Angelo Ortisi
I DOLORI SI COMBATTONO CON LE CILIEGIE.
26-04-2014
Secondo una ricerca condotta da uno studioso della Michigan State University (USA), questo frutto sarebbe in grado di combattere efficacemente i dolori alle ossa, come quelli di chi soffre di artrite e della gotta. La proprietà antidolorifera della ciliegia sarebbe contenuta nelle antocianine, i pigmenti che danno il colore rosso al frutto. I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Natural Products, sono sorprendenti: la capacità di 20 ciliegie di inibire gli enzimi, coinvolti nei processi chimici che scatenano il dolore, equivale quasi a quella di 2 compresse di antidolorifero (acido acetilsalicilico o ibuprofene).
http://www.sciencedaily.com/releases/1999/02/990201073255.htm
ATTIVITA' ANTITUMORALE IN VITRO DEL TARASSACO.
26-04-2014
Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una nota pianta medicinale impiegata in molte medicine popolari nel mondo. Le moderne applicazioni fitoterapiche privilegiano l’impiego del tarassaco nelle atonie gastriche, nelle dispepsie, nelle microcalcolosi biliari e nella stitichezza. Tradizionalmente il tarassaco era però noto, oltre che per le sue azioni su colecisti e fegato, anche per una presunta azione antitumorale (tumori del seno e dell’utero).
Recenti evidenze sperimentali confermano in via del tutto preliminare quest’ultimo utilizzo popolare; infatti, diversi studi in vitro hanno documentato un’azione antitumorale, ma i meccanismi alla base di questa azione rimanevano sconosciuti. Ricercatori del Dipartimento di Farmacologia della “Kyung Hee University” (Corea del Sud) hanno indagato l’azione citotossica e la produzione di citochine del tarassaco su una linea cellulare di epatoma umano (Hep G2). Dalla sperimentazione è emerso che in queste cellule gli estratti di tarassaco inducono citotossicità attraverso l’incremento di TNF-alfa (tumor necrosis factor alfa) e IL-1alfa (interleuchina-1alfa). Questi dati in vitro dovranno naturalmente essere replicati e verificati sull’uomo, ma forniscono una prima preliminare conferma dell’utilizzo tradizionale.
FIBROSI CISTICA: UNA SPERANZA DALLA CURCUMA.
26-04-2014
Gli scienziati della scuola di medicina dell'Università di Yale e del The Hospital for Sick Children di Toronto hanno scoperto che un composto che si estrae dalla curcuma può correggere i difetti della fibrosi cistica nei topi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Science". La fibrosi cistica è una malattia genetica nella quale i polmoni e il pancreas vengono ostruiti a causa di problemi di secrezione delle cellule delle vie respiratorie e del tratto gastrointestinale. La normale secrezione dipende dalla funzionalità di una proteina chiamata CFTR (regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica), scoperta nel 1989. All'origine della malattia ci sarebbero infatti mutazioni nel gene che codifica per CFTR. Nella forma più comune di fibrosi cistica, la proteina CFTR è intrappolata dentro la cellula e pertanto non è in grado di svolgere le sue funzioni sulla superficie della cellula.
I laboratori di Marie Egan, Michael Caplan e Gergely Lukacs hanno dimostrato in un modello di topo che un trattamento di curcumina può liberare la proteina CFTR mutante dal suo compartimento all'interno della cellula e consentirle di raggiungere la sua destinazione appropriata. Inoltre, una somministrazione orale di curcumina consente di correggere i caratteristici difetti della fibrosi cistica. La curcumina è un composto che si trova nella curcuma e che dona alla spezia il suo colore giallo acceso e il forte sapore.
ATTENTI AL LATTE: NON SERVE E FA MALE.
