Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Domenica, 22 Novembre 2015 08:28

IL MERLUZZO AIUTA A PERDERE PESO.

22-11-2015

I benefici del consumo di pesce sono in buona parte attribuibili al contenuto in acidi grassi omega-3 a lunga catena, EPA e DHA, dei quali sono ricchi soprattutto i pesci più grassi. I pesci magri, come il merluzzo, apportano quantità di omega-3 ridotte e insufficienti per ottenere la dose giornaliera raccomandata. Il consumo di pesce magro, ricco di proteine, è stato d’altra parte associato ad un migliore controllo del peso, e ad effetti positivi sia sui lipidi ematici che sullo stress ossidativo. Nello studio SEAFOODplus YOUNG, 126 soggetti di età compresa tra 20 e 40 anni, sovrappeso od obesi, hanno assunto tre diete ipocaloriche simili per composizione in macronutrienti ma diverse per numero di porzioni settimanali di merluzzo (da 150 g ciascuna): nessuna, 3 e 5. Dopo 8 settimane nella popolazione allo studio sono state osservate riduzione del peso, dell’indice di massa corporea, della circonferenza addominale, della pressione sistolica e diastolica, dei livelli di Trigliceridi, dell’insulinemia, assieme ad una riduzione della Prevalenza di Sindrome metabolica (dal 29% iniziale al 21%). I pazienti che avevano consumato 5 porzioni di merluzzo hanno tuttavia perso mediamente 1,7 kg in più rispetto ai soggetti a dieta isocalorica ma priva di pesce. Secondo gli autori di questa ricerca il consumo di merluzzo nell’ambito di una dieta ipocalorica ne aumenta l’efficacia in termini di riduzione del peso, senza tuttavia apportare ulteriori benefici sugli altri fattori di rischio cardiovascolare, il cui miglioramento sembra dipendere dal calo ponderale in sé piuttosto che dall’apporto di pesce.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19356912

http://www.nmcd-journal.com/article/S0939-4753(09)00004-0/abstract

22-11-2015

Fino a poco tempo fa, pensavo che i medici fossero le vittime di questo sistema corrotto. Pensavo che il fatto di essere dei burattini, delle marionette non fosse colpa loro ma delle multinazionali che comandano in tutte le università impartendo le regole del gioco. Ma nel tempo ho capito che non è così, che conoscono bene il sistema a cui loro appartengono e anzichè ribellarsi unendosi in sindacati, in gruppi di movimento per protestare contro chi mina i diritti della loro professione che fanno? Fanno finta di nulla appoggiando il sistema stesso, passando da vittime a complici. Ma voi vi chiederete “cosa intendi per sistema”? Per sistema intendo quello sanitario, quello farmacologico comandato dalle multinazionali del farmaco che oltre a dirigere le regole professionali all’interno delle facoltà, obbligando le istituzioni all’insegnamento di teorie false e mai supportate dai fatti, immettono nel nostro paese, corrompendo le classi politiche, quei veleni chiamati farmaci che sono la terza causa di mortalità nel mondo! 
Tutti i medici conoscono la tossicità dei farmaci e anziché ribellarsi andando a favore della loro etica professionale e tutelando la salute della gente, preferiscono stare zitti nel silenzio appoggiando questo sistema mafioso! Certo, facendo così è più semplice non perdere il posto di lavoro rischiando di essere radiati dal proprio albo professionale! Sono consapevole che un medico da solo è più semplice da eliminare, ma se tutti i medici onesti si unissero in una sorta di movimento a favore della libertà di scelta terapeutica per loro e per i pazienti, col cavolo che riuscirebbero a radiare migliaia di medici in un solo colpo. Se ciò accadesse, ne verrebbe fuori una rivoluzione. Se prima accettavo l’idea che i medici fossero vittime, adesso ho la prova che essi sono complici! E l’esempio più brutto non lo dimostrano ai loro pazienti (pardon, assistiti secondo il nuovo codice deontologico) o alla comunità, ma alla loro coscienza, a patto che ce l’abbiano!
La cosa che più mi preoccupa sono gli anziani. Nel mio lavoro come Naturopata, mi capita spesso di parlare con persone di una certa età di cui sono convinti che i farmaci siano stati creati per curare le malattie e che il loro medico è una brava persona e farebbe di tutto per aiutarli. NULLA DI PIU’ FALSO! I farmaci non sono mai stati creati per curare, tant’è vero che non esiste un farmaco sulla terra che curi una sola malattia, ma si limitano soltanto a trattare i sintomi. Trattare e curare sono due verbi totalmente diversi! Non metto in dubbio che i medici saranno magari delle brave persone, ma essere brave persone non ha niente a che vedere con il ruolo che svolgono come medici. La maggior parte degli anziani non sanno vivere da anziani. Non sanno neanche cosa sia l’anzianità. Non hanno più stimoli per crescere, per migliorarsi, per adeguarsi alle nuove tecnologie, se ne stanno con le braccia conserte come se aspettassero la morte da un momento all’altro. Eppure noi tutti abbiamo sempre avuto la consapevolezza che l’anziano, dall’alto della sua esperienza vissuta sulla pelle, fosse una persona saggia, colui che potesse darci dei consigli e dire qualsiasi cosa sulla vita e sul modo di vivere. Dovrebbero essere gli anziani a dirmi cosa sia la medicina naturale, quale rimedi prendere per la tosse, per il mal di stomaco o il mal di denti, anziché impasticcarsi di antibiotici o altri farmaci! Invece no. Sono io che devo ricordargli i rimedi che loro stessi hanno ricevuto dalle loro nonne nate prima che scoprissero i farmaci stessi, come per esempio, il miele per la tosse, acqua e alloro per il mal di stomaco, chiodi di garofano per il mal di denti ecc. Ma in che mondo viviamo? Stiamo vivendo una sorta di involuzione! Dovete svegliarvi in fretta, non avete altra scelta che informarvi su internet se non volete morire da STRONZI!
Ci stanno tante cose che la gente dovrebbe imparare. Prima di tutto la semantica, perchè poche persone conoscono il significato delle parole italiane. Nessuno riesce ancora a capire il vero significato della parola salute. Nei post precedenti ho dato un’esauriente significato di questa parola! La gente non sa ancora che quando iniziamo a non essere più in salute, la malattia inizia a manifestarsi attraverso 3 fasi differenti: energetica, funzionale e organica. La gente non sa che la Naturopatia, lavorando sulla persona, e indirettamente sulla malattia, cura il 90 per cento delle malattie. Ripeto, CURA, NON TRATTA! Sarebbero tantissime le cose da dire ancora, ma preferisco al momento fermarmi qui. Ritengo che le cose che abbia scritto siano sufficienti a farvi riflettere in maniera profonda, sperando di potervi aiutare a comprendere cosa volete veramente dalla vita, se volete vivere nei prossimi anni in salute o nella malattia.

