Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Sabato, 22 Ottobre 2016 09:15

COME FARE DA SOLI UN COLLUTORIO NATURALE.

22-10-2016

Il collutorio chi l’ha inventato? Fa bene? Fa male? O più semplicemente…fa qualcosa? Certi dentisti spesso affermano che il collutorio comune non serve a niente per l’igiene orale. Senza dubbio, il suo inventore, il tedesco Lingner, sulla fine dell’800 guadagnò molto grazie al suo commercio. Nell’antichità, già greci e romani erano alla ricerca di mezzi veloci, liquidi che potessero pulire e disinfettare bocca e denti. Forse però non tutti sanno che i collutori comunemente venduti oggi possono addirittura essere inquinanti per l’organismo umano. La maggior parte di essi, come del resto molti disinfettanti, contengono infatti il triclosan, un antibatterico e antisettico chimico, su cui vi sono opinioni contrastanti. Inoltre altri collutori hanno al loro interno i parabeni, il cui utilizzo è oggetto di controversie, poiché alcuni sostengono la necessità di evitarne l’uso quotidiano e secondo altri influirebbero, assimilati nel tessuto, persino sul sistema endocrino umano. Così come sarebbero da evitare collutori che contengono sodio lauril solfati o coloranti. I collutori naturali, quelli a base di olio di malaleuca o tea tree oil, per esempio, un antibatterico naturale, sarebbero decisamente meno nocivi per l’organismo e l’igiene personale.

COME FARE UN COLLUTORIO NATURALE?

Ebbene sì, si può fare da sé anche il collutorio. Le ricette per fare un buon collutorio naturale sono tante e diverse. La base è costituita da acqua e sale, a cui si possono aggiungere erbe, oli essenziali, bicarbonato. Sale? Sì, perché il sale è una specie di disinfettante naturale: di per sé infatti l’azione del sale (NaCl o cloruro di sodio) è batteriostatica ed elimina l’acqua, bloccando le attività vitali dei microrganismi. Aggiungendo oli essenziali ed erbe si purifica il cavo orale, scompare l’alitosi, si rinforzano denti e gengive.

COLLUTORIO AL BASILICO

Prendete dunque un pentolino, riempitelo di acqua e mettete un cucchiaio di foglie secche di basilico, o 100 grammi di foglie fresche. Far bollire per circa 10 minuti, filtrate, aggiungete il sale e usate questo insieme come collutorio, conservandolo in frigorifero in una bottiglietta di vetro o plastica per una maggiore durata. Il basilico della ricetta appena indicata può essere sostituito con foglie di salvia, fresche o essiccate.

COLLUTORIO ALL’OLIO DI MELALEUCA

Se invece preferite i profumi freschi degli oli essenziali e il potere disinfettante dell’olio di melaleuca, prendete una bottiglietta, riempitela di acqua e aggiungete un cucchiaio raso di bicarbonato, 2 gocce di olio essenziale di melaleuca, oppure di chiodi di garofano o salvia, e due gocce di olio essenziale di menta. Agitare il tutto per un collutorio naturale pronto in pochissimi minuti.

COLLUTORIO ALL’ACETO DI MELE

Anche l’aceto di mele è un valido alleato per il collutorio naturale. Basta mettere a bollire in un pentolino qualche chiodo di garofano e delle foglie di malva per qualche minuto; dopodiché, una volta che si è raffreddato il tutto, filtrate il liquido, mettete due cucchiai abbondanti di aceto di mele e un pizzico di sale. Per aromatizzare a piacere il vostro collutorio fai-da-te potete usare anche semi di anice, di finocchio o stecche di cannella.

Sabato, 22 Ottobre 2016 09:13

L’OLIO DI PALMA È ANTITUMORALE?

22-10-2016

Olio di palma. Torniamo ancora una volta a parlarne in quanto una nuova ricerca ha evidenziato come alcuni principi attivi presenti in questo grasso vegetale siano utili contro un tumore molto pericoloso e temuto: il melanoma. Si tratta di un’altra campagna volta a riabilitare l’olio di palma agli occhi dei consumatori? Cerchiamo di fare chiarezza. Innanzitutto cosa dice esattamente lo studio opera dell’Università Statale di Milano in collaborazione con l’Università dell’Aquila? Al centro dell’attenzione vengono posti i delta-tocotrienoli (δ‐TT) presenti nell’annatto (Bixa Orellana, i cui semi resi polvere colorante sono utilizzati soprattutto in Sud America) e nell’olio di palma che, come sottolineano i ricercatori, è un prodotto che non contiene solo acidi grassi saturi ma anche questi derivati della vitamina E particolarmente utili in quanto attivi contro le cellule tumorali. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports ha dimostrato come questi principi attivi siano utili contro il melanoma, il famigerato tumore della pelle, in quanto i δ‐TT rallentano la crescita della malattia e la sua progressione ma spingono anche all’apoptosi (ovvero ad una morte programmata) le cellule tumorali. Dopo studi condotti in vitro e in vivo si conclude così che “dal momento che i tocotrienoli sembrano anche ridurre lo sviluppo di malattie cardiovascolari e neurodegenerative (es. patologia di Alzheimer), questi dati dimostrano che l'olio di palma contiene sostanze protettive per la salute umana”. Bene, ma di che olio di palma si sta parlando?
Come vi ho già spiegato, sotto la definizione “olio di palma” si nascondono 3 prodotti differenti: l’olio di palma rosso grezzo, l’olio di palma raffinato (dal colore giallo paglierino) e il palmisto ottenuto dai semi. Si tratta di prodotti dalle qualità molto diverse. La ricerca è stata condotta sull’olio di palma rosso, ma i prodotti in cui ancora si trova l’olio di palma non usano certo questo olio molto più pregiato e costoso. In biscotti, crackers, merendine ecc., troviamo invece l’olio di palma raffinato se non addirittura il palmisto (questo in particolare è da evitare perché è ancora più ricco di grassi saturi pericolosi per la salute del nostro sistema cardiovascolare). Quali sarebbero dunque gli effetti benefici di queste sostanze? Nessuno! Negli oli raffinati non è rimasto nulla dei pur benefici principi attivi presenti nell’originale olio di palma. Fate attenzione, quindi, quando si parla di olio di palma perché si può far riferimento a:

• Olio di palma grezzo rosso.
• Olio di palma raffinato.
• Palmisto.

