Angelo Ortisi
PESCE: SALUTE DALLA PROFONDITA' DEL MARE.
17-07-2019
Da anni la gente si sforza giustamente di ridurre la quantità di grassi che consumano, ma ne esiste un tipo di cui, al contrario, sarebbe bene aumentare la dose, ed è quello contenuto nel pesce. Quando si parla di alimentazione sana, il pesce balza immediatamente in primo piano. I pesci pescati in acque fredde contengono vari grassi polinsaturi, meglio noti con il nome collettivo di acidi grassi omega-3, che ai pesci servono per mantenere costante la temperatura corporea nell’acqua molto fredda, mentre per l’uomo sono preziosi per migliorare le condizioni di salute. Basti pensare agli eschimesi della Groenlandia, che mangiano pesce in abbondanza e proprio per questo hanno un’incidenza bassissima di malattie cardiache. Vantaggi simili sono stati osservati in tutto il mondo: laddove nella dieta di una popolazione è compreso il pesce, la mortalità per cause cardiache è molto più bassa. Benchè siano necessari ulteriori studi al riguardo, è praticamente assodato che gli oli di pesce possono contribuire a controllare varie patologie. Una dieta ricca di pesce, che ostacola la formazione nell’organismo di sostanze chimiche potenzialmente nocive, non si limita a ridurre il rischio cardiaco, ma serve a prevenire i tumori del colon e della mammella, a far nascere bambini più robusti e anche a ridurre le infiammazioni ai polmoni. Negli anni Ottanta una serie di studi dimostrò che una dieta ad alto contenuto di pesce poteva proteggere dalle malattie cardiache e questo spinse molte persone a sostituire la carne rossa e il pollame con piatti a base di pesce almeno una o due volte alla settimana. Fu una scelta giusta. La ricerca ha confermato infatti che chi mangia pesce ha meno probabilità di morire di malattie di cuore rispetto a chi non ne consuma affatto. Inoltre per avere questi vantaggi non sono necessarie grandi quantità di pesce: sembra infatti che due pasti a base di pesce alla settimana siano più che sufficienti per mantenere le arterie libere e il cuore in piena forma. Gli omega-3 contenuti nel pesce riducono la sintesi di prostaglandine, leucotrieni e trombossano, sostanze normalmente presenti nell’organismo che, al di sopra di un certo livello, determinano vasocostrizione e quindi un aumento della pressione sanguigna. Un altro possibile effetto di queste sostanze è un’eccessiva tendenza alla coagulazione del sangue, che a sua volta può provocare patologie cardiache. L’effetto anticoagulante degli omega-3 è particolarmente importante perché i coaguli che si formano nei vasi sanguigni possono bloccare l’afflusso del sangue al cuore e determinare attacchi cardiaci. Sembra inoltre che gli oli di pesce aumentino il tasso del colesterolo HDL, cioè il colesterolo buono che impedisce ai residui dei grassi di depositarsi nelle arterie. La ricerca ha dimostrato che il pesce può offrire vantaggi particolari a chi ha già avuto un attacco cardiaco. Due porzioni di pesce alla settimana possono ridurre le possibilità di un secondo attacco fatale. Sembra anche che consumando una maggiore quantità di pesce pescato in acque fredde tipo il salmone sia possibile impedire alle arterie di richiudersi dopo un’angioplastica, l’intervento chirurgico con cui vengono disostruiti i vasi che portano il sangue al cuore. Oltre ai benefici effetti esercitati su coagulazione e colesterolemia, l’olio di pesce pare favorire la regolarità del battito cardiaco. Ciò è importante perché le irregolarità potenzialmente gravi della frequenza cardiaca, dette aritmie, possono determinare un arresto cardiaco definitivo. Sono sempre più numerose inoltre le prove del fatto che gli omega-3 contenuti nel pesce rafforzano il muscolo cardiaco e lo fanno battere in modo regolare. In uno studio il rischio di arresto cardiaco per i soggetti che assumevano quasi 6 grammi di omega-3 al mese – l’equivalente di una porzione di salmone da 90 grammi alla settimana – è risultato del 50% più basso rispetto a quello di coloro che non assumevano mai omega-3.
