Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Sabato, 03 Novembre 2018 08:49

SUCCO DI LIMONE INTERO CONTRO LA FEBBRE.

04-11-2018

Prendere due limoni biologici di buona qualità, lavarli, pulirli, tagliarli a pezzettini senza sbucciarli e frullarli con un pò d'acqua. Quando sono ben frullati, aggiungere quattro cucchiai di miele e altra acqua fino a raggiungere i due litri; si cola o si filtra il liquido e si beve a piacere durante l'arco della giornata. Questo succo di limone intero, completo di polpa e di buccia, esercita una notevole azione febbrifuga, specialmente in caso di influenza o di raffreddore.

03-11-2018

La vitamina D influenza oltre il 10 per cento dei nostri geni. La carenza di vitamina D è epidemica in tutto il mondo e potrebbe contribuire a centinaia di problemi comuni di salute. Ci sono 33.800 documenti medici sulla vitamina D, e questa vera e propria montagna di ricerca mostra che la vitamina D ha benefici di vasta portata per la salute fisica e mentale. Una recente ricerca ha trovato una significativa relazione tra livelli di vitamina D e la malattia infiammatoria intestinale. Una buona supplementazione di vitamina D riduce sia la depressione che il dolore nelle donne diabetiche. Gli studi dimostrano che la vitamina D ha effetti protettivi enormi contro una varietà di tumori, del pancreas, del polmone, dell’ovaio, della mammella, della prostata e tumori della pelle.

 

http://www.orthomolecular.org/resources/omns/v09n01.shtml

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2807280/

http://www.mdpi.com/2072-6643/5/10/3898

http://psychcentral.com/news/2013/12/08/vitamin-d-may-reduce-depression-pain-in-women-with-type-2-diabetes/62978.html

03-11-2018

L'anemia sideropenica è spesso all'origine delle difficoltà di apprendimento e di inserimento sociale di bambini, adolescenti e adulti. I bambini carenti di ferro sono spesso irritabili e non manifestano interesse per l'ambiente circostante, ma le loro reazioni ritornano alla normalità con la somministrazione di ferro. Alcuni ricercatori hanno notato chiare differenze di comportamento tra bambini carenti e bambini non carenti di ferro: i primi si sono rivelati meno attivi, più tesi, e più timorosi degli altri e anche dopo aver preso ferro per via orale per una settimana continuavano a manifestare comportamenti di questo genere. Altri studiosi hanno rilevato differenze comportamentali tra bambini anemici e non, ma la somministrazione di integratori a base di ferro per via orale già dopo due settimane si rivelò in grado di eliminare queste differenze. Questo esperimento è particolarmente importante perchè le stesse differenze comportamentali si sono constatate sia nei bambini affetti da anemia sideropenica, sia in quelli carenti di ferro ma non anemici: le differenze osservate, quindi, non sono solo una questione di minore ossigenazione del cervello. Poichè sono sempre più numerosi i dati secondo i quali la carenza di ferro condizionerebbe il comportamento e poichè questo problema assume entità notevole soprattutto tra i bambini provenienti da famiglie disagiate, è indispensabile chiarire al più presto il rapporto tra sideropenia e problemi comportamentali per poi intervenire prontamente con misure correttive.

Venerdì, 02 Novembre 2018 06:54

PAU D’ARCO: UN POTENTE IMMUNOSTIMOLANTE.

13-02-2016

Il Pau d’arco, conosciuto anche come Lapacho o Tabebuia impetiginosa, è un albero diffuso nelle foreste del sud America che cresce spontaneo nelle foreste pluviali di Perù e Brasile e in Argentina alle pendici delle Ande. Questa pianta ha storia una ben documentata e alcune tribù sudamericane (in particolare Tupi-Guarani) lo utilizzano come tonico e rinvigorente. Il fitocomplesso, composto dalla corteccia interna della pianta, è molto ricco e contiene chinoni (tra cui il caratteristico lapacholo), bioflavonoidi, lapachenolo, carnosolo, indoli, coenzima Q, alcaloidi e saponine steroidee. Il primo costituente isolato della corteccia è il lapacholo, che presenta struttura simile a quella della vitamina K. Il lapacholo ha sviluppato un particolare sistema enzimatico che, attraverso numerosi passi intermedi, permette alla pianta di resistere agli attacchi ossidativi e alla formazione di radicali liberi. Oggi il pau d’arco viene consigliato come antibiotico naturale, antinfiammatorio e immunostimolante.

