Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Mercoledì, 28 Ottobre 2015 07:33

NOCI E FRUTTA SECCA CONTRO IL COLESTEROLO.

28-10-2015

La prestigiosa rivista medica New England Journal of Medicine ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta dal dottor Joan Sabatè presso la Scuola di Salute Pubblica dell'Università di Loma Linda (USA): la ricerca ha dimostrato che un regolare consumo di noci riduce il livello del colesterolo nel sangue, evidenziando in questo modo l'infondatezza di alcune diete contro il colesterolo che sopprimono il consumo di noci e di frutta secca. Nonostante le noci contengano fino al 60% di grassi, questi sono formati per lo più da acidi grassi polinsaturi (soprattutto l'acido linoleico e quello linolenico), in proporzione 7 volte superiore agli acidi grassi saturi. Le ultime ricerche dimostrano che gli acidi grassi insaturi, che si trovano soprattutto nei vegetali, riducono la produzione di colesterolo, perciò consumare noci e altra frutta secca non solo non produce colesterolo, ma addirittura lo fa diminuire.

                                                                                          

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJM199303043280902

Mercoledì, 28 Ottobre 2015 07:32

LONGEVITA' GRAZIE AI CROSTACEI?

28-10-2015

Il segreto della longevità? Potrebbe trovarsi nei crostacei, o meglio in una particolare sostanza contenuta nei loro gusci, la glucosamina. Molti ricercatori stanno concentrando i loro sforzi di studio su questo elemento con risultati che fanno ben sperare. Da ciò che si evince da una ricerca condotta recentemente dagli scienziati del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle e pubblicata dalla rivista di settore Journal of Epidemiology, soprattutto se assunta da persone anziane, produrrebbe all’interno dell’organismo gli stessi effetti benefici dell’aspirina in merito al possibile sviluppo di tumore eliminando però completamente il problema degli effetti collaterali che l’acido acetilsalicilico reca con sé.
Nel corso dello studio i ricercatori statunitensi hanno preso in considerazione un campione di 77.500 persone con età superiore ai 50 anni ed i primi risultati ottenuti hanno mostrato il potenziale della glucosamina. La sostanza infatti ha ridotto del 13% la probabilità di morire di cancro in un follow up di otto anni i volontari che l’avevano assunta rispetto a coloro che avevano assimilato semplicemente un placebo. Secondo gli scienziati questo effetto sarebbe da addurre alla capacità antinfiammatoria di questa sostanza estraibile dai crostacei o da alcuni funghi del mais. La glucosamina si è rivelata anche in grado di abbattere del 41% la probabilità di morire di malattie respiratorie gravi nel corso dello stesso periodo di tempo.
Sebbene soddisfatti di questi primi risultati, i medici ci tengono a sottolineare come lo studio non sia ancora in grado di dimostrare l’effettiva efficacia della glucosamina come protezione, o come sostanza in grado di influire senza ombra di dubbio sulla longevità delle persone. Una correlazione causa-effetto non è ancora stata trovata. Né è stato possibile provare l’effettiva azione antitumorale, al contrario di ciò che è avvenuto con l’aspirina in passato. Si suppone però che con maggiori studi a più ampio spettro si possa giungere in breve tempo a maggiori conclusioni.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3557824/

27-10-2015

Per fronteggiare al meglio le prime influenze autunnali, esistono rimedi naturali efficaci che ghermiscono i primi starnuti della stagione. Le tisane possono essere una vera ancora di salvezza che salvaguardano il corpo dai primi raffreddori rafforzando ulteriormente, senza l’uso di farmaci, le difese immunitarie. Ad esempio la Tisana allo zenzero è il rimedio anti-raffreddore per eccellenza: bastano due, tre fette sottili di zenzero fresco e un cucchiaino di miele da miscelare in acqua bollente. Questo composto risulta particolarmente azzeccato per liberare le vie respiratorie e alleviare il mal di gola.
Stesso iter per la Tisana alla melissa, meno conosciuta rispetto allo zenzero ma è facilmente trovabile in erboristeria. Ne servono giusto due cucchiai e un pizzico di miele, da mescolare in acqua bollente. E’ perfetta da bere anche nei casi di febbre, infatti stimola la sudorazione favorendo l’abbassamento della temperatura corporea. Anche la cannella è un alleato perfetto contro il raffreddore: ne basta un bastoncino da unire a due chiodi di garofano e qualche goccia di miele, libererà il sistema respiratorio e annienterà le infezioni virali. Ma la regina di tutte è la tanto amata tisana alla camomilla e limone, che oltre a combattere i disturbi dell’influenza, risulta essere particolarmente rilassante per il corpo. E’ consigliabile berla prima di andare a letto.