Bisogna sempre capire di quale variante di olio di palma si sta parlando, nella maggior parte dei casi si tratta di palma raffinato o palmisto.
Ci tengo a precisare che non è corretto definire l’olio di palma in sé un prodotto antitumorale (come è avvenuto questi giorni) e che è utile in caso di melanoma, sia perché vi è appunto una certa confusione su cosa si intenda davvero con questa definizione sia perché l’effetto antitumorale lo hanno piuttosto gli ormai noti delta-tocotrienoli, contenuti anche in altri prodotti vegetali. Come ha dichiarato infatti Patrizia Limonta dell’Università Statale di Milano autrice dello studio: “è il delta-tocotrienolo, estratto dall’olio di palma (ma anche dai semi di annatto), e non l’olio di palma in quanto tale, ad avere le proprietà che osserviamo nei nostri esperimenti”. La ricerca mette in luce gli effetti benefici dei delta-tocotrienoli (derivati dalla vitamina E), indiscutibili e confermati anche da altri studi che ne hanno voluto evidenziare diverse proprietà. Gli esperti in questo caso hanno scelto l’olio di palma rosso grezzo e i semi di annatto come prodotti naturali che contengono buone quantità di questi principi attivi. Ma sono i soli? La risposta è no, anche altre sostanze vegetali contengono i δ‐TT. Si tratta ad esempio di:

• Olio di semi di soia.
• Olio di germe di grano.
• Olio di mais.
• Olio di mandorle dolci.
• Olio di cocco.
• Anatto (preso a campione anche nella ricerca).
• Serenoa repens.

Si tratta di una nuova trovata per aiutare la reputazione dell’olio di palma, troppo denigrato negli ultimi periodi? La dottoressa Limonta assicura di no: “I nostri studi non sono stati assolutamente sovvenzionati da agenzie/companies che producono l’olio di palma. Lo scopo del nostro lavoro di ricerca è solo quello di valutare l’effetto del composto delta-tocotrienolo su alcune linee cellulari di melanoma umano; ci sono già molti dati nella letteratura scientifica che dimostrano come questi composti derivati della vitamina E sembrano possedere proprietà benefiche sulla salute umana”. E noi crediamo nella sua buona fede in quanto nel titolo originale della ricerca, “Vitamin E δ-tocotrienol triggers endoplasmic reticulum stress-mediated apoptosis in human melanoma cells” non vi è alcun riferimento all’olio di palma in quanto utile contro il melanoma ma si parla invece, giustamente, dell'effetto dei δ-tocotrienoli. Continuiamo a dire no all’olio di palma!

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4996065/

http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-antitumorale-bufala-rete.html

21-10-2016

D'ora in poi l'aglio non vi farà più paura. Uno studio americano pubblicato sul Journal of Food Science si è premurato di trovare un rimedio valido a una scorpacciata di aglio. L'effetto sul nostro alito è noto, ma secondo gli scienziati statunitensi esisterebbero contromisure alimentari adeguate. Lo studio ha selezionato alcuni volontari che, dopo aver trangugiato una piccola quantità di aglio fresco per 25 secondi, hanno mangiato a scelta fra i seguenti alimenti: mela, mela cotta, lattuga, menta, sciroppo di menta, acqua o tè verde. Gli scienziati hanno quindi analizzato il respiro con la spettrometria di massa, scoprendo che gli alimenti senza alcun effetto erano il tè verde e l'acqua. L'alimento più efficace è invece la menta fresca, al secondo posto la lattuga e al terzo la mela. Anche mela cotta e sciroppo di menta hanno dato buoni risultati, ma inferiori alle rispettive versioni a crudo.
È probabile che la presenza dei polifenoli all'interno di questi alimenti spieghi l'effetto di riduzione del disagio prodotto dall'aglio sull’alito. Importante anche la presenza di alcuni enzimi particolari come la polifenolossidasi, che aiuta a ridurre i livelli dei composti volatili dell'aglio. La minor efficacia dei cibi cotti è legata proprio al processo di cottura, che priva l'alimento di alcuni enzimi. Lo studio suggerisce quindi di cambiare approccio nei confronti dell'aglio e dei suoi effetti. Anziché farne a meno o ricorrere a continui lavaggi dei denti, poco utili perché eliminano soltanto una minima parte dei composti ingeriti, dovremmo concludere il pasto con un'insalata di lattuga e con una mela, magari masticando anche una foglia di menta per esseri sicuri di andare a letto senza infestare la stanza e il partner.

21-10-2016

Il vostro bambino ha contratto la varicella e non sapete come dargli sollievo? Scopriamo insieme questa malattia e quali rimedi naturali adottare perché passi il prima possibile.

COS’E’ LA VARICELLA

La varicella è una malattia infettiva che colpisce per la maggior parte i bambini tra i 5 e i 10 anni. Non è raro però che la contraggano anche gli adulti in ogni fascia di età. È provocata dall’herpes zoster, un virus che si trasmette velocemente per via area attraverso il contatto con le mucose. È altamente contagioso, soprattutto nei cinque giorni precedenti alla comparsa dei sintomi e fino ai cinque giorni successivi alla sua manifestazione. Ha un periodo di incubazione di 10-21 giorni. Per questo, i contagi avvengano in maniera massiva, colpendo intere classi di bambini.

QUALI SONO I SINTOMI DELLA VARICELLA

La varicella si manifesta con la comparsa di piccole “papule rosa” pruriginose su tutto il corpo, in particolare su arti, viso, tronco e cuoio capelluto. Quest’eruzione cutanea si tramuterà in vescicole piene di liquido. Dopo un paio di giorni le vescicole scoppieranno, formando delle croste granulari. Oltre alle caratteristiche “bolle”, la varicella potrebbe accompagnarsi anche ad altri sintomi. Febbre, mal di testa, mal di gola, brividi, sudorazione profusa, perdita di appetito e malessere generale sono i più comuni.

RIMEDI NATURALI DA ADOTTARE IN CASO DI VARICELLA

Se vostro figlio ha contratto il virus della varicella, non vi rimane che adottare alcune misure che ne allevino i sintomi e gli diano sollievo. Le bolle infatti provocano un fastidioso prurito che induce a grattarsi, causando così delle piccole cicatrici.

- Tagliate le unghie del bambino alla comparsa delle prime bolle e fategli indossare dei guanti di cotone nelle ore notturne, così da limitare i danni.
- Per ridurre il prurito, trattate le bolle con acqua e bicarbonato. Oppure usate del miele di buona qualità, che nutra la pelle e ne velocizzi il processo di guarigione.
- Per un’azione maggiormente rinfrescante, potreste optare per l’aloe vera, di cui conosciamo le proprietà lenitive.
- Un altro rimedio molto utilizzato sono le spugnature con farina d’avena o amido di riso diluite in acqua calda.

Inoltre, preferite un abbigliamento leggero e in fibre naturali, che sia traspirante e non troppo aderente, così da ridurre lo sfregamento con le vescicole. Infine utilizzate saponi e detergenti naturali, ricchi di sostanze nutritive ed emollienti.

ALIMENTAZIONE PER COMBATTERE LA VARICELLA

Se siete affetti dalla varicella, è necessario adottare un’alimentazione mirata, che contribuisca ad accelerare il decorso della malattia. In particolare, scegliete una dieta ricca di cibi integrali, con abbondanza di frutta e verdura in tutte le varietà di colori disponibili in stagione. Questa dieta così variegata e “variopinta” riesce a fornire i fitonutrienti necessari a rafforzare il sistema immunitario. Inoltre, date al vostro bambino dei succhi ricchi di vitamina A e C, come il succo di carota fresco oppure quello di limone, addolcito con acqua e miele. Limitate l’assunzione di zuccheri, alimenti trasformati, prodotti a base di frumento, bibite gassate e prodotti lattiero-caseari.

