Angelo Ortisi
IPERTENSIONE: IL FORMAGGIO FA BENE.
19-10-2016
Un gruppo di esperti della Società Internazionale di Ipertensione (ISH) ha premiato una ricerca italiana sulla riduzione della pressione arteriosa nei soggetti affetti da ipertensione che inseriscono regolarmente nella loro dieta Grana Padano DOP. Lo studio clinico premiato è stato realizzato dall’Unità Operativa di Ipertensione dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, guidata dal Dr. Giuseppe Crippa, e dall’Istituto di Scienze degli Alimenti della Nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Lo studio clinico italiano è stato selezionato tra una rosa di circa 2.000 studi. Il lavoro coordinato dal Dr. Giuseppe Crippa è stato realizzato inserendo, per due mesi, nella dieta giornaliera di 30 pazienti, affetti da ipertensione, 30 grammi di Grana Padano DOP stagionato 12 mesi (in quanto particolarmente ricco di tripeptidi che hanno proprietà Ace-inibitrice). Gli stessi pazienti, in ordine casuale, hanno assunto un placebo inattivo, cioè privo di tripeptidi per lo stesso periodo di 2 mesi.
«Sono molto lieto per aver ricevuto il prestigioso diploma - ha commentato il Dr. Crippa - che premia l’accuratezza della nostra ricerca condotta con una metodologia che viene solitamente usata negli studi clinici di intervento per testare l’efficacia dei farmaci. Il disegno del nostro studio (doppio cieco, randomizzato, con placebo) raramente viene applicato per valutare l’efficacia di alimenti funzionali come il Grana Padano. Credo sia una ottima notizia sapere che, per abbassare la pressione quando è troppo elevata, un aiuto possa venire anche da un alimento». «Penso che i giudici abbiano preferito questo studio per almeno due caratteristiche: prima di tutto per l’applicabilità dei risultati nella pratica clinica quotidiana visto che l’integrazione dietetica con 30 grammi di Grana Padano è di semplice esecuzione essendo un cibo di facile reperibilità. Inoltre, il metodo di valutazione degli effetti antipertensivi è stato particolarmente accurato. La pressione arteriosa è stata misurata con misurazione convenzionale, ma anche con misurazione automatica ripetuta (AOBP) e con monitoraggio pressorio di 24 ore (ABPM). Il giudizio sull’efficacia del trattamento si basa quindi su oltre 350 misure pressorie per ogni paziente valutato nello studio. È inoltre significativo il dato clinico che l’integrazione dietetica con Grana Padano non ha modificato il peso corporeo, i livelli di glicemia, colesterolemia e trigliceridemia dei pazienti esaminati».
I MIGLIORI 5 ALIMENTI PER COMBATTERE IL CANCRO AL SENO.
19-10-2016
Secondo l’American Cancer Society, le probabilità sono che 1 su 8 donne svilupperà il cancro al seno invasivo durante la sua vita. Uno stile di vita sano, una dieta sana che comprende alcuni alimenti può contribuire a combattere il cancro al seno.
1. BROCCOLI: Secondo la ricerca, consumare verdure crucifere può aiutare a fornire il corpo di elementi di lotta contro il cancro come la vitamina C, sostanze fitochimiche e calcio. Di tutte le verdure crucifere, i broccoli hanno il più alto contenuto di vitamina C, un antiossidante che può aiutare a stimolare le cellule anticancro, fermare la diffusione dei tumori e aiutare la riparazione del corpo dopo l’intervento chirurgico. E' stato dimostrato che gli individui con alti livelli di vitamina C nel sangue hanno un rischio ridotto di sviluppare il cancro rispetto a quelli con livelli più bassi. Aggiungere broccoli alla dieta, non significa consumarne grandi quantità per ottenere benefici. In realtà, studi recenti dimostrano che circa una mezza tazza di broccoli al giorno può contribuire ad un rischio ridotto di cancro al seno o ad altre parti del corpo tra cui ovaio, prostata e colon.
2. POMODORI: I pomodori contengono il licopene (responsabile del loro colore rosso vivace), un potente antiossidante con la capacità di aiutare le cellule di riparazione che sono più suscettibili al cancro. Diversi studi su sopravvissuti al cancro al seno in fase iniziale, hanno scoperto una correlazione tra elevati livelli di carotenoidi nel sangue e una riduzione del rischio di recidiva del cancro al seno. I pomodori contengono alfa e beta carotenoidi e come tali, sono spesso considerati super cibi anticancro.
3. ANGURIA: Considerato uno dei migliori antiossidanti, l’anguria contiene vitamine A e C, nonché l’antiossidante per eccellenza, il licopene. Tutti questi elementi lavorano insieme per regolare la produzione di radicali liberi nel corpo, impedendo loro di danneggiare o causare mutazioni cellulari.
4. CAVOLFIORE: Il cavolfiore, come altre specie vegetali, ha mostrato di contenere molecole che sopprimono cellule tumorali del seno.
5. TE’ VERDE: I polifenoli contenuti nell'estratto di tè verde, hanno dimostrato di rallentare la crescita del cancro al seno. In uno studio condotto da Katherine Crew, assistente professore di medicina ed epidemiologia presso la Columbia University Medical Center di New York, 40 donne che erano già state trattate per il cancro al seno, sono state alimentate con estratto di tè verde o un placebo. ”Dopo due mesi di assunzione di polifenoli da estratto di tè verde, c’è stata una riduzione del fattore di crescita degli epatociti“, ha spiegato la ricercatrice. Il fattore di crescita degli epatociti è correlato alla crescita cellulare e alla diffusione del cancro al seno.
