Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

31-07-2019

Genitori rilassatevi e concedete ai vostri figli l’esperienza unica di crescere accanto ad un amico a quattro zampe. Una nuova ricerca pubblicata a giugno su Pediatrics dimostra che i bambini che hanno vissuto, durante il primo anno di vita, a contatto con un animale domestico si ammalano meno frequentemente. Lo studio conferma anche, che un ambiente troppo pulito non è un luogo ideale per i piccoli. Lo studio infatti prova che lo sporco e i microbi portati in casa dagli animali domestici potrebbero rafforzare le comunità di batteri, lieviti utili e altre creature microscopiche che vivono nel corpo di un bambino nella prima fase di sviluppo. I ricercatori europei hanno monitorato la salute di 397 bambini finlandesi nati tra il mese di settembre 2002 e il mese di maggio 2005. I genitori, dalla nona settimana in poi, avevano il compito di compilare un diario settimanale per documentare la salute dei propri figli; dovevano annotare se i bambini presentavano muco nel naso, se soffrivano di otiti, se avevano la gola arrossata, il sintomo della tosse o altre patologie legate all’apparato respiratorio e ovviamente dovevano anche scrivere l’eventuale somministrazione di antibiotici. Quando i bambini hanno compiuto il primo anno, i genitori sono stati invitati a compilare un questionario. Dalla ricerca è emerso che i bimbi che vivono con i cani e i gatti sono più in salute rispetto ai bambini che non ne posseggono; ad esempio, i bambini cresciuti con i cani hanno il 44% di probabilità in meno di sviluppare infezioni all’orecchio e il 29% di probabilità in meno di dover usare antibiotici durante il primo anno di vita. Lo sporco e i microbi portati in casa dagli animali domestici potrebbero rafforzare le comunità di batteri, lieviti utili e altre creature microscopiche che vivono nel corpo di un bambino nella prima fase di sviluppo. Dalla ricerca è anche emerso che la percentuale aumenta se gli animali vivono in casa meno ore; le famiglie, ad esempio, in cui i gatti erano presenti dentro casa per almeno 16 ore al giorno, hanno avuto bambini sani per il 70,8% del tempo, mentre nelle case in cui i gatti erano dentro per meno di sei ore al giorno è stato rilevato che i figli erano sani per il 78,2% del tempo, mentre i piccoli, invece, nati e vissuti in famiglie senza gatti solo il 66,1%.
Un quadro simile si è delineato anche nelle famiglie in cui i cani erano presenti per meno di 6 ore al giorno; la ricerca ha dimostrato che questi bambini non hanno contratto malattie per il 75,7% del tempo contro il 72,2% dei piccoli vissuti con cani sempre presenti in casa, mentre i bambini cresciuti senza cani non si sono ammalati per il 64,8% del tempo. La spiegazione fornita dai ricercatori è che gli animali che hanno passato più tempo all’aria aperta hanno portato più sporco nelle case concedendo ai bambini l’opportunità di stare più a stretto contatto con esso. La continua esposizione ha permesso al loro sistema immunitario di svilupparsi più velocemente di quanto normalmente si svilupperebbe. Il continuo contatto con gli animali domestici nei primi mesi di vita riesce a stimolare il sistema immunitario nella lotta contro le infezioni. "Fino ad ora gli studi per verificare quanto gli animali domestici influenzano la salute umana sono stati concentrati sulle allergie e non sulle malattie”, ha dichiarato l’attuale presidente del Dipartimento di Pediatria presso il Saint John’s Hospital a Santa Monica, la Dott.essa Danelle Fisher, che non era coinvolta nella ricerca. “È chiaro - ha continuato la Fisher - che il continuo contatto con gli animali domestici nei primi mesi di vita riesce a stimolare il sistema immunitario nella lotta contro le infezioni”.
Una precedente ricerca dell’University of California, San Francisco, ha mostrato che nelle case in cui sono presenti cani vi sono delle polveri che sembrano proteggere i neonati dal Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), il virus stagionale responsabile di numerose affezioni delle vie aeree del bambino; secondo la ricerca esiste una stretta correlazione tra l’infezione da VRS e l’asma infantile. Le nuove scoperte potrebbero placare l’ansia di genitori troppo ansiosi e contro la convivenza del proprio figlio con un animale domestico. Il consiglio elargito sempre dalla Fisher a questa tipologia di genitori è di tenere un cane o un gatto dentro casa perché preserva da molte allergie; grazie a questi ultimi studi, la dottoressa sente di poter affermare con molta tranquillità che i bambini hanno meno probabilità di infezioni alle alte vie respiratorie nel primo anno di vita se vivono con un animale domestico.

 

https://pediatrics.aappublications.org/content/130/2/211

31-07-2019

Dal momento che l’ormone della crescita bovina ha ricevuto l’approvazione della FDA nel 1993, sono emersi tre inquietanti tendenze sanitarie. Casi di cancro continuano ad aumentare, l’obesità è diventata un’epidemia e precoce insorgenza della pubertà è diventata la norma. Dopo aver letto questo articolo sulla sostanza conosciuta come BGH, o rBGH, giudicate voi. Qualunque sia la vostra conclusione, sarete probabilmente d’accordo che è meglio mantenere questa sostanza lontano da voi e dalla vostra famiglia!