 

Naturopata Angelo Ortisi

Sabato, 21 Novembre 2015 07:27

CHEMIOTERAPIA E DISINFORMAZIONE.

21-11-2015

Una delle massime e più note riviste scientifiche, "Lancet", ha pubblicato nel 1975 uno studio sui tumori broncopolmonari inoperabili dal titolo: “Treatment of inoperabile carcinoma of bronchus”, firmato da Laing, Berry, Newman, Peto. Un gruppo molto importante di pazienti fu trattato con chemioterapia, un altro gruppo identico di controllo è stato trattato solo con farmaci palliativi; questi ultimi pazienti hanno avuto una mediana di sopravvivenza oltre che doppia rispetto a quelli che hanno fatto la chemio. Ma il dato non è pubblicizzato. Quando organizzano le giornate della vita e non informano la gente di questi dati, il messaggio al pubblico è molto diverso.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/53654

http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(75)92654-9/abstract

21-11-2015

Nuovo campanello d’allarme lanciato dai tossicologi del Silent Spring Institute, Istituto di ricerca sul cancro al seno e l’ambiente, che stavolta, unitamente all’Università della California, dopo un attento studio, punta il dito contro i Parabeni, gruppo di elementi chimici usati dalle case farmaceutiche e dai prodotti di bellezza che fungono da conservanti per i cosmesi più comuni. Secondo il recente studio condotto dagli esperti e pubblicato su Environmental Health Perspectives, i Parabeni, pur se presenti in minima parte all’interno dei prodotti di bellezza, costituiscono un vero e proprio pericolo per la salute delle donne, perché potrebbero aumentare considerevolmente i rischi di sviluppare un tumore al seno. Anche le più piccole dosi possono contribuire a incrementare il rischio di incorrere in un tumore, infatti, i parabeni potrebbero legarsi con altre sostanze e influenzare la proliferazione delle cellule malate. Ma come riconoscerli? Basta leggere gli ingredienti riportati sulle etichette dei prodotti comunemente messi in commercio; i sei parabeni più utilizzati dalle industrie sono: methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben, e benzylparaben. Purtroppo li si riscontrano veramente ovunque: dallo shampoo alle creme per il viso, dai deodoranti ai gel da barba , dalle creme solari al dentifricio, dai fondotinta alla cipria, oltre che nei prodotti per l’igiene intima.
Inutile dire che questi elementi chimici presentano un costo veramente basso e hanno tutto sommato un buon riscontro al fine di “conservare” al meglio il prodotto, così le aziende non riescono proprio a rinunciarci, e pur essendo consapevoli della loro pericolosità, continuano imperterriti ad utilizzarli nelle loro produzioni di cosmesi. Inoltre un altro studio condotto dai ricercatori dell‘Università di Reading ha preso in esame ben 20 pazienti che soffrivano di tumore al seno; su 18 di esse si sono riscontrati tracce di Parabeni all’interno del tessuto mammario. Insomma un dato certamente imponente che di sicuro non dovrebbe essere sottovalutato. Alcuni ricercatori sostengono che questi parabeni possano esser tranquillamente sostituiti con prodotti 100% naturali, come oli essenziali, noce di cocco, menta piperita e burro di cacao che, pur avendo costi molto più alti, non contengono alcuna sostanza nociva che intacchi l’incolumità dell’organismo e svolgono magistralmente il ruolo di conservanti. Ancora più eclatante diventa la situazione, se si considera che già nel 2003 l’Unione Europea aveva stilato una lista di prodotti destinata ai produttori di cosmesi in cui venivano messi in rassegna le sostanze nocive da non usare assolutamente. I consumatori, però, ignari dei pericoli che incorrono, continuano a comprare erroneamente i prodotti, senza leggere attentamente le etichette riportate sulle confezioni, e lo Stato, dal canto suo, non si mobilita per limitare le aziende all’utilizzazione spropositato di queste pericolose sostanze e paradossalmente ancora la società odierna si chiede per quale motivo i tumori colpiscano in maniera così esorbitante le persone. Una domanda che conserva di per sé la sua risposta…

 

