selezionato per questo studio 54 volontari, divisi a loro volta in otto gruppi da 7 e inviati nelle aree naturali dell’Alaska, del Colorado, del Maine o dello Stato di Washington. A 28 di loro è stato richiesto lo svolgimento di un test per verificare le proprie capacità cognitive e la loro propensione a risolvere problemi in modo creativo o al multitasking (gestire più azioni contemporaneamente).
Dopo quattro giorni trascorsi immersi nella natura, senza disporre di alcuna apparecchiatura elettronica o multimediale, all’altra metà di loro è stato chiesto di sottoporsi al medesimo test svolto dagli altri partecipanti prima di partire. La media dei risultati ottenuti dopo aver trascorso il periodo all’aria aperta è stata del 50% più alta rispetto agli altri. Come sottolineano i ricercatori dei due atenei USA: “L’esposizione all’ambiente naturale appare avere un impatto sulla corteccia cerebrale pre-frontale la cui attività è associata alla creatività e al multitasking”.
Conclusioni che inevitabilmente portano a valutare, secondo quanto sostenuto da David Strayer (uno degli autori principali dello studio), il ruolo giocato non soltanto dal tempo trascorso a contatto con la natura, ma anche la rinuncia agli apparecchi elettronici: “Distaccarsi dagli oggetti tecnologici di ogni giorno come i telefoni e i social media permette al cervello di riposare e reinstaurare i processi di pensiero creativo”.
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0051474
CELLULARE: RISCHIO MAGGIORE DEL 240 PER CENTO DI SVILUPPARE TUMORI CEREBRALI.
01-05-2015
Uno studio svedese indica che l’uso del telefonino mobile può aumentare il rischio di tumori al cervello. Nello studio, 2.200 pazienti malati di cancro e un numero uguale di casi sani di controllo, sono stati esaminati per valutare l’effetto dell’uso del telefono mobile. Fra i pazienti con cancro, circa quasi un decimo dei 1.000 con tumori maligni cerebrali erano assidui utenti del telefono mobile. L’uso assiduo significa un uso di 2.000 o più ore, o circa 10 anni ad un’ora al giorno. I pazienti con cancro al cervello hanno inoltre mostrato un aumento significativo di rischio di tumore sul lato della testa di utilizzo del telefono mobile. I ricercatori che hanno intrapreso gli studi hanno detto che i dati dimostrano un aumento del 240 per cento di rischio di tumore maligno da quel lato della testa. Ancora scettici circa i pericoli sull’uso del telefono cellulare? Dopo questi dati bisognerebbe riconsiderare il tutto. Desiderate realmente far cresce all’interno della vostra testa un neurinoma acustico (tumore)? Se siete abbastanza fortunati da evitare neoplasie del sistema nervoso come la mettiamo coi danni cellulari causati dai telefoni mobili? Considerando la fisica sappiamo che la radiazione diminuisce esponenzialmente in base alla distanza da un oggetto. Così una delle soluzioni migliori è quella di allontanare il più possibile il cellulare utilizzando un telefono viva voce o un dispositivo che non richiede l’uso delle mani (auricolare). Questo è anche il parere espresso dai ricercatori svedesi. Il British Independent Group on Mobile Phones suggerisce che gli auricolari sarebbero la soluzione ideale soltanto utilizzando contemporaneamente dei filtri per arrestare la loro funzione di antenna.
http://archive.wired.com/science/discoveries/news/2006/03/70555
CURCUMA: UN’ALTERNATIVA SICURA PER L’OSTEOARTROSI.
01-05-2015
Una spezia contro il dolore dell’osteoartrosi del ginocchio. Questa affermazione potrebbe far sorridere qualcuno, non fosse che gli studi parlano chiaro. La curcuma, infatti, grazie alla presenza di curcumina, ha già fornito numerosi risultati interessanti e quest’ultimo studio è un’ulteriore conferma dell’effetto benefico di questo salutare pigmento giallo. Lo studio, pubblicato su The Open Rheumatology Journal, contiene i dati raccolti da 110 medici generici del Belgio, ottenuti osservando 820 soggetti sofferenti di osteoartrosi e trattati con un estratto di curcuma per oltre 6 mesi. I risultati hanno evidenziato che la somministrazione di 84 mg di curcumina al giorno per 6 settimane ha fornito un significativo miglioramento del dolore, della flessibilità articolare e della qualità di vita dei partecipanti. La curcumina, inoltre, ha ridotto il concomitante consumo di antinfiammatori, analgesici e agenti condroprotettori, oltre a mostrare un alto grado di soddisfazione tra i pazienti. Il miglioramento clinico si è mantenuto fino a 6 mesi, nonostante la contemporanea riduzione delle terapie farmacologiche alla sesta settimana, dimostrando che il beneficio non era da attribuire all’azione dei farmaci. Lo studio conclude suggerendo che il migliore impiego della curcumina sia nelle osteoartrosi del ginocchio e dell’anca, anche se effetti benefici sono stati riportati in altre condizioni degenerative articolari.
