Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

29-04-2014

Una dose quotidiana di bicarbonato di sodio rallenta il declino della funzione renale nei pazienti affetti da patologie croniche dei reni e ne migliora nettamente lo status nutrizionale. I ricercatori del Royal London Hospital, coordinati da Magdi Yaqoob, hanno preso in esame 134 pazienti con patologie renali croniche avanzate e acidosi metabolica. Circa metà di loro hanno ricevuto – oltre alla terapia standard – una tavoletta di bicarbonato di sodio al giorno. Hanno visto il declino della funzione renale rallentare di circa due terzi, con un calo evidente del rischio di insufficienza renale cronica terminale (End-Stage Renal Disease, ESRD). Inoltre, lo status nutrizionale generale dei pazienti è decisamente migliorato, e senza ripercussioni sui valori della pressione sanguigna. “Si tratta del primo studio nel suo genere”, spiega Yaqoob. “Un semplicissimo rimedio come una piccola dose quotidiana di bicarbonato di sodio, se usato appropriatamente, ha una grande efficacia”.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2009/07/090716201123.htm

https://www.eurekalert.org/pub_releases/2009-07/ason-bsf070909.php

http://jasn.asnjournals.org/content/20/9/2075

 

Martedì, 29 Aprile 2014 15:39

RISCHIO IPERTENSIONE CON ANALGESICI.

29-04-2014

Nel 2007 sulla rivista scientifica Archives of Internal Medicine sono stati pubblicati i risultati di uno studio sull'associazione tra frequenza d'uso degli analgesici e rischio di ipertensione di nuova insorgenza negli uomini. Gli agenti analgesici studiati erano il paracetamolo, i farmaci antinfiammatori non steroidei e l'aspirina. L'abstract dichiara che il rischio di ipertensione è 34% più elevato in coloro che fanno uso frequente di paracetamolo rispetto ai non utilizzatori. Si trattava di uno studio prospettico di coorte condotto su 16.031 uomini seguiti per quattro anni. I partecipanti erano operatori sanitari, di sesso maschile, con un'età media di circa 60 anni.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17325302

29-04-2014

Luca Poma, portavoce della campagna Giù le Mani dai Bambini, ha detto: "questi psicofarmaci sono pericolosi e mettono a rischio la salute dei bambini, anche l´AIFA in Italia lo sa, ma tace". L'accusa è di avere diffuso pubblicità incomplete, false ed ingannevoli sui farmaci indicati per l'ADHD, la presunta sindrome da iperattività e il deficit di attenzione, per la quale milioni di bambini ed adolescenti americani assumono ogni giorno metanfetamine. Secondo l'FDA, le pubblicità promosse da big-pharma "omettono informazioni importanti, minimizzano rischi rilevanti, esagerano l´efficacia dei medicinali o fanno affermazioni non provate". Le case farmaceutiche destinatarie delle lettere sono la Ely Lilly per lo Strattera, Johnsos & Johnson per il Concerta, Novartis per il Focalin, Shire per l'Adderal e Manninckrodt per il Methylin.
"Questi psicofarmaci - ha dichiarato Luca Poma - sono pericolosi e non lo afferma solo l'FDA, ma ne hanno prove ed evidenze anche le autorità sanitarie di controllo italiane, come l'Istituto Superiore di Sanità e l'Agenzia Italiana del Farmaco. Ma in nessun paese del mondo le autorità hanno potuto resistere alle pressioni dei produttori da un lato, che sono disposti pressoché a tutto pur di promuovere il proprio business, e di gruppi di famiglie dall'altro, che si fanno stregare dallo psicofarmaco, che è la soluzione facile per risolvere ogni problema di comportamento dei loro figli. Lo scarso profilo etico dei managers di Ely Lilly, Johnson, Novartis e delle altre case farmaceutiche coinvolte, parrebbe confermato una volta di più da questa querelle negli USA: nascondono i rischi, fanno affermazioni scientificamente non provate, sono disponibili a tutto pur di vendere questi psicofarmaci. Il problema - conclude Poma - è che poi qui in Italia c'è chi ci crede ed attacca con arroganza chiunque abbia l'onesta intellettuale di schierarsi contro queste malepratiche sanitarie".

Martedì, 29 Aprile 2014 15:33

RISCHIO INFERTILITA' CON ANTIDEPRESSIVI.

29-04-2014

Rischio infertilità per gli uomini che assumono uno dei più comuni antidepressivi: la paroxetina. A mettere in dubbio la sicurezza di questo tipo di farmaco è uno studio realizzato negli Stati Uniti i cui risultati sono stati anticipati dalla rivista New Scientist. Lo studio, realizzato da ricercatori della Cornell University ha infatti rilevato che maschi sani che assumono per quattro settimane una dose giornaliera di questo farmaco hanno un alto livello di spermatozoi danneggiati a livello di Dna rispetto a quelli che invece non assumono questo specifico antidepressivo. Alla prova del microscopio i campioni prelevati ai 35 volontari prima e dopo la terapia a base di paroxetina non hanno mostrato significative differenze. Quando però i ricercatori sono passati ad analizzare la struttura genetica degli spermatozoi, hanno riscontrato problemi in ciascuno dei 35 campioni prelevati durante la terapia antidepressiva. Non solo: il tasso di cellule con Dna frammentato nel corso della terapia è aumentato passando dal 13,8 per cento della prima settimana al 30,3 della quarta.

