Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

04-05-2015

Il consumo di pesce azzurro non solo contribuisce a mantenere un cuore sano, ma potrebbe anche contribuire a riparare i vasi sanguigni danneggiati più velocemente, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari, secondo i ricercatori dell’Università di Reading, nel Regno Unito. E’ ben noto che gli alimenti ad alto contenuto di acidi grassi omega-3 sono in grado di migliorare l’elasticità dei vasi sanguigni e potenzialmente proteggere dalle malattie cardiache. Tuttavia, le ragioni di questi effetti positivi sono ancora poco chiare. Questo studio ha testato due biomarker emergenti di malattie cardiovascolari che sono di particolare interesse per i ricercatori alla ricerca di risposte. Tra i primi biomarker testati ci sono le cellule progenitrici endoteliali (EPC), le cellule staminali prodotte nel midollo osseo che riparano i rivestimenti dei vasi sanguigni danneggiati. Precedenti studi hanno associato un maggior numero di EPC con un minor rischio di malattie cardiovascolari. Per la sperimentazione, per un periodo di otto settimane, i ricercatori hanno somministrato piccole quantità (3 gr al giorno) di olio di pesce a persone con rischio cardiovascolare lieve, di diverse età. Alla fine delle otto settimane, questo gruppo ha aumentato del 15% il numero di EPC, rispetto al gruppo di controllo.
Il secondo biomarcatore, microparticelle endoteliali (EMPs), sono piccole vescicole circolari che cadono quando il rivestimento dei vasi sanguigni viene danneggiato. Un numero elevato di questi biomarker indica un alto grado di danneggiamento dei vasi sanguigni ed è associato ad un maggior rischio di malattie cardiache. Alla fine della sperimentazione, il gruppo di persone che ha consumato pesce azzurro, ha ridotto del 20% i livelli di EMPs, rispetto al gruppo di controllo. Il Prof.Parveen Yaqoob, del Dipartimento di Scienze dell’Alimentazione dell’Università di Reading, che ha condotto lo studio, ha spiegato: ”E’ noto che l’olio di pesce aumenta il rilascio di ossido di azoto dal rivestimento della parete dei vasi sanguigni e provoca rilassamento del vaso e aumento del flusso sanguigno. Il nostro studio dimostra che l’olio di pesce può favorire la salute del nostro cuore in più modi: riducendo i danni al rivestimento dei vasi sanguigni e aumentando il numero delle cellule che riparano i rivestimenti dei vasi sanguigni”.

 

http://medicalxpress.com/news/2015-02-consuming-oily-fish-blood-vessels.html

04-05-2015

Uno studio recente sostiene che i giovani adulti non stanno bevendo abbastanza latte. Ma secondo l’autore dello studio Nicole Larson, il tema dello studio era il calcio. Le parole “latte” e “calcio” spesso sono usate scambievolmente. Ma mentre il latte è una fonte di calcio, nessuno standard tranne quello del National Dairy Council lo considera la fonte migliore di calcio. Il suggerimento che sono necessari tre bicchieri della secrezione delle ghiandole mammarie della mucca per essere in buona salute è un pò di parte e non misura il profilo evolutivo umano. Infatti, la maggior parte degli esseri umani nel mondo non possono digerire facilmente il latte di mucca.
Lo yogurt ha più calcio del latte ed è più facile da digerire. I cavoli ricci ed altre verdure verdi contengono circa tanto calcio quanto una tazza di latte. Le verdure verdi, diversamente dal latte, hanno il beneficio aggiunto della vitamina K, necessaria per la salute ossea. Il sesamo è inoltre molto ricco in calcio. Quando misurate il calcio per tazze di prodotto alimentare, il latte è in alto nella lista. Quando si valuta attraverso le calorie, il latte è in fondo alla lista. Cento calorie di foglie di rapa contengono oltre tre volte più calcio di 100 calorie di latte intero.

 

http://www.livescience.com/9682-milk-myth-body.html

http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2009/07/18/the-milk-myth-what-your-body-really-needs.aspx

04-05-2015

La migliore cura antistress al femminile? Le faccende domestiche. Non è l´ultima trovata di un’organizzazione ultramaschilista, ma la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, secondo cui le pulizie domestiche contribuirebbero a tener lontani stress e ansia. Venti minuti di movimento sostenuto a settimana tengono lontano la depressione. Fondamentale, ovviamente, non solo passare lo straccio o lustrare i vetri, anche fare jogging o giocare a tennis; ma più intenso e frequente è lo sforzo, migliore sarà l’effetto.
I ricercatori dell’University College London si sono concentrati su 3.000 persone che accusavano stress e ansia: più erano attivi, meno probabilità avevano di soffrirne. Fare sport almeno una volta a settimana, abbassa il rischio addirittura del 22%, mentre i lavori casalinghi o semplicemente camminare a buon passo oltre il 20%. Ma attenzione: nessun beneficio dalle attività lievi (spolverare), perché per essere efficace un’attività deve protrarsi per almeno venti minuti e rendere il respiro affannoso.