I CIBI CHE BATTONO L’INSONNIA.
18-10-2016
Mangiare bene è la precondizione fondamentale per riuscire a dormire serenamente. Per questo, la scelta su cosa mettere a tavola la sera deve essere fatta con estrema cautela. Di seguito consiglio 6 alimenti che sembrano in grado di migliorare il riposo notturno.
1. KIWI
Sono frutti che vantano una grande concentrazione di vitamina C e proprietà antiossidanti non indifferenti grazie alle fibre e al potassio. Oltre a rappresentare un ausilio per il sistema immunitario soprattutto nel corso dell'inverno, i kiwi si rivelano anche alleati del sonno, secondo quanto afferma una ricerca dell'Università di Taipei. Lo studio, effettuato su 22 donne e 4 uomini fra i 20 e i 50 anni, dimostra che il consumo quotidiano di kiwi aumenta sia la quantità che la qualità del sonno. La “dose” necessaria è di 2 kiwi un'ora prima di andare a letto.
2. NOCI
Una ricerca dell'Università del Texas segnala l'aumento dei livelli di melatonina grazie al consumo delle noci. Come noto, la melatonina è l'ormone chiave per la regolazione del sonno, quello preposto al corretto meccanismo del ciclo sonno-veglia.
3. MANDORLE
Un altro frutto secco particolarmente ricco di magnesio, vitamine e omega-3. Oltre a far bene a cuore, ossa e arterie, le mandorle manifestano effetti positivi per il riposo notturno. Ciò sarebbe legato al magnesio, il cui deficit è correlato con difficoltà di addormentamento.
4. ALGHE MARINE
Si tratta di un alimento senz'altro poco comune sulle nostre tavole, ma il cui utilizzo andrebbe preso in considerazione. Secondo una ricerca dell'Università di Oxford, infatti, un piccolo supplemento di estratti di alghe ha l'effetto di alleviare i disturbi del sonno, come dimostra una sperimentazione effettuata su un campione di 360 bambini.
5. SUCCO DI AMARENE
Due tazze di succo hanno aumentato di un'ora il riposo complessivo delle persone che si sono sottoposte a una sperimentazione condotta dall'Università di Stato della Louisiana. Anche in questo caso ad essere coinvolta è la melatonina, la cui attivazione pare particolarmente sensibile al consumo delle amarene.
6. CAMOMILLA
Un classico, la tipica proposta delle mamme di fronte alle crisi di insonnia dei figli. In effetti, molti studi scientifici hanno confermato l'efficacia della bevanda specie se preparata con i fiori secchi della pianta, che avrà senz'altro un sapore più intenso rispetto alle bustine già pronte.
AVOCADO: NON PIU' UN FRUTTO PROIBITO.
18-10-2016
A parità di peso, il modesto avocado contiene più calorie di praticamente qualsiasi altro frutto esistente sulla faccia della terra: circa 200 kcal ogni 100 grammi. Ha anche la caratteristica piuttosto discutibile di essere uno dei pochi frutti con un contenuto misurabile di grassi, che può arrivare a 30 grammi per ciascun frutto, pari alla metà della quantità giornaliera raccomandata per un adulto medio. E’ difficile immaginare che un alimento così ricco di grassi faccia bene, eppure è proprio questo che dicono gli esperti, secondo i quali un pò di avocado al giorno non può che migliorare le condizioni di salute di una persona. Gli avocado sono ottime fonti di acido folico e di potassio. Contengono inoltre notevoli quantità di fibra e di grassi monoinsaturi, entrambi molto utili per chi si preoccupa del diabete o del cuore. A chi soffre di diabete tradizionalmente si raccomanda di mangiare più carboidrati e ridurre il consumo di grassi, consiglio che nel complesso potrebbe essere valido, ma non necessariamente per tutti. I medici hanno scoperto infatti che alcuni diabetici, quando mangiano molti carboidrati, tendono a sviluppare livelli alti di trigliceridi, grassi la cui presenza nel sangue può provocare malattie cardiache. Sorprendentemente, sostituendo parte dei carboidrati con grassi, soprattutto del tipo che si trova nell’avocado, il tasso di grassi pericolosi nel sangue tende a diminuire. Gli avocado sono una fonte abbondante di acidi grassi monoinsaturi, soprattutto acido oleico. “Abbiamo scoperto che i grassi monoinsaturi migliorano i livelli lipidici e contribuiscono a tenere sotto controllo il diabete”, spiega il dottor Abhimanyu Garg, professore associato di medicina interna e nutrizione clinica all’University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas. In Messico alcuni ricercatori hanno assegnato a 16 donne diabetiche una dieta con un tenore di grassi relativamente alto, in cui il 40% delle calorie proveniva da grassi, prevalentemente rappresentati da avocado. Il risultato è stato un calo del 20% dei trigliceridi. Le donne che seguivano una dieta a maggior contenuto di carboidrati, per contro, hanno fatto registrare un calo dei trigliceridi del 7% soltanto. I diabetici non sono gli unici a poter trarre vantaggio del consumo di qualche avocado in più: l’acido oleico contenuto in questi frutti può contribuire infatti a ridurre il colesterolo.