 

http://www.newscientist.com/article/mg19926754.500-antidepressants-may-harm-male-fertility.html

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Antidepressant-associated+changes+in+semen+parameters

 

Martedì, 29 Aprile 2014 15:21

OCCHIO AGLI SCHERMI PIATTI.

29-04-2014

Molte persone sanno che i vecchi monitor a tubo catodico fossero una fonte di inquinamento elettromagnetico. Chi però pensasse di poter stare al tranquillo con i moderni sistemi a schermo piatto si sbaglia di grosso. Un numero crescente di medici e scienziati, si scrive sulla pagine della rivista tedesca Medinat, sostiene che lo spettro luminoso sprigionato dagli schermi piatti, aventi una percentuale rilevante di luce blu, a lungo andare, possa danneggiare gravemente la retina oculare. Mentre la luce solare UV viene correntemente filtrata dalla pupilla, la luce blu agirebbe industurbata ed esporrebbe la retina a gravi alterazioni. La sua persistenza inoltre sembra che influenzi negativamente anche l'equilibrio ormonale. Per il nostro corpo in altre parole significa persistenza di stress! Mal di testa, problemi di concentrazione, stanchezza, disturbi del sonno sono in effetti fenomeni sempre più riscontrabili in chi siede lunghe ore davanti allo schermo. Sul piano della vista sono frequenti lacrimazioni o arrossamento degli occhi, fenomeni di miopia temporanea, o la difficoltà di messa a fuoco. A poco serve il fatto di poter regolare la luminosità dello schermo. Se si riduce la luminosità dello schermo si allungano le pause nella modulazione di impulsi luminosi, ma non si limita l'intensità stessa degli impulsi. Meglio ottimizzare la luminosità e portare degli speciali occhiali in grado di filtrare la luce blu, ridurre la luce dello sfondo e migliorare il contrasto. In ogni caso si raccomanda di limitare il più possibile l'esposizione agli schermi luminosi e alle lampadine fluorescenti, che contrariamente alle vecchie lampadine ad incandescenza, emettono una luce più esposta verso il blu. "L'ampio spettro di onde rendono le lampadine a risparmio energetico una delle peggiori fonti di illuminazione e di inquinamento elettromagnetico" è il giudizio del biogeologo Wolfgang Maes. Per tornare ai computer l'unico consiglio certo e immediato che possiamo raccomandare è di concedersi lunghe pause di lavoro e staccare regolarmente lo sguardo dal monitor, fissando un punto in lontananza.

Martedì, 29 Aprile 2014 10:50

FARMACO ANTIFUMO PUO' INDURRE AL SUICIDIO.

29-04-2014

L'allarme, lanciato dalla Food and Drug Administration, è stato rilanciato dal Daily Mail che cita uno studio del Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA). La Fda, dopo aver autorizzato nel 2006 la commercializzazione del Champix (Vareniclina), un farmaco che agisce a livello cerebrale sostituendosi alla nicotina nei recettori dopaminergici (in cui si inserisce la nicotina creando dipendenza), aveva diffuso un "alert" riguardo "seri sintomi neuropsichiatrici tra cui ideazione suicidaria e suicidio tentato o completo". Un allarme cui ha fatto eco l'European Medicines Agency che ha imposto alla casa farmaceutica di mettere in evidenza i gravi effetti collaterali nel foglietto illustrativo: "Sono stati segnalati episodi di attacchi di cuore, depressione e rari casi di pensieri suicidari in pazienti che hanno cercato di smettere di fumare con Champix", si legge nel foglietto. In Italia dal giugno del 2007 è stato inserito dall'Agenzia del Farmaco tra quelli a "monitoraggio intensivo". In un rapporto l'Mhra britannica ha sottolineato come continuino ad arrivare segnalazioni di "effetti collaterali collegati alla vareniclina, soprattutto disturbi psichiatrici". Secondo un tossicologo, sentito dal Daily Mail, il suicidio di un produttore televisivo britannico, Omer Jama, "potrebbe essere stato una conseguenza del farmaco antifumo". Secondo la Mhra, le persone che in Gran Bretagna hanno riportato effetti collaterali del farmaco sono raddoppiati negli ultimi sette mesi: 1.811 a febbraio contro i 3.541 di settembre 2007. 10 casi presi in esame dall'Mhra in Gran Bretagna potrebbero essere stati conseguenza del Champix.