Martedì, 27 Ottobre 2015 07:41

NON MANGIATE POMODORI IN SCATOLA.

27-10-2015

Un endocrinologo non consiglierebbe mai i pomodori in scatola, ovvero pelati e pomodori a cubetti conservati in lattine d’alluminio, come quelli che la maggior parte di noi acquista e consuma ogni giorno per cucinare la pasta o preparare il sugo. Secondo Fredrick Vom Saal, ricercatore dell’Università del Missouri, le resine delle scatolette contengono un estrogeno sintetico, il BPA, responsabile di alcuni problemi al cuore, del diabete e dell’obesità. A causa dell’acidità del pomodoro, la sostanza finisce nel vostro piatto, e danneggia l’organismo, soprattutto dei più giovani. In molte ricerche il livello di BPA nel sangue è stato trovato in livelli maggiori del normale, ed è per questo che tra i cibi che non dovremmo mai mangiare ci sono i pomodori nelle scatolette. Meglio scegliere la salsa in bottiglia o i pelati nel Tetrapak.

26-10-2015

Colesterolo alto? Altro che grassi, le ultime scoperte danno l’intera colpa allo zucchero. Una recente ricerca scientifica smentisce affermazioni mediche di lungo corso: carboidrati in eccesso e lo zucchero sono i principali responsabili dell’aumento del colesterolo oltre che del peso. Questo è il motivo per cui il bilanciamento dei livelli di zucchero nel sangue ogni giorno è così importante. Fino ad ora, se dalle analisi del sangue risulta il colesterolo molto alto, si è soliti vedersi proibiti dalla propria alimentazione cibi molto grassi. Ma in realtà, il grasso proveniente dall’alimentazione ha un’influenza minima sul colesterolo nel sangue. Anzi secondo recenti studi americani (Gary Taubes) i grassi avrebbero un ruolo positivo nella lotta al colesterolo pericoloso. Ciò che produce il colesterolo “cattivo” è piuttosto il consumo eccessivo di carboidrati in qualsiasi momento della giornata. Elevati livelli di colesterolo nel sangue, non provengono dal consumo di grasso in eccesso, ma piuttosto, dal consumo di glucosio in eccesso. E ciò non solo nel corso di una settimana o di un giorno ma anche nel caso in cui consumiamo il glucosio in eccesso in una sola seduta.
La ricerca in merito mostra cosa succede esattamente quando il corpo riceve troppi carboidrati (glucosio) in un pasto particolare. Nella fase di digestione il cibo contenente carboidrati (pasta, pane, farina, zucchero) viene scomposto in molecole di glucosio che attraversano le pareti cellulari ed entrano nel flusso sanguigno. Quando vi è un eccesso di carboidrati, un eccesso di glucosio circola nel sangue. Non avendo sufficiente insulina per mobilizzare tutto il glucosio, questo viene immagazzinato nel fegato sottoforma di glicogeno, il quale viene rilasciato quando non si mangia. Il fegato non può contenere tutto il glicogeno, e per quello in eccesso, il nostro corpo avrà tre scelte: a) convertire il glucosio in grasso corporeo, che si traduce in un aumento di peso, molto probabilmente intorno al punto vita; b) convertire il glucosio in lipidi (grassi), che rimangono nel flusso sanguigno come colesterolo e trigliceridi; c) convertire il glucosio in grasso che è immagazzinato nel fegato, portando ad una condizione nota come “fegato grasso”. Se si esagera sul glucosio ogni tanto, questo processo non è davvero così pericoloso. Ma se si mangiano regolarmente grandi quantità di glucosio in un singolo pasto, anche se si evita per il resto della giornata, il nostro corpo comincia ad adattarsi a questi grandi infusioni di glucosio con conseguenze problematiche.
In primo luogo, il vostro corpo registra che avete troppo glucosio nel sangue, così il pancreas inizia a produrre più insulina. Gli alti livelli di insulina comportano a risultati preoccupanti, tra cui l’aumento di peso, il diabete e la pressione alta. Nel frattempo, l’infiammazione prodotta dall’insulina in eccesso produce grasso corporeo. In un circolo vizioso, grasso corporeo in più crea ancora più infiammazione. L’eccesso di insulina impedisce la trasmissione del colesterolo alla cellule, permettendone la stagnazione nel flusso sanguigno. La buona notizia è che c’è una soluzione: riequilibrare il metabolismo dei carboidrati. Per migliorare il vostro colesterolo, mangiate solo una moderata quantità di carboidrati . Ognuno di noi ha esigenze individuali, ma può essere utile avere meno del 60 per cento delle calorie provenienti dai carboidrati. Preferibile scegliere i carboidrati come cereali integrali, ricchi di fibre e basso contenuto di zuccheri. Insomma, per combattere il colesterolo meglio una frittata che una briosce!

