Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

03-05-2015

La ricerca non è ancora riuscita a trovare una forte evidenza che la riduzione dell’apporto di sale riduca il rischio di morte cardiaca correlata. Uno studio recente ha trovato che livelli elevati di sodio sono correlati con un aumento del rischio per ipertensione ma il potassio aiuta a compensare gli effetti negativi del sodio. Gli autori propongono un approccio alternativo; invece di raccomandare riduzione del sodio su tutta la linea, potrebbe essere saggio raccomandare diete con maggior apporto di potassio di alta qualità. Tutti i sali non sono uguali, in termini di impatto sulla salute. Il sale industriale trasformato è lesivo per la salute, mentre il sale naturale integrale marino non è solo salutare, ma in realtà essenziale per molte funzioni biologiche.

 

http://authoritynutrition.com/different-types-of-salt/

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1311989

http://bigstory.ap.org/article/study-questions-need-most-people-cut-salt

03-05-2015

Semplici sbalzi di umore o comuni momenti di tristezza vengono talvolta spacciati come sintomi depressivi, anche quando di depressione non si tratta. Secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal, i casi di depressione veri e propri sono molto meno di quelli curati e diagnosticati. Gordon Parker, dell´Università del New South Wales, in Australia, ha indagato nell’arco di 15 anni su 242 insegnanti. Tre quarti di loro rispondevano ai criteri con cui si definisce la depressione: in alcuni momenti della loro vita si sentivano tristi, giù di morale, melanconici. “Ma questi non sono i sintomi di una reale depressione clinica che necessita di cure mediche”, ha spiegato Parker. Negli ultimi 30 anni, secondo le sue osservazioni, i casi di depressione sono aumentati notevolmente perché i suoi sintomi si sono estesi anche nel campo dei normali stati d´animo della tristezza. “Ciò porta a una erronea prescrizione di medicinali, che non hanno effetti, illudendo i pazienti di poter essere più felici”.
Oggi almeno un adulto su cinque si ritiene depresso. L´Inghilterra ha raggiunto il record di più di 31 milioni di prescrizioni per antidepressivi, con una crescita del 6% negli ultimi due anni. Secondo un’altra corrente di pensiero, il numero crescente di diagnosi di depressione sarebbe positivo perché avrebbe ridotto i casi di suicidio e di malattie mentali, in quanto è meglio curare una depressione presunta, prima che diventi reale. Ma l’ipotesi che Parker ha avanzato nel suo studio è che dietro l’aumento delle prescrizioni di antidepressivi possano esserci in realtà interessi di marketing farmaceutico.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1949440/

http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1560566/Doctors-diagnose-too-many-with-depression.html

03-05-2015

Gli antitraspiranti influenzano l’equilibrio batterico delle ascelle, e ciò porta in realtà a un odore di sudore più pungente. I partecipanti allo studio che hanno usato antitraspirante per un mese hanno avuto un aumento definitivo degli Actinobatteri, che sono responsabili di quel maleodorante odore ascellare. Alcuni partecipanti, astenendosi dall'antitraspirante hanno sperimentato una diminuzione della popolazione di Actinobatteri. La ricerca, inoltre, ha trovato maggiori concentrazioni di parabeni nella zona del seno e ascellare, dove di solito sono applicati antitraspiranti, suggerendo un possibile contributo allo sviluppo del cancro al seno. Il cloruro di alluminio, il principio attivo degli antitraspiranti, agisce in modo analogo alle sostanze oncogene nel provocare trasformazioni molecolari nelle cellule tumorali.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21337589

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11322172?dopt=Abstract

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jat.1786/abstract

http://www.nytimes.com/2014/05/25/magazine/my-no-soap-no-shampoo-bacteria-rich-hygiene-experiment.html?_r=1

03-05-2015

Le prescrizioni per antidolorifici oppiacei sono aumentate del 300 per cento negli ultimi 10 anni. A partire dal 2012, solo negli USA sono stati scritte 259 milioni di prescrizioni per gli oppiacei e altri analgesici narcotici. Nonostante aumenti drammatici in materia di prescrizioni, due articoli recenti affermano che nella letteratura medica non esiste alcuna prova concreta a sostegno della sicurezza a lungo termine e l’efficacia degli analgesici narcotici. Quasi un terzo delle donne americane in età fertile utilizzano oppioidi, anche se questi farmaci comportano rischi di difetti alla nascita e altri problemi legati alla gravidanza.

