Angelo Ortisi
UNO SGUARDO ALLE LEGGI ITALIANE PER IL DIRITTO ALLA NON VACCINAZIONE.
24-08-2016
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge. La legge non può in nessun caso (neanche nel caso delle leggi vaccinatorie) violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
(Art. 32 della Costituzione Italiana)
Tutti i cittadini (anche quelli non vaccinati) sono uguali davanti alla legge. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…
(Art. 3 della Costituzione Italiana)
La scuola è aperta a tutti (non solo ai vaccinati). L'istruzione inferiore impartita per almeno 8 anni è obbligatoria e gratuita...
(Art. 34 della Costituzione Italiana)
Infatti, giustamente, tutti i bambini sieropositivi o malati di Aids sono ammessi alla frequenza regolare della scuola, mentre i bambini sani ma non vaccinati sono allontanati dalla scuola dell'obbligo...Ecco la "giustizia democratica" dello Stato Italiano; questo è semplicemente vergognoso e discriminatorio. Ai bambini sani ma non vaccinati, si impedisce di ottenere il pieno sviluppo della loro personalità e l'Art. 3 della Costituzione che prevede l'uguaglianza dei cittadini rispetto alle leggi e l'obbligo dello Stato a rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza del cittadino davanti alla legge, viene calpestato. Ecco come viene applicata nei fatti la dittatura sanitaria, in Italia.
BANANE CONTRO L'ACIDITA' DI STOMACO.
24-08-2016
Saranno necessari ulteriori studi per confermarlo, ma sembra che le banane possano sostituire nell'armadietto delle medicine gli antiacidi con cui si alleviano i sintomi del bruciore di stomaco e dell'indigestione. Gli esperti non sanno perchè, ma pare proprio che le banane fungano da antiacidi naturali. Inoltre, le banane possono essere utili per prevenire e trattare le ulcere gastriche. Alcuni studi sono giunti alla conclusione che le banane possono svolgere una funzione protettiva nei confronti dell'ulcera, ma occorreranno ulteriori ricerche per confermarlo. Gli scienziati ipotizzano che le banane proteggano lo stomaco in due modi. Prima di tutto grazie a una sostanza, detta inibitore delle proteasi, che sembra in grado di neutralizzare i batteri nocivi che provocano l'ulcera prima che entrino in azione. In secondo luogo, le banane sembrano stimolare la produzione di muco, cioè dello strato protettivo che impedisce agli acidi forti di entrare in contatto con la delicata mucosa dello stomaco.
COME TRATTARE LE VERRUCHE CON RIMEDI NATURALI.
24-08-2016
Le verruche sono tumori benigni della pelle che possono apparire su quasi qualsiasi parte del corpo, ma si trovano comunemente sulle mani o piedi. Esse sono di solito pallide escrescenze color pelle con una superficie ruvida e bordi scuri. Possono crescere sia come singole sporgenze o in gruppi. Le verruche sono molto comuni nella popolazione: quasi il 75% di tutte le persone, almeno una volta nella vita hanno sperimentato la condizione. Esse possono svilupparsi a qualsiasi età e uomini e donne sono ugualmente sensibili. La maggior parte delle verruche che compaiono sulla superficie della pelle di solito non sono gravi o dolorose e di conseguenza sono più una preoccupazione di natura estetica. Le verruche genitali sono anche molto comuni, soprattutto tra i giovani nei loro primi 20 anni. Esse si verificano in genere intorno alla zona genitale. Questi tipi di verruche di solito causano prurito o sensazione di bruciore. Per alcune donne, le verruche genitali occasionalmente causano sanguinamento vaginale anormale, mentre altre non avvertono alcun sintomo per mesi o addirittura anni. Le verruche sono causate da un’infezione virale nota come papillomavirus umano (HPV). Poiché l’infezione è sulla superficie della pelle, il virus è contagioso e può essere diffuso quando la pelle infetta entra in contatto con la pelle non infetta. Pertanto si dovrebbe evitare di toccare una verruca in quanto può facilmente diffondersi in altre parti del corpo. Per lo stesso motivo, le verruche possono essere trasmesse anche se si condividono indumenti, asciugamani o altri oggetti utilizzati da un individuo infetto. Il nastro adesivo è conosciuto come rimedio per le verruche. Il rimedio richiede alcuni giorni, ma è stato trovato efficace oltre l'80% nel trattamento di verruche sulle mani e le dita:
- Posizionare un pezzo di nastro adesivo sulla verruca.
- Lasciare il nastro sopra la verruca per almeno 6 giorni.
- Dopo 6 giorni, rimuovere il nastro e immergere la verruca in acqua calda per 5 minuti.
- Asciugare la verruca, e ripetere il processo per 6 giorni per un massimo di due mesi fino a quando la verruca scompare.
Molte persone trovano che un singolo ciclo di sei giorni è di solito sufficiente per piccole verruche.
NOTA: E' importante evitare di utilizzare questo rimedio su zone cutanee sensibili come l’area genitale.
