Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

 11-05-2016

Attenzione all'olio di palma e ai grassi saturi utilizzati a livello industriale per la produzione alimentare. Questi ingredienti possono contenere sostanze potenzialmente dannose per la salute. L’EFSA lo conferma in un ampio dossier dedicato agli oli vegetali e ai contaminanti alimentari. L'EFSA ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle seguenti sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2- monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Le sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C). Il riferimento non va soltanto all’olio di palma ma anche ad altri ingredienti industriali che contengono grassi, come le margarine. Sappiamo che l’olio di palma utilizzato a livello industriale viene raffinato ad alte temperature e dunque esisterebbe il rischio che in questo ingrediente si sviluppino sostanze non benefiche per il nostro organismo. In più a parere dell’EFSA l’olio di palma risulta molto ricco di grassi saturi e pur trattandosi di un olio vegetale dal punto di vista delle sostanze in esso presenti e dell'impatto sulla salute dovrebbe essere considerato al pari di un grasso di origine animale.
Negli ultimi mesi la questione olio di palma risulta molto dibattuta. Se ne parla dal profilo ambientale ma anche per quanto riguarda la salute. La produzione di olio di palma non è sostenibile perché comporta la distruzione di foreste dal valore inestimabile presenti soprattutto in Indonesia, una pratica che serve per fare spazio alle piantagioni e che mette a rischio l’ecosistema, le popolazioni locali e gli animali che lo abitano con incendi e pratiche di coltivazione intensive. Per quanto riguarda l’aspetto della salute, l’Istituto Superiore della Sanità alcune settimane fa aveva già messo in luce il problema dell’elevato contenuto di grassi saturi dell’olio di palma come ingrediente inserito in una dieta in cui normalmente i grassi - derivati soprattutto da prodotti di origine animale come carne e formaggi - sono già molto presenti. L’ISS aveva raccomandato un consumo moderato di grassi saturi soprattutto per la fascia di popolazione più debole, composta da bambini e anziani, e ora il parere dell’EFSA sembra dare conferma a tale punto di vista. La cosa paradossale però è che l'olio di palma è contenuto nella maggior parte del latte in formula dati ai neonati che, se non allattati al seno, cominciano ad assumerlo perciò fin dai primi giorni di vita.
La dott.ssa Helle Knutsen, presidente del gruppo CONTAM, ha detto: "Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno, pertanto il gruppo CONTAM non ha stabilito un livello di sicurezza per i GE". L'EFSA scrive inoltre che i glicidil esteri degli acidi grassi (GE) sono un potenziale problema di salute per tutte le fasce d’età più basse e mediamente esposte, nonché per i consumatori di tutte le età che risultino fortemente esposti. L’olio di palma è presente in molti cibi confezionati ed è diffuso soprattutto in creme spalmabili, biscotti e altri prodotti da forno come cracker e grissini. Numerose aziende però negli ultimi tempi hanno deciso di sostituirlo con alternative che presentano un contenuto inferiore di grassi saturi, come olio di girasole e olio d’oliva. Dobbiamo però sempre fare attenzione a tutto l'elenco degli ingredienti dei prodotti alimentari e leggere bene le etichette. Infine, non posso che suggerirvi l’autoproduzione in cucina per evitare il più possibile ingredienti desiderati.

 

http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/160503a

http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/4426

https://www.youtube.com/watch?v=yedloySByx4

Mercoledì, 11 Maggio 2016 19:54

I 5 ALIMENTI DA NON CONSERVARE IN FRIGO.

11-05-2016

Il frigorifero non è sempre il luogo migliore per conservare gli alimenti più a lungo. Determinati cibi, conservati a bassa temperatura, deperiscono prima, perdono sapore e consistenza o diventano neri. Il quotidiano britannico Independent ha stilato quindi un elenco degli alimenti da non conservare nel frigorifero:

1. POMODORI: Secondo quanto riporta il sito di salute e benessere Mercola, la struttura chimica dei pomodori viene modificata se posti in frigo, mentre si perde il sapore per la riduzione della quantità di composti volatili. Le basse temperature inoltre rendono il pomodoro troppo morbido.