GLI ESPERTI FINALMENTE ABBRACCIANO L’IPOTESI IGIENE?
01-05-2015
Le prove crescenti a sostegno dell’ipotesi igiene (la teoria che l’esposizione in età precoce a sporcizia e a germi programmi il sistema immunitario ad identificare le minacce) stanno conducendo i ricercatori a verificare rimedi basati su questa teoria. Questi nuovi metodi potrebbero avvantaggiare più di 50 milioni di persone con malattie allergiche. L’asma da sola causa 2 milioni di visite al pronto soccorso e 500.000 ospedalizzazioni ogni anno. Gli studi che verificano il potere curativo dell’ipotesi igiene includono una prova di sette anni che mette a contatto i bambini con arachidi per vedere se svilupperanno meno frequentemente allergie alle arachidi e uno studio simile che espone i bambini agli allergeni come le graminacee dispersi nell’aria. Un’altra ricerca comporta il tentativo “di riaddestrare” i sistemi immunitari degli adulti. Una strategia studiata è quella di generare una serie di stimoli che indurranno il sistema immunitario a trattare i potenziali allergeni allo stesso modo dei batteri, quindi impedendo gli attacchi allergici. Simili strategie potrebbero anche finalmente avvantaggiare coloro che soffrono di patologie autoimmuni, come il morbo di Crohn.
Bisogna capire che il mondo in cui viviamo oggi non è quello programmato per far vivere l’organismo umano. Siete stati impostati per avere un normale contatto con la sporcizia. Quando ciò si verifica, particolarmente da bambini, esso addestra il sistema immunitario a funzionare correttamente. Il sistema immunitario è composto da due sezioni principali che lavorano insieme per proteggerci. Una parte del sistema immunitario organizza globuli bianchi specializzati, denominati linfociti Th1, che attaccano le cellule infettate all’interno del corpo. Controbilanciandosi, un’altra sezione del sistema immunitario attacca ancora più precocemente gli intrusi. Essa produce gli anticorpi necessari per bloccare microbi pericolosi prima che invadano le cellule tissutali. Quest’ultima strategia utilizza una varietà differente di globuli bianchi, denominati linfociti Th2. Il sistema Th2 inoltre sembra regoli le risposte allergiche nei confronti di sostanze considerate estranee. Alla nascita, il sistema immunitario del neonato sembra contare soprattutto sul sistema Th2. Ma l’ipotesi igiene suggerisce che il sistema Th1 può diventare più forte soltanto se esercitato, sia combattendo le infezioni sia incontrando microbi inoffensivi sicuri. Senza tale stimolo, il sistema Th2 diventa dominante e il sistema immunitario tende a reagire più facilmente con risposte allergiche. Proprio per questo sarebbe indicato limitare al minimo l’uso di prodotti antibatterici e antibiotici e studiare a fondo i pro e contro dei vaccini prima di deciderne l’uso sui propri figli.
http://usatoday30.usatoday.com/news/health/2006-03-19-allergies-cover_x.htm
PERICOLOSI EFFETTI COLLATERALI DEGLI ANTIBIOTICI FLUORURATI.
01-05-2015
I fluorochinoloni sono antibiotici che contengono fluoro, che permette loro di penetrare nei tessuti sensibili come il cervello e il sistema nervoso centrale. Gli antibiotici fluorochinolonici sono noti per causare gravi danni e/o rotture tendinee, e danni permanenti ai nervi delle mani e dei piedi. Altri effetti collaterali includono la tossicità acuta epatica, insufficienza renale acuta, effetti collaterali psichiatrici, udito o problemi di visione, e altri problemi di salute, molti dei quali sono permanenti. I fluorochinoloni devono essere riservati solo per trattare le più gravi infezioni batteriche che non rispondono ad altri trattamenti. Per il resto sono da evitare!
http://www.fda.gov/Drugs/DrugSafety/ucm365050.htm
http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9505EEDF143EF932A2575AC0A9649D8B63&ref=janeebrody
IL TE' VERDE AIUTA A RIDURRE LA PRESSIONE SANGUIGNA.
