Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

31-01-2017

La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario colpisce il sistema nervoso centrale, compreso il cervello e il midollo spinale. La causa è sconosciuta, ma può comportare una combinazione di fattori genetici e ambientali. La sclerosi multipla colpisce oltre due milioni di persone in tutto il mondo. Le persone affette da sclerosi multipla possono, attraverso la dieta e le vitamine che sono una componente essenziale, gestire meglio i sintomi causati dalla malattia. Un importante gruppo di vitamine sono le vitamine del gruppo B che aiutano il corpo a trasformare il cibo in energia, sostenere il sistema nervoso e mantenere sani la pelle i capelli, gli occhi e il fegato. La biotina o vitamina B8 o vitamina H, è una delle vitamine del complesso B ed è essenziale per la salute umana. E’ un coenzima di quattro carbossilasi, enzimi fondamentali nel metabolismo energetico e nella produzione di acidi grassi. Si trova nel lievito di birra, noci, tuorli d’uovo, bietole, fegato e molti altri alimenti. La Food and Nutrition Board degli Stati Uniti non ha fissato una dose giornaliera raccomandata (RDA) di biotina, ma ha stabilito un livello di assunzione adeguato (AI) pari a 30 microgrammi al giorno per gli adulti. La biotina è molto utile nei casi di sclerosi multipla progressiva perché supporta il metabolismo delle cellule nervose. La SM si sviluppa quando la mielina, una sostanza che protegge le cellule nervose, risulta danneggiata. La biotina attiva gli enzimi chiave che aiutano l’organismo a produrre maggiori livelli di mielina che protegge i nervi. Quando i livelli di mielina sono a livelli sani nel corpo, le cellule nervose sono in grado di comunicare tra loro più facilmente. La comunicazione tra le cellule nervose è in grado di ridurre il livello di disabilità nelle persone con SM. Produrre più mielina può anche rallentare la progressione della malattia.
Diversi studi hanno trovato che alte dosi di biotina, fino a 10 volte la dose giornaliera tipica, sono in grado di ridurre i sintomi nelle persone con SM progressiva. Inoltre, le persone che hanno assunto queste alte dosi di biotina non hanno sviluppato reazioni avverse significative. Diversi studi sull’uso della biotina come trattamento per le persone con SM hanno mostrato risultati positivi. Uno studio ha scoperto che le persone con SM che avevano assunto forti dosi di biotina, hanno riportato una riduzione del dolore e migliorato i livelli di energia. Uno studio francese ha dimostrato che le persone affette da SM che erano state trattate con la biotina avevano una vista migliore. Anche gli scienziati in Canada hanno documentato un miglioramento della vista e una riduzione parziale della paralisi. In un altro studio, il 91% dei partecipanti ha mostrato un miglioramento clinico. È importante notare che questi sono studi preliminari e che non tutte le persone che hanno partecipato a questi studi hanno dimostrato lo stesso grado di miglioramento. Tuttavia, numerosi studi dimostrano che tra le persone che sono state trattate con alti livelli di biotina, alcune hanno ottenuto anche un rallentamento nella progressione della malattia e una migliore qualità della vita. Le alte dosi di biotina sembrano ridurre i sintomi della SM, ma possono influenzare altre condizioni. In dosi standard, la biotina è associata alla promozione della salute della pelle, dei capelli e delle unghie. Se assunta in dosi elevate, la biotina sembra ridurre i sintomi della sclerosi multipla senza causare gravi effetti collaterali. Tuttavia, la biotina può interagire con altri elementi e questo può alterare i risultati di importanti esami medici. Ad esempio, la biotina è nota per interferire con il test della tiroide. Rapporti pubblicati in The New England Journal of Medicine hanno suggerito che l’assunzione di supplementi di biotina potrebbero alterare i risultati di diversi test come:

- T4 libero.
- T3 libero.
- Testosterone.
- Estradiolo.
- Progesterone.
- DHEA solfato.
- Vitamina B12.

Al fine di ottenere risultati esatti dei test, le persone in trattamento con la biotina dovrebbero smettere il trattamento almeno 3 giorni prima di eseguire un esame del sangue.