VITAMINA C
La ricerca ha dimostrato che alcune verruche possono essere trattate con la vitamina C. Basta prendere una sola compressa di vitamina C, schiacciarla in polvere, mescolare con qualche goccia di acqua e quindi applicare la miscela direttamente sulla verruca. Mentre la zona infetta è ancora bagnata, coprire o avvolgere con una benda per un giorno. L’elevata acidità dalla vitamina C aiuta a distruggere il papillomavirus che causa la verruca.
TEA TREE OIL
Un trattamento molto efficace per le verruche genitali è l’olio di tea tree. Basta tamponare un batuffolo di cotone in olio di tea tree e delicatamente applicarlo alla verruca. Ripetere una volta al giorno per 10 giorni. Se il trattamento è efficace, la verruca alla fine diventa bianca e poi cade. Si noti che l’olio essenziale di melaleuca può provocare una leggera sensazione di bruciore, ma questo è normale. Inoltre, assicurarsi di non riutilizzare il tampone di cotone usato, per evitare la diffusione dell’infezione ad altre zone.
SPIRITUALITA' E SALUTE.
23-08-2016
Intraprendere un cammino spirituale può far bene al corpo, oltre che all'anima. In un lavoro finanziato dai National Institutes of Health (NIH), Jeffrey S. Levin, un epidemiologo della Eastern Virginia Medical School che si interessa degli effetti delle pratiche spirituali e religiose, ha censito oltre 250 studi empirici pubblicati nella letteratura medica ed epidemiologica nei quali le pratiche spirituali o religiose sono risultate statisticamente associate con effetti benefici sulla salute. Sono stati osservati esiti positivi in malattie cardiovascolari, ipertensione, ictus, colite, enterite e in quasi tutti i tipi di cancro. Oltre venti studi dimostrano che il semplice fatto di andare regolarmente in chiesa o alla sinagoga fa bene alla salute. I benefìci sono stati riscontrati sistematicamente in tutte le razze, età e fedi religiose e riguardano malattie di ogni genere, dalle patologie acute a guarigione spontanea alle malattie croniche fatali. I risultati di Levin sono confermati dall'analisi retrospettiva di dieci annate del Journal of Family Practice effettuata da F.C. Craigie e dai suoi collaboratori, da cui emerge che secondo l'83% degli studi la partecipazione a cerimonie religiose, il supporto sociale, la preghiera e il rapporto con Dio procurano benefìci per la salute fisica; il rimanente 17% degli studi analizzati era neutrale e nessuno dimostrava alcun danno. La preghiera e le pratiche spirituali possono esercitare il loro influsso benefico sulla salute in vari modi: dando un senso di appartenenza e di comunione con il prossimo, assicurando il supporto sociale e tramite riti che generano emozioni positive le quali, a loro volta, provocano il rilascio di neurotrasmettitori che favoriscono la funzione immunitaria e cardiovascolare; infine, richiedendo a chi le pratica comportamenti sani, per esempio tramite norme che riguardano l'alimentazione, il consumo di alcolici e l'igiene personale.
Nel suo libro Healing Words, il dottor Larry Dossey riassume quello che definisce "uno dei segreti meglio conservati della scienza medica", ossia le numerosissime prove sperimentali degli effetti benefici della preghiera. Dossey passa in rassegna una serie di studi che dimostrano l'effetto positivo della preghiera non solo sugli esseri umani, ma su topi, pulcini, enzimi, miceti, saccaromiceti, batteri e cellule di vario tipo. Questi esperimenti danno credibilità all'idea che la preghiera possa guarire anche coloro che non ci credono o che non sanno che qualcuno sta pregando per loro. Dossey sottolinea: "non possiamo ignorare questi esiti attribuendoli alla suggestione o all'effetto placebo, perchè queste cosiddette forme di vita inferiore non pensano nel senso convenzionale del termine e pertanto si presume che non siano suggestionabili". Se gli effetti benefici della preghiera sugli altri restano oscuri, quelli su chi prega non lo sono affatto e vanno in parte assimilati all'effetto placebo. Sia nel caso della preghiera che nell'effetto placebo, si tratta di permettere ai meccanismi di autoguarigione del corpo di entrare in funzione. L'unico elemento in comune tra i numerosi esempi di remissione spontanea e guarigione da vari tumori riportati da Dossey in Healing Words è una sorta di resa ai livelli più profondi della coscienza, un'accettazione interiore, una variazione dell'invocazione "Sia fatta la tua volontà".
Si calcola che l'entità dell'effetto placebo si collochi intorno al 35%; questo significa che circa un paziente su tre può migliorare grazie a un trattamento non efficace, purchè sia convinto che esso invece lo è. Tra i fattori che contribuiscono all'effetto placebo ci sono la personalità del medico, la partecipazione del paziente alla scelta della terapia e il costo della terapia o procedura in questione. E' dimostrato che il placebo - o meglio la fiducia della gente nel placebo - può essere efficace quanto un farmaco. In uno studio clinico i pazienti sono guariti dalla nausea prendendo una pillola presentata loro come potente antinausea quando in realtà era una sostanza che provocava la nausea. Analogamente negli ambienti medici è risaputo che i farmaci nuovi sono più efficaci. Blair Justice, professore di psicologia all’University of Texas Health Science Center, ritiene che ciò sia in parte dovuta alle convinzioni della classe medica: "Di solito il lancio di un nuovo farmaco è accompagnato da campagne pubblicitarie che suscitano l'entusiasmo dei medici e li predispongono favorevolmente; quando poi entrano in gioco altri fattori, tra cui le idee e le aspettative dei pazienti e le informazioni sugli effetti collaterali del prodotto, cominciano a diffondersi notizie negative, la comunità dei medici entusiasti prende una posizione più scettica e, a mano a mano che le opinioni assumono una polarità negativa, l'efficacia del farmaco diminuisce".