2. PATATE: Il frigorifero può trasformare la fecola di patate in zucchero, provocando la perdita di colore. Le patate vanno infatti riposte in luoghi freschi e asciutti, in un sacchetto di carta o in una retina.

3. PANE: Con le basse temperature del frigo l’amido si cristallizza più rapidamente rispetto alla temperatura ambiente e il pane diventa stantio prima.

4. AGLIO E CIPOLLA: La cipolla, secondo il National Onion Association, va posta in frigo se viene acquistata già sbucciata e tagliata o quando si cerca di prolungare la durata della cipolla dolce, ad alto contenuto di acqua. L’aglio, se riposto in frigorifero, rischia invece di ammuffire. Per conservarlo è consigliato invece tenerlo a temperatura ambiente in un luogo asciutto, buio, con una buona areazione per evitare che germogli.

5. BANANE: Se conservi le banane in frigo quando queste sono ancora verdi, non matureranno mai del tutto, neanche se le riporrete fuori. Essendo un frutto tropicale, la banana non ha alcuna difesa naturale contro il freddo nelle sue pareti cellulari, che vengono distrutte dalle temperature fredde.

 

http://www.independent.co.uk/life-style/food-and-drink/the-foods-you-shouldn-t-keep-in-the-fridge-a6891371.html

10-05-2016

E’ noto che il consumo eccessivo di sale è collegato ad alta pressione sanguigna. Ora, un nuovo studio suggerisce che potrebbe anche portare a danni al fegato negli adulti e negli embrioni in via di sviluppo. La maggior parte del sale che assumiamo proviene da alimenti trasformati e cibi preparati nei ristoranti. Il nuovo studio, condotto dalla Jinan University di Guangzhou, in Cina, è stato pubblicato nel Journal of Agricultural and Food Chemistry. Il nostro corpo ha bisogno di sale (il nome chimico è cloruro di sodio) per svolgere funzioni essenziali. Ad esempio, ioni di sodio aiutano a controllare il trasporto di acqua e trasportare impulsi elettrici nei nervi. L’assunzione media giornaliera di sodio e più di oltre 3.400 mg - più del doppio del limite di 1.500 mg raccomandati dalle linee guida dietetiche.
Studi precedenti hanno già suggerito che troppo sodio può danneggiare il fegato. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno voluto osservare più in dettaglio cosa accade a livello delle cellule. Il team ha effettuato esperimenti in cui topi adulti venivano alimentati con una dieta ad alto contenuto di sale ed ha esposto embrioni di pollo a un ambiente salato. I risultati hanno mostrato che troppo sodio ha portato ad una serie di cambiamenti nel fegato - come cellule deformi, più alti tassi di morte cellulare e tassi più bassi di divisione cellulare - tutti danni collegati alla fibrosi epatica. La fibrosi epatica si sviluppa quando vi è un eccessivo accumulo di proteine della matrice extracellulare come il collagene che supporta le funzioni delle cellule del fegato, come abbattere le cellule vecchie e danneggiate e metabolizzare i grassi per produrre energia.
I ricercatori suggeriscono che il meccanismo attraverso il quale troppo sale può causare danni al fegato e fibrosi, sia negli adulti che nello sviluppo degli embrioni, è attraverso lo stress ossidativo che si verifica quando l’equilibrio tra la produzione di specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi) e antiossidanti è turbato a favore del primo. Tale squilibrio può aumentare le cellule infiammatorie e promuovere la morte delle cellule del fegato, con conseguente progressiva fibrosi. Tuttavia, il team ha anche scoperto che il trattamento delle cellule del fegato danneggiate con la vitamina C - un antiossidante - sembra contrastare alcuni dei danni causati dal consumo eccessivo di sale.