1. L'ORMONE DELLA CRESCITA BOVINA È UN OGM

Monsanto ha creato rBGH per stimolare la produzione di latte nelle mucche. L’ormone della crescita bovina presente naturalmente nella mucca è lo stesso ormone della crescita umana che si trova naturalmente nel corpo umano. Per rendere più “efficace” questo ormone, Monsanto ha geneticamente modificato BGH per creare un ormone ricombinante della crescita bovina, o rBGH o BST (somatotropina bovina ricombinante). Questa versione OGM più potente di BGH non è una sostanza presente in natura e non fa altro che aumentare la produzione di latte nelle mucche.

2. QUESTO ORMONE È STATO BANDITO NELL’UNIONE EUROPEA E NEL MONDO

Originariamente approvato da molti paesi poco dopo la sua uscita, rBGH da allora è stato bandito dall’Unione Europea, Canada, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Israele. La maggior parte di questi divieti è andato in vigore nel 2000, alcuni in precedenza. Non ci volle una grossa scienza per dimostrare che questa roba mette in pericolo la salute!

3. GLI ESPERTI HANNO DICHIARATO PERICOLOSO L’ORMONE DELLA CRESCITA BOVINA

Nel 2007, il Dr. Samuel Epstein ha esposto i pericoli di rBGH nel suo libro “Cosa c’è nel tuo latte?” Questo libro rivela i retroscena della scienza, della politica e dell’avidità aziendale, dietro la creazione e l’approvazione di rBGH. Da allora, molti produttori di latte hanno deciso di vendere solo latte rBGH-libero.

4. UN PERICOLO UMANO: LATTE DA MUCCHE TRATTATE CON GROWTH FACTOR, CONTIENE IGF-1

Latte da mucche trattate con rBGH contiene livelli elevati di IGF-1. “I fattori di crescita insulino-simili, noti anche come IGF (acronimo di insulin-like growth factor) o somatomedine, sono un gruppo di ormoni peptidici dalle proprietà anaboliche, prodotti dal fegato sotto lo stimolo dell’ormone della crescita (GH) prodotto dall’ipofisi. L’American Cancer Society riporta i primi studi legati a IGF-1 come un contributo allo sviluppo del tumore, in particolare della mammella, della prostata e del colon-retto. Mentre la ricerca non ha chiarito la connessione, continui sforzi supportano questi studi.

5. ASSOCIAZIONE A VARI TIPI DI CANCRO

Gli ormoni della crescita bovina creano una moltitudine di problemi. Una revisione scientifica recentemente pubblicata, si è focalizzata sul rapporto di IGF-1 (e IGF-2) e sviluppo del cancro al seno. Questi fattori di crescita sono noti per stimolare la differenziazione cellulare. Sembra che IGF abbia un’interazione unica con estrogeni che può contribuire allo sviluppo del tumore nelle donne. Uno studio del 2013 ha valutato la relazione di IGF e cancro alla prostata. Poca o nessuna IGF è stata osservata nel tessuto sano della prostata. Tumori avanzati dimostrano un'elevata presenza di IGF-1, mentre il tumore prostatico localizzato, ha mostrato una densità minore di IGF-1. Infine lo studio ha concluso che alte concentrazioni di IGF-1 hanno una correlazione con la presenza di cancro alla prostata. Come il cancro alla prostata, tumori colorettali avanzati hanno mostrato una relazione diretta con i più elevati livelli di IGF-1. Uno studio particolare ha dimostrato livelli più elevati di IGF-1 negli uomini, in pazienti over 60 e in pazienti con tumori derivanti dai danni allo strato di muco del colon. I ricercatori hanno determinato che IGF-1 può indicare e identificare la presenza di tumori colorettali.

6. COLLEGATO ANCHE A CANCRO AL POLMONE?

Una recente ricerca dalla Cina ha scoperto che l’IGF-1 riveste un ruolo significativo nel cancro polmonare. Pazienti affetti da cancro al polmone in questo studio avevano alti livelli sierici di IGF-1 rispetto al gruppo di controllo. Anche se questo studio è relativamente nuovo, suggerisce che IGF-1 può svolgere un ruolo più importante nei tumori, di quanto si pensasse.

7. IL DIABETE COME CONSEGUENZA DI BGH?

La FDA e scienziati della Monsanto hanno dichiarato che rBGH, utilizzato sulle mucche, non viene trasferito negli esseri umani, in particolare attraverso il latte. Hanno anche dichiarato che l’ormone della crescita bovina non interessa l’uomo, anche se ingerito. Un caso documentato nel 2011 suggerisce il contrario. Un 33enne che si trovava al pronto soccorso segnalava una serie di sintomi, tra cui nausea, mal di testa, visione offuscata, e altro ancora. Nel corso dell’esame, il paziente ha ammesso l’assunzione di steroidi anabolizzanti - che includevano l’ormone della crescita bovina. A seguito di questo uso, ha iniziato a soffrire di diabete. Anche se questo è un caso molto particolare, indica che l’ormone della crescita bovina, se introdotto attraverso il latte o attraverso altri mezzi, può avere gravi effetti sulla salute umana.

