Angelo Ortisi
COME RICONOSCERE IL SOVRACCARICO DA METALLI PESANTI.
29-10-2016
Mentre l'avvelenamento acuto o gli episodi gravi di tossicità da metalli pesanti sono facilmente riconoscibili, l'esposizione cronica a bassi livelli può essere più difficile da diagnosticare, perchè dà sintomi diffusi e subdoli. Esiste un test semplice e poco costoso, l'analisi del capello o mineralogramma, che permette di sapere se una persona è stata a contatto con metalli pesanti. Purtroppo la reputazione di questo test è stata invalidata da chi ne ha erroneamente fatto uno strumento di valutazione dello stato nutrizionale. I risultati delle ricerche in proposito sono chiari: con poche eccezioni (cromo, manganese e selenio), l'analisi del capello non è uno strumento affidabile per valutare lo stato dei minerali ed è del tutto inutile per misurare quello delle vitamine. Tuttavia, è molto utile e affidabile per individuare i casi di esposizione a metalli pesanti e ha una sensibilità sufficiente a rilevare tale esposizione prima che arrivi a causare sintomi clinici importanti. L'analisi del capello è utile per riconoscere l'esposizione al mercurio, al piombo, al cadmio, al ferro e all'arsenico.
SEGNI E SINTOMI DI TOSSICITA' DA METALLI PESANTI
ALLUMINIO: coliche, demenza, esofagite, gastroenterite, disfunzione epatica, disappetenza, perdita dell'equilibrio, danni renali, dolori muscolari, psicosi, affanno, debolezza.
CADMIO: anemia, pelle secca e squamosa, enfisema, stanchezza, caduta dei capelli, ipertensione, dolenzia articolare, calcoli renali, disfunzione epatica, disappetenza, osteoporosi, dolori alla schiena e alle gambe, denti gialli.
PIOMBO: dolori addominali, anemia, ansia, dolori ossei, confusione, depressione, difficoltà di concentrazione, vertigini, sonnolenza, stanchezza, mal di testa, ipertensione, incoordinazione, indigestione, irritabilità, disappetenza, disturbi della memoria, dolori muscolari, irrequietezza, tremori.
MERCURIO: anemia, colite, depressione, dermatite, vertigini, sonnolenza, instabilità emotiva, stanchezza, mal di testa, ipoacusìa, ipertensione, incoordinazione, insonnia, irritabilità, disappetenza, perdita dell'equilibrio, disfunzione renale, disturbi della memoria, sapore metallico in bocca, intorpidimento, psicosi, gengive infiammate, strana sensazione alle mani, tremori, calo della vista, debolezza.
NICHEL: apatia, labbra cianotiche, diarrea, febbre, mal di testa, insonnia, nausea e vomito, affanno, frequenza cardiaca molto elevata.
ARSENICO: nausea e vomito, dolori addominali, irritazione cutanea, laringite, bronchite, diarrea, danni ai reni, neuropatia periferica sensitiva e motoria, delirio, coma, pancitopenia, steatosi epatica, cirrosi epatica.
JOGGING DOPO UNA LITE? PER IL CUORE E’ MEGLIO DI NO.
29-10-2016
Se pensate che lo sport vi consenta un salutare sfogo dopo un'arrabbiatura o una litigata, è meglio che cambiate idea. Un team di ricercatori dell'Health Research Institute della McMaster University ha pubblicato su Circulation uno studio che segnala il pericolo di una sessione di allenamento in soggetti agitati. In questi casi, il rischio di subire un infarto nel giro di un'ora è decisamente più alto. Aumenta del doppio in presenza di un turbamento emotivo e di uno sforzo fisico e triplica addirittura in presenza di un'emozione molto intensa e di un'attività atletica pesante. I ricercatori hanno analizzato le informazioni relative a un totale di 12.461 pazienti colpiti da infarto e con un'età media di 58 anni. I soggetti avevano riempito un questionario nel quale indicavano le sensazioni sperimentate durante i 60 minuti precedenti alla crisi cardiaca. I dati indicano che nel 14 per cento dei casi i soggetti erano impegnati in un'attività fisica e che un ulteriore 14 per cento dichiarava di essere in preda a un'emozione violenta.