 

http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/acs.jafc.5b05897

10-05-2016

Sono ormai note le proprietà benefiche dell’aglio sull'apparato cardiovascolare. Nei paesi anglosassoni, da quando sono stati introdotti gli integratori alimentari inodori di aglio, è aumentato il consumo di questo prodotto. L’azione ipotensiva dell’aglio è stata confermata in uno studio che ha messo in correlazione l’assunzione di integratori a base di aglio e vitamina C (che tra l’altro abbassa anche colesterolo e trigliceridi) su soggetti con una pressione arteriosa marginalmente alta (140/90 mmHg). Per i primi 10 giorni è stato somministrato un placebo, seguito da una settimana di washout. Quindi è stato ripetuto lo stesso ciclo per la vitamina C (2000 mg/die) presa da sola, per l’aglio estratto dal bulbo fresco (650 mg/die) assunto singolarmente e, alla fine, dopo l’ultimo washout, sono stati utilizzati entrambi gli integratori insieme.
Dai risultati si è visto che la vitamina C da sola non aveva alcun effetto sulla pressione sanguigna, mentre l’aglio andava a diminuire la pressione sistolica ma non quella diastolica. Invece quando gli integratori venivano assunti insieme si registrava un abbassamento sia della minima che della massima, infatti la minima passava a 75-80 mmHg e la massima a 110-120 mmHg. L’azione ipotensiva viene correlata con una stimolazione nella produzione di ossido nitrico a livello delle cellule endoteliali della parete dei vasi. Infatti, andando a misurare i livelli di ossido nitrico durante lo studio, si è registrato un aumento due volte superiore in presenza soltanto dell’aglio e tre volte superiore in concomitanza di aglio e vitamina C. Gli autori della ricerca sottolineano che sarà comunque necessario ripetere ulteriori studi su una popolazione più allargata e per un periodo più lungo per potere confermare tali risultati.

 

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S027153170700022X

10-05-2016

Uno studio americano ha confrontato la salute di circa 1.200 donne, alcune in supplementazione con vitamina D mentre altre no. Il numero elevato di pazienti che hanno ridotto il rischio di cancro prendendo un supplemento di vitamina D (il 60 per cento) era così inatteso che inizialmente alcuni hanno creduto ad un errore tipografico. Questo studio e molti simili, può forzare la medicina convenzionale a rivalutare le relative raccomandazioni per la vitamina D. Una carenza di vitamina D è rilevabile in molte malattie oltre al cancro. Un ricercatore ha precisato, “noi non conosciamo realmente la situazione delle malattie croniche nella popolazione nordamericana, fino a che non sia normalizzato lo status della vitamina D”.

COMMENTO

Sono molto contento che sia pubblicato uno studio importante su come la luce solare possa ridurre il rischio di cancro del 50 per cento , a conferma di quello che dico da tempo e considerato da molti medici una stupidaggine. Così, dopo molti anni di disaccordi, la medicina convenzionale è sul punto di riconoscere il vero valore della vitamina D e come può aiutare a ridurre i rischi di cancro. Esiste un ben preciso e riconosciuto rapporto fra latitudine, esposizione al sole e tassi di mortalità connessi con il cancro, valutato sulla gente che vive nel Canada e negli Stati Uniti del Nord. Il modo migliore e più sicuro per ottenere la giusta quantità di vitamina D è con l’esposizione del corpo alla giusta e sicura quantità di sole. In caso di supplementazione di vitamina D sarebbe meglio analizzare spesso i suoi livelli ematici per evitare un sovradosaggio. Almeno 21.000 americani muoiono ogni anno per un cancro dovuto a livelli inadeguati di vitamina D e quel numero è probabilmente sottostimato. Il numero reale molto probabilmente eccede i 50.000. E quei numeri si riferiscono solamente al cancro senza neppure considerare le molte altre malattie legate alla mancanza di vitamina D. Il costo economico per trattare queste malattie è stato valutato ogni anno a circa 56 miliardi di dollari negli Stati Uniti, confrontato ad appena 6 miliardi di dollari per le malattie causate da sovraesposizione alla luce solare. Pensate a queste cose la prossima volta che qualcuno (specie i dermatologi) vi dirà che la luce solare provoca il cancro, anche se ci sono alcuni rischi di cancro connessi all’esposizione solare, sono di gran lunga superati dagli incredibili dati di cancro-prevenzione.