8. ALTRI EFFETTI COLLATERALI: CONTAMINAZIONE DEL LATTE, MASTITE E ANTIBIOTICI

Le mucche trattate con rBGH hanno maggiori probabilità di sviluppare la mastite, un'infiammazione e infezione del tessuto mammario. I primi studi riferiscono che questa condizione delle mucche trasferisce batteri e potenziale pus nel latte. Questo problema è stato uno dei motivi per cui l’Unione Europea e altri paesi hanno proibito l’uso di rBGH. L'rBGH provoca anche una vasta gamma di problemi di salute alle vacche, che richiedono l’uso di antibiotici. Fortunatamente, la maggior parte dei produttori etichettano il loro latte, per cui è facile trovare latte non-rBGH/rBST.

30-07-2019

La maggior parte delle persone quando ha problemi di mal di testa, dolori mestruali, mal di denti e dolori in genere tende ad assumere dei farmaci e uno dei maggiori utilizzati è l’Ibuprofene, il principio attivo presente in Arfen, Brufen, Moment e Subitene. Molto spesso vi è un consumo eccessivo di questi farmaci e le persone tendono ad abusarne come caramelle, alcune pubblicità inoltre trattano l’argomento con troppa leggerezza e istigano il consumatore a comprarne in quantità industriale in modo da non rimanerne mai sprovvisto. Pochi si informano o leggono il bugiardino (il foglietto illustrativo) e moltissimi, di conseguenza, lo assumono in modo improprio e pericoloso. È sempre consigliato conoscere bene i farmaci prima di assumerli, ma principalmente adottiamo un stile di vita e un’alimentazione sana che ci aiutino a depurare il corpo e a ridurre le infiammazioni.

• Se soffri di: artriti, asma, epatiti, lupus eritematoso, ulcere, e assumi farmaci per questi problemi, molto probabilmente assumi corticosteroidi. In questo caso assumere Ibuprofene aumenta il rischio di ulcerazione o emorragia gastrica.

• Hai problemi di fertilità? Prova a smettere di assumere questo farmaco!

• Se intendi iniziare una gravidanza assumere Ibuprofene è altamente sconsigliato.

Gli effetti collaterali del prodotto spesso non vengono presi in considerazione:

• Assumere Ibuprofene aumenta il rischio di attacco cardiaco e di ictus, soprattutto se soffri di pressione alta, diabete, colesterolo elevato o se sei fumatore.

• Riporto fedelmente dal bugiardino: Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali.

• Provoca anche ritenzione idrica.

Ci possono essere delle situazioni in cui per forza di cose si debba ricorrere a questi medicinali, ma spesso vi è un abuso, ecco perché è importante prenderci cura della nostra salute tramite anche l’alimentazione e l’attività fisica, per evitare dei casi limite con un abuso di farmaci che rimangono esclusivamente un tampone rispetto a certe problematiche, e creano ulteriori effetti collaterali. È importante anche sapere che l’ibuprofene è altamente tossico per i gatti. Alcuni farmaci per uso umano sono abitualmente somministrati anche agli animali domestici. Non sempre però è cosa buona, anzi spesso si tratta di pericolosissimi errori.

30-07-2019

I reni forniscono un servizio di vitale importanza al nostro corpo: filtrano i rifiuti dal sangue e li inviano alla vescica, regolano la pressione sanguigna, gestiscono il riassorbimento di acqua, controllano l’acidità nel corpo e bilanciano i livelli degli elettroliti. La dieta è molto importante per promuovere la salute dei reni. Gli alimenti di seguito elencati, possono sostenere la funzione dei reni e rendere più facile il loro lavoro.

1. CAVOLI

I cavoli appartengono alla famiglia delle crucifere. Sono ricchi di fitonutrienti che aiutano i reni a disintossicare l’organismo dalle tossine e contrastano l’azione dei radicali liberi. Sono ricchi di vitamina C, vitamina K, vitamina B6 e di acido folico. Sono poveri di potassio, una caratteristica che li rende utili ad essere inseriti in una dieta che proteggere i reni.

2. PEPERONI ROSSI

Aiutano la funzionalità renale in quanto ricchi di fibre e di vitamina A, C, B6 e acido folico. Sono poveri di potassio, un sale minerale che potrebbe affaticare il lavoro dei reni. Contengono licopene, utile a proteggere l’organismo dal rischio di alcuni tipi di tumore.

3. VERZA

Ha un forte potere disintossicante. Il suo effetto depurativo è associato al suo contenuto di speciali antiossidanti e di zolfo. La verza presenta inoltre un buon contenuto di fibre vegetali dall’effetto anti-scorie. Ha effetto diuretico ed antitumorale e facilita l’eliminazione delle tossine da parte dell’intestino.

4. ORZO

È un cereale a basso indice glicemico. Ha effetto drenante e depurativo, aiuta l’organismo ad eliminare le scorie e facilita il lavoro dei reni. La sua acqua di cottura e il succo fresco preparato con erba d’orzo, possono essere consumati per favorire la salute renale.