In un piccolo studio condotto in Messico, dove il guacamole è uno degli alimenti base, sono stati confrontati gli effetti di due diete a basso tenore di grassi che si differenziavano soltanto per il fatto che una delle due prevedeva l’avocado e l’altra no. Entrambi i regimi alimentari hanno portato a una riduzione del livello di colesterolo LDL (quello pericoloso), ma solo quello comprendente avocado ha provocato anche un aumento delle lipoproteine ad alta densità (colesterolo HDL o buono) e un leggero calo dei trigliceridi. Gli avocado contribuiscono a ridurre la colesterolemia anche per il notevole apporto di fibra alimentare, aggiunge il dottor Garg, e la fibra aumenta la massa delle feci, facendo sì che vengano evacuate più velocemente, insieme al colesterolo in esse contenuto. Abbassando il colesterolo, una dieta ad alto contenuto di fibra aiuta a prevenire l’ipertensione e le malattie cardiache, oltre che a ridurre il rischio di certi tumori, in particolare quello del colon. Sebbene quando si parla di potassio il pensiero va immediatamente alle banane, anche gli avocado ne contengono una dose tutt’altro che trascurabile: mezzo avocado fornisce 548 mg di potassio, pari al 16% del fabbisogno giornaliero e al 15% in più di quello contenuto in una banana di medie dimensioni. E’ dimostrato che coloro che consumano molti alimenti ricchi di potassio, tipo gli avocado, hanno un rischio molto minore di ipertensione e patologie correlate, quali attacchi cardiaci e ictus. Gli avocado sono inoltre una buona fonte di magnesio, altro minerale noto per la capacità di tenere sotto controllo la pressione sanguigna. L’avocado è probabilmente uno dei frutti più indicati quando si mangia per due, soprattutto per l’apporto di acido folico, nutriente che aiuta a prevenire gravi difetti congeniti del cervello e del midollo spinale. Per molte donne che non assumono abbastanza acido folico con la dieta, l’avocado può rivelarsi prezioso. Le future mamme non sono le uniche a cui l’avocado può fare bene: tutti hanno bisogno di acido folico, che è indispensabile per il buon funzionamento del sistema nervoso e contribuisce a combattere le cardiopatie.
IL LIBERO PENSIERO E' UNA MALATTIA MENTALE?
18-10-2016
Secondo l'ultima edizione del DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), lo sono senza alcun dubbio. Il Manuale identifica una nuova patologia psichica chiamata “disturbo oppositivo provocatorio”, o ODD. Si tratterebbe di un "modello di atteggiamenti ostili, provocatori e disobbedienti", i cui sintomi includono la discussione della autorità, la negatività, l'atteggiamento di sfida e di polemica, e la facilità nello infastidirsi. Il DSM è il manuale utilizzato dagli psichiatri per diagnosticare malattie mentali e, con in ogni nuova edizione, descrive decine e decine di nuove malattie mentali. Stiamo diventando sempre più malati? Sta diventando sempre più difficile essere mentalmente sani? Gli autori del DSM-V affermano che oggigiorno sono in grado di individuare molte malattie perché la scienza odierna possiede gli strumenti adeguati per farlo. I loro detrattori sostengono invece che lo fanno perché non sanno come passare il tempo. Le nuove malattie mentali individuate dal DSM-V includono arroganza, narcisismo, creatività superiore alla media, cinismo e comportamento antisociale. In passato questa roba rientrava negli elementi definiti "tratti della personalità", ma oggi sono delle malattie. E naturalmente esistono delle terapie farmacologiche per ognuna di esse. Negli ultimi 50 anni le malattie mentali elencate nel DSM sono cresciute da 130 a 357. La maggior parte di queste nuove malattie colpirebbero i bambini. Sebbene il manuale sia considerato un importante strumento diagnostico per l’industria psichiatrica, esso è stato anche responsabile di numerosi cambiamenti sociali. L'aumento del disordine bipolare e della depressione nei bambini sono stati in gran parte diagnosticati per via della descrizione di alcuni sintomi tracciata nel DSM. Un recente articolo del Washington Post ha osservato che, se Mozart nascesse oggi, gli sarebbe diagnosticato un ADD e "sarebbe ricondotto alla normalità attraverso una serie di cure".
Il regime Sovietico si servì delle nuove "malattie mentali" per la repressione politica. Agli individui che non accettassero i principi del Partito Comunista si diagnosticava un nuovo tipo di schizofrenia. Venivano isolati e medicalizzati coattivamente allo scopo di riportarli alla ragione. Da quando l’ultima edizione del DSM ha individuato i sintomi di diverse nuove malattie mentali nei bambini, ha avuto luogo un’escalation nelle diagnosi e nei trattamenti terapeutici sui bambini. Alcuni stati hanno promulgato leggi che consentono ad agenzie preposte di imporre con la forza un regime terapeutico, e criminalizzano la mancata assunzione di farmaci prescritti giudiziariamente. Tutto ciò dipinge un quadro agghiacciante per coloro i quali tra noi sono anticonformisti e dissidenti. Sebbene gli autori del manuale affermino che l’individuazione del nuovo disturbo sia stata effettuata senza alcun secondo fine, l'etichettatura del libero pensiero e dell’anticonformismo come malattie mentali, cova un enorme potenziale di abuso. Potrebbe facilmente diventare una arma nell’arsenale di uno stato repressivo.
DISFUNZIONI ERETTILI: LA LATTUGA E' UN VIAGRA NATURALE.