 

Venerdì, 21 Ottobre 2016 07:22

LE VERE CAUSE DEL CANCRO.

21-10-2016

1. SCARSA OSSIGENAZIONE TISSUTALE

Nel 1931 il Dott. Warburg ha vinto il premio Nobel per aver dimostrato che il cancro è causato dalla perdita della respirazione cellulare con ossigeno (fosforilazione ossidativa). In un articolo denominato “The Prime Cause and Prevention of Cancer” il Premio Nobel dichiarava che “la causa di cancro non è più un mistero, sappiamo che si sviluppa ogni volta che alla cellula manca il 60% dell’ossigeno necessario”. “Il cancro, più di tutte le altre malattie, ha infinite cause secondarie. Ma, anche per il cancro, c’è soltanto una causa principale: la causa principale di cancro è il rimpiazzo della respirazione con ossigeno nelle cellule normali con un processo di fermentazione dello zucchero. Tutte le cellule normali soddisfano le loro esigenze di energia tramite la respirazione con ossigeno, mentre le cellule tumorali soddisfano le loro esigenze di energia in gran parte tramite la fermentazione. Tutte le cellule normali sono dunque aerobiche, mentre tutte le cellule tumorali sono parzialmente anaerobiche”. La scarsa ossigenazione deriva da un accumulo di agenti cancerogeni e di altre tossine all’interno ed intorno alle cellule, che blocca e danneggia il meccanismo cellulare di respirazione con ossigeno. L’impilamento dei globuli rossi rallenta la circolazione sanguigna e limita il flusso nei vasi capillari causando una difficile ossigenazione. Anche la mancanza delle sostanze costituenti le pareti delle cellule, acidi grassi essenziali, limita lo scambio di ossigeno. Poiché le cellule cancerogene producono energia dalla fermentazione, esse producono acido lattico. L’acido lattico è tossico e tende ad impedire il trasporto dell’ossigeno nelle cellule normali. Col tempo, poichè queste cellule si duplicano, il cancro può spargersi se non distrutto dal sistema immunitario. La chemioterapia e le radiazioni sono usate perché le cellule cancerose sono più deboli delle cellule normali e quindi possono morire per prime. Tuttavia, la chemio e le radiazioni danneggiano gli enzimi respiratori delle cellule sane e le sovraccaricano di tossine, così da diventare più predisposte a sviluppare cancro. Il cancro di partenza, a causa del peggioramento generale delle condizioni, non è migliorato e solitamente si presenta una seconda volta a meno di non apportare cambiamenti a supporto della salute di tutto l’organismo. Un modo efficace di sostenere la lotta del corpo contro il cancro dovrebbe essere di apportare ossigeno quanto più possibile nelle cellule sane e migliorare la loro capacità di utilizzarlo. Aumentare i livelli di ossigeno delle cellule normali contribuirebbe ad impedire loro di diventare cancerose. I livelli aumentati di ossigeno nelle cellule tumorali potrebbero contribuire ad ucciderle.

2. pH ACIDO

C’è abbondanza di ricerche che dimostrano come il cancro prosperi in un ambiente acido e non sopravvive in un ambiente più alcalino. Le cellule cancerose rendono il corpo umano ancora più acido a causa della produzione di acido lattico. Quindi, in caso di cancro, i livelli di pH sono bassi e l’organismo è troppo acido. Rendere il corpo più alcalino è vitale nella battaglia contro il cancro. Purtroppo la maggior parte degli alimenti e bevande che consumiamo sono acide: cereali, zucchero, bibite tipo cola e altre bibite analcoliche sono altamente acidi. Così a meno di non mangiare una dieta molto sana, ricca di frutta e di verdure fresche, il corpo sarà sicuramente troppo acido generando un ambiente molto valido affinché il cancro si possa sviluppare. Realmente, un’acidità eccessiva è un fattore eziologico in molte malattie degenerative come diabete, artrite, fibromialgia ecc. Assumere medicine o supplementi mentre il vostro corpo è altamente acido è paragonabile a lavare i piatti in acqua sporca dove, pur mettendo sapone in abbondanza, i piatti non verranno mai puliti. Secondo Keiichi Morishita nel suo libro Hidden Truth of Cancer, quando il sangue comincia a diventare acido, il corpo trasporta le sostanze acide (solitamente tossine) nelle cellule per poterlo mantenere più alcalino. Tuttavia, questo induce le cellule a diventare più acide e tossiche, provocando una diminuzione dei loro livelli di ossigeno e alterando il loro DNA e gli enzimi respiratori. Così più le cellule sono acide, meno ossigenate saranno. Col tempo, l’aumento di acidità provocherà la morte di alcune di queste cellule. Tuttavia, alcune cellule acidificate potranno adattarsi a quell’ambiente e, invece di morire sopravviveranno diventando anormali. Queste cellule anormali sono chiamate cellule maligne. Le cellule maligne non rispondono né agli “ordini” del cervello né al nostro codice di memoria del DNA. Di conseguenza, le cellule maligne si sviluppano indefinitamente e senza ordine.

3. SISTEMA IMMUNITARIO INSUFFICIENTE

Per la maggior parte della vita, il sistema immunitario si occupa con successo delle cellule degenerate, distruggendole quando si sviluppano. Affinché il cancro si sviluppi nel corpo umano, il sistema immunitario deve diventare inefficace ed incapace di occuparsi delle cellule tumorali. Per cui, nella battaglia contro il cancro, è vitale rinforzare il sistema immunitario specialmente se si stanno utilizzando trattamenti medici che rovinano il sistema immunitario e rendono il corpo più acido.

4. CANDIDA E INFEZIONI FUNGINE

Alcuni medici teorizzano che la candida o altre infezioni fungine sistemiche causino o per lo meno contribuiscano allo sviluppo di cancro. Ciò è quanto meno logico. Un’infezione generalizzata da candida influisce negativamente sul sistema immunitario. Non solo il sistema immunitario è sopraffatto e scompensato dalla lotta all’infezione, ma la candida (o altri funghi) secernono tossine che indeboliscono ulteriormente il corpo. Il residuo principali della candida è acetaldeide, che produce etanolo. L’etanolo causa nel corpo affaticamento eccessivo e riduce la resistenza e l’energia. In più, distrugge gli enzimi necessari per produrre l’energia delle cellule e causa il rilascio di radicali liberi che possono danneggiare il DNA. L’etanolo inoltre inibisce l’assorbimento del ferro. Poiché il ferro è uno dei supporti ematici più importanti per l’ossigeno, l’etanolo nel corpo provocherà una riduzione dei livelli di ossigeno. Alcuni medici implicano i funghi come causa di leucemia. Nel 1999 Meinolf Karthaus, ha ottenuto improvvise remissioni in tre bambini con leucemia dopo averli trattati con un cocktail antifungino per le loro infezioni “secondarie” da funghi. L’autore Doug Kaufmann asserisce che i funghi presenti negli alimenti possono svolgere un ruolo nel cancro. Molti bambini hanno evidenziato remissioni dalla loro leucemia cambiando semplicemente la dieta. La dieta di Kaufmann è basata sull’eliminazione del problema ampiamente pubblicato della contaminazione da micotossine dei cereali. I cereali come mais, frumento, orzo, sorgo ed altri alimenti quali le arachidi, sono contaminati comunemente con tossine fungine cancerogene denominate micotossine. Uno di loro, l’aflatossina, sembra sia la sostanza più cancerogena sulla terra. Kaufmann ritiene che gli antibiotici possano svolgere un ruolo in tutto questo. Gli antibiotici distruggono i batteri normali e protettivi dell’intestino, permettendo che lieviti e funghi intestinali si sviluppino incontrollati con conseguente crescita eccessiva della candida. Ciò può condurre a soppressione immunitaria e persino al cancro.