26-04-2014
Il latte è considerato un alimento indispensabile, che previene tante malattie, allontana l’osteoporosi, rende forti i muscoli e le arterie. In realtà il latte bovino non è adatto all’intestino umano, tanto che è responsabile della maggior parte delle intolleranze alimentari. Contiene caseina, utilizzata come colla universale; serve come adesivo per le etichette delle bottiglie di birra o come colla per mobili. Inoltre bisogna considerare che i residui presenti nel latte sono: più di 59 antibiotici, pesticidi, antiparassitari, ormoni, residui OGM, metalli pesanti.
E il calcio? Per essere assorbito dalle ossa deve disporre di un’adeguata quantità di magnesio, che però nel latte scarseggia. In più, il latte bovino ha 4 volte più di proteine del latte materno e non dà l’informazione corretta per l’elaborazione dell’osseina, cioè per la capacità delle ossa a trattenere i minerali.
GREENPEACE DENUNCIA: PIANTE CON GENI UMANI PER FARE MEDICINE.
26-04-2014
La denuncia arriva dall’associazione ecologista Greenpeace che ha individuato un campo sperimentale di agricoltura farmaceutica nel cuore della California. Questi esperimenti, fa sapere l’associazione, hanno lo scopo di produrre sostanze farmaceutiche usando il metabolismo delle piante nelle quali sono stati inseriti geni umani che producono composti chimici usati nel campo farmaceutico. In particolare, i campi sperimentali, segnalati da attivisti di Greenpeace con gigantesche siringhe, riguardano una varietà di riso in grado di produrre lattoferrina e lisozima, due composti che si trovano nel latte umano, nella bile e nelle lacrime. “La contaminazione di piante tradizionali e di alimenti a opera di piante transgeniche è un fatto ormai tristemente accertato, spiega il direttore scientifico di Greenpeace Italia, Fabrizio Fabbri, permettere la coltivazione all’aperto di piante che producono principi attivi per scopo terapeutico significa creare un rischio sanitario per quanti si trovassero ad assumere questi composti pur essendo individui sani”.
TE' VERDE CONTRO LA DISTROFIA MUSCOLARE.
26-04-2014
Si è scoperto all’Università di Losanna, in Svizzera, che il tè verde, già noto per il contributo che dà al cuore e alla prevenzione dei tumori, ha anche un benefico effetto contro la distrofia muscolare. I polifenoli che contiene proteggono infatti dallo stress ossidativo dei tessuti muscolari e quindi ne rallentano il deterioramento.
EFFETTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI SULL'ORGANISMO UMANO E SULLA MUTAZIONE CELLULARE.
26-04-2014
E’ ormai noto che gli elettrodomestici, la Tv, la radio, i cellulari, i computer, i fax, le prese di corrente, e quant’altro di simile, producano campi elettromagnetici di varia intensità, così come è scientificamente provato che oltre una determinata soglia ed un determinato tempo di esposizione a tali onde, l’organismo umano subisce influenze tali che possono modificarne l’equilibrio cellulare e biologico. Non è raro che le principali cause di spossatezza, astenia, cefalea, disagi psicologici come ansia, panico o depressione, se non addirittura alcune forme tumorali, possono avere origine dall’eccessivo assorbimento di onde elettromagnetiche. Sono pochi i professori, medici, biologi, operatori sanitari e ricercatori che valutano con l’attenzione che merita questo aspetto considerato così importante per la salute pubblica da essere oggetto di un comunicato dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) volto a sensibilizzare gli organi competenti a tale problematica. Esistono in Italia, purtroppo in numero estremamente esiguo, alcuni centri diagnostici e di ricerca che, dotati di apparecchiature idonee alle rilevazioni di cui sopra, analizzano, fra le molteplici cause di numerose patologie, anche cancerogene, l’eventuale possibilità di eccessiva esposizione ai campi elettromagnetici.
OSTEOPOROSI: LE CAUSE RISIEDONO NEL SISTEMA IMMUNITARIO.