 

http://www.medicalnewstoday.com/articles/315193.php

07-02-2017

Il magnesio (Mg) è l’elemento catalitico e strutturale di maggiore significato nella fisiologia dell’organismo umano. Necessario per l’integrità funzionale e anatomica di numerosi organelli cellulari, è coinvolto in tutte le principali vie metaboliche (carboidrati, proteine, e lipidi) e nelle reazioni di ossidoriduzione. Partecipando a più di 300 reazioni biochimiche, il Mg risulta essenziale per la crescita, la difesa immunitaria, la produzione di energia, l’attività nervosa, cerebrale e muscolare, in particolare quella relativa al muscolo cardiaco.

SISTEMA CARDIOVASCOLARE

Il deficit primario di magnesio è considerato tra i primi fattori di rischio per le malattie cardiovascolari ed è stato associato a numerose condizioni:

- Aritmie cardiache: Il Mg ha un ruolo essenziale nell’elettrofisiologia cardiaca. Il suo utilizzo come agente di controllo dell’aritmia ventricolare e sopraventricolare è un’area di interesse crescente negli ultimi anni. Negli studi effettuati su alcuni tipi di aritmia (QT lungo, aritmia ventricolare asintomatica e post-operatoria) si è potuto constatare che la supplementazione di Mg rappresenta un approccio fisiologico con un ottimo rapporto costo-efficacia-sicurezza.

- Malattia coronarica: Il Mg mostra un ruolo rilevante nella patogenesi delle malattie delle coronarie e della morte cardiaca improvvisa. Sono stati osservati per 10 anni 400 soggetti (25-63 anni) ad alto rischio e divisi in 2 gruppi: al 1° fu prescritta una dieta ricca di Mg, mentre il 2° seguì la dieta usuale. Le complicazioni totali nel 1° gruppo furono significativamente minori di quelle del 2° (28,6% contro 60,3%). La morte cardiaca improvvisa fu una volta e mezza maggiore nel 2° gruppo rispetto al 1° e la mortalità totale fu nel 1° gruppo del 10,7%, nel 2° del 18%.

- Ipertensione: Bassi livelli nel siero o un apporto carente di Mg sono associati all’incremento del rischio di malattia coronarica e ipertensione. Studi epidemiologici, in vivo e clinici hanno dimostrato che l’assunzione orale di Mg (365 mg/die) può esercitare un effetto benefico sull’ipertensione leggera-moderata.

SISTEMA NERVOSO

- Stress: La carenza di Mg si verifica durante condizioni di stress intenso, sia fisico che mentale. Il suo deficit, inoltre, aumenta le conseguenze negative dello stress. Queste reazioni sono mediate dall’eccessivo rilascio degli ormoni dello stress (catecolamine e corticosteroidi), la cui produzione aumenta in caso di deficit di Mg, condizione che riduce ulteriormente i livelli di Mg nei tessuti.

- Depressione: In numerosi studi la somministrazione di Mg, in particolare nella depressione e nei disturbi comportamentali, il Mg ha mostrato effetti benefici. In uno studio condotto da Cox ed altri su soggetti affetti da depressione cronica primaria, è stato rilevato che l’89% dei pazienti presentava carenza di Mg. Il suo deficit è stato osservato anche in pazienti schizofrenici, maniaco-depressivi e in bambini affetti da iperattività e disturbi dell’attenzione (ADHD).

- Emicrania: La carenza di Mg induce una costrizione e uno spasmo dei vasi sanguigni cerebrali, provocando ipereccitabilità cellulare. È stato osservato che il 50% dei pazienti durante un attacco acuto di emicrania mostra bassi livelli di Mg. In alcuni studi in doppio cieco la somministrazione orale di Mg (600 mg/die) ha mostrato di ridurre la frequenza degli attacchi e i giorni di durata dell’emicrania.

- Sindrome premestruale: In uno studio su 192 donne sofferenti di PMS, la supplementazione di Mg (360 mg 3 volte/die) in particolare durante la fase luteale, dall’ovulazione alla mestruazione, ha favorito la riduzione di irritabilità, ansia, depressione, gonfiore agli arti e tensione mammaria. In un altro studio la somministrazione di Mg durante la settimana che precede il ciclo ha mostrato di ridurre la durata dei giorni di emicrania e dei sintomi di questa sindrome.