5. TOSSINE

Un eminente oncologo tedesco dice che il cancro è causato da tossine ambientali. Molti altri sono concordi. Mentre ci sono ovviamente altre cause eziologiche come funghi, virus ecc., il cambiamento principale nel mondo che potrebbe aver condotto all’esplosione del cancro negli ultimi 100 anni è stata l’introduzione di decine di migliaia di prodotti chimici nell’ambiente. Prodotti chimici a cui non eravamo stati mai esposti prima e che il nostro corpo non sa come maneggiare. Essi hanno sopraffatto le difese del corpo umano lasciando via libera allo sviluppo del cancro. Purtroppo, se l’industria e il governo, tenuto sotto controllo, procederanno in questa direzione, la situazione potrà solo aggravarsi. Le aziende di biotecnologie stanno promuovendo aggressivamente l’uso di alimenti geneticamente modificati che per loro sono finanziariamente una miniera d’oro. Purtroppo, gli alimenti geneticamente modificati creano parecchi problemi. Anche gli scienziati dell’FDA hanno resistito alla loro immissione sul mercato fino a quando la pressione dei vertici politici non ha portato alla loro approvazione. Ogni studio indipendente ha evidenziato problemi di salute dovuti al loro consumo. Uno sviluppo anormale cellulare è fra le problematiche principali. “Il latte di mucche transgeniche americane contiene una grossa quantità dell’ormone IGF-1, che è uno dei fattori di rischio connessi con il cancro della prostata e del seno. Le allergie alla soia sono aumentate del 50% nel Regno Unito, in coincidenza con l’introduzione delle importazioni della soia OGM dagli Stati Uniti”. Ci sono parecchi tipi di tossine che si accumulano nel corpo di cui bisogna occuparsi quando si combatte il cancro. In primo luogo c’è la tossicità cellulare causata dallo passaggio delle tossine all’interno delle cellule dovuto all’eccessiva acidità ematica e l’incapacità di liberarsene per lo stesso motivo. Poi c’è la tossicità da prodotti chimici e da metalli pesanti che viene da anni di esposizione ed ai prodotti chimici altamente tossici. Mentre molti derivano dall’ambiente, le amalgame da otturazione d’argento, molti vaccini e alcuni farmaci portano mercurio e altre tossine nel nostro corpo. La maggior parte dei grandi pesci contengono livelli elevati di mercurio. Livelli elevati di metalli pesanti distruggono il sistema immunitario. Infine abbiamo una crescita di tossine nel colon prodotta da alimenti non digeriti e da materiale fecale indurito. Si altera l’assorbimento dei nutrienti e le tossine che permangono all’interno dell’intestino sono riassorbite nuovamente dentro il corpo. Ciò genera uno stress costante sul sistema immunitario e un ulteriore carico sui sistemi di disintossicazione del corpo.

6. ACQUA CLORATA

Secondo il Council Of Environmental Quality degli Stati Uniti, “il rischio di cancro negli individui che bevono acqua clorata è superiore del 93% rispetto a quelli che bevono acqua che non contiene cloro”. Può anche causare molte cardiopatie. Il Dott. Joseph Price verso la fine degli anni sessanta ha scritto un libro altamente controverso intitolato Coronaries/Cholesterol/Chlorine ed ha concluso che niente può negare il fatto incontrovertibile, che la causa di base dell’arteriosclerosi, degli attacchi cardiaci e dell’ictus sia il cloro. Il Dott. Price successivamente diresse uno studio usando dei polli, in cui sono stati osservati due gruppi di diverse centinaia di uccelli dalla nascita alla maturità. Ad un gruppo è stata data acqua clorata e all’altro no. Il gruppo col cloro, una volta sottoposto ad autopsia, ha evidenziato un certo livello di patologie cardiocircolatorie in ogni esemplare, il gruppo senza cloro non ha avuto alcuna incidenza di malattia. Il gruppo senza cloro si è sviluppato più velocemente, di stazza maggiore e salute vigorosa. Quando il cloro è aggiunto all’acqua, si lega ad altri residui naturali per formare Trialometani (sottoprodotti della clorazione), o THM. Questi sottoprodotti del cloro innescano la produzione di radicali liberi nel corpo, causando danni alle cellule e sono altamente cancerogeni. Il cancro al seno, che ora interessa una ogni otto donne nell’America del nord, recentemente è stato collegato ad un accumulo di composti del cloro nel tessuto mammario. Uno studio effettuato ad Hartford nel Connecticut, il primo di questo genere nell’America del nord, ha trovato che: “le donne con il cancro mammario hanno livelli di organoclorine nel tessuto mammario maggiori del 50-60% rispetto a quelle senza cancro al seno”.

7. RADICALI LIBERI

Una delle cause di cancro sono i danni da radicali liberi in grado di alterare il DNA con conseguenti mutazioni di alcune cellule in cellule cancerose. Qualsiasi prodotto chimico e tossina presente nel corpo, causa danni da radicali liberi. Un altro motivo per cui abbiamo troppi danni da radicali liberi e troppi cancri è che gli alimenti trasformati industrialmente generano più radicali liberi rispetto agli alimenti biologici e contengono poche sostanze nutritive ad azione antiossidante. Per finire, siamo esposti a più di 70.000 prodotti chimici, 20.000 dei quali sono conosciuti come agenti cancerogeni. Tutti causano danni da radicali liberi.

