Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Domenica, 04 Maggio 2014 19:05

SUCCO DI CILIEGIA CONTRO L'INSONNIA.

04-05-2014

Bere succo di ciliegia aiuta a dormire meglio, migliora il recupero da infortuni e fa superare più velocemente il jet lag. Un team internazionale coordinato dalla Northumbria University ha scoperto che due bicchieri al giorno di succo di ciliegia hanno un effetto benefico per chi fatica a prendere sonno o si sveglia troppo presto la mattina, regalando circa 39 minuti in più di sonno al giorno. Gli scienziati, come si legge sulla rivista European Journal of Nutrition, hanno somministrato a un gruppo di volontari del succo di ciliegia diluito con acqua per due volte al giorno per una settimana, quando si svegliavano e prima di dormire. Hanno poi fatto bere un differente succo di frutta a un gruppo di controllo. Nel primo gruppo si sono registrati tempi di sonno più lunghi e in generale una migliore qualità del sonno. I ricercatori attribuiscono questo successo della ciliegia al suo contenuto di melatonina. Ma i suoi benefici non si limitano al riposo notturno: gli studiosi hanno anche scoperto che il succo di ciliegia concentrato è efficace come sostanza naturale che favorisce il recupero in caso di incidente muscolare e come rimedio contro i sintomi del jet lag.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=European+Journal+of+Nutrition+cherry+juice

http://naturalmedicinejournal.com/journal/2012-05/cherry-juice-supplies-melatonin-and-improves-sleep

http://www.northumbria.ac.uk/sd/academic/lifesciences/news/2159555/

04-05-2014

Alzi la mano quale donna non ha detto, almeno una volta: se non sono truccata e con i capelli in ordine non mi azzardo neppure ad uscire di casa? E’ difficile che ne siano consapevoli, ma in questo modo ogni giorno signore e signorine “indossano” più o meno 515 additivi chimici. E la colpa è soprattutto del desiderio di essere belle, visto che gran parte di queste “aggiunte” è nascosta all’interno di cosmetici, profumi, smalti per le unghie e affini. Insomma, si fa un vero bagno nella chimica pur di essere attraenti e di attirare gli sguardi altrui. A tirare le somme una ricerca effettuata in Gran Bretagna dell’azienda Bionsen. I numeri, infatti, lasciano di sasso: un semplice lucidalabbra contiene infatti 33 elementi chimici diversi, lo shampoo ne conta 15 e altrettanti si trovano nella lacca. Mettere lo smalto alle unghie aggiunge 31 sostanze, il profumo addirittura 250 ma può superare anche le 400. Meno pesante è il bilancio della matita per gli occhi con un più modesto 25. Il primo pensiero è, naturalmente: che impatto hanno tutte queste sostanze sulla salute? Gli esperti invitano alla cautela, sottolineando che gli alleati della bellezza possono in effetti rivelarsi nemici della salute. I problemi più comuni sono legati ad allergie e sensibilizzazioni della pelle, ma può andare peggio perché alcune molecole posso causare disturbi ormonali e problemi di fertilità. La ricerca, realizzata su 2.016 donne, considera che per la cura del corpo esse consumano quotidianamente “tredici prodotti in media – spiega Charlotte Smith, autrice dello studio – ognuno dei quali è composto da più di 20 ingredienti, compresi additivi e addensanti”. Se poi non si rinuncia a una spruzzata di profumo i numeri si impennano verso l’alto.
I trattamenti di bellezza sono cambiati profondamente nel corso degli anni, dal semplice acqua e sapone, fino all’abbronzatura finta spruzzata quotidianamente addosso, alle manicure fatte regolarmente, alle ciglia finte, alle extension dei capelli”, ha dichiarato Charlotte Smith di Bionsen, eppure, c’è da scommettere che saranno poche le donne disposte a rinunciare a mascara e smalto per le unghie anche se ciò comporta un tuffo nella chimica!