Andrew Smyth, autore principale dello studio, spiega: «Gli stimoli estremi, sia emotivi che fisici, hanno effetti simili sul corpo. Entrambi possono aumentare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, modificare il flusso di sangue attraverso i vasi e ridurne l'apporto al cuore. L'attività fisica regolare ha molti benefici per la salute, compresa la prevenzione di malattie cardiache, quindi vogliamo che le persone continuino a eseguirla. Tuttavia, si consiglia di astenersi quando si è arrabbiati o emotivamente turbati»
http://healthnewstodayss.blogspot.it/2016/10/heart-attack-if-you-exercise-under.html
OGM: 5 INTEGRATORI PER ELIMINARLI DALL’ORGANISMO.
29-10-2016
Nel nostro mondo moderno è di vitale importanza purificare e disintossicare il corpo regolarmente dai materiali transgenici che possono danneggiare il naturale equilibrio della flora nel nostro intestino, così come avvelenare il sangue, causando disturbi gastrointestinali, e innescando danni neurologici. Ecco cinque integratori naturali che è possibile utilizzare per contribuire a disintossicare il corpo dagli OGM dannosi, e in ultima analisi, il ripristinare un sano equilibrio della mente e del corpo.
1. BUCCIA DEL PSYLLIUM
Conosciuta per i suoi incredibili effetti nella pulizia del colon, la buccia di psyllium è una delle migliori quando si utilizza per le pulizie che prevedono il lavaggio dell’intestino e il ripristino della funzione digerente. Dal momento che gli OGM hanno dimostrato di alterare direttamente il bilancio batterico all’interno dell’intestino, la buccia di psyllium è un potente rimedio per contribuire a liberare l’intestino da questi invasori transgenici, che a loro volta permettono ai batteri benefici di ritrovare il loro giusto posto come regolatori del sistema digestivo. Gli individui con sindrome del colon irritabile (IBS), stipsi, diarrea, colite ulcerosa, indigestione, e altri disturbi digestivi persistenti, trovano sollievo dalla buccia di psyllium. Una volta ingerita con abbondante acqua, la buccia di psyllium si espande in una massa gelatinosa che effettua uno scrub dell’intestino ripulendolo dagli accumuli tossici. Questa stessa azione del colon può anche contribuire a liberare il sistema digestivo dei materiali transgenici accumulati.
2. COMPOSTI ORGANICI SOLFORATI/MSM
Quando si tratta di assicurare che il fegato attivi a pieno la sua capacità di disintossicazione, non c’è forse nutriente più potente dello zolfo organico, che è anche conosciuto come metil-sulfonil-metano (MSM). Una componente fondamentale nella disintossicazione, la produzione di energia, l’ossigenazione delle cellule, e la capacità immunitaria. Lo zolfo organico ha acquisito lo status di prodotto miracoloso tra molti professionisti della salute che ora riconoscono come una carenza di questo nutriente vitale può favorire l’accumulo di tossine nel corpo. Lo zolfo organico anticamente era presente in moltissimi cibi naturali ma con l’avvento degli OGM, dei fertilizzanti sintetici, dei pesticidi ed erbicidi, e altri interventi agricoli “moderni”, esso è gravemente carente in tutta la gamma dei cibi che lo dovrebbero contenere.
3. PROBIOTICI
Dal momento che gli OGM tendono ad alterare l’equilibrio dei batteri all’interno dell’intestino, sarebbe utile integrare con probiotici e alimenti ricchi di probiotici. Questi includono ad esempio i crauti crudi, il kefir, il tè Kombucha, la zuppa di miso, verdure fermentate, yogurt, e le microalghe blu-verdi. Questi sono assolutamente vitali per proteggere l’organismo contro gli effetti nocivi dell’esposizione agli OGM, contribuendo a garantire che il vostro apparato digerente rimanga privo di tossine.