8. BASSI LIVELLI DI ENZIMI

I ricercatori hanno notato per anni una corrispondenza fra scarsi livelli enzimatici e cancro. In effetti la terapia enzimatica è stata usata con buoni risultati contro il cancro. All’inizio del 1900 un medico nel Galles, John Beard scoprì che gli enzimi pancreatici distruggevano le cellule tumorali. Facendo alcune brillanti osservazioni, dedusse che le cellule tumorali derivano da cellule staminali che si trasformano in cellule staminali incontrollate. Egli notò che il pancreas fetale iniziava a funzionare e secernere enzimi al cinquantaseiesimo giorno di gestazione. I feti non digeriscono nulla fino alla nascita. Beard si domandò perchè il pancreas del feto iniziasse a funzionare così presto. Egli notò che il giorno in cui il pancreas iniziava a produrre gli enzimi era il giorno in cui la placenta smetteva di crescere. Gli enzimi arrestavano questa crescita. La sua teoria era che molte cellule della placenta rimangono nel nostro corpo. Quando queste cellule placentari mal posizionate andavano perse, potevano iniziare a crescere, diventare cancerose, in presenza di scarsità di enzimi pancreatici. Nel 1911 sperimentò con successo gli enzimi pancreatici per arrestare il cancro nei topi. Naturalmente e purtroppo, fu deriso e perseguitato morendo nell’oblìo. Il Dott. Kelly varie decadi dopo, venne a conoscenza di questo lavoro e si curò un cancro usando gli enzimi pancreatici che cominciò ad utilizzare sui malati. Il motivo principale per cui i livelli enzimatici si riducono è che mangiamo principalmente alimenti trattati industrialmente, irradiati e cotti. Il sistema digestivo è stato programmato per trasformare l’alimento grezzo, integrale. L’alimento grezzo, quando è maturo, contiene enzimi che aiutano la sua digestione nello stomaco in cui rimane per 30-45 minuti. Gli enzimi contenuti nell’alimento lo predigeriscono. Quando si mangiano alimenti cucinati, irradiati e trasformati, gli enzimi sono stati uccisi; l’alimento non è più predigerito nello stomaco. Così quando raggiunge l’intestino il pancreas deve preparare enzimi supplementari per provare a distruggere l’alimento. E l’alimento spesso è soltanto parzialmente digerito. Il pancreas, dopo decadi di superlavoro non è più in grado di produrre enzimi in modo adeguato. Con una carenza enzimatica, il corpo non è in grado di distruggere le cellule cancerose. Vari studi hanno evidenziato che il sistema immunitario considera l’ingestione di un alimento cucinato come un veleno tossico, producendo una quantità di globuli bianchi nel tentativo di eliminarlo il più presto possibile.

9. CAMPI ELETTROMAGNETICI                                       

I Campi elettromagnetici (EMF) sono un’altra causa possibile di cancro. Siamo esposti a loro attraverso gli apparecchi elettronici. I telefoni cellulari, gli schermi dei computer e i forni a microonde sono quelli più potenti, ma persino gli orologi radio tenuti di fianco al letto emettono livelli non sani di EMF per circa mezzo metro. La radiazione dai telefoni cellulari può letteralmente provocare dei “buchi” nella barriera emato-encefalica, necessaria per impedire che le tossine entrino nel cervello. Quando è piena di falle, le tossine entrano nel cervello, causando molti danni. Uno studio svedese ha trovato che gli utilizzatori pesanti di telefoni cellulari hanno un aumento del 240 per cento di rischio di tumori cerebrali dal lato della testa dove il telefono viene utilizzato. Ci sono due modi per convivere con gli EMF. Provare a evitare l’esposizione, o potete usare dei prodotti che ne neutralizzano l’effetto. Ad esempio, si può scegliere di non utilizzare il telefono cellulare, oppure utilizzare un buon neutralizzatore di energia.

21-10-2016

Lo stress è sempre stato considerato un potente fattore esterno di fronte al quale siamo vittime impotenti, ma la scienza ha dimostrato che lo stress di per sè non provoca malattia. Dopo cinquant'anni di studi in proposito, Hans Selye, il padre della teoria dello stress, è giunto alla conclusione che non contano tanto i fattori di stress della vita di una persona, ma il modo in cui vi si reagisce, e nel suo libro "Stress of Life" lo spiega con un esempio ipotetico. Che cosa succede se passiamo accanto a un ubriaco che ci copre di insulti? Se ignoriamo l'affronto, non subiremo danni fisici, ma se ci arrabbiamo scarichiamo adrenalina, che fa aumentare la pressione e la frequenza cardiaca, mentre l'intero sistema nervoso entra in allarme e si prepara alla lotta. Se questo succede a un potenziale cardiopatico, il risultato può essere un attacco di cuore fatale. Qual è la causa della morte, in tal caso? L'ubriacone? I suoi insulti? No, spiega il dottor Selye, la morte è dovuta all'aver scelto la reazione sbagliata. Un gruppo di studiosi del comportamento dell’University of Chicago, coordinato da Suzanne Kobasa e Salvatore Maddi, ha voluto mettere alla prova da un punto di vista nuovo la popolare teoria secondo cui un alto livello di stress equivale ad alto rischio di malattia seguendo un gruppo di 200 dirigenti della Illinois Bell Telephone Company nel periodo in cui la società è stata smembrata e concentrandosi su quelli che stavano bene, anzichè su coloro che si ammalavano. La metà dei dirigenti lamentava molti sintomi, mentre gli altri 100 ne presentavano pochissimi. I sani risultarono poi avere un modo di vedere le cose e di affrontare lo stress fondamentalmente diverso da quelli che si ammalavano. I manager sani vedevano il cambiamento come un processo inevitabile e un'opportunità di crescita, anzichè come una minaccia alla propria sicurezza. Di fronte ai problemi, invece di sentirsi sopraffatti o di pensare che fossero insormontabili, reagivano con quella che gli autori dello studio definiscono "valutazione cognitiva ottimistica", una strategia che dava loro un senso di controllo interiore sulla situazione. Inoltre nutrivano un profondo interesse per il lavoro e la famiglia e da tale impegno ricavavano un notevole entusiasmo e la sensazione di avere uno scopo nella vita. I dirigenti dotati di quelle che Kobasa e Maddi definiscono le tre "risorse di resistenza" - forza psicologica (senso di controllo, sfida e impegno), supporto sociale e regolare esercizio fisico - avevano meno di una probabilità su dieci di andare incontro a una malattia grave nell'immediato futuro. Invece tra i dirigenti stressati che non avevano nessuna delle tre risorse, le probabilità di ammalarsi gravemente erano più di nove su dieci.
Un altro ricercatore ha condotto studi su reclute della Marina al Naval Health Research Center di San Diego, da cui è emerso che lo stress non sempre equivale a sofferenza fisica. Nè il numero nè la gravità degli eventi stressanti spiega perchè una persona si ammala. Il fattore cruciale è il significato che la persona attribuisce agli eventi. Il tasso di colesterolo aumenta solo nelle reclute che considerano l'addestramento pesante, deprimente e destinato a fallire. In coloro che lo trovano stimolante, anche se un pò preoccupante, non si registra alcun aumento del colesterolo. Anche in uno studio sui controllori del traffico aereo, categoria notoriamente sottoposta a stress elevato, è emerso che è l'atteggiamento e non la dose di stress il fattore che determina chi si ammala. David Jenkins, professore di medicina preventiva all’University of Texas di Galveston, ha coordinato uno studio durato 27 mesi, nel quale i partecipanti sono stati valutati inizialmente e quindi una volta ogni 9 mesi. A differenza della maggior parte delle ricerche, che analizzano a posteriori la frequenza delle malattie, i ricercatori di Jenkins hanno elaborato delle previsioni basandosi sull'ipotesi che le personalità di tipo A - competitive, aggressive, colleriche, sempre frettolose e costantemente in lotta contro il tempo e l'ambiente - si ammalino più spesso. I risultati hanno dato loro ragione. Gli individui di tipo A hanno fatto registrare il triplo di piccoli disturbi e lesioni dei tipi B, più rilassati. L'ipertensione, disturbo molto diffuso tra i controllori del traffico aereo, non è risultata correlata alla quantità di stress cui una persona è sottoposta, ma al modo in cui essa la affronta. Coloro che esprimevano lo stress, si sfogavano e cercavano di reagire non diventavano ipertesi, mentre coloro che addirittura negavano di essere stressati avevano il maggior rischio di ipertensione. Jenkins ha scoperto anche un fattore protettivo: la competenza. Coloro che tra i colleghi erano considerati i più efficienti sul lavoro non si ammalavano. Tra le persone ciniche o con atteggiamenti ostili o di collera repressa è stata riscontrata una maggior incidenza di aterosclerosi e coronaropatie, con un maggior rischio di attacchi cardiaci. Uno studio venticinquennale su 255 medici sottoposti a una batteria di test psicologici quando studiavano alla facoltà di medicina dell’University of North Carolina ha rivelato che l'incidenza di cardiopatie era quattro volte e la mortalità sei volte più alta tra coloro che avevano riportato i punteggi più alti per quanto riguarda l'ostilità. Oltre all'apparato cardiovascolare e al sistema immunitario, lo stress cronico può influire anche sulle difese a livello molecolare. I ricercatori dell'Ohio State University College of Medicine and Comprehensive Care Center hanno osservato alterazioni del processo di riparazione del DNA in persone angosciate con difficoltà ad affrontare lo stress. Il processo di riparazione del DNA è la prima difesa contro i tumori. Quando le cellule vengono danneggiate da radicali liberi, sostanze chimiche o radiazioni, il meccanismo di riparazione del DNA, se non è compromesso, impedisce le mutazioni e lo sviluppo dei tumori.