AZIONE ANTIVIRALE

Al lapacholo è attribuita la capacità di inibire i processi enzimatici responsabili della moltiplicazione virale tra cui quella dell'Herpes simplex (I e II). Altri chinoni presenti nella droga hanno dimostrato la medesima capacità per il virus dell'influenza e di alcuni ceppi di retrovirus. Alcuni studi sull'attività antivirale del beta-lapachone hanno scoperto il possibile meccanismo d'azione della molecola. Sembra infatti che questa sostanza abbia la capacità di inibire alcuni enzimi virali tra cui il DNA e l'RNA polimerasi. Possibile azione anche contro il virus di Epstein-Barr.

AZIONE ANTIMICROBICA E ANTIBATTERICA

La capacità antisettica del lapacholo (principio attivo) è stata scoperta oltre 40 anni fa, trattando alcuni ceppi batterici Gram+, tra cui stafilococchi e streptococchi, responsabili delle affezioni delle prime vie respiratorie. Il pau d'arco ha mostrato proprietà antibatteriche nei confronti di Brucella spp, Tricophyton, Staphilococcus aureus, Escherichia coli e Aspergillus niger. La corteccia mostra una potente attività antibatterica contro l'Helicobacter pylori, svolta in particolar modo dal lapacholo.

AZIONE ANTINFIAMMATORIA

Gli estratti della corteccia del pau d’arco hanno dimostrato una chiara azione antinfiammatoria associata a una ridotta tossicità. Tamponi contenenti estratti di pau d’arco hanno mostrato un’azione positiva verso un numero consistente di infiammazioni, comprese quelle dell’apparato urinario femminile.

ATTIVITA’ ANTITUMORALE

Studi in vitro hanno evidenziato l’attività del lapacholo contro numerosi tipi di cellule tumorali (sarcoma Yoshida, carcinosarcoma Walker 256, linfosarcoma Murphy-Styurm). Negli anni ’60 la corteccia di Tabebuia aveva mostrato marcati effetti antitumorali in modelli animali, che hanno destato l’attenzione del National Cancer Institute statunitense. I ricercatori concentrarono gli sforzi sul lapacholo, che mostrò un significativa attività anticancro in vivo. Fu tentato anche uno studio clinico in pazienti con cancro, che si fermò alla Fase I per gli effetti collaterali provocati. In uno studio su animali la somministrazione di lapacholo ad animali leucemici ne ha aumentato la durata della vita dell’80%. L’attività anticancro della Tabebuia potrebbe essere dovuta alla down-regulation dell’attività di COX-2 (cicloossigenasi) e telomerasi. Il beta-lapachone inoltre induce apoptosi nelle cellule di cancro. Uno studio condotto in vitro su cellule leucemiche, ha rilevato l’azione antagonista del lapacholo sulla vitamina K e l’interazione con le reazioni vitamina Kdipendenti come l’attivazione del ligando per il recettore tiroxina chinasi.

PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE

Recentemente l’estratto di Tabebuia ha mostrato la capacità di limitare l’assorbimento di lipidi nella dieta, in particolare trigliceridi, in modelli animali. I ricercatori ritengono che l’estratto, sotto forma di integratore, potrebbe essere in grado di ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo II e malattie delle coronarie. Il pau d’arco ha mostrato attività antipiastriniche e antiproliferativa delle cellule muscolari lisce vascolari in vitro.

 

http://chemport.cas.org/cgi-bin/sdcgi?APP=ftslink&action=reflink&origin=wiley&version=1%2E0&coi=1%3ACAS%3A528%3ADyaL3sXkvFyrtb8%3D&md5=7b6a295d1db67aa808405623b22ac99d

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15829436

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17827686

03-11-2018

L’acido linoleico coniugato (CLA) può migliorare l’iper-reattività delle vie aeree negli asmatici, secondo i risultati di uno studio. Una dose di 4,5 grammi di CLA ogni giorno ha prodotto una significativa riduzione dell’iper-reattività delle vie aeree. Inoltre ha avuto un effetto favorevole sul peso corporeo. Il CLA è un acido grasso, che si trova nella carne dei ruminanti e prodotti caseari. L’assunzione media di CLA nel corso degli anni è calata a causa dei cambiamenti nella dieta occidentale. Nutraingredients dice: “Un significativo gruppo di scienziati sostiene le potenzialità dell'ingrediente per aumentare la massa corporea magra e l’aiuto nel modellamento del corpo. Questo studio è il primo a riferire che l’ingrediente può anche avere benefici per gli asmatici in sovrappeso”.