4. CASCARA SAGRADA
Una delle più potenti erbe conosciute per la pulizia del colon, la cascara sagrada, è stata a lungo utilizzata da antiche culture per purificare l’intestino ed eliminare le tossine. La cascara sagrada è ricca di un composto noto come antrachinone che scatena la contrazione delle pareti intestinali, che a sua volta promuove l’attività intestinale. La cascara sagrada contiene anche composti che promuovono il rafforzamento dei muscoli del rivestimento intestinale, che sono necessari per l’eliminazione sana e regolare delle tossine e delle scorie. Questo, combinato con il suo effetto lassativo rende la cascara sagrada una delle più efficaci erbe per la pulizia del colon che l’uomo conosca.
5. RADICE DI BARDANA
Un potente agente di pulizia del sangue e diuretico aggressivo, la radice di bardana è abbastanza forte per liberare il corpo dalle tossine, tra cui residui di OGM, pesticidi associati e prodotti chimici ed erbicidi. La radice di bardana aiuta anche a purificare dai parassiti, dai metalli pesanti, batteri, e altre tossine dal sangue, ed è spesso usata per trattare le infezioni batteriche e virali croniche come la malattia di Lyme.
IL CETRIOLO HA EFFETTI MIRACOLOSI SULLA PELLE.
29-10-2016
Il cetriolo idrata la pelle; fornisce zolfo, necessario per la salute delle cellule dermiche, delle unghie e dei capelli; inoltre “depura” il sangue dalle sostanze tossiche. Si consiglia dunque a chi soffre di eczemi, dermatosi e psoriasi; applicato localmente sulla pelle, la rende più bella. I migliori risultati si ottengono combinando l’azione interna del cetriolo con la sua azione esterna sulla pelle. A questo scopo si può:
- Strofinare direttamente sulla pelle.
- Tagliarlo a fettine sottili e sistemarlo sulla zona interessata.
SCOMPENSO CARDIACO CON GLI ANTINFIAMMATORI: 7 PRINCIPI ATTIVI SOTTO ACCUSA.
29-10-2016
Il rischio di problemi cardiovascolari e di ricoveri ospedalieri correlati aumenta nei pazienti che assumono abitualmente farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). A sostenerlo sono i dati di un nuovo studio multidisciplinare e sovranazionale coordinato dall’Università di Milano-Bicocca pubblicato sul British Medical Journal. Gli studiosi hanno analizzato 92.163 ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco di quattro paesi - Italia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito - e li hanno confrontati con 8.246.403 controlli rispetto all’uso di 27 FANS, di cui 23 tradizionali e 4 inibitori selettivi dell’enzima ciclossigenasi 2 (COX-2), noto anche come prostaglandina-endoperossido sintasi 2, prendendo in considerazione anche la relazione tra dosaggio e risposta, giungendo alla conclusione che il rischio di ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco è strettamente dipendente dal dosaggio.
I ricercatori nella loro osservazione hanno potuto verificare che negli utilizzatori in tempi recenti, cioè da meno di due settimane, di un qualunque farmaco antinfiammatorio non steroideo è stato riscontrato un rischio di ricovero maggiorato del 19% rispetto a chi aveva utilizzato per l’ultima volta uno di questi farmaci più di 183 giorni prima. Il rischio è in particolare aumentato per 7 principi attivi tradizionali: diclofenac, ibuprofene, indometacina, ketorolac, naprossene, nimesulide e piroxicam - e due inibitori della COX-2, etoricoxib e rofecoxib. Soprattutto per i princìpi tradizionali, il rischio è direttamente proporzionale al dosaggio, arrivando a risultare addirittura raddoppiato alle dosi più elevate sperimentate. L’incremento del rischio di ricovero ospedaliero varia dal 16% per il naprossene all’83% per il ketorolac. Commenta Giovanni Corrao, professore di Statistica medica dell’Università di Milano-Bicocca: “L’importanza dello studio è che risultati simili sono stati verificati in tutta Europa e dunque questi rischi non dipendono dalle abitudini prescrittive o da comportamenti esterni, ma sono direttamente riferibili ai farmaci”.
PRINCIPI ATTIVI VALUTATI DALLO STUDIO
- Ketorolac: Toradol.
- Etoricoxib: Arcoxia, Tauxib.
- Indometacina: Indoxen.
- Nabumetone: Artaxan.
- Rofecoxib: Farmaci ritirati nel 2004).
- Piroxicam: Feldene.
- Diclofenac: Voltaren, Dicloreum.
- Ibuprofene: Moment.
