Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Giovedì, 18 Agosto 2016 05:36

SOFFRI DI MAL DI SCHIENA? MUOVITI!

18-08-2016

E' difficile trovare chi non sappia cos'è il mal di schiena. È infatti un evento normale per l’uomo, scotto pagato all’acquisizione troppo recente (pochi millenni) della posizione eretta; con l’aggiunta che oggi l’homo non è più erectus, ma “sedutus”. Di certo, chi è piegato in due dal dolore è convinto che qualcosa si sia rotto per sempre. Per fortuna non è così: di solito in pochi giorni tutto (o quasi) si risistema e si riprendono le proprie attività, almeno fino alla ricaduta successiva. Il dolore è, infatti, un preciso messaggio da cogliere: il rapporto ideale tra sforzi quotidiani (stare seduti a lungo è uno dei peggiori) e capacità di affrontarli (derivante da una buona condizione fisica) si è sbilanciato. La ricetta? Movimento regolare. Eppure, anche chi si muove sul lavoro ha mal di schiena. Non ci si deve far ingannare: l’attività fisica allena, mentre la casalinga, il camionista, il muratore o l’infermiere, usurano la schiena nella ripetitività dei gesti professionali. Sul lavoro è determinante usare bene il proprio corpo: anche la miglior sedia o il più valido utensile possono essere usati male.
Tennis proibito, nuoto consigliato? Ginnastica dolce sì, aerobica no? Stretching e non body-building? In realtà, non esiste l’attività ideale: tutte hanno pregi e difetti; proibire spinge solo a non far più nulla. L’attività migliore è quella che piace, si sposa con le necessità familiari e professionali, altrimenti dura poco. Il movimento deve essere uno svago: anche questo serve al fisico. Sempre con l’avvertenza della pratica regolare, dell’inizio graduale e progressivo, della presenza di una buona guida. Senza farsi intimorire da qualche dolore iniziale: passa in fretta e poi ci sono solo benefici. Il movimento non solo previene il dolore, ma addirittura favorisce la guarigione. È ormai una certezza: mettersi a letto con il mal di schiena a volte dà sollievo, ma non cura. Meglio continuare a muoversi, anche a lavorare: ci si deve riguardare, ma continuare la propria vita, sia pure con qualche difficoltà, fa star meglio e guarire più in fretta. Se questo non succede, si vada dal proprio medico per una buona visita: serve più di tante radiazioni (radiografie, o peggio TAC) spesso inutili. Se necessario, il medico indicherà uno specialista della colonna che, escluse le rarissime situazioni chirurgiche, guiderà ad un recupero corretto del movimento. Perché è proprio il movimento la medicina più efficace contro il mal di schiena.

Giovedì, 18 Agosto 2016 05:34

LE STRAORDINARIE PROPRIETA’ DEL NONI.

18-08-2016

Il noni (Morinda citrifolia) è una pianta sempreverde che cresce nelle zone tropicali dell’Oceano Pacifico, in particolare in Polinesia. In queste regioni ha un uso storico come preparazione topica per i dolori articolari e alcune condizioni cutanee, mentre il succo viene consumato prevalentemente come tonico. Studi in vitro e su animali suggeriscono proprietà antifungine, antitumorali e immunomodulatorie. Il noni inibisce l’ossidazione delle lipoproteine LDL e il suo utilizzo è stato proposto per la prevenzione dell’aterosclerosi. I glicosidi e altri costituenti isolati da frutti e foglie hanno dimostrato effetti antiossidanti. Il succo di noni ad alte concentrazioni (>5%) ha mostrato attività anti-angiogenica in vivo. Tra gli altri effetti terapeutici tradizionalmente attribuiti alla M. citrifolia troviamo antibatterico, antifungino, antielimintico, analgesico, ipotensivo, antinfiammatorio, ipoglicemico (Hirazuni e Furusawa 1999; Furusawa 2003, Wang and Su 2001).