26-04-2014
I risultati dello studio, se confermati sull’uomo, dimostrerebbero che l’osteoporosi è la conseguenza di una risposta immune inappropriata innescata dal deficit di estrogeni. Già nel 2000 lo stesso gruppo di scienziati aveva scoperto che la perdita ossea, causata dal deficit di estrogeni, deriva da un aumento dei linfociti T nel midollo osseo. I linfociti T infatti, quando attivati, producono una proteina chiamata TNF (Tumor Necrosis Factor), che aumenta la formazione di osteoclasti, le cellule responsabili del deterioramento dell’osso, causando nel tempo l’osteoporosi. Ora abbiamo individuato un meccanismo, spiega Cenci (guida dei ricercatori), che è una vera e propria reazione a catena e che ha origine con l’aumento causato dal calo di estrogeni, di una proteina chiamata CIITA (Class II Transactivator). Il suo aumento scatena una reazione esagerata dei macrofagi, le cellule sentinella che hanno il compito di avvisare i linfociti della presenza di microrganismi pericolosi; i linfociti T, allertati dai macrofagi del pericolo in corso, si moltiplicano velocemente e vivono più a lungo, producendo sempre più TNF e quindi stimolando anche gli osteoclasti responsabili della perdita ossea. La caduta ormonale, dunque, alterando un fisiologico meccanismo di difesa del sistema immunitario, finisce con lo scatenare una serie di reazioni che danneggiano il tessuto osseo.
L'ORMONE DELLO STRESS PUO' CAUSARE INFERTILITA' NELLE DONNE.
26-04-2014
L'ormone dello stress, il cortisolo, potrebbe causare infertilità nelle donne. La notizia, apparsa su “Nature Genetics”, proviene dall'Università di Birmingham dove scienziati hanno visto che difetti nei meccanismi usati dall’organismo per metabolizzare questo ormone portano alla sindrome dell'ovaio policistico che, a sua volta, causa problemi di fertilità e anche maggiore tendenza all'aborto. Paul Stewart, che ha coordinato lo studio, spiega che il cortisolo, quando non trasformato nel sottoprodotto inattivo, induce uno scompenso ormonale che porta a produrre troppo testosterone, l'ormone maschile. Quest'ultimo, precisa lo scienziato, determina l'insorgenza dell’ovaio policistico. Questa sindrome, spiega Stewart, affligge migliaia di donne ed è caratterizzata da cicli mestruali irregolari, eccessiva crescita dei peli corporei, obesità. Il difetto metabolico che impedisce lo smaltimento dell'ormone dello stress potrebbe dar conto almeno del 5% delle donne che ne soffrono. Il cortisolo serve normalmente a tamponare l’effetto di eventi stressanti sull'organismo mediante il rilascio di energia accumulata e il controllo dell'attività muscolare. Inoltre, esercita funzioni difensive contro infezioni e infiammazioni. Nell'organismo, rileva Stewart, ci sono sostanze che rompono le molecole di cortisolo disattivandole, ma in alcune donne questo non avviene, portando allo scompenso ormonale che causa la malattia. Conoscere uno dei meccanismi con cui si scatena la patologia dell'ovaio policistico, conclude Stewart, è il presupposto per trovare nuove terapie specifiche per quelle donne il cui problema è dipendente dall'ormone dello stress.
ALLERGIE ALIMENTARI: LE PATATE DANNEGGIANO I BAMBINI.
26-04-2014
C’è un altro cibo che può causare reazioni allergiche nei bambini, oltre a latte, uova, arachidi e frumento: le patate bianche cotte. Lo studio in merito è opera di un team di ricercatori dell’University Hospital Gasthuisberg a Leuven, in Belgio. Il team belga ha studiato 8 bambini, fra i 3 mesi e i 2 anni di età. Due di loro hanno avuto una reazione immediata alle patate e sei hanno visto migliorare le condizioni di eczemi già presenti, grazie all’eliminazione di questo alimento.