- Nimesulide: Aulin.
- Naprossene: Momentdol.
- Meloxicam: Mobic.
- Ketoprofene: Oki, Fastum gel.
- Diclofenac combinazioni: Misofenac.
- Aceclofenac: Airtal, Gladio.
- Celecoxib: Celebrex, Artilog.
http://www.webmd.boots.com/heart-disease/news/20160929/painkillers-heart-failure-link
CORRERE FA BENE AL CERVELLO E LO RIPARA.
28-10-2016
Correre fa bene al cervello in quanto sviluppa una sostanza che contribuisce a ripararlo e che in futuro potrebbe addirittura aiutare contro la sclerosi multipla. E’ questa la scoperta di una nuova ricerca scientifica condotta dall’Universita’ di Ottawa e pubblicata sulla rivista Cell Reports. Non è la prima volta che una ricerca punta l’attenzione sugli effetti benefici del correre non solo a livello cardiovascolare e per il mantenimento di un giusto peso forma ma anche per i risvolti positivi che questa attività sportiva ha sul cervello. Vi ho parlato ad esempio dello studio dell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del CNR che ha mostrato come la corsa aiuti la nascita di nuove cellule staminali neuronali o quello condotto dai ricercatori statunitensi dell’Università del Kentucky che ha sottolineato come correre possa contribuire alla formazione di nuove cellule cerebrali e contrastare così anche la malattia di Alzheimer.
Una nuova conferma dei benefici della corsa sul cervello arriva questa volta dal Canada e precisamente da Ottawa dove un team di ricerca ha da poco pubblicato i risultati ottenuti che proverebbero (per ora solo su modello animale) come correre possa essere un mezzo utile a riparare i danni cerebrali grazie ad una sostanza nota come fattore di crescita nervosa VGF. I ricercatori hanno infatti notato come i topi con deficit di sviluppo cerebrale che hanno normalmente meno aspettativa di vita e problemi psicomotori, nel momento in cui corrono su una ruota vedono a lungo andare migliorare la loro longevità raggiungendo addirittura quella degli animali sani e in alcuni casi superandola. Il team di esperti si è reso conto che questo beneficio è dovuto al fatto che la corsa aumenta il fattore di crescita VGF nel loro organismo (solo nel momento in cui si corre) e questa sostanza sarebbe in grado di riparare i danni alla guaina mielinica, ovvero il rivestimento protettivo delle fibre nervose. Il dottor David Picketts, ricercatore presso l'Ospedale di Ottawa e professore presso l'Università di Ottawa ha dichiarato che: “Il VGF, fattore di crescita nervosa, è importante per rilanciare la guarigione nelle aree danneggiate del cervello. La nuova ricerca è particolarmente interessante perché aiuta a spiegare l'effetto che l’esercizio fisico, come la corsa, può avere sulle persone affette da malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla in cui risulta danneggiata la guaina mielinica”. Questi risultati, tutti da confermare, aprono la strada a nuovi studi per testare l’efficacia del VGF su malattie neurodegenerative come appunto la sclerosi multipla.
http://www.cell.com/cell-reports/fulltext/S2211-1247(16)31252-9
http://www.cbc.ca/news/canada/ottawa/running-could-help-repair-brain-damage-1.3800121
COME LAVARSI I CAPELLI SENZA SHAMPOO.
28-10-2016
Non lavarsi i capelli con lo shampoo vi sembra impossibile? C’è chi è riuscito per ben un anno! La domanda sorge spontanea: come si lavano i capelli senza shampoo? È davvero molto semplice, basta avere a portata di mano del bicarbonato di sodio. Conosciuto all’estero come metodo “no poo”, si tratta di utilizzare il bicarbonato che, dopo un certo periodo di “assestamento”, comincerà a rimuovere l’unto dai capelli e li farà apparire splendenti come dopo un lavaggio con lo shampoo tradizionale. Certo, il nome originale suona male e potrebbe farvi sentire un pò titubanti a provarlo, così come le prime settimane di trattamento, quando i vostri capelli risulteranno particolarmente ingestibili. Non c’è da preoccuparsi o, quantomeno, non più di quanto dovremmo farlo sapendo quanto possano nuocere tutti gli oli extra a cui li sottoponiamo e che ci possono causare l’acne. Anche se si usa uno shampoo naturale al 100%, non vi è la certezza matematica che non contenga ingredienti che fanno male. Dovremmo tenere a mente una regola basilare: se non è commestibile, non va nemmeno assorbito attraverso la pelle! Se siete intenzionati a provare, preparatevi a non sentire più il senso di unto e sporco: il periodo di transizione può variare da persona a persona, ad alcune dura di più e ad altre non si manifesta neanche, per cui è consigliabile provarlo su sé stessi prima di preoccuparsi. Dopo che avrete usato il metodo per circa un anno e avrete vissuto senza shampoo, noterete che i capelli saranno più forti e non si ungeranno dopo un giorno. E saranno anche molto più lucidi!