http://ehp.niehs.nih.gov/14-09200/

https://www.reading.ac.uk/news-and-events/releases/PR427032.aspx

21-11-2015

Siamo ormai abituati a comunicare digitando i nostri messaggi sulle tastiere del Pc e dello smartphone e di conseguenza scriviamo a mano sempre meno. Dovremmo riscoprire questa buona abitudine, che può diventare una vera e propria arte, oltre che risultare benefica per la salute. I bambini e i ragazzi hanno ancora la possibilità di scrivere a mano dato che frequentano la scuola. A parere degli esperti dell’Università dell’Indiana è un bene che i computer non abbiano ancora sostituito del tutto i mezzi e i metodi di apprendimento e di insegnamento tradizionali. Scrivere a mano infatti ha dei vantaggi sia per gli adulti che per i bambini. La scrittura a mano incoraggia l’attività del cervello, affina le capacità motorie e può contribuire al successo scolastico dei bambini e degli studenti. Ad esempio, è ben noto che prendere appunti a mano durante le lezioni aiuta a memorizzare meglio così come realizzare da sé su carta degli schemi per studiare.
Secondo Karin Harman James, esperto del dipartimento di Scienze psicologiche e del cervello dell’Università del’Indiana, scrivere a mano è molto importante e digitare sulla tastiera non ha gli stessi effetti benefici. In particolare, nei bambini scrivere a mano può contribuire allo sviluppo cerebrale. Inoltre i ricercatori hanno osservato che i bambini sono molto più veloci nello scrivere un tema quando usano la penna rispetto alla tastiera e in questo modo ottengono anche risultati migliori. Quando la scrittura a mano è ordinata, capita anche che il compito venga apprezzato ancor di più dagli insegnanti e che si ottengano dunque dei voti più alti. 
Uno studio interessante in proposito si intitola “The effects of handwriting experience on functional brain development in pre-literate children” ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Neuroscience and Education. Infine, la scrittura a mano coinvolge molti più circuiti cerebrali rispetto alla digitazione su una tastiera. Al cervello arrivano nuovi messaggi già a partire dal contatto e dalla pressione della penna sulla carta e dai primi movimenti necessari per iniziare a scrivere. La scienza, tra l’altro, ha già confermato che scrivere è la strada per la felicità e che scrivere a mano rende più intelligenti.

21-11-2015

Lo sapevate che è possibile ottenere molti vantaggi aggiuntivi da quelle piccole bustine di tè verde usate? Di seguito un elenco di modi e benefici dall'utilizzo delle bustine usate di tè:

1. TRATTARE L’ACNE LIEVE

Le bustine di tè verde usate possono aiutare a proteggere e favorire la bellezza della pelle in diversi modi. In realtà, sono uno dei migliori rimedi naturali per combattere l’acne lieve. Le catechine presenti nel tè verde hanno proprietà antibatteriche che aiutano a combattere i batteri che causano l’acne. Uno studio pubblicato sul Journal of Drugs in Dermatology suggerisce che una lozione di tè verde può essere un trattamento efficace e sicuro per l’acne lieve. Un altro studio, pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology nel 2012, ha concluso che l’epigallocatechina-3-gallato (EGCG) nel tè verde aiuta a modulare i bersagli molecolari intracellulari e inibire i batteri che causano l’acne.