 

http://www.nutraingredients-usa.com/Research/CLA-may-ease-airways-for-asthmatics-Cognis

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1365-2222.2010.03531.x/abstract

02-03-2016

Il falso frutto della rosa canina viene raccolto nel periodo autunnale o invernale e si presenta come una ciliegia dalla colorazione rosso-giallastra. Il frutto vero è contenuto all’interno ed è un achenio, simile ad un piccolo seme. Il falso frutto è particolarmente ricco di vitamine, in particolare di vitamina C, oltre che di pectine, tannini, flavonoidi e antociani. La colorazione è dovuta al contenuto in carotenoidi, come gli isomeri del beta-carotene o della licopina. Nella medicina popolare i frutti della rosa canina erano impiegati nelle affezioni a carico dei reni e delle vie urinarie discendenti, nei disturbi reumatici, nella sciatica e nella gotta. 
Oggi i preparati di questa pianta vengono consigliati per la profilassi degli stati febbrili, dei raffreddori e nel trattamento della carenza di vitamina C, nonché come coadiuvanti nella protezione dei vasi sanguigni. L’azione diuretica e leggermente lassativa è dovuta alla presenza di acidi organici e pectine che possono favorire queste funzioni organiche. La vitamina C può essere consigliata a tutti coloro i quali, a causa di numerosi fattori (stress, diete alimentari squilibrate, calo delle difese immunitarie, esposizione a inquinamento ambientale, ecc), ritengano che il loro apporto giornaliero di vitamina C sia troppo esiguo per coprire il fabbisogno. In particolar modo i fumatori dovrebbero aumentare il consumo di questa vitamina, che è in grado di contrastare i danni causati dal fumo (ogni sigaretta “consuma” circa 25 mg di vitamina C).

AZIONE ANTINFETTIVA

Alcuni studi scientifici pubblicati nel Canadian Medical Association Journal e nel New England Journal of Medicine, consigliano l'assunzione di 2000 mg di vitamina C al giorno per tutta la durata dello stato febbrile. Un supplemento di vitamina C durante questa condizione può favorire la limitazione dei sintomi e ridurre la durata dell'infezione. La vitamina C incrementa i livelli serici di IgA e svolge un effetto stimolatore sulla chemiotassi leucocitaria.

AZIONE ANTIEMICRANICA

Questa funzione sembra sia dovuta alla proprietà del fitocomplesso di neutralizzare la tiramina, che in molti casi è un fattore scatenante dell’emicrania. La tiramina è presente in quantità elevate nelle cefalee dovute all’alimentazione. La droga agisce con particolare efficienza proprio in questi casi.

AZIONE EPATOPROTETTIVA

In uno studio sono state studiate su un modello di epatite acuta indotta da tetraclorometano, le risposte corporee a preparazioni di estratti vegetali tra cui anche quello della rosa canina. I risultati hanno dimostrato che l'estratto vegetale di rosa canina mostra una proprietà antiossidante e protettrice delle membrane.

AZIONE ASTRINGENTE

La proprietà astringente della rosa canina era già conosciuta nel passato; infatti era un rimedio molto diffuso per la cura degli stati diarroici. Questa funzione è dovuta all’alto contenuti di tannini, sostanze astringenti presenti nella droga fino a una percentuale del 2-3%.

AZIONE ANTIOSSIDANTE

Una delle proprietà della vitamina C è quella di mantenere il ferro nella sua forma ridotta (Fe 2+), favorendone l'assorbimento nell'organismo. Il ferro nella sua forma libera è un potente ossidante e si trasforma in Fe 3+ e radicale ossidrilico. L'assunzione di vitamina C è un ottimo rimedio per contrastare l'azione dei radicali liberi, che con il loro potere ossidante possono intaccare lo stato di salute delle membrane cellulari, alterandone la funzionalità.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12025784

Giovedì, 01 Novembre 2018 09:19

LA VITAMINA C E’ LA VITAMINA DEL CUORE.