PERCHE’ E’ MEGLIO LAVARE I CAPELLI SENZA SHAMPOO?
1. LO SHAMPOO E' UN DETERGENTE
Lo shampoo deterge i capelli, ma li “spoglia” anche di tutto l’olio sano che il vostro corpo produce naturalmente. Questi oli proteggono i capelli e li mantengono morbidi e resistenti. Lo shampoo è stato introdotto solo nel ventesimo secolo e, prima di allora, la gente usava soltanto il buon vecchio sapone, che può lavare i capelli altrettanto bene senza rimuovere gli oli importanti. Ma il sapone non funziona bene se usato in acqua alcalina e, quando l’acqua nelle zone civilizzate ha iniziato a diventare più ricca di minerali pesanti, il sapone è diventato più difficile da usare perché rendeva i capelli più deboli e più ruvidi, così lo shampoo è stato introdotto e commercializzato, con il suo unico vantaggio di funzionare correttamente in acque dure e meno dure. Pensate a questo: useremmo lo stesso tipo di prodotto per lavare i nostri corpi e i nostri piatti? Assolutamente no! Ebbene, questo è essenzialmente quello che stiamo facendo con lo shampoo.
2. LO SHAMPOO CONTIENE MOLTI TIPI DI SOSTANZE CHIMICHE
In famiglia, generalmente, si cerca di non mangiare prodotti chimici in scatola travestiti da cibo: ci atteniamo alle scelte naturali, ai cibi integrali che provengono dalla terra, tutte le volte che ci è possibile. La pelle è il nostro organo più grande ed è estremamente poroso, per cui le sostanze possono facilmente entrare nel flusso sanguigno attraverso la nostra pelle e possono rimanere per un lungo periodo di tempo. Dal momento che cerchiamo di evitare il cibo che ha ingredienti impronunciabili, pensiamo che abbia senso non solo per quanto riguarda ciò che ingeriamo, ma che debba rispettare gli stessi standard anche ciò che spalmiamo sulla nostra pelle. Dal momento che lo shampoo è compreso in questi prodotti, sarebbe meglio cercare un’alternativa. La maggior parte degli shampoo contengono anche olio minerale, che è un sottoprodotto di quando la benzina viene distillata dal petrolio greggio: ebbene sì, viene inserita nella sua composizione, insieme a centinaia di altri prodotti per dare ai capelli una brillantezza artificiale. Dato che non si può assorbire nella pelle, come altri ingredienti, agisce come una barriera sul nostro cuoio capelluto, bloccando quindi il rilascio naturale del nostro olio e richiedendo così più shampoo per togliere via il grasso che si forma. Per questo più shampoo si utilizza, più è necessario usarne.
3. LO SHAMPOO E' UN COSTO INUTILE
Lo shampoo non è davvero necessario e, utilizzandolo regolarmente, crea un circolo vizioso, insieme ad altri prodotti per i capelli: per combattere l’elettrificazione a causa della mancanza di oli naturali, abbiamo bisogno di un protettore chiamato balsamo e perché i capelli vengono rivestiti con sostanze non naturali, abbiamo bisogno di altre sostanze innaturali per tenerli in piega, per fortificarli e per renderli docili da spazzolare. L’elenco delle pomate per capelli, cere, gel, mousse disponibili potrebbe richiedere intere giornate di approfondimento. Dal momento che stiamo cercando di organizzarci con una vita semplice, ha un grande senso eliminare qualcosa di cui non abbiamo veramente bisogno. Spendiamo i nostri soldi altrove.