ANTIOSSIDANTE

E’ stata osservata una potente attività antiossidante della M. citrifolia (Su, 2005) in vivo, grazie alla ricca composizione di composti ad attività protettiva (beta-carotene, acido ascorbico, terpenoidi, alcaloidi, beta-sitosteroli e polifenoli). In un trial clinico randomizzato 68 fumatori, con altrettanto placebo, hanno assunto succo di noni concentrato o vitamina C per 30 giorni, per valutare la sua attività antiossidante. Sono stati analizzati i livelli plasmatici del radicale superossido e il grado di perossidazione lipidica. Il gruppo del noni ha mostrato un’attività antiossidante 2.8 volte maggiore di quella della vitamina C.

ANTITUMORALE

Hirazuni e Furusawa, 1999, hanno investigato in vivo la proprietà immunomodulatoria della frazione polisaccaridica della pianta, chiamata “noni-ppt”. I risultati suggeriscono importanti applicazioni cliniche come agente coadiuvante nel trattamento del cancro. Altre ricerche hanno evidenziato interessanti dati oncologici. Piccoli studi hanno trovato evidenze di effetti angiogenici nel tumore al seno umano espiantato, indicando la potenziale capacità della M. citrifolia nell’ostacolare la crescita tumorale, prevenendo lo sviluppo di un network vascolare di supporto. Attualmente è in corso uno studio clinico sponsorizzato dal National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM) del National Institute of Health statunitense, per valutare se e a quale dosaggio il noni possa fornire benefici ai pazienti con cancro.

ANTINFIAMMATORIA

In vitro è stato comparato l’effetto del noni con quello dell’aspirina e del celecoxib (FANS). E’ stato osservato che l’effetto inibitorio delle COX-2 svolto dal noni era comparabile a quello del celecoxib e che l’effetto inibitorio delle COX-1 era superiore a quello dell’aspirina del 41%. L’attività antinfiammatoria della M. citrifolia è stata anche osservata in modelli animali.

ANALGESICA E SEDATIVA

L’estratto della pianta mostra attività analgesica centrale, che suggerisce la possibilità di proprietà sedative. Studi preliminari indicano che l’estratto del frutto di M. citrifolia mostra una significativa affinità con i recettori dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA). Ricercatori dell’università di Mets, Francia, hanno dimostrato l’attività analgesica del noni. L’estratto del frutto mostra una significativa attività analgesica centrale dose-dipendente negli animali (efficace fino al 75% di una dose equivalente di morfina solfato), priva di effetti collaterali e di pericolo di assuefazione.

ANTIBATTERICA

L’estratto di M. citrifolia ha mostrato attività antitubercolare (Saludes, 2002). Aucubina, L-asperuloside e alizarina contenuti nel frutto del noni, come anche altri composti antrachinonici presenti nella radice, sono tutti agenti con provata attività antibatterica contro ceppi infettivi quali Pseudomonas aeruginosa, Proteus morgaii, Staphylococcus aureus, Bacillis subtilis, Escherichia coli, Salmonella e Shigela (Wang, 2002). L’estratto di noni ha inoltre mostrato un potenziale antibatterico ai gram positivi S. aureus e meticillina-resistente (MRSA) (Zaidan 2005).

ANTIVIRALE

In vitro la M. citrifolia ha mostrato la capacità di sopprimere l’effetto citopatico in cellule linfocitarie infettate da HIV, senza provocare l’inibizione della proliferazione linfocitaria.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12410555

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12466051

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16883283

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17561385

Mercoledì, 17 Agosto 2016 07:51

RESPIRARE MEGLIO MANGIANDO PESCE.