I SEGRETI PER RINGIOVANIRE.
23-08-2016
Per mantenersi sani e longevi bisogna evitare tutti i danni inutili e stimolare la rigenerazione dei tessuti. Ciò che chiamiamo invecchiamento è semplicemente l'accumularsi nel tempo di danni a cui non è stato posto rimedio, dovuti soprattutto ai radicali liberi. Per invertire il processo, pertanto, dobbiamo evitare le tossine, seguire un'alimentazione ricca di alimenti vegetali e integrali, sostenere gli enzimi con funzioni protettive e di riparazione attraverso l'assunzione di integratori alimentari e fitoterapici, riposare a sufficienza e svolgere regolarmente attività fisica. Tutto questo è esemplificato chiaramente dal decorso naturale dell'osteoartrite, una malattia caratterizzata dal progressivo deterioramento della cartilagine articolare, accompagnato da dolori e disfunzioni. I reumatologi sostengono che la cartilagine non si può rigenerare e che l'unica cosa da fare è tenere sotto controllo il dolore e l'infiammazione. Tuttavia alcune ricerche molto interessanti contraddicono questa opinione diffusa. Alcuni ricercatori seguendo per diversi anni alcuni pazienti affetti da osteoartrite hanno constatato in base agli esami radiografici che in quelli trattati con terapie tradizionali (aspirina e farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS) la degenerazione della cartilagine continuava e la malattia peggiorava, mentre in quelli che non prendevano aspirina si osservava un aumento dello spessore della cartilagine. Attenuando il dolore, l'aspirina permette di continuare a usare in maniera scorretta le articolazioni (per esempio a causa di uno squilibrio muscolare o di un allineamento sbagliato). Inoltre sia l'aspirina sia gli altri FANS bloccano la sintesi del collagene necessario per la riparazione della cartilagine. Pertanto gli antidolorifici peggiorano i danni delle articolazioni, perchè impedendo di sentire il dolore permettono di causarne ulteriori e perchè contengono una tossina che blocca il meccanismo di riparazione.
Considerata la scarsa cura che ci prendiamo di noi stessi e la disinvoltura con cui assumiamo farmaci per mettere a tacere le invocazioni di aiuto del nostro organismo, non è sorprendente che le malattie degenerative siano in costante aumento. Le statistiche evidenziano che oltre il 60% delle persone dai 60 anni in su soffre di almeno una malattia degenerativa cronica grave come cancro, aterosclerosi, osteoporosi, degenerazione maculare o diabete. Anche se un certo grado di degenerazione con il passare degli anni è in parte inevitabile, questo è decisamente troppo. La morale è che bisogna dare ascolto al proprio corpo. Se ci fa male qualcosa, non dobbiamo limitarci a mettere a tacere il dolore con un analgesico o un antinfiammatorio. Ignorare i messaggi che il corpo ci manda serve solo ad aumentare i danni e a impedire all'organismo di porvi rimedio. Non è meglio cercare di capire che cosa non va e cercare di fare qualcosa per rimediare? La medicina naturopatica propone da secoli molti ottimi modi per prevenire e curare le malattie degenerative più comuni. Qui di seguito spiegherò come mantenere il benessere totale e impedire la degenerazione.
MANGIARE TANTA FRUTTA E VERDURA PROVENIENTI DA COLTURE BIOLOGICHE.
Le teorie secondo cui l'invecchiamento è dovuto all'usura davano per scontato che negli ultimi decenni di vita uno stato nutrizionale sub-ottimale fosse la naturale, inevitabile conseguenza dell'età. Studi recenti, tuttavia, dimostrano che le carenze nutrizionali legate all'età sono semplicemente il risultato di una cattiva alimentazione e di una digestione inadeguata, e pertanto assolutamente reversibili. La rigenerazione dei tessuti dipende fortemente dalla disponibilità dei nutrienti essenziali indispensabili agli enzimi per riparare i danni e rigenerare le cellule. Il modo migliore per ottenerli è seguire una dieta ricca di alimenti integrali e provenienti da colture biologiche, specialmente frutta, verdura, frutta oleosa, semi, legumi e pesce. Sempre più dati dimostrano che frutta e verdura aiutano a prevenire il cancro e molte altre malattie degenerative croniche. Purtroppo le persone, nel complesso, non ne mangiano a sufficienza. Stando a una ricerca condotta recentemente su 23.699 adulti residenti in 16 Stati diversi, solo una persona su cinque ne mangia cinque o più porzioni al giorno. A consumare meno frutta e verdura sono risultati soprattutto i maschi, i giovani e le persone di livello culturale più basso.