Infine ci sono molte altre ragioni: lo shampoo causa secchezza, prurito del cuoio capelluto. Ogni volta che ne leggerete la composizione, capirete quanto sia necessario farne a meno.
COME LAVARE I CAPELLI SENZA SHAMPOO – 1° METODO
- Prendete circa 5 cucchiai di bicarbonato di sodio e metteteli in una tazza o una bottiglia.
- Riempite la tazza o la bottiglia di acqua.
- Agitate e mescolate bene.
- Strofinate il composto sul cuoio capelluto e sui capelli, accuratamente.
- Risciacquate con acqua.
- Potete anche usare l’aceto di sidro di mele come balsamo naturale, alla fine: è sufficiente mescolare un paio di cucchiai di aceto di mele in mezza tazza di acqua.
COME LAVARE I CAPELLI SENZA SHAMPOO – 2° METODO
- Applicate il bicarbonato di sodio sui capelli asciutti, strofinate il cuoio capelluto (utilizzatelo, fondamentalmente, come shampoo a secco).
- Aggiungete acqua, continuando a strofinare il bicarbonato di sodio nei capelli.
- Risciacquate completamente.
In molti preferiscono il secondo metodo, soprattutto chi ha i capelli molto lunghi e si trova meglio a strofinare il bicarbonato da asciutto, risparmiando anche un pò di tempo perché non si deve preparare in anticipo la miscela in una bottiglia separata.
POLMONI NERI DA FUMO E SMOG ADDIO: “SCOPERTO L’ELISIR PER PULIRLI SUBITO”.
28-10-2016
Per prima cosa devo dire che questo rimedio non nasconde nessuna formula magica. Si tratta semplicemente di una bevanda medicinale elaborata con ingredienti indicati per la salute polmonare. Vi spiego quali sono.
1. CIPOLLA: È molto interessante sapere che un modo stupendo di pulire i polmoni è tramite le essenze vegetali, inalandole o ingerendole. Per questo motivo la cipolla rappresenta un meraviglioso rimedio per potenziare la nostra salute polmonare, soprattutto se si ha bisogno di depurarsi dalle tossine causate dal tabacco. Presenta un effetto mucolitico e broncodilatatore. Aiuta a sfiammare gli alveoli e ad eliminare parte di quegli elementi nocivi che li danneggiano e ostruiscono.
2. CURCUMA: Ho parlato più volte dei grandi benefici della curcuma, ma sapevate che è uno degli ingredienti più efficaci per pulire i polmoni? È meravigliosa in tutti i sensi! Vi spiego perché. Contiene un elemento davvero interessante nella sua composizione, chiamato curcumina. Secondo numerosi studi, questo colorante riduce lo stress infiammatorio ed ossidativo dei polmoni e, allo stesso tempo, agisce come protettore nei confronti di patologie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o il semplice malessere respiratorio. Bisogna segnalare anche che la curcuma contiene corticosteroidi molto efficaci per ridurre le infezioni e pulire i polmoni, oltre a polifenoli capaci di frenare lo sviluppo dei tanto temuti radicali liberi. Perché non provarla, quindi?
3. ZENZERO: Le proprietà dello zenzero per prendersi cura della salute del sistema respiratorio sono abbondantemente note, nonché uno dei motivi principali per cui è conosciuta questa radice medicinale. È molto efficace per eliminare l’espettorato presente nei polmoni, così come per aprire i bronchi per favorirne l’espulsione. È un eccellente antibatterico, antisettico ed antinfiammatorio, molto indicato per tutti i fumatori che abbiano i polmoni delicati dopo anni di dipendenza dal tabacco. Interviene sulla tosse e di solito si trova subito sollievo dopo averlo assunto. Il suo sapore “piccante e forte” è quello che fa reagire i polmoni, grazie ad un effetto prodotto soprattutto dai suoi oli essenziali, davvero medicinali e molto utili per curare anche afonie e ridurre il mal di gola.
COME PREPARARE LA BEVANDA PER PULIRE I POLMONI?
INGREDIENTI:
- 2 cipolle medie.
- ½ litro d’acqua.