SISTEMA OSTEOARTICOLARE

In alcuni studi in donne in menopausa, la somministrazione di Mg ha mostrato di prevenire il rischio di fratture e promuovere l’aumento della densità ossea. Il consumo di Mg supplementare rappresenta anche un fattore protettivo per il mantenimento di un corretto equilibrio acido-basico. Infatti, l’organismo nel tentativo di compensare l’eccesso di acidi assunti con la dieta, utilizza le basi presenti nelle ossa, tra cui il Mg, provocando fragilità ossea e osteoporosi. Il Mg svolge un ruolo importante nella funzione muscolare, tant’è che tra i sintomi della sua carenza vi sono i crampi muscolari.

STIPSI

Possiamo considerare il Mg un lassativo naturale. La sua carenza può provocare stipsi perché il Mg regola e mantiene l’alcalinità intestinale e previene la formazione di gas nel tratto gastrointestinale.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17502538

18-04-2018

La Rhodiola rosea è una pianta popolare della medicina tradizionale dell’Europa orientale e dell’Asia, conosciuta per le proprietà stimolanti il sistema nervoso, antidepressive, antifatica e preventive del mal di montagna. In qualità di adattogeno, la rodiola ha la capacità di aumentare la resistenza dell’organismo contro una vasta gamma di stressor chimici, biologici e fisici. Numerosi studi hanno dimostrato che questa pianta stimola l’attività dei neurotrasmettitori nel SNC e influenza positivamente la disponibilità di serotonina, norepinefrina, dopamina e acetilcolina nei percorsi neurologici che regolano l’umore. E’ stato dimostrato che la rodiola migliora la permeabilità della barriera emato-encefalica a specifici neurotrasmettitori precursori della serotonina e dopamina. Inoltre, è stato riportato che previene il rilascio di catecolamine, il seguente aumento di AMP ciclico nel miocardio e la deplezione delle catecolamine surrenali indotta da stress acuto. Il composto principale dal quale dipendono le attività adattogene, neurotropiche e stimolanti del rizoma di rodiola è il rosavin, la cui titolazione non dovrebbe essere inferiore al 3%.

ATTIVITA’ ANTIFATICA E MIGLIORAMENTO DEL RENDIMENTO INTELLETTUALE

Esperimenti russi hanno evidenziato un'effettiva azione positiva sull'apprendimento e sulla memoria, particolarmente evidenti in situazioni di stress. La somministrazione di rhodiola è in grado di esercitare un effetto stimolante nei confronti dell'attività mentale, migliorando concentrazione, lucidità e potenziale mnemonico, già dopo una singola dose. Sembra che il rosavin (composto principale della pianta) sia responsabile della modulazione dei livelli di noradrenalina e dopamina nel cervello, meccanismo d'azione che permette il miglioramento delle performance di memoria e apprendimento. 
In uno studio doppio cieco su studenti di lingua straniera durante una sessione d'esami, è stato osservato l'effetto stimolante e tonico della rhodiola, in particolare nei test di capacità fisica, affaticamento mentale e neuromotorio. In un esperimento per testare la capacità della rhodiola in due dosaggi (1-2 cps contenenti 185 mg di estratto secco di rhodiola) sul lavoro mentale in condizioni di fatica e stress su 161 cadetti (19-21 anni), la rhodiola ha mostrato un pronunciato effetto antifatica già al dosaggio più basso. In un trial clinico in doppio cieco i partecipanti, 60 uomini e donne 20-55enni con sindrome da affaticamento cronico, hanno ricevuto 144 mg di estratto secco di rhodiola 4 volte al giorno o un placebo per 28 giorni. Nel gruppo Rhodiola, dopo il trattamento, è stato osservato un consistente effetto antifatica, un miglioramento nella curva dell'attenzione e la riduzione delle concentrazioni salivari di cortisolo al risveglio.

AZIONE ANTIDEPRESSIVA E ANTIANSIA

Secondo le sperimentazioni condotte, l'estratto di rizoma della rhodiola nei confronti della depressione è in grado di innalzare i livelli di serotonina e di mantenerli alti nel sangue. In un recente studio su pazienti con disturbi d'ansia generalizzata, la somministrazione di 340 mg al giorno di rhodiola per 10 settimane ha mostrato il miglioramento dei sintomi, calcolati secondo il punteggio della scala di Hamilton. In un altro studio in doppio cieco controllo con gruppi paralleli, 89 pazienti con depressione leggera/moderata, hanno ricevuto giornalmente 340 o 680 mg di estratto secco di rhodiola o un placebo. Dopo 6 settimane sono stati osservati miglioramenti nei gruppi rhodiola, ma non in quello placebo.