 

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc1204141

http://annals.org/article.aspx?articleid=2089371

03-05-2015

Uno studio pubblicato sull’American Journal Clinical Nutrition ha dimostrato l’efficacia del cacao nel ripopolare la flora batterica intestinale. Questo studio, randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, ha preso in esame 22 volontari sani divisi in due gruppi a cui sono stati assegnati in modo casuale una bevanda a base di cacao ricca in flavonoli (HCF), che sono composti di origine vegetale appartenenti alla classe dei flavonoidi, di cui il cioccolato ne è ricco, e una bevanda a basso apporto di flavonoli (LCF), per 4 settimane. Dopo questo periodo i volontari si sono alternati per altre 4 settimane. Prima e dopo ogni intervento, sono stati prelevati dei campioni fecali per valutare il numero dei batteri e le diverse colture, oltre alla valutazione di altri marcatori biochimici e fisiologici. I risultati hanno dimostrato che il consumo giornaliero della bevanda HCF, rispetto al consumo della bevanda LCF, ha significativamente aumentato il numero di bifidobatteri e lattobacilli, diminuendo quella dei clostridi. Gli esami del sangue hanno anche evidenziato che questi cambiamenti microbici avvenivano parallelamente con la riduzione delle concentrazioni di trigliceridi e proteina C-reattiva. Secondo i ricercatori, questo studio dimostra, per la prima volta, che il consumo di flavonoli del cacao può influenzare in modo significativo la crescita della microflora intestinale nell'uomo, e suggerisce i benefici potenziali prebiotici associati con l'inserimento nella dieta di alimenti ricchi di flavonoli.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21068351

http://www.greenmedinfo.com/article/cocoa-derived-flavanols-are-effective-prebiotics-demonstrated-healthy-human-volunteers

03-05-2015

Tutti i dolcificanti artificiali sono dannosissimi per il corpo umano, ed in più e molti modi. Gli alimenti destinati ai diabetici stanno, molto probabilmente, uccidendo della gente. Dopo aver letto questo articolo, probabilmente non toccherete mai più un prodotto con dolcificanti artificiali. Quando consumiamo gli alimenti trasformati, di solito, non abbiamo la minima idea di ciò che accade nel nostro corpo. Dobbiamo prendere l’abitudine di leggere le etichette di tutto ciò che mangiamo perché gli ingredienti cattivi, o si nascondono dietro un ingannevole terminologia, o non sono tenuti ad essere elencati.
Nel 1999, The Independent ha pubblicato un articolo intitolato “l’edulcorante è fatto con batteri geneticamente modificati”, rivelando che la Monsanto ha aggiunto consapevolmente l’aspartame alle bibite che consumiamo (coca cola light ecc.), e che l’aspartame è composto da batteri geneticamente modificati. Questo rapporto, che rimane una delle prime rivelazioni sull’aspartame fatte da un giornale mainstream, ha ricevuto poca attenzione dalla sua pubblicazione (probabilmente perché le sue implicazioni sono state sottovalutate al momento) ed è caduto a lungo nel dimenticato. Dal 1999, il mondo è diventato un pò più attento nei confronti di Monsanto e dell’aspartame, ma l’ignoranza ancora abbonda sulla genesi di quest’ultimo. Sempre più persone stanno iniziando a risvegliarsi riguardo gli effetti distruttivi dell’aspartame sulla nostra salute, ma sanno come in realtà è prodotto? Fortunatamente, un brevetto del 1981 per la produzione di aspartame è ora disponibile online (quindi chiunque può vederlo) e conferma tutto ciò che la Monsanto fu felice di dirci nel 1999, prima che la loro crescita fulminea rese necessaria una maggiore prudenza. Il brevetto, intitolato: “Processo per la Produzione di Aspartame”, riassume il processo nel seguente modo: “Il dolcificante artificiale aspartame, un dipeptide con la formula Asp-Phe-me, viene prodotto utilizzando un microrganismo clonato. Un DNA che codifica la ripetizione della sequenza amminoacidica (Asp-Phe), viene inserito in un veicolo clonato che a sua volta viene introdotto in un microrganismo ospite adatto che lo accoglie. Il gruppo carbossilico gratuito del microrganismo è benzilato e poi idrolizzato per formare aspartame”. Questo è un processo davvero inquietante:

1. Microrganismi clonati, che il brevetto poi rivela essere geneticamente modificati, sono coltivati in vasche i cui ambienti sono su misura per aiutarli a prosperare.

2. Vengono ben nutriti e così defecano le proteine che contengono il segmento amminoacido aspartico-fenilalanina necessaria per fare l’aspartame.

3. Le proteine contenenti i segmenti di Asp-Phe sono ‘raccolte’ (vale a dire che gli assistenti di laboratorio raccolgono la merda dei batteri).

4. La merda viene quindi trattata. Questo include un processo di metilazione (aggiunta di un eccesso di alcol tossico, metanolo).

Mentre il buon senso dovrebbe imporci che questo abominio non venga nemmeno lontanamente a contatto con i nostri corpi, gli autori del brevetto non facevano mistero della loro convinzione e cioé che l’aspartame costituisce un sicuro e nutriente dolcificante: «L’aspartame non è solo più dolce del saccarosio, ma è preferibile come alimento al saccarosio. Mentre il saccarosio è poco energetico, l’aspartame è composto da aminoacidi, i mattoni delle proteine del corpo, e come altre proteine vengono suddivisi, tramite gli enzimi digestivi nello stomaco, nei suoi costituenti aminoacidi offrendo così valore nutritivo. Per queste ragioni, l’aspartame detiene una significativa promessa in sostituzione dello zucchero come dolcificante”. Quindi abbiamo un documento ufficiale che, non solo rivela la scioccante verità dietro la produzione di aspartame, ma ammette anche, e senza problemi, che è stato prodotto per il consumo di massa come sostituto del saccarosio. Pertanto, la prossima volta che qualcuno afferma che le riserve su questo dolcificante sono infondate, metteteli davanti a questo brevetto. La verità che si nasconde dietro l’aspartame è ormai esposta.

 

http://www.independent.co.uk/news/worlds-top-sweetener-is-made-with-gm-bacteria-1101176.html

 

Domenica, 03 Maggio 2015 19:10

HAI L’INFLUENZA? DORMIRE AIUTA A GUARIRE.

03-05-2015

Dormire aiuta a sconfiggere l'influenza. Ecco perché quello di riposare quando ci si ammala non è un consiglio banale. Lo confermano i ricercatori statunitensi che hanno individuato una molecola in grado di innescare azioni antinfiammatorie. Gli esperti hanno scoperto l'Acpb, una proteina particolare che viene prodotta dal cervello durante il sonno. Questa proteina sarebbe in grado di attivare processi antinfiammatori e di contrastare i sintomi dell'influenza. Così la guarigione verrebbe favorita e sarebbe più rapida. Sonno e riposo sono i principali rimedi della nonna per superare l'influenza senza troppi problemi e forse in questi consigli esiste un fondo di verità dal punto di vista scientifico.
I ricercatori ipotizzano che grazie a questa proteina magari in futuro potranno nascere dei nuovi farmaci per velocizzare la guarigione dall'influenza. Il nuovo studio ci ricorda l'importanza del riposo per il nostro corpo, una vera e propria medicina che può aiutarci nella guarigione. Infatti è proprio durante il sonno che il nostro organismo può rigenerarsi per avviarsi al meglio verso la guarigione. Lo studio in questione è stato condotto da un team di esperti dell'Università di Washington guidato da James Krueger ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Brain, Behavior, and Immunity. Può darsi che, secondo le ipotesi degli esperti, in futuro potremo avere a disposizione dei farmaci a base della proteina Acpb per aiutare l'organismo a combattere l'influenza in modo completamente nuovo. Nel frattempo, quando abbiamo l'influenza, proviamo a dormirci un pò su.

 

http://www.telegraph.co.uk/news/science/science-news/11340865/Treatment-for-flu-possible-as-scientists-find-healing-protein.html

Domenica, 03 Maggio 2015 19:09

GIOCARE AL PC IN UFFICIO FA LAVORARE MEGLIO.

