Angelo Ortisi
GLI 11 STRAORDINARI BENEFICI DELLO ZENZERO.
19-01-2019
Lo zenzero è una delle spezie più salutari esistenti. È pieno di nutrienti e composti bioattivi con potenti effetti benefici su corpo e cervello. In questo articolo scoprirai 11 benefici dello zenzero, confermati da studi e ricerche scientifiche.
1. LO ZENZERO CONTIENE GINGEROLO, UNA SOSTANZA CON PROPRIETA’ MEDICINALI
Lo zenzero è una pianta originaria della Cina. Appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, ed è imparentata con curcuma e cardamomo. Il rizoma (la parte sotterranea del gambo) è usato comunemente come spezia. Lo zenzero ha una lunga storia di utilizzo nella medicina tradizionale e alternativa. È stato usato per migliorare la digestione, ridurre la nausea e aiutare a combattere febbre e raffreddore. L’odore e il sapore unici dello zenzero vengono dagli oli naturali che contiene, tra cui il più importante è il gingerolo. Il gingerolo è il principale composto bioattivo dello zenzero, responsabile di molte delle sue proprietà medicinali. È antinfiammatorio e ha effetti antiossidanti.
2. ALLEVIA LA NAUSEA E IL SENSO DI SPOSSATEZZA MATTUTINO
Lo zenzero ha dimostrato di essere molto efficace in caso di nausea. Ad esempio, è stato a lungo usato come rimedio per la debolezza e ci sono prove che possa essere efficace in questo ambito. Dà anche sollievo in caso di nausea e vomito post intervento e nei pazienti con cancro in chemioterapia. Ma è ancora più efficace in caso di nausea e debolezza mattutina in gravidanza.
Secondo una recensione di 2 studi, per un totale di 1.278 donne in gravidanza, 1.1-1.5 grammi di zenzero possono ridurre significativamente i sintomi di nausea. In ogni caso in questi studi non sono stati evidenziati effetti sugli episodi di vomito. Alcuni credono che possa aumentare i rischi di aborto, ma non ci sono attualmente studi che lo dimostrano. Sebbene lo zenzero sia un prodotto sicuro, però, parla con il tuo medico prima di introdurne una grossa quantità in gravidanza.
3. RIDUCE DOLORI MUSCOLARI E IRRITAZIONI
Lo zenzero ha dimostrato di essere efficace contro i dolori muscolari da esercizio fisico. In uno studio, il consumo di 2 grammi di zenzero al giorno per 11 giorni, ha ridotto significativamente i dolori muscolari nelle persone che facevano esercizio fisico. Non ha un impatto immediato, ma può essere efficace nel ridurre il progressivo manifestarsi, giorno dopo giorno, dei dolori muscolari.
4. LE PROPRIETA’ ANTINFIAMMATORIE DELLO ZENZERO POSSONO AIUTARE IN CASO DI OSTEOARTRITE
L’osteoartrite è un problema di salute molto comune, che riguarda la degenerazione delle articolazioni, con sintomi come dolori articolari e rigidità. In uno studio controllato fatto su 247 persone con osteoartrite alle ginocchia, quelli che avevano preso come rimedio l’estratto di zenzero, necessitavano di minori medicine per il dolore. Un altro studio ha scoperto che una combinazione di zenzero, resina vegetale, cannella e olio di sesamo poteva ridurre dolore e rigidità nei pazienti con osteoartrite.
5. LO ZENZERO PUO’ ABBASSARE I LIVELLI DI ZUCCHERI NEL SANGUE E SALVARE DALLE MALATTIE CARDIACHE
Quest’area di ricerca è ancora relativamente giovane, ma lo zenzero potrebbe avere straordinarie virtù antidiabete. In un recente studio fatto su 41 partecipanti con diabete di tipo 2, 2 grammi di zenzero in polvere al giorno hanno ridotto il livello di zuccheri del 12%. Inoltre, lo zenzero migliorava l’attività dell’HbA1c (un marcatore dei livelli di zuccheri nel sangue a lungo termine), portando a una riduzione del 10% in un periodo di 12 settimane. C’era anche una riduzione del 28% nel rapporto ApoB/ApoA-I e una riduzione del 23% nei marcatori di lipoproteine ossidate, entrambi fattori di rischio di malattie cardiache. In ogni caso questo è solo un piccolo studio. I risultati sono impressionanti, ma devono ancora essere confermati in studi più grandi prima di essere sicuri.