10-05-2016

Quando ai ristoratori o ai cosiddetti esperti viene chiesto il nome dell’olio migliore e più salutare per cuocere, sembra che non abbiano le minime conoscenze di biochimica. Questo perché anche l’olio vegetale più sicuro usato dai ristoratori e raccomandato dagli esperti diventa un catabolita seriamente danneggiato in grado di favorire malattie cardiache e disturbi neurologici. Uno dei prodotti peggiori della degradazione degli oli vegetali è una tossina derivata dagli acidi grassi che si chiama 4-idrossi-trans-2-nonenal (HNE). In accordo coi ricercatori, l’HNE è presente in quantità elevata negli oli polinsaturi che contengono acido linoleico fra cui, ricordiamo:

• Olio di mais.
• Olio di soia.
• Olio di semi di girasole.

Molti studi hanno correlato il consumo di HNE con un rischio aumentato per malattie cardiovascolari, ictus, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, morbo di Huntington, disfunzioni epatiche e cancro. I ricercatori spiegano che la tossicità dell’HNE deriva dal fatto che esso reagisce in modo molto energico con biomolecole quando assorbito dal corpo umano. Esso reagisce anche con vari tipi di amminogruppi, proteine, DNA, RNA incidendo sui processi basali cellulari. In base a questi dati, l’American Dietetic Association consiglia di non portare nessun olio al punto di fumo e di non riutilizzarlo mai dopo una cottura. Tuttavia sembrerebbe molto più saggio evitare i cibi fritti, specialmente quelli al ristorante in quanto non esiste una normativa sul riutilizzo degli oli dopo cottura.
Gli oli contengono i cosiddetti acidi grassi essenziali. Sono chiamati essenziali perché l’uomo non potrebbe vivere senza di essi. Sono acidi polinsaturi suddivisi in due famiglie principali: omega-6 e omega-3. La maggioranza dei grassi dietetici sono trigliceridi che vengono immagazzinati nel tessuto adiposo come riserva calorica. La maggior parte dei grassi utilizzati per ristrutturare le membrane cellulari sono invece fosfolipidi. I tipi di acidi grassi usati per produrre i fosfolipidi sono marcatamente influenzati dal tipo di grassi assunti con la dieta. In termini di struttura e funzionalità di membrana, vengono sfruttati gli acidi grassi polinsaturi con la catena di carboni più lunga come l’acido eicosapentenoico (EPA) e l’acido docosaesanoico (DHA). Il corpo umano, inoltre, usa questi acidi per produrre dei composti denominati eicosanoidi (prostaglandine, trombossani, leucotrieni), ormoni ad azione locale, in grado di gestire la maggior parte delle funzioni fisiologiche di una cellula. Nonostante minime differenze nella loro struttura molecolare, le due famiglie di acidi grassi hanno azioni diametralmente opposte nel corpo umano: gli omega-6 favoriscono la risposta infiammatoria, la coagulazione sanguigna e la crescita tumorale. Gli omega-3 sono invece considerati prettamente benefici. Tutte e due le famiglie sono necessarie per la vita, ma un eccesso di omega-6 rispetto agli altri sicuramente è portatore di patologie. Ecco l’importanza di prendere in considerazione il rapporto omega-6/omega-3 piuttosto che il contenuto quantitativo lipidico di un cibo. Il rapporto ideale per una buona salute va da 1:1 a massimo 4:1.
Le fonti principali di omega-6 sono gli oli vegetali (olio di mais o soia) ricchi in acido linoleico. Gli omega-3 sono maggiormente contenuti in oli ricchi in acido linolenico come l’olio di semi di lino o di noci, oppure nel plancton marino e nei pesci ad alto contenuto lipidico (sardine, aringhe, maccarello, salmone). L’olio di fegato di merluzzo è quello dal contenuto maggiore in omega-3. Gli acidi grassi più importanti e attivi sono l’EPA e il DHA. Purtroppo, la dieta attuale ne è molto scarsa e con l’avanzare dell’età diventa più difficile produrli a partire dall'acido alfa-linolenico. Insieme al magnesio, è una delle carenze più diffuse nella popolazione mondiale. Una carenza di omega-3 è stata correlata a numerose patologie come:

• Dislessia.
• Aumento ponderale.
• Malattie cardiocircolatorie.
• Cancro.
• Eczema.
• Diabete.
• Depressione.
• Allergie.
• Artrite.
• Violenza.
• Disturbi della memoria.
• Malattie infiammatorie.