MOBILIZZAZIONE DEL GRASSO CORPOREO

La rhodiola rosea partecipa all'attivazione della lipasi tissutale, specifico enzima che mobilita gli acidi grassi a partire dai trigliceridi, favorendo la mobilitazione dei grassi corporei. In particolare il rosavin (principio attivo), flavonoide di natura glicosidica, sembra essere coinvolto nell'attivazione della lipasi tissutale. In due studi effettuati in doppio cieco somministrando estratto di rhodiola, confrontando i risultati con il gruppo di controllo, è stato evidenziato che a parità di attività fisica, coloro che avevano assunto rhodiola mostravano un incremento degli acidi grassi nel siero, confermando la capacità della pianta di mobilizzare gli acidi grassi a partire dai trigliceridi presenti nel tessuto adiposo. In uno studio clinico in doppio cieco su 130 pazienti obesi e 143 di controllo, la somministrazione di 300 mg di estratto secco di rhodiola prima dei pasti principali, associata a una dieta moderatamente ipocalorica e regolare attività fisica, ha mostrato una maggiore riduzione del peso corporeo, in termini di massa grassa, miglioramento dell'umore e della qualità del sonno rispetto al placebo.

MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI SPORTIVE

La rhodiola rosea accorcia il tempo di recupero muscolare post-esercizio, aumenta i livelli di ATP (adenosin-trifosfato) e CP (creatin-fosfato) nel tessuto muscolare e i livelli plasmatici di beta-endorfine. In uno studio condotto per valutare l'effetto dell'assunzione di rhodiola su capacità fisica, forza muscolare, velocità del movimento degli arti, tempo di reazione e attenzione, la somministrazione di 200 mg al giorno di estratto secco titolato al 3% in rosavin per 4 settimane ha migliorato la resistenza in giovani volontari sani.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3751623

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12725561

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19016404

http://www.scicompdf.se/adaptogener/olsson2_2009.pdf

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18307390

18-04-2018

Diversi studi hanno dimostrato che i terpeni, componente principale degli oli essenziali, possono inibire la crescita di diversi tipi di cancro, tra cui il cancro al fegato. I ricercatori della Ruhr Universitat Bochum, giudati dal Prof. Hans Hatt, hanno analizzato questo processo nel cancro al fegato. Lo studio mette in luce i meccanismi molecolari che hanno portato all’inibizione della crescita delle cellule del cancro, in seguito all’applicazione di citronella e ha dimostrato che OR1A2, recettore olfattivo, è implicato in questo processo. In futuro il recettore OR1A2 potrebbe essere utilizzato come bersaglio per la diagnosi del cancro al fegato e per il trattamento. I terpeni possono attivare processi di segnalazione nelle cellule, attraverso i recettori olfattivi. Tali recettori sono situati principalmente nel naso, ma sono stati trovati in tutti i tessuti umani come la pelle, prostata e anche negli spermatozoi. La carcinogenesi e la crescita del cancro sono ugualmente influenzati dai terpeni.
Per comprendere bene come i terpeni funzionano, i ricercatori hanno utilizzato un modello cellulare di carcinoma epatocellulare, un comune tumore del fegato. Essi hanno esposto le cellule ad un sottoinsieme di terpeni a diverse concentrazioni e monitorato le reazioni di queste cellule. E’ emerso che due degli 11 terpeni testati, la citronellal e citronellol, hanno determinato un aumento significativo della concentrazione di calcio nelle cellule. Durante un’analisi di follow up, i ricercatori si sono concentrati sulla citronella e hanno analizzato un recettore a cui i terpeni devono adattarsi “come una chiave alla serratura”. Essi hanno dimostrato che il recettore olfattivo OR1A2 nelle cellule epatiche è determinante e responsabile della rilevazione del profumo di citronella e delle reazioni cellulari. Se il recettore olfattivo viene rimosso dalle cellule, esse non reagiscono ai terpeni. Il team inoltre, è riuscito a tracciare il percorso di segnalazione che i terpeni utilizzano per aumentare le concentrazioni di calcio all’interno delle cellule, riducendo così la crescita cellulare. ”Questi risultati mettono in evidenza l’importanza dei recettori olfattivi e offrono la speranza di nuovi trattamenti per il cancro, senza gravi effetti collaterali”, concludono i ricercatori.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2015/01/150119082958.htm