20-10-2016

IL MITO: L’elenco degli ingredienti nei prodotti alimentari è studiato per informare i consumatori circa il contenuto del prodotto.

LA REALTA': L’elenco degli ingredienti è utilizzato dai produttori per indurre i consumatori a credere che gli alimenti acquistati siano più sani di ciò che sono.

Questo articolo esamina alcuni trucchi comunemente usati da molte industrie alimentari, e contiene una serie di utili informazioni per aiutare i consumatori a leggere le etichette con il giusto scetticismo. Se la Scheda Nutrizionale Informativa presente nella confezione del prodotto alimentare elenca ogni sostanza contenuta nel prodotto, come potrebbe ingannare i consumatori? Uno dei trucchi più comuni è quello di distribuire gli zuccheri presenti tra molti ingredienti così che le quantità di zuccheri non compaia nei primi tre dell’elenco. Per esempio, un’azienda può usare una combinazione di saccarosio, fruttosio, sciroppo di cereali, sciroppo di grano, zucchero di canna non raffinato, destrosio e altri zuccheri per essere sicura che nessuno di essi sia presente in quantità sufficiente da arrivare nelle prime posizioni dell’elenco degli ingredienti (ricorda che gli ingredienti sono elencati in ordine di proporzione nel prodotto, con i più presenti elencati per primi). Ciò inganna i consumatori sul fatto che il prodotto non sia composto principalmente da zucchero. E’ un modo per spostare lo zucchero più giù nella lista degli ingredienti, non informando sul contenuto reale di zucchero presente nell’intero prodotto. Un altro trucco consiste nel gonfiare l’elenco con minuscole quantità di ingredienti ridondanti. Si può vederlo nei prodotti per la cura personale e nello shampoo, dove le aziende dichiarano di fornire shampoo alle erbe che in realtà hanno un contenuto di erbe quasi inesistente. Le aziende possono gonfiare l’elenco ingredienti con “salutari” bacche, erbe o super cibi che, molto spesso, sono presenti solo in minuscole quantità. La presenza - ad esempio - della “spirulina” in coda all’elenco è praticamente insignificante. Non c’è abbastanza spirulina in quel prodotto che possa produrre reali effetti sulla vostra salute. Questo trucco è chiamato “etichetta imbottita” ed è comunemente usato dai produttori di “junk-food” che vogliono saltare sul carro dei prodotti biologici senza in realtà produrre cibi sani. Un terzo trucco consiste nel nascondere ingredienti dannosi dietro nomi dal suono innocente, che inducano a credere che siano sani. Il nome dell’estremamente cancerogeno nitrito di sodio (conservante E250), per esempio, suona perfettamente innocente, ma è ben documentato che sia causa di tumori al cervello, cancro al pancreas, cancro al colon e molti altri tipi di cancro. Il carminio suona come un innocente colorante per alimenti, ma in realtà è fatto con le carcasse frantumate di scarafaggi rossi della cocciniglia. Naturalmente, nessuno mangerebbe yogurt alle fragole se sull’etichetta ci fosse indicato “colorante rosso per alimenti a base di insetti. ”Allo stesso modo, estratto di lievito suona come un ingrediente salutare, ma in realtà è un trucco usato per nascondere il glutammato monosodico (MSG, un esaltatore chimico di sapore, per dare gusto ai cibi eccessivamente elaborati) senza avere l’obbligo di indicarlo nell’etichetta. Molti ingredienti contengono glutammato monosodico nascosto, e personalmente ho scritto parecchio al riguardo. Praticamente tutti gli ingredienti idrolizzati contengono alcune quantità di glutammato monosodico nascosto.
Sai che il nome del prodotto alimentare non ha nulla a che fare con ciò che c’è dentro? Aziende alimentari producono alimenti come il “Guacamole Dip” (salsa di avocado) che non contiene avocado! Sono preparati, invece, con olio di soia idrogenata e colorante chimico verde. Ingenui consumatori comprano questi prodotti, pensando di prendere salsa di avocado, quando in realtà stanno comprando colorante verde; squisito e dietetico veleno. I nomi dei cibi possono includere parole che descrivono elementi non presenti nel prodotto. Un cracker al formaggio, per esempio, non deve necessariamente contenere formaggio. Qualcosa di “cremoso” non deve contenere la crema. Un prodotto alla frutta, non ha bisogno di contenere nemmeno una singola molecola di frutta. Non lasciarti ingannare dai nomi dei prodotti stampati sulla confezione. Questi nomi sono ideati per vendere i prodotti, non per descrivere gli ingredienti contenuti in essi. Non esiste l’obbligo di includere nell’elenco degli ingredienti i nomi di inquinanti chimici, metalli pesanti, bisfenolo-A, PCBs (bifenile policlorurato), perclorato o altre sostanze tossiche già reperite negli alimenti. Come risultato abbiamo che le liste degli ingredienti non elencano realmente tutto il contenuto degli alimenti, ma solo ciò che di cui produttori vogliono che tu sia informato. Gli elenchi di ingredienti furono il risultato di un accordo tra governo e industria privata. All’inizio, le aziende alimentari erano restìe a indicare gli ingredienti. Chiesero che fossero considerati “proprietà riservata” con la motivazione che svelare i segreti della produzione, avrebbe distrutto i loro affari. E’ un’assurdità, naturalmente, poiché le aziende alimentari intendevano solo tenere all’oscuro i consumatori. E’ per questo che ancora oggi non è stato reso obbligatorio segnalare i vari inquinanti chimici, pesticidi, metalli pesanti e altre sostanze che hanno un notevole e diretto impatto sulla salute dei consumatori. (Per anni le aziende alimentari hanno combattuto contro l’obbligo di segnalazione degli acidi grassi, ed è solo dopo una protesta delle associazioni di consumatori che la FDA alla fine le ha obbligate ad includerli negli ingredienti sulle etichette).
Le aziende alimentari hanno capito anche come manipolare il concetto di porzione al fine di far apparire i loro prodotti privi di ingredienti nocivi come gli acidi grassi saturi (o resi tali mediante idrogenatura). La FDA, ha creato per loro un sotterfugio: è permesso che ogni alimento che contenga meno di 0.5 grammi di acidi grassi per porzione possa essere dichiarato sull’etichetta a contenuto di zero acidi grassi. La logica della FDA è che 0.5 = 0. Ma una matematica approssimativa non è il solo trucco giocato per proteggere gli interessi commerciali delle industrie su cui la FDA dovrebbe vigilare. Sfruttando questo trucchetto dei 0.5 grammi, le aziende riducono arbitrariamente le porzioni dei loro cibi a livelli ridicoli - giusto per tenere gli acidi grassi sotto i 0.5 grammi per porzione. Così loro dichiarano in grande sulla confezione “Zero Acidi Grassi”. In realtà, il prodotto può essere pieno di acidi grassi, ma la porzione è stata ridotta ad un peso appropriato per il nutrimento di uno scoiattolo, non certo di un essere umano. La prossima volta che prendi un prodotto , controlla il numero di porzioni indicato sulla Scheda Nutrizionale. Troverai probabilmente dei numeri talmente elevati da risultare non attendibili. Un produttore di biscotti, per esempio, può dichiarare che un biscotto costituisca un’intera “porzione” di biscotti. Ma conosci qualcuno che, in realtà, mangia solo un biscotto? Se un biscotto (una porzione) contiene 0.5 grammi di acidi grassi saturi, il produttore è autorizzato a dichiarare che l’intero pacco di biscotti sia “privo di acidi grassi”. In realtà, il pacco può contenere 30 biscotti, ognuno con 0.5 grammi di acidi grassi, che porta a 15 grammi totali per l’intero pacco. Tu prendi un pacco di biscotti che contiene 15 grammi di acidi grassi saturi (che è una dose enorme di veleno) mentre l’etichetta dichiara che quello stesso prodotto non contenga acidi grassi saturi. Questo è solo un esempio di come le aziende alimentari usino la Scheda Nutrizionale Informativa e l’elenco degli ingredienti per ingannare, piuttosto che per informare i consumatori.