6. LO ZENZERO AIUTA IN CASO DI INDIGESTIONE CRONICA
L’indigestione cronica è caratterizzata da dolore ricorrente e sensazione di disturbo nella parte alta dello stomaco. Si crede che svuotare troppo tardi lo stomaco sia uno dei principali responsabili di indigestione. Cosa molto interessante, lo zenzero ha dimostrato di velocizzare lo svuotamento dello stomaco nelle persone con questo problema. Dopo aver mangiato una zuppa, lo zenzero riduce il tempo di permanenza nello stomaco dai 16 ai 20 minuti. In uno studio condotto su 24 persone sane, 1,2 grammi di zenzero in polvere prima del pasto accelerava lo svuotamento dello stomaco del 50%.
7. EFFETTO ANTIDOLORIFICO DURANTE IL CICLO MESTRUALE
Uno degli usi tradizionali dello zenzero per il dolore è durante il ciclo mestruale. In uno studio, a 150 donne è stato dato 1 grammo di zenzero in polvere al giorno per i primi 3 giorni del ciclo. Le donne hanno sperimentato una riduzione dei dolori mestruali, e l’efficacia dello zenzero è stata pari a quella di farmaci come l’ibuprofene.
8. LO ZENZERO PUO’ ABBASSARE I LIVELLI DI COLESTEROLO
Alti livelli di lipoproteine LDL (il colesterolo “cattivo”) sono collegati a aumento del rischio di malattie cardiache. Il cibo che mangi influenza in maniera decisiva i livelli di LDL. In uno studio di 45 giorni condotto su 85 persone con colesterolo alto, 3 grammi di zenzero hanno portato a una significativa riduzione della maggior parte dei marcatori di colesterolo. Questo effetto è stato supportato da uno studio condotto su ratti con ipotiroidismo, in cui l’estratto di zenzero aveva abbassato i livelli di colesterolo LDL quasi quanto le statine. Entrambi gli studi hanno anche evidenziato una riduzione del colesterolo totale e dei trigliceridi.
9. POSSIBILI EFFETTI NELLA PREVENZIONE DEL CANCRO
L’estratto di zenzero è stato studiato come trattamento alternativo in alcune forme di cancro. Le proprietà anticancro sono attribuite al 6-gingerol, una sostanza che si trova in grandi quantità nello zenzero crudo. In uno studio condotto su 30 persone, 2 grammi di estratto di zenzero al giorno riducevano significativamente le molecole segnale pro-infiammatorie nel colon. In ogni caso, però, uno studio successivo condotto su individui ad alto rischio di cancro al colon non ha confermato queste scoperte. C’è qualche evidenza che possa essere efficace in caso di cancro al pancreas, al seno e alle ovaie. Ma sono necessarie altre ricerche.
10. FUNZIONALITA’ DEL CERVELLO E ALZHEIMER
Lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica possono accelerare il processo di invecchiamento. Si crede che siano collegati ad Alzheimer e declino cognitivo. Alcuni studi condotti sugli animali suggeriscono che gli antiossidanti e i composti bioattivi nello zenzero possano inibire la risposta infiammatoria del cervello. Ci sono anche prove che possa influenzare direttamente le funzioni del cervello. In uno studio condotto su 60 donne di mezza età, l’estratto di zenzero ha dimostrato di potenziare la memoria e ridurre i tempi di reazione. Sono stati fatti anche numerosi studi sugli animali, e hanno dato lo stesso risultato: lo zenzero può proteggere dal declino cognitivo.
11. I SUOI PRINCIPI ATTIVI POSSONO AIUTARE A COMBATTERE LE INFEZIONI
Il gingerolo, la sostanza bioattiva presente nello zenzero fresco, può aiutare a ridurre i rischi di infezioni. Infatti l’estratto di zenzero può inibire la crescita di diversi tipi di batteri. È molto efficace contro i batteri orali collegati alle infiammazioni delle gengive, come gengiviti e parodontiti. Lo zenzero fresco può essere efficace anche contro l’RSV virus, collegato alle infezioni respiratorie.