18-10-2016
Uno studioso italiano, Giorgio Samorini, a seguito di lunghi studi è riuscito a rintracciare le proprietà benefiche della lattuga, ovvero di un vegetale assai diffuso e che pare venisse impiegato già nell’antico Egitto come un vero e proprio Viagra naturale. Da più di un secolo diversi studiosi ed archeologi avevano cercato di spiegare l’associazione tra gli antichi bassorilievi egiziani e la lattuga. Infatti in questi bassorilievi veniva spesso raffigurato il Dio della fertilità (Min) in stato di eccitazione sessuale e con dinanzi una folla di fedeli che offriva al Dio dei cespi di lattuga. Per tanto tempo la relazione tra il Dio Min e la lattuga è rimasto un tabù, mentre oggi se ne comprende perfettamente il significato. A distanza di secoli tali bassorilievi fanno emergere una realtà conosciuta sin dai tempi antichi, ossia che la lattuga ha proprietà afrodisiache e che per tale ragione può essere considerata come un Viagra naturale. Nell’antico Egitto insomma la lattuga era simbolo di virilità capace di stimolare l’eccitazione sessuale.
A seguito dello svelato mistero sull’associazione del Dio Min alla lattuga, si è potuto far luce sulle qualità anti-disfunzione erettile di questo vegetale. Infatti la lattuga, assunta in modeste dosi, ha un’azione calmante ma se assunta in quantità notevoli può avere l’effetto opposto e divenire una sorta di Viagra naturale. Questo è quello che sostiene il paleobotanico italiano Samorini, autore della ricerca e del risolto mistero riguardante la lattuga e le sue qualità afrodisiache. Lo studioso ha risolto la questione, oggetto di interesse di numerosissimi archeologi, partendo dalle origini, ovvero prendendo in esame la lattuga selvatica, considerata come la “madre” dei vari tipi di lattuga. La lattuga selvatica era coltivata dagli egizi sin dal IV secolo a.C. e veniva offerta al Dio Min affinché egli risolvesse i problemi di quella che noi oggi chiamiamo disfunzione erettile. Partendo da questa base Samorini ha poi verificato gli effetti della lattuga e del lattice che affiora dagli steli recisi a seconda delle dosi somministrate. Ne è emerso che a basse dosi la lattuga ha un effetto calmante, ma lo stesso lattice assunto alle dosi di 2 o 3 grammi provoca un effetto stimolante come fosse un farmaco anti-impotenza, però al naturale!
MALATTIA E LIBERTA' DI SCELTA TERAPEUTICA.
17-10-2016
Oggi in Italia esiste la libertà di scelta terapeutica? Una persona è libera di intraprendere una strada terapeutica piuttosto che un’altra, e soprattutto un medico, in scienza e coscienza può - per aiutare il suo assistito - decidere la cura migliore, anche se non riconosciuta e se va contro gli interessi delle lobbies del farmaco? La risposta a tutte queste domande purtroppo è NO! A cosa serve allora riempirsi la bocca di belle parole come: libertà, costituzione, diritti, se quando una persona malata di tumore, per esempio, può solamente scegliere tra chemioterapia, radioterapia e chirurgia? Un medico del terzo millennio, nonostante il giuramento di Ippocrate (“primo non nuocere”: la chemio non è un veleno mortale?) e nonostante la Dichiarazione di Helsinki del 1964 (dell’Associazione medici mondiale), non può scegliere una strada terapeutica, ma deve sottostare ai protocolli ufficiali. Quando dico che un medico non può scegliere intendo dire che se non si adegua, non si piega ai dettami della medicina ortodossa (al paradigma vigente) rischia prima di tutto la professione (radiazione dall’albo professionale) e poi anche la galera! Sono numerosissimi i medici che hanno toccato con mano la pesante scure dell’inquisizione moderna, che è passata dalla croce con gli abiti neri, al caduceo con il camice bianco! Personaggi come Geerd Ryke Hamer (radiato e incarcerato), Tullio Simoncini (radiato), Liborio Bonifacio, Aldo Alessiani, Rudolf Breuss, Luigi Di Bella, Gianfranco Valsé Pantellini, Romano Zago, Giuseppe Zora, e moltissimi altri, hanno avuto il coraggio o l’incoscienza di mettere davanti agli interessi economici, la salute delle persone. Cosa questa estremamente pericolosa per l’establishment medico-scientifico, che mette invece il Dio-denaro dinnanzi ai pellegrini-malati. L’ultimo in termini di tempo è il dottor Paolo Rossaro di Padova, indagato addirittura per “omicidio colposo”, perché avrebbe utilizzato metodologie non convenzionali, oltre a quelle ufficiali, in cure oncologiche e nonostante il paziente purtroppo deceduto (uno su migliaia di casi) avesse firmato il consenso informato (quindi era pienamente consapevole). Sarebbe molto interessante se tale metro di giudizio, usato indiscriminatamente nei confronti del dottor Rossaro, venisse adoperato anche per tutte le centinaia di migliaia di morti ogni anno in Italia: tutti gli oncologi finirebbero in galera!
