Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

19-11-2015

Da sempre considerate le più genuinamente sexy, adesso le donne con le “curve” sono anche considerate le più intelligenti. Una ricerca condotta oltreoceano le riscatta infatti dall’ingiusta diceria che le vorrebbe “bambolone senza cervello”. Le donne con un corpo sinuoso, cioè con la vita stretta e i fianchi larghi, hanno quindi un motivo in più per gioire, almeno secondo i risultati di questo studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista “Evolution and Human Behaviour”. Nel corso dello studio, che ha coinvolto in concomitanza l’Università di Santa Barbara in California e l’Università di Pittsburgh in Pennsylvania, sono stati somministrati (dopo aver rilevato le loro misure) test cognitivi a 16.000 donne. I risultati dei test hanno permesso ai ricercatori di concludere che le donne con un corpo, per così dire, a forma di clessidra, sono più intelligenti di quelle troppo magre e longilinee e di quelle in carne ma dalle forme non troppo accentuate, cioè con fianchi e vita ugualmente larghi. A questo dato, che già basterebbe per riempire d’orgoglio le donne con i fianchi marcati, si aggiunge l’evidenza che sono proprio queste ultime a mettere al mondo i bambini più intelligenti. Test analoghi sono infatti stati somministrati ai loro figli e anche questi hanno conseguito i risultati migliori. I ricercatori delle due università ritengono che i risultati possono essere spiegati dall’accumulo maggiore sui fianchi e sulle cosce di acidi grassi omega-3 essenziali per lo sviluppo cerebrale del feto durante la gravidanza . Naturalmente la scoperta ha bisogno di ulteriori studi per essere confermata ma segna veramente un ulteriore punto a favore delle donne formose, che già uno studio precedente aveva indicato come le preferite dagli uomini, probabilmente perchè percepite come maggiormente in grado di assicurare loro una progenie sana, oltre, naturalmente come più attraenti e sensuali.

 

http://news.bbc.co.uk/2/hi/7090300.stm

http://abcnews.go.com/Health/story?id=3859175

http://www.foxnews.com/story/2007/11/12/study-curvy-women-live-longer-give-birth-to-smarter-children.html

Giovedì, 19 Novembre 2015 07:42

ATTENZIONE AL SODIO LAURILETERE SOLFATO.

19-11-2015

Il sodio lauril solfato (citato anche con la sigla SLS, SDS) si utilizza in shampoo, detergenti, saponi, dentifrici, nei saponi per automobili grazie alla forte azione sgrassante, in soluzioni per eliminare la vernice e, ahimè, nelle bolle di sapone per bambini. Elimina in maniera abbastanza invasiva il sebo dalla cute provocando in molte persone dermatosi, eczemi, irritazioni, pelle secca ecc. Irrita molto gli occhi, le mucose, rende la pelle permeabile e ne riduce di molto la barriera protettiva. Può essere facilmente trasformato in sodio lauriletere solfato (SLES) che è leggermente meno irritante ma che produce diossano durante la trasformazione. Questa sostanza che, seppur in piccola quantità rimane nel prodotto finale, risulta cancerogena. Nonostante l'American Cancer Society abbia dichiarato pubblicamente che l'SDS non è cancerogeno ed è pericoloso solo a concentrazioni elevate, vi sono molti studi in merito che cercano di smentire tale affermazione. In alcuni, per esempio, si afferma che questi tensioattivi reagiscono con altre sostanze contenute in diversi prodotti per la bellezza producendo sostanze cancerogene, come le nitrosamine. Altri ancora ritengono siano pericolosi per il fegato.