 

http://www.telegraph.co.uk/news/health/news/6603483/Women-put-515-chemicals-on-their-face-and-body-every-day-in-beauty-regime.html

04-05-2014

L'Australia è il posto al mondo con il maggior numero di casi di melanoma: è vero, ma contemporaneamente è anche quello in cui le creme solari sono state, molto prima che nelle altre parti del grande Paese, promosse moltissimo e, naturalmente, utilizzate. Quindi non pare che abbiano avuto l'effetto promesso e soprattutto malgrado i pessimi risultati ottenuti si insiste a far "proteggere" le persone da qualcosa che in realtà potrebbe far loro bene, se solo imparassero ad usufruirne in modo intelligente e senza necessariamente cospargersi di veleno tutto il corpo ma evitando semplicemente le scottature. Al contrario, l'aumento di casi di melanoma è stato molto ritardato in altri paesi australiani dove i filtri solari NON sono stati promossi fino a tempi ben più recenti.
Senza contare il fatto che nel 2009 proprio dei ricercatori australiani assieme a studiosi canadesi, americani e inglesi in uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature sono arrivati alla conclusione che l'origine del melanoma non ha niente a che fare col sole! Inoltre bisogna sapere che sull’American Journal of Public Health è stata pubblicata un’osservazione di due ricercatori epidemiologi, F. e C. Garland, eccola: “Nel mondo, i Paesi in cui i filtri solari chimici sono stati consigliati e adoperati, hanno avuto il maggior aumento di casi di melanoma con contemporaneo aumento di numero di morti ad esso associato”. Quindi significa che una percentuale più alta del solito di malati non ha potuto guarire. Negli USA, Canada, paesi Scandinavi e Australia la percentuale di casi di melanoma è aumentata nei recenti decenni con il maggior aumento proprio dopo l’introduzione della propaganda ai filtri solari!

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1694089/?page=1

04-05-2014

I parabeni sono conservanti molto utilizzati nell’industria cosmetica e in quella alimentare. Il loro impiego è stato introdotto intorno al 1920 per l’azione antifungina e antibatterica. Si trovano praticamente ovunque: deodoranti, dentifrici, shampoo, bagnoschiuma e in moltissimi altri prodotti per l’igiene personale e il make-up. Si trovano, poi, in alcuni alimenti, per esempio nella maionese o in varie salse pronte. I più diffusi sono butylparaben, methylparaben, ethylparaben, propylparaben, benzylparaben e isobutylparaben ma ne esistono diversi altri. Queste sostanze sono da alcuni anni al centro di un acceso dibattito che li mette in relazione con il cancro al seno. Ma in che rapporto dovrebbero stare parabeni e cancro? Secondo alcuni studi scientifici, i parabeni producono effetti simili agli estrogeni e quindi possano influenzare l'equilibrio endrocrino dell'organismo. Questi effetti, secondo i risultati delle ricerche condotte fino a oggi, sarebbero causati solo dai parabeni assorbiti attraverso la cute e non da quelli assunti con l'alimentazione.
Il primo studio che mette in relazione parabeni e cancro al seno risale al 2004 ed è stato pubblicato su Journal of Applied Toxicology; lo studio, condotto dalla Dott.ssa Philippa Darbre, prese in esame 20 biopsie mammarie positive e, in 18 di queste, riscontrò concentrazioni importanti di parabeni, soprattutto di metilparabene. Si obiettò che un campione di 20 donne è molto ridotto e che non era stato previsto un gruppo di controllo per verificare la presenza di queste sostanze nelle donne sane; inoltre, si riscontrarono alcuni difetti nel metodo con cui era stato condotto il trial. Il dubbio, però, è rimasto. E, infatti, diversi altri studi sono stati portati a termine da allora.
L’ultimo studio sui parabeni e il cancro, in ordine cronologico, è stato pubblicato a gennaio 2012, sullo stesso Journal of Applied Toxicology. Intitolato “Measurement of paraben concentrations in human breast tissue at serial locations across the breast from axilla to sternum”, e condotto anch’esso dall'équipe della Dottoressa Darbre, ha analizzato 160 campioni di tessuti prelevati da 40 donne che tra il 2005 e il 2008 avevano subìto una mastectomia in seguito a un cancro al seno. Sono stati riscontrati elevati livelli di parabeni e, in particolare di n-propilparaben, nel 99% del campione. Secondo la stessa Dottoressa Darbre, però, i risultati ottenuti non dimostrano ancora un legame certo tra il cancro al seno e i parabeni. Quello che è stato dimostrato è la presenza dei parabeni nei tessuti ed è necessario fare ulteriori ricerche. Non ci resta dunque che attendere altri studi e altri risultati.
Nell'attesa di ottenere risultati certi che si può fare? L'utilizzo di questi conservanti resta perfettamente legale nell'Unione Europea. Il 25 ottobre 2011 la Grecia ha avviato un’interrogazione al Parlamento europeo per vietare l’utilizzo dei parabeni nei cosmetici secondo il principio di precauzione, come è accaduto in Danimarca, dove propylparaben e butylparaben non possono più essere usati nei prodotti per bambini sotto i tre anni d'età. Il Parlamento europeo ha risposto, per ora, con parere negativo, pur sottolineando la consapevolezza che propylparaben e butylparaben sono stati inseriti nella lista SIN e quindi rientrano tra quelle sostanze considerate quantomeno problematiche. Evitare i parabeni, per chi lo desidera, è comunque possibile, utilizzando prodotti per l'igiene della persona completamente naturali oppure scegliendo, leggendo le etichette, quelli paraben free. I cosmetici e i detergenti privi di parabeni sono sempre più diffusi e si possono acquistare un pò ovunque, persino nei supermercati. Bisogna, però, leggere con molta attenzione l'INCI; infatti i parabeni sono spesso presenti anche in creme e cosmetici che riportano la scritta "naturale".