01-05-2015
Il tè verde di alta qualità in particolare, contiene polifenoli antiossidanti che sono riconosciuti per le loro proprietà antinvecchiamento. I potenti polifenoli presenti nel tè verde hanno un impatto positivo su un certo numero di malattie e condizioni, tra cui malattie cardiovascolari, diabete e cancro. Una recente revisione di 25 studi ha concluso che l’assunzione di tè a lungo termine ha migliorato significativamente la pressione sanguigna. Un certo numero di studi suggeriscono la necessità di bere circa 3-4 tazze di tè al giorno per ottenere risultati ottimali. Il tè Matcha può contenere più di 100 volte l’EGCG (Epigallocatechina) fornita da un regolare tè verde.
SEDANO: L’ORTAGGIO ANTICANCEROGENO ED ALLEATO DELLA LINEA.
01-05-2015
Il sedano è una delle piante più utilizzate in cucina, presente in molte ricette. Nonostante la sua popolarità, tuttavia, sono poche le persone che conoscono il suo potere nutritivo, forse fuorviate dalla sua natura acquosa e della sua consistenza leggera. Eppure, i suoi gambi sono stati utilizzati per anni nel bacino del Mediterraneo per il trattamento di vari disturbi, dalla stitichezza alle malattie infiammatorie. Sono state dimostrate le sue proprietà espettoranti, sedative, diuretiche e remineralizzanti. Ma i benefici legati a questa pianta non si fermano qui. Se è vero, infatti, che il sedano contiene alcune vitamine e minerali essenziali, spesso in maggior quantità rispetto ad alimenti ben più “quotati”, è altrettanto vero che è dotato di alcuni fitonutrienti che forniscono benefici per la salute davvero speciali. Ecco quali.
PROPRIETA’ ANTICANCRO
Il sedano contiene due composti molto importanti, apigenina e luteina, che nel corso del tempo si sono mostrati un valido aiuto nel trattamento di vari tipi di cancro. Ad esempio, uno studio pubblicato su Tumor Biology nell’agosto 2014 ha rilevato che l’apigenina può indurre l’apoptosi nelle cellule del carcinoma gastrico umano in modo dose-dipendente. Ancora, un altro studio, condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Missouri (Usa) ha permesso di scoprire che l’apigenina è in grado di bloccare la riproduzione e la crescita delle cellule del cancro alla mammella. La luteina, invece, sembra specializzarsi nel trattamento del cancro al pancreas, contribuendo a uccidere le cellule tumorali del pancreas, inibendo un enzima chiave nell’insorgenza delle neoplasie.
MIGLIORA LA SALUTE DEL SANGUE
Un altro dei composti presenti all’interno del sedano è il 3-n-butylphthalide (BuPh), che, oltre ad essere responsabile del gusto e dell’aroma di questa pianta, aiuterebbe a trattare problemi di pressione alta. Sembra infatti che riduca la tensione delle pareti dei vasi sanguigni, determinando anche una diminuzione della pressione. Una tazza di sedano tritato fornisce inoltre al nostro corpo circa il 37% del valore giornaliero raccomandato di vitamina K, un gruppo di composti liposolubili che aiuta il sangue a coagularsi in maniera corretta. Una carenza nel nostro corpo di questa vitamina determina infatti diversi disturbi, tra cui osteoporosi, emorragie nasali e difficoltà a cicatrizzare le ferite.
AIUTA LA PERDITA DI PESO
Il sedano aiuta nella perdita di peso per una serie di ragioni. La prima è che contiene veramente pochissime calorie. Poi, è composto per il 95% di acqua, che aiuta il nostro organismo a rimanere ben idratato, “attivo” e ad eliminare le sostanze nocive in eccesso. Infine, è ricco di fibre solubili che aiutano a controllare i livelli di zucchero nel sangue e il colesterolo.
Ricordatevi sempre che è meglio scegliere sedano biologico. Poi, se potete, preferite consumarlo crudo. Anche il succo ha i suoi vantaggi, ma per una maggiore efficacia è bene consumare la pianta nella sua forma naturale.