26-10-2015

Milioni di persone usano farmaci OTC per la tosse ogni anno, ma una revisione ha indicato che possono non essere efficaci. Dopo aver riesaminato 25 studi sia su bambini che adulti, i ricercatori hanno evidenziato che alcune medicine OTC per la tosse sembrava fornissero qualche beneficio, mentre altre no. Come conclusione, non c’è una prova valida che indichi il loro uso o meno. Un punto base evidenziato nello studio era che sei dei nove studi sostenuti dall’industria farmaceutica davano risultati positivi per l’uso dei farmaci. Tuttavia, dei 16 studi che non avevano conflitto d’interesse, solo tre hanno mostrato risultati positivi. Nel mese di agosto del 2007, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha raccomandato ai genitori di non dare farmaci per la tosse o per il raffreddore ai bambini sotto i 2 anni e una commissione di consiglieri federali per la sanità successivamente concludeva che anche i bambini sotto i 6 anni non avrebbero dovuto utilizzare questi farmaci.

COMMENTO

Se l’FDA consiglia di vietare farmaci per la tosse e raffreddore ai bambini, è sensato pensare che anche la loro efficacia per gli adulti dovrebbe essere messa in discussione. Anche se questo studio ha fornito risultati contraddittori, abbiamo scoperto qualche cosa di interessante da rivelare: l’impatto del conflitto di interesse. Nove studi erano collegati all’industria farmaceutica. Di questi, sei hanno dimostrato che i farmaci per la tosse erano validi. Invece, quando non c’era nessun conflitto di interesse, come per altri 16 degli studi, soltanto tre dimostravano efficacia farmacologica. L’altro punto interessante evidenziato da uno dei ricercatori dello studio è se sia davvero necessario curare la tosse. L’idea comune è che in caso di tosse, starnuti o di febbre leggera, sia necessario prendere un farmaco per eliminare questi sintomi. In realtà, tossire e starnutire sono mezzi con cui il corpo tende a eliminare i virus e batteri, mentre la febbre contribuisce ad ucciderli. Così se si assume un farmaco per bloccare queste protezioni naturali, realmente si arresta il processo di guarigione del corpo.

COME PROTEGGERSI DA TOSSE E RAFFREDDORE

Alla base di ogni tosse e raffreddore c’è un sistema immunitario indebolito. Perchè il sistema immunitario si indebolisce? Le cause maggiori derivano da uno stile di vita sbagliato. Ad esempio, tutte le seguenti situazioni indeboliscono il sistema immunitario:

1. Consumare troppo zucchero e cereali.

2. Riserve inadeguate di vitamina D da scarsa esposizione al sole durante l’estate.

3. Assunzione insufficiente di omega-3 e/o ingestione eccessiva di omega-6 (principalmente da oli vegetali).

4. Non riposare a sufficienza.

Nel caso in cui si verificasse un raffreddore o un’influenza, i farmaci OTC sono un probabile spreco di soldi. Provate invece a mettere alcune gocce di perossido di idrogeno nelle vostre orecchie. Questo è un trucco sicuro, efficace e che funziona notevolmente bene (particolarmente se lo fate il più presto possibile ai primi segni di infezione) ed il costo rispetto ai farmaci è minimo.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2008/01/080122203331.htm