18-11-2015

Se l’allarme lanciato dall’OMS sul consumo di carne rossa e suoi derivati lavorati hanno già intaccato il vostro stile di vita, è il momento di fare marcia indietro. Alcuni studiosi dell’Università di Oxford hanno infatti spiegato che l’assunzione di carne rossa non è così dannosa e che fa addirittura bene alla salute. Secondi i ricercatori inglesi la carne rossa è ottima per lo sviluppo del cervello, per i muscoli e per la fertilità.
La “fobia degli insaccati” ha provocato già nell’immediato un aumento tra le fila di vegetariani e vegani, incremento stimato intorno al 10% e non destinato a fermarsi. Ma gli esperti suggeriscono di non cancellare la carne dalla dieta, ma solo di diminuirla. I ricercatori della Oxford University hanno confermato che il consumo di carne aumenta le possibilità di sviluppare un tumore di un quinto. Ma tale possibilità è del 6%, quindi l’incremento totale del rischio prodotto dal consumo di carne rossa è del 7%. È sufficiente limitare il consumo giornaliero di questo alimento a 70 grammi al giorno.
Tra i benefici della carne rossa, c’è quello di fornire energia al cervello che da solo consuma il 20% dell’energia totale del nostro corpo. Inoltre attraverso le bistecche assimiliamo DHA, un grasso omega-3 che aiuta lo sviluppo delle attività cognitive. Altro elemento prezioso per il nostro corpo, contenuto nella carne, è la vitamina B12 che assicura la capacità replicativa delle cellule e del DNA. Uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition ha dimostrato che le persone che non assumono prodotti di derivazione animale come carne, latte o uova, rischiano una carenza di vitamine B12, principale punto debole delle diete vegane non supportate da integratori di questo elemento. Inoltre c’è la carnosina, un dipeptide che troviamo nei muscoli e nel cervello e aiuta a prevenire il morbo di Parkinson e di Alzheimer. Inoltre, la carnosina sarebbe anche utile a contrastare l’invecchiamento. Infine la carne rossa contiene selenio che, come sostiene uno studio del Journal of Trace Elements in Medicine and Biology, aumenta la produzione di spermatozoi e potenzia la fertilità maschile.

 

18-11-2015

Secondo la National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), i calcoli renali colpiscono circa 1 su 11 persone negli Stati Uniti. Essi sono più comuni negli uomini rispetto alle donne e possono svilupparsi in uno o entrambi i reni, causando grande dolore. Si formano quando diversi tipi di sostanze chimiche nelle urine, come l’acido urico, fosforo, calcio e acido ossalico, diventano altamente concentrati. I sintomi includono frequente bisogno di urinare, minzione dolorosa, sangue nelle urine, urine maleodoranti, nausea, vomito, brividi, febbre e irrequietezza.
I fattori che aumentano il rischio di una persona di sviluppare calcoli renali includono una storia familiare di calcoli renali, disidratazione, malattie dell’apparato digerente, infezioni del tratto urinario, sovrappeso e il consumo di una dieta ricca di proteine, sodio e zucchero. Le persone che hanno avuto i calcoli renali in passato sono anche a un più alto rischio di recidiva. La dieta è un fattore chiave che è facilmente sotto il vostro controllo. Eliminare alcuni alimenti dalla vostra alimentazione può aiutarvi a prevenire i calcoli renali e sostenere la salute generale dei reni. Di seguito 10 cibi che scatenano i calcoli renali:

1. ALIMENTI RICCHI DI OSSALATO

I calcoli renali si formano a causa di un accumulo di ossalato di calcio e il consumo elevato di cibi ricchi di ossalato, può aumentare il rischio. L’ossalato si combina con il calcio per formare calcoli renali di calcio-ossalato. Le persone che sono a più alto rischio di sviluppare calcoli renali dovrebbero mangiare cibi ricchi di ossalati, con moderazione. Gli alimenti ricchi di ossalati sono: spinaci, sedano, barbabietole, cavoli, bevanda di soia, fragole e bietole. Inoltre, mantenere l’assunzione di vitamina C a livelli adeguati.

2. SARDINE

Le persone che sono a più alto rischio di sviluppare calcoli di acido urico dovrebbero evitare cibi ad alto contenuto di purine, come le sardine. Un elevato apporto di purine aumenta la quantità di acido urico nelle urine e può portare a calcoli di acido urico. Secondo l’American Urological Association, elevato apporto di purine da proteine animali, in particolare dal pesce, può portare a iperuricemia e iperuricosuria in individui sani senza calcoli. Inoltre, gli alimenti ricchi di purine possono innescare calcoli di ossalato di calcio, perché aumentano la quantità di calcio nelle urine.
Limitare il consumo di sardine a una o due volte alla settimana e tenere d’occhio la dimensione delle porzioni. Altri alimenti ricchi di purine che si dovrebbero mangiare con moderazione sono acciughe, frattaglie, bacon, capesante, gamberi e lievito di birra.