Lo scarso consumo di frutta e verdura potrebbe spiegare come mai molte persone in età avanzata sono così malnutriti. Una ricerca condotta su 474 persone fra i 65 e i 98 anni di età ha evidenziato che la quasi totalità aveva una carenza di almeno un nutriente e il 40% degli uomini e il 35% delle donne assumevano quantità inferiori ai due terzi della quantità giornaliera raccomandata (RDA) di almeno cinque nutrienti essenziali. La situazione è ancora più grave se si considera che, almeno secondo i medici nutrizionisti, le RDA sono di gran lunga inferiori ai fabbisogni nutrizionali reali. Questa preoccupazione circa le RDA, che un tempo era controversa, ormai è stata confermata da molti dati incontrovertibili. Un gruppo di ricercatori, dopo aver studiato nove vitamine, ha scoperto che le RDA relative ad almeno quattro (B2, B6, B12 e D) andavano aumentate. Anche scegliere cibi provenienti da colture biologiche è molto importante. Essi contengono infatti più micronutrienti e meno pesticidi e altre sostanze tossiche. Per capire quanto è importante mangiare integrale e diminuire l'esposizione alle tossine basta considerare uno dei tessuti che cresce più rapidamente nel nostro organismo, lo sperma. Invece di effettuare un'arida misurazione in laboratorio dei nutrienti e delle tossine contenute negli alimenti provenienti da colture biologiche, alcuni ricercatori hanno deciso di effettuare un test particolare: hanno contato gli spermatozoi di alcuni membri di un'associazione di agricoltori che seguivano il metodo biologico e di altre tre categorie professionali (tipografi, metalmeccanici ed elettricisti). I primi, che mangiavano alimenti da loro stessi coltivati senza fare uso di pesticidi e concimi chimici, avevano un numero di spermatozoi molto più alto rispetto agli altri. Se volete scoprire qual è il vostro stato nutrizionale, perciò, non fatevi prescrivere esami del sangue. Alcuni studi hanno dimostrato che, anche se dagli esami del sangue non risultano anomalie, i test a livello cellulare possono evidenziare gravi carenze. Questi ultimi infatti hanno dal 30-60% di probabilità in più di identificare eventuali deficit.
PRENDERE UN INTEGRATORE MULTIVITAMINICO E MINERALE
Cominciate con un buon integratore multivitaminico e minerale. Anche nelle persone anziane apparentemente sane i ricercatori hanno riscontrato che un'integrazione di vitamine e minerali è benefica. Se parlo di persone apparentemente sane, è perchè la definizione di salute usata dai ricercatori era "assenza di malattie diagnosticabili conclamate", che a mio parere non è sufficiente. In questo studio in doppio cieco fu somministrato a 96 canadesi di età compresa fra i 66 e gli 88 anni un integratore multivitaminico o un placebo. Come unico parametro per valutare gli effetti sulla salute dell'integratore usato, controllarono l'incidenza delle infezioni. Nell'arco di un anno riscontrarono un calo del 52% nella frequenza e nella durata delle infezioni (23 giorni di malattia infettiva nei soggetti trattati rispetto a 48 nel gruppo placebo).
VITAMINA E, VITAMINA C E SELENIO
Oltre a prendere un buon integratore multivitaminico e minerale, bisogna aumentare le dosi di questi nutrienti. Gli antiossidanti sono molto importanti per prevenire molti processi patologici legati all'età.
MAGNESIO
La carenza di magnesio è una delle più comuni nei soggetti anziani, anche apparentemente sani. Il magnesio è importante soprattutto per gli uomini, perchè quando è carente si possono verificare spasmi coronarici e attacchi cardiaci. Studi epidemiologici hanno dimostrato che nelle zone dove l'acqua è povera di magnesio l'incidenza delle malattie cardiovascolari è più alta. La carenza può essere dovuta ad apporto insufficiente di alimenti ricchi di magnesio oppure al fatto di mangiare prodotti agricoli che ne sono poveri a causa del metodo con cui sono stati coltivati, o ancora allo scarso assorbimento, che a sua volta può essere dovuto a disturbi oppure a farmaci. A tutti gli uomini sopra i quarant'anni raccomando di prendere 400 mg di magnesio (sotto forma di cloruro, citrato o gluconato) tutti i giorni. Tra le fonti migliori di magnesio ci sono le verdure a foglia verde (la clorofilla contiene magnesio), i legumi e i cereali integrali.