 

09-05-2016

Lavarsi bene le mani è sempre importante, in ogni stagione. D’inverno spesso può fare la differenza quando vi è rischio di contagio influenzale, per esempio. Ma anche d’estate, quando con il caldo proliferano maggiormente i batteri responsabili di diversi tipi d’infezioni: da quelle alimentari a quelle fecali, fungine e così via. Assicurarsi di aver pulito bene le mani è indispensabile dopo aver trascorso del tempo fuori, ed essere venuti in contatto con oggetti potenzialmente contaminati. Ma lo è soprattutto dopo essere stati per esempio in una toilette (magari in autogrill o in un qualsiasi altro locale pubblico). Questo è infatti ancora il punto dolente per la maggioranza delle persone: secondo un recente studio, infatti, sono ancora molte le persone che trascurano la sana abitudine di lavarsi correttamente le mani.
Lo studio, condotto su quasi 4.000 soggetti ha evidenziato come ancora il 60% delle persone non si lavano in modo corretto le mani. Nello specifico, il 10,3% proprio non se le lava; il 22% se le lava, ma senza sapone e, infine, soltanto il 5,3% le lava per più di 15 secondi. Più indisciplinati sono risultati essere i maschi, con il 15% di essi che disdegna il lavaggio delle mani, contro il 7,1% delle femmine che evita accuratamente l’acqua. E’ chiaro che a fronte di un contatto con agenti patogeni, il non lavarsi del tutto le mani, lavarle male o per poco tempo ci può esporre al serio rischio d’infezione. Secondo gli esperti, è importante tenere le mani sotto il getto d’acqua per almeno 20 secondi, sfregandole bene e con l’aiuto del sapone. In questo modo possiamo essere più tranquilli ed evitare di rovinarci la salute e, se siamo in vacanza, anche quest’ultima. I sintomi di un’infezione da germi patogeni come Salmonella, Escherichia coli e compagnia bella possono essere molto violenti e, in alcuni casi, richiedere anche il ricovero in ospedale. Ricordiamocelo la prossima volta che non abbiamo voglia di lavarci le mani.

 

http://www.lhsfna.org/index.cfm/lifelines/december-2013/washing-hands-properly-is-your-ticket-to-good-health/

http://msutoday.msu.edu/_/pdf/assets/2013/hand-washing-study.pdf

Lunedì, 09 Maggio 2016 06:06

ARTRITE: PERCHE’ NON PROVARE IL BASILICO?

09-05-2016

Da uno studio indiano del Poona College of Pharmacy, presentato alla British Pharmaceutical Conference di Manchester emerge che due specie di basilico, Ocimum americanum e Ocimum tenuiflorum, alleviano infiammazione e dolori articolari fino al 73% nel giro di un giorno. Il responsabile di tali benefici nei confronti dell’artrite sarebbe innanzitutto l'eugenolo, un principio attivo del basilico ben presente anche negli oli essenziali di chiodi di garofano e cannella. Ma gli studiosi ammettono che probabilmente anche altre molecole sono all'origine delle proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche del basilico. Gli autori della ricerca hanno evidenziato che il basilico - impiegato da millenni non solo nella medicina ayurvedica, ma anche in quella popolare europea - ha effetti simili a quelli dei comuni farmaci antinfiammatori usati nell'artrite, ma non i loro sgraditi effetti collaterali, tra cui innanzitutto i disturbi a livello gastrointestinale.

