Angelo Ortisi
LA JOHNSON & JOHNSON AMMETTE: PAGHIAMO I MEDICI PER SPINGERE I NOSTRI PRODOTTI.
03-05-2014
La Johnson & Johnson, nota multinazionale che produce farmaci, apparecchiature mediche e prodotti per la cura personale, ammette di pagare medici affinchè promuovano i propri prodotti durante le conversazioni coi pazienti. Lo rende noto il Wall Street Journal, rivelando che l'azienda ha pubblicato sul proprio sito i dati relativi agli investimenti destinati a questo 'tipo' di marketing. Non si tratta, come era sembrato in un primo momento, di un atto di 'trasparenza' volontario. Johnson & Johnson infatti ha convenuto di rendere pubblici questi dati in accordo con il governo americano a parziale risarcimento di una frode quantificata in 2,3 miliardi di dollari (frode legata a prescrizioni forzate di farmaci non idonei o non autorizzati dalla FDA).
Al momento non è ancora noto l'ammontare complessivo delle 'donazioni' effettuate al corpo medico sebbene si parli di cifre tra i 20 e i 25 mila dollari per medico al trimestre. Purtroppo niente di nuovo sotto il sole, l'avidità e gli interessi economici impongono la loro 'legge' anche in ambiti in cui i valori guida dovrebbero rimanere integri.
ROSMARINO E SALVIA PROTEGGONO LA VISTA.
03-05-2014
Un composto contenuto nel rosmarino e nella salvia fa bene alla salute degli occhi, proteggendo la retina dalla degenerazione maculare. È quanto emerge da uno studio statunitense condotto dai ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute in Florida (Usa). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Investigative Ophthalmology & Visual Science. Gli studiosi hanno preso in esame l'acido carnosico, un diterpenoide contenuto sia nel rosmarino che nella salvia. Il diterpenoide è risultato molto utile nel contrastare la degenerazione e la tossicità indotta nei confronti della retina.
Secondo il dottor Lipton ed i colleghi che hanno condotto lo studio, la possibilità di utilizzare questo composto apre nuove prospettive nella cura della degenerazione maculare. “Stiamo sviluppando derivati dell’acido carnosico e composti correlati migliorati per proteggere la retina e altre aree cerebrali da un numero di condizioni degenerative, tra cui la degenerazione maculare senile e varie forme di demenza”, ha concluso Lipton. La degenerazione maculare, è un disturbo molto diffuso che interessa soprattutto le persone avanti negli anni, determinando una riduzione graduale della visione centrale che, in casi gravi, può condurre alla cecità.
SMOG E AUTISMO: QUALE LEGAME?
03-05-2014
L'esposizione all'inquinamento dell'aria causato dal traffico (in particolare a microparticelle e biossido di azoto) durante la gravidanza e il primo anno di vita di un bambino potrebbe essere associata ad un aumento del rischio di autismo. È quanto emerge da un nuovo studio coordinato da Heather Volk della University of Southern California e pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry. La ricerca ha esaminato la correlazione tra la qualità dell'aria, il traffico automobilistico e l'autismo, analizzando 279 bambini autistici comparati a un gruppo di controllo di 245 bimbi. In base ai risultati, i bambini che vivevano in aree con i più alti livelli di inquinamento hanno triplicato le possibilità di ammalarsi di autismo rispetto ai bimbi residenti in aree a bassa esposizione. “L'esposizione all'inquinamento atmosferico legato al traffico è stata associata dai nostri risultati a un aumentato rischio di autismo. Questi effetti sono stati osservati, misurando l'inquinamento atmosferico su livelli locali e regionali in correlazione alle aree di residenza dei bambini coinvolti nello studio”, ha spiegato Heather Volk. "Gli esiti suggeriscono la necessità di approfondire la comprensione degli effetti dell'inquinamento - ha aggiunto lo studioso - sulla salute umana e in particolare sullo sviluppo della malattia autistica".
La conclusione dello studio non prova infatti in modo definitivo che l'inquinamento sia la radice dell'autismo. “Non stiamo dicendo che l'inquinamento atmosferico causa l'autismo. Ma che potrebbe essere un fattore di rischio. Si tratta di un disturbo complesso ed è verosimile che molti fattori contribuiscano al suo sviluppo”, spiega Heather Volk. Secondo l'esperta, in particolare, le differenze genetiche potrebbero rendere alcuni bambini più suscettibili di altri nei confronti di eventuali danni derivati da stimoli ambientali come le sostanze inquinanti.