ACIDI GRASSI ESSENZIALI
Gli acidi grassi essenziali dovrebbero essere consumati in abbondanza, visto che l'invecchiamento è legato a un forte calo di questi acidi nelle membrane delle cellule. Poichè sono importanti per la struttura della membrana cellulare e per molti processi fisiologici, il calo degli acidi grassi essenziali può influire su molte malattie degenerative. Molti aromi usati in cucina ed erbe medicinali devono il loro effetto agli oli volatili. Uno studio volto a determinare l'effetto di oli volatili di mandorla, noce moscata, pepe e timo sul metabolismo degli acidi grassi nel fegato di topi in età avanzata ha evidenziato che l'olio di timo esercitava la maggiore protezione contro la diminuzione degli acidi grassi essenziali legata all'età. Gli autori hanno ipotizzato che questo fosse dovuto alla sua azione antiossidante. Io raccomando un cucchiaio di olio di semi di lino al giorno, conservato in frigorifero in una bottiglia di vetro scura. Essendo ricco di acidi grassi, irrancidisce facilmente (assumendo un sapore amaro, mentre di solito è dolce).
TE’ VERDE
Bevete tè verde. Uno studio epidemiologico su 2.254 donne giapponesi ha dimostrato che aumentando il consumo di tè verde da meno di tre tazze al giorno a quattro-nove e infine a più di dieci al giorno, aumentava il colesterolo HDL (quello buono), diminuiva il colesterolo LDL (quello cattivo) e migliorava la funzionalità del fegato. Inoltre, come già sappiamo, bere tè verde fa diminuire anche il rischio di tumori. Questi effetti sono dovuti alla notevole concentrazione di catechine che, insieme con altri polifenoli, rappresentano il 30% del peso delle foglie essiccate e sono presenti in quantità dell'ordine di 1.500 mg per tazza di infuso. Raccomando l'assunzione di tè verde sotto forma di infuso da foglie essiccate e non dai filtri già pronti che vendono nei supermercati. Essi contengono sostanze cancerogene.
GINSENG SIBERIANO (ELEUTEROCOCCO)
Usato da secoli in Russia, ha funzioni "adattogene", cioè normalizza le funzioni fisiologiche indipendentemente dalla patologia. E' ormai dimostrata la sua notevole capacità stimolante in caso di bassa funzionalità e sedativa in caso di iperfunzionamento. Questi effetti benefici migliorano concretamente lo stato di salute di chi prende l'eleuterococco, efficace nella cura dell'immunodepressione (specialmente nelle infezioni croniche) e di stanchezza, aterosclerosi, angina, ipertensione, malattie renali (quali la pielonefrite acuta), stress e nevrosi varie. Non c'è da sorprendersi pertanto che contribuisca a dare un senso di benessere generale. Poichè i componenti che lo rendono così efficace sono gli eleuterosidi, raccomando di prendere l'estratto standardizzato all'1%.
GINSENG COREANO
Usato da millenni in Asia, ha azione tonica, profilattica e ricostituente. Studi moderni hanno dimostrato che questo adattogeno migliora le prestazioni fisiche e mentali in diverse condizioni di stress e fa bene anche a chi è in salute. Uno studio in doppio cieco in cross over su alcuni studenti universitari italiani a cui fu somministrato estratto di ginseng ha evidenziato un miglioramento delle prestazioni in termini di attenzione (cancellation test), aritmetica mentale, deduzione logica, funzionalità sensoriale e motoria integrata (tempo di reazione di scelta) e tempo di reazione uditiva. Gli studenti che prendevano il ginseng riferivano inoltre uno stato di maggiore benessere. Il ginseng coreano aiuta ad alleviare molti dei problemi legati all'invecchiamento e alle malattie croniche, fra cui stanchezza cronica, diabete, calo delle prestazioni sessuali nel maschio, cancro, immunodepressione, ipertensione, ipercolesterolemia, cicatrizzazione delle ferite, detossicazione epatica ed esposizione a radiazioni.
ANTIBIOTICI NATURALI.
22-08-2016
IDRASTE
L'idraste è un'erba antibatterica molto efficace e priva di effetti collaterali, che viene talvolta definita "l'antibiotico naturopatico". Le sue proprietà erano già note ai guaritori indiani americani, che ne facevano ampio uso e da cui impararono a conoscerla prima i medici eclettici del XVIII secolo e poi i naturopati. La maggior parte delle ricerche sull'idraste riguarda il solfato di berberina, l'alcaloide antibatterico più attivo in quest'erba. Pur essendo meno potente di molti antibiotici (che per lo più sono di sintesi o ricavati da miceti), la berberina ha un'azione antibiotica ad ampio spettro e si è dimostrata efficace contro numerosi batteri, protozoi e miceti. Contro alcuni di questi agenti patogeni la sua azione è addirittura maggiore di quella degli antibiotici di uso più comune. Inoltre, a differenza di molti antibiotici, l'idraste non danneggia i batteri benefici (lattobacilli) che si trovano nell'intestino. La berberina inibisce lo sviluppo della candida e di altri batteri patogeni che si verifica in seguito alla somministrazione di antibiotici. E' stata osservata la sensibilità in vitro (cioè in provetta) di vari organismi al solfato di berberina, che per secoli è stato usato come agente antimicrobico in Cina e in India.