 

http://www.dailymail.co.uk/health/article-1216278/How-eating-fresh-basil-help-banish-arthritic-aches-pains.html

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16170979

 

09-05-2016

La Medicina "Ufficiale" ha 2 facce, l'una ben diversa dall'altra; una è quella che appare nei discorsi: vittoria sulle malattie, farmaci potenti che guariscono, straordinari trapianti di organi, interventi salva vita ecc.; l'altra è il volto nascosto ai più, che possiamo riassumere in questi diversi punti:

1. A parte pochissimi seri medici che sanno fare della loro professione un'arte, vi sono per contro (la maggioranza) "medici" che si contraddicono l'un l'altro su diagnosi e terapie. Una infima minoranza, l'uno per cento, si informa su "altre" tecniche sanitarie possibili. E' di tutta evidenza che non si può riporre fiducia in questi "medici" ed affidare a loro la nostra salute ed alle volte la vita stessa ad essi.

2. Non si sà chi "comanda", cioè chi è responsabile dei trattamenti quando vi sono problemi derivanti da incapacità professionale o burocrazia invasiva e limitante i diritti e la salute dei malati. Nessuno è responsabile per fegati, reni, cuori ammalati per trattamenti invasivi (farmacologici od irradianti) sempre e comunque inquinanti, somministrati.

3. Essa è una medicina falsamente scientifica, in quanto rifiuta di esaminare per esempio tecniche promettenti "alternative" (Bioelettronica, Elettroagopuntura, Biomagnetismo, Ayurveda ecc.)

4. In compenso essa è piena di assurdità scientifiche di dogmi non dimostrati, l'esempio più eclatante è l'affermazione che "le vaccinazioni rinforzano il sistema immunitario", nulla di più falso, al contrario sperimentazioni e ricerche cliniche hanno dimostrato l'errore di tali concetti.

5. La Medicina Ufficiale è spesso sinonimo di "rapina" a mano armata (ma non punibile) sfruttando la disperazione della gente.

6. Le cliniche e gli ospedali sono cronicamente male organizzati, spreconi ed i responsabili non fanno nulla perchè questo sistema cambi (menomale che come ministro delle sanità abbiamo una diplomata al liceo classico, come la Lorenzin, che sistemerà tutto!).

7. Vi è "boria scientifica" e disprezzo per le cose semplici e collaudate da secoli e di ciò che costa poco (esempio l'uso del cloruro di magnesio, minerale carente in tutti i casi di cancro).

8. Le operazioni chirurgiche e i trapianti costano moltissimo. La prevenzione è inesistente e le terapie sono così stupide ed invalidanti da portare facilmente il paziente verso la chirurgia ed il trapianto, il che evidenzia evidentemente l'incapacità professionale dei medici che hanno visitato quel paziente, soprattutto non accorgendosi del suo vero stato e non sapendo suggerire terapie non invasive e tanto meno risolutive.

9. Il sistema medicale è chiuso su se stesso, granitico, piramidale, impermeabile a critiche e metodi esterni; i privilegi continuano a crescere ed è sempre meno tollerante nei confronti dei "dissidenti" e degli "alternativi".

10. Il sistema è teleguidato a manovrato da interessi occulti e non dagli interessi di chi paga il servizio per curarsi.

11. L'emarginazione, il silenzio, il disprezzo, la denigrazione sono pratiche correnti, gestite in modo totale nei confronti di nuove idee provenienti dalle medicine dolci e nei confronti di quei ricercatori che ottengono risultati migliori ma in direzioni non gradite ai poteri occulti gestiti dalle aziende farmaceutiche.

12. Medici dal ruolo molto ambiguo ma dipendenti dagli interessi delle case farmaceutiche, si prestano alla propaganda di idee false e costruite appositamente per lanciare campagne di disinformazione ad altri medici, politici e cittadini, attraverso conferenze, meeting, viaggi in paesi esotici, programmi televisivi e radiofonici, associazioni appositamente create (vedi Telethon ecc.) con il contributo dei mass media ricattati dal fatto che la pubblicità può essere tolta se la linea di informazione non rispecchia i dettami dei poteri occulti.