- Posizionare una bustina di tè già utilizzata direttamente sulla parte colpita da acne per 5/10 minuti.
- Risciacquare con acqua fredda.
- Ripetere due volte al giorno fino a quando non si osservano miglioramenti.

2. COMBATTERE I SEGNI DELL’INVECCHIAMENTO

Il tè verde ha proprietà antiossidanti che aiutano a migliorare il colorito della pelle e l’elasticità. Ritarda i segni dell’ invecchiamento della pelle, come macchie di età e rughe. Uno studio del Medical College of Georgia osserva che il tè verde aiuta nel ringiovanimento della pelle. Può essere usato per trattare le malattie della pelle e ferite.

- Trasferire il contenuto di 2 bustine di tè verde già utilizzate, in una ciotola.
- Mescolare con 1 o 2 cucchiaini di miele grezzo e un pò di succo di limone.
- Applicare sul viso e collo.
- Lasciare riposare per 5-10 minuti, quindi risciacquare con acqua tiepida.
- Utilizzare questa maschera viso una o due volte alla settimana.

Nota: Questa maschera viso può non essere adatta alle persone con la pelle molto sensibile.

3. ELIMINARE L’ALITO CATTIVO

Si può godere di alito fresco con un collutorio rilassante a base di menta piperita e bustine di tè verde già utilizzate. Le proprietà antisettiche e antibatteriche del tè aiutano a combattere i batteri che causano l’alitosi. Inoltre, uno studio del 2014 pubblicato sul Journal of Oral and Maxillofacial Surgery, ha osservato che sciacquare la bocca con tè verde potrebbe essere una scelta appropriata ed efficace per il controllo del dolore associato a pericoronite acuta.

- Mettere 2 o 3 bustine di tè usate, in una tazza di acqua calda per 10-15 minuti per preparare un tè leggero.
- Lasciare raffreddare.
- Mescolare con qualche goccia di olio di tea tree.
- Utilizzare come un collutorio 2 volte al giorno, per combattere l’alito cattivo.

4. AVERE CAPELLI LUCIDI

Bustine di tè nero o verde usate possono aggiungere lucentezza ai capelli secchi e opachi. Gli antiossidanti presenti nel tè promuovono la crescita dei capelli così come possono prevenire i problemi comuni come cute secca e forfora.

- Immergere 2 o 3 bustine di tè usate, in 2 tazze di acqua e lasciar raffreddare.
- Dopo lo shampoo utilizzare questo tè leggero per il lavaggio finale dei capelli.
- Massaggiare il cuoio capelluto per 5 minuti, poi sciacquare i capelli con acqua normale.
- Utilizzare questo trattamento 2 volte a settimana.

5. GONFIORE E OCCHI IRRITATI

Qualsiasi tipo di bustine di tè possono aiutare a lenire gonfiore e occhi irritati. Il tè ha proprietà antiossidanti che aiutano a ridurre il gonfiore intorno agli occhi e ad alleviare la stanchezza e l’infiammazione. Inoltre, aiutano a ripristinare lo splendore e la lucentezza degli occhi.

- Mettere 2 bustine di tè utilizzate, in frigorifero per 30 minuti.
- Sdraiarsi e applicare le bustine di tè fredde sulle palpebre chiuse.
- Lasciare in posizione per 10-15 minuti.
- Ripetere un paio di volte al giorno.

6. SCOTTATURE E USTIONI

Il tè verde contiene tannini con proprietà astringenti e anestetiche che possono aiutare a combattere prurito e dolore. Uno studio pubblicato nel Journal of American Academy of Dermatology osserva che gli estratti polifenolici del tè verde contribuiscono a ridurre anche i danni causati dai raggi solari ultravioletti.

- Mettere da 10 a 12 bustine di tè verde usate nell’acqua del bagno.
- Immergersi per circa 20 minuti.
- Ripetere una volta al giorno per un paio di giorni.

Potete anche provare sacchetti di camomilla usati per le loro qualità antinfiammatorie.