http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=148908&CultureCode=en

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0003986114004068

17-04-2018

Gli effetti dell'arginina sulla funzione cardiovascolare sono dovuti alla produzione di NO arginina-indotto. La supplementazione di arginina ha mostrato di migliorare la tolleranza all'esercizio fisico e la qualità della vita in pazienti con infarto cardiaco congestizio, angina pectoris e claudicazione intermittente. Numerosi studi mostrano effetti nella riduzione della pressione sanguigna in alcune forme sperimentali dell'ipertensione. L'arginina rappresenta un nuovo approccio per il trattamento delle disfunzioni endoteliali. Un'adeguata produzione di NO inibisce i processi che stanno alla base della lesione aterosclerotica (aggregazione piastrinica, adesione e migrazione dei monociti, proliferazione delle cellule lisce e vasocostrizione).

16-04-2018

Mangiare pistacchi potrebbe essere una buona scelta per le donne che soffrono di diabete gestazionale nel corso della gravidanza. Ad affermarlo è uno studio dell’Università di Shangai presentato nel corso dell’ultimo congresso dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Lo studio, realizzato su 30 volontarie che si trovavano fra la 24esima e la 28esima settimana di gravidanza ed erano affette da diabete gestazionale, sono state divise in due gruppi: alcune hanno consumato 42 grammi di pistacchi a colazione, altre hanno mangiato due fette di pane integrale con lo stesso numero di calorie. I ricercatori hanno quindi misurato la glicemia ogni mezz’ora fino a due ore dopo il pasto. Inoltre, hanno verificato i livelli di insulina e di GLP-1, ormone fondamentale per la regolazione dell’insulina stessa. I gruppi hanno consumato gli alimenti a parti invertite la settimana successiva. I dati indicano che la colazione a base di pistacchi garantisce un miglior controllo degli zuccheri nel sangue. Inferiori anche le concentrazioni di insulina, mentre era più alto il GLP-1, così come dovrebbe essere in un organismo sano.
I pistacchi, come il resto della frutta secca, ha il pregio di associare ai carboidrati una buona concentrazione di fibre, grassi e proteine che riducono l’assorbimento immediato degli zuccheri e quindi il picco glicemico dopo il pasto. Inoltre, diminuiscono il senso di fame e l’introito calorico complessivo. Qualità decisive per un buon controllo della propria salute in gravidanza. 


https://www.multivu.com/players/English/8162751-american-pistachio-growers-pistachio-health-benefits-women-gestational-diabetes/

https://www.foodnavigator-usa.com/Article/2017/10/30/Pistachios-could-help-moms-to-be-snack-control-blood-sugar-levels-study-reveals

http://www.westernfarmpress.com/tree-nuts/study-pistachios-beneficial-pregnant-women

16-04-2018

L’associazione tra vitamina D e disturbo da deficit di attenzione (ADHD) è stata proposta molte volte negli ultimi anni da diversi ricercatori. Una recente review ha raccolto i dati emersi fino a giugno 2017. Sono stati raccolti quasi 3.000 studi, per un totale di 10.334 tra bambini e adolescenti con certificazione ADHD, fino ai 18 anni. In media i livelli di concentrazione di 25-idrossivitamina D nel sangue sono minori nei ragazzini con ADHD che nei loro coetanei; inoltre, bassi livelli di vitamina D aumentano considerevolmente la possibilità di sviluppare ADHD.
Gli autori invitano la comunità scientifica a ponderare con oculatezza i risultati emersi, e sperano che gli studi futuri si concentrino su ancor più ampi campioni di popolazione per confermare i risultati fin qui emersi. In generale la carenza di vitamina D è molto diffusa nella popolazione infantile: a partire da questo, gli autori sperano che diventino prioritari interventi su base locale per sensibilizzare a una maggiore esposizione solare e all’assunzione di vitamina D anche nelle fasce d’età più giovani.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29438455