3. CARNE ROSSA

Mangiare troppa carne rossa, che è ricca di proteine, può aumentare il rischio di sviluppare calcoli renali. E’ ad alto contenuto di acido urico, una comune causa di calcoli renali. Inoltre, i reni aiutano a metabolizzare ed espellere sottoprodotti di digestione delle proteine. Quindi, il consumo di una dieta ricca di proteine aumenta il carico metabolico sui reni. Evitare di mangiare carne rossa su una base quotidiana. Limitare l’assunzione a una o due volte la settimana.

4. BEVANDE GASSATE

Bere regolarmente bevande gassate, come la soda (con o senza dolcificante artificiale), bevande energetiche e succhi di frutta, aumenta anche il rischio di sviluppare calcoli renali e malattie renali. Uno studio pubblicato in Epidemiology ha osservato che le bevande a base di cola contengono acido fosforico che provoca cambiamenti urinari e favorisce i calcoli renali. Inoltre aumenta il rischio di malattia renale cronica. Inoltre, uno studio del 2013 pubblicato sul Clinical Journal of American Society of Nephrology ha osservato che l’assunzione di soda dolcificata è associata ad un più alto rischio di formazione di calcoli. Invece di bere bevande gassate, bere acqua aromatizzata con limone o succo d’arancia.

5. SOIA OGM

Germogli di soia e alimenti a base di soia che sono geneticamente modificati sono dannosi per il corpo e possono influenzare la salute dei reni. Essi contengono alti livelli di ossalati, che si legano con il calcio nei reni per formare calcoli renali. Uno studio del 2009 pubblicato sul Journal of Biological Sciences ha analizzato gli effetti degli alimenti OGM sulla salute dei mammiferi e ha concluso che gli effetti negativi sono per lo più concentrati sulla funzionalità epatica e renale. Inoltre, prodotti di soia come la bevanda e il tofu contengono alti livelli di ossalati. Al momento dell’acquisto di semi di soia, optare per le varietà coltivate con metodo biologico. Inoltre, scegliere prodotti di soia fermentati come il miso e tempeh.

6. CARBOIDRATI RAFFINATI

I carboidrati raffinati e gli zuccheri semplici (tra cui glucosio e saccarosio) sono correlati con una riduzione del riassorbimento tubulare di calcio, forse per un’anomala risposta insulinica, e aumentano quindi la sua escrezione. Il ruolo del fruttosio appare invece controverso. Al contrario, i carboidrati complessi prendono molto più tempo per digerire e causano solo un piccolo, lento aumento dei livelli di glucosio nel sangue e dell’insulina. Uno studio pubblicato su Food and Chemical Toxicology ha evidenziato che se si è a rischio di sviluppare calcoli renali è necessario evitare qualsiasi cosa fatta con farina bianca.

7. ECCESSO DI CAFFEINA

Troppa caffeina, sia da cibo che da bevande, può aumentare l’escrezione di calcio nelle urine, che a sua volta può innescare calcoli renali. Uno studio del 2004 pubblicato sul Journal of Urology ha analizzato gli effetti della caffeina sulla composizione delle urine e ha scoperto che l’assunzione di caffeina può aumentare il rischio formazione di calcoli di calcio-ossalato. La caffeina ha anche un effetto diuretico che provoca minzione frequente e può portare a disidratazione, un fattore di rischio per i calcoli renali. Inoltre, un’elevata assunzione di caffeina può causare una serie di problemi di salute, tra cui l’ipertensione e insonnia. Consumare cibi e bevande che contengono caffeina, con moderazione. Non bere più di 2 tazze di caffè o 3 tazze di tè al giorno. Inoltre, limitare l’assunzione di bibite, bevande energetiche, cioccolato, cacao e alcuni farmaci OTC.

8. DOLCIFICANTI ARTIFICIALI

Molti di noi usano dolcificanti artificiali al posto di zucchero nel caffè o tè, per ridurre le calorie. Tuttavia, i dolcificanti artificiali possono compromettere la funzione renale se consumati in maniera regolare. Uno studio del 2009 pubblicato sulla American Society of Nephrology Journal ha scoperto che le persone che consumano una dieta ricca di sodio o di bevande dolcificate artificialmente sono più propense a sperimentare un declino della funzione renale. Inoltre, dolcificanti artificiali hanno un forte effetto acido sul sangue. Questo aumenta la quantità di depositi di calcio nel corpo, che porta alla formazione di grandi calcoli renali a base di calcio. Invece di dolcificanti artificiali, usare miele nel vostro caffè o tè.

