Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Martedì, 13 Maggio 2014 22:17

LE MANDORLE ALLONTANANO IL DIABETE.

13-05-2014

Una manciata di mandorle ogni giorno potrebbe rappresentare un buon investimento in termini alimentari per prevenire il diabete di tipo 2. È quanto afferma una ricerca americana dell'Università del New Jersey, i cui scienziati hanno pubblicato un articolo apparso sul Journal of the American College of Nutrition. Stando agli esiti della ricerca, le mandorle renderebbero meno probabile l'insorgenza della patologia nei pazienti classificati come pre-diabetici, ovvero quei soggetti che mostrano una percentuale di glucosio superiore al normale ma che ancora non ha raggiunto il livello di guardia. I ricercatori hanno analizzato 65 pazienti, sottoponendoli a due diete diverse, la prima delle quali prevedeva il consumo di un certo quantitativo di mandorle.
Alla fine, si è scoperto che i pazienti del primo gruppo mostravano una migliore gestione dei livelli di glucosio e una maggiore sensibilità all'insulina, oltre a una percentuale inferiore di colesterolo LDL, ovvero quello definito “cattivo”. In realtà, anche altri tipi di frutta secca mostrano un'influenza positiva su quest'ultimo aspetto, addirittura in percentuali maggiori, come nel caso dei pistacchi. Uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio, Michelle Wien, spiega: “è molto promettente il fatto che per malattie croniche come questa i cambiamenti nella dieta possano giocare un ruolo nell'avanzamento della malattia".

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20833991

13-05-2014

Il Progetto Europeo di Ricerca Flora, promosso e finanziato dall’Unione Europea, ha prodotto un pomodoro viola modificato geneticamente con i geni di un fiore, il boccadileone, per arricchirlo di antocianine, sostanze antiossidanti con proprietà anticancro che costituiscono il pigmento naturale responsabile del colore violaceo di molti fiori e frutti. In natura il pomodoro non contiene antocianine, ma è ricco di un’altra sostanza anticancro: il licopene. La ricerca che ha condotto alla creazione del pomodoro viola OGM è stata condotta dal John Innes Centre e dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, diretto dal prof. Veronesi, che ne ha illustrato i benefici su tutti i media sostenendo che “La bioingegneria un giorno potrà essere un’arma decisiva per la lotta ai tumori”. “Il pomodoro viola anticancro è l’ennesima menzogna rivestita di tecnologia. Non lasciamoci ingannare: il progetto di concentrare in pochi ortaggi tutte le quantità di vitamine, antiossidanti ecc. in modo da renderne semplice l’assunzione è una idiozia in termini, prima che una mostruosità.
Proprio perché quella presunta concentrazione è stata ottenuta con una pesante manipolazione genetica con tutti i rischi per la salute intimamente connessi con la loro natura artificiale”. Nel loro libro “La sicurezza degli OGM” i ricercatori indipendenti A. Pusztai e S. Bardocz riferiscono che, secondo il patologo dell’Università di Aberdeen, Stanley Ewen, nell’intestino umano i transgeni possono causare uno sviluppo incontrollabile il quale, alla lunga, potrebbe condurre allo sviluppo del tumore al colon. Perché si pubblicizza il pomodoro viola e non si parla di questi rischi? Chi ha interesse a produrre e pubblicizzare un pomodoro viola OGM? Il pomodoro viola non serve ai cittadini che possono trovare sostanze naturali antiossidanti e anticancro nella frutta e nella verdura biologica.

13-05-2014

Cocoa Puffs (General Mills)

Corn Chex (General Mills)

Frosted Flakes (Kellogg's Company)

Honey Graham Oh’s (Quaker Oats Company)

Honey Nut Chex (General Mills)

Heart to Heart (Kashi)

Kellogg’s Corn Flakes (Kellogg's Company)

Kellogg’s Corn Pops (Kellogg's Company)

Puffins Peanut Butter (Barbara’s Bakery)