Oggi se una persona muore dopo (o a causa della) chemioterapia è tutto ok, ma se muore perché non ha voluto farla (in libertà di coscienza) non va bene e bisogna indagare il medico. L’attuale paradigma nel caso del cancro, anche se si può estendere a tutta la medicina allopatica, impone come cura: la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia. Null’altro. Si potrebbe pensare a questo punto che i risultati di queste terapie siano così straordinari, da imporli per legge. Ma non è così: basta leggere i dati sulla mortalità per tumore - previa cura ufficiale ovviamente - per comprendere che queste terapie sono un fallimento su tutta la linea: centinaia di migliaia di persone ogni anno in Italia muoiono nonostante i protocolli scientifici e nonostante le belle e incoraggianti parole dei luminari della scienza (gli stessi che poi fatturano nello loro cliniche private migliaia di euro per una visita e una pseudo-cura). D’altronde è risaputo che la guerra al cancro iniziata da Nixon negli anni ’70, e che ha prosciugato investimenti per centinaia di miliardi di dollari, è un fallimento globale su tutta la linea. Eppure si continua perseverando su quella strada. Come mai? La risposta può essere di tipo culturale ed economico, anche se la seconda comprende e condiziona la prima.
1. L’uomo viene considerato dalla medicina ortodossa come una semplice macchina proteica composta da cellule, ormoni e organi e altro materiale biologico (anche di scarto, vedi DNA spazzatura). In questa semplicistica e molto riduttiva visione il cancro è un’incontrollata proliferazione cellulare che porta alla morte prima l’organo o l’apparato e poi l’organismo umano. La cura si basa sull’estirpazione mediante bisturi, sul bombardamento con radiazioni o con la chimica di sintesi, di quella massa anomala che si è formata “casualmente” o per “difetti” genetici. Possiamo chiamare questa scienza? Una persona col tumore è sfortunata (casualità), oppure è difettosa dalla nascita (errori genetici)!
2. La medicina moderna è tutta nelle mani delle corporation chimico-farmaceutiche, dalla ricerca vera e propria, alla produzione di medicine: quindi dallo studio delle malattie alla cura fisica delle stesse. Se una multinazionale - società per azioni non certo filantropa - spende milioni di dollari e anni di lavoro in un prodotto, questi soldi devono tornare indietro eccome, e con gli interessi: è una legge economica.
Sempre in un’ottica economica: non può esistere un rimedio definitivo, perché se esistesse, le persone finirebbero per curarsi, e non produrrebbero più utili. Chiuderebbero in pratica tutte le società SpM, cioè le Società per la Malattia. Come la mettiamo? Ecco perché vengono scoperte e/o rispolverate malattie, oppure inventate di sana pianta, il tutto per allargare il bacino di pazienti che inconsciamente e spesso ignorantemente (ignorare significa non conoscere) cadono nelle maglie economiche di queste corporations. La pistola fumante che conferma questo, apparentemente cinico discorso, sono le malattie rare. Appunto perché toccano una percentuale bassissima della popolazione, nessuno investe denari! Se la medicina fosse per l’uomo e non per il Dio-denaro, non dovrebbe esserci alcuna differenza tra una malattia che colpisce 5 persone su 10.000 (definizione ufficiale di malattia rara) e quella che invece colpisce il 30% della popolazione. Avete mai sentito parlare di antrasferrinemia congenita, agammaglobulinemia, disfagocitosi erpetiforme, xantinuria? Queste 4 delle 581 “malattie rare” elencate nel sito dell’Istituto Sanitario italiano sono totalmente sconosciute, mentre tutti conosciamo bene il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete ecc. Se una malattia è mortale il discorso cambia eccome, perché più una malattia ha una percentuale bassa di guarigione più soldi pubblici e privati vengono investiti e quindi fagocitati dalle lobbies, ma non con l’obiettivo della cura definitiva, altrimenti come ho spiegato prima, chiuderebbero i battenti. Infatti nonostante tutte le ricerche, si continua a morire di cancro, di problemi cardiovascolari, per fare due esempi, più di prima. Tornando invece al primo punto di tipo culturale: vogliamo veramente credere che l’essere umano sia un piccolo ammasso sanguinolento formato da miliardi di cellule, e il tumore una massa informe che cresce e si sviluppa dentro per un motivo sconosciuto o casuale? L’essere umano certamente ha un corpo fisico (cellule, organi ecc.) ma è anche dell’altro. Si tratta infatti di un essere spirituale incarnato la cui anima funge da ponte di comunicazione tra il mondo materiale e quello immateriale. Si può affermare che l’essenza spirituale “indossa” un corpo fisico per fare esperienza, cioè conoscenza (quindi coscienza), e l’anima ne permette tale scambio! Cosa fa funzionare il cuore con tutta la sua circolazione sanguigna, se non la scintilla divina? Possiamo pensare che siano le correnti elettriche cardiache a mettere in moto un meccanismo così perfetto e altrettanto delicato? E se fosse così: cosa attiva queste correnti elettriche: il caso, una pila o dell’altro? Quale magico impulso dona la vita ad un ammasso di cellule?