03-05-2015

Nessuno invita a perdere tempo davanti ai videogames. Ma passare una decina di minuti a divertirsi con un gioco per computer, in ufficio, allenta lo stress e contribuisce a un miglior rendimento sul lavoro. Lo sostiene uno studio canadese condotto da un team di scienziati coordinati da Mark Baldwin della McGill University di Montreal, e pubblicato sulla rivista “New Scientist”. I ricercatori hanno chiesto al personale di un call center di dedicare cinque minuti a un videogame molto semplice, prima di iniziare a lavorare. Obiettivo del gioco, trovare e catturare il più rapidamente possibile una faccina sorridente all´interno di 16 foto con volti tristi. Risultato? Gli impiegati che avevano giocato, presentavano il 17% in meno di cortisolo, l’ormone dello stress, rispetto a quelli che non lo avevano fatto. Un livello definito “significativo” dagli autori dello studio.

 

http://www.newscientist.com/article/mg19626285.800-smilehunting-game-makes-for-happy-workers.html

03-05-2015

L’uso di cioccolato come cura per lo stress emotivo ha ottenuto un nuovo supporto da un test clinico. Il test ha scoperto che mangiare circa 50 grammi di cioccolato fondente al giorno per due settimane, ha ridotto i livelli degli ormoni dello stress. C’è una crescente prova scientifica che gli antiossidanti e altre sostanze benefiche presenti nel cioccolato scuro possono ridurre i fattori di rischio per malattia cardiaca e altre condizioni patologiche. Nello studio, gli scienziati hanno identificato una riduzione degli ormoni dello stress e altri cambiamenti biochimici connessi, in volontari che si sono autodefiniti come altamente stressati e che hanno mangiato cioccolato scuro per due settimane. Inoltre, un nuovo studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, ha analizzato il contenuto antiossidante del cacao del cioccolato disponibile in commercio e di prodotti contenenti cacao, venduti negli Stati Uniti. Le tre o quattro marche principali, produttrici della polvere di cacao naturale, del cioccolato senza zucchero, del cioccolato scuro, del cioccolato al latte e dello sciroppo di cioccolato, sono state comprate in varie zone degli Stati Uniti per lo studio. Ogni prodotto è stato esaminato per l’attività antiossidante, per i polifenoli totali e diversi monomeri ed oligomeri del flavonolo. Questi risultati sono stati confrontati alla quantità di solidi di cacao senza grassi e di polifenoli totali in ogni prodotto. I prodotti con il livello più elevato di antiossidanti flavonolici sono risultati la polvere di cacao, seguita dal cioccolato non zuccherato, cioccolato scuro, cioccolato al latte ed infine sciroppo di cioccolato.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19754118

http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2009/12/12/dark-chocolate-the-new-antianxiety-drug.aspx

03-05-2015

Questi i risultati di una recente rassegna che, analizzando i risultati di 17 studi, ha evidenziato che la somministrazione di aglio è superiore al placebo nella riduzione della pressione del sangue nei pazienti ipertesi, in particolare in quelli con un alto livello della pressione sistolica. Gli studi considerati nella rassegna hanno valutato integratori a base di polvere, estratto invecchiato e olio di aglio, con dosaggi giornalieri variabili tra i 300 mg e i 900 mg, con una titolazione di allicina variabile tra 1.8 mg e 5.4 mg. Commentando i risultati, gli autori dello studio propongono due ipotesi per la spiegazione di questo effetto, mediato dall’allicina: un’attività antiossidante che combatte gli effetti dannosi dello stress ossidativo sulla salute dell’endotelio, oppure l’inibizione dell’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE).
L’aglio (Allium sativum), appartenente alla famiglia delle Liliaceae, è una pianta molto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, che contiene l’alliina, costituente principale che, mediante una reazione chimica, si trasforma in allicina. All’aglio sono attribuite numerose attività biologiche riguardanti la prevenzione della malattia cardiovascolare (inibizione della sintesi del colesterolo e dell’aggregazione piastrinica, attività antinfiammatoria, attività antiossidante e attività vasodilatatoria), con effetti benefici su colesterolo, trigliceridi e pressione sangue. Si osserva inoltre un’attività antitumorale e antimicrobica svolta soprattutto nei confronti dell’Helicobacter pylori, uno degli agenti eziologici della gastrite, che suggerisce il suo potenziale utilizzo clinico per questo disturbo.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Hai-Peng+Wang%2C+Jing+Yang%2C+Li-Qiang+Qin

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