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15211609

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Measurement+of+paraben+concentrations+in+human+breast+tissue+at+serial+locations+across+the+breast+from+axilla+to+sternum

Domenica, 04 Maggio 2014 13:58

5 FALSI CIBI DA EVITARE.

04-05-2014

Non è necessario giungere a prendere in considerazione la carne creata in laboratorio per rendersi conto di come l'industria degli alimenti monopolizzi da decenni un settore che in un mondo ideale dovrebbe salvaguardare la salute della popolazione mondiale, producendo esclusivamente alimenti benefici. I "falsi cibi" purtroppo esistono già e molti di noi probabilmente li consumano tuttora, inconsapevoli della loro composizione e dei metodi di produzione impiegati per la loro realizzazione. Vi siete mai chiesti che cosa sia davvero il surimi? O quali ingredienti contengano alimenti come le sottilette? Ecco cinque "falsi cibi" da evitare o almeno limitare.

PANNA MONTATA

Quale può essere l'impatto degli additivi chimici sugli alimenti? Jonathan Field ha provato a dimostrare alla figlia quali effetti essi possano avere sui cibi in cui essi sono presenti, attraverso un esperimento proprio con la panna montata comunemente in vendita al supermercato, che, dopo essere stata versata in una ciotola di vetro, ha conservato la propria tipica consistenza per ben 12 giorni per diventare subito dopo molto più simile a del polistirolo che ad un dessert commestibile. Tra gli ingredienti delle comuni panne spray possono essere presenti: sciroppo di glucosio, latte in polvere, aromi artificiali, coloranti, addensanti e conservanti chimici. Molte panne liquide da montare o preparati per panna montata non fanno eccezione in quanto ad ingredienti di dubbia provenienza. Continueremo ancora a considerare la panna montata come un "vero" alimento?

SOTTILETTE

Vengono reclamizzate da decenni come un alimento versatile, che sarà sicuramente amato dai bambini, – purtroppo – sempre presenti negli spot pubblicitari in questione e contemporaneamente primi destinatari degli stessi. "Sottilette" non è nient'altro che il nome commerciale utilizzato per indicare un "formaggio" fuso a fette ideato e prodotto da una ben nota azienda alimentare, la Kraft, che nel 1987, negli Stati Uniti, era stata accusata di pubblicità ingannevole in merito al contenuto di calcio e di "vero" latte presente nel prodotto in questione, in vendita Oltreoceano con il nome di "Singles". Pare che le accuse non abbiano portato ad un grande miglioramento degli ingredienti, dato che nella composizione delle sottilette sarebbero ancora presenti: latte concentrato, amido modificato, siero di latte concentrato, proteine del latte concentrate e numerosi correttori di acidità.

MARGARINA

Le margarine vegetali classiche sono ottenute mediante l'idrogenazione di oli vegetali, tra i quali spesso è presente l'olio di palma. Le margarine vegetali che si dichiarano come "non idrogenate" possono comunque presentare un elevato contenuto di grassi saturi. Per questo motivo sarebbe opportuno consumarle saltuariamente o, ancora meglio, sostituirle quando necessario con prodotti più leggeri, come la margarina di soia biologica o il burro di soia biologico, a minor contenuto di grassi saturi. Le classiche margarine contengono solitamente oli di scarso pregio e nella loro composizione non mancano coloranti, conservanti ed emulsionanti degli acidi grassi. In numerose ricette sia dolci che salate la margarina può essere sostituita con olio di girasole spremuto a freddo.