In questa visione molto più completa (e responsabile), il cancro assume un aspetto decisamente differente: da massa che cresce caoticamente e casualmente, diventa una parte di noi che si “ribella” all’ordinamento assumendo una forma e una sua vita autonoma. Ha senso allora distruggere con la chimica o con le radiazioni una parte di noi, se tutto poi è collegato? Bombardando con radiazioni o con chemioterapici un fegato canceroso, uccido anche tutte le altre cellule che non c’entrano nulla, debilito fortemente l’organismo e distruggo quel fondamentale terreno biologico del corpo umano, nel quale avvengono tutte le reazioni e trasformazioni cellulari di vitale importanza, predisponendo (il corpo) alle infezioni, e ad altre malattie. Estirpando un tumore con la chirurgia, ad eccezione di alcune situazioni, viene certamente tolta la parte cosiddetta malata, ma vado all’origine del problema? La matrice che ha originato e/o innescato tale crescita cellulare viene eliminata con la rimozione delle cellule oncologiche? Assolutamente no, e i dati ufficiali delle recidive e della mortalità parlano da soli. La sopravvivenza a 5 anni dalla chemioterapia è intorno al 2%. Significa che gli strumenti riconosciuti come validi e adoperati dalla medicina allopatica tutta, sono pericolosi per la salute stessa dei malati. Ma se anche la chemio funzionasse (cosa che non è), non potrebbe mai e poi mai risolvere o portare alla cosiddetta guarigione, perché la guarigione non può avvenire dall’esterno, ma solo dall’interno. Dall’esterno è possibile soltanto aiutare l’organismo a ripristinare alcune funzioni, a proteggere e rinforzare il corpo fisico, ma mai guarire, perché la guarigione contempla l’equilibrio della triarticolazione dell’essere umano: corpo, anima e spirito. La medicina ufficiale, come anche parte di quella alternativa, invece contempla solo l’aspetto fisico (sintomatologico, allopatico), tralasciando le altre due importantissime parti: l’aspetto emozionale e quello spirituale! Basandosi solo sulla materia, (a cosa le lobbie mirano se non alla cosa più materiale che esista: il denaro?) e abbandonando gli aspetti sottili dell’essere, la medicina smembra e separa l’Uomo. Come può allora curare una medicina materialista che crea solo separazione?
Da quando il filosofo matematico francese René Descartes (XVII° secolo) meglio conosciuto come Cartesio, ha spinto l’uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l’intero organismo (Cogito Ergo Sum) possiamo dire che ha dato origine alla “separazione”, alla “divisione” dell’uomo che nel corso dei secoli ha portato alle specializzazioni mediche. Prima il Medico era uno e sapeva tutto o quasi (rispetto ai tempi ovviamente), poi è diventato specialista (cardiologo, urologo, ginecologo, pneumologo ecc.) perdendo la visione totale. Tale frammentazione cartesiana assieme alla concezione meccanicistica ha portato a quello che oggi possiamo assistere ogni giorno in ogni ambulatorio: il cardiologo che non sa nulla della prostata e l’urologo che non sa nulla del cuore; il dermatologo che conosce solo la pelle e il ginecologo solo gli organi sessuali. Possiamo chiamarla scienza? Se allora in un contesto più ampio e globale, si tiene in seria considerazione oltre alla parte fisica (certamente importante) soprattutto la parte emozionale (corpo animico) e quella spirituale (l’essenza divina) potremo seriamente “rischiare” di guarire, mettendo in crisi le lobbies del farmaco. Il tumore (ad eccezione dei bambini, che tocca aspetti molto più esoterici ed occulti) è una parte di noi che ci sta segnalando - anche a rischio della propria vita - attraverso il corpo fisico, un qualcosa che abbiamo perduto (equilibrio) o che ci siamo dimenticati, o che non vogliamo vedere e affrontare. Ma non ci sono alternative: quando fa la sua comparsa una massa cellulare dobbiamo cambiare qualcosa (l’aspetto emozionale, lo stile di vita, i rapporti famigliari e interpersonali, l’alimentazione ecc.). La guarigione è sempre e solo cambiamento, mentre la stasi è la morte! La malattia in generale ci dà l’opportunità di cambiare qualcosa di noi, dentro di noi ed esternamente nei rapporti con l’altro (il fuori). Sta a noi comprenderlo oppure no. Certamente è più facile seguire i dettami dell’esperto di turno, cioè il medico, ma purtroppo o per fortuna, non è il medico che sta vivendo la malattia, non è il medico che rischia di morire, come non è il medico che deve capire qualcosa e cambiare. La funzione principale del medico dovrebbe essere quella di accompagnare l’assistito aiutandolo nella maniera più congeniale e consona al suo essere: dare una dieta sana, aiutare a rinforzare il sistema immunitario, ovviamente assistere in caso di pericolo, e se all’occorrenza prescrivere una cura di emergenza. Oggi tutto questo rappresenta un’utopia: il medico è quello che prescrive farmaci (spesso pure sbagliando) da mattina a sera, parla con gli informatori medici (i très d’union con le lobbies) più che con le persone che ne avrebbero veramente bisogno, ascoltando i loro problemi come un vero e proprio confessore, e manda infine dallo specialista per quello o per quell’altro problema, perché non rientra nel suo campo d’azione. In una simile situazione di separazione e di totale assenza di amore, pretendiamo veramente di guarire? Certamente no, e infatti la malattia (questo disagio dell’anima) è sempre più presente nella nostra società moderna.
ALGHE: UNA PROTEZIONE DAL FONDO DEL MARE.