9. CONSUMO ECCESSIVO DI ALCOL

Bere con moderazione va bene, ma bere bevande alcoliche in eccesso può causare gravi danni a reni e fegato. L’alcol agisce come un diuretico, può portare a una maggiore produzione di urina e aumentare il rischio di disidratazione che sconvolge il normale funzionamento dei reni. Inoltre, esso può interferire con la capacità del corpo di espellere l’acido urico e causare la formazione di calcoli renali. Al contrario, il consumo moderato di alcol può offrire una certa protezione contro la formazione di calcoli. Moderazione significa non più di 2 bicchieri al giorno per gli uomini e non più di 1 bicchiere al giorno per le donne.

10. ECCESSO DI SALE

L’uso eccessivo di sale da tavola che è il cloruro di sodio, può contribuire allo sviluppo di calcoli renali. Alto apporto di sodio favorisce la ritenzione idrica e i reni non sono in grado di eliminare il sodio in eccesso dal corpo. Aumenta anche i livelli di calcio e riduce i livelli di citrato (un inibitore dei calcoli) nelle urine. Inoltre, l’alta assunzione di sodio aumenta la pressione sanguigna e può portare a malattie cardiache, ictus, insufficienza cardiaca e malattia renale. Se si è soggetti a calcoli di calcio, limitare l’assunzione di sale a 3 grammi al giorno. Invece di sale da tavola, usare solo un pizzico di sale marino dell’Himalaya. Inoltre, usare le erbe e le spezie per aggiungere sapore al cibo ed evitare gli alimenti trasformati, che di solito sono ad alto contenuto di sodio.

Mercoledì, 18 Novembre 2015 07:36

LE ABBUFFATE INFIAMMANO IL CERVELLO.

18-11-2015

Quante volte ci capita, nel corso di un anno, di strafare con pranzi troppo lauti. Che sia un ricevimento, una festa di compleanno, una cena tra amici o le festività pasquali e natalizie, tante sono le occasioni in cui esageriamo nell’alimentarci. Ebbene, sembra che a parte il mal di pancia dell’abbuffata, siano ben altri i rischi di questi iperpasti: secondo una recente ricerca, i cui risultati sono stati diffusi sulla rivista di divulgazione scientifica Cell, mangiare troppo fa male al cervello. Gli studiosi che hanno realizzato lo studio, ricercatori dell’Università del Wisconsin, hanno infatti scoperto che alcune cellule dell’encefalo si infiammano a causa dell’eccesso di cibo, alterando in tal modo i meccanismi che regolano l’appetito. Secondo il fisiologo che ha coordinato la ricerca, il dottor Dongsheng Cai, questa scoperta potrebbe aiutare a trovare una cura per l’obesità, oltre che per numerose malattie correlate al diabete di tipo 2 e a disturbi cardiovascolari.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2586330/

Martedì, 17 Novembre 2015 15:05

ADENOMA DELL'IPOFISI.

E' stato dimostrato che questo tumore ha un’incidenza maggiore nel gruppo sanguigno A.

16-11-2015

L’efficacia del vaccino antinfluenzale dell’anno scorso (2014-2015) è stata solo del 18 per cento tra gli adulti, e solo del 15 per cento tra i bambini di età compresa tra 2-8 anni. Uno dei ceppi di influenza A più ampiamente circolanti è mutato all’inizio della stagione, lasciando i vaccinati con la convinzione di essere protetti quando in realtà non lo erano. Quest’anno, il CDC sta ancora promuovendo attivamente il vaccino antinfluenzale per gli americani, nonostante il suo continuo triste fallimento.