26-10-2015

Danni da cellulare: nuove evidenze emerse di recente e una lista di 10 raccomandazioni da tenere sempre presenti. Cominciamo dalle evidenze: Lo studio Interphone (13 paesi) il cui capo progetto è Lennart Hartell, autorevole scienziato svedese, stima che un’esposizione di più di 27 minuti al giorno alle radiazioni emesse dal cellulare in un arco di 10 anni, aumenta considerevolmente la possibilità di insorgenza del glioma, che è un cancro al cervello. Anche in seguito al fatto che l’agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito l’utilizzo dei telefoni cellulari come possibile fattore cancerogeno, in Italia il Consiglio Superiore di Sanità il 15 Novembre 2011 ha invitato il Ministero della Salute a promuovere l’utilizzo degli auricolari per limitare i rischi e ha chiesto ai genitori di limitarne l’utilizzo nei bambini, solo in caso di effettiva necessità.
Come riporta il libro di Riccardo Staglianò dal titolo “Toglietevelo dalla testa”, il Tribunale di Brescia che ha stabilito un risarcimento a carico dell’Inail per un ex-manager che è stato purtroppo colpito da un tumore alla testa, mentre lo stesso procuratore di Torino, Guariniello, sta indagando su un caso analogo, come riporta il Corriere della Sera. Un’altra evidenza importante è il fatto che le compagnie di riassicurazione come Swiss Re e Lloyd’s non coprono i rischi delle compagnie telefoniche, dato che hanno ipotizzato uno scenario di insorgenza di tumori al cervello molto forte fra il 2020 e 2030 per chi oggi è forte utilizzatore: in pratica lo danno per certo e non vogliono assumersi il rischio finanziario delle class action che verranno, come già accaduto in precedenza per il fumo.

Fatte queste premesse eccovi i dieci consigli per limitare i rischi dei cellulari.

1. Non farli usare ai bambini, se non in caso di emergenza. Tollerati gli SMS ma meglio ridurre anche quelli. In Francia non a caso è vietata la pubblicità dei telefoni cellulari rivolta ai minori di 14 anni.

2. Utilizzare sempre gli auricolari con cavo, non quelli wireless. Anche il vivavoce è comunque meglio.

3. Se c’è poca rete, poco campo (lo vedete dalla barre sul display) non effettuare chiamate. Sarà necessaria più potenza radiante, quindi più radiazioni.

4. Usarlo meno possibile in movimento: come in treno ed in auto, meno segnale, più radiazioni.

5. Non mettetelo vicino alla testa in fase di chiamata dove le radiazioni sono più forti, aspettate la risposta (vivavoce come soluzione possibile).

6. Non tenete il cellulare in tasca né nel taschino della camicia o della giacca.

7. Cambiate orecchio e riducete la durata delle chiamate.

8. Utilizzate la linea fissa, il vecchio e caro doppino, se potete, o strumenti di instant messaging come ad esempio Skype.

9. Non addormentatevi con il cellulare vicino alla testa, ad esempio usandolo come sveglia.

10. Scegliere un modello che abbia un basso valore di SAR (tasso di assorbimento specifico delle radiazioni).

25-10-2015

Milioni di donne in tutto il mondo ricevono la terapia ormonale sostitutiva per contrastare gli effetti indesiderati della menopausa. Eppure, gli studi sempre più suggeriscono che l’uso di tale trattamento può aumentare il rischio di cancro al seno. Un nuovo studio dimostra che la luteolina, presente nelle verdure come il sedano, potrebbe contrastare questo rischio. “Gli scienziati ritengono che la luteolina, presente in alcune verdure, può aiutare a combattere il cancro al seno”. Gli scienziati dell’University of Missouri in Columbia sostengono che la luteolina, che si trova nelle verdure, può rallentare lo sviluppo del cancro al seno causato dalla combinazione naturale di estrogeno e progestinico di sintesi, utilizzata nella terapia ormonale sostitutiva(HRT). La ricerca è stata guidata da Salman Hayder e da Zalk Zalk Endowed,del Dalton Cardiovascular Research Center ed è stata pubblicata in Springer Plus.
Hyder spiega che la maggior parte delle donne anziane normalmente hanno lesioni benigne nel tessuto mammario, ma “queste lesioni in genere non formano tumori fino a quando ricevono un input. In questo caso l’input arriva dall’ormone progestinico che favorisce la crescita dei vasi sanguigni, in sostanza, alimentando le lesioni e causando la loro espansione”. La squadra di Hyder ha scoperto che “le cellule tumorali del seno umano si sviluppano e assumono caratteristiche simili alle cellule staminali per sfuggire alla morte”. Nello studio, le cellule del cancro al seno sono state esposte in vitro, a concentrazioni variabili di luteolina per 24 o 48 ore. Il risultato è stato: una vitalità cellulare marcatamente ridotta. Inoltre, i vasi sanguigni che alimentavano le cellule tumorali sono diminuiti causando la loro morte, così come sono state ridotte le proprietà che le cellule tumorali assumono e le rende simili alle cellule staminali. Complessivamente, la luteolina produce un effetto anti-tumorale.
Dopo aver stabilito questi risultati, Hyder ha testato la luteolina su topi di laboratorio con cancro al seno e ha scoperto che anche in quel caso, la formazione dei vasi sanguigni è stata ridotta così come le caratteristiche che le cellule tumorali assumono e le rende simili alle cellule staminali. Sembrerebbe che la luteolina ha il potenziale per prevenire o interrompere la crescita di tumori in una varietà di modi. Il team spera che ulteriori ricerche, in caso di successo, possano portare ad un nuovo farmaco che potrebbe essere utilizzato per il trattamento di alcuni dei “tipi più aggressivi e difficili da trattare, di cancro al seno”. Secondo i ricercatori, la luteolina potrebbe essere usata nella forma di integratore che viene iniettato direttamente nel flusso sanguigno. Nel frattempo, Hyder invita le donne a consumare una dieta sana con frutta e verdura fresca. La luteolina è presente nel timo, prezzemolo, sedano e broccoli. Dopo il cancro della pelle, il cancro al seno è la forma più comunemente diagnosticata di cancro e la seconda causa principale di morte per cancro nelle donne.