Per quanto i vantaggi di un maggior consumo di pesce siano ben noti, conviene non esagerare. Da un grande studio coordinato dalla Northwestern University Medical School di Chicago è emerso che tra coloro che mangiavano più di 240 grammi di pesce alla settimana l’incidenza di ictus era più alta che tra coloro che ne consumavano meno. Questo non significa, tuttavia, che si debba smettere di mangiare pesce, spiega il dottor Kenney. Con piccole porzioni due volte alla settimana ci si garantiscono la maggior parte dei benefici del pesce senza gli effetti collaterali. Da un pò di tempo a questa parte i nutrizionisti consigliano di consumare meno grassi, soprattutto provenienti da carne e latticini, per ridurre il rischio di alcuni tipi di tumore. Ma i grassi contenuti nel pesce rappresentano un’eccezione: ci sono numerose evidenze del fatto che mangiando pesce ci si protegge dal tumore della mammella e del colon-retto. Il pesce protegge dai tumori grazie allo stesso meccanismo per cui previene le cardiopatie: riducendo la sintesi delle prostaglandine che, se presenti in grandi quantità, fungono da promotori tumorali, cioè favoriscono lo sviluppo dei tumori. In uno studio su soggetti provenienti da 24 paesi europei, alcuni ricercatori inglesi hanno scoperto che coloro che mangiavano regolarmente pesce avevano molte meno probabilità di ammalarsi di tumore e hanno calcolato che tre piccole porzioni di pesce alla settimana, ridurrebbero di circa un terzo la mortalità di tumore del colon negli uomini. Ma gli effetti benefici del pesce non finiscono qui. Non ci crederete, ma i ricercatori hanno scoperto che mangiando pesce si possono alleviare i disturbi respiratori provocati dal fumo. I fumatori talvolta presentano una patologia, detta malattia polmonare cronico-ostruttiva, in cui la capacità dei polmoni di assorbire ossigeno è molto ridotta. Pare che mangiando pesce la si possa prevenire. Se siete fumatori accaniti, ovviamente, una fetta di tonno ogni tanto non potrà fare molto per proteggere i vostri polmoni., ma se state cercando di smettere o se vivete con un fumatore, il consumo di pesce può essere un modo per limitare i danni. Abbiamo parlato delle patologie cardiovascolari e dei tumori, in cui si evince palesemente, attraverso varie ricerche, il ruolo fondamentale benefico da parte del pesce. Ma non è tutto. Esistono ancora altri due motivi per includere una maggior quantità di pesce nella propria dieta. In uno studio sono state esaminate le abitudini alimentari di oltre 1.000 donne gravide nelle isole Far Oer, ed è emersa un’interessante correlazione con il peso dei neonati. I figli delle donne che in gravidanza avevano mangiato più pesce alla nascita pesavano, in media, 225 grammi più degli altri, e questo è importante perché in generale il maggior peso alla nascita è indice di buona salute. I ricercatori sospettano che gli omega-3 contenuti nel pesce favoriscano l’afflusso di sangue attraverso la placenta, permettendo al feto di ricevere più nutrienti. Inoltre, bloccando gli effetti delle prostaglandine, che determinano l’inizio delle contrazioni uterine, gli omega-3 prevengono forse travaglio e parto prematuro.
QUANDO SI AMMALANO DI CANCRO, TRE MEDICI AMERICANI SU QUATTRO RIFIUTANO LA CHEMIOTERAPIA.
17-07-2019
Quando si ammalano di cancro, tre medici americani su quattro rifiutano la chemioterapia. Il 75%. Ecco alcune loro dichiarazioni:
- «La maggioranza dei pazienti oncologici in questo paese muoiono a causa della chemioterapia, che non cura il cancro al seno, al colon o al polmone. Ciò è documentato da oltre dieci anni, e tuttavia la medicina ancora adotta la chemio per combattere questi tumori» (Allen Levin, medico, University of California San Francisco).
- «Se un giorno contrarrò il cancro, non mi sottoporrò mai a certi protocolli standard per la terapia di questo male. I pazienti tumorali che stanno alla larga da questi centri hanno qualche probabilità di cavarsela» (professor George Mathe, «Scientific Medicine Stymied», Medecines Nouvelles, Parigi).
- «Molti oncologi raccomandano la chemioterapia per ogni tipo di cancro, con una fede che i quasi continui fallimenti non scuotono» (Albert Braverman, «Medical Oncology in the '90», Lancet, 1991, Vo. 337, pagina 901).
- «I nostri più efficaci protocolli sono carichi di rischi, di effetti collaterali e di problemi pratici; e quando i pazienti che abbiamo sottoposto a questi trattamenti hanno pagato il prezzo, solo una microscopica percentuale di loro è ricompensata con una regressione del tumore, di solito effimera e generalmente parziale» (Edward G. Griffin, «World Without Cancer», American Media Public., 1996).
- «Alcuni scienziati del McGill Cancer Center hanno inviato un questionario a 118 medici, tutti esperti nel cancro polmonare, per stabilire che livello di fiducia avessero nelle terapie che applicavano. Fu chiesto loro di immaginare che essi stessi avessero contratto il male e quale delle sei terapie correnti avrebbero scelto. Risposero 79 dottori, e 64 di loro risposero che non avrebbero mai accettato di sottoporsi a terapia con cis-platino (una delle terapie che usavano più comunemente) mentre 58 sui 79 si dissero convinti che tutte le terapie sperimentali sopra citate non erano accettabili per l'inefficacia e per l'alto livello di tossicità della chemioterapia» (Philip Day, «Cancer: Why we're still dying to know the truth», Credence Publications, 2000).
- «I noti e pericolosi effetti collaterali di questi farmaci sono diventati la quarta causa di morte, dopo l'infarto, il cancro e il colpo apoplettico» (Journal of the American Medical Association, 15 aprile 1998).
- «Il dottor Hardin Jones, docente all’University of California, dopo aver analizzato decenni di statistiche sulla sopravvivenza da cancro, è giunto a questa conclusione: “Quando non curati, i pazienti non peggiorano, e magari migliorano”». Queste scomode conclusioni del dottor Jones non sono mai state confutate (Walter Last, «The Ecologist», marzo-aprile 1998).
TRATTARE LE CICATRICI DA ACNE CON RIMEDI NATURALI.
17-07-2019
Le cicatrici da acne sono il risultato di un processo infiammatorio del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa, una malattia della pelle sgradevole comunemente vissuta durante l’adolescenza. Anche se le cicatrici non sono medicalmente problematiche, sono fisicamente poco attraenti e contribuiscono spesso a perdita di autostima e persino depressione. Ci sono sul mercato molti prodotti per curare le cicatrici da acne, ma sono spesso molto costosi. Fortunatamente, esistono altrettanti rimedi naturali efficaci.
OLIO D'OLIVA
Quando si tratta di malattie della pelle, l’olio d’oliva è una delle sostanze più versatili sulla Terra e contiene una serie di proprietà benefiche che aiutano a mantenere la pelle sana. In primo luogo, l’olio di oliva agisce come un idratante naturale che aiuta a mantenere l’elasticità della pelle. E in secondo luogo, l'olio di oliva contiene un numero di antiossidanti che aiutano nella riparazione della pelle. Basta massaggiare l’olio direttamente sulle zone interessate, una volta al giorno.