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3 MOTIVI PER ASSUMERE INTEGRATORI A BASE DI CALCIO CORALLINO.
08-02-2017
Il calcio presente nel corallo è una molecola a base di carbonio, classificato come carbonato di calcio. Tuttavia vi è una grande diversità tra il calcio corallino, che è organico, e il carbonato di calcio, che è inorganico. La porosità del calcio corallino (43%), infatti, supera quella del carbonato di calcio e questo conferisce al calcio corallino caratteristiche fisico-chimiche specifiche. La porosità favorisce la dissoluzione di un maggior numero di minerali quando l’acqua è filtrata attraverso il corallo, permettendo l’estrazione di maggiori concentrazioni delle sostanze presenti nell’acqua. La raccolta del corallo non rappresenta un pericolo per l’ecosistema marino, poiché viene raccolto in giacimenti localizzati al di sopra del livello del mare, lontano dalla barriera corallina. La raccolta per la commercializzazione del corallo, inoltre, avviene osservando rigide regole a favore della protezione ambientale.
AUMENTO DEL pH
Gli alimenti ingeriti, una volta metabolizzati, possono dare reazione di acidificazione, di alcalinizzazione o neutra. Un alimento molto acidificante tende ad essere neutralizzato, assorbendo le sostanze alcaline presenti nell’organismo, con la conseguenza di pregiudicarne lo stato minerale. Il sangue dell’uomo, quando è in buona salute, tende a essere alcalino. Come conseguenza del consumo prolungato di alimenti acidificanti, le ossa perdono parte del contenuto calcareo e diventano più fragili, i denti si cariano, il sangue si anemizza, le mucose si lesionano e la pelle si deteriora. Inoltre l’organismo può sbagliare bersaglio e richiamare sali in eccesso che in seguito si depositano nei reni. Il ripristino dell’alcalinità dell’organismo ha numerosi effetti benefici sulla salute. Il calcio corallino ha un intervallo di pH naturale che varia dai 10 a 11 e pertanto svolge un effetto alcalinizzante sull’organismo.
APPORTO DI CALCIO, MINERALI ED ELEMENTI TRACCIA
L’utilità della supplementazione di calcio corallino è valorizzata dalla presenza, oltre che di calcio, di numerosissimi altri oligoelementi. In alcuni studi condotti inizialmente su animali e in seguito sull’uomo, è stato dimostrato che l’assorbimento di calcio corallino è maggiore di quello di altre forme di supplementazione di calcio.
OSTEOPOROSI
Secondo numerosi studi l’apporto di calcio è in grado di rallentare la progressione della perdita della massa ossea e il rischio di fratture dell’anca. Inoltre, nei soggetti anziani mediamente viene riscontrata una forte riduzione dell’assorbimento di calcio nelle ossa. Il calcio corallino è chimicamente molto simile alla composizione dello scheletro umano. L’assunzione di calcio è ritenuto un fattore fondamentale per la prevenzione dell’osteoporosi. In alcuni studi clinici condotti per analizzare l’incremento della densità minerale ossea, i migliori risultati sono stati osservati nei soggetti che avevano assunto calcio corallino, rispetto agli altri soggetti.
VITAMINA B12 PER COMBATTERE GLI EFFETTI DANNOSI DEI SOLFITI.
20-09-2016
Sono pochi gli studi che possono confermare questa tesi, ma uno dei più recenti ha dimostrato che la vitamina B12 può realmente bloccare gran parte delle allergie ai solfiti che, usati spesso come conservanti di vini e alimenti in generale, provocano alcuni sintomi come mal di testa, congestione, raffreddore e spasmi bronchiali. Nel corso di uno studio, a 18 persone allergiche ai solfiti furono somministrati 2.000 microgrammi di B12 per via sottolinguale (in forma di compresse da mettere sotto la lingua da dove i numerosi vasi sanguigni che si trovano in questa regione immettono rapidamente la vitamina nel circolo sanguigno) e poi dei solfiti. Un solo soggetto dei 18 che presero parte allo studio manifestò reazioni allergiche a questi conservanti. Gli esperimenti successivi condotti con gruppi di controllo a cui si somministravano soltanto dei placebo confermarono l'efficacia di questa vitamina. Dati gli ottimi risultati ottenuti nel corso di questi studi, sarebbe ovviamente opportuno verificare se questa vitamina è efficace nel combattere altri tipi di allergie alimentari o di altro genere. A chi soffre di allergia ai solfiti si consiglia di prendere 2.000 - 4.000 microgrammi di B12 una volta al giorno: gran parte dei sintomi sparirà.
ACIDO FOLICO: LA VITAMINA ANTICANCRO.
24-09-2016
Alcuni studi condotti negli anni '70 dimostrarono che alcune cellule cervicali potenzialmente precancerose miglioravano se alla paziente venivano somministrate dosi elevate di acido folico. Nel 1986 i ricercatori del National Cancer Institute rilevarono bassi livelli di acido folico nel sangue di alcuni fumatori in cui erano state individuate delle cellule bronchiali che avrebbero potuto subire un'evoluzione cancerosa e nel 1988 i ricercatori dell’University of Alabama presentarono i risultati dei loro studi sugli effetti della somministrazione di acido folico in dosi elevate sulle lesioni polmonari potenzialmente precancerose individuate in alcuni fumatori. A quest'ultima serie di studi parteciparono 73 persone che fumavano parecchio da molto tempo e che presentavano lesioni bronchiali potenzialmente precancerose. A metà di loro furono somministrati 10 milligrammi di acido folico e 500 microgrammi di vitamina B12 al giorno e agli altri un semplice placebo. Dopo quattro mesi nel primo gruppo vi fu una notevole diminuzione dei pazienti che presentavano lesioni bronchiali sospette. Un insufficiente apporto di questa sostanza può non soltanto predisporre all'evoluzione cancerosa le cellule polmonari dei fumatori, ma anche favorire lo sviluppo delle altre tipologie tumorali. Un ricercatore dell'Università del Vermont, per esempio, selezionò in vitro alcune cellule del melanoma del topo e provocò in esse una carenza di acido folico, poi le iniettò in alcuni topi e constatò che erano in grado di diffondersi molto più rapidamente di quelle con livelli normali di acido folico e che tale capacità persisteva anche dopo la somministrazione di questa sostanza. In altre parole, nel periodo in cui l'apporto di questa sostanza era stato insufficiente era successo qualcosa di irreversibile: si erano forse verificate alcune fratture dei cromosomi. I cromosomi umani presentano infatti 51 punti particolarmente fragili e le fratture che si possono verificare in 20 di essi sono associate a vari tipi di cancro: certe cellule cresciute in vitro si sono rivelate di gran lunga più soggette a frattura cromosomica quando non hanno un adeguato apporto di acido folico. L'assunzione di questa sostanza per via orale sembra quindi essere in grado di prevenire queste fratture e di ridurre le probabilità che si possa instaurare un processo canceroso.
EFFICACIA DEL GINKGO BILOBA NELLA CURA DELL'ATEROSCLEROSI.
18-01-2019
Anche il ginkgo biloba sembra efficace nella prevenzione e nella cura dell'aterosclerosi. Somministrato ad alcuni conigli nutriti con una dieta ricca di grassi, l'estratto di ginkgo biloba diminuiva le alterazioni lipidiche, inibiva la formazione della placca e aumentava il colesterolo HDL. Il ginkgo funziona anche sull'uomo: la sua efficacia nella cura dell'aterosclerosi che si manifesta con claudicazione intermittente (malattia caratterizzata da forte dolore alle gambe dovuto a insufficienza della circolazione sanguigna) è dimostrata. In uno studio in doppio cieco, a 20 soggetti di età compresa fra i 44 e i 73 anni con arterie gravemente occluse sono stati prescritti 320 mg di estratto di ginkgo biloba al giorno oppure un placebo. Dopo quattro settimane nei soggetti del primo gruppo l'afflusso sanguigno era migliorato del 38%. Il ginkgo inoltre diminuisce l'aggregazione piastrinica e la formazione di trombi e aumenta l'assorbimento di ossigeno e glucosio nei tessuti periferici.