5. CILIEGIE

Le ciliegie sono considerate tra i frutti maggiormente indicati per il benessere dei reni. Prevengono la ritenzione idrica, sono diuretiche, favoriscono l’eliminazione delle tossine e sono utili in caso di stipsi. Sono povere di ossalati, elementi che potrebbero danneggiare i reni. Questi gustosi frutti contengono una buona quantità di vitamina C, vitamina K, acido folico, vitamina B6, magnesio e citrato. Ma il componente più interessante delle ciliegie è il citrato che riduce l’acido urico nel sangue che può portare alla gotta e all’artrite. Le persone che ne consumano in abbondanza, hanno dimostrato di avere livelli di acido urico più bassi e un minor rischio di attacchi di gotta.

6. FAGIOLI AZUKI

I fagioli azuki sono considerati un vero e proprio alimento salva-reni. La loro acqua di cottura è un ottimo depurativo.

7. FRAGOLE

Le fragole sono ricche di antiossidanti e contengono quantità elevate di vitamina C, manganese e fibre. Presentano proprietà antinfiammatorie e proprietà anticancro e proteggono sia la salute del cuore che dei reni. L’assunzione di fragole è considerata utile in presenza di renella o di calcoli renali. Il rizoma delle fragole e la gramigna, possono essere associate in tali casi per la preparazione di un benefico infuso.

8. MIRTILLI

Offrono alti livelli di vitamina C e manganese. Nelle donne, i mirtilli si sono dimostrati particolarmente utili per combattere le infezioni del tratto urinario. Recenti ricerche hanno trovato che il succo di mirtillo puro, diluito in acqua, ha ridotto i livelli urinari di ossalato e fosfato che inducono la formazione di calcoli renali.

9. CANNELLA

È nota per la sua capacità di aiutare a regolare i livelli di glucosio. Il glucosio in eccesso, che deriva dal diabete, può causare danni ai reni. Un altro studio ha confermato che la cannella può essere utilizzata come integratore senza preoccupazione per il rischio aumentato di ossalato.

10. TE’ DI GIAVA

Noto anche come Orthosiphon stamineus, questa erba rappresenta uno standard della medicina popolare. È stata usata tipicamente per disturbi renali. Uno studio recente ha confermato che sostiene reni, fegato e tratto gastro-intestinale. Offre anche potenziali per la stabilizzazione di zucchero nel sangue, protezione antiossidante e stabilizzazione della pressione sanguigna.

11. CIPOLLE E AGLIO

Entrambe contengono quercetina che è un flavonoide potente associato a benefici antiossidanti, utile contro arrossamenti e irritazioni. La ricerca ha trovato che la quercetina aiuta a fornire una protezione contro i danni renali nei fumatori, favorisce il metabolismo dei grassi e aiuta i reni nel lavoro di filtro delle tossine.

30-07-2019

La centella è una pianta esotica dotata di proprietà cicatrizzanti. Trova utile indicazione nelle patologie di natura circolatoria in quanto si è dimostrata in grado di migliorare il trofismo vascolo-connettivale, ripristinando col tempo l’equilibrio emodinamico a livello del sistema micro-vasculo-tissutale. È nel suo ruolo di controllo, di regolarizzazione, di orientazione specifica sulla sintesi del collagene che la centella si distingue. La pianta regolarizza la crescita dei fibroblasti evitandone una proliferazione eccessiva e di conseguenza la formazione di cheloidi, cicatrici ipertrofiche ecc.; aumenta la qualità del nuovo collagene sintetizzato: sul piano molecolare, infatti, l’azione trofica è data dalla capacità della frazione triterpenica di fissare due aminoacidi fondamentali nella struttura del collagene, alanina e prolina. Il suo impiego risulta utile, pertanto, in tutti i processi di cicatrizzazione del derma, in virtù della regolazione quantitativa e qualitativa del tessuto connettivo neoformato permettendo l’ottenimento di tessuti morbidi e non ipertrofici, e nell’insufficienza venosa, per l’azione sulla parete venosa. Nel suo fitocomplesso sono presenti, infatti, derivati triterpenici (asiaticoside) dotati di peculiari proprietà modulatrici sullo sviluppo del tessuto connettivo. L’estratto di centella viene impiegato nel trattamento sintomatico e coadiuvante delle piaghe chirurgiche, nelle ustioni leggere, nelle ulcere varicose. Dato che sarebbe proprio a causa di una probabile alterazione del trofismo vascolo-connettivale che si manifesterebbe la cellulite, la pianta trova indicazione anche in questo ambito. 
È stato pubblicato uno studio condotto su una piccola casistica (12 casi) e riguardante l’applicazione in mesoterapia di centella nella malattia di Dupuytren associata, in 4 casi, alla sindrome del canale carpale. L’estratto di centella utilizzata in mesoterapia apporta un miglioramento funzionale e una diminuzione dei fenomeni dolorosi e parastesici sia a riposo che sotto sforzo assai rapidamente alla prima o seconda seduta. Tutti i pazienti sono stati soddisfatti dei risultati e la tolleranza è stata ottima. Sarebbe pertanto auspicabile proseguire questi studi su una casistica più ampia, continuare a seguire l’evoluzione nel tempo e avere la possibilità di effettuare uno studio in doppio cieco.