13-05-2014

Dagli Stati Uniti arriva un campanello d'allarme per gli ormai famosi inibitori della pompa protonica. Secondo l'organizzazione no-profit Public Citizen, i medicinali che intervengono sulla pompa protonica per ridurre la produzione di acido gastrico ed eliminare così il problema dell'acidità di stomaco produrrebbero un effetto di dipendenza sul paziente. Per questo motivo, l'associazione ha chiesto alla FDA di intervenire presso le case farmaceutiche affinché modifichino il bugiardino dei farmaci integrandolo con un'avvertenza su questo effetto collaterale. Gli inibitori della pompa protonica vengono prescritti in caso di malattia da reflusso gastroesofageo, ulcera gastrica, esofagite erosiva e sanguinamento gastrico associati all'utilizzo di FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei. Secondo il report presentato da Public Citizen, nei pazienti che interrompono l'assunzione di questi inibitori si verifica la cosiddetta ipersecrezione acida di rimbalzo, con la presenza di un'acidità di stomaco anche superiore a ciò che avveniva in precedenza. Si crea perciò un circolo vizioso che impone al paziente di riprendere l'assunzione del farmaco, la creazione di una vera e propria dipendenza e l'aumento del rischio di patologie anche gravi, come infezioni polmonari, diarrea da Costridium difficile, fratture dell'anca, del polso e addirittura della colonna vertebrale. Un'altra possibile conseguenza è il deficit di magnesio che può dar vita a crisi cardiache. Inoltre, questi farmaci inducono anche una carenza di vitamina B12 con conseguente possibile insufficienza renale, oltre a ridimensionare l'efficacia di altri farmaci utilizzati dal paziente in caso di cancro o di infarto del miocardio. L'aspetto preoccupante e sul quale si può lavorare è che spesso questi farmaci vengono prescritti anche in assenza di un reale bisogno, di fronte a sintomi che potrebbero essere trattati in maniera più semplice, anche al di là dell'intervento farmacologico, ma semplicemente adottando un regime alimentare più adeguato.

12-05-2014

Una ricerca rivela che gli effetti nocivi dell’esposizione a sostanze chimiche di sintesi sono trasmessi di generazione in generazione tramite l’epigenetica, causando un danno alle generazioni future anche se non saranno mai esposte alle sostanze chimiche. Il fenomeno di “ereditarietà epigenetica transgenerazionale” (ETI) è stato dimostrato su animali vivi e se le implicazioni di questa ricerca saranno pienamente comprese, l’intera civiltà umana dovrebbe ripensare radicalmente l’uso di prodotti chimici di sintesi in agricoltura, medicina, alimentari, materiali da costruzione, prodotti per la cura personale e altro. La ricerca, guidata dal dottor David Crews è stata pubblicata sulla rivista PNAS (Proceedings of National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America).
Lo studio, che è stato finanziato da un sottogruppo del National Institutes of Health, ha scoperto che l’esposizione a un comune fungicida, causa cambiamenti neurologici e comportamentali che saranno trasmessi alle generazioni future anche se i figli futuri, non avranno alcuna esposizione all’originale fungicida. Inoltre il meccanismo di “eredità transgenerazionale” è epigenetico, che significa che è “sopra i geni” ossia non è codificato nel DNA. Invece, l’espressione del DNA alterato è ereditato attraverso un meccanismo diverso da quello del DNA. L’abstract dello studio lo riassume così: ”Abbiamo scoperto che una singola esposizione all’uso di un comune fungicida (vinclozolin) altera la fisiologia di tre generazioni, il comportamento e l’attività metabolica.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17389367