17-08-2016

Molte ricerche hanno dimostrato che mangiando pesce si possono alleviare i disturbi respiratori provocati dal fumo. I fumatori talvolta presentano una patologia, detta malattia polmonare cronico-ostruttiva, in cui la capacità dei polmoni di assorbire ossigeno è molto ridotta. Pare che mangiando pesce la si possa prevenire. Se siete fumatori accaniti, ovviamente, una fetta di tonno ogni tanto non potrà fare molto per proteggere i vostri polmoni, ma se state cercando di smettere o se vivete con un fumatore, il consumo di pesce può essere un modo per limitare i danni.

17-08-2016

Studi condotti nell'Università di Tolone (Francia) su cavie hanno dimostrato che la mela esercita un effetto coleretico, aumenta cioè la produzione di bile decongestionando il fegato. Inoltre, diminuisce l'indice litogenico della bile, che misura la tendenza alla formazione di calcoli biliari. Alle persone esposte al rischio di colelitiasi (specialmente le donne tra i 40 e i 50 anni con più di due figli) o a chi ha subìto interventi chirurgici si consiglia quindi di mangiare regolarmente mele. La mela fluidifica la bile e combatte la formazione di calcoli, ma non esistono prove che riesca a sciogliere quelli già formati.

16-08-2016

Sorseggiare una birra sotto al sole potrebbe essere più pericoloso di quanto si possa immaginare. Secondo una ricerca di alcuni scienziati di Berlino, pubblicata su ”Skin Pharmacology and Physiology”, l’alcol sarebbe in grado di aumentare il rischio ustioni causate dai raggi ultravioletti. L’alcol sarebbe capace di abbattere le difese che il nostro corpo è in grado di mettere in campo per combattere i raggi ultravioletti più pericolosi. Gli scienziati hanno dimostrato, con dei test su sei uomini diversi, che la presenza di carotenoidi (che proteggono la pelle) diventa sempre meno significativa in presenza di un’irradiazione accompagnata dalla bevuta di una minima quantità di alcol. Il test è risultato valido anche se l’alcol è stato mischiato al succo di frutta. L’alcol sarebbe in grado dunque di neutralizzare gli agenti che nel corpo umano hanno il compito di proteggerci dalla pericolosità dei raggi ultravioletti. Inoltre l’alcol sarebbe capace di impedire la neutralizzazione dei radicali liberi prodotti dall’esposizione ai raggi ultravioletti. Tra i danni che le bevande alcoliche sono in grado di provocare al nostro corpo assolato c’è quello della sudorazione eccessiva, essendo l’alcol un vasodilatatore periferico, e infine quello di mandarci troppo spesso al bagno, dal momento che l’alcol inibisce la vasopressina, un utilissimo ormone antidiuretico.

 

https://www.karger.com/Article/Pdf/343908

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23147451

16-08-2016

Una delle più comuni cause di denti macchiati è il tabacco. I denti sono porosi e possono assorbire la nicotina contenuta nel tabacco. Sia che viene masticato o fumato, il tabacco è una delle principali cause di denti macchiati. Altre cause di denti macchiati o gialli sono bevande colorate, come la coca cola, tè, caffè, succhi di frutta (soprattutto uva) e vino rosso. Alcuni alimenti, come i mirtilli o altri frutti con molto pigmento, possono anche aumentare le possibilità di avere denti gialli. Anche alcuni farmaci possono macchiare o ingiallire i denti. Ad esempio, gli antibiotici come la tetraciclina e doxiciclina sono noti per macchiare i denti, soprattutto quando somministrate ai bambini i cui denti sono ancora in via di sviluppo. Alcuni ingredienti che si trovano in colluttori e risciacqui come la clorexidina e cetilpiridinio cloruro può causare le macchie nei denti. Antistaminici (come Benadryl), farmaci antipsicotici e farmaci antipertensivi provocano scolorimento dei denti.
L’età è un fattore importante per il colore e la lucentezza dei denti. Con l’avanzare dell’età, i nostri denti cominceranno a scurirsi in quanto la superficie dello smalto comincia a erodersi. Eccessivo lavaggio o spazzolatura può portare, al contrario, a denti più scuri. L’accumulo di placca e tartaro possono rendere i nostri denti più gialli, consentendo alle macchie di attaccarsi nelle zone strette tra i denti e vicino alle gengive. Fortunatamente, molte macchie che sono causati in modo innaturale, come quelli da bevande colorate o sigarette, possono essere migliorate utilizzando i seguenti rimedi naturali per lo sbiancamento dei denti.