L'azione antimicrobica della berberina è maggiore in soluzioni alcaline che acide. Con un pH di 8.0 (alcalino) l'attività antimicrobica in vitro è da due a quattrro volte maggiore che con un pH di 7.0 (neutro). Se il pH è 6.0 (acido), l'efficacia della berberina è di un quarto rispetto al pH neutro. Ciò induce a pensare che l'alcalinizzazione migliori l'efficacia clinica di questo rimedio, soprattutto nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie. L'alcalinità si può aumentare consumando meno prodotti animali e più verdura e soprattutto frutta. Nonostante molti frutti siano di sapore acido, la contraddizione è solo apparente perchè durante la digestione tutti gli acidi vengono consumati e resta solo un residuo alcalino. La berberina ha inoltre l'interessante proprietà di impedire l'adesione degli streptococchi alle cellule umane. Si tratta di un meccanismo di difesa molto utile, perchè i batteri devono aderire alle mucose e alle cellule della pelle per poter penetrare nell'organismo.
AGLIO
Già nel 1944 i ricercatori avevano scoperto che l'aglio e i prodotti da esso derivati contenenti allicina anche in basse concentrazioni inibivano la crescita di Staphylococcus, Streptococcus, Bacillus, Brucella e Vibrio. Negli studi sugli effetti antimicrobici dell'aglio questi sono risultati pari se non migliori di quelli di comuni antibiotici quali la penicillina, la streptomicina, il cloramfenicolo, l'eritromicina e la tetraciclina. Questi studi hanno dimostrato inoltre che l'aglio inibisce la crescita di batteri che hanno acquisito resistenza a uno o più antibiotici. L'aglio riduce infine il numero di microrganismi coliformi e anaerobi presenti nelle feci, il che è molto importante per diminuire la quantità di batteri tossici nell'intestino.
ALOE VERA
L'efficacia dell'aloe contro molti comuni batteri è stata dimostrata da numerosi studi. Nel più dettagliato, Robson e colleghi hanno valutato le proprietà antimicrobiche di un estratto di aloe vera e passato in rassegna i lavori di altri autori. Dopo aver calcolato sia la concentrazione media inibitoria sia la concentrazione media letale, le hanno confrontate con quelle della sulfadiazina argento, un forte antisettico usato per trattare le ustioni. I risultati hanno dimostrato che gli effetti antimicrobici dell'aloe vera sono migliori di quelli della sulfadiazina argentica. Altri studi hanno dimostrato che l'aloe inibisce il Mycobacterium tuberculosis, i funghi del genere Trichophyton e il Bacillus subtilis. Contro comuni patogeni della pelle, l'attività antimicrobica del gel di aloe vera in crema è risultata leggermente migliore di quella della sulfadiazina argentica.
RADICE DI LIQUIRIZIA
Pur essendo nota soprattutto per la sua attività antivirale, la radice di liquirizia sotto forma di estratto idroalcolico in vitro è efficace contro i seguenti batteri:
- Candida albicans;
- Mycobacterium smegmatis;
- Staphylococcus aureus;
- Streptococcus mutans.
Gli effetti antimicrobici sono dovuti principalmente ai flavonoidi che contiene.
OLIO DI MELALEUCA (TEA TREE OIL)
L'olio estratto dall'albero di melaleuca è usato da decenni per curare le infezioni. L'olio è efficace contro una vasta gamma di microrganismi:
- Bacillus subtilis;
- Bacteroides fragilis;
- Branhamella catarrhalis;
- Clostridium perfringens ;
- Enterococcus faecalis;
- Escherichia coli;
- Lactobacillus acidophilus;
- Mycobacterium smegmatis;
- Pseudomonas aeruginosa;
- Serratia marcescens;
- Staphylococcus aureus.
PROTEZIONE ANTITUMORALE DEGLI ASPARAGI.
22-08-2016
E' ormai risaputo che le verdure a foglia verde, compresi gli asparagi, hanno un forte effetto protettivo nei confronti dei tumori. Contengono infatti una serie di sostanze che attaccano i prodotti cancerogeni prima ancora che possano causare danni. La prima di tali sostanze è l'acido folico: è accertato che coloro che ne hanno un livello elevato nel sangue hanno meno probabilità di ammalarsi di tumore del colon e sono anche meno predisposti alla formazione di polipi intestinali, cioè quelle piccole escrescenze che con il tempo possono portare al cancro. Risulta inoltre che l'acido folico protegga dai tumori della cervice uterina, soprattutto nelle donne infette dal virus del papilloma umano, che provoca i condilomi genitali. La seconda sostanza protettiva contenuta negli asparagi è il glutatione, una piccola proteina fortemente antiossidante, che aiuta cioè a raccogliere i radicali liberi. Questi ultimi sono particelle ad alta energia che, se non vengono controllate, rimbalzano incontrollabilmente nell'organismo provocando lacerazioni e lesioni nelle cellule che, a lungo andare, possono portare al cancro. In un'analisi di 38 verdure diverse, gli asparagi appena cotti sono risultati primi per contenuto di glutatione.
TUTTO QUELLO CHE NON SAPEVI DEL TUO NASO.