- 1 cucchiaino di curcuma (2 g).
- 50 grammi di radice di zenzero.
- 2 cucchiai di miele (50 g).
PREPARAZIONE:
La prima cosa da fare è mettere a bollire ½ litro d’acqua. Una volta giunto ad ebollizione, aggiungete le cipolle ben lavate, il cucchiaino di curcuma, i 50 grammi di zenzero e i due cucchiai di miele. Lasciate cuocere il tutto per 35 o 40 minuti a fuoco medio. Cercate di ottenere uno sciroppo di tutti gli ingredienti, per cui sarà necessario un pò di tempo. Non dimenticate di mescolare di tanto in tanto. Una volta che il preparato abbia assunto una consistenza più spessa e che le cipolle si siano ridotte un pò, sarà giunto il momento di spegnere il fuoco e mettere il coperchio. Lasciate riposare per un’ora, in modo che gli oli essenziali e tutte le proprietà degli ingredienti vengano rilasciati nella bevanda. Davvero facile!
Qual è il passo successivo? Filtrate tutto il contenuto e conservate solo l’acqua ottenuta che, di certo, sprigionerà un odore molto forte. Non spaventatevi, perché il sapore è gradevole. Versate la bevanda in una bottiglia scura, che dovrete conservare in un luogo fresco e lontano dal sole. Se lo desiderate, potete anche conservarla in frigorifero, ma l’ideale è che si trovi a temperatura ambiente in modo che non sia né fredda né calda quando lo berrete. Come assumerlo? Questo elisir medicinale per pulire i polmoni può essere assunto la mattina, il pomeriggio oppure la sera. Basta servire due cucchiai alla volta e i primi devono essere a digiuno appena svegli. Vedrete come vi sentirete bene e anche se “pizzica” un pò, non preoccupatevi. I vostri polmoni ve ne saranno grati.
PILLOLE ALIMENTARI 3.
28-10-2016
- I fichi, preparati in qualsiasi modo, ma soprattutto quelli secchi messi a bagno e quelli, sempre secchi, bolliti con bevande vegetali ( riso, avena ecc.) e aggiunta di miele, esercitano un'azione benefica sulle vie respiratorie e combattono le infezioni. Calmano la tosse, facilitano l'espettorazione e sono lenitive per le vie respiratorie. Sono indicati per chi soffre di bronchite cronica, ma anche per chi presenta infezioni acute delle vie respiratorie da raffreddore o influenza.
- Essendo ricchissime di acidi grassi essenziali, le arachidi sono consigliate per chi soffre di cuore. Questi acidi grassi sono una fonte energetica fondamentale per le cellule del cuore, e inoltre contribuiscono ad abbassare il livello di colesterolo, migliorando la circolazione del sangue nelle arterie coronarie. Le arachidi sono povere di sodio e ricchissime di potassio, che combatte l'ipertensione arteriosa e previene la ritenzione di liquidi nei tessuti. Ovviamente, per ottenere questi effetti non si deve aggiungere sale.
- Autorevoli studiosi sostengono che in molte ricerche compiute in Ungheria e in Germania si è osservata la riduzione o la scomparsa di tumori somministrando 250 g al giorno di barbabietola grattugiata o 300-500 ml di succo. La sostanza responsabile dell'azione anticancerogena resiste all'ebollizione, perchè questi risultati si sono ottenuti anche bollendo e concentrando il succo per renderlo più digeribile. Molto probabilmente, le ricerche che si stanno compiendo sugli elementi fitochimici presenti nei vegetali permetteranno di confermare questi esperimenti e di identificare la sostanza anticancerogena della barbabietola.
- I mirtilli esercitano la loro azione antimicrobica anche sul tubo digerente, insieme all'effetto astringente dei tannini. Regolano la flora intestinale e impediscono l'eccessiva proliferazione dell'Escherichia coli, il batterio più frequente nell'intestino. I mirtilli sono particolarmente indicati in caso di alterazione della flora batterica intestinale, in genere dovuta all'uso prolungato di antibiotici. Sono molto utili per arrestare la flatulenza intestinale (eccesso di gas).