DOLCIFICANTI ARTIFICIALI

Il primo dolcificante artificiale ad essere impiegato dall'industria alimentare fu la saccarina, seguita poco dopo dal ciclamato, sostituito a propria volta dall'aspartame, composto da due aminoacidi, la fenilalanina e l'acido aspartico. L'aspartame è un additivo alimentare dal potere dolcificante 200 volte superiore allo zucchero. In etichetta può nascondersi dietro la sigla ad esso attribuita: E951. E' ampiamente utilizzato dall'industria alimentare mondiale per via della propria facile reperibilità e dei costi contenuti. La sua pericolosità per l'organismo è stata messa in relazione alla sua capacità di rilasciare all'interno di esso metanolo e formaldeide. Uno studio italiano effettuato a Bologna nel 2005 presso l'istituto "Bernardino Ramazzini" ha ipotizzato come il rilascio di formaldeide nel metabolismo dell'aspartame possa essere correlato all'aumento dell'incidenza di tumori cerebrali e leucemie.

SURIMI

Il surimi, o finta polpa di granchio, non è altro che un composto alimentare ottenuto assemblando parti tritate di alcuni pesci, come il merluzzo, con carboidrati, addensanti, coloranti e conservanti per ottenere dei cilindretti dall'interno bianco e dalla parte esterna di colore arancione, degli affettati al sapore di granchio, delle "finte" chele di granchio o altri prodotti dalla forma simile a quella di crostacei come i gamberoni e dall'artificiale sapore di pesce. La sua diffusione commerciale ha portato a mettere in campo lavorazioni sempre più tecnologiche per ottenere tale prodotto, che, una volta scoperta la sua composizione, smette immediatamente di apparire invitante. Tra i suoi ingredienti non mancano solitamente: sorbitolo, zuccheri, polifosfati, glutammato monosodico, olio di colza e aroma artificiale di granchio.

Domenica, 04 Maggio 2014 10:44

ASPIRINA: PER LE PERSONE SANE E' PERICOLOSA.

04-05-2014

L'aspirina è uno dei prodotti medici più diffusi e conosciuti; a volte tale familiarità fa dimenticare all'utente che si tratta di un farmaco, con effetti collaterali (anche gravi). Questo è il monito lanciato da una ricerca della British Heart Foundation, presentata a Barcellona nel corso del congresso della società europea di cardiologia. Gli autori dello studio sottolineano come l'aspirina possa avere benefici sugli individui colpiti da malattie cardiovascolari (come attacchi di cuore), ma sia estremamente pericolosa per gli individui sani. Per tali soggetti, l'aspirina non riduce significativamente il rischio di attacchi di cuore, mentre aumenta la possibilità di emorragie interne. "L'aspirina non dovrebbe essere prescritta alla popolazione generale in questo stadio", spiega il dottor Gerry Fowkes, della Wolfson Unit for Prevention of Peripheral Vascular Disease di Edimburgo, tra gli autori della ricerca.
Il messaggio degli scienziati della British Hearth Foundation è condiviso dal dottor Raffaele Landolfi, del Policlinico Gemelli. Spiega il dottor Landolfi: "ll risultato di questa ricerca mi sembra in linea con tutti i dati più recenti che raccomandano cautela nell'utilizzo di aspirina per la prevenzione primaria. E' invece in controtendenza con un atteggiamento in uso da tempo in America, e che si sta diffondendo anche in Europa, di prendere comunque l'acido acetilsalicilico perché "tanto non fa male".

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20197530

http://www.journal-online.co.uk/article/6608-study_shows_aspirin_risks_can_outweigh_benefits

 

Domenica, 04 Maggio 2014 10:11

CON IL WARFARIN ALTO TASSO DI EMORRAGIE.