BICARBONATO DI SODIO

Il bicarbonato di sodio è noto per contribuire a rendere i denti più bianchi in quanto contribuisce a strofinare la superficie dei denti, senza danneggiare lo smalto. Questo è uno dei motivi per cui molti dentifrici pubblicizzano nel loro contenuto, il bicarbonato di sodio. Un semplice rimedio è quello di mescolare il bicarbonato di sodio con acqua ossigenata e utilizzare questa miscela come un dentifricio. Il perossido di idrogeno agisce come un agente sbiancante, e aiuta anche ad abbattere le particelle di macchie tra i denti, permettendo una facile pulizia:

- Aggiungere qualche goccia di acqua ossigenata in una piccola tazza.
- Aggiungere un cucchiaio di bicarbonato di sodio.
- Mescolare fino a creare una pasta.
- Aggiungete un pò di pasta sul vostro spazzolino da denti, e lavare i denti delicatamente.
- Sciacquare la bocca e poi lavare i denti con un normale dentifricio senza fluoro.

Utilizzando questo rimedio una volta a settimana, si dovrebbero vedere i primi risultati entro un mese. E' importante evitare di utilizzare questo rimedio su base giornaliera, in quanto le proprietà abrasive del bicarbonato di sodio possono logorare lo smalto dei denti.

ACQUA

Sciacquare la bocca con acqua subito dopo aver bevuto soda, caffè, the o qualsiasi bevanda aromatizzata e colorata è uno dei migliori rimedi sbiancanti dei denti. Questo impedisce che il colore possa depositarsi tra i denti, che è una delle principali cause di macchie o ingiallimento. Lavarsi i denti dopo ogni pasto è un’idea ancora migliore, ma l’acqua è eccellente dato che è molto più conveniente che portare in giro uno spazzolino da denti.

SUCCO DI LIMONE, SALE E CURCUMA IN POLVERE

Dopo aver lavato i denti, fate un ultimo sciacquo con succo di limone al quale avrete aggiunto mezzo cucchiaino di sale e di curcuma. La leggera acidità del succo e il lieve attrito dei granelli migliorano subito l’aspetto della superficie dei denti. La curcuma invece ha proprietà antinfiammatorie, utile se avete le gengive un pò arrossate. Utilizzare questo rimedio non più di 1 volta al mese.

ACETO DI MELE

Versate due dita di aceto di mele in un bicchiere, bevetelo trattenendolo in bocca per un minuto circa in modo da sciacquare tutti i denti. In questo caso è l’acidità che agisce sulle “ombre” lasciate da the, caffè, fumo di sigaretta». Non utilizzare il rimedio più di una volta al mese.

SALVIA

Stendete la foglia di salvia sul dito indice e, come se fosse uno spazzolino, passatela sui denti, con movimenti lenti e rotatori. Oppure potete spezzarla finemente e mescolarla al dentifricio. La salvia è ricca di sostanze disinfettanti, per questo è perfetta per proteggere le gengive e combattere l’alito cattivo. In più rispetta lo smalto dei denti, che rende bianchi e lucenti. utilizzare questo rimedio 2-3 volte a settimana.

OLIO D’OLIVA E GARZA STERILE

Piegate la garza e versatevi sopra qualche goccia di olio d’oliva, poi passatela sui denti con movimenti circolari. L’olio d’oliva, grazie alla sua bassissima acidità, attacca le macchie ma è delicato nei confronti dello smalto. Non utilizzare questo rimedio più di 1 volta alla settimana.