02-11-2018

Una ricerca danese suggerisce che le persone con alti livelli di vitamina C da consumo di frutta e verdura possono avere un ridotto rischio di malattie cardiovascolari e morte prematura. Questi i risultati ottenuti analizzando i dati di quasi 100 mila danesi che partecipavano al Copenhagen City Heart Study. I ricercatori hanno osservato che i soggetti che consumavano maggiori quantità di frutta e verdura mostravano un rischio minore del 15% di sviluppare malattie cardiovascolari e del 20% di rischio di morte prematura, rispetto ai soggetti che consumavano frutta e verdura raramente. Contemporaneamente, hanno notato che questa riduzione era associata ad alte concentrazioni ematiche di vitamina C da frutta e verdura, arrivando alla conclusione che questo effetto positivo poteva essere in parte spiegato dalle alte concentrazioni di tale vitamina.
La vitamina C, o acido ascorbico, è una vitamina idrosolubile presente in verdura e frutta fresche. Non è sintetizzata dall’uomo ed è necessaria per numerose funzioni fisiologiche nell’organismo. Le ricerche effettuate evidenziano un ruolo preventivo della vitamina C contro malattie cardiovascolari, tumori, mortalità globale, oltre a evidenziare capacità immunostimolanti e neuroprotettrici. In particolare, l’azione protettiva cardiovascolare è stata osservata nell’insufficienza cardiaca, malattie delle coronarie, angina pectoris, colesterolo alto, trigliceridi alti e ipertensione.

 

http://ajcn.nutrition.org/content/early/2015/05/06/ajcn.114.104497.abstract

01-11-2018

Negli ultimi anni, c’è stato un aumento massiccio nell’uso di antipsicotici atipici. Mentre la maggior parte è approvata solo per il trattamento di gravi malattie mentali come la schizofrenia, questa classe di farmaci è ora sempre più prescritta per disturbi come ansia, insonnia e problemi comportamentali nei bambini. Le prescrizioni di farmaci antipsicotici sono raddoppiate tra il 1995 e il 2008, da 4,4 milioni a 9 milioni di prescrizioni. Nel 2008, sono stati spesi una cifra stimata di 6 miliardi di dollari per antipsicotici negli Stati Uniti, di cui 5,4 miliardi dollari erano per usi basati su prove incerte. Solo nel 2007, mezzo milione di bambini e adolescenti hanno avuto almeno una prescrizione per un antipsicotico, inclusi 20.500 di età inferiore ai 6 anni. I bambini americani sono i bambini più trattati farmacologicamente al mondo.
La diagnosi dubbia di “disturbo bipolare pediatrico” ha alimentato l’uso di farmaci antipsicotici nei bambini piccoli. Nel 2011 gli psichiatri di Harvard che hanno inventato un decennio fa la diagnosi bipolarismo pediatrico sono stati perseguiti per conflitto di interesse dopo che venne alla luce che avevano ricevuto milioni di dollari in denaro non dichiarato dalle compagnie farmaceutiche. L’inchiesta ha inoltre portato alla luce la prova di ricerca scientifica corrotta improntata al commercio, di questi psichiatri. Tragicamente, molti di questi farmaci pericolosi sono completamente inutili. Correggere una semplice carenza di vitamina B3 può produrre notevoli miglioramenti in molti affetti da disturbi psicotici in tutta sicurezza.

Mercoledì, 31 Ottobre 2018 07:40

LO ZINCO NELLA POLMONITE DELL’ANZIANO.

01-11-2018

Lo zinco è uno dei principali elementi traccia nel nostro organismo, secondo solo al ferro: è coinvolto in numerose attività fisiologiche ed è essenziale in particolare per il buon funzionamento del sistema immunitario. I ricercatori dei Dipartimenti dell’Agricoltura delle università statunitensi di Tufts e di Boston hanno osservato l’effetto di basse concentrazioni di zinco sull'incidenza di polmonite in anziani (età media 84,6 anni), residenti in case di riposo. In particolare ne hanno valutato l’associazione con l’incidenza e il decorso della polmonite, con l’utilizzo e la durata di somministrazione di antibiotici e con la mortalità. La ricerca faceva parte di uno studio randomizzato, in doppio cieco e con placebo, volto a valutare l’effetto dei supplementi di vitamina E nelle infezioni respiratorie. I 420 soggetti appartenenti a 33 case di riposo di Boston hanno ricevuto vitamina E ed un integratore contenente metà della dose giornaliera raccomandata di altri micronutrienti essenziali, tra i quali lo zinco (15 mg per l’uomo e 12 mg per la donna negli USA), per 12 mesi. Al termine dello studio si è osservato che i soggetti con bassi livelli di zinco (meno di 70 microgrammi per decilitro) hanno mostrato un incremento dell’incidenza di polmonite, episodi di polmonite più duraturi, il 50% circa in più di nuove prescrizioni di antibiotici e un loro più prolungato utilizzo (3.9 giorni contro 2.6 giorni) rispetto ai pazienti con un normale livello di zinco nel sangue (≥70 microgrammi per decilitro). Inoltre, nel caso di normale concentrazione sierica di zinco, si è osservato una riduzione del tasso di mortalità, evidenziando come lo zinco abbia un ruolo cruciale nell'influenzare la mortalità dei soggetti anziani. Gli autori hanno quindi concluso che i risultati del loro studio, sommati a quelli di precedenti ricerche, indicano che gli anziani con basse concentrazioni ematiche di zinco potrebbero trarre beneficio dalla sua integrazione.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2323679/

04-02-2016

Il partenio, Tanacetum parthenium, è una pianta originaria dell’Europa sud orientale, diffusa anche in Australia e Nord America, usata per secoli come rimedio contro numerosi disturbi quali febbre, irregolarità mestruali e cefalee. La droga è composta dalle parti aeree raccolte durante la stagione estiva quando la pianta è in fiore. Nella fitoterapia moderna il partenio è utilizzato principalmente nella profilassi dell’emicrania, mentre risulta meno efficace quando l’emicrania è già presente. Il principio attivo più importante è un lattone sesquiterpenico, il partenolide, la cui somministrazione ad animali da esperimento ha mostrato effetti analgesici e la capacità di inibire l’aggregazione piastrinica. Il partenolide ha mostrato, inoltre, di inibire la crescita di linee cellulari tumorali in vitro, con una virtuale capacità di potenziare la sensibilità delle cellule cancerose ai farmaci chemioterapici. Sembra esercitare anche un’attività antistaminica e antiprostaglandinica. In particolare, in vitro inibisce in maniera dose-dipendente l’attività della ciclossigenasi e della 5-lipossigenasi, riducendo la sintesi di leucotrieni, soprattutto di leucotrieni B-4, citochine proinfiammatorie come il TNF alfa e l’interleuchina 1. I risultati clinici sono molto positivi, confermati in studi in doppio cieco e statisticamente significativi.

PREVENZIONE EMICRANIA E CEFALEA

Il partenolide (principio attivo) esplica un'azione rilassante sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni, esercitando un effetto contrario alle sostanze vasocostrittrici rilasciate dalle piastrine. Sembra inoltre che il partenolide inibisca il rilascio di serotonina, fattore scatenante l'emicrania, agendo sui leucociti polimorfonucleati riducendone la degranulazione e diminuendo di conseguenza l'emissione di sostanze proinfiammatorie e vasocostrittrici. Uno studio della City of London Migraine Clinic ha dimostrato la capacità di un preparato a base di partenio di ridurre di circa 2/3 gli attacchi di emicrania nel gruppo dei pazienti trattati, registrando un risultato simile a quello di alcuni farmaci per combattere l'emicrania. Secondo questi dati è possibile affermare che l'assunzione di partenio è in grado di alleviare almeno 1/4 di tutti i tipi di cefalee.
In una revisione di 6 studi sull'effetto preventivo dell'emicrania di questa pianta (con dosaggi che variavano tra gli 80 e 150 mg al giorno), per un periodo di 1-6 mesi, il partenio ha mostrato effetti benefici in quasi tutti gli studi, rispetto al placebo, riducendo incidenza e gravità degli attacchi, nausea e vomito. In uno studio clinico a 72 pazienti effetti da crisi di cefalea ricorrente, è stato somministrato estratto di partenio (80 mg al giorno), o un placebo per 4 mesi. Al termine è stata evidenziata una riduzione del 24% nel numero e nell'intensità delle crisi di cefalea nei pazienti trattati con partenio, oltre alla riduzione degli accessi di vomito. Si è inoltre constatato che il numero dei giorni lavorativi persi a causa degli attacchi erano inferiori nei soggetti che avevano assunto partenio (68) rispetto al gruppo che aveva assunto il placebo (76).

AZIONE ANTINFIAMMATORIA

Già nell’antichità il partenio era considerato un ottimo rimedio per la febbre e altri stati infiammatori. Gli estratti di partenio titolati in partenolide hanno mostrato di svolgere azione antinfiammatoria. Sembra che questa sostanza abbia la capacità di prevenire il rilascio di acido arachidonico, precursore delle prostaglandine. L’azione antinfiammatoria viene svolta mediante l’inibizione della degradazione dei polimorfonucleati che esercitano la funzione fagocitaria nei processi infiammatori.

AZIONE ANTISPASMODICA

Grazie all’effetto antispasmodico che la droga esercita a livello della muscolatura liscia, è possibile pensare all’applicazione del partenio in caso di crampi mestruali e dolori della sindrome premestruale.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1418227/

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12230594

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11276299

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