04-05-2014

Il tasso di emorragie in pazienti più anziani legato alla terapia con warfarin (farmaco anticoagulante orale molto utilizzato) è molto più alto di quello riportato nei trial clinici finora. Lo studio dell'Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto è stato pubblicato sulla rivista Canadian Medical Association Journal. "Il tasso delle emorragie è considerevolmente più alto di quello riportato dai trial controllati della terapia di warfarin, che è dell'1-3 per cento per persona all'anno" ha spiegato Tara Gomes, che ha condotto lo studio. Nella ricerca gli scienziati hanno analizzato 125.195 pazienti di almeno 66 anni di età con fibrillazione atriale che avevano cominciato la terapia col warfarin fra il 1997 e il 2008. Il rischio complessivo è risultato di 3,8 per cento per persona all'anno, ma era addirittura dell'11,8 per cento nei primi 30 giorni di terapia. Per le persone oltre i 75 anni, inoltre, il rischio complessivo era del 4,6 per cento, rispetto al 2,9 per cento delle persone più giovani.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23184840

Domenica, 04 Maggio 2014 10:07

ANCHE IL BERE MODERATAMENTE E' DANNOSO.

04-05-2014

Secondo alcuni, bere moderate quantità di bevande alcoliche può essere benefico per la salute cardiovascolare. Ma, posto che questo sia vero, secondo un nuovo studio della Rutgers University, sarebbe invece dannoso per il cervello adulto poiché ne verrebbe intaccata la plasticità strutturale.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Neuroscience, e suggeriscono che il cervello può essere danneggiato nella produzione di cellule, che verrebbe ridotta del 40%, in particolare se si è dediti a bere poco durante la settimana e bere di più nei fine settimana. Ad averlo scoperto sono stati Tracey J. Shors, professoressa di neuroscienze comportamentali e sistemi presso la Rutgers University e la dottoressa Megan Anderson, le quali hanno collaborato con Miriam Nokia dell’University of Jyvaskyla in Finlandia.
«Anche bere con moderazione può trasformarsi in binge drinking [bere compulsivo] senza che la persona se ne accorga – ha commentato Anderson nella nota Rutgers – A breve termine potrebbero esserci danni motori o funzionali impercettibili, ma a lungo termine questo tipo di comportamento potrebbe avere effetti molto negativi su apprendimento e memoria». I test per valutare l’impatto dell’alcol, nella misura dello 0,08% – che è il limite legale tollerato per la guida di un veicolo negli Usa e in altri Paesi – è stato condotto su modello animale. La dose di alcol è stata comparata a quella che si otterrebbe per un essere umano con il consumo di 3-4 bevande per le donne e 5 per gli uomini. I risultati dei test e delle analisi hanno permesso di scoprire che nei roditori che avevano “bevuto” vi era una riduzione di circa il 40% delle cellule nervose prodotte nell’ippocampo, la regione del cervello dove nascono nuovi neuroni e che è collegata a diverse modalità e funzioni di apprendimento. «Se questa area del cervello è colpita ogni giorno per molti mesi e anni, alla fine si potrebbe non essere in più grado di ottenere nuove abilità o imparare qualcosa di nuovo nella vostra vita – spiega Anderson – E’ qualcosa di cui si potrebbe anche non essere a conoscenza che si sta verificando».
La differenza tra il bere moderato e no sta dunque nel sapere quali sono i limiti che ogni persona ha: a seconda non solo del genere di appartenenza, ma anche perché ognuno è un caso a sé. Se per una persona tre bicchieri sono pochi, per un’altra possono essere troppi. In ogni caso, se è solo una questione di vantaggi presunti per il cuore, e visti i danni non solo al cervello, è bene comunque sapere che l’alcol non fa bene. Mettiamo pertanto da parte l’idea che quando si è in compagnia bisogna per forza bere alcol, e anche quella che nel fine settimana bisogna “sfogarsi”, e pensiamo di più a noi stessi e alla nostra salute. «Questa ricerca indica che il bere sociale o giornaliero può essere più dannoso per la salute del cervello più di quello che oggi si ritiene da parte delle persone in generale», conclude a questo proposito Anderson.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Moderate+Drinking+Decreases+Number+of+New+Brain+Cells

03-05-2014

Molti dei prodotti che solitamente si utilizzano per fini domestici contengono, infatti, agenti chimici cancerogeni. Stiamo parlando di formaldeide, nitrobenzene, cloruro di metilene, napthelene, tossine riproduttive e interferenti endocrini. Tutte sostanze che, fidatevi, sono estremamente nocive per l’organismo. Di seguito vi segnalo, nello specifico, 8 prodotti per la casa che, magari si ignora, andrebbero proprio evitati d’acquistare.

1 - I deodoranti molto spesso contengono napthelene e formaldeide. Soprattutto quest’ultima è in grado di determinare irritazioni a carico delle mucose, dermatiti da contatto e asma bronchiale. L’International Agency for Research on Cancer l’ha recentemente classificata come sostanza con “sufficiente evidenza” di cancerogenicità per l’animale e “limitata” per l’uomo.