7. COMBATTERE I FUNGHI DELL’UNGHIA DEL PIEDE

Le bustine di tè usate, possono curare i funghi dell’unghia del piede. I tannini presenti nel tè aiutano a uccidere i funghi responsabili delle infezioni fungine, mentre le sue proprietà antibiotiche e astringenti alleviano sintomi come sensazione di bruciore, gonfiore e irritazione della pelle.

- Raffreddare alcune bustine di tè usate in frigorifero per 20-30 minuti.
- Mettere le bustine di tè sulle unghie colpite, per 15 minuti.
- Utilizzare questo rimedio 2 o 3 volte al giorno fino a quando l’infezione si risolve completamente.

8. ESFOLIARE LA PELLE

La leggera tessitura ruvida del contenuto delle bustine di tè usate, le rendono un grande esfoliante. Aiutano a sbarazzarsi delle cellule morte della pelle e di altre impurità. Inoltre, le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del tè aiutano a lenire la pelle e a darle un bagliore incredibile.

- Trasferire il contenuto di 1 o 2 bustine di tè verde utilizzate, in una ciotola.
- Aggiungere un filo d’olio e miele per fare una pasta.
- Applicare sul viso e collo e lasciare riposare per 10 minuti.
- Strofinare delicatamente la pasta con movimenti circolari.
- Risciacquare la pelle con acqua tiepida.
- Utilizzare questo scrub viso una o due volte a settimana.

9. PROTEGGERE LE PIANTE DA PARASSITI E INFEZIONI

Le bustine di tè usate possono aiutare a mantenere i parassiti e le infezioni fungine lontano dalle vostre piante.

- Mettere il contenuto di 10-12 bustine di tè usate in acqua calda per fare un tè leggero. Lasciar raffreddare e trasferire la soluzione in un flacone spray. Spruzzare sulle piante di appartamento o del giardino.
- Inoltre, introdurre alcune bustine utilizzate nel fondo di un vaso. Aiutano la terra a trattenere l’acqua, oltre ad aggiungere preziosi nutrienti.

20-11-2015

Patate arrosto e toast potrebbero nuocere alla salute, aumentando il rischio di cancro. Ma la nocività dipende dalla cottura: se vengono cotti troppo a lungo, arrivando così a “bruciacchiarsi”, sono potenzialmente pericolosi. A lanciare l’allarme è la Food Standards Agency (FSA), ovvero l’agenzia governativa inglese per la sicurezza alimentare. Gli studiosi hanno misurato i livelli di una tossina cancerogena, l’acrilammide, in patate arrosto, chips e toast preparati in casa. In sostanza, la conclusione è stata che più questi cibi sono croccanti, più alti sono i livelli della sostanza pericolosa. L’acrilammide si forma da una reazione tra amminoacidi, zuccheri e acqua contenuti nelle patate e nel pane quando sono sottoposti a temperature più alte di 120°C. I consigli della FSA per cuocere al meglio e senza rischio questi alimenti sono due e anche molto semplici: le patate dovrebbero essere cotte solo fino a quando raggiungono “una colorazione leggermente dorata”, il pane dovrebbe essere tostato solo fino “alla più chiara colorazione possibile”.
Lo studio, di cui hanno già ampiamente parlato tutti i media britannici, ha dimostrato che il livello di acrilammide varia in maniera esponenziale in base al tempo di cottura. In un piatto di chips arrostite a lungo, gli scienziati hanno trovato 1,052 microgrammi (µg) di tossina per chilo, 50 volte di più rispetto al piatto meno cotto. Per le patate arrosto il livello è stato di 490 µg per kg, 80 volte di più delle patate meno croccanti. E lo stesso vale per i toast: quello più chiaro conteneva 9 µg per kg, mentre quello più scuro 167 µg, almeno 19 volte di più. “La valutazione del rischio indica che ai livelli a cui siamo esposti con il cibo, l’acrilammide potrebbe aumentare il rischio di cancro”, ha sottolineato Guy Poppy, capo consulente scientifico della FSA. Non consigliamo alle persone di smettere di mangiare determinati alimenti, ma quando si cucinano per esempio le patate in casa, di cuocerle fino alla colorazione dorata“. Gli scienziati non hanno precisato quale sia la quantità di acrilammide sicura e la Commissione Europea sta ora valutando l’introduzione di una soglia massima. Per legge la sostanza nell’acqua potabile dell’Unione Europea non può superare 0,1 µg per litro, una quantità di gran lunga inferiore a quella che è stata misurata in patate cotte, toast o altre sostanze, tra cui il caffè. Analizzando patate e toast cotti da 50 diverse famiglie, i ricercatori hanno registrato scarsa consapevolezza sui possibili rischi dell’acrilammide e quindi delle implicazioni di una cottura prolungata. E proprio per questo gli scienziati hanno voluto divulgare alcuni consigli sulla modalità di cottura delle patate: sbollentarle prima di arrostirle per ridurre gli zuccheri liberi che generano acrilammide (e, garantiscono, la croccantezza resta invariata); conservare le patate nella dispensa e non nel frigorifero. Le basse temperature, infatti, possono causare un aumento della quantità di zucchero contenuto nell’ortaggio, causando così livelli più alti di acrilammide al momento della cottura.

 

http://www.huffingtonpost.co.uk/2015/11/16/crispy-toast-and-roast-potatoes-cancer-risk-fsa_n_8573566.html

http://www.telegraph.co.uk/news/health/news/11996554/Crunchy-toast-could-give-you-cancer-FSA-warns.html

http://www.medicaldaily.com/overcooking-starchy-foods-potatoes-and-bread-increases-levels-acrylamide-cancer-361794

http://www.dailymail.co.uk/news/article-3319155/Oh-spuds-Study-finds-crispy-roast-potatoes-crunchy-toast-contain-high-levels-cancer-causing-chemical-research-does-provide-tips-avoiding-toxin.html

Venerdì, 20 Novembre 2015 13:10

FIGLIO MASCHIO O FEMMINA DIPENDE DALLA DIETA.

20-11-2015

E' l'alimentazione a stabilire, prima ancora che venga al mondo, se il bambino sarà un maschietto o una femminuccia. Sembra, infatti, che l'alimentazione, in una fase antecedente il concepimento, possa veramente influenzare il sesso del nascituro. A questa conclusione sono giunti Fiona Mathews ed i suoi collaboratori delle Università di Exeter e Oxford, in Gran Bretagna, analizzando i dati di 740 donne ricoverate nel reparto Maternità, cui era stato proposto un questionario relativo al tipo e alla quantità di alimenti assunti nelle settimane precedenti il concepimento.
Nello studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society Biological Sciences, gli scienziati hanno riscontrato una maggiore probabilità di avere un bambino di sesso maschile con una dieta pre-concepimento ad alto tenore calorico. Il 56% delle donne, cioè, che avevano avuto un'alimentazione contenente un terzo di calorie in più aveva avuto un figlio maschio contro il 45% di quelle che avevano seguito una dieta con un terzo di calorie in meno. Il livello calorico risultava essere il principale fattore in grado di influire sul sesso del bambino: le donne che avevano partorito un maschio più spesso avevano mangiato 180 calorie in più rispetto alle donne che avevano avuto una femmina. Più in particolare, dallo studio britannico risultava evidente una differenza tra le donne che facevano abitualmente una prima colazione a base di cereali, che hanno avuto figli maschi per il 59% rispetto a coloro che hanno dichiarato di non fare affatto colazione, o farla raramente, che hanno avuto maschi per il 43%. La ragione di questo fenomeno è oscura, anche se è noto che gli embrioni di sesso maschile richiedono maggiori quantità di glucosio. D'altra parte, i risultati di queste ricerche sembrano in accordo con la teoria biologica per cui molti animali, tra cui forse l'uomo, tendono a produrre maschi quando ci sono cibo e risorse in abbondanza, per una strategia in base alla quale maschi sani daranno luogo a una progenie sana.

 

http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/275/1643/1661

20-11-2015

Vivere nei dintorni di un distributore di benzina fa male alla salute. L'allarme arriva da uno studio dell'Università della Murcia (Spagna) pubblicato sul Journal of Environmental Management. I ricercatori hanno infatti rilevato nei pressi delle stazioni di servizio l'emissione di sostanze dannose sopra i livelli medi, il cui impatto inquinante si estenderebbe nel raggio di 100 metri. Accanto alle colonnine di carburante, ci sarebbe una pericolosa dispersione nell'aria di sostanze inquinanti: un mix di gas combusti e incombusti, polveri sottili e altri composti chimici che provengono dalle auto in attesa e dai vapori emessi dai carburanti caricati e scaricati dalle cisterne che riforniscono i benzinai.
Come ha spiegato l'autrice dello studio Marta Doval, “alcuni composti organici nell'aria come il benzene, che aumenta il rischio di cancro, sono stati registrati nelle stazioni di servizio a livelli superiori a quelli medi per le aree urbane dove il traffico è la principale fonte di emissioni'”. La 'distanza di sicurezza', pertanto, non dovrebbe scendere sotto i cinquanta metri e salire a cento nel caso di edifici 'sensibili' quali scuole, ospedali, centri sanitari e alloggi in cui vivono persone anziane.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2011/02/110204130315.htm

http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=95312&CultureCode=en

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0301479710002574

19-11-2015

Con la definizione “malattie autoimmuni” si intende una serie di patologie causate da una reazione imprevedibile e inspiegabile del sistema immunitario che scatena le proprie difese contro il proprio organismo di appartenenza e può interessare le cellule del sangue, così come la pelle, i muscoli, le articolazioni o i tessuti che rivestono e compongono gli organi. “Numerose le malattie rare rientrano nella definizione di patologie autoimmuni e colpiscono più del 6% della popolazione mondiale. Tra le più diffuse si possono ricordare il morbo di Crohn, caratterizzato da sanguinamento e infiammazione dell’intestino, l’artrite reumatoide, che vede il coinvolgimento delle articolazioni, la fibromialgia, dove i bersagli dell’attacco sono i muscoli, i tendini e i legamenti, il diabete di tipo 1, scatenato dalla distruzione delle cellule pancreatiche produttrici di insulina e la sclerosi multipla, una malattia che interessa il sistema nervoso centrale“. Purtroppo non sono state scoperte vere e proprie cause responsabili delle malattie autoimmuni. Tra i fattori di rischio ci sono i fattori genetici e quelli ambientali: la complessa interazione tra questi due fattori sembra essere all'origine delle malattie autoimmuni. Nella gestione di queste malattie, non di rado sono ignorati i rimedi naturali. Di seguito un elenco di rimedi naturali che aiutano a combattere le malattie autoimmuni:

1. CURCUMA

La curcuma contiene una sostanza chiamata curcumina che sopprime gli enzimi che stimolano l’infiammazione nelle malattie autoimmuni come l’artrite, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.

• Far bollire 1 tazza di bevanda vegetale e aggiungere ½ cucchiaino di curcuma in polvere. Lasciare cuocere a fuoco lento per qualche minuto. Assumere la bevanda prima di dormire.
• In alternativa, assumere integratori di curcuma solo dopo aver consultato un esperto.
• Inoltre, aggiungere la curcuma ai vostri pasti.

2. ZENZERO

Le proprietà antinfiammatorie dello zenzero possono aiutare ad affrontare le malattie autoimmuni. Lo zenzero aiuta a ridurre l’infiammazione che è un problema comune nelle malattie autoimmuni.

• Riscaldare 1 tazza di acqua e 1 aggiungere un cucchiaino di zenzero grattugiato o zenzero a fette. Lasciare cuocere per 5-10 minuti. Scolare e aggiungere il succo di limone e un cucchiaino di miele. Bere 2 o 3 volte al giorno.
• Inoltre, aggiungere zenzero alla vostra cucina.

3. OLIO DI COCCO

L’olio di cocco ha elevate proprietà antinfiammatorie e analgesiche. Questo lo rende un trattamento altamente efficace per le malattie infiammatorie autoimmuni come la colite ulcerosa e morbo di Crohn. L’olio di cocco contiene acido laurico che combatte l’infiammazione. Inoltre, l’olio di cocco contiene acidi grassi che favoriscono il metabolismo in pazienti con problemi della tiroide.

• Consumare 2 o 3 cucchiai di olio di cocco al giorno per combattere l’infiammazione.
• Inoltre, per l’artrite e il dolore anchilosante, massaggiare le zone colpite con olio di cocco caldo 2 o 3 volte al giorno, per aumentare la lubrificazione e ridurre la rigidità.

4. ALOE VERA

L’aloe vera contiene lupeolo e acido salicilico che hanno un effetto analgesico (allevia il dolore) e acidi grassi che hanno un effetto antinfiammatorio nell’artrite, secondo uno studio del 2014 pubblicato nel Journal of Autoimmune Diseases and Rheumatology. Inoltre, l’aloe vera aiuta a regolare il metabolismo. Quindi, può rivelarsi efficace nel morbo di Crohn e problemi della tiroide.

5. ANANAS

L’ananas contiene un enzima chiamato bromelina che ha formidabili proprietà antinfiammatorie. La bromelina presente nell’ananas fornisce sollievo nelle malattie infiammatorie autoimmuni come l’artrite reumatoide e spondilite spinale.

• Mangiare ananas fresco ogni giorno.
• In alternativa, mettere 1 ananas fresco (sbucciato e tagliato a dadini) e 15 pezzi di radice di curcuma in una centrifuga. Bere questo succo 3 volte al giorno per ridurre l’infiammazione.

Nota: In caso di ulcere allo stomaco o se si assumono anticoagulanti (aspirina, warfarin e altri), evitare di consumare ananas o estratto di bromelina pura poichè potrebbero interagire con questi farmaci.

6. OLIO DI PESCE

L’olio di pesce contiene acidi grassi essenziali con benefici antinfiammatori. Allevia i dolori articolari e rigidità e riduce persino la dipendenza da farmaci in pazienti con artrite reumatoide. Uno studio pubblicato in The Journal of Rheumatology osserva che la supplementazione di olio di pesce riduce i sintomi nei pazienti con artrite reumatoide e spondilite spinale. Un altro studio pubblicato su The Journal of Rheumatology ha dimostrato che l’olio di pesce è un trattamento antinfiammatorio sicuro per il collo e mal di schiena.
L’uso di olio di pesce ha anche benefici antinfiammatori in pazienti con colite ulcerosa e morbo di Crohn, anche se non porta alla remissione, secondo uno studio pubblicato nel 2014 dal World Journal of Clinical Cases.

• Assumere da 1 a 2 cucchiaini di olio di pesce al giorno.
• In alternativa, assumere una capsula di olio di pesce da 500 mg al giorno.

7. PEPERONCINO

Il peperoncino contiene un antidolorifico che è la capsaicina. Quando si consuma peperoncino o lo si applica localmente, la capsaicina inibisce l’attività di una sostanza chimica nel corpo responsabile della trasmissione dei segnali di dolore al cervello. Per questo motivo, il peperoncino è un efficace trattamento per l’artrite reumatoide e spondilite spinale. Inoltre, migliora la circolazione sanguigna generale che lubrifica ulteriormente la schiena rigida e le articolazioni.

• Mescolare 1 cucchiaino di peperoncino al miele e consumare 2 o 3 cucchiai al giorno.
• In alternativa, aggiungere ½ cucchiaino di peperoncino ad un bicchiere di acqua e bere ogni giorno.
• Inoltre, in caso di problemi come l’artrite reumatoide e spondilite mescolare 2 cucchiai di peperoncino in ½ bicchiere di olio di cocco. Applicare la miscela sulle articolazioni colpite 2 o 3 volte al giorno per ottenere sollievo.

Nota: Anche se è antinfiammatoria, la capsaicina aumenta la permeabilità intestinale e rende più facile ai batteri, l’ingresso nell’intestino, rendendo il suo consumo nocivo per le persone con colite ulcerosa o morbo di Crohn.

8. ACETO DI MELE

L’aceto di mele è utile anche per le malattie autoimmuni. Contiene vitamina B5 (acido pantotenico) che aiuta a ridurre il gonfiore e l’infiammazione. Calcio, manganese, potassio e fosforo in esso contenuti, riducono ulteriormente i dolori articolari. L’aceto di mele accelera anche il metabolismo, dimostrandosi utile per le persone con malattia di Graves.

• Mescolare 1 cucchiaio di aceto di mele biologico in un bicchiere di acqua calda.
• Aggiungere 1 fetta di radice di zenzero e lasciare in infusione per 5 minuti.
• Mescolare con un 1 cucchiaino di miele biologico.
• Consumare due volte al giorno.

9. CANNELLA

Anche se è comunemente usata come rimedio per il diabete e pressione alta, la cannella è anche un buon trattamento per le malattie autoimmuni. Uno studio pubblicato nel 2015 in Food and Function nota che la cannella dello Sri Lanka è una delle più potenti varietà ed è un rimedio antinfiammatorio efficace nel trattamento di malattie croniche come l’artrite reumatoide. Inoltre, la cannella ha potenti proprietà antibatteriche che sopprimono l’attività dei batteri in eccesso e si rivela utile in pazienti con colite ulcerosa e malattia di Crohn.

• Mescolare 1 cucchiaino di cannella in polvere e un pò di miele biologico in un bicchiere di acqua tiepida e bere tutti i giorni.
• Inoltre, per il sollievo da artrite reumatoide e spondilite, mescolare 1 cucchiaino di cannella in polvere in 5 cucchiaini di miele. Applicare sulle zone colpite 2 o 3 volte al giorno.

10. OLIO DI ORIGANO

Le proprietà antinfiammatorie dell’olio di origano lo rendono un importante trattamento per le malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e spondilite.

• Con un contagocce, aggiungere 3 o 4 gocce di olio di origano in un bicchiere d’acqua o succo di frutta. Bere 3 volte al giorno.
• Inoltre, per l’artrite reumatoide e spondilite, mescolare 1 o 2 gocce di olio di origano puro in 1 cucchiaino di olio di cocco e applicare sulle parti del corpo doloranti.

Nota: A causa della sua natura altamente potente, consultare un esperto prima di adottare eventuali regimi basati sull’olio di origano.

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