 

http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/7338644.stm

http://www.medicalnewstoday.com/articles/103592.php

04-05-2015

Un famoso scienziato ha avvertito che i prodotti chimici presenti in molti alimenti, cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale, sono diventati una seria minaccia per la fertilità maschile. Il professor Richard Sharpe, del Medical Research Council, afferma che questi prodotti chimici, destruenti per gli ormoni, stanno “femminilizzando” i maschi già in utero, provocando un incremento dei difetti di nascita, cancro testicolare e scarsa conta spermatica. Si pensa che tutte queste problematiche, denominate collettivamente Sindrome da Disgenesia Testicolare (TDS), siano legate ad alterazione del testoterone maschile. Il professor Sharpe ha concluso che l’esposizione ad un cocktail di prodotti chimici alteratori ormonali, almeno parzialmente blocca la funzione del testoterone in utero. Il suo ultimo rapporto evidenzia come studi animali hanno mostrato che i prodotti chimici analizzati possono causare TDS.

 

http://www.chemtrust.org.uk/male-reproductive-health/

04-05-2015

L’emicrania severa, vale a dire quella accompagnata dai disturbi visivi, espone al rischio di infarto e ictus chi ne soffre. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista “Stroke” dell’American Heart Association e condotto dai ricercatori del Baltimore Veterans Affairs Medical Center di Baltimora. Gli esperti hanno analizzato un campione di 386 donne, tra i 15 e i 49 anni, che avevano già subìto una prima forma di ictus ischemico, e le hanno messe a confronto con altre 614 donne della stessa età ma che non hanno mai avuto un ictus. Sono stati formati tre gruppi: donne senza emicrania, donne con probabile emicrania ma senza aura (emicrania con disturbi visivi) e donne con emicrania e aura. Steven Kittner, autore e responsabile dello studio, ha constatato che il rischio di avere un ictus è 1,5 volte maggiore per le donne che soffrono di emicrania rispetto alle altre. Il mal di testa e l’ictus hanno fattori di rischio in comune, come la pressione alta. La combinazione di più fattori (aver sofferto di recente di emicrania, il fumo e i contraccettivi orali), può aumentare il rischio di ictus dovuto a emicrania di circa sette volte. “Tuttavia”, ha spiegato Kittner, “le giovani donne che soffrono di aura possono ridurre il pericolo di avere un ictus correggendo i cattivi stili di vita”.

 

http://abcnews.go.com/Health/Healthday/story?id=4508246

04-05-2015

Messaggio per le maniache del fitness estremo: se volete un bambino, rilassatevi un attimo. Darci dentro come dannate, grondare sudore come una doccia, tendere i muscoli oltre lo spasimo, pensare solo a superare ogni limite di stanchezza, e farlo ogni giorno senza requie, non aiuta il concepimento. Magari tutto ciò va bene per tentare di rientrare nella mitica taglia di qualche anno fa, o per mettersi la coscienza a posto dopo un periodo di abbuffate. Ma se programmate di mettervi in attesa della cicogna, allora meglio preferire un allenamento decisamente più soft. Le trafelate del body building quotidiano hanno infatti tre volte meno possibilità di ritrovarsi col pancione rispetto alle meno scalmanate. Almeno secondo uno studio della Norwegian University of Science and Technology, che individua nell’allenamento forsennato il rischio di aumentare i problemi di fertilità. Questo perché – secondo la spiegazione dei ricercatori - l’attività fisica intensa tende a sottrarre le energie indispensabili all’organismo per mettere insieme un bebè. Per arrivare alla conclusione che l’eccesso di palestra non aiuta a riempire le culle, i ricercatori norvegesi hanno analizzato un bel pò di dati: innanzi tutto i risultati di precedenti ricerche (l'Health Survey of Nord-Trøndelag condotto tra il 1984-1986, ed il follow-up survey condotto tra il 1995 e il 1997). Poi hanno osservato 3000 donne e i loro esiti riproduttivi nell’arco di dieci anni. Hanno chiesto loro tutti i particolari della loro attività sportiva: con che frequenza andavano in palestra, la durata e l’intensità del loro allenamento. E infine le hanno interrogate sui loro tentativi riproduttivi e sul successo delle loro gravidanze. Risultato: più del 25% delle aspiranti madri dedite al body building quotidiano avevano avuto difficoltà nel rimanere incinte nel primo anno di tentativi. Quelle che mostravano maggiori difficoltà erano proprio le più assidue e quelle che non si risparmiavano nemmeno una lacrima di sudore.
Ma intendiamoci: non è che l’attività fisica in sé escluda il concepimento, a patto però che non sia esagerata. Gli stessi ricercatori corrono infatti a sottolineare che non serve sospendere del tutto lo sport se si sogna di mettere in cantiere un figlio, ma di praticarlo senza eccessi. Tanto che la stessa responsabile dello studio, la dottoressa Sigridur Lara Gudmundsdottir, ha dichiarato: «Riteniamo probabile che l'attività fisica a livelli molto alti o molto bassi abbia un effetto negativo sulla fertilità, mentre l'attività moderata è vantaggiosa». Ma niente paura per quelle che hanno esagerato, o ci sono andate vicino: non si tratta di effetti irreversibili. Basta riposarsi per qualche tempo per ritornare a livelli di possibilità di concepimento ritenuti normali.