 

http://www.npr.org/sections/health-shots/2015/09/17/441140896/cdc-says-flu-vaccine-should-be-more-effective-this-season?utm_medium=RSS&utm_campaign=health

http://www.kpho.com/story/30084093/after-ineffective-2014-flu-vaccine-cdc-says-2015s-will-keep-you-healthy

http://www.cdc.gov/flu/news/updated-vaccine-effectiveness-2014-15.htm

16-11-2015

Una ricerca inglese mostra che le offerte al supermarket sono quasi sempre su cibi ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi, insomma cibi che fanno male. La ricerca è stata condotta da Paul Dobson dell’università dell’East Anglia su una serie di supermercati e prodotti, con l’intento di vedere l’impatto che offerte e strategie di vendita hanno sui nostri consumi e sullo spreco di cibo. Gli esperti inglesi hanno seguito per un anno l’andamento settimanale dei prezzi di 1,3 milioni di prodotti in varie catene di supermercati, incrociando il dato con quello dei valori nutrizionali dei prodotti stessi per vedere su quale tipologia di cibi si concentrano le offerte, ovvero se ad essere in offerta è più spesso il cibo spazzatura o cibi sani.
Le offerte speciali costituiscono oltre un terzo di tutti gli acquisti dei consumatori. Come è visibile a chiunque entri in un supermercato, gli scaffali sono ormai stracolmi di offerte: gli studiosi hanno visto, infatti, che oltre il 20% dei prezzi dei prodotti analizzati erano presentati come offerte speciali. Non è tutto: le offerte sulla singola confezione sono applicate soprattutto su cibi pieni di grassi e grassi saturi. Le offerte “prendi due paghi uno” sono il doppio delle volte su cibi grassi e pieni di zuccheri. Dato che oltre un terzo delle merci che finiscono nel nostro carrello sono prodotti in sconto, i risultati di questa ricerca mettono bene in luce il “pericolo” insito negli sconti se questi si concentrano su cibi non sani.

 

http://www.uea.ac.uk/about/media-room/press-release-archive/-/asset_publisher/a2jEGMiFHPhv/content/supermarket-offers-a-healthy-choice-for-consumers-

15-11-2015

La tonalità di questi cibi è data da una classe particolare di pigmenti chiamati antociani, i quali secondo i più recenti studi scientifici hanno delle enormi potenzialità per la salute umana. Come spiego di seguito, sono tra i più potenti antiossidanti ed innescano una serie di effetti benefici nel corpo e nella mente.

I CIBI RICCHI DI ANTOCIANI

Il colore delle antocianine può variare dal rosso al blu e dipende dal pH del mezzo in cui si trovano e dalla formazione di sali in quei tessuti. In assoluto l’alimento che contiene più antociani rispetto a tutti gli altri frutti, 1.480 mg per 100g, è l’aronia: bacca così potente da farla entrare nella classifica della USDA al secondo posto come alimento con le più alte proprietà antiossidanti. Gli altri alimenti ricchi in queste sostanze sono, in ordine di tonalità:

- Nero: more, ribes nero, melanzane, fagioli neri.
- Blu: mirtilli e bacche di sambuco.
- Blu-viola: uva nera, prugne e cavolo viola.
- Porpora: ribes rosso, ciliegia, uva rossa, fragola, mirtillo rosso, radicchio.

Altri alimenti in cui gli antociani sono presenti, seppur in minor quantità, sono la banana, l’asparago, il pisello, la pera e la patata.

EFFETTI DEGLI ANTOCIANI NEL CORPO

Nelle piante le antocianine grazie al loro potere antiossidante, proteggono le piante dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette, assorbendo luce di una determinata lunghezza d’onda. Il colore particolare di questi pigmenti sono inoltre in grado di attirare insetti e animali, provvedendo così un aiuto per la riproduzione delle piante e il trasporto dei semi. Nel corpo umano portano moltissimi benefici:

- Rafforzano il cuore e la circolazione: fondamentali per combattere le disfunzioni della circolazione sanguigna, aiutando a curare la fragilità capillare.
- Ringiovaniscono e contrastano l’invecchiamento: essendo super-antiossidanti contrastano il danno ossidativo dei radicali liberi che è uno dei precursori principali per l’invecchiamento e delle malattie legate all’età.
- Migliorano la chiarezza mentale e la nostra capacità mnemonica.
- Guariscono le infiammazioni: la ricerca scientifica ha dimostrato che quasi ogni malattia può essere fatta risalire ad infiammazione, e gli antociani contrastano l’insorgenza e la diffusione dell’infiammazione. Essendo l’infiammazione intestinale molto diffusa, migliorerà la digestione e calmerà i fastidi e i gonfiori.
- Prevengono ictus, cancro e malattie cardiache.
- Proteggono il collagene, aiutando ossa, pelle, occhi e unghie: gli antociani bloccano anche gli enzimi nella distruzione del collagene, ripristinare la pelle giovane. Mantenere il proprio approvvigionamento di collagene sano e forte aiuta anche a prevenire disturbi agli occhi e l’osteoporosi.
- Effetto radioprotettivo: è stato confermato negli esperimenti condotti su colture di cellule in Russia dopo il disastro di Chernobyl. Anche se in Italia gli studi sono ad oggi contraddittori, nell’est Europa si ritiene che gli antociani (studi fatti sull’aronia) protegga l’organismo dalle onde elettromagnetiche prodotte da cellulari, cordless, WI-FI.