IL TIMO UTILE IN CASO DI ACNE.
03-05-2014
Dalla natura un aiuto in caso di acne, ma non solo. Il timo – la cui etimologia greca significa “forza” - sembra essere più efficace dei preparati medici utilizzati abitualmente contro l'acne. Lo afferma uno studio della Leeds Metropolitan University presentato nel corso di una conferenza sulla microbiologia che si è tenuta a Dublino. I ricercatori britannici, guidati da Margarita Gomez-Escalada, hanno testato l'efficacia di tinture di timo, mirra e calendula nei confronti del batterio responsabile dell'acne, il Propionibacterium acnes, che con la sua azione infettiva causa la comparsa sull'epidermide dei fastidiosi brufoli. Il timo si è distinto per la sua capacità di produrre un effetto antibatterico notevole e maggiore rispetto anche al perossido di benzoile, uno dei principali ingredienti utilizzati per la preparazione di creme contro l'acne.
“Sapevamo già che timo, calendula e mirra sono comuni alternative erboristiche ai normali lavaggi della pelle antibatterici, ma il nostro è il primo studio a dimostrare l'effetto reale che hanno sul batterio che causa l'infezione dell'acne. Questi primi risultati aprono la strada a una ricerca più approfondita sull'uso di tinture come trattamenti per la patologia. Non dimentichiamo che la commercializzazione di una terapia a base di erbe per l'acne sarebbe una notizia molto gradita dato che le creme che contengono perossido di benzoile si associano all'insorgere di numerosi effetti collaterali, come bruciore e irritazione della pelle", ha dichiarato la dott.ssa Gomez-Escalada. Il timo tuttavia è molto utile anche in altri ambiti, innanzitutto per le sue proprietà antisettiche a livello gastrointestinale. Il suo estratto è efficace anche nel caso di infezioni delle vie urinarie. Le proprietà antibatteriche sono associate alla presenza di timolo, un fenolo che dà alla pianta il suo caratteristico odore. A livello erboristico, il timo viene consigliato soprattutto per le affezioni dell'apparato respiratorio come l'asma o la tosse persistente, grazie alla sua funzione espettorante.
https://www.leedsmet.ac.uk/research/herbal-acne-treatment.htm
POMODORO: IL MIGLIOR ALLEATO DELLA PELLE.
03-05-2014
Il pomodoro è il migliore alleato della pelle, che agisce come un vero e proprio “scudo” contro i raggi UV. A sottolinearlo è un studio della British Society for Investigative Dermatology, che sebbene condotto su un campione piuttosto esiguo, giunge a risultati interessanti. A dieci volontari sono stati somministrati 55 grammi di concentrato di pomodoro e dieci grammi di olio d'oliva, ad altri dieci solo i dieci grammi di olio. Dopo tre mesi le persone che avevano assunto dosi quotidiane di pomodoro avevano un grado di protezione della pelle dai raggi UV superiore del 33% rispetto agli altri, un effetto pari a quello di una crema solare con un basso fattore protettivo. Non solo: i volontari a cui era stato somministrato il concentrato di pomodoro registravano anche livelli maggiori di procollagene, una molecola che aiuta a mantenere la pelle giovane. E questi risultati si ottengono con quantitativi di pomodoro facili da raggiungere nella dieta settimanale. Responsabile delle virtù benefiche dell'ortaggio è il licopene, uno dei suoi elementi essenziali, che aumenta le sue concentrazioni quando viene cotto, come ad esempio nella salsa per condire pasta e pizza.
http://www.ncl.ac.uk/medicalsciences/news/item/tomatoes-found-to-fight-sun-damage
http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/7370759.stm
http://www.telegraph.co.uk/news/1906212/Eating-tomatoes-keeps-you-safe-in-the-sun.html
ANTIOSSIDANTI: PER ASSIMILARLI MEGLIO EVITARE IL LATTE.
03-05-2014
Già da tempo alcuni studi mostravano come l'effetto benefico di alimenti ricchi di antiossidanti fosse limitato se questi erano consumati insieme al latte. I ricercatori avevano osservato che a causa dell'associazione la biodisponibilità dei composti fenolici e l'attività antiossidante in vivo venivano significativamente ridotte. Una nuova ricerca è stata condotta da Mauro Serafini del Laboratorio di Ricerca sugli Antiossidanti dell'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti) per verificare se i mirtilli, dotati di un'elevata potenzialità antiossidante, qualora siano consumati con il latte, presentino una modificata biodisponibilità degli acidi fenolici, rispetto ai mirtilli da soli.