BICARBONATO DI SODIO
Anche se il bicarbonato di sodio può essere acquistato come un trattamento di microdermoabrasione nei reparti cosmetici, il vecchio bicarbonato di sodio funziona in modo altrettanto efficace. Mescolare un cucchiaino di bicarbonato di sodio con due cucchiaini di acqua purificata e strofinare direttamente sulla zona interessata per un minuto, quindi risciacquare. Questo rimuoverà le cellule morte o danneggiate, favorendo in tal modo la produzione di collagene, che a sua volta aiuta nel rinnovamento cellulare.
SUCCO DI LIMONE
Il succo di limone è un rimedio molto utile per le cicatrici da acne, grazie alla sua capacità di ridurre notevolmente la decolorazione ad esse associata. Per l’utilizzo, applicare il succo di limone direttamente sulle cicatrici con un batuffolo di cotone, una volta al giorno. A seguito di questo, applicare un idratante naturale, come l’olio d’oliva, per facilitare ulteriormente il processo di rinnovamento della pelle. Anche se l’efficacia del succo di limone dipenderà dal tipo di cicatrici da acne, si dovrebbe ottenere un notevole miglioramento con l’uso continuato.
ACQUA PURIFICATA
L’acqua di buona qualità è uno dei rimedi più efficaci per qualsiasi disturbo che coinvolge la pelle. Oltre a mantenere la pelle idratata, l’acqua aiuta notevolmente nella rimozione delle tossine e aiuta nella costruzione di nuove cellule cutanee. Come tale, per aiutare nella riparazione dei danni alla pelle causati da acne, bere acqua purificata in abbondanza, ogni giorno.
SUCCO DI CETRIOLO
Il succo di cetriolo è un astringente naturale che aiuta ad aprire i pori del viso. Questo permette la facile rimozione dello sporco e del sebo che causano l’acne. Inoltre, il cetriolo ha proprietà naturali anti-infiammatorie che rinfrescano la pelle e aiutano a ridurre il rossore associato alle cicatrici da acne. Per usufruire di queste proprietà curative, è sufficiente grattugiare un cetriolo pelato e applicarlo sulla pelle con un batuffolo di cotone. Continuare con questo regime una volta al giorno, fino a quando le cicatrici non saranno guarite.
GLI ALIMENTI CHE AIUTANO A LIBERARSI DEI CALCOLI RENALI.
17-07-2019
I calcoli renali sono uno dei disturbi più dolorosi che colpiscono l’uomo. Sono masse solide di depositi di sali minerali che normalmente vengono filtrati attraverso il rene ed eliminati tramite le urine. L'urina è una sostanza naturale, che dissolve questi minerali, impedendo loro di diventare solidi o calcoli. A volte, a causa della disidratazione, questi sali non vengono sciolti e avviene la cristallizzazione. Quando crescono abbastanza per ostruire i dotti renali, bloccano l’uretere, causando dolore acuto e grave nel tratto urinario. Non trattati, i calcoli renali possono causare insufficienza renale. Cause comuni di calcoli renali:
• Infezione del tratto urinario.
• Dosi eccessive di vitamina D.
• Squilibrio dei minerali.
• Malattia renale.
• Disidratazione.
• Gotta.
• Dieta.
Rimedi naturali per eliminare i calcoli renali:
- Suggerimento 1: fate bollire due fichi secchi in una tazza d’acqua. Bere il liquido filtrato a stomaco vuoto, al mattino presto.
- Suggerimento 2: le foglie di basilico sono ottime per la salute generale del rene. Mescolare 1 cucchiaino di succo di foglie di basilico con 1 cucchiaino di miele e bere tutti i giorni, al mattino. Si possono anche masticare 2-3 foglie di basilico al fine di rimuovere i calcoli dal tratto urinario.
- Suggerimento 3: il contenuto di acqua e potassio, che è presente nell’anguria, è un ingrediente essenziale per un rene sano. Esso aiuta a regolare e mantenere il livello di acido presente nelle urine. Mangiare anguria o bere il suo succo tutti i giorni, vi aiuterà ad eliminare i calcoli dal rene.
- Suggerimento 4: il consumo regolare di sedano aiuta a purificare il corpo dalle tossine che causano la formazione di calcoli nel rene.
- Suggerimento 5: Bere un bicchiere di succo di pomodoro con un pizzico di sale e pepe ogni mattina. Questo aiuta a sciogliere e sbarazzarsi dai calcoli renali.
- Suggerimento 6: una dieta corretta è essenziale per mantenere i reni sani e prevenire la formazione di calcoli renali. Bere molta acqua e altri fluidi o liquidi ogni giorno aiuta a prevenire la maggior parte dei tipi di calcoli renali.
LA VITAMINA C COMBATTE IL CANCRO.
16-09-2019
Le ricerche che riguardano gli effetti “medicinali” delle vitamine sono poche, e soprattutto non supportate da finanziamenti o aiuti delle case farmaceutiche perché le vitamine non sono brevettabili, a differenza di un principio attivo o altra sostanza che si riesca a sintetizzare. Anche per questo motivo, nel tempo gli studi in questo campo sono spesso stati abbandonati o non approfonditi. Già negli anni Settanta, il duplice premio Nobel Linus Pauling aveva studiato gli effetti della vitamina C, che sono poi sfociati in un libro dal titolo “Come vivere più a lungo e sentirsi meglio” in cui ha ampio spazio proprio l’utilizzo della vitamina C. Lo stesso Pauling aveva affermato che questa vitamina, se somministrata per via endovenosa, era efficace nel trattamento del cancro. Sugli effetti della vitamina C sul cancro si è poi detto di tutto: molti studi che si erano per esempio concentrati sull’effetto a seguito dell’assunzione orale non avevano trovato evidenze che questa fosse efficace contro il cancro. Forse per questo, e altri motivi, non si è più ritenuto che la vitamina C potesse essere un potenziale, efficace, sicuro ed economico trattamento anticancro.