BUCCIA DI LIMONE O ARANCIA

Strofinate sui denti la parte interna (quella bianca) della buccia dell’agrume. L’azione meccanica è simile a quella di una morbida gomma. Potete farlo, per esempio, in caso di emergenza a fine pasto, magari quando siete fuori e non avete proprio la possibilità di lavarvi con lo spazzolino. In aggiunta, alcuni esperti consigliano anche di finire il pranzo addentando una mela o sgranocchiando un gambo di sedano: puliranno meglio gli spazi difficili da raggiungere, fra dente e dente.

Martedì, 16 Agosto 2016 14:54

PISELLI UTILI NELLA PREVENZIONE DEL CANCRO.

16-08-2016

La sostanza antitumorale contenuta nei piselli si chiama clorofillina ed è il pigmento che conferisce il loro colore verde. La clorofillina (affine alla clorofilla, la sostanza che permette alle piante di ricavare energia dalla luce del sole) ha una struttura molecolare particolare grazie alla quale riesce a catturare le sostanze cancerogene presenti nel corpo. Quando mangiamo piselli, la clorofillina si lega alle sostanze cancerogene e ne impedisce l'assorbimento. I ricercatori non hanno ancora stabilito esattamente quanti piselli sia necessario mangiare per ottenere il massimo giovamento, ma certamente non si sbaglierà includendoli il più spesso possibile nel proprio menù insieme ad altri ortaggi di colore verde. In fondo, più una verdura è verde, più è ricca di clorofillina.

16-08-2016

Uno dei metodi migliori per disintossicare e proteggere il fegato consiste nel liberarlo al più presto dalle tossine aumentando la secrezione della bile, che è il mezzo con cui esse vengono eliminate. Esistono varie erbe per ottenere questo effetto, ma sono efficaci soprattutto in soggetti che seguono una dieta ad alto contenuto di fibre, perchè aumentare la secrezione della bile serve soltanto se nell'intestino sono presenti fibre cui essa si può legare per poi venire evacuata.

TARASSACO

Il tarassaco è considerato da molti un'erba infestante, ma gli erboristi di tutto il mondo lo usano da secoli per curare il fegato e, sia sotto forma di alimento sia come medicamento, lo considerano uno dei rimedi più efficaci. Studi sull'uomo e su animali di laboratorio hanno dimostrato che il tarassaco aumenta il flusso biliare, migliora la situazione in patologie quali la congestione epatica, le infiammazioni del dotto biliare, l'epatite, i calcoli biliari e l'ittero. Il tarassaco ha una duplice azione sul flusso biliare: provoca un aumento della produzione e del passaggio della bile nella cistifellea (effetto coleretico) e stimola le contrazioni della cistifellea e il trasferimento della bile da quest'ultima all'intestino (effetto colagogo). L'effetto benefico del tarassaco in molte malattie diverse probabilmente è legato alla sua capacità di aumentare l'eliminazione delle tossine dal fegato.

CARCIOFO

Gli estratti di foglie di carciofo aumentano l'escrezione della bile dal fegato. Da ricerche cliniche in cui sono stati confrontati carciofo e placebo è risultato che dopo la somministrazione di un estratto standardizzato contenente lo 0,06% di cinarina (un costituente delle foglie di carciofo) per due o tre ore la secrezione biliare aumenta notevolmente. Questo effetto è talmente potente che gli estratti di carciofo oggi vengono usati come ipocolesterolemizzanti, visto che il colesterolo viene eliminato tramite la bile. In uno studio su 30 pazienti, 500 mg al giorno di cinarina hanno permesso di abbassare il tasso di colesterolo del 20% e i trigliceridi del 15%.

CURCUMA

La curcuma è una delle spezie più comuni e contiene un pigmento giallo, detto curcumina, che ha dimostrato di avere effetti protettivi paragonabili a quelli di silimarina e cinarina; aumenta cioè il flusso della bile dal fegato e diminuisce la colesterolemia. La sua particolare efficacia da quest'ultimo punto di vista è stata confermata in esperimenti su ratti nutriti con grandi quantità di colesterolo, nei quali il livello di colesterolo nel sangue è sceso del 50%.