 

25-10-2015

Anche l’amore ha suoi tempi, e cercare di ‘forzarli’ può mettere a rischio la salute maschile: “E’ stato scientificamente dimostrato che la durata media, naturale e fisiologica di un rapporto sessuale è pari a 6,7 minuti“, preliminari esclusi. “Dal momento della penetrazione a quello del piacere“, dunque, è questa la misura giusta della passione secondo una ricerca firmata da Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia (Siu) riunita in Congresso nazionale a Riccione. Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale European Urology, si chiama Pause e ha coinvolto oltre 10 mila pazienti arruolati in vari centri del mondo per valutare gli effetti della dapoxetina, farmaco italiano contro l’eiaculazione precoce che colpisce nel nostro Paese 4 milioni di uomini. “E’ emerso appunto che, in condizioni di normalità – precisa Mirone – la durata di media di un rapporto è di poco inferiore ai 7 minuti. Ciò significa che questo va considerato il tempo fisiologico dell’amore“. E sfidare la natura non conviene, ammonisce lo specialista: “Cercare di prolungare questa durata, ricorrendo troppo spesso ad artifici per ‘resistere’ come ad esempio il coito interrotto e poi ripreso, può provocare un’iper-distensione della prostata e scatenare infiammazioni“. Mirone ricorda inoltre che alcune sostanze da abuso (alcol, cocaina, marijuana) possono ‘dopare’ la performance e allungare oltre i limiti la durata del rapporto. Al di là dei danni prodotti dall’assunzione, però, nemmeno l’eros ne guadagna: “Queste sostanze – avverte infatti l’urologo – agiscono aumentando l’eccitazione maschile, ma riducono la capacità di tradurla in una prestazione ‘resistente’ e di qualità“.

 

http://www.europeanurology.com/article/S0302-2838(13)00846-4/abstract/results-from-a-prospective-observational-study-of-men-with-premature-ejaculation-treated-with-dapoxetine-or-alternative-care-the-pause-study

Sabato, 24 Ottobre 2015 19:27

PIU' RESPIRO CON LE FIBRE.

24-10-2015

E' stato pubblicato sull'American Journal of Epidemiology lo studio condotto dai ricercatori americani del North Carolina, incentrato sui benefici che le fibre portano alla respirazione. Più di 11.000 le persone di età compresa tra i 44 e i 66 anni che hanno partecipato all'indagine, parlando delle loro abitudini alimentari e del loro stato di salute. E' emerso che quanti consumano costantemente alimenti ricchi di fibre corrono meno il rischio di soffrire di broncopneumopatia cronica ostruttiva, una patologia dell'apparato respiratorio che a lungo andare provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria. La quantità necessaria per ottenere benefici nella respirazione secondo gli studiosi americani, è di 30-38 grammi di fibre per gli uomini e 21-25 grammi per le donne.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2377022/

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