Ora, un nuovo studio riapre il dibattito dimostrando che, su modello animale, la vitamina C somministrata per endovenosa tramite iniezione è in grado di uccidere le cellule cancerose lasciando intatte quelle sane. Ad aver suggerito questo ruolo della vitamina C sono stati i ricercatori dell’Università del Kansas che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Science Translational Medicine. La differenza dell’effetto della vitamina, spiegano i ricercatori, è che quando questa è assunta per via orale il corpo la espelle con rapidità, mentre se iniettata per endovenosa, il corpo l’assorbe e questa può compiere il suo lavoro anticancro. Sebbene i risultati dello studio siano stati incoraggianti, poiché è stato condotto in parte su modello animale e su colture di cellule, gli esperti ritengono siano necessari ulteriori studio prima di sapere con certezza quali vantaggi alte dosi di vitamina C possano avere per i pazienti umani. Nello studio, i ricercatori hanno iniettato la vitamina C nelle cellule tumorali ovariche umane in laboratorio, in topi, e in pazienti con carcinoma ovarico avanzato. I test hanno poi mostrato che le cellule tumorali ovariche erano sensibili al trattamento con la vitamina C, e le cellule sane restavano illese. Altro effetto della somministrazione di vitamina C è che i pazienti che seguivano i trattamenti con la chemioterapia hanno riferito un minor numero di effetti collaterali. Come accennato, anche se lo studio ha mostrato risultati promettenti nella lotta al cancro, sarà difficile che qualche casa farmaceutica s’impegni in ricerche di questo genere. «Poiché la vitamina C non è brevettabile, il suo sviluppo non sarà supportato dalle aziende farmaceutiche - ha sottolineato il dott. Qi Chen, co-autore dello studio. Crediamo che sia arrivato il tempo per le agenzie di ricerca di sostenere con forza le sperimentazioni cliniche attente e meticolose sulla somministrazione endovenosa di vitamina C». Speriamo che qualcuno raccolga l’appello dei ricercatori.
https://stm.sciencemag.org/content/6/222/222ra18?sid=e0550fb5-5557-4573-9e6d-94909ee0b6b6
LIMONE: UNA PANACEA PER CURE INTERNE ED ESTERNE.
16-07-2019
Il profumo di limone è noto per elevare gli spiriti e valorizzare gli stati d’animo, così da renderlo un rimedio “miracoloso” da usare a domicilio, sia all’interno che all’esterno del corpo. Le persone che hanno usato i limoni e/o il succo di limone per i loro capelli, unghie e per la pelle, hanno sempre avuto ottimi risultati. Come rimedio interno, il succo di limone fornisce al corpo vitamina C, vitamina B, riboflavina, così come i minerali, calcio, fosforo e magnesio. I limoni hanno anche un effetto antibatterico.
RIMEDI A BASE DI LIMONE PER LA SALUTE
Scegli brillanti limoni gialli che non hanno riflessi verdi. Le proprietà contenute nei limoni inizieranno a perdere l’efficacia dopo una settimana a temperatura ambiente. Se invece conserverete al fresco, le sue proprietà dureranno più a lungo (2-3 settimane).
• Forfora: Applicare un cucchiaio di succo di limone sui capelli bagnati. Dopo averlo lasciato agire per qualche minuto, sciacquare con dello shampoo i capelli. Asciugare i capelli con una salvietta e applicare una miscela di due cucchiai di succo di limone e due tazze di acqua. Ripetere questa operazione ogni due giorni fino a quando vedrete un miglioramento nel problema forfora.
• Trattare ferite minori: Fermare l’emorragia e disinfettare piccole ferite, applicando una piccola quantità di succo di limone. Sì, questo rimedio brucerà un pò, ma è per il nostro bene.
• Allevia prurito: Il Succo di limone può fornire sollievo per le condizioni di prurito, eruzioni cutanee come edera velenosa e punture di insetti. Basterà applicare sulla zona colpita con del succo di un limone.
• Trattare il Sangue dal Naso: Versare il succo di limone su un piccolo pezzo di cotone e applicare delicatamente alle narici quando qualcuno sta soffrendo di sangue dal naso.
• Pelle del Viso: Con la naturale proprietà antisettica, i limoni posso ringiovanire la pelle con l’aggiunta di una luminosità data al viso. Il succo aiuta anche a combattere i segni dell’invecchiamento, come punti neri e le rughe. Basterà applicare il succo di mezzo limone, mischiato ad un cucchiaino di miele, sul viso e lasciarlo agire per 10-15 minuti.
• Perdere peso: Bere acqua di limone può aiutare a raggiungere gli obiettivi di perdita di peso – basta aggiungere il succo di limone in acqua tiepida e bere al mattino per avviare il vostro metabolismo.
• Curare i reumatismi: Dal momento che i limoni possiedono proprietà diuretiche, è possibile utilizzare il frutto per curare i reumatismi e l’artrite poiché contribuiscono a eliminare le tossine e batteri nel corpo.
• La febbre: Prova a bere acqua calda e limone, quando siete debilitati e dovete combattere la febbre associata al raffreddore o influenza. Il liquido aiuta a rompere la febbre facendo aumentare la sudorazione.
• Purificatore del sangue: Si dice che bere dei bicchieri d’acqua con del limone può agire come un purificatore del sangue.
• Infezioni della gola: Il frutto offre vantaggi antibatterici, che aiuteranno nel trattamento delle infezioni della gola. Bere un bicchiere di mezzo succo di Limone, prima di coricarsi.