ECCO ALCUNE ULTERIORI DRITTE PER DECIFRARE CON SUCCESSO GLI INGREDIENTI DELLE ETICHETTE

1. Ricorda che gli ingredienti sulle etichette sono elencati in ordine quantitativo. Questo significa che i primi 3 ingredienti contano molto di più di tutti gli altri. I primi 3 ingredienti sono quello che stai mangiando.

2. Se l’elenco degli ingredienti contiene lunghe parole chimiche che non riesci nemmeno a pronunciare, evita il prodotto. Potrebbe contenere elementi chimici tossici. Perché vuoi mangiarli? Introduci ingredienti che conosci.

3. Non farti ingannare da fantastici nomi di erbe o altri ingredienti che appaiono molto in basso nella lista. Alcuni produttori di alimenti che includono “goji” (bacche di Lycium) verso la fine dell’elenco le usano solo come trovata pubblicitaria da apporre sull’etichetta. La reale quantità di goji nel prodotto è probabilmente esigua.

4. L’elenco degli ingredienti non deve obbligatoriamente segnalare inquinanti chimici. I cibi possono essere contaminati con pesticidi, solventi, acrilamidi, PFOA (Acido di Perfluorooctanoico), perclorati (combustibili per razzi) e altri tossici chimici. Il miglior modo di limitare l’ingestione di elementi tossici chimici è comprare biologico, o cibi freschi poco trattati.

5. Cerca parole come “germogliato” o “naturale” che di solito contraddistinguono cibi di alta qualità. Chicchi e semi germogliati sono più sani di quelli non germogliati. Gli ingredienti naturali sono generalmente più sani di quelli trattati o cotti. I chicchi interi sono più sani di quelli arricchiti.

6. Non farti ingannare nel credere che i prodotti integrali siano più sani dei prodotti naturali. Lo zucchero scuro è solo una trovata pubblicitaria - è zucchero bianco con colorante marrone e aroma aggiunto. Le uova integrali non sono diverse da quelle bianche (eccetto per il fatto che i loro gusci appaiono scuri). Il pane integrale può non essere più sano del pane bianco, a meno che non sia fatto con chicchi di grano interi. Non farti ingannare dai cibi ‘integrali’; sono trovate pubblicitarie dei giganti della produzione alimentare per indurre i consumatori a pagare di più per i soliti prodotti.

7. Attenzione all’inganno delle piccole porzioni. I produttori alimentari usano questo trucco per ridurre il numero di calorie, grammi di zucchero o grammi di acidi grassi che i consumatori credono siano contenuti nei prodotti. Molte porzioni sono arbitrarie e non hanno un fondamento reale.

Giovedì, 20 Ottobre 2016 08:49

CERVICALE: 10 RIMEDI NATURALI CONTRO I DOLORI.

20-10-2016

1. ESERCIZI DI YOGA

Degli appositi esercizi di yoga, studiati per il rilassamento dei muscoli indolenziti e per il recupero di una postura corretta, potranno essere la soluzione adatta per chi soffre di cervicale causata da contratture muscolari o dall’assunzione abituale di posizioni scorrette. E’ necessario che le posizioni yogiche e gli esercizi più adatti siano suggeriti volta per volta da un valido insegnante, in base al soggetto ed alle sue condizioni di salute.

2. MEDITAZIONE

La meditazione potrà essere un valido aiuto per tutti coloro che soffrono di cervicale a causa dello stress dovuto all’accumulo dei problemi della vita quotidiana e all’eccessivo peso delle responsabilità, che si riversa sia sulla mente che sul fisico. La meditazione, magari proprio associata agli esercizi di yoga di cui sopra, vi aiuterà a rilassare e svuotare le mente, liberandola dalle preoccupazioni, con conseguenti benefici anche per il vostro corpo, che imparerà a liberarsi dalle contratture.