30-07-2019

I polifenoli si trovano in oltre 450 alimenti, tra cui molti frutti e verdure, spezie, erbe secche, noci e cacao. Molti di questi sono considerati super cibi. Chiodi di garofano e menta piperita sono al top della lista, con mirtilli, origano, cioccolato fondente, olive, noci e farina di semi di lino. Prendendo atto di “una serie di possibili benefici per la salute”, l’ACS ha presentato una ricerca su una vasta gamma di polifenoli. Gli scienziati hanno scoperto che i polifenoli non sono solo antinfiammatori, ma potrebbero anche aiutare a prevenire la formazione del cancro: pterostilbene (un polifenolo in mirtilli e uva), allevia le condizioni neurologiche come disturbo d’ansia, contribuisce ad una flora intestinale sana necessaria per favorire l’assorbimento e il metabolismo. Teaflavine del tè nero ha esteso la durata complessiva della vita dei moscerini della frutta. Altre ricerche hanno trattato il polifenolo di cui è ricco l’olio da cucina che rende i cibi fritti, più salutari. Sviluppi notevoli nella ricerca sui polifenoli sono stati presentati dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti del Consiglio Superiore per la ricerca scientifica della Spagna. Lo scienziato Francisco Tomas-Barberan ha presentato prove del fatto che i polifenoli hanno un ruolo sulla flora intestinale, più importante di quanto si pensasse. Egli ha dimostrato che meno del 5% di questi fitochimici sono facilmente digeriti nella loro forma originaria e sono quasi inalterati quando raggiungono il colon. Qui è dove si sviluppa un buon equilibrio. Un microbioma intestinale sano è fondamentale, come la flora intestinale. La stragrande maggioranza del sistema immunitario di una persona è dipendente dal microbiota intestinale e i polifenoli sono significativi nell’affrontare le malattie autoimmuni, lavorando per proteggere il corpo da infiammazione e malattia.
Diverse prove hanno dimostrato che EGCG del tè verde sono così potenti che possono effettivamente sostenere il sistema immunitario di una persona, dando al corpo una spinta nell’allontanare la malattia. I polifenoli del tè verde hanno anche dimostrato di bloccare il cancro del polmone, di essere utili nel trattamento dell’osteoporosi e tutelare la salute dei diabetici e delle persone con malattie pre-metaboliche. I polifenoli dell’uva rossa proteggono dal cancro al seno. Essi hanno dimostrato anche di ridurre le cellule tumorali nel fegato e ossa, in vari studi. Più di 200 polifenoli sono stati identificati nel vino rosso, tra cui il resveratrolo, quercetina e catechina. I polifenoli sono stati trovati anche utili per rafforzare le reti neurali, impedendo in tal modo le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Gli studi hanno dimostrato che questi fitochimici combattono lo stress ossidativo nelle cellule del cervello e possono invertire i deficit cognitivo-comportamentali. I polifenoli del cioccolato sono stati collegati da diversi studi alla salute del cuore.
Un buon punto di partenza per ottenere polifenoli nella dieta è l’aggiunta di frutta e verdura biologica al vostro regime alimentare. Frutta come albicocche, frutti di bosco, agrumi, verdure come carciofi, barbabietole, verdura a foglia verde, broccoli e spinaci crudi. Molti legumi, noci e semi sono anche ricchi di polifenoli, dai fagioli secchi alle lenticchie, dalle mandorle alle noci e semi di zucca e di girasole. Erbe e spezie, come chiodi di garofano, origano, salvia e prezzemolo, sono una grande fonte di polifenoli.

 

https://www.acs.org/content/acs/en/pressroom/newsreleases/2013/september/scientific-symposium-today-on-healthful-antioxidants-in-plant-based-foods.html

28-07-2019

La necessità di iodio non è un’esclusiva della tiroide, tutto il corpo ne ha bisogno. Si potrebbe dire che il corpo richiede iodio nello stesso modo in cui una macchina richiede olio - è semplicemente necessario per far funzionare correttamente l’intero sistema. Molte persone non si rendono conto che il tessuto del seno femminile ha una maggiore concentrazione di iodio e ha un particolare bisogno di iodio. Quando il tessuto mammario ha bassi livelli di iodio, possono insorgere diversi problemi di salute. Diamo uno sguardo alle prime sei cose che dovete sapere sullo iodio e salute del seno.

1. LA CARENZA DI IODIO È UN PROBLEMA

La carenza di iodio è un problema che colpisce fino al 40% della popolazione del mondo. Una delle cause principali è l’assunzione insufficiente di iodio. Il cibo è una fonte di iodio, ma esso è in declino da decenni. Il pane e un esempio perfetto. Fino al 1980, lo iodio è stato utilizzato per il condizionamento della pasta e poi è stato sostituito con il bromuro, un alogeno tossico che non offre benefici all'organismo. Il fluoro è un altro esempio, è un comune alogeno tossico che è presente in molti rifornimenti idrici e incide negativamente sull’assorbimento dell’iodio. Il calo del consumo di iodio ha coinciso con un aumento delle malattie del seno, alcuni tipi di cancro, alterazione della funzionalità tiroidea e problemi di sviluppo nei bambini.