16-04-2018

Uno studio dell’Università di Goteborg segnala un nesso fra il consumo di pesce e la riduzione delle probabilità di insorgenza di una rinite allergica. Lo studio, che si è concentrato su un campione di oltre 8.000 bambini svedesi, è stato pubblicato su Pediatric Allergy and Immunology ed è stato condotto dalla dottoressa Emma Goksör. I bambini sono stati tenuti sotto osservazione attraverso una serie di colloqui con i loro genitori in diversi momenti della loro crescita. I dati ottenuti rivelano che il 22% dei bambini, all’età di 12 anni, soffre di rinite. Tuttavia, fra chi aveva mangiato pesce almeno una volta al mese nel primo anno di vita, la percentuale si riduceva. “Molti genitori ritardano l’introduzione del pesce nella dieta dei bambini per evitare il rifiuto di un alimento che ha molti vantaggi, ma così facendo sbagliano”, spiega la ricercatrice. “I grassi che assumiamo determinano la qualità della risposta immunitaria agli allergeni, e gli acidi grassi del pesce agiscono in maniera positiva”. Marco Nuara, pediatra dell’Humanitas San Pio X di Milano, commenta lo studio svedese intervistato da Agi: “Nel pesce il merito è degli omega 3. Tecnicamente sono immunomodulanti, in altre parole sono grassi che aiutano il sistema immunitario”. 
Anche uno studio dell’Università di Stoccolma giunge alle stesse conclusioni. La ricerca ha esaminato l'effetto di pesci come il salmone, ricchi di omega-3, sullo sviluppo di un campione costituito da oltre 4 mila bambini. I ricercatori hanno seguito i bambini dalla nascita fino agli 8 anni, scoprendo che a un maggior consumo di pesce corrispondeva un minor pericolo di sviluppare allergie. Il direttore scientifico della Nutrition Foundation of Italy, Andrea Poli, spiega: “i risultati ottenuti dello studio dimostrano che assumere le giuste quantità di pesce protegge i bambini dallo sviluppo di allergie. L'effetto protettivo è probabilmente attribuibile agli acidi grassi omega-3, contenuti in grandi quantità in pesci come il salmone, che favoriscono un corretto sviluppo del sistema immunitario. Nessuna associazione protettiva è invece emersa se il consumo di pesce da parte dei bambini iniziava a 8 anni. Un'assunzione precoce e regolare di pesce svolge quindi un effetto favorevole nella prevenzione delle malattie allergiche". Come per molte altre cose, l'esempio è molto importante, come spiega ancora l'esperto: “è fondamentale dare il buon esempio. Il bambino che vede il genitore mangiare il pesce sarà sicuramente più invogliato a mangiarlo, sia da piccolo che poi crescendo".

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29446153

16-04-2018

Questo frutto, oltre che ottimo da consumare, contiene una serie di minerali come calcio, ferro, rame, potassio, magnesio e altre vitamine che offrono una vasta gamma di benefici per la nostra pelle. Le maschere realizzate con l’avocado sono in grado di contrastare situazioni di pelle sensibile o secca, migliorandone anche l’elasticità, riescono ad agire sui segni dell’invecchiamento cutaneo e rendono quindi il nostro viso più splendente e giovanile. Il vantaggio è poi ovviamente che non dovremo acquistare prodotti chimici per ottenere questi risultati e che avremo l'opportunità di preparare le nostre maschere fai da te comodamente a casa, in maniera semplice ed economica utilizzando anche altri ingredienti presenti nella nostra dispensa o in frigo. Ecco allora 10 maschere viso all'avocado che potete sperimentare al bisogno:

1. MASCHERA ALL’AVOCADO E ALBICOCCA

Gli acidi naturali presenti nelle albicocche aiutano ad esfoliare le cellule morte della pelle mentre le vitamine A e C hanno potere astringente (la maschera è consigliata quindi anche a chi ha punti neri). La vitamina E e l’alto contenuto di antiossidanti presenti nell’avocado aiutano a bilanciare poi il tono della pelle.

INGREDIENTI

- 1 Avocado.
- 2 Albicocche

PREPARAZIONE

Unire insieme schiacciando con una forchetta (passando o frullando) avocado e albicocche sbucciate fino a che non raggiungono una consistenza facilmente spalmabile. Distribuite poi la maschera sul viso evitando la zona degli occhi e tenendo in posa per 30 minuti prima di risciacquare.

2. MASCHERA ALL’AVOCADO E FARINA D’AVENA 
Questa maschera a base di avocado e farina d'avena può aiutare a riparare la pelle danneggiata e screpolata fornendo l’idratazione necessaria. L’avena ha infatti potere lenitivo ed emolliente.

INGREDIENTI

- 2-3 cucchiai di farina d’avena.
- 1 avocado.