17-10-2016
Per centinaia o forse addirittura migliaia di anni in Asia le alghe sono state usate per prevenire e curare il cancro e oggi, come spesso avviene, la ricerca scientifica comincia a trovare conferme ai metodi terapeutici dei nostri antenati. “Occorreranno ulteriori studi clinici, ma sono già state portate a termine interessanti ricerche epidemiologiche e sperimentazioni su animali che dimostrano che le alghe marine possono prevenire i tumori”, afferma Alfred Bushway, professore di scienze dell’alimentazione all’University of Maine di Orono, il quale è convinto che le alghe possano in parte spiegare la minore incidenza di tumori che si registra in paesi come il Giappone, dove esse sono un alimento comune quanto da noi le patate. Alcuni ricercatori giapponesi hanno studiato gli effetti di estratti di otto tipi diversi di alghe marine su cellule precedentemente trattate con potenti sostanze cancerogene e sono giunti alla conclusione che molto probabilmente le alghe sono dotate della capacità di frenare i tumori. Benchè non si sappia ancora con certezza quale sia la sostanza da cui dipende questa capacità, potrebbe essere il betacarotene, lo stesso antiossidante che si trova in vegetali come le carote e le patate dolci. Le alghe Nori che si vendono essiccate in fogli, per esempio, sono una buona fonte di betacarotene. I ricercatori ipotizzano che le alghe contengano sostanze antitumorali diverse da quelle che si trovano nei vegetali terrestri. L’alginato di sodio, per esempio, presente in alte concentrazioni nelle alghe, potrebbe avere proprietà antitumorali. Ma anche in questo caso, si tratta di un settore di ricerca che va ancora approfondito. E’ raro incontrare una balena con il raffreddore: forse è per via di tutte le alghe che i grandi cetacei trangugiano tra le onde degli oceani. Alcune varietà di alghe marine sono ricchissime di vitamine che rafforzano le difese immunitarie e aiutano a tenere lontane molte malattie. In cima alla lista ci sono le nutrientissime Nori, che contengono elevate quantità di vitamina C, un antiossidante ben noto per la sua capacità di eliminare quelle molecole di ossigeno pericolose per i tessuti che vanno sotto il nome di radicali liberi. Contengono inoltre anche buone percentuali di vitamina A, che non solo potenzia le difese immunitarie, ma può prevenire la cecità notturna e i disturbi della vista correlati all’invecchiamento, come la degenerazione maculare. Inoltre la vitamina A protegge da vari tipi di tumori. Se volete invece che il vostro sangue diventi forte come il mare, una dose di vegetali marini ogni tanto vi potrà aiutare. Infatti le alghe, in particolare Kelp e Nori, contengono una buona percentuale di acido folico, un nutriente che favorisce la scomposizione delle proteine e la rigenerazione dei globuli rossi.
Il Kelp contiene anche magnesio, minerale che aiuta a controllare la pressione sanguigna, soprattutto in quelle persone che sono sensibili al sodio. Se siete vegetariani stretti e non mangiate né carne né derivati della carne, latte o uova, sarà bene che aggiungiate qualche alga al vostro repertorio di vegetali terrestri: è un buon sistema per assicurarvi la copertura del fabbisogno di vitamina B12, un nutriente che si trova soprattutto nella carne. Benchè non tutti siano d’accordo sulla quantità di vitamina B12 fornita dalle alghe, gli esperti ritengono che chi ne fa uso regolarmente abbia livelli ematici di B12 più alti del resto della popolazione. In uno studio su 21 vegetariani stretti è stato scoperto che quelli che mangiavano regolarmente alghe marine avevano livelli di vitamina B12 nel sangue doppi rispetto a coloro che non ne mangiavano affatto. La carenza di vitamina B12 si manifesta con affaticamento, perdita della memoria e lesioni neurologiche che provocano formicolii alle mani e ai piedi. Sebbene siano poche le persone a rischio di carenza di vitamina B12, è un problema che si può presentare nei vegetariani stretti e in alcuni anziani con problemi di assorbimento di questo nutriente.
I 30 USI DIVERSI DELL’OLIO DI OLIVA.
17-10-2016
L’olio di oliva oltre ad essere un importante componente della nostra alimentazione, presente nelle nostre tavole, ha anche un sacco di usi, vediamo come possiamo utilizzarlo al di fuori della cucina:
1. Per la rasatura: essendo viscoso e idratante l’olio di oliva permette al rasoio di scivolare meglio sulla pelle, consentendo una rasatura più delicata.
2. Legno d’ arredamento: Aggiungete olio di oliva e qualche goccia di succo di agrumi, possiamo ottenere un ottimo composto per lucidare i mobili.
3. Le unghie: Usare un pò di olio d’oliva per idratare le cuticole, e per massaggiare le unghie e lucidarle.
4. Lucido per acciaio inox: per prima cosa pulire bene la superficie da lucidare e aspettare che si asciughi. Poi prendere un panno e versarci sopra un filo di olio e frizionare energeticamente sulla superficie, il risultato sarà garantito.
5. Capelli crespi e ricci: Usare qualche goccia di olio d’oliva per domare i capelli crespi nei giorni invernali o di umidità.
6. Liberare una cerniera bloccata: Applicare un pò di olio con del cotone sui denti della cerniera e poi muovere la cerniera.
7. Cura per il vostro gatto: Aggiungere un cucchiaino di olio d’oliva al cibo del vostro gatto per aiutare a prevenire accumuli di pelo, e fornire un mantello lucido.
8. Labbra secche e screpolate: Mescolare l’olio d’oliva e cera d’api fusa in un rapporto di 1:1, con un olio essenziale per la fragranza, e applicare sulle labbra secche e screpolate.
9. Smettere di russare: Prendete un sorso di olio d’oliva, prima di andare a letto. Potrebbe lubrificare i muscoli della gola, e aiutare a smettere di russare.