L'ipotesi di lavoro si basa sull'effetto inibente l'assorbimento dei fenoli in conseguenza della forte affinità con le proteine degli alimenti, in questo caso del latte. Undici volontari hanno consumato 200 g di mirtilli più 200 ml di acqua, e, a distanza di una settimana, 200 g di mirtilli più 200 ml di latte intero. Tutti sono stati sottoposti a prelievi di sangue venoso, sia prima, sia 1, 2 e 5 ore dopo l'ingestione. I risultati, pubblicati in un articolo su "Free Radical Biology and Medicine", hanno messo in evidenza che i mirtilli da soli inducono un aumento significativo delle difese antiossidanti (FRAP +6,1%, TRAP +11,1%) e dei livelli di acido caffeico e acido ferulico - due antiossidanti - nel sangue. Quando, invece, vengono ingeriti con il latte, non si verifica alcun potenziamento delle difese antiossidanti plasmatiche e si ha una riduzione delle concentrazioni degli acidi caffeico (-49,7%) e ferulico (-19,8%) nel sangue rispetto a quando sono consumati senza latte.
"I composti ad azione antiossidante - afferma Serafini - hanno scarsa biodisponibilità. Solo l'1-5% della quantità ingerita viene assorbita nel tratto gastro-intestinale. E' importante perciò capire come l'associazione tra alimenti diversi possa modificare le loro proprietà antiossidanti nell'uomo, e la biodisponibilità delle molecole attive in essi contenute. Tanto più che in una normale alimentazione i cibi vengono consumati associati tra loro, cioè nei pasti, con effetti che potrebbero essere molto diversi da quelli che ci aspetteremmo e che avremmo se gli alimenti fossero consumati da soli".
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19135520
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0891584908007454
10 ADDITIVI ALIMENTARI A CUI FARE ATTENZIONE.
03-05-2014
Spesso si celano, sulle confezioni degli alimenti, dietro a nomi e sigle incomprensibili, degni di un rebus da esperti o di una formula chimica, brutte sorprese: sono gli additivi alimentari. A volte si tratta di sostanze naturali, completamente innocue in grado di esaltare il sapore di un cibo, ma in altri casi, molto più frequenti, gli additivi alimentari sono artificiali, studiati e realizzati in laboratorio, e possono avere effetti poco controllati sulla salute. Per fare chiarezza nel “marasma” degli oltre 300 additivi ammessi dalla legislazione europea in materia, ecco 10 additivi alimentari a cui fare attenzione.
Gli additivi alimentari sono sostanze aggiunte agli alimenti per esaltarne, “abbellirne”, prolungarne o migliorarne le caratteristiche e le qualità. Per legge, devono essere riportati, a chiare lettere o, meglio, con l’apposita sigla, sull’etichetta del cibo che li contiene. Per evitare brutte, soprese, meglio controllare la presenza di additivi, naturali o artificiali, innocui o potenzialmente pericolosi, prima di acquistare un alimento. La sigla è rappresentata da una “E” seguita da una cifra: ecco qualche “dritta” per decodificare gli additivi alimentari meno affidabili.
1. Gli additivi alimentari indicati con le sigle da E100 a E199 sono i coloranti naturali o artificiali.
2. E-200-E299: sono i conservanti, le sostanze aggiunte agli alimenti per contrastarne il deterioramento e l’azione di batteri e muffe. Tra questi, meglio fare attenzione ai nitriti e ai nitrati (E249 - E252), che rischiano, a concentrazioni elevate, di avere un pericoloso effetto cancerogeno.
3. Gli antiossidanti, che hanno il preciso scopo di contrastare gli effetti dell’ossidazione degli alimenti provocati da luce e aria, sono rappresentati dalle sigle da E300 a E322.
4. E621: è una sigla da ricordare e, se possibile, da evitare; si tratta del glutammato monosodico, un esaltatore della sapidità di alcuni alimenti dagli effetti potenzialmente dannosi per la salute.