PREPARAZIONE

Cuocere la farina d’avena come indicato sulla confezione e unirvi l’avocato schiacciato o frullato. Mescolare insieme fino ad ottenere una crema e infine applicare sulla pelle. Si può tenere in posa per 15 minuti oppure aspettare che si secchi completamente prima di risciacquare.

3. MASCHERA ALL’AVOCADO, BANANA E UOVO

Le persone che soffrono di pelle grassa possono sperimentare questa ricetta che aiuta a ridurre il contenuto di olio naturale della pelle e può prevenire la comparsa di acne e imperfezioni.

INGREDIENTI

- 1 avocado.
- 1 banana.
- 1 tuorlo d’uovo.

PREPARAZIONE

Mescolare e schiacciare l’avocado con la banana e infine aggiungere il tuorlo miscelando finché non si ottiene una pasta spalmabile. Applicare sul viso per 10-15 minuti prima di risciacquare.

4. MASCHERA ALL’AVOCADO E MIELE

Sia l'avocado che il miele sono idratanti naturali, questa maschera aiuta a cancellare qualsiasi segno di pelle opaca donandole al contrario luminosità e splendore.

INGREDIENTI

- 1 avocado.
- 1 cucchiaio di miele.

PREPARAZIONE

Schiacciare, passare o frullare l’avocado e mescolare per bene il miele fino ad ottenere una pasta della giusta consistenza. Applicare sul viso lasciando in posa per 15 minuti circa.

5. MASCHERA ALL’AVOCADO E YOGURT

Si tratta di una ricetta perfetta per ripristinare l'idratazione della pelle. Inoltre, l'acido lattico presente nello yogurt ha doti antibatteriche e aiuta nel trattamento dell'acne.

INGREDIENTI

- Mezzo avocado.
- 1 cucchiaio di yogurt bianco intero biologico.

PREPARAZIONE

Schiacciare per bene l’avocado, incorporare e mescolare bene lo yogurt. Spalmare sul viso e tenere in posa dai 10 ai 15 minuti prima di risciacquare.

6. MASCHERA ALL’AVOCADO, MIELE E YOGURT

I benefici di questa maschera sono simili a quelli della ricetta precedente ma in più garantiscono un pò di idratazione e morbidezza aggiuntiva data dalla presenza del miele. Particolarmente indicata dunque a chi ha la pelle molto secca.

INGREDIENTI

- Mezzo avocado.
- 1 cucchiaio di yogurt bianco intero biologico.
- mezzo cucchiaino di miele.

PREPARAZIONE

Rendere l’avocado una crema, mescolare gli altri ingredienti e infine spalmare sul viso lasciandola agire per circa 15 minuti.

7. MASCHERA ALL’AVOCADO, MIELE E ARANCIA

La presenza dell'arancia in questa maschera aiuta ad esfoliare le impurità del viso mentre, come già detto, l’avocado e il miele sono ottimi idratanti.

INGREDIENTI

- 1 avocado.
- 1 cucchiaino di miele.
- 2 cucchiai di succo d’arancia.

PREPARAZIONE

Una volta pronta la purea di avocado, aggiungere miele e succo d’arancia. Dopo aver mescolato bene applicare sul viso e tenere in posa per 20 minuti.

8. MASCHERA ALL’AVOCADO, MIELE E LIMONE

Uniti insieme miele e limone agiscono come uno sbiancante naturale per la pelle. Utilizzando questa maschera la pelle apparirà anche più nutrita e luminosa.

INGREDIENTI

- 1 avocado.
- Mezzo cucchiaino di miele.
- Mezzo cucchiaino di succo di limone.

PREPARAZIONE

Schiacciare l’avocado per bene, mescolare miele e succo di limone e infine spalmare sulla pelle tenendo poi in posa 20 minuti prima di risciacquare.

9. MASCHERA ALL’AVOCADO, LIMONE E UOVO

Questa ricetta aiuta a controllare l’oleosità della pelle e le assicura morbidezza e idratazione. Il limone agisce infatti come astringente ma il suo effetto viene compensato dall’avocado.

INGREDIENTI

- 1 avocado.
- 1 albume d’uovo.
- Mezzo cucchiaino di succo di limone.

PREPARAZIONE

Schiacciare un avocado prima di aggiungere succo di limone e albume d'uovo. Mescolare accuratamente e assicurarsi che venga prodotta una pasta ben omogenea. Spalmare sul viso e lasciare in posa per 20 minuti.