22-08-2016
Il naso serve anzitutto per respirare, e fin qui non ci piove. Poi, serve anche per sentire gli odori, e anche su questo siamo tutti d’accordo. Per qualcuno è anche oggetto di relax: scaccolarsi pare abbia un effetto antistress, quando non addirittura di potenziamento del sistema immunitario quando poi ci si fa uno spuntino con il ricavato. Ma, a parte queste, ha anche altre funzioni? Secondo il medico chirurgo di orecchio, naso e gola, dottor John Clinger del Wake Forest Baptist Medical Center, ci sono almeno altre cinque funzioni del naso che forse non tutti conoscevamo. La prima, che può darsi qualcuno già sapesse, è che il naso produce muco per proteggere i nostri polmoni da virus, batteri e particelle nocive presenti nell’aria. La seconda è che di questo muco ne produce quasi 1 litro al giorno, che noi ingeriamo senza che ce ne rendiamo conto. E questa è di certo una cosa che non sapevano in molti. Terza funzione è quella di riempire d’aria i cosiddetti “seni” che si trovano nelle guance, sulla fronte, tra gli occhi e nella parte posteriore del naso. In totale i seni sono 10. La quarta funzione, che può essere una sorpresa per qualcuno, è che il senso del gusto dipende proprio dal naso. Ben l’80 per cento del senso del gusto dipende infatti dal senso dell’olfatto, e non solo dalle papille gustative che si trovano sulla lingua. Fateci caso: quando abbiamo un forte raffreddore e il “naso chiuso” può capitare di non sentire più i gusti. Infine, se ci siamo chiesti perché quando siamo malati può accadere di avere poco appetito, può essere perché in certe situazioni la produzione di muco aumenta fino a 2 litri al giorno, muco che ingeriamo e che può andare a influenzare l’appetito. Bene, ora sappiamo cinque cosette in più sul nostro naso che, così, “a naso”, potrebbero sempre tornare utili.
NON ASSUMERE LA CURCUMA SE SI STANNO PRENDENDO QUESTI FARMACI.
22-08-2016
La curcuma è un ingrediente naturale estremamente vantaggioso, una cura alternativa per numerose malattie. Il suo utilizzo ha meno effetti collaterali, ed è spesso consigliato come un rimedio naturale in sostituzione di farmaci. In alcuni casi rari, la curcuma può causare gravi effetti negativi sulla salute, se usato in maniera eccessiva o se in combinazione con alcuni farmaci. Numerosi studi hanno dimostrato i benefici della curcuma per la salute, anche se non tutti sono scientificamente provati. La maggior parte delle sue proprietà sono dovute al suo principio attivo, la curcumina, che ha potenti effetti anticancerogeni, antinfiammatori, antiossidanti, e antitrombotici. Grazie alla sua azione benefica, numerose persone usano la curcuma in combinazione con altri farmaci, o in alternativa ai farmaci prescritti. Ciò è dovuto principalmente al loro desiderio di evitare gli effetti negativi e le complicazioni dell’uso eccessivo di medicinali.
La curcuma può essere pericolosa se assunta in combinazione con alcuni farmaci specifici, e può causare effetti collaterali dannosi e gravi. Proprio le sue proprietà più vantaggiose possono diventare pericolose se combinate con farmaci. Così, ad esempio, la sua proprietà antitrombotica che riduce i coaguli di sangue possono mettere in pericolo la salute, se combinata con farmaci che fluidificano il sangue, come l’aspirina, il warfarin (Coumadin), o clopidogrel (Plavix). La loro combinazione in realtà aumenta l’effetto dei farmaci per fluidificare il sangue e genera il rischio di sanguinamento. La curcuma interagisce anche con farmaci per il diabete, che riducono la glicemia. Aumenta il loro effetto, e, quindi, eleva il rischio di ipoglicemia. Di conseguenza, potrebbero verificarsi numerosi effetti collaterali, come visione offuscata, delirio, ridotta funzione cognitiva, ansia e tremori.
Il consumo di curcuma può anche portare a reazioni allergiche, come eruzioni cutanee o orticaria, e può anche causare mancanza di respiro e anafilassi. Inoltre, la curcuma non deve essere combinata con farmaci che riducono l’acidità gastrica, poichè il corpo tenderà ad aumentare la produzione di acido dello stomaco, e, quindi, può portare nausea, mal di stomaco, gonfiore e danni all’esofago. I farmaci che abbassano l’acido dello stomaco includono omeprazolo, famotidina (Pepcid), cimetidina (Tagamet), e ranitidina (Zantac). Pertanto, se si prende la curcuma, allo stesso tempo, come medicina, o nel caso in cui si riscontri un reazione allergica, è necessario sostituirlo con qualche altra alternativa naturale, o ridurre la quantità di curcuma che si consuma.
TERAPIA MEGAVITAMINICA DELLA SCHIZOFRENIA.