16-08-2016

Una tendenza preoccupante di questi ultimi anni è l'antibiotico-resistenza, cioè la capacità dei batteri di resistere a farmaci che prima funzionavano. Da recenti ricerche risulta che l'aglio potrebbe essere efficace là dove i farmaci non lo sono più oppure si dimostrano tossici. In uno studio i ricercatori del Boston City Hospital hanno prelevato 14 diversi ceppi batterici dai tamponi nasofaringei di bambini affetti da infezioni dell'orecchio. Nonostante alcune delle infezioni non avessero risposto a nessun tipo di terapia antibiotica, in laboratorio l'estratto di aglio è riuscito a uccidere i germi resistenti.
In un altro studio i ricercatori dell’University of New Mexico ad Albuquerque hanno verificato l'efficacia dell'aglio nel trattamento dell'otomicosi, un'infezione dell'orecchio dovuta a un fungo del genere Aspergillus contro cui i rimedi esistenti non danno grandi risultati. I farmaci per uso topico infatti hanno molti effetti collaterali e sono addirittura controindicati se il timpano è ormai perforato. In laboratorio i funghi responsabili dell'infezione sono stati trattati con una miscela di estratto di aglio e acqua che, anche in concentrazioni molto basse, ne ha bloccato la crescita in misura paragonabile e talvolta anche maggiore di quella dei farmaci convenzionali.

16-08-2016

Il consumo regolare di bibite gassate dolci può essere una causa scatenante nello sviluppo del tumore del pancreas. Il ricercatore Dottor Mark Pereira, professore associato della “Scuola della Salute Pubblica” presso l’Università di Minneapolis in Minnesota e altri colleghi, hanno condotto degli studi su più di 60.000 persone di Singapore, uomini e donne, per un decennio. Hanno scoperto che coloro che bevevano bibite analcoliche gassate e zuccherate avevano il doppio di rischio di sviluppare il cancro al pancreas rispetto a coloro che non le bevevano. Nelle scuole, nei ristoranti, bar, caffè, centri commerciali, supermercati ecc., la gente consuma e/o acquista molte bibite dolci gassate analcoliche. Pertanto, i risultati sono da ritenersi simili negli Usa e in tutti gli altri paesi sviluppati occidentali, perché generalmente conducono lo stesso stile di vita. Il Dottor Pereira ha affermato che l’alto contenuto di zucchero nelle bibite gassate può far aumentare sensibilmente il livello di insulina nell’organismo e ciò provoca lo sviluppo del cancro pancreatico. Se poi nelle bibite sono stati usati dolcificanti artificiali, il rischio risulta essere ancora più elevato. Un’altra considerazione importante riguarda l’elevato utilizzo di composti chimici in queste bibite che stanno distruggendo progressivamente le reazioni naturali dell’organismo umano. 
Il tasso di sopravvivenza in seguito a tumore al pancreas è minimo, infatti solo il 5% delle persone colpite da questa patologia riesce a vivere più di 5 anni. Questo è dovuto al fatto che i primi sintomi vengono spesso ignorati in quanto non sono sintomi specifici ma disturbi generici e quando i sintomi si presentano in modo chiaro e il cancro viene rilevato è generalmente troppo tardi. Da notizie diffuse dal National Cancer Institute, nel 2009 negli Usa, su 45.000 casi di tumore al pancreas di uomini e donne, ben 35.000 sono deceduti. Pertanto, in base a questi risultati, i medici consigliano vivame

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3404432/

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-02/aafc-sdc020310.php

http://www.telegraph.co.uk/news/health/news/7168769/Soft-drink-consumption-may-increase-risk-of-pancreatic-cancer.html

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