• Mal di gola: Lenire il mal di gola bevendo una combinazione di succo di limone e un cucchiaino di miele. Per fare uno sciroppo curativo, mescolare quattro cucchiai di succo di limone, una tazza di miele, e ½ bicchiere di olio d’oliva. Scaldate l’intruglio per cinque minuti, e poi prendere un cucchiaino ogni due ore. Alcune persone possono anche fare i gargarismi con un misto di succo di limone e acqua.
• Alta pressione sanguigna: Un bicchiere d’acqua e di limone può aiutare a curare la pressione alta, offrendo potassio benefico per il corpo, che aiuterà il controllo della pressione alta.
• Problemi delle vie respiratorie: Trattate i problemi respiratori bevendo acqua e limone – un rimedio che può aiutare un asmatico a respirare meglio.
• Problemi digestivi: Mescolare il succo di limone con acqua calda per il trattamento di problemi digestivi, come il bruciore di stomaco, parassiti, nausea, gonfiore e eruttazioni.
• Stipsi: Bere succo di limone su base regolare per mantenere il vostro intestino più efficiente. Per la stipsi, aggiungere il succo di un limone in un bicchiere di acqua calda e bere 30 minuti prima di mangiare la prima colazione.
• Singhiozzo: Alcune persone hanno consumato del succo di limone come un modo per fermare il loro singhiozzo.
• Mal di denti: Applicare succo fresco di limone sui denti dolenti, per alleviare il dolore.
• Gengive sanguinanti: Massaggiare con il succo di limone sulle gengive può fermare il sanguinamento. Il succo può anche alleviare i cattivi odori associati a malattie gengivali.
• Emicrania: Per alleviare le emicranie, potete prendere una tazzina di caffè con l’aggiunta di due cucchiaini di limone.
• Unghie: Il succo di limone può “candeggiare” le unghie. Mettere a bagno le unghie nel succo di limone per 10 minuti. Potete anche strofinare una fetta di limone direttamente sulle unghie per risultati più rapidi.
• Illuminante per capelli: Godetevi la vostra chioma bionda, senza sostanze chimiche, mediante l’applicazione di una miscela di ¼ di tazza di succo di limone e ¾ tazza d’acqua tiepida. Per risultati più rapidi e più visibili, asciugare i capelli al sole.
• Trattare gomiti a secco: Ammorbidire la pelle secca e squamosa sui gomiti con la creazione di una pasta di succo di limone e bicarbonato di sodio. Strofinare il rimedio sui gomiti per approfittare di un beneficio esfoliante e poco costoso.
COME COMBATTERE I PELI INCARNITI CON UN RIMEDIO NATURALE.
16-07-2019
Molte donne e anche uomini, hanno il problema dei peli incarniti, soprattutto quando si effettua la depilazione con determinati rasoi, che possono alimentare la ricrescita di peli che non spuntano in superficie. Se vi state chiedendo se esistono dei rimedi naturali contro i peli incarniti la risposta è si! La cipolla serve a liberare il pelo dalla sua lunga prigione sottocutanea per riportarlo, finalmente, in superficie, dove, si spera, non darà più fastidio. Certo è che, per risalire a galla, il pelo intrappolato ha bisogno di una bella spinta, perché prima è necessario che si tolga di mezzo tutta quell’antiestetica e dolorosa ostruzione che lo ricopre. Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di combattere con un fenomeno simile vero? E non è per niente piacevole, specialmente perché, molto spesso, la zona più assediata è anche quella più importante, cioè l’inguine. Se quindi siete alle prese con uno o più peli incarniti, e proprio non avete voglia di sottoporvi alla durissima e spietata spremitura da parte della vostra estetista di fiducia, vi propongo questo semplice rimedio casalingo che arriva dal classico e sempre efficace passaparola tra donne.
Ecco la procedura: prendete della cipolla, tagliatela e pezzi piccoli e fatela soffriggere giusto fino a farla dorare, mentre è ancora calda, applicatela delicatamente sulla parte arrossata, stando sempre attente a non bruciarvi; se volete, per finire, tamponate con una garza e fate un pò di pressione. A questo punto il potere disinfettante della cipolla, unito alla sollecitazione del calore, porteranno all’effetto esplosione, e finalmente il pelo si affaccerà dalla vostra epidermide, pronto per essere acchiappato. In alternativa, se non volete friggere la cipolla, potete provare anche a tagliarla a metà e ad applicarla cruda sul brufolo, con giusto qualche goccia d’olio. In ogni caso, ricordate che oltre alle soluzioni per tutti i problemi legati al benessere è bene conoscere anche le forme di prevenzione, innanzitutto scegliete il giusto metodo di depilazione, privilegiando la ceretta rispetto al rasoio, alla pinzetta e agli epilatori elettronici.
LA NIACINA ALLEVIA L’EMICRANIA E LA SINDROME DI MENIERE.
16-07-2019
Uno studio approfondito pubblicato negli Archives of Otolaryngology descrive una terapia vitaminica efficace sia per l’emicrania che per la sindrome di Mènière. L’autore, un illustre otologo, è il dottor Miles Atkinson, allora docente presso l’Università di New York e attualmente in pensione. Il dottor Atkinson ritiene che la sindrome di Mènière e l’emicrania siano due aspetti della stessa malattia, riconducibili entrambe fondamentalmente allo stesso disturbo metabolico: “la sindrome di Mènière è un’emicrania dell’orecchio, l’emicrania una Mènière del lobo occipitale”, scriveva nel suo articolo. Il collegamento fra emicrania e sindrome di Mènière non è un’osservazione nuova (vi accennava lo stesso Mènière), ma secondo Atkinson non ha ricevuto l’attenzione che gli era dovuta. I pazienti che soffrono di emicrania spesso si sentono storditi e alcuni sviluppano una sindrome di Mènière conclamata, con vertigini, ronzii agli orecchi e perdita dell’udito. In qualche caso la cefalea passa nel momento in cui sopravviene l’attacco di Mènière, ma alcuni sfortunati continuano a soffrire di emicrania anche dopo aver sviluppato la nuova sindrome, che si alterna regolarmente alle cefalee. Molti di questi pazienti fanno una vita da carcerati. Scrive il dottor Atkinson: “il medico che dice al paziente che deve imparare a convivere con gli attacchi di Mènière e gli prescrive fenobarbitale o un qualunque tranquillante, semplicemente non sa di che cosa sta parlando. Né serve a molto il consiglio di quei medici che dicono ai loro pazienti sofferenti di emicrania che devono cercare di non prendersela”. Questi soggetti sono tesi, rigidi, perfezionisti e si impegneranno allo spasimo per “non prendersela” così come si impegnano allo spasimo in tutte le attività quotidiane. “Ad ogni buon conto, né l’emicrania né la sindrome di Mènière hanno origine psicosomatica”, scrive il dottor Atkinson. “L’una e l’altra sono l’effetto di uno spasmo dei vasi sanguigni, seguito da una vasodilatazione che provoca un maggior afflusso di sangue. Nella sindrome di Mènière è lo spasmo primario a produrre il sintomo principale, l’improvvisa vertigine acuta che arriva a ciel sereno mettendo a terra il paziente, mentre la vasodilatazione secondaria, che si traduce nell’accumulo di liquido nell’orecchio interno, è responsabile degli effetti secondari, spesso relativamente lievi: cefalea, malessere generale, la transitoria perdita dell’udito che segue ai primi attacchi”. Nell’emicrania, lo spasmo dei vasi sanguigni produce disturbi della visione, ma il sintomo principale, l’intenso dolore pulsante della testa, è dovuto alla vasodilatazione. Così nella sindrome di Mènière la manifestazione predominante è la vertigine, nell’emicrania la cefalea. Secondo il dottor Atkinson, il modo migliore per trattare l’una e l’altra è prevenire la causa iniziale, cioè lo spasmo dei vasi sanguigni.
E come si fa a prevenire un vasospasmo? Da tempo si sa che la niacina è efficace nel controllo degli attacchi di Mènière del tipo vasocostrizione e si suppone che l’effetto sia dovuto alla sua azione vasodilatatrice. Il dottor Atkinson però sospettava che parte degli effetti benefici prodotti dalla niacina fosse da attribuire alle sue proprietà specificamente vitaminiche: aveva osservato, infatti, gravi carenze croniche delle vitamine del complesso B nei pazienti affetti sia da sindrome di Mènière che da emicrania. A questo punto si pone l’interrogativo, sollevato regolarmente da tutti coloro che non sanno o non vogliono accettare il concetto di carenza cronica di vitamina: perché mai una carenza alimentare, specialmente in un paese prospero e ipernutrito come gli Stati Uniti? “Non ho nessuna conoscenza certa sul perché si producano carenze del genere - scrive il dottor Atkinson - ma ho invece un certo numero di indizi. Per esempio, è di dominio pubblico che l’alimentazione di moltissime persone è tutt’altro che ideale: i ricchi mangiano troppi grassi, i poveri troppo poche proteine e chi non è né troppo ricco né troppo povero mangia troppi carboidrati. C’è chi mangia troppo per consolarsi, chi mangia troppo poco per mantenere la linea. I dati dietetici che riporto sulle tabelle cliniche della maggior parte dei miei pazienti costituiscono una lettura sconfortante”. In più, c’è il fatto che i metodi moderni di lavorazione dei cibi contribuiscono alle carenze, privando gli alimenti di molti principi nutritivi. “Ma il consumo è solo un aspetto dell’alimentazione”, insiste il dottor Atkinson. “Che dire dell’assorbimento? Vi possono interferire i disturbi gastrointestinali, per esempio, e molti farmaci. Fra questi, gli antibiotici sono attualmente i principali imputati per la loro estrema diffusione. Il primo attacco della sindrome di Mènière spesso segue qualche malattia in cui gli antibiotici sono stati somministrati senza risparmio. Sempre, quando si prescrivono antibiotici si dovrebbero prescrivere contemporaneamente vitamine. Ma lo si fa davvero?”. Alcuni medici cominciano ora a rendersi conto della necessità di ricostruire le colonie batteriche (distrutte dagli antibiotici), che aiutano l’organismo ad assorbire le vitamine del complesso B.
Il dottor Eric Ask-Upmark, illustro chirurgo svedese, quando ha prescritto a una sua paziente una preparazione contenente lactobacillus acidophilus, si è accorto con stupore che non solo miglioravano le sue condizioni intestinali, come previsto, ma anche era quasi completamente scomparsa l’emicrania di cui la paziente soffriva da tempo. Dal rapporto pubblicato su Lancet risulta che il dottor Ask-Upmark ha sperimentato lo stesso trattamento su 10 casi di emicrania refrattari al normale regime terapeutico, ottenendo sostanziali miglioramenti con 8 pazienti, che incidentalmente presentavano in qualche misura disturbi gastrointestinali. Alcuni soggetti sofferenti di emicrania possono trovare sollievo reintegrando la flora intestinale mediante l’aggiunta di yogurt o kefir nella dieta quotidiana, un semplice espediente che vale comunque la pena di tentare. Altri invece no; ciascuno di noi ha una precisa individualità metabolica. Chi soffre di malattie del fegato non utilizza o immagazzina a sufficienza le vitamine, per esempio. L’incidenza dei disturbi della cistifellea nei casi di sindrome di Mènière è doppia rispetto alla popolazione generale, osserva il dottor Atkinson. Per contrastare efficacemente la carenza vitaminica in questi pazienti si è trovato che è indispensabile per lunghi periodi un alto dosaggio di vitamine, così alto da apparire ad alcun eccessivo, e proseguire per anni (o magari per tutta la vita, entro certi limiti) una terapia di mantenimento, se si vogliono evitare le ricadute. Tutto questo fa pensare che non si tratti solo di un apporto insufficiente, ma piuttosto di un difetto nell’utilizzazione delle vitamine del complesso B, da attribuirsi probabilmente ad anomalie del metabolismo. Il dottor Atkinson non ha trascurato la possibilità di altre cause di questa disfunzione neuro vascolare, indicando allergia, sforzi oculari, alcol, tabacco e stress fisico o mentale come fattori che possono scatenare il disturbo in casi particolari. Se è vero che fattori di questo genere possono dare il via a un attacco in certi individui, non costituiscono però affatto una spiegazione di quella che è la causa di fondo dell’instabilità neuro vascolare, che è il vero e proprio nocciolo della questione. La situazione è questa: la teoria funziona, nella pratica? La somministrazione di vitamine compensa la carenza ritenuta responsabile della disfunzione e riesce quindi ad eliminare gli attacchi? La risposta, secondo il dottor Atkinson, è un sì alto e sonoro. Una sua paziente aveva sofferto di gravi emicranie fin da bambina e a 45 anni era quasi confinata a letto, afflitta da cefalee continue e sintomi accessori. Né l’ergotina (una sostanza derivata dalla segale cornuta, comunemente usata nella cura dell’emicrania) né qualunque altra medicina risultava efficace. Ci vollero due anni perché la terapia vitaminica cominciasse a produrre un qualche miglioramento avvertibile, ma anche così la paziente era tutt’altro che guarita: “Ciò avveniva 15 anni fa, ricorda il dottor Atkinson. Oggi la paziente è una donna sana ed energica, anche se ogni tanto ha ancora qualche lieve emicrania, così lieve da non costringerla a letto. Presumibilmente si è prodotto un qualche danno irreversibile, ma la paziente si considera guarita”.
Un’altra paziente del dottor Atkinson era una donna di 35 anni che lavorava in un laboratorio d’analisi; col suo stipendio manteneva la madre e temeva di dover lasciare il posto, tanto erano gravi gli attacchi di emicrania: “ancora una volta, l’ergotina non serviva più – riferisce il medico - e aveva cominciato a produrre effetti collaterali. Quando finalmente riuscì a persuadere un medico a prescriverle le iniezioni di vitamine (abitava troppo lontana per venire da me), nell’ospedale dove lavorava ci fu un profondo scetticismo. In sei mesi le sue cefalee erano sotto controllo e non fu per niente facile persuaderla a interrompere le iniezioni. In dodici mesi, era diventata una persona nuova”. La terapia del dottor Atkinson prevede la somministrazione di vitamine per iniezione e per via orale, allo scopo di ottenere un effetto il più rapido possibile. Le iniezioni, secondo questo autore, devono essere endovenose, perché la soluzione usata nel dosaggio richiesto sarebbe dolorosa per via intramuscolare o sottocutanea. Le iniezioni per la prima settimana o due si fanno tutti i giorni e poi tre volte la settimana, finchè non si è ottenuta una consistente riduzione dei sintomi, di solito fino a un totale di 60-70 iniezioni. Secondo l’esperienza del dottor Atkinson, 60 iniezioni sono il minimo indispensabile per tenere sotto controllo gli attacchi della sindrome di Mènière, mentre nell’emicrania possono essere necessarie fino a 100 iniezioni. Le iniezioni sono accompagnate da terapia vitaminica per via orale, anche questa nel dosaggio massimo compatibile con la risposta clinica da un lato e la tolleranza dall’altro. Il trattamento per via orale viene proseguito per vari anni. Il dottor Atkinson usava sia nicotinammide che acido nicotinico. La nicotinammide non ha alcuna azione vasodilatatrice e può quindi essere usata in forti dosi senza produrre spiacevoli rossori. Ma nel trattamento dell’emicrania e delle forme vasospastiche della sindrome di Mènière, l’acido nicotinico è un fattore essenziale per ottenere il successo terapeutico. L’acido nicotinico ha un’azione vasodilatatrice e, come sottolinea Atkinson, questa può essere la ragione della sua efficacia in un quadro caratterizzato da spasmi dei vasi sanguigni. Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante. La dieta dovrebbe essere ad alto contenuto proteico, povera di grassi e con valori medi di carboidrati, né si deve perdere di vista la possibilità che cibi allergenici, come la cioccolata e il formaggio, siano fattori eziologici nell’emicrania. Il fumo nella sindrome di Mènière e l’alcol nell’emicrania, dovrebbero essere limitati o meglio proibiti, essendo cause frequenti e non lievi dei disturbi. Le vittime di emicrania possono soffrire anche di ipoglicemia. Il rapporto fra emicrania e scarsità degli zuccheri nel sangue è stato messo in luce da un articolo del Journal of the American Medical Association, in cui il dottor James Harrill esaminava la storia clinica di 72 pazienti affetti da cefalee e vertigini, i cui sintomi erano stati alleviati da una dieta iperproteica: in tutti i soggetti i sintomi si ripresentavano o si aggravavano durante le cinque ore di una prova di tolleranza al destrosio. L’ipoglicemia in genere è il risultato di un’alimentazione sovraccarica di zucchero e amidi raffinati e povera di proteine e vitamine. Non solo una dieta del genere è povera di vitamine del complesso B, ma i carboidrati raffinati impongono un duro pedaggio a quel poco di vitamine B di cui l’organismo potrebbe disporre, provocando una carenza. Se è vero che l’ipoglicemia può di per sé scatenare la cefalea, è probabilmente la carenza del complesso B, in particolare della niacina, a determinare quella labilità vascolare che rende vulnerabili a questo tormento periodico. Sembra ragionevole supporre che un elevato apporto di vitamine del complesso B, come consigliato dal dottor Atkinson, combinato con una dieta equilibrata, debba prevenire quel tipo di disturbo metabolico che può sfociare infine nella disfunzione neurovascolare che scatena gli attacchi di emicrania e della sindrome di Mènière.