21-08-2016
I pazienti trattati per turbe mentali o emotive dal dottor Abram Hoffer, uno psichiatra di Saskatoon, in Canada, non ricevevano solo terapie tradizionali come elettroshock, tranquillanti o psicoanalisi. Il dottor Hoffer era infatti un pioniere nell’uso di dosi massicce di vitamina B3 (acido nicotinico e niacinamide) per la cura delle malattie mentali, uso su cui si impernia la sua pratica clinica. Questo dottore era convinto che la schizofrenia, pur manifestandosi sotto forma di turbe psichiatriche, sia in realtà una malattia causata da anomalie biochimiche dell’organismo. In questa prospettiva la schizofrenia è vista come una malattia non mentale, ma fisica. Sono varie le ragioni che indussero il dottor Hoffer a pensarlo. Anzitutto, i sintomi vanno e vengono a seconda delle medicine o vitamine che si somministrano: anche se i farmaci vengono mescolati nel cibo o nelle bevande del paziente, in modo da somministrarglieli a sua insaputa, i risultati si verificano lo stesso, cosa che ovviamente non avverrebbe se la malattia fosse tutta nella testa del paziente. C’è poi il fatto che gli allucinogeni come l’LSD producono effetti molto simili ai sintomi di schizofrenia: se ne deduce l’ipotesi che un’altra sostanza chimica (stavolta prodotta dall’organismo) sia causa della vera schizofrenia. Il dottor Hoffer e il suo assistente Humphrey Osmond, del Dipartimento della Sanità del Saskatchewan, hanno trattato dal punto di vista metabolico centinaia di schizofrenici con molto successo. Nel libro “How to live with Schizophrenia“, i due autori descrivono dettagliatamente la loro terapia megavitaminica, detta terapia ortomolecolare. Per la maggior parte dei pazienti, il dottor Hoffer prescriveva 3 g di vitamina B3 e 3 g di vitamina C al giorno, da aumentare se necessario. Spesso a queste due sostanze si accompagnavano 250-1.000 mg di piridossina (vitamina B6) e 100-3.000 mg di tiamina (vitamina B1) per la depressione. In alcuni casi venivano prescritti anche vitamina B12 e acido folico. A seconda delle necessità, anche tranquillanti, antidepressivi e altri trattamenti convenzionali.
La storia del lavoro scientifico che ha portato i due ricercatori a mettere a punto la terapia vitaminica costituisce un romanzo affascinante. Prima di trasferirsi in Canada nel 1951, il dottor Osmond aveva condotto a Londra sperimentazioni con la mescalina (un alcaloide con proprietà allucinogene). Questo allucinogeno, derivato da un cactus messicano, ha una struttura simile all’adrenalina. Riascoltando la registrazione degli effetti prodotti dalla mescalina su un volontario, un collaboratore di Osmond, che soffriva di una grave forma asmatica, notò che quando prendeva forti dosi di adrenalina per i suoi attacchi, provava talvolta effetti simili, cioè una sensazione di irrealtà e distorsioni visive. Ricordando che Aldous Huxley in un suo libro osservava, dopo aver preso mescalina, che lo schizofrenico è come una persona che si trovi in permanenza sotto l’effetto della mescalina, Osmond e Hoffer trovarono il primo di una lunga serie di indizi: se forti dosi di adrenalina possono produrre effetti schizofrenici in soggetti normali, forse una qualche sostanza chimica dell’organismo, simile all’adrenalina, può essere la causa della schizofrenia. Ben presto si aggiunse un nuovo indizio: un medico canadese li informò che durante la guerra si sostituiva talvolta durante l’anestesia la normale adrenalina con un’adrenalina rosacea, identificata più tardi come adrenocromo, e che i pazienti così trattati quando riprendevano coscienza avevano spesso allucinazioni e altri disturbi. Si pensa che l’organismo possa in certi casi produrre spontaneamente adrenocromo dall’adrenalina. Saputo che l’adenocromo può provocare disturbi mentali, Hoffer e Osmond ipotizzarono che la schizofrenia fosse causata da quantità eccessive di adrenocromo, prodotte da un qualche difetto metabolico: lo schizofrenico, secondo questa interpretazione, non avrebbe nel suo organismo le sostanze chimiche necessarie a impedire la formazione di adrenocromo, o sbarazzarsene abbastanza rapidamente da prevenire l’intossicazione e la comparsa di sintomi bizzarri. Per vedere se davvero quantità abnormi di adrenocromo possono determinare fenomeni di tipo schizofrenico in una persona normale, il dottor Osmond si trasformò in cavia. Dieci minuti dopo un’iniezione di adrenocromo, notò che il soffitto del laboratorio cambiava di colore; fuori, i corridoi gli apparivano ostili e sinistri e non riusciva più a collegare tempi e distanze. Dopo una seconda iniezione, riferiva: “mi sentivo indifferente verso i miei simili e dovevo farmi forza per non dire cose spiacevoli”. Partendo dalla teoria che il principale imputato nella schizofrenia fosse l’incapacità di metabolizzare l’adrenocromo, i due ricercatori cominciarono a studiare un metodo di trattamento. Arrivarono così all’acido nicotinico, che a quell’epoca era già stato usato in dosi allora considerate molto forti nel delirium tremens e anche nelle depressioni. Gli interrogativi erano questi: l’acido nicotinico neutralizza l’adrenocromo? Riduce la produzione di adrenalina? E’ in grado di alleviare i sintomi della schizofrenia? Valeva la pena di provare. I risultati ormai sono agli atti!