3. OLI ESSENZIALI

Tra gli oli essenziali più indicati per la cura dei dolori cervicali vi sono rosmarino e lavanda, piante dalle proprietà rilassanti e defaticanti, conosciute per i loro effetti benefici sull’organismo sin dall’antichità. Potrete provare ad alleviare i dolori cervicali eseguendo due o tre volte al giorno dei massaggi sulle zone interessate diluendo poche gocce di ciascuna essenza in olio vegetale. Potrete scegliere, ad esempio, olio di riso oppure olio di mandorle dolci.

4. ARTIGLIO DEL DIAVOLO

Si tratta di uno dei rimedi fitoterapici più comunemente utilizzati per alleviare i fastidi causati dalla cervicale. Grazie all’azione dei suoi principi attivi, è stato utilizzato per secoli per alleviare i dolori che interessano la zona del collo ed altri dolori muscolari. La sua radice viene venduta in erboristeria e può essere utilizzata per la realizzazione di decotti utili a favorire la funzionalità articolare.

5. TERMOTERAPIA

Nel caso i vostri dolori cervicali siano dovuti ad un accidentale colpo di freddo che ha causato la contrattura dei vostri muscoli, potreste provare a contrastarli con la termoterapia. Dedicatevi ad un momento di relax seduti in poltrona ed applicate sul retro del collo un cuscinetto imbottito con semi di ciliegie o chicchi di riso, da riscaldare nel forno o sul termosifone. Lo potrete acquistare facilmente online o nei mercatini artigianali, oppure realizzarlo da voi.

6. OLIO ALL’ARNICA

Un massaggio - ma anche un automassaggio - realizzato con dell’olio a base di arnica vi aiuterà a sbloccare le contratture muscolari grazie all’azione disinfiammante esercitata dagli estratti di questa pianta. L’effetto dei massaggi sarà ancora maggiore se saranno effettuati dopo una doccia nel corso della quale vi siate ricordati di indirizzare lunghi getti d’acqua calda in direzione del collo.

7. ROSA CANINA

Assumere quotidianamente un infuso a base di bacche di rosa canina vi aiuterà ad allentare tutte le tensioni muscolari accusate di provocare il vostro mal di testa da cervicale. Se l’infuso non dovesse essere sufficiente, potete assumere dell’estratto di rosa canina in gocce.

8. RIBES NIGRUM

L’estratto di Ribes nigrum è noto non soltanto per le sue proprietà benefiche sulla circolazione del sangue ma anche per le sue caratteristiche di antinfiammatorio e antidolorifico, in grado di alleviare, e a volte anche di risolvere, i dolori cervicali, grazie al suo contenuto di tannini e flavonoidi.

9. IMPACCHI DI FIORI DI FIENO

Sottoporsi a degli impacchi di fiori di fieno, dalle proprietà miorilassanti, sulla zona della nuca vi potrà essere utile ad alleviare dolori ed infiammazione. Una simile terapia è solitamente abbinata a bagni di vapore, adatti al rilassamento dei muscoli di tutto il corpo, con conseguente rilasciamento delle tensioni.

10. STILE DI VITA

Se desiderate che i vostri disturbi cervicali, soprattutto nel caso in cui lo stress sia la loro causa principale, non diventino cronici, provate a modificare giorno per giorno il vostro stile di vita, concedendovi, ad esempio, un approccio più rilassato alle problematiche quotidiane, spesso causa di tensioni emotive che a livello corporeo vanno ad accumularsi proprio nella zona posteriore del collo.

20-10-2016

Gira che ti rigira, lo sbadiglio, da qualche parte, scatta quando meno te l’aspetti. Ma giammai considerarlo sintomo di noia! Ora la scienza avalla la tesi che, anzi, lo sbadiglio lungo oltremisura sia segno di intelligenza. A dirlo è uno studio condotto alla State University of New York di Oneonta e pubblicato su Biology Letters, secondo cui più a lungo ci si lascia andare agli sbadigli, più grande è il proprio cervello, capace di notevoli prestazioni. La ragione starebbe nel fatto che la durata di uno sbadiglio sarebbe da collegarsi al numero di neuroni presenti nello strato cerebrale esterno. Più si sbadiglia più ce ne sono. I ricercatori si sono basati su determinati dati: durata dello sbadiglio, sua “ampiezza” e dimensioni del cervello di alcuni animali ed esseri umani. Hanno analizzato circa 200 video cronometrando gli sbadigli di 24 specie diverse, tra cui cani, gatti, ricci, opossum, volpi, scoiattoli e una varietà di primati, compresi gli esseri umani, e sono arrivati alla conclusione che le “dimensioni” dello sbadiglio sono correlate non alla grandezza della mascella, bensì a quella del cervello. Poi hanno confrontato il “tempo” dello sbadiglio di ogni animale con dati relativi al peso medio del cervello e il numero di neuroni corticali per le sue specie. Il risultato è che più lungo è lo sbadiglio, più grande è il cervello e la correlazione più forte era tra la durata dello sbadiglio e la complessità del cervello, giudicata dal numero di neuroni. In pratica, dai test è emerso che più la specie è “evoluta” e intelligente, più grande è lo sbadiglio che è in grado di produrre. E se ci sono differenze tra come gli individui della stessa specie sbadigliano, ciò sarebbe dovuto alla quantità di materia grigia presente nei diversi cervelli, ma gli studiosi dicono che serviranno altri studi per confermare questa ipotesi. Intanto, provate a capire se il vostro collega che ora sbadiglia ha bisogno di più caffè o sta solo allungando il suo cervello.

 

http://rsbl.royalsocietypublishing.org/content/12/10/20160545

Mercoledì, 19 Ottobre 2016 07:03

LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE UCCIDE.

19-10-2016

Già nel 2011, una ricerca condotta in Canada aveva rivelato che le pillole Yaz e Yasmin, a differenza di quelle prodotte da altri marchi, contenevano drospirenone, un ormone che aumenta del 74% il rischio di trombosi. Adesso, purtroppo, quella notizia pare non sia stata uno sterile allarmismo, poiché, secondo i documenti ottenuti da CBC News, almeno 24 donne canadesi hanno perso la vita a causa di una reazione avversa al popolare mezzo contraccettivo. La maggioranza di queste donne è morta per coaguli di sangue, un fattore di rischio comunemente associato ai contraccettivi proprio a base di drospirenone, che espongono ad un pericolo maggiore le fumatrici e le donne anziane. Il Toronto Sun riporta che otto delle donne morte per coaguli avevano meno di 20 anni e tra queste due avevano solo 14 anni.

 

http://www.cbc.ca/news/health/fda-warns-of-yasmin-birth-control-clot-risk-1.1068632

http://www.cbc.ca/news/canada/popular-birth-control-pills-safety-weighed-1.1002817

http://www.cbc.ca/news/canada/british-columbia/yaz-yasmin-birth-control-pills-suspected-in-23-deaths-1.1302473

http://www.cbsnews.com/news/newer-birth-control-pills-higher-risk-of-blood-clots/

http://www.torontosun.com/2013/06/12/yasmin-birth-control-safer-than-it-seems-obgyns

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