 

08-05-2016

La combinazione di cannella e miele è nota per essere estremamente utile nei trattamenti di numerose malattie. Vale a dire, il miele è probabilmente il più sano fra gli alimenti naturali, ed è stato utilizzato per millenni in tutto il mondo. Inoltre, non ha effetti collaterali, rendendolo utilizzabile da tutti, in varie condizioni di salute. Anche se ha un sapore dolce, secondo gli scienziati, se consumato con moderazione, può essere utilizzato anche da pazienti diabetici. Tuttavia, quando combinato con la cannella, i suoi benefici si amplificano esponenzialmente. Questo è ciò che questa combinazione medicinale può fare per la vostra salute:

SISTEMA IMMUNITARIO: Il consumo regolare di questa combinazione rinforza il sistema immunitario e lo protegge da virus e batteri. Il miele è abbondante in ferro e numerose vitamine, quindi il suo uso rafforza i globuli bianchi impedendo o contrastando attacchi virali e batterici.

COLESTEROLO: La ricerca ha dimostrato che una miscela di 2 cucchiai di miele + 3 cucchiaini di cannella in polvere in circa 500 ml di acqua, rende la tisana che ne scaturisce capace di abbassare il colesterolo nel sangue del 10 per cento nel giro di due ore. Inoltre, il suo uso tre volte al giorno tratta forme croniche di colesterolo.

RAFFREDDORE: Un cucchiaio di miele con un ¼ di cucchiaio di cannella su una base quotidiana per tre giorni possono alleviare i sintomi del raffreddore gravi.

INFLUENZA: Scienziati spagnoli hanno dimostrato che il miele comprende un ingrediente che impedisce l’influenza e distrugge i germi influenzali. E’ una proteina il componente finora “segreto” contenuto nel miele e capace di uccidere i batteri. La defensina-1, che si trova nel sistema immunitario delle api, è stata scoperta durante uno studio condotto dai ricercatori del Centro Medico Accademico di Amsterdam, che ha chiarito la base molecolare dell’attività antibatterica. La dolce notizia è stata pubblicata sulla rivista della Federazione delle società americane di biologia sperimentale, Faseb journal, dove si anticipano i possibili usi antibiotici: la proteina di origine animale potrebbe un giorno essere usata per trattare ustioni e infezioni della pelle e per sviluppare nuovi farmaci contro le infezioni resistenti agli antibiotici. «Il miele o suoi componenti isolati - spiega uno degli scienziati - potrebbero essere di grande importanza per la prevenzione e il trattamento di infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti». I ricercatori hanno testato in laboratorio l’attività antibatterica di ciascun componente del miele su un gruppo di batteri antibiotico-resistenti, isolandoli selettivamente per determinare il loro contributo antibatterico individuale. Dall'analisi della defensina-1, gli scienziati hanno concluso che la grande maggioranza delle proprietà antibatteriche del miele proviene proprio da questa proteina. Questa informazione mette in luce anche il funzionamento interno del sistema immunitario delle api, che potrebbe un giorno aiutare gli allevatori a creare api più sane e robuste. «Sappiamo infatti da tempo che il miele può esserci d’aiuto nei mali, ma non sapevamo in che modo», ha commentato il direttore del Faseb Journal, Gerald Weissmann.

ACIDITA’ E INDIGESTIONE: Cospargere un pò di cannella in polvere su 2 cucchiai di miele e prendere prima dei pasti al fine di alleviare l’acidità e aiutare la digestione dei cibi pesanti. Il miele sembra ridurre le infiammazioni, stimola la circolazione sanguigna e aumenta la crescita delle cellule epiteliali disposte all'interno dello stomaco e dell’intestino. Alcuni studi hanno dimostrato che il miele uccide l'Helicobacter pilori, il batterio responsabile della maggioranza delle ulcere. Il miele crudo è probabilmente la scelta migliore, in quanto il trattamento a temperature altissime utilizzato per il miele pastorizzato potrebbe neutralizzarne alcuni composti attivi.. Pitagora lo descriveva come un elisir di lunga vita. E’ ricco di antiossidanti polifenolici che rallentano il processo di invecchiamento della pelle aiutando a prevenire numerose malattie.