5. Tra gli alleati più pericolosi degli alimenti di scarsa qualità ci sono i polifosfati, sostanze sfruttate per la loro capacità di trattenere acqua nei cibi.
6. I solfiti sono sostanze conservanti che possono rivelarsi rischiose per la salute: assunti in concentrazioni elevate, possono provocare mal di testa, reazioni allergiche e problemi respiratori.
7. Tra i dolcificanti è uno dei più conosciuti, ma anche uno dei meno affidabili: è l’aspartame che, secondo recenti studi scientifici, potrebbe avere effetti cancerogeni.
8. E325-E385: queste sigle comprendono i correttori di acidità; meglio evitare, di questa categoria, i derivati dell’acido fosforico (E338-E343), pericolosi “ladri” di calcio.
9. E400-E495: sono gli emulsionanti e gli addensanti, sostanze utili per dare più consistenza agli alimenti.
10. E102 è la sigla di una sostanza da cui tenersi alla larga quando si scelgono i prodotti alimentari da acquistare. E’ la tartrazina, un composto sintetico potenzialmente responsabile di numerosi disturbi, dall’asma, alla rinite, fino all’emicrania e al cancro.
I VIRUS DEI VACCINI VENGONO COLTIVATI IN CELLULE DI FETI UMANI ABORTITI.
03-05-2014
Helen Ratajczak, ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, ha recentemente sollevato un vivace e turbolento dibattito tra chi discute il problema delle relazioni vaccino-autismo pubblicando un suo studio di revisione sulla ricerca dell'autismo. Si tratta di una nuova revisione di studi che esamina le varie cause ambientali dell'autismo, tra cui i vaccini e i loro componenti. Un elemento messo in luce, e che sembra essere sfuggito ai più è l'uso di cellule embrionali abortive nella produzione di vaccini. La CBS News ha riportato: La Dr. Ratajczak riferisce che quando i produttori di vaccini hanno dovuto eliminare il thimerosal dai vaccini (con l'eccezione dei vaccini contro l'influenza che ancora contengono thimerosal), hanno cominciato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani. L'utilizzo di tessuti umani secondo la Ratajczak riguarda attualmente 23 vaccini. Nel suo studio ha discusso l'aumento di incidenza dell'autismo in corrispondenza con l'introduzione di DNA umano nel vaccino MMR, e suggerisce che le due cose potrebbero essere collegate. Le pagine della revisione contengono un dettaglio che difficilmente poteva passare inosservato, parole che rivelano uno dei segreti più shoccanti di Big Pharma.
A pagina 70 si legge: Un aumento aggiuntivo del picco di autismo si raggiunse nel 1995 quando il vaccino della varicella fu allevato in tessuti fetali umani. La maggior parte di noi è del tutto ignara che le cellule di cultura umana usate per allevare i virus dei vaccini derivano da feti abortivi da decenni ormai e chi li produce è ben felice che il pubblico continui ad ignorarlo, perchè sa che questo non potrebbe essere accettato dalla gente sia per le ignote conseguenze per la nostra salute che per il credo religioso di molti. Il vaccino contro la varicella non è l'unico prodotto in questo modo e, secondo il Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI), i seguenti 24 vaccini sono prodotti usando cellule provenienti da feti abortivi e/o contenenti DNA, proteine, o frammenti cellulari di colture di cellule coltivate derivate da feti umani abortivi:
Polio PolioVax, Pentacel, DT Polio Absorbed, Quadracel (Sanofi);
Measles, Mumps, Rubella MMR II, Meruvax II, MRVax, Biovax, ProQuad, MMR-V (Merck);
Priorix, Erolalix (GlaxoSmithKline);
Varicella (Chickenpox and Shingles) Varivax, ProQuad, MMR-V, Zostavax (Merck);
Varilix (GlaxoSmithKline);
Hepatitis A Vaqta (Merck);
Havrix, Twinrix (GlaxoSmithKine);
Avaxim, Vivaxim (Sanofi);
Epaxal (Crucell/Berna);
Rabies Imovax (Sanofi).
LE MAMMOGRAFIE SONO UNA BUFALA MEDICA.