10. MASCHERA ALL’AVOCADO

Anche l’avocado da solo applicato come maschera sul viso può aiutare molto l’idratazione e contrastare eventuali punti neri.

INGREDIENTI

- Mezzo avocado.

PREPARAZIONE

Tagliate l’avocado a fette e utilizzatele strofinandole delicatamente sul viso soprattutto dove ci sono zone con punti neri o opache.

16-04-2018

Oggi vedremo 6 rimedi contro le mosche completamente naturali. Se volete sbarazzarvi di questi fastidiosissimi insetti senza ucciderli e senza spruzzarvi in casa insetticidi estremamente tossici, non avete che da guardare in dispensa.

1. MENTA E ACETO

Tra i rimedi naturali contro le mosche più diffusi c’è l’aceto, con cui andremo a preparare un macerato. Mettete qualche foglia di menta fresca in un barattolo con dell’aceto e lasciate riposare per qualche giorno. Successivamente, diluite questa soluzione in una bottiglia d’acqua. Mescolate bene e riversate il liquido filtrato in un erogatore. Spruzzate quindi la sostanza nelle vostre stanze: funzionerà da repellente. Tra l’altro, l’aceto può essere utilizzato anche come prodotto efficace per la pulizia della casa. In questo modo otterremo due risultati: terremo lontane le mosche con il forte odore e gli impediremo di essere attirati dal profumo di cibi e residui.

2. PEPE NERO

Il pepe nero è considerato tra i più potenti rimedi contro le mosche. Anche in questo caso ricorreremo all’aceto. Riempite una piccola ciotola con questo liquido e aggiungete abbondante pepe nero. Posizionatela poi in ognuna delle stanze di casa invasa dagli insetti. Oppure, potete formare un composto miscelando zucchero, acqua e pepe nero. Spalmatelo poi su una striscia di carta, che andrete a piazzare sul davanzale delle finestre.

3. LIMONE E CHIODI DI GAROFANO

Tra gli odori che le mosche non sopportano ci sono quelli del limone e dei chiodi di garofano. Potete con questi due elementi preparare un efficace repellente naturale. Prendete alcuni contenitori e metteteci dentro dei limoni freschi (uno per contenitore). Infilate in ognuno dei frutti dei chiodi di garofano e piazzatene uno in ogni stanza. Al posto del limone si possono usare anche le mele.

4. BASILICO

Il basilico e tante altre piante aromatiche sono considerate degli efficaci rimedi contro le mosche. Vediamo una lista:

• Basilico.
• Alloro.
• Menta.
• Ruta.
• Assenzio maggiore.
• Calendula.

Provate a mettere uno o più vasi contenenti una di queste piante sul davanzale o sul balcone di casa, vicino agli ingressi. Piazzate le più efficaci - in genere il basilico e la menta - sulla finestra che dà in cucina, dove le mosche si infilano più spesso.

5. ACQUA

Anche della semplice acqua può fare al caso nostro. A quanto pare, le mosche sono confuse dal riflesso della luce solare sull’acqua e da quel prisma di colori che si viene a creare quando i raggi colpiscono il liquido. C’è chi propone quindi di preparare delle buste d’acqua per allontanare gli insetti. Prendete delle bustine trasparenti, di quelle che usiamo per il ghiaccio ad esempio, e riempitele per metà d’acqua. Fate quindi un nodo all’estremità aperta e posizionatele su finestre e porte della casa. Con questo semplice effetto ottico dovreste ottenere il risultato sperato.

6. OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA

Vi state chiedendo come allontanare le mosche con gli olii essenziali? Si può fare. Il vostro alleato si chiama lavanda. Molto conosciuto come calmante, l’olio essenziale di lavanda è un elemento prezioso anche come repellente. Già nell’antichità si conosceva il suo uso per allontanare le tarme e pare sia efficace anche contro le zanzare. Come usarlo? È molto semplice. Riempite mezza tazza di olio di lavanda e immergeteci dentro una spugna. Quando avrà assorbito il liquido, togliete la spugna e infilatela in un contenitore. Lasciatela lì, chiusa con il coperchio, per 24 ore. Togliete quindi il coperchio e piazzatelo nella stanza dove vedete la maggior parte delle mosche in casa vostra. E il gioco è fatto!

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