PROPRIETA’ CURATIVE DELLA VERBENA.
13-11-2016
Alla pianta sono riconosciute dalla tradizione un’efficace azione sul ristagno del flusso biliare e proprietà diuretiche atte a rimuovere la renella e i piccoli calcoli. L’azione antinfiammatoria e blandamente analgesica degli iridoidi, unitamente all’attività depurativa, ne rende interessante l’utilizzo nelle forme reumatiche. La medicina popolare consiglia la pianta come espettorante nelle forme bronchiali croniche e in caso di lattazione scarsa. Da sottolineare che al Peking Medical College è stato dimostrato che la pianta possiede un effetto sinergico con la prostaglandina E2, per cui i ricercatori hanno ipotizzato di impiegare la pianta come abortiva. A questo proposito è interessante leggere quanto asserito da Leclerc il quale ricorda di aver conosciuto una vecchia levatrice che consigliava tisane di verbena alle partorienti il cui tono uterino si stava indebolendo e alle nutrici quando la montata lattea era insufficiente, e di averne ammirato l’intuizione in quanto, in seguito, si era potuto appurare che la verbenina possiede la proprietà di attivare le contrazioni uterine e di produrre un aumento marcato della secrezione lattea. Secondo studi effettuati gli estratti di verbena hanno azione antitiroidea, in quanto alcuni componenti del fitocomplesso sarebbero in grado di bloccare i recettori della tireotropina o di legarsi ad essa. Per uso esterno si applica l’infuso in compresse sulle parti dolenti: i cataplasmi servono a mitigare i dolori nevralgici ed articolari contribuendo a far regredire l’edema, se presente. Alcuni scienziati hanno impiegato l’estratto fluido nel trattamento di forme lievi di nevralgia del trigemino.. viene attuata l’applicazione di cataplasmi anche in caso di eczema e foruncoli, e di impacchi sulle contusioni. In gargarismi e sciacqui viene utilizzata nella faringite, per trattare le gengive atone e facili al sanguinamento e alla suppurazione; esiste anche un utilizzo in oculistica (lavande oculari).
LA VITAMINA D-IMENTICATA.
16-01-2019
E’ una delle vitamine fondamentali, in realtà un ormone, ma è di fatto uno dei grandi piccoli buchi della medicina occidentale. E’ la vitamina che viene prodotta nei nostri tessuti grazie all'esposizione solare, in particolare ai raggi UVB. Alle nostre latitudini tuttavia non se ne riesce a produrre nei mesi invernali. Se si somma questo dato al fatto che la gran parte dei lavori moderni si svolgono al chiuso, e al continuo allarmismo che si fa circa la pericolosità del sole nell'insorgenza di tumori della pelle, si ha come risultato una carenza endemica nella popolazione (il Dr. Soram Khalsa stima che il 75% dei suoi pazienti sia carente) di questa importantissima vitamina. Più è scura la pelle e meno vitamina si riesce a produrre, e più l’indice di massa grassa è alto e meno vitamina si riesce ad avere disponibile, in quanto essendo liposolubile rimane “intrappolata” nei tessuti adiposi. La sua carenza non ha solo a che fare con il rachitismo, l’osteoporosi e lo smalto dei denti, ma con tutta una serie di processi nei quali una carenza di vitamina D porta problematiche anche molto diverse tra loro. Cuore, malattie autoimmuni e fino al cancro sono malattie messe in correlazione con una sua deficienza/carenza. I ricercatori hanno stimato che negli Stati Uniti ogni anno si verificano 60.000 morti premature a causa di livelli insufficienti di vitamina D. Ciò si traduce nel 10% di morti totali per il cancro da attribuire alla carenza di vitamina D. A complicare ulteriormente il quadro ci si mettono anche i pregiudizi riguardo a un eccesso di vitamina D, probabilmente risalenti agli anni ’50 in Inghilterra. In quegli anni si fortificarono troppo latte e cereali con vitamina D, tanto che si ebbero diverse centinaia di casi di intossicazione. Probabilmente è da lì che perdura questa leggenda metropolitana della pericolosità di tale vitamina, un pò come il mito dell’abbondanza di ferro negli spinaci (poveri bambini costretti a mangiare spinaci a forza di cartoni animati di Popeye).