ARTRITE: Nel caso di artrite, consumare una tazza di acqua calda con 2 cucchiai di miele e 1 cucchiaino di cannella in polvere. Secondo una recente ricerca condotta presso l’Università di Copenaghen che ha incluso 200 partecipanti, la miscela di 1 cucchiaio di miele e 1/2 cucchiaio di cannella in polvere prima di colazione, ha completamente risolto il dolore di 73 pazienti in una sola settimana. Inoltre, dopo un mese, tutti i pazienti che non erano in grado di muoversi o camminare a causa di dolori artritici iniziarono a camminare senza dolore.

MALATTIE A CARICO DEL CUORE: E’ possibile con successo prevenire le malattie cardiache e abbassando il colesterolo, consumando la combinazione di miele e cannella invece di gelatina e marmellata sul pane ogni mattina. Inoltre, è anche possibile consumare regolarmente nel caso avete già sperimentato un attacco di cuore, al fine di prevenirne efficacemente un altro. L’uso quotidiano di questa potente combinazione rafforzerà il battito del cuore. Numerosi pazienti in case di cura in Canada e in America, trattati con questa miscela, hanno sperimentato una migliore condizione della circolazione sanguigna venosa ed arteriosa.

PERDITA DI PESO: L’uso regolare di miele e cannella favorisce la perdita di peso, anche nelle persone più obese. Inoltre, il suo consumo previene l’accumulo di grasso nel corpo, anche nel caso di una dieta ipercalorica. Si dovrebbe aggiungere il miele e la cannella in una tazza di acqua tiepida e consumare questa bevanda prima di colazione, a stomaco vuoto e la sera, prima di andare a dormire.

AFFATICAMENTO: Secondo recenti studi, lo zucchero nel miele è effettivamente utile per la forza del corpo, e nel caso di persone anziane, fornisce energia, flessibilità e prontezza. Secondo il dottor Milton, che ha condotto la ricerca, ½ cucchiaio di miele in un bicchiere d’acqua, cosparso di cannella in polvere, promuove la vitalità del corpo.

INFEZIONI DELLA VESCICA: Mescolare la cannella e miele in un bicchiere di acqua tiepida in un rapporto di 2:1 e consumarla regolarmente al fine di uccidere i germi nella vescica.

CANCRO: I più recenti studi in Australia e Giappone hanno dimostrato che questa combinazione uccide efficacemente il cancro dello stomaco e delle ossa. Pertanto, i pazienti con questi tipi di cancro dovrebbero consumare una miscela di 1 cucchiaio di miele con 1 cucchiaino di cannella in polvere, su base giornaliera, tre volte al giorno, per un mese.

LONGEVITA’: Il consumo regolare di miele e cannella previene l’invecchiamento e favorisce la longevità. Si dovrebbe aggiungere 4 cucchiaini di miele e un cucchiaino di cannella in polvere, in 3 tazze di acqua bollente per preparare il tè e consumare ¼ di tazza più volte al giorno.

INFEZIONI DELLA PELLE: Questa combinazione guarisce con successo diversi problemi di pelle. Bisognerebbe mescolare il miele con la cannella in parti uguali e applicare la loro combinazione sulle zone colpite, al fine di trattare le infezioni della pelle, la tigna e l’eczema.

BRUFOLI: Preparare una pasta di un cucchiaino di cannella e 3 cucchiai di miele. Applicare questa pasta sui brufoli prima di coricarsi e lasciare agire tutta la notte. Lavare la mattina seguente con acqua tiepida. Ciò elimina con successo i brufoli se ripetuto quotidianamente per 2 settimane.

ALITO CATTIVO: La gente del Sud America mescolano un cucchiaino di miele e cannella in polvere in acqua calda e fanno gargarismi non appena si alzano in modo da rinfrescare l’alito.

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates