Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

09-11-2015

Non riuscite a dormire la notte? Attenti alla salute. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Sleep ha trovato che le persone che soffrono di insonnia hanno un’accresciuta pressione sanguigna notturna, che può portare a problemi cardiaci. L’inchiesta, che ha misurato la pressione arteriosa durante le 24 ore degli insonni rispetto a chi invece dormiva regolarmente, è stata condotta dai ricercatori dell’Université de Montréal, in collaborazione con Hôpital du Sacré-Coeur de Montréal e del Centro Disturbi del sonno dell'Université de Laval.
"Dopo molti anni l’insonnia cronica può avere effetti negativi sul cuore degli individui altrimenti sani. Considerando che la pressione sanguigna diminuisce nelle persone che dormono regolarmente e permette al cuore di riposarsi, l’insonnia provoca una maggiore pressione sanguigna notturna che può provocare, a lungo termine, un incremento dei rischi cardiovascolari e danneggiamento del cuore", spiega l’autore dello studio Paola A. Lanfranchi, professoressa all’Université de Montréal nella Facoltà di Medicina e ricercatrice presso l’Hôpital du Sacré-Coeur de Montréal Centro disturbi del sonno.

 

http://www.journalsleep.org/ViewAbstract.aspx?pid=28069

09-11-2015

Il singhiozzo è un fenomeno dovuto a una contrazione ripetuta e involontaria del diaframma, il muscolo che si contrae durante l'inspirazione e che si distende durante l'espirazione. In condizioni normali, le contrazioni e le distensioni del diaframma sono lente e ritmate. Se si scatena il singhiozzo, invece, il movimento viene ripetuto con una certa frequenza. Ma come mai la contrazione del diaframma, che determina un fenomeno come il singhiozzo, si mette in moto? Il meccanismo è dovuto a un'alterazione di un nervo particolare, il frenico, deputato a controllare le contrazioni del diaframma. Il nervo frenico segue un percorso particolarmente lungo: nasce dal cervello, passa attraverso la zona cervicale e va a innervare diversi organi: il diaframma, la sottile membrana che avvolge il cuore, il fegato, lo stomaco e i reni. Se il nervo viene irritato in un punto qualsiasi di questo percorso, può conseguire un episodio di singhiozzo.
Il tipico suono "hic", che si ripete in modo ritmico e continuo per qualche minuto, è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma si conclude con una brusca chiusura della glottide, ossia la valvola che separa l'apparato respiratorio da quello digerente. Oltre al nervo frenico, il singhiozzo coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso, ossia i centri che controllano la respirazione e l'ipotalamo, una parte del cervello non controllabile dalla volontà (questo è il motivo per cui il singhiozzo si manifesta senza preavviso). Spesso non si conosce il motivo di base che scatena il singhiozzo, ma si è visto che ci sono alcune situazioni, legate alla quotidianità, in cui il fenomeno si può manifestare facilmente:

- dilatazione dello stomaco, determinata dalla rapida o eccessiva ingestione di cibo e liquidi;

- bruschi sbalzi di temperatura, come passare dal caldo al freddo oppure bere una bevanda bollente o gelata;

- eccessiva ingestione di bevande alcoliche, che può danneggiare la mucosa gastrica provocandone l'infiammazione e di riflesso irritare il diaframma;

- episodi di emotività: quando ci si trova in una condizione di forte disagio, si inghiotte una quantità d'aria superiore al normale. Ciò provoca come diretta conseguenza l'irritazione del diaframma e quindi la comparsa del singhiozzo.

In tutti questi casi il singhiozzo deve essere considerato un fenomeno del tutto normale, che si risolve facilmente con piccoli accorgimenti alla portata di tutti. Già 2000 anni fa, il medico greco Ippocrate consigliava il metodo che tuttora rimane quello più usato ed efficace: trattenere il fiato e restare in apnea per 10-15 secondi. Questa "manovra" è molto utile perchè si ripercuote sul diaframma inducendolo a rilassarsi, ma deve essere preceduta da un'ispirazione profonda. Esistono inoltre numerosi rimedi, che sebbene non abbiano sempre una vera e propria base scientifica, hanno dalla loro parte l'esperienza di generazioni. Ecco i più validi:

1. Ingerire rapidamente acqua a piccoli sorsi, oppure metterne un sorso in bocca e spingerla violentemente nell'esofago. Ciò permette di far arrivare al cervello un messaggio in grado di bloccare il singhiozzo; in alternativa si può anche deglutire un pò di ghiaccio tritato finemente.

2. Favorire uno starnuto (si può usare una piuma con cui solleticare la base del naso). In questo caso si mette in azione tutta la muscolatura diaframmatica e quella intercostale. Di conseguenza si dà uno scossone violento al sistema che riparte riprendendo il suo ritmo normale.

3. Inghiottire rapidamente un cucchiaino di zucchero: grazie alla composizione in granuli, lo zucchero scendendo attraverso l'esofago, stimola il diaframma fermandone le contrazioni.

4. Prendere un cucchiaio di aceto: in virtù della sua composizione acida, l'aceto determina una lieve contrazione dell'esofago, spesso sufficiente a interrompere lo spasmo del diaframma. Non bisogna, però, usarlo spesso, a causa delle sue proprietà corrosive, che potrebbero determinare lesioni alla mucosa che riveste lo stomaco.

5. Comprimere con le unghie degli indici un punto di agopuntura situato all'interno dei padiglioni auricolari. Si tratta della piegolina che si trova in mezzo alla conca, la zona in prossimità del condotto uditivo.

6. Prendere un cucchiaino di succo di limone puro: il sapore asprigno del frutto induce a trattenere il fiato per qualche secondo, favorendo la risoluzione del problema.

Oltre ai sistemi comunemente usati per contrastare il singhiozzo, attorno al fenomeno sono note le più svariate leggende. Secondo alcuni il fastidio potrebbe addirittura passare bagnando un lobo dell'orecchio con acqua o saliva; altri assicurano che sarebbe sufficiente distrarre la persona.
Un luogo comune, che sembra però avere un fondo di verità, è che a far passare il singhiozzo possa essere utile uno spavento. La paura, infatti, provoca come conseguenza un'ulteriore contrazione della muscolatura del diaframma, che riesce a invertire la rotta e a riprendere così il suo ritmo normale di movimento. D'altra parte, però, uno spavento improvviso, può anche provocare la comparsa del singhiozzo o addirittura accentuarlo, se già lo si ha. Un sussulto di timore, infatti, induce a inspirare più in fretta del normale, determinando una maggiore introduzione di aria nei polmoni, cosa che può facilmente scatenare il fastidio.
Infine, vale la pena di ricordare un rituale che, stando all'esperienza della maggior parte delle persone, permette di vincere il singhiozzo con un discreto successo: si tratta di sorseggiare mezzo bicchiere d'acqua bevendo dalla parte opposta del bicchiere (in pratica bisogna prendere il bicchiere in mano e fare ruotare il polso di circa 180 gradi); le gambe devono essere leggermente divaricate, mentre il busto è proteso in avanti.
Il singhiozzo che compare occasionalmente e che è generalmente transitorio, non deve destare preoccupazione. Possono verificarsi, però, casi in cui esso è particolarmente persistente. Il fenomeno può infatti arrivare a durare anche ore e addirittura giorni, senza smettere o con brevissime pause. In questi casi il singhiozzo può essere determinato da:

a. Problemi agli organi interni, come per esempio una pericardite, ossia un'infiammazione del pericardio, la guaina che fascia il cuore; reflusso gastroesofageo, un problema per cui il contenuto dello stomaco tende a risalire verso l'alto; gastrite.

b. Alterazioni dei centri nervosi che controllano il singhiozzo: è sufficiente per esempio l'occlusione di un vaso sanguigno che nutre questi centri, perchè il disturbo si manifesti.

In tutte queste situazioni è opportuno consultare il proprio medico curante oppure recarsi al pronto soccorso, in modo da potersi sottoporre a esami di accertamento (principalmente si tratta di radiografia del torace, ecografia, elettrocardiogramma, risonanza magnetica).

Domenica, 08 Novembre 2015 08:11

SPECIALE CARNE.

08-11-2015

Siamo arrivati anche a questo. Se guardate la pubblicità televisiva, ci si rende subito conto di come vanno le cose. Dalla carne si ottengono poche risorse. Dai cereali e dagli zuccheri si ottiene l’80% dei prodotti che si vendono nei supermercati. La pubblicità è tutta improntata a favorire la vendita di questi ultimi. Lo studio preso in considerazione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è americano e tutti sanno che negli Stati Uniti, la carne è disastrosa. In USA esistono i bovini transgenici, reali mostri genetici come Frankestein, che producono latte con elevato contenuto di IGF1, sostanza cancerogena e favorente il diabete, gli allevamenti usano farine di cereali e soia addizionate con altre porcherie (e questo succede anche qui) per alimentare i capi. In questo caso la carne fa schifo perche contiene un rapporto di omega-6:3 di 20:1 che è dannosissimo per la salute umana. Se però l’animale viene alimentato con foraggio biologico, questo rapporto cala a 4:1 che è quasi ideale per gli esseri umani. Quindi non è la carne che fa male ma la stupidità umana che, per ingordigia, cerca sempre il miglior guadagno.
La stessa cosa vale per la cosiddetta carne bianca. Non è vero che è migliore. Specialmente se i volatili d’allevamento vengono alimentati con farina di pesce. Vi sembra ragionevole dare proteine animali a un erbivoro? I polli devono mangiare quello che trovano nei campi e gli avanzi vegetali della cucina. Non dimentichiamo, inoltre, che tutti gli animali d’allevamento vengono trattati con antibiotici, ormoni e molti altri farmaci. Quindi la carne non fa male ma dobbiamo cercare quella di qualità, quella dell’animale che ha mangiato secondo natura. Così dovrebbe fare anche l’uomo che è stato programmato per vivere sulla terra mangiando quello che cacciava e raccoglieva. Il nostro DNA mitocondriale non è cambiato neanche di una virgola da 2 milioni di anni e quindi in memoria abbiamo quel tipo di alimentazione: siamo cacciatori-raccoglitori e più ci avviciniamo a quel tipo di alimentazione più stiamo in salute. La maggior parte delle nostre malattie moderne deriva dal fatto che ci siamo totalmente allontanati da tutto ciò! 
Una cosa che la solita “disinformazione” non ha detto è che la causa principale della nostra cattiva salute è l’esagerata assunzione di cereali e zuccheri. Tutto questo va bene finchè esiste un’industria in grado di foraggiare i nostri politici. Caro signor Presidente della Repubblica prevenzione non significa incrementare l’uso degli esami e delle analisi (come scritto qualche giorno fa sul Corriere). Quella non è prevenzione, è diagnosi precoce che favorisce lo spreco di denaro pubblico. La vera prevenzione è impedire che negli alimenti e nell’ambiente si inseriscano giornalmente veleni terribili con cui veniamo a contatto e che nessuno prende in considerazione.

07-11-2015

Un bicchiere di vino al giorno rafforza le ossa, diminuendo il rischio di osteoporosi. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato dall'American Journal of Clinical Nutrition secondo cui altre bevande alcoliche – come la birra e i liquori – non sortiscono lo stesso effetto. La scoperta deriva da uno studio condotto su 1.000 coppie di gemelle in post-menopausa condotto in Gran Bretagna dai ricercatori dell'University of East Anglia di Norwich e del Kings College di Londra. Dopo aver fatto compilare alle donne un questionario sulle loro abitudini alimentari e sul consumo di alcol, gli autori ne hanno misurato lo spessore delle ossa dell'anca, della spina dorsale e del femore. Ne è emerso che la densità ossea della spina dorsale e dell'anca è maggiore in chi beve vino rispetto a chi non ne beve o preferisce consumare altri alcolici. Al contrario la classica alimentazione inglese - ricca di fritti, fagioli e carne - rende le ossa meno resistenti. Le ragioni di questi risultati non sono ancora state chiarite, ma ricerche precedenti suggeriscono che le proprietà benefiche del vino possano essere dovute all'elevato contenuto in polifenoli, sostanze note per i loro effetti antiossidanti.

 

http://www.norwichresearchpark.com/newsandevents/latestnews/ueastudyshowswinedrinkershavebetterboneden.aspx

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2050470/A-glass-wine-day-strengthens-bones-beer-effect.html

07-11-2015

È quanto emerge da uno studio pubblicato su Faseb Journal da un gruppo di ricercatori della School of Agriculture Food and Wine dell’University of Adelaide (Australia), secondo i quali se le future mamme durante la gravidanza e l’allattamento eccedono nel consumare dolciumi industriali, fritti e patatine di ogni tipo, possono trasmettere la loro passione per il cosiddetto “cibo spazzatura” ai nascituri. Lo studio, guidato da Beverly Muhlhausler, è stato condotto su un gruppo di topoline incinte e in fase di allattamento. I ricercatori hanno scoperto che le topoline che esagerano con alti livelli di grassi e zuccheri possono avere una prole dipendente dagli stessi tipi di cibo: secondo lo studio questo accadrebbe perché una dieta ricca di grassi e zuccheri porta a cambiamenti nel percorso di ricompensa del cervello, alterandone le preferenze alimentari.
“Questi risultati ci aiuteranno a perfezionare la dieta delle donne in fase di gravidanza e allattamento per il bene dei loro bambini”, spiega Beverly Muhlhausler, co-autrice dello studio. Questo studio, conclude la ricercatrice, potrebbe anche aiutare a spiegare perché alcune persone possono resistere ai cibi grassi e zuccherati, mentre altre ne sembrano irrimediabilmente dipendenti.

 

http://www.asianscientist.com/2013/05/health/babies-mothers-eat-junk-food-born-addicted-2013/

http://www.sciencedaily.com/releases/2013/02/130228103443.htm

http://www.fasebj.org/content/27/3/1275

Sabato, 07 Novembre 2015 06:42

BASILICO: POTENTE ANTIOSSIDANTE.

07-11-2015

Nel basilico è custodito uno dei segreti per combattere l’invecchiamento. Secondo una ricerca condotta da Vaibhav Shinde del Poona College of Pharmacy, in India, e presentata alla British Pharmaceutical Conference di Manchester, il basilico (Ocinum sanctum) combatterebbe i radicali liberi ed avrebbe, quindi, un effetto antinvecchiamento. Il basilico, ricorda la ricerca che è stata pubblicata sul «Journal of Pharmacy and Pharmacology», è un’erba aromatica molto usata in cucina e anticamente, in India e in altri regioni dell’Asia, veniva utilizzata come rimedio per ringiovanire, per conservare la bellezza e la salute fisica e mentale. In studi precedenti, ricercatori farmaceutici avevano già scoperto che l’estratto di basilico aveva proprietà antiossidanti e in grado di proteggere il cuore, il fegato e il cervello dagli attacchi dei radicali liberi. «Lo studio - ha dichiarato Scinde - conferma le proprietà dell’erba che agisce a livello cellulare e convalida l’uso di questa sostanza per mantenersi giovani.

 

http://www.telegraph.co.uk/news/newstopics/howaboutthat/2703608/Basil-could-fight-the-effects-of-ageing.html

http://www.express.co.uk/news/uk/60342/Basil-the-humble-herb-that-helps-you-look-younger

06-11-2015

In questi ultimi anni stiamo assistendo sempre di più alla diffusione da parte dei mass media di messaggi di paura che, quando vengono adeguatamente analizzati, si rivelano non solo ingiustificati, ma addirittura appositamente creati e gonfiati secondo un piano prestabilito. Oggi la gente è seriamente terrorizzata: le malattie o semplicemente i piccoli disturbi, sono diventati preoccupazioni all’ordine del giorno. I media bombardano giornalmente i poveri uomini di questa terra con notizie allarmanti di pandemie, epidemie, contaminazioni, facendogli credere che potrebbero essere affetti da chissà quale malattia mortale. Non è cambiata la salute della gente, ma il modo in cui viene percepita.
Al giorno d’oggi i disturbi fisici e mentali sono aumentati, il che non è dovuto ad un cambiamento della gente, o ad un aumento dei pericoli, è solo una questione di paura, fomentata attraverso i mezzi d’informazione. Ora anche la più semplice influenza diventa rischiosa. Ed eccoci così pronti ad acquistare vaccini che ci rassicurano. Ma ci siamo chiesti il motivo di questo aumento delle patologie? Perché oggi un bambino molto vivace è definito come affetto da sindrome da deficit di attenzione? O la timidezza è diventata un disturbo sociale ansiogeno? Perché semplici modi di essere sono diventati rischiosi? La realtà è che dietro tutto questo c’è qualcuno che dice di lavorare per il bene comune, e invece lavora per il proprio bene.

05-11-2015

Oggi, un americano medio consuma circa 22 cucchiaini di zucchero al giorno, che ammonta a 77 chili di zucchero l’anno. Il corpo umano non è fatto per consumare quantità eccessive di zucchero, soprattutto fruttosio. In realtà è un’epatotossina e viene metabolizzato direttamente in grasso, cosa che può causare tutta una serie di problemi con effetti di vasta portata sulla salute. Uno studio ha scoperto che il fruttosio è facilmente utilizzato dalle cellule tumorali per aumentare la loro proliferazione e quindi è un alimento ottimale per le cellule tumorali, promuovendo la divisione cellulare e accelerano la loro crescita, permettendo al cancro di diffondersi più velocemente. Come raccomandazione generale, è consigliabile mantenere il consumo totale di fruttosio sotto i 25 grammi al giorno, compreso quello da frutto intero.

 

http://www.andjrnl.org/article/S0002-8223(10)00644-9/abstract

 

Giovedì, 05 Novembre 2015 07:52

BLOCCARE UNO STARNUTO E’ MOLTO PERICOLOSO.

05-11-2015

Lo starnuto è una difesa dell’organismo, che si attiva quando i sensori nervosi che si trovano nel naso rilevano la presenza di particelle estranee. In questo caso, il naso espelle muco, i muscoli respiratori comprimono la gabbia toracica e quelli che controllano le vie respiratorie le chiudono. Naturalmente si viene quindi a creare un’elevata pressione e se non viene sfogata si possono provocare lesioni del diaframma, rotture di vasi sanguigni all’interno degli occhi e lesioni del timpano, che causano vertigini e perdita dell’udito. I rischi più pericolosi e gravi anche se di gran lunga minori sono altri: a causa della pressione, si possono rompere i vasi sanguigni presenti nel cervello, o se non viene espulsa, l’aria in pressione può giungere nella cavità cerebrale e causare mal di testa o addirittura ictus. Ed infine se la vescica è molto piena, lo sforzo necessario a bloccare lo starnuto può provocare una momentanea incontinenza. Pericoli spesso sottovalutati dal gesto quasi istintivo di trattenere lo starnuto. Da oggi è meglio stare più attenti, altrimenti un semplice starnuto potrebbe diventare addirittura fatale.

05-11-2015

Il latte materno non finisce più di stupirci: oltre a essere una fonte alimentare gratuita e sempre pronta è anche il miglior alimento per il neonato. Il suo raggio d’azione non si limita al solo nutrimento del bambino, ma favorisce il sano sviluppo dell’organismo e ha un effetto benefico anche sulla mamma che allatta. Ed ora, una ricerca svedese ci fa sapere che il latte materno è anche in grado di uccidere le cellule tumorali. Sono gli scienziati dell’Università di Göteborg in Svezia che hanno scoperto come una sostanza contenuta nel latte materno battezzata HAMLET (Human Alpha-lactalbumin Made Lethal to Tumour cells), che fu già scoperta diversi anni fa ma mai testata sugli esseri umani, potesse avere effetti positivi. Nello studio sono stati coinvolti un gruppo di pazienti con diagnosi di cancro alla vescica. A questi è stata somministrata la HAMLET. Dalle analisi condotte in seguito si è scoperto che le cellule tumorali presenti nelle loro urine erano morte. Gli scienziati, forti di questa scoperta, si dicono speranzosi di poter sviluppare nuovi farmaci per la cura del cancro che potrebbero vedere la luce in un futuro non tanto remoto. Il dato positivo della ricerca è che HAMLET agisce solamente sulle cellule malate – ovvero le cellule cancerogene – mentre lascia intatte quelle sane. Già diversi studi condotti in laboratorio hanno dimostrato come HAMLET possa combattere 40 tipi diversi di cancro e dopo quest’ultima conferma i ricercatori sono impegnati a studiare il suo effetto sui tumori della pelle, quelli delle mucose e i tumori cerebrali.

 

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0058578

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21423701

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21408150

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20186341

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19365565

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