- E' stato dimostrato sperimentalmente che il resveratrolo presente nell'uva (specialmente nella buccia) esercita un'azione anticancerogena. L'impiego di questa sostanza contro il cancro è ancora in fase di studio ma, per integrare le cure attuali, le persone cui è già stato diagnosticato un tumore, o che sono esposte al rischio di soffrirne, dovrebbero consumare uva in abbondanza.
- Un esperimento compiuto presso l'Università di Pechino (Cina) ha dimostrato che gli atleti che consumano kiwi aumentano la resistenza alla fatica del 24% rispetto a chi non ne consuma.
I ricercatori cinesi attribuiscono questo risultato alla ricchezza di vitamina C e di minerali presenti nel kiwi.
IL RISCHIO DEGLI ANTIDEPRESSIVI IN GRAVIDANZA.
27-10-2016
Le donne incinte dovrebbero astenersi dall'assumere antidepressivi in gravidanza, anche nella fase finale. Lo afferma una ricerca pubblicata su Jama Psychiatry da un team del Columbia University College of Physicians and Surgeons di New York. Lo studio segnala il possibile rischio di insorgenza di disturbi del linguaggio nei bambini. I ricercatori hanno analizzato i dati del registro finlandese sulle nascite per il periodo 1996-2010, considerando un campione totale di 56.340 bambini. I soggetti sono stati divisi in tre gruppi: 15.596 sono stati esposti ad antidepressivi durante la vita prenatale; 9.537 non esposti ad antidepressivi nonostante la diagnosi di depressione per le madri; infine 31.207 bambini non esposti in quanto le madri non soffrivano di disturbi psichiatrici. I medici hanno calcolato le diagnosi di disturbi del linguaggio, di disturbi motori e di difficoltà scolastiche. È emerso che i bambini esposti agli antidepressivi nel corso della vita prenatale mostravano un rischio di disturbi del linguaggio del 37 per cento maggiore rispetto ai bimbi del secondo gruppo e del 63 per cento rispetto ai bambini non esposti ai farmaci e con mamme non depresse. «Abbiamo trovato un aumento significativo del rischio di disturbi del linguaggio tra i figli di madri che avevano acquistato almeno due confezioni di antidepressivi durante la gravidanza rispetto ai figli di madri depresse ma non trattate con antidepressivi in gestazione», concludono gli autori.
Secondo un altro studio pubblicato sul British Medical Journal, i nati da mamme che assumono antidepressivi SSRI, ovvero gli inibitori della ricaptazione della serotonina, mostrano un rischio maggiore di ipertensione polmonare persistente rispetto alla media. Sophie Grigoriadis, direttore del Women’s Mood and Anxiety Clinic al Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto e coordinatrice della ricerca, precisa: «Il rischio è basso, ma le donne incinte che vorrebbero assumere SSRI o che li stanno usando vanno informate di questa possibile evenienza, che in genere può essere curata con successo. L'ipertensione polmonare persistente del neonato (Pphn) è un’elevata pressione sanguigna che si verifica nei polmoni dopo la nascita e che porta a difficoltà respiratorie. La condizione è rara ma può essere grave, specie se associata ad altre malattie», spiega la ricercatrice. La dott.ssa Grigoriadis ha effettuato insieme ai suoi colleghi una metanalisi sul legame fra antidepressivi in gravidanza e ipertensione polmonare persistente nei neonati: «A tale scopo abbiamo esaminato i risultati di sette studi sull’argomento, scoprendo che l’analisi era possibile solo per gli SSRI, a causa della mancanza di dati sulle altre classi di farmaci contro la depressione», spiega la scienziata. Dai risultati è emerso un leggero ma significativo aumento del rischio di Pphn nei neonati esposti a Ssri durante l'ultima fase della gravidanza, mentre la stessa associazione pare assente nei primi mesi. Come detto, il rischio è minimo, dal momento che si verifica un caso in più di ipertensione polmonare ogni 300 gravidanze in media. «Saranno necessari ulteriori studi per verificare se altre classi di antidepressivi hanno analoghe associazioni, e valutare il ruolo di possibili fattori di rischio quali il cesareo, l'obesità e il parto pretermine», concludono gli autori.
http://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/article-abstract/2566206
http://www.bmj.com/content/348/bmj.f6932