 

https://www.ntnu.edu/news/hard-workouts-reduced-fertility

http://www.sciencedaily.com/releases/2009/11/091111120257.htm

http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=62653&CultureCode=en

04-05-2015

Bere acqua in bottiglia potrebbe causare la comparsa prematura di rughe: può sembrare assurdo, ma è il parere degli esperti. Per la precisione, non è assumendo acqua che si invecchia, ma a causa del gesto di portare la bottiglia alle labbra più volte ripetuto nel corso delle giornate. Il movimento ripetitivo di serrare le labbra attorno al collo della bottiglia può formare delle righe sulla nostra pelle. Mitchell Chasin, cosmetico dermatologo, ha spiegato a CBS Los Angeles di dover trattare molte donne che hanno problemi di questo tipo, creati proprio dal gesto in questione: “Bere è una cosa ottima per la salute: ma il movimento ripetitivo delle labbra attorno alla bottiglia può portare alla formazione di rughe profonde sulla pelle”.
Spesso, il gesto di bere dalla bottiglia, è stimolato dalla sua associazione con le attività sportive. Una paziente del dottor Chasin, Susanne Rennie, è attualmente in cura per migliorare questo problema: “Bevo circa sei bottiglie di acqua al giorno, direttamente da quelle. Accanto alla mia postazione, sulla scrivania, ne tengo una con una cannuccia, cosa che peggiora probabilmente il problema”. Il metodo migliore per evitare le rughe? Evitare di bere dalla bottiglia, privilegiando i bicchieri, tanto basterebbe per scongiurare il pericolo della comparsa prematura di rughe. E per chi non può proprio smettere di bere dalla bottiglia per ragioni di praticità, come gli sportivi, il dottor Chasin consiglia di bere aiutandosi con il labbro superiore, per evitare il più possibile di stringere le labbra.

 

http://losangeles.cbslocal.com/2013/08/01/experts-warn-drinking-from-water-bottles-could-cause-premature-wrinkles/