2. SENI SANI HANNO BISOGNO DI IODIO

Ogni cellula, organo e sistema del corpo umano ha bisogno di iodio e questo è doppiamente vero per il tessuto del seno femminile. Il tessuto mammario ha una maggiore concentrazione di iodio della tiroide e le stesse proteine-iodio di trasporto utilizzate dalla ghiandola tiroidea. Nel tessuto mammario sano, lo iodio offre benefici antiossidanti. Al contrario, nel tessuto mammario carente, c’è maggiore sensibilità all’ossidazione lipidica, una causa di molte malattie, compreso il cancro.

3. CHE COSA È LA MALATTIA FIBROCISTICA DEL SENO?

La malattia fibrocistica del seno è una condizione estremamente comune in cui si sviluppano cisti nel tessuto mammario, influenzate dagli ormoni. Le cisti, che possono causare dolore al seno soprattutto prima delle mestruazioni, sono abbastanza facili da individuare e sono spesso fonte di ansia immediata per le donne che le scoprono e temono il peggio. Sebbene la malattia fibrocistica del seno in sé è spesso benigna, il New England Journal of Medicine ha riferito che si tratta di un fattore di rischio per il cancro al seno.

4. LA MALATTIA FIBROCISTICA DEL SENO È COLLEGATA A CARENZA DI IODIO

Senza un adeguato apporto di iodio, il tessuto mammario è suscettibile alla stimolazione estrogenica che può portare alla produzione di microcisti, e queste possono portare alla malattia fibrocistica del seno. Gli studi su animali hanno mostrato, direttamente, che privare il tessuto del seno di iodio è un catalizzatore immediato per la malattia fibrocistica del seno.

5. LO IODIO PROMUOVE LA SALUTE DEL SENO

Sebbene il controllo delle nascite con la pillola è talvolta usato per ridurre le cisti, molte donne preferiscono evitare i rischi per la salute associati e optare per la supplementazione di iodio. Non solo lo iodio è sicuro, ma promuove la salute del seno. Uno studio del 1993 ha riferito che la supplementazione di iodio aveva ridotto la malattia fibrocistica del seno. Nel 2004 la ricerca ha rilevato che il 50% delle donne che hanno sperimentato la malattia fibrocistica avevano un miglioramento della loro situazione dopo il trattamento con supplemento di iodio.

6. LO IODIO È ANCORA PIU' IMPORTANTE DURANTE L'ALLATTAMENTO AL SENO

Una madre che allatta ha bisogno di nutrimento sufficiente per supportare i propri bisogni e per la produzione di latte per il suo bambino in via di sviluppo. Lo iodio è importante per la salute del seno e altrettanto importante per il normale sviluppo del cervello nei bambini. La carenza di iodio è, infatti, la prima causa di problemi di sviluppo. Lo iodio è fondamentale per il cervello e il latte materno è il mezzo ideale per fornire iodio al neonato.

Sabato, 27 Luglio 2019 09:11

CURCUMA E SALUTE ORALE.

28-07-2019

Una recente ricerca dimostra che l’estratto di curcuma e olio di curcuma possono addirittura invertire i cambiamenti precancerosi nella fibrosi sottomucosa orale nell’uomo. In aggiunta, ci sono almeno una dozzina di studi che dimostrano che l’estratto di curcuma è in grado di uccidere le cellule del cancro orale e che è efficace contro il cancro orale chemioterapia-resistente. Quotidianamente la curcuma può anche essere utilizzata per la salute orale, come collutorio, per una bocca sana e per tenere lontano la placca. La curcuma contiene la curcumina circa al 3-4% in peso secco. Questo polifenolo è stato studiato estesamente nella ricerca clinica umana come alternativa naturale al collutorio comune conosciuto come clorexidina per il trattamento della gengivite, in particolare dell’infiammazione del tessuto gengivale. La gengivite è classificata come una malattia parodontale non distruttiva, ma se non trattata, può evolvere in una forma di malattia parodontale che può essere altamente distruttiva. Alcuni dei sintomi più comuni associati con gengivite sono alito cattivo (alitosi), sanguinamento e gengive infiammate e gonfie. La clorexidina, considerata in odontoiatria per la prevenzione della placca dentale, è stata segnalata nel 2012 in un avviso di sicurezza dei pazienti rilasciato dal MHRA del Regno Unito, a causa della sua potenziale capacità di indurre reazioni anafilattiche. Mentre la reazione anafilattica clorexidina-indotta è una reazione estremamente rara, bassi livelli di esposizione possono causare una serie di complicazioni.
Nel 2012, uno studio pubblicato nel Journal of Indian Society of Periodontology ha trattato un gruppo di pazienti, con lieve o moderata gengivite, con collutorio a base di curcumina + 0,01% eugenolo e un altro gruppo con 0,2% di collutorio a base di clorexidina gluconato più fortemente concentrato. Tutti i partecipanti sono stati invitati a utilizzare 10 ml di collutorio con uguale diluizione di acqua per 1 minuto due volte al giorno, 30 minuti dopo essersi lavati i denti. Sono stati poi monitorati per i cambiamenti avvenuti rispetto alla placca e alla gengivite, il 1° giorno, il 14° e il 21°. I risultati sono stati i seguenti: Sul confronto tra clorexidina e curcuma, la riduzione percentuale dell’indice di placca tra 0 e 21° giorno era del 64,207 e 69,072, rispettivamente la riduzione percentuale della gengivite era del 61,150 e 62,545. In tutti i parametri oggettivi testati, l’estratto di curcuma è risultato altrettanto efficace quanto la clorexidina nel migliorare la salute orale del paziente.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3498709/