10. Esfoliare il viso e le mani: da usare 1 volta a settimana: mescolare bicarbonato di sodio e olio fino ad ottenere una consistenza cremosa e strofinare leggermente il viso, poi lavare con sapone delicato, la pelle sarà perfettamente liscia e si potrà anche fare a meno di usare la crema
11. Per fare il bagno: Aggiungere qualche cucchiaio di olio d’oliva per il bagno, sarete stupiti di quanto la vostra pelle possa trarne giovamento.
12. Togliere il trucco: bagnare in acqua calda un batuffolo di cotone, togliere l’acqua in eccesso, versarvi qualche goccia di olio extravergine di oliva, passarlo sul viso e collo: toglie delicatamente il trucco; se si vuole fare a meno anche del tonico con un altro batuffolo intriso in un pò d’olio massaggiare per bene il viso e sciacquare via tutto con sapone delicato.
13. Curare un mal d’orecchi: Con un pò di cotone mettere qualche goccia di olio di oliva e pulire delicatamente facendo fuoriuscire lo sporco dall’orecchio.
14. Rimuovere la vernice dalla vostra pelle: Strofinare l’olio d’oliva sulla pelle macchiata e lasciare in posa per qualche minuto e poi pulire con acqua e sapone.
15. Eliminare il cigolìo di una porta: Utilizzare un tampone o straccio di cotone per applicare l’olio d’oliva fino alla cima di una problematica cerniera in casa o in automobile.
16. Lucido per calzature: Strofinare le scarpe con appena una spruzzata di olio d’oliva per mantenere la loro lucentezza.
17. Ammorbidire la pelle: usato su tutto il corpo dopo il bagno contrasta gli effetti disseccanti dell’acqua calcarea e leviga, ammorbidisce, tonifica e rivitalizza l’epidermide; attenua inoltre le cicatrici della pelle o le smagliature.
18. Facile pulizia degli attrezzi da giardino: Spruzzare pò di olio d’oliva sul tuo strumento per ridurre l’accumulo di sporcizia.
19. Curare l’arrossamento da pannolini: Dopo aver pulito la parte arrossata massaggiate con qualche goccia di olio d’oliva, per lenire la zona.
20. Maschere per viso (pelle secca): mescolare una parte di olio, una parte di miele ed una di argilla in polvere per una maschera purificante e distensiva; sempre per il viso una parte di olio, una di miele ed una di yogurt per una maschera nutriente.
21. Impacchi per capelli (capelli secchi): mescolare 2 tuorli d’uovo, 2 cucchiaini di miele, 2 cucchiai di olio di oliva; distribuire su tutta la lunghezza del capello massaggiando delicatamente la cute, avvolgere la testa con un asciugamano e lasciare agire per almeno 30 minuti. Risciacquare abbondantemente, lavare con uno shampoo adatto. Una soluzione più veloce è invece mischiare al balsamo che si utilizza di solito 1 bicchiere di miele e 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, applicare e lasciare in posa per 15 minuti. Risciacquare bene. Per rendere lucidi i capelli: scaldare l’olio d’oliva a bagnomaria e con un batuffolo d’ovatta, distribuirlo uniformemente sui capelli, lasciare in posa almeno per mezz’ora; risciacquare.
22. Unghie fragili: Il limone e l’olio di oliva sono rinforzanti naturali. Preparare una miscela composta da due cucchiai di olio d’oliva e un cucchiaio di succo di limone, poi emulsionare bene il tutto. Massaggiare ogni sera le unghie con il composto ottenuto.
23. Rimuovere gli aculei dei ricci di mare: Vi è mai capitato inavvertitamente di sfiorare al mare un riccio per sbaglio? Sicuramente avrete sentito un gran dolore dai suoi aculei, con un pò di olio d’oliva riusciremo a far uscire gli aculei che si sono conficcati nella pelle.
24. Togliere le zecche: Intingi il dito nella tazzina con l’olio e fai colare un paio di gocce d’olio sulla zecca. Aspetta un pò (perchè dopo qualche secondo la zecca apre il rostro) e con la pinzetta afferrala e tirala.
25. Mettete l’olio nei portacandele ed in questo modo quando la cera si scioglierà verrà via alla perfezione e senza strofinare.
26. Gomme da masticare: Ai bambini può capitare di appiccicarsi con la gomma sui capelli. Basterà applicare dell’olio d’oliva sulla gomma da masticare e lasciare agire per 5-10 minuti e poi potrete toglierla senza problemi.
27. Adesivi ed etichette: Per eliminare le etichette incollate basta mettere alcune gocce di olio d’oliva per qualche minuto e verrà via senza problemi.
28. Lubrificante intimo: Può essere utilizzato anche come lubrificate intimo, basta non utilizzarlo con i preservativi.
29. Ruggine: passare con una spugna leggermente abrasiva e poi asciugare bene con un panno imbevuto di olio di oliva.
30. Avete mai provato a fare il caramello in casa? Buono e facile da preparare, ma poi il mestolo è praticamente da buttare; per sciogliere i residui zuccherini e appiccicosi dalle stoviglie, tamponate con olio, lasciate agire un paio di minuti e vedrete come si pulirà facilmente.
LA TRUFFA DELL’ACQUA IN BOTTIGLIA.
16-10-2016
Gli italiani e le loro cattive abitudini, anche in questo hanno il primato. Non vi sentite però un pò presi in giro? Forse è arrivato il momento di smettere e bere responsabili. Secondo voi, quanti italiani sono a conoscenza di questo tristissimo primato? E poi, quanti, dopo aver visto questo video cambieranno le loro abitudini?