29-04-2014

Il farmaco che assumeva l'uomo in questione ha tra gli effetti collaterali quello di generare disturbi psicotici, come scatenare pulsioni sessuali e rimuovere i freni inibitori. Il tribunale gli ha riconosciuto il vizio totale di mente. I fatti risalgono al 2004 quando l'imputato era curato con un farmaco a base di pergolide, i cui effetti controversi sono dibattuti ampiamente dalla letteratura medica tanto che l'autorità statunitense Food and drug administration (Fda) ha fatto ritirare dal mercato i farmaci che lo contengono. Il difensore dell'invalido fiorentino ha dimostrato l'influenza del farmaco anti-Parkinson sui comportamenti dell'imputato. A Carrara emerse una situazione analoga quando un uomo di 56 anni ha fatto causa alla Asl perchè il farmaco anti-Parkinson prescrittogli lo ha reso dipendente dal gioco d'azzardo tanto da perdere in poco tempo 300.000 euro.

29-04-2014

Le ditte finanziano la maggior parte delle ricerche cliniche sui farmaci da prescrizione ed esistono evidenze crescenti sull'alterazione dei risultati in modo da fare sembrare il trattamento in studio migliore e più sicuro. Il problema non è tanto la sponsorizzazione ma piuttosto i termini in cui viene implementata. Prima degli anni '80, finanziavano studi: né gli sperimentatori né le loro istituzioni di appartenenza avevano altri legami economici con le ditte sponsor. Più recentemente, invece, le ditte sponsor sono strettamente coinvolte in tutti gli aspetti della ricerca: spesso disegnano gli studi, effettuano le analisi, scrivono i manoscritti, decidono se, quando e in che forma pubblicare i risultati. Oltre ai finanziamenti per gli studi, gli sperimentatori universitari hanno anche altri legami con l'industria: spesso sono dei consulenti pagati e talvolta possiedono delle azioni della compagnia.
Visti i conflitti di interesse che permeano la ricerca clinica, non sorprende sia stato dimostrato che gli studi sponsorizzati dall'industria favoriscono il farmaco sponsorizzato. La pratica di occultare i risultati negativi è stata evidenziata nel corso di cause legali o di congressi ma non dalla comunità accademica. Gli studi clinici pubblicati spesso comprendono una serie di dati finalizzati a raggiungere inevitabilmente risultati positivi per lo sponsor.
I conflitti di interesse possono influenzare le linee guida e le agenzie regolatorie.

Martedì, 29 Aprile 2014 10:37

VISTA A RISCHIO CON TROPPO CIBO CINESE.

29-04-2014

Vista a rischio con troppo cibo cinese. La retina dei nostri occhi, infatti, 'mal sopporta' il glutammato monosodico (msg), largamente usato nei piatti cinesi. La scoperta è dei ricercatori giapponesi dell'Università di Hirosaki, che hanno dimostrato, sui topi, che elevate quantità di msg assottigliano la retina e riducono le capacità visive. Più precisamente, rivelano gli scienziati sulle pagine del New Scientist, ''il glutammato monosodico distrugge i recettori cellulari della retina, riducendo la capacità delle cellule di 'afferrare' i segnali elettrici anche del 75%'', rivela Hiroshi Ohguro, che ha condotto la sperimentazione. Una spiegazione plausibile, dicono i ricercatori giapponesi, dell'elevato numero di pazienti, in estremo oriente, affetti da una particolare forma di glaucoma che porta alla cecità senza che si verifichi un aumento della pressione nell'occhio. ''E' possibile che un consumo abituale e abbondante di msg produca una progressiva perdita della vista - commenta a sua volta Peng Tee Khaw, del Moorfields Eye Hospital di Londra - ma i frequentatori saltuari dei ristoranti cinesi possono stare tranquilli''.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12384093

Lunedì, 28 Aprile 2014 13:56

REAZIONE DI HERXHEIMER.

28-04-2014

Questa reazione di disintossicazione prende il nome dagli studi di un dermatologo tedesco, Karl Herxheimer, che mise in evidenza come in una precocissima fase di guarigione si ha una intensificazione dei sintomi della malattia piuttosto che un loro affievolimento, avvalorando la tesi di molti medici e scienziati che “bisogna stare male, prima di sentirsi meglio e guarire”. Quando si inizia una corretta alimentazione e una terapia a base di integratori alimentari, nella maggior parte dei casi vi è un aumento provvisorio dei sintomi, o anche lo sviluppo di nuove sintomatologie nel momento in cui si assume un prodotto atto ad agire sulle cause e non sugli effetti del malessere. Più specificatamente gli eventi più comuni includono: abbassamento della pressione sanguigna, diarrea, dolori muscolari, emicranie, febbre, mal di stomaco, mancanza di appetito, stanchezza fisica, stitichezza. Tale fenomeno si spiega con la reazione dei patogeni presenti nel nostro corpo che reagiscono al prodotto o al cambio di alimentazione liberando tossine e scarti metabolici prima di essere definitivamente debellati. Di norma questi piccoli effetti indesiderati durano dai 7 ai 10 giorni. Se si assumono integratori, può essere opportuno diminuire o sospendere momentaneamente il trattamento durante la reazione e riprendere successivamente, ma quanto prima e con gradualità, l’assunzione dei prodotti.

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