12-05-2014

Frutti di bosco tra cui mirtilli, more e fragole non sono solo rinfrescanti e gustosi, ma forniscono anche una vasta gamma di fitonutrienti che attraversano la barriera emato-encefalica per migliorare le comunicazioni neurali e prevenire l’ossidazione e l’infiammazione. Questo ha effetti benefici sul cervello e può aiutare a prevenire la perdita di memoria e altre modifiche che alterano il comportamento età-correlate. I ricercatori che hanno segnalato il risultato dello studio sulla rivista Journal of agricultural and food chemistry, hanno identificato i benefici neurologici associati al consumo di frutti di bosco, compreso il loro ormai ben noto potere antiossidante e antinfiammatorio. E’ stato dimostrato in una meta-analisi di studi su animali e umani sul tema, che mangiare la frutta allo stato naturale o utilizzare integratori alimentari ha effetti diretti sul cervello. Le bacche fresche supportano la salute del cervello neutralizzando i radicali liberi e abbassando l’infiammazione. Eccessivi attacchi ossidativi nel cervello possono causare perdita di memoria e declino cognitivo. L’infiammazione limita la risposta elettrica e chimica all’interno di sinapsi nervose e strutture cellulari. Una revisione di studi precedenti hanno dimostrato che il consumo di frutti di bosco o integratori standard, può aiutare la salute del cervello in diversi modi.
Gli autori principali dello studio, Dr. Barbara Shukitt-Hale e Marshall G. Miller dall’Human Nutrition Research Center on Aging della Tufts University, hanno scoperto che le bacche migliorano la neuroplasticità, la neurotrasmissione, e portano ad attenuazione di patologie correlate all’età e deficit nel comportamento. I frutti di bosco contengono alti livelli di antiossidanti, composti che proteggono le cellule dai danni provocati dai radicali liberi nocivi. Soppressione di radicali liberi è stata identificata come azione primaria del consumo dei frutti naturali. Inoltre, i ricercatori hanno notato che i frutti di bosco cambiano il modo in cui i neuroni del cervello comunicano. Questi cambiamenti nella segnalazione possono prevenire l’infiammazione nel cervello che contribuisce al danno neuronale, migliorando sia il controllo del motore che della cognizione. Lo studio ha confermato l’effetto potente multimodale del consumo di frutti di bosco, ma ha dichiarato che ulteriori studi saranno necessari per determinare se i benefici sono il risultato di singoli composti condivise tra frutti di bosco, o se le combinazioni uniche di prodotti chimici in ogni frutto a bacca, semplicemente hanno effetti simili.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22264107

12-05-2014

Una ricerca condotta sui deodoranti per ambiente dal Natural Resources Defense Council ha rilevato che 12 su 14 deodoranti per ambienti, contengono una sostanza chimica nota per essere dannosa alla salute degli esseri umani. Gli ftalati, noti per causare problemi riproduttivi e ormonali negli esseri umani, sono stati trovati in quasi tutte le marche di deodorante, compresi diversi prodotti di marca. Né la FDA né l’EPA conduce test di sicurezza o spot di controllo di sostanze chimiche tossiche nei prodotti per ambiente. In sostanza, i consumatori potrebbero essere esposti a qualsiasi numero di sostanze chimiche tossiche nell’aria da prodotti deodoranti, senza preavviso di sorta. La sicurezza dei prodotti chimici utilizzati in questi prodotti è del tutto ignorata dalla FDA più o meno allo stesso modo in cui profumi e prodotti cosmetici che contengono sostanze chimiche cancerogene, vengono sistematicamente ignorati dall’agenzia.
La FDA non fa alcuno sforzo per proteggere i consumatori da cancerogeni o prodotti chimici in decine di migliaia di prodotti di consumo, e se non fosse per gli sforzi dei gruppi di difesa dei consumatori e associazioni ambientaliste come il NRDC, nessuno sarebbe tutelato. Solo due prodotti testati dal NRDC – Febreze e Renuzit effetti sottili – non presentavano livelli rilevabili di ftalati, mentre dodici altri prodotti sono risultati positivi per l’industria chimica, anche se alcuni sono stati etichettati “inodore” e nessuno di loro ha indicato ftalati come ingrediente. Alcuni prodotti sono stati anche etichettati “Tutto naturale!” (Che va solo a dimostrare, ancora una volta, che il “tutto naturale è un’affermazione priva di significato”).

 

http://www.nrdc.org/thisgreenlife/1001.asp

http://www.nrdc.org/health/home/airfresheners/contents.asp

12-05-2014

Da tempo ormai si sa che l'alimentazione e il cancro sono strettamente legati. Infatti un'alimentazione sana ed equilibrata può aiutare a prevenire la formazione dei tumori, mentre l'eccesso di alcuni alimenti può aumentare le possibilità di sviluppare il cancro. Dei ricercatori italiani hanno condotto uno studio secondo il quale anche il tumore alla tiroide può essere favorito dall'alimentazione. In particolare il rischio aumenta, fino a raddoppiare, quando si ha un indice glicemico alto, cioè quando si fa uso eccessivo di zuccheri di rapido consumo, i quali innescano maggiormente il rilascio dell'insulina. In passato un indice e un carico glicemico elevati sono stati già associati al diabete e ad un rischio maggiore per alcuni tipi di tumore.
Durante lo studio sono state coinvolte 400 persone affette da tumore alla tiroide e circa 600 senza tumore. I parametri presi in considerazione sono stati soprattutto il consumo di pane, di pasta e di riso. Questi alimenti infatti abbondano sulle nostre tavole e forniscono una gran parte dei carboidrati che assumiamo durante la giornata. Un altro fattore che potrebbe essere causa dell'insorgenza di tale tumore è lo scarso consumo di frutta e verdura e un'alimentazione poco varia, quindi un basso apporto di iodio ed altri elementi fondamentali per il corretto funzionamento della tiroide.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17951595

12-05-2014

I rischi di cancro al seno aumentano nelle donne che hanno seguito cure ormonali per stimolare la fertilità. In particolare, il rischio triplica, se sono state assunte, per più di cinque cicli, gonadotropine menopausali umane ('hGM', anche conosciute come 'menotropine' o come ormone follicolo-stimolante umano - 'u-FSH'). Lo rivela un ampio studio statunitense, pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility. Ronald T. Burkman, dell'Henry Ford Health System (Detroit), in collaborazione con i Centers for Disease Control and Prevention (Atlanta), ha analizzato i dati raccolti nel corso dello 'Women's Contraceptive and Reproductive Experiences Study', coordinato dal National Institute of Child Health and Human Development (NIH, Bethesda). Sono stati confrontati i vari trattamenti ormonali seguiti da 4.500 donne con tumore al seno e da 4.500 donne di controllo, di età compresa fra i 35 e i 64 anni, residenti nelle aree urbane di Atlanta, Detroit, Los Angeles, Filadelfia e Seattle. I dati hanno indicato che le donne che avevano assunto le hGM per sei mesi o per sei cicli mestruali avevano un rischio, dalle 2,7 alle 3,8 volte, più alto di sviluppare tumore al seno. Secondo i ricercatori, questi dati indicano che, a lungo termine, l'utilizzo delle hGM, per stimolare la maturazione degli ovuli, può aumentare il rischio di cancro al seno. E annunciano ulteriori studi per confermare questi dati e approfondire il legame tra cure anti-infertilità e tumore al seno.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12749419

11-05-2014

Una ricerca choc almeno per una categoria di genitori, quelli che credono nel potere educativo della sculacciata. Stando a quanto scoperto da un gruppo di psicologi della Plymouth University di Devon, rimproverare con troppa durezza i propri figli o ancora peggio infliggere loro punizioni corporali, espone i più piccoli a un rischio più elevato di cancro, di malattie cardiovascolari e di asma. La ragione sarebbe un accumulo di stress che i piccoli non riuscirebbero a gestire e che produrrebbe modificazioni biologiche. Nel corso della vita ciò faciliterebbe lo sviluppo di patologie assai pericolose.
Michael Hyland, autore dello studio pubblicato sul Journal of Behavioural Medicine, spiega: “è noto che lo stress delle prime fasi della vita sotto forma di trauma e abuso crea cambiamenti a lungo termine che predispongono a patologie che sopraggiungono più tardi. Ma questo studio mostra che in una società dove la punizione corporale è considerata normale, l'uso della stessa è sufficientemente stressante da avere gli stessi impatti a lungo termine".
Gli psicologi hanno analizzato 700 persone di origine saudita. Di queste 250 erano in salute e altri 150 accusavano asma, una diagnosi di cancro o qualche patologia cardiovascolare. Ai volontari è stato chiesto se avessero subito nell'infanzia punizioni eccessive di natura fisica o anche verbale. Secondo le statistiche, chi aveva avuto il cancro mostrava una probabilità 1,7 volte più alta di essere stato picchiato da bambino rispetto agli altri, chi aveva problemi cardiovascolari una probabilità 1,3 volte più alta e chi era affetto da asma una probabilità 1,6 volte più alta.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23054177

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