NON ESISTE NESSUN RAPPORTO TRA LO YOGURT E LA LONGEVITA' DELLE POPOLAZIONI CHE LO USANO.
15-07-2019
Un altro luogo comune risulta privo di fondamento. La longevità è il prodotto finale di una buona salute che deriva da una vita salubre e in accordo con le leggi della natura. La longevità non può mai essere attribuita a un qualsiasi singolo cibo o causa: è l’effetto cumulativo di una serie di cause. La salute e la longevità non sono il prodotto dello yogurt, ma di cibi sani, aria pura, sole, lavoro, divertimento. Non tutti i ricercatori possono penetrare a fondo le leggi della natura; pochi di essi sono dotati di una naturale intuizione o di uno sguardo penetrante capace di guardare nelle profondità delle leggi naturali. Si fanno centinaia di affermazioni sulla longevità dettate da varie ragioni. Non dovremmo dare credito a uno scienziato che studia la natura da un solo punto di vista; dovremmo credere solo a quegli scienziati che la studiano nella sua totalità.
Lo yogurt non contiene un solo elemento che contribuisce alla longevità; al contrario, l’uso eccessivo di yogurt può portare a una morte precoce invece che alla longevità. Sia le persone di città, che di campagna, consumano regolarmente yogurt. Le persone di campagna vivono all’aria aperta, lavorano sodo, mangiano cibi semplici e conducono una vita con meno stress rispetto alle persone di città, che vivono proprio all’opposto. Le persone di campagna vivono più a lungo e sono più in salute delle persone di città: perché? Non è a causa del consumo di latte o di yogurt, ma a causa dell’aria pura, del lavoro e della vita senza stress. La longevità dipende soprattutto dal cibo naturale e semplice, insieme ad aria e acqua pura, mancanza di oppressioni sociali, possibilità di esprimere liberamente le emozioni più profonde e mancanza di competizione e di complessi dell’ego. La longevità dipende soprattutto da uno stile di vita moderato e naturale.
LE MERAVIGLIOSE PROPRIETA' DELL’ORIGANO.
15-07-2019
L’origano non è soltanto una semplice erba aromatica da utilizzare in cucina, ma un vero e proprio medicinale naturale a cui ricorrere per mantenere a lungo la salute e per la prevenzione delle malattie. Contiene fenoli, vitamine e sali minerali, tra cui troviamo ferro, potassio calcio e manganese, che lo rendono un rimedio ed un integratore naturale efficace. L’origano può essere facilmente coltivato nell’orto o in vaso.
ANTIBIOTICO NATURALE
L’origano è un antibiotico naturale, utile a proteggerci dalle malattie respiratorie. Ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche e antispasmodiche. L’olio essenziale contenuto nell’origano è il più potente antisettico naturale fino ad ora conosciuto, almeno per quanto riguarda le essenze estratte dalle piante. La sua efficacia contro lo stafilococco lo rende molto utilizzato nell’aromaterapia, soprattutto per la cura delle malattie che interessano le vie respiratorie e che possono colpire i bronchi, i polmoni e la gola. L’olio essenziale di origano può essere utilizzato per i suffumigi con acqua bollente e bicarbonato in caso di raffreddore e di naso chiuso. L’olio essenziale migliore è estratto da origano proveniente da agricoltura biologica ed è puro al 100%.
PROPRIETA' ANTIFUNGINE
A giocare un ruolo fondamentale contro funghi e parassiti intestinali sono le proprietà analgesiche e antisettiche di questa pianta aromatica e officinale.
PROPRIETA' ANTICANCRO
L’origano ha proprietà anticancro. Gli esperti della Long Island University hanno evidenziato la presenza all’interno dell’origano di una sostanza killer efficace contro il cancro alla prostata. Questa erba aromatica contiene un componente che induce le cellule cancerogene ad auto-distruggersi. La sua azione è stata testata per quanto riguarda il tumore alla prostata, una delle patologie che maggiormente colpisce la popolazione maschile.
PROPRIETA' ANTIOSSIDANTI
Possiamo considerare l’origano tra gli alimenti di cui sfruttare le proprietà antiossidanti. L’origano contiene infatti vitamina C, una sostanza che permette all’organismo di sviluppare una maggiore resistenza sia alle infezioni che agli agenti portatori di infiammazione e ai radicali liberi, una delle principali cause dell’invecchiamento prematuro delle cellule del nostro organismo.
PROPRIETA' ANALGESICHE
L’origano è un analgesico naturale, utile nella riduzione del dolore. È ritenuto particolarmente efficace in caso di mestruazioni dolorose. È possibile preparare una tisana all’origano contro i dolori mestruali, sotto forma di infuso. È sufficiente lasciare in infusione un cucchiaino di foglie d’origano essiccato in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, per poi filtrare il liquido e bere ancora caldo una volta al giorno.
PROPRIETA' ANTICELLULITE
Le proprietà anticellulite dell’origano permettono di impiegarlo per la lotta all’inestetismo stesso e ai disturbi di circolazione sanguigna o linfatica che possono provocarlo. È possibile preparare un infuso a base di origano da bere una volta al giorno utilizzando mezzo cucchiaino di foglie essiccate per ogni tazza da 200 millilitri d’acqua.