15-11-2015

Spesso si sente ormai parlare delle sostanze nocive sempre più presenti nei prodotti cosmetici ed igiene della persona, ricchi di sostanze che derivano dal petrolio o sono frutto di una sintesi chimica e che contribuiscono a rendere immediato l’effetto positivo sulla pelle, ma a lungo andare arrecano danni all’organismo poiché tendono ad essere inglobati nel corpo e mai più espulsi. Ma quando ci si accinge a leggere la lista degli ingredienti riportata nell’etichetta, si finisce per lasciar perdere ed acquistarlo comunque tanto, non si è capito nulla di tutti quei nomi illeggibili riportati.
L’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è la nomenclatura usata a livello internazionale per riportare gli ingredienti contenuti in un prodotto ma purtroppo, il limite sta proprio nel memorizzare quella miriade di nomi in latino, inglese, impronunciabili e alla fine non capendoci nulla ci si arrende all’acquisto nonostante non si conoscano le sostanze presenti in quel prodotto. Ecco allora, ecco una guida facile e comprensibile per capire con una breve lettura degli ingredienti la presenza di sostanze tossiche ed il grado di concentrazione con cui sono presenti (quantità).

- Prima regola da sapere è che gli ingredienti sono riportati in ordine di importanza, ovvero, per primi sono specificati gli ingredienti presenti in quantità maggiore e per ultimi invece quelli presenti in quantità minori, in ordine decrescente.

- I nomi scritti in latino sono degli ingredienti naturali.

- I coloranti artificiali si riconoscono perché sono indicati da 5 numeri preceduti dalla sigla CI (che significa Color Index).

- I nomi in inglese sono degli ingredienti derivanti da sintesi chimica.

Il secondo step è capire come riconoscere al volo quegli ingredienti dannosi e capirne la loro presenza leggendo ad esempio solo la desinenza. Ecco qualche suggerimento:

I SILICONI: riconoscibili per la desinenza -one o -xane.

I siliconi tendono ad essere presenti soprattutto in quei prodotti per la pelle che dunque devono dare un senso istantaneo di luminosità e morbidezza. Queste sostanze chimiche infatti tendono a creare una pellicola impercettibile sulla pelle (come fosse una guaina) e dunque restituire la sensazione di morbidezza ed idratazione illusoria. Alcuni di essi sono: Dimethicone, dimethiconol, cyclopentasiloxane, phényldiméthylpolysioxane.

I TENSIOATTIVI: riconoscibili dal suffisso -eth o la presenza della parola sulfate.

Aumentano la bagnabilità delle superfici e per avere questo effetto sono sostanze chimiche che subiscono la etossilazione, un processo in cui viene usato l’ossido di Etilene, altamente tossico per la salute ed anche per l’ambiente. Alcuni di essi sono: Sodium laureth sulfate, Sodium lauryl sulfate, Ammoniun lauryl sulfate. L’alternativa ai tensioattivi chimici sono quelli di origine naturale che dunque non subiscono il processo chimico, riconoscibili fra gli ingredienti dal suffisso -yl o -ato.

I POLIMERI SINTETICI: si riconoscono dai prefissi acryl e polymer.

DERIVATI DEL PETROLIO

Queste sostanze tendono a rendere più permeabile la pelle, che dunque assorbirà meglio il prodotto nel quale sono aggiunti. Per questo, vengono utilizzati moltissimo nel cosmetici. Alcuni di essi sono: Vaseline, Paraffinum liquidum, Mineral oil e Petrolatum, i PEG (Polyethylene glicol) e PPG (Propylene glygol).

Seguendo e memorizzando queste desinenze e prefissi sarà sicuramente più semplice riconoscere anche con una veloce lettura la presenza di ingredienti tossici nei prodotti per la cura della persona che si accinge ad acquistare.

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