28-07-2019

“Una mela al giorno toglie il medico di torno” è un vecchio proverbio gallese noto a molti di noi, ma cosa rende questo frutto così speciale? Quali benefici per la salute sono associati al consumo di mele? Le mele sono estremamente ricche di importanti antiossidanti, flavonoidi e fibre alimentari. I fitonutrienti e antiossidanti nelle mele possono contribuire a ridurre il rischio di sviluppare il cancro, l’ipertensione, il diabete e le malattie cardiache. Questo articolo sulle mele fornisce un’informazione nutrizionale del frutto, i suoi benefici per la salute, i rischi e le precauzioni e alcune domande frequenti.

INFORMAZIONI NUTRIZIONALI SULLA MELA

La mela non contiene grassi, sodio o colesterolo e merita di essere chiamata “potenza nutrizionale”. Le sue sostanze nutritive più importanti sono:

• Vitamina C – un potente antiossidante naturale in grado di bloccare alcuni dei danni causati dai radicali liberi, così come amplificare la resistenza dell’organismo contro gli agenti infettivi, secondo l’ Università del Maryland Medical Center.

• Vitamine del complesso B (riboflavina, tiamina e vitamina B6) – queste vitamine sono fondamentali nel mantenere le cellule del sangue e del sistema nervoso in buona salute.

• Fibra alimentare – il British National Health Service sostiene che una dieta ricca di fibre può aiutare a prevenire lo sviluppo di alcune malattie e può aiutare a prevenire il colesterolo cattivo nel sangue.

• Fitonutrienti – Le mele sono ricche di composti polifenolici. Questi fitonutrienti aiutano a proteggere il corpo dagli effetti dannosi dei radicali liberi.

• Minerali come calcio, potassio e fosforo.

BENEFICI PER LA SALUTE

Le mele possono potenzialmente:

1. MIGLIORARE LA SALUTE NEUROLOGICA
Le mele favoriscono la salute neurologica. Il frutto contiene un antiossidante chiamato “quercetina”, che riduce la morte cellulare causata da ossidazione e infiammazione dei neuroni, secondo una ricerca condotta da G. Bureau e M. Martinoli presso l’Università del Quebec.

2. PREVENIRE LA DEMENZA

I ricercatori della Cornell University hanno condotto uno studio, pubblicato sul Journal of Food Science, che ha trovato prove che suggeriscono che le mele possono aiutare a “proteggere le cellule nervose contro la neurotossicità ossidativa indotta da stress” e che potrebbero ridurre il rischio di sviluppare patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.

3. RIDURRE IL RISCHIO DI ICTUS

Uno studio che ha coinvolto 9.208 uomini e donne, ha dimostrato che coloro che hanno consumato le mele in un periodo di 28 anni, hanno avuto più basso rischio di ictus. I ricercatori hanno concluso che ”i risultati suggeriscono che l’assunzione di mele è legata ad una diminuzione del rischio di ictus trombotico”.

4. ABBASSARE I LIVELLI DI COLESTEROLO CATTIVO

Un gruppo di ricercatori della Florida State University ha dichiarato che le mele sono davvero un “frutto miracoloso”. Essi hanno scoperto che le donne più anziane che hanno mangiato mele tutti i giorni, avevano il 23% in meno di colesterolo cattivo (LDL) e il 4% in più di colesterolo buono (HDL), dopo soli sei mesi.

5. RIDURRE IL RISCHIO DI DIABETE

Le mele potrebbero anche contribuire a ridurre il rischio di diabete. Uno studio che ha coinvolto 187.382 persone ha trovato che le persone che mangiavano tre porzioni alla settimana di mele, uva, uva passa, mirtilli o pere avevano un rischio inferiore del 7% di diabete di tipo 2, rispetto a quelli che non ne hanno consumato.

6. SCONGIURARE IL CANCRO AL SENO

C’è una crescente evidenza che suggerisce che una mela al giorno può aiutare a prevenire il cancro al seno, secondo una serie di studi condotti da importanti ricercatori come Cornell e Rui Hai Liu. Liu ha spiegato che la sua ricerca aggiunge “la crescente evidenza che l’aumento del consumo di frutta e verdura, tra cui mele, potrebbe fornire ai consumatori più composti fenolici, che stanno dimostrando di avere importanti benefici per la salute. Vorrei incoraggiare i consumatori a mangiare una grande varietà di frutta e verdura al giorno”.

TRE DOMANDE FREQUENTI

- Dovrei mangiare la buccia di mela? - “La maggior parte delle fibre e antiossidanti si trovano nella buccia”, dice Dianne Hyson, una dietista della UC Davis presso il Dipartimento di Medicina Interna.

- Che dire dei pesticidi sulla buccia? - La Dr. Hyson spiega: “Nonostante errate percezioni pubbliche, i laboratori hanno riscontrato livelli molto bassi di residui di pesticidi sulla buccia delle mele”.

- Ho il diabete di tipo 2, posso mangiare le mele? - Secondo l’American Diabetes Association, “Le mele sono un alimento nutriente e si possono consumare anche in caso di diabete”.