04-05-2015

I MOCA, “materiali a contatto con gli alimenti” sono tutti quei materiali e oggetti destinati a venire a contatto con il cibo: dagli imballaggi, ai contenitori per il trasporto, agli utensili, utilizzati in cucina ma anche all’interno della filiera produttiva. Sono materiali vari come la plastica, la gomma, la carta e il metallo. In questa categoria sono inclusi anche i materiali a contatto con l’acqua destinata al consumo umano, come le bottiglie di plastica. Negli ultimi anni, molti esperti si sono pronunciati in merito alla pericolosità di packaging e utensili da cucina. I rischi sono legati soprattutto alla migrazione di sostanze pericolose all’interno degli alimenti e alla conseguente assimilazione da parte dei consumatori.
Secondo Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino, “Dei circa 3.500 casi di “allerta” che arrivano ogni anno al sistema RASFF, quelli che si riferiscono ai MOCA sono in continuo aumento. Succede perché molte plastiche e contenitori per alimenti arrivano dalla Cina e spesso si tratta di prodotti a basso costo di dubbia qualità. È certo che i materiali a contatto con i cibi, dalla bottiglia di plastica alla pellicola per il microonde, “cedano” sostanze agli alimenti, però ancora non sappiamo con precisione che cosa passa, quanto e in quali condizioni d’uso”. Il Rasff è il Sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi, istituito per fornire uno strumento di scambio delle informazioni circa le misure adottate in risposta a eventuali rischi connessi appunto con alimenti o mangimi a tutte le autorità preposte al controllo degli stessi nei diversi Paesi.
Esistono numerose ricerche che evidenziano i rischi derivanti dal consumo di cibi preconfezionati a contatto con plastica o alluminio. L’ultimo citato è uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health. Secondo gli esperti che hanno condotto la ricerca sono veramente tanti i materiali a contatto con gli alimenti e ancora di più le sostanze chimiche pericolose, utilizzate negli imballaggi per la conservazione degli alimenti o durante la preparazione dei cibi. Gli studiosi ammettono che la quantità di queste sostanze è regolamentata, ma che è difficile riuscire a stabilire con precisione le dosi immesse realmente nell’organismo, considerati i diversi canali di esposizione e le diverse abitudini alimentari. Inoltre, i danni vengono riconosciuti solo quando è ormai troppo tardi, come è avvenuto ad esempio con il bisfenolo A contenuto nei biberon e poi vietato.
Tra le sostanze chimiche più utilizzate e pericolose, oltre al Bisfenolo A presente in plastiche per contenitori e stoviglie, troviamo ad esempio la formaldeide che, a dosi elevate, può causare il cancro, gli ftalati delle bottiglie, il teflon delle padelle antiaderenti, l’allumino nei fogli per avvolgere il cibo. Per quest’ultimo, in particolare, Luciano Atzori, biologo esperto di sicurezza alimentare, raccomanda: “Meglio, ad esempio, non usarlo a contatto con cibi proteici o grassi, come carne e pesce, perché la cessione di alluminio è facilitata. E le scoperte sono continue: uno studio svedese ha da poco dimostrato che molti frullatori a immersione rilasciano paraffine clorurate; si sa invece da tempo che non si devono usare detersivi a base di varechina in lavastoviglie, perché i residui restano sui piatti e da lì vanno nel cibo”.

 

http://jech.bmj.com/content/early/2014/01/28/jech-2013-202593

04-05-2015

I bromuri sono dei comuni nemici del sistema endocrino. Poiché il bromuro è inoltre un alogenuro, esso compete per gli stessi recettori utilizzati dalla ghiandola tiroide per catturare lo iodio. Ciò inibirà la produzione dell’ormone tiroideo con una conseguente condizione di ipotiroidismo. Lo iodio è essenziale per il nostro corpo ed è presente in ogni organo e tessuto. Sono sempre maggiori le prove che una carenza di iodio è legata a numerose malattie, compreso il cancro. Vari clinici e ricercatori hanno trovato lo iodio efficace molti problemi che vanno dal gozzo alla stipsi. Il bromuro può essere trovato in parecchie forme. Il metilbromuro è un antiparassitario usato pricipalmente sulle fragole, trovato principalmente nelle zone della California. L’olio vegetale bromurato (BVO) è aggiunto alle bevande di agrumi per aiutare a mantenere l’aroma nel liquido. Il bromato di potassio è trovato in prodotti commerciali da forno e in determinate farine. Facilmente siete esposti a troppo cloro e bromo. Il bromo può essere trovato in un numero situazioni presenti nella vita quotidiana, incluso:

• Antiparassitari (bromuro specificamente metilico, usato principalmente sulle fragole, principalmente in California).

• Plastica, come quella usata per fare i calcolatori.

• Articoli da panetteria e determinate farine contengono spesso “un bromato di potassio come condizionatore della pasta”.

• Bibite analcoliche (incluso Gatorade e altre bibite a base di agrumi), sotto forma di oli vegetali bromurati (BVO).

• Farmaci quali agenti nasali, antiulcera e anestetici.

• Ritardanti di fiamma (il più comune è l’etere difenilpolibromo o PBDE ) usati nei tessuti, moquette, tappezzeria e materassi.

• Bagni caldi bromati e trattamenti per la piscina.

 

http://www.naturalthyroidchoices.com/Bromide.html

Lunedì, 04 Maggio 2015 19:53

SE SEI IPERTESA, IL SESSO E’ UN PROBLEMA.

04-05-2015

Le donne che soffrono di ipertensione sono due volte più a rischio di disfunzioni sessuali rispetto a quelle che hanno valori normali di pressione. Lo dimostra un’indagine realizzata dal dottor Michael Doumas per conto dell’American Society of Hypertension su 417 donne in età sessualmente attiva. Il 42% di quelle ipertese ha mostrato problemi di scarso desiderio, difficoltà o impossibilità di raggiungere l’orgasmo, dolore durante il rapporto. Condizioni evidenziate solo dal 19% delle donne la cui pressione era normale.

 

http://www.medpagetoday.com/Cardiology/Hypertension/3338

http://www.medwirenews.com/news/article.aspx?k=38&id=57085

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