03-05-2014
La mammografia è una crudele bufala medica. Lo scopo principale della mammografia non è "salvare" donne dal cancro, ma reclutarle come falsi positivi per spaventarle e portarle a sottoporsi a trattamenti costosi e tossici come la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia. Il "piccolo sporco segreto" dell'industria del cancro è che proprio gli stessi oncologi che terrorizzano le donne con la falsa credenza di avere un cancro sono quelli che realizzano enormi profitti vendendo loro i chemioterapici. Il conflitto di interessi e l'abbandono dell'etica nell'industria del cancro lascia senza fiato. Ora, un nuovo studio scientifico ha confermato esattamente quello da cui ho messo in guardia per anni: la maggior parte delle donne con "diagnosi" di cancro tramite mammografia non hanno mai avuto il cancro, ed è solo l'inizio. Il 93% delle "diagnosi precoci" non ha alcun beneficio per il paziente. Questa è la conclusione del pionieristico studio pubblicato sul New England Journal of Medicine.
"Abbiamo riscontrato che l'introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale", scrive il co-autore dello studio Dr. Gilbert Welch. Ora, a prima vista questa potrebbe sembrare una buona notizia. Potreste pensare "Beh, la diagnosi precoce salva delle vite, proprio come ci hanno detto Komen e le associazioni no-profit riguardo il cancro". Ma sbagliereste. Come scoperto dal team del Dr. Welch, virtualmente non vi è stata riduzione degli stadi terminali del cancro alla mammella a partire da tutte queste diagnosi precoci, e questo significa che alla maggior parte delle donne a cui è stato detto di avere il cancro alla mammella dopo una mammografia è stato mentito. Così continua il dottore: "Abbiamo scoperto che ci sono state solo 0,1 milioni di donne in meno con una diagnosi di cancro alla mammella in fase terminale. La discrepanza significa che c'è stata molta diagnosi inutile ed esagerata: a più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase iniziale, molte delle quali hanno subìto chirurgia, chemioterapia o radiazioni per un cancro che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è evidente e serio". Si, lo è. Infatti, se fate il calcolo, 0,1 milioni di donne in meno con un cancro in fase terminale rispetto ad 1,5 milioni di diagnosi precoci significa che si ha avuto un falso positivo nel 93% dei casi; questo significa che non si sarebbe in ogni caso arrivati alla fase di cancro terminale.
Secondo quanto detto dagli scienziati, "il cancro alla mammella è stato over-diagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane negli ultimi 30 anni". Gli oncologi di queste donne hanno mentito: "se non acconsentite al trattamento, morirete entro sei mesi". Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento - spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi. Questo cosiddetto trattamento consiste in una iniezione di sostanze chimiche mortali che fanno la fortuna degli oncologi che le vendono ai loro stessi pazienti. Si, è così: le cliniche oncologiche e i centri di trattamento del cancro fanno profitti enormi sui chemioterapici che vendono ai loro pazienti - gli stessi pazienti che spaventano e dirigono verso il trattamento con mammografie falsamente positive.
Ignorando il quasi totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera assordante. Come il Dr. Welch spiega in questo articolo del New York Times: "Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia - gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono arrivati alla coercizione. E chi la proponeva ha usato le più fuorvianti statistiche di screening a disposizione: i tassi di sopravvivenza. Una recente campagna Komen esemplifica questo aspetto: in breve, dite a chiunque che ha il cancro, e i tassi di sopravvivenza aumenteranno a dismisura". Il loro trucco statistico frega la maggior parte delle donne, tristemente, e le convince a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto!
I SEI MITI PRINCIPALI DELLA MEDICINA.
02-05-2014
Esiste una quantità enorme di informazione medica che circola sui media al punto che potrebbe essere difficile discernere fra ciò che è credibile e ciò che non lo è. Ancor più, alcune di queste informazioni che sono state accettate come veritiere da molti esperti, medici e popolazione, oggi come oggi sono solo dei miti. La vostra salute dipende realmente dalla vostra capacità di analizzare tutta l’informazione e attingere solo da quella credibile. Sfortunatamente, spesso non è possibile fidarsi delle opinioni “popolari” per ottenere i migliori risultati. Eccovi alcuni dei miti principali che sono erroneamente accettati come verità dalla maggioranza.
Mito 1: il Sole Provoca il Cancro Cutaneo
Gli esperti e i media ci bombardano con i “rischi” legati all’esposizione al sole. Questo è uno dei miti più in accurati che persiste nella maggior parte della popolazione. Sfortunatamente questo mito ha contribuito a provocare massivi quantitativi di malattie nella nostra società in quanto TUTTI noi abbiamo bisogno del sole per stare in salute. Può l’esposizione al sole provocare cancro cutaneo? Assolutamente si. Tuttavia un’esposizione appropriata lo previene. L’esposizione ai raggi solari apporta molti benefici fra cui l’attivazione della produzione di vitamina D. C’è inoltre una forte evidenza che i raggi solari proteggono contro la Sclerosi Multipla, il cancro al colon, ovario e mammario. Questo non significa andare tutti all’aperto e prendere più sole possibile: bisogna sempre fare le cose con intelligenza. All’inizio della stagione è bene esporsi gradualmente, non più di 10 minuti al giorno. Incrementando progressivamente il tempo, in poche settimane sarete in grado di avere un’esposizione normale con scarso rischio di sviluppare cancro cutaneo.
Ricordatevi di NON scottarvi, questa è la chiave. Usare creme protettive non è la via migliore per limitare l’esposizione solare; infatti le creme solari sono l’ultima cosa di cui l’organismo necessita e il blocco dei raggi non blocca il cancro cutaneo. La crema solare è un insieme di sostanze chimiche tossiche che possono causare problemi all’organismo e incrementare il rischio di sviluppare malattie. Una soluzione molto più logica è quella di sfruttare creativamente gli indumenti per bloccare i raggi solari durante la fase di incremento espositivo. In più, consumare molti vegetali, incrementerà i livelli di antiossidanti nell’organismo, che daranno protezione contro qualsiasi danno prodotto dalle radiazioni solari.
Mito 2: il Latte è un Toccasana per l’Organismo
Il latte commerciale pastorizzato non è un alimento salutare e dovrebbe essere evitato. La pastorizzazione, associata allo sfruttamento di mucche malsane, è il problema. Quando il latte viene pastorizzato, la struttura delle proteine del latte cambia (denaturazione) in qualcosa ben lontana dal salutare. Inoltre, abbiamo anche il problema degli ormoni, degli antibiotici e dei pesticidi e che praticamente tutti i latticini commerciali derivano da animali alimentati non con erba, per cui erano stati programmati, ma con cereali. Ciò cambia la composizione dei lipidi, specialmente per il contenuto in CLA. La pastorizzazione distrugge enzimi,diminuisce il contenuto in vitamine, denatura le fragili proteine, distrugge la vitamina B12 e la vitamina B6, uccide i batteri benefici, promuove lo sviluppo di patogeni ed è associata ad allergie, incremento di carie dentarie, coliche infantili, problemi di crescita nei bambini, osteoporosi, artrite, cardiopatie e cancro. I vitelli alimentati con latte pastorizzato muoiono prima di raggiungere la maturità. Il latte intero acidifica naturalmente, quello pastorizzato diventa putrido e i produttori devono rimuovere melma e pus dal latte pastorizzato con un processo di chiarificazione da centrifuga.
La pratica di bere latte per uccidere vari germi era stata introdotta negli anni 20 per combattere la TBC, la diarrea infantile, la febbre ondulante e altre malattie causate da scarsa nutrizione animale e metodi di produzione scarsamente igienici. Ma i tempi sono cambiati e moderni contenitori di acciaio inossidabile, macchine automatizzate per il latte, camion refrigerati e specifici metodi di ispezione, rendono la pastorizzazione assolutamente non necessaria per la protezione pubblica. Latte intero non pastorizzato è tuttavia disponibile da varie aziende. Quindi bisogna fare una grossa distinzione sulla credenza che il latte sia un valido alimento: solo quello NON PASTORIZZATO è apportatore di vari benefici per la salute.
Mito 3: I Grassi Saturi Provocano le Malattie Cardiocircolatorie
Contrariamente a quanto si sente attraverso le notizie, non è la componente di grassi saturi presente negli alimenti che causa le malattie cardiocircolatorie, ma piuttosto, e molto di più, è l’eccesso di carboidrati derivati dagli amidi e dallo zucchero presenti in abbondanza nella dieta che rende la popolazione grassa e malata, scatenando una vera epidemia di malattie come il diabete e, successivamente, quelle cardiocircolatorie. Gli acidi TRANS sono un altro dei maggiori fattori contribuenti. Il motivo per cui molte persone non sono riuscite a seguire la dieta originale per la salute del cuore (scarsa in grassi e ricca in carboidrati) è spiegato facilmente dalla classificazione metabolica. Ogni individuo appartiene ad una ben precisa tipologia metabolica che necessita una dieta particolarmente appropriata. Alcuni individui ottengono un beneficio utilizzando una dieta ricca in carboidrati, due terzi dei quali da vegetali, mentre altri necessitano di una dieta ricca in proteine per ottenere una funzionalità ideale.
Mito 4: le Diete Ipolipidiche sono Sane
Il vostro corpo non può funzionare appropriatamente senza un adeguato quantitativo di grassi. Essi influenzano tutto, dalla coagulazione all’assorbimento delle vitamine alla funzione cerebrale. Perciò, sono molti i rischi associati con le diete scarse in lipidi:
- Aumentano il colesterolo cattivo (LDL);
- Impediscono la prevenzione del cancro prostatico;
- Possono incrementare il rischio di ferite;
- Incrementano i trigliceridi;
- Possono aumentare il rischio di ictus;
- Peggiorano i bruciori di stomaco;
- Depletano nutrienti essenziali nei bambini.
Tuttavia la ragione principale per cui le diete ipolipidiche sono pericolose è che la maggior parte della gente rimpiazza i grassi con cereali e zuccheri. Se invece fossero utilizzati vegetali, allora ci sarebbero nettamente meno problemi. Molta gente ha adottato una dieta ipolipidica per ridurre il proprio colesterolo. Le diete di questo tipo incrementano la produzione di colesterolo cattivo. In ogni caso, un colesterolo basso non necessariamente complica una buona salute. Ad esempio un livello basso di colesterolo è legato a molti problemi fra cui carattere aggressivo, depressione, suicidio e ictus. E' importante notare che le diete che riducono i grassi possono essere utili per la tipologia metabolica Parasimpaticotonica, tuttavia tutti abbiamo bisogno di un certo quantitativo di grassi benefici nella dieta per essere sani e la “grassofobia” e l’esclusione di tutti grassi è una prescrizione che provoca disastri.
Mito 5: il Pesce è Buono per Voi
Tristemente, in quanto il pesce sarebbe stata una delle carni più salutari del pianeta dato il suo contenuto ricco nei grassi benefici omega-3 , il pesce (e i molluschi) accumulano facilmente alti livelli di residui chimici presenti nell’acqua in cui vivono. I residui nel pesce possono essere anche 9 milioni di volte maggiori di quelli presenti nell’acqua! A causa dell’inquinamento massivo dell’ambiente da parte degli impianti di riscaldamento a carbone (rilasciano 40 tonnellate di mercurio nell’aria ogni anno) e di altre fonti, questo alimento un tempo salutare è diventato largamente dannoso per il consumo umano. Alcuni contaminanti trovati nei pesci includono:
- Mercurio;
- PCB;
- Sostanze radioattive come lo stronzio;
- Metalli tossici come cadmio piombo, cromo e arsenico.
Abbiamo comunque qualche opzione alternativa per ottenere i benefici nutritivi del pesce come utilizzare il salmone selvaggio dell’Alaska che, grazie ad esami di laboratorio è stato trovato libero dal mercurio e PCB. Anche i pesci molto piccoli come le acciughe e sardine sono buone da mangiare in quanto, essendo piccole presentano una minima contaminazione. A parte queste alternative ed eventualmente la trota d’allevamento che richiede acqua corrente, la maggior parte del pesce che si trova nei supermercati, ristoranti ecc; è inquinato a meno che esami di laboratorio non dimostrino il contrario. Mercurio e PCB possono letteralmente sabotare la vostra salute futura.
Mito 6: I Cereali Integrali sono Buoni per Voi
Sebbene chiunque sia d’accordo che i cereali integrali siano migliori rispetto a quelli raffinati, essi non sono in ogni caso un alimento che dovrebbe essere mangiato. Il punto centrale è che il 75% della popolazione riceverebbe dei benefici limitando severamente o eliminando tutti i cereali – raffinati, integrali, germogliati e in qualsiasi altra forma – dalle loro diete. Questo perché tutti quelli che presentano livelli elevati di insulina ottengono grandi benefici dall’abolizione dei cereali, anche integrali. Gli individui con questo problema hanno spesso:
- Soprappeso;
- Ipertensione;
- Ipercolesterolemia;
- Diabete.
Quindi anche se utilizzate cereali integrali, pane biologico ecc; ciò sicuramente non apporterà salute al vostro corpo.