28-07-2019

Molte persone hanno problemi con infezioni batteriche o virali. Gli antibiotici, spesso e volentieri, si dimostrano inutili e pericolosi. Infatti, spesso, danneggiano l'integrità della flora batterica intestinale. Il 70-80% di un buon sistema immunitario dipende proprio dalla microflora intestinale. Per questo motivo i prodotti vegetali sono tradizionalmente consumati e utilizzati per i loro benefici sulla salute dell’intestino. Molti elementi vegetali sono oggetto di ricerca per il loro valore terapeutico e per la salute del sistema immunitario. Qui di seguito troverete 36 sostanze naturali che sono stati studiati per aiutare a sostenere il sistema immunitario e permettere al nostro corpo la guarigione.

1. Il miele di Manuka combatte infezioni gravi causate da MRSA.

2. La catechina contenuta nel tè verde sembra sopprimere l'infezione da MRSA negli anziani.

3. Le preparazioni per uso topico a base di tea tree oil sono più efficaci dei farmaci standard nell’eliminare la colonizzazione degli MRSA.

4. Aglio e tè hanno attività antibatterica contro la Klebsiella, così come i ceppi di Staphylococcus, Enterococchi e Psedomonas aeruginosa resistenti ai farmaci.

5. L’estratto acquoso di aglio ha attività antimicrobica contro i batteri multiresistenti e specie di Candida.

6. Il composto che si trova all'interno dell’aglio noto come allicina ha attività antibatterica contro lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente.

7. La terapia probiotica ha un valore terapeutico nel trattamento di infezioni da Klebsiella nei bambini.

8. Suscettibilità alle malattie dell'orecchio nei bambini può essere il risultato di carenze di zinco e vitamina A.

9. L’argento colloidale può essere un trattamento alternativo efficace per le ferite infette rispetto agli antimicrobici orali.

10. Il mirtillo rosso può ridurre il rischio di infezioni del tratto urinario inibendo biofilm nella vescica.

11. I ceppi probiotici sono superiori agli antibiotici nel trattamento della mastite infettiva del latte materno.

12. Il miele può avere un ruolo terapeutico nel trattamento della rinosinusite cronica.

13. Il miele di Manuka ha una forte attività antimicrobica contro i patogeni multiresistenti.

14. La cannella ha la più alta attività antimicrobica, in particolare contro i ceppi resistenti agli antibiotici, rispetto ai 13 oli essenziali testati.

15. Estratti di olio vegetale inibiscono ceppi multiresistenti di batteri e lieviti.

16. Chiodi di garofano, guava e lemongrass (citronella) presentano il tasso più alto di sinergia con farmaci antimicrobici.

17. Timo e olio essenziale di eucalipto hanno attività antibatterica contro MRSA isolati.

18. Composti isolati da alloro hanno attività anti-MRSA.

19. L'olio essenziale di aneto e menta piperita migliora l' attività antimicrobica di nitrofurantoina contro enterobatteri.

20. L’estratto di semi d'uva ha effetti battericidi sul MRSA.

21. Una combinazione di estratto di semi di pompelmo e olio di geranio ha mostrato i maggiori effetti antibatterici contro MRSA.

22. Il rosmarino ha attività contro i patogeni batterici e fungini resistenti ai farmaci.

23. La propoli manifesta effetti antimicrobici su Escherichia coli e Staphylococcus aureus e ad alcuni ceppi di microrganismi resistenti a diversi antibiotici.

24. L’olio essenziale di cumino mostra un'attività anti-Klebsiella.

25. Il tè verde mostra un'attività anti-MRSA.

26. L’estratto di semi di mango potrebbe essere utile come agente terapeutico alternativo o come terapia aggiuntiva con penicillina G nel trattamento delle infezioni da MRSA.

27. Assenzio, dragoncello ed eucalipto contengono pipertone, una sostanza che riduce la resistenza agli antibiotici contro l’enterobacter cloacae.

28. La galanga contiene un composto con attività antibatterica contro i ceppi più resistenti ai diversi farmaci antimicrobici.

29. L’inula campana ha una potente attività anti-stafilococca e anti-MRSA.

30. L'olio essenziale di lavanda ha attività antimicrobica contro lo Staphylococcus aureus meticillino-sensibile e meticillino-resistente.

31. Il Lactobacillus rhamnosus protegge le cellule respiratorie umane coltivate in laboratorio, inibendo l’invasione di streptococchi resistenti ai macrolidi.

32. Il lime ha potente attività antibatterica contro i ceppi di Escherichia coli resistenti ai farmaci.

33. La nigella sativa ha attività antibatterica contro i ceppi MRSA.

34. La noce moscata contiene un composto con potente attività anti-biofilm contro i batteri orali.

35. L’estratto di foglie di oliva dimostra attività antimicrobica contro il Campylobacter jejuni, l’Helicobacter pylori e lo Staphylococcus aureus (compresi i ceppi MRSA).

36. La cannella e l’origano, contengono, rispettivamente, cinnamaldeide e carvacrolo, che mostrano potente attività antimicrobica contro i ceppi isolati di Campylobacter jejuni resistenti agli antibiotici.

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