Il risultato è che oggi praticamente nessun medico prescrive controlli per tale vitamina a scopo preventivo, e anche quando delle carenze vengono alla luce si usano dei livelli di integrazione eccessivamente prudenti ed inefficaci rispetto a quello che suggeriscono i nuovi studi di settore. Eppure la sua deficienza è deleteria, la sua diagnosi facile ed economica (30 euro privatamente) e ancor più facile ed economica è la sua integrazione (esistono in commercio ottime marche di integratori contenenti vitamina D di derivazione naturale e non sintetica come il Dibase). Il servizio sanitario nazionale è tutto intento a fare controlli a tappeto per il cancro al seno, quando con una integrazione di vitamina D – secondo Khalsa – se ne ridurrebbe il rischio al 50%. Sono resi obbligatori vaccini per malattie ormai scomparse, il cui rischio è praticamente nullo a fronte del disinteresse del SSN verso questa vitamina, con tutto ciò che ne consegue. Certo è che se leviamo tanti (non dico tutti) farmaci per l’osteoporosi, per dolori cronici, per le influenze, per la SM e le malattie autoimmuni, per i denti, per le malattie cardiovascolari, per il diabete di tipo 1 e 2 e per diversi tipi di cancro, cosa rimane da venderci?
LA VITAMINA K PREVIENE L'OSTEOPOROSI.
25-10-2016
Nel corso di uno studio condotto da alcuni ricercatori giapponesi, la somministrazione di vitamina K aveva ridotto del 18-50% la perdita di calcio in tre donne colpite da osteoporosi post-menopausale. Nel corso di un più recente studio effettuato a Londra, si osservò che 16 pazienti anziani colpiti da osteoporosi e soggetti a frequenti fratture presentavano livelli di vitamina K inferiori a quelli del gruppo di controllo. E' ormai appurato che questa vitamina svolge un ruolo significativo nella calcificazione delle ossa e gli studi appena citati indicano che essa potrebbe essere molto utile nella prevenzione dell'osteoporosi e delle fratture ad essa connesse. E' interessante notare che le donne spesso per combattere le infezioni della vescica si sottopongono a cure antibiotiche che potrebbero provocare carenze di vitamina K.
VITAMINA B6 PER MANTENERE SOTTO CONTROLLO IL DIABETE.
27-08-2016
Secondo alcuni ricercatori determinate forme di diabete potrebbero avere come concausa la carenza di vitamina B6: in alcuni diabetici sono state infatti riscontrate anomalie nel metabolismo del triptofano che possono contribuire all'intolleranza al glucosio e che sono scomparse con la somministrazione di vitamina B6 (necessaria per il regolare metabolismo del suddetto aminoacido). Pare inoltre che questa sostanza possa ridurre il fabbisogno di insulina nei diabetici e che possa migliorare la tolleranza dei carboidrati in gravidanza, un periodo in cui il diabete può presentare rischi particolari.
NUOVE RICERCHE LO CONFERMANO: L’UNCARIA TOMENTOSA E’ UN POTENTE IMMUNOSTIMOLANTE.
06-12-2016
Nuove prove farmacologiche hanno dimostrato che gli alcaloidi della pianta sono in grado di determinare attività immunostimolante e immunomodulante che si traduce in un aumento della fagocitosi da parte dei macrofagi. I principi attivi dell’uncaria tomentosa risultano efficaci nel contrastare l’azione della DNA-polimerasi e della transcriptasi inversa implicati nella replicazione dei virus. E’ stata osservata anche un’azione antimutagenica che può essere attribuita ad un meccanismo antiossidativo che agisce inibendo la trasformazione di sostanze promutageniche in sostanze mutageniche. In un test antimutagenico in vivo si è notato che l’urina di soggetti fumatori ha un’attività mutagenica prima della sperimentazione, ma mostra una diminuzione netta del potenziale mutagenico dall’inizio della somministrazione di uncaria tomentosa fino ad otto giorni dopo la sospensione.