2 - Le vernici e le tinture per le pareti contengono spesso sostanze tossiche. Il mercato è pieno di alternative ecologiche. Stesso risultato, ma senza correre il rischio di farsi del male.

3 - Non sono propriamente prodotti per la casa, ma è bene essere informati anche su questi. Sono gli sgrassatori per le automobili. La maggior parte sono estremamente nocivi. Se proprio siete costretti ad utilizzarli teneteli lontani da fonti di calore e, una volta terminati, buttateli in un centro di smaltimento apposito.

4 - Quando avete bisogno di una candela utilizzatene una di cera d’api con stoppini di cotone. Abolite completamente quelle composte da paraffina che una volta accese emettono sostanze tossiche come ad esempio la fuliggine. Riconosciuta come forte agente inquinante, oltre che come "collettore" di diversi composti cancerogeni.

5 - I saponi per tappeti e tappezzeria sono un altro nemico della salute. Comprate, anche in questo caso, quelli che utilizzino esclusivamente ingredienti naturali.

6 - Per il lavaggio a secco evitate prodotti che utilizzino il percloroetilene. Anche se è, forse, il solvente che garantisce i migliori risultati in termini di pulizia, è piuttosto dannoso sia per l’ambiente che per l’uomo. L’INAIL l’ha recentemente segnalato come agente chimico pericoloso in ambito di incidenti sul lavoro.

7 - Per rimuovere, in ambito domestico, pulci, zecche o pidocchi non utilizzate pesticidi a base di lindano. E’ vero è difficilissimo rimuovere questi parassiti in modo naturale. Azionate, quindi, una misura preventiva. Uno dei metodi naturali più comune consiste nel prendere delle foglie di alloro oppure alcuni rametti di rosmarino (o uno o l’altro, non insieme!), immergerli in un pentolino con dell’acqua, farla bollire, attendere che si raffreddi un pò, bagnare poi uno straccio o un vestito vecchio che non si utilizza più e strofinarlo sul pelo dell’animale. Potete farlo ogni volta che lo ritenete opportuno, poiché trattandosi di foglie di alloro e rosmarino non è assolutamente tossico né per voi né per i vostri animali.

8 - Quest’ultimo consiglio è riferito principalmente alle donne. Evitate di tingervi i capelli o, se proprio lo dovete fare, utilizzate rimedi 100% naturali. La giustizia francese (tanto per dirne una) ha recentemente punito la Schwarzkopf per un prodotto ritenuto cancerogeno. In particolare, il tribunale di Marsiglia ha condannato il gruppo specializzato nel settore della cosmetica per capelli, per una vicenda che però risale agli anni ’80. Una condanna inedita, che getta un’ombra sulla sicurezza dei prodotti in questione, in particolare, le tinture per capelli. Donna avvisata…

03-05-2014

Protopic, un unguento a base di tacrolimus (un immunosopressore che riduce l’attività del sistema immunitario) è un farmaco utilizzato per la cura della dermatite atopica, quando questa non reagisce ai comuni farmaci a base di cortisone. Si tratta di una sostanza efficace, ma che, per i suoi numerosi effetti avversi anche gravi, non può e non deve essere utilizzata come prima scelta nel trattamento della dermatite e soprattutto mai se la dermatite è di lieve entità. Gli ultimi studi confermano la relazione tra l’uso di questa crema e il maggiore rischio di contrarre linfoma a cellule T (un tumore che colpisce i linfociti, cellule del sistema linfatico, che hanno un ruolo importante nel sistema immunitario dell'organismo). È inoltre altamente sospetta anche la relazione nei confronti del cancro alla pelle.
Il dubbio sulla pericolosità di questo medicinale è emerso quando casi di cancro alla pelle e di linfoma erano stati osservati in pazienti che usavano i farmaci immunosoppressori Protopic ed Elidel. Ora arrivano le conferme, almeno per quanto riguarda il linfoma. Mancano ancora dati certi sulla sua sicurezza a lungo termine. Così come mancano dati sulla sicurezza di Protopic nei bambini: prima di prescrivere questa crema ai bambini con più di 2 anni d’età (sotto i 2 anni è controindicato), il dermatologo deve fare un’attenta valutazione del bilancio rischi-benefici.

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