Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

04-04-2016

Gli alimenti arancioni potrebbero avere maggiori poteri del previsto per prevenire il cancro e le malattie cardiache. Lo studio in questione, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” i cibi arancioni come le carote e rossi come i peperoni sono nostri alleati nella prevenzione del cancro. Lo stesso potrebbe anche essere vero per molti altri agrumi. I ricercatori hanno detto che la quantità di antiossidanti, che neutralizzano i radicali liberi che danneggiano le cellule, era stata sottovalutata. secondo gli esperti di nutrizione, alcune sono più efficaci di altre per salvaguardare il nostro sistema immunitario e mantenerci in salute il più a lungo possibile. Secondo i ricercatori dell’associazione britannica per la ricerca sul cancro al seno, Breast Cancer Now, sono le verdure dai colori più vivaci a svolgere questo importantissimo compito. Tra questi vi sono le carote, gli spinaci e i peperoni, ricchissimi di beta-carotene, un composto chimico che il nostro organismo trasforma in vitamina A e che aiuta a tenere alta la salute del cuore e a prevenire i carcinomi, primo tra tutti quello della mammella. 
La ricerca, pubblicata nella rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition, si è basata su un campione di 1.500 donne in salute e 1.500 donne con un tumore al seno, analizzando dettagliatamente le loro alimentazioni e l’apporto di questi particolari ortaggi nelle loro diete. Secondo i risultati, le donne che ne consumavano in abbondanza correvano un rischio del 40-60% inferiore di sviluppare la terribile malattia. Gli esperti tengono tuttavia a sottolineare che nessun alimento può essere miracoloso contro il cancro, anche se uno stile di vita generalmente sano e un’eccellente dieta possono decisamente fare la differenza nel nostro benessere e nella nostra longevità. «Sappiamo già da tempo che una dieta sana – e che include gli ortaggi di questo colore – può aiutare a ridurre il rischio di un tumore e mantenere regolare il peso corporeo», ha spiegato Richard Berks, dell’associazione no-profit. «Ma anche se è importante che consumiamo le verdure come parte di una dieta bilanciata, sfortunatamente non esiste un superfood che neutralizzi al 100% il rischio di sviluppare la malattia».Lo studio ha in conclusione evidenziato che le tabelle sulle capacità antiossidanti dei prodotti alimentari devono essere rivisti.

 

http://www.scotsman.com/news/carrots-cut-breast-cancer-risk-by-60-1-4038349

http://www.dailymail.co.uk/health/article-3462440/They-not-good-eyes-Eating-carrots-slash-risk-breast-cancer-60.html

http://www.healthnewsline.net/slash-your-breast-cancer-risk-by-eating-carrots-study-suggests/2534795/

Lunedì, 04 Aprile 2016 07:07

VANTAGGI E SVANTAGGI DEL VINO.

04-04-2016

VANTAGGI

- Stimola la digestione: così come irrita i tessuti di una ferita cutanea, l'alcol irrita le mucose gastriche. Per difendersi dall'aggressione dell'alcol, le cellule della mucosa gastrica secernono maggiori quantità di succhi, favorendo in tal modo la digestione: questo significa che l'azione stimolante digestiva del vino e delle altre bevande alcoliche si produce a costo di un'irritazione e di un'infiammazione della mucosa gastrica, che può addirittura provocare gastrite, ulcera gastroduodenale o cancro dell'esofago e dello stomaco. Queste malattie si manifestano con maggiore frequenza nei bevitori, anche moderati.

- Azione cardioprotettrice: molti studi statistici dimostrano che consumare 100-200 ml di vino rosso al giorno fa diminuire il pericolo di morte dovuta a infarto del miocardio. Questo effetto positivo si registra unicamente negli uomini con più di 50 anni. Le stesse statistiche confermano che, quando si supera questa dose di vino (200 ml di vino o 20 g al giorno di alcol puro), la mortalità dovuta a malattie cardiovascolari aumenta e si favorisce l'insorgere di molte altre malattie. La possibile azione benefica del vino rosso (non di quello bianco) è stata attribuita a due dei suoi ingredienti:
1. All'alcol etilico in sè: alcuni studi statistici dimostrano che qualsiasi bevanda alcolica, anche in dosi ridotte, produce effetti cardioprotettori. Tuttavia, esperimenti condotti su animali hanno dimostrato che solo concentrazioni elevate di alcol nel sangue, nell'ordine di 2 grammi di alcol per litro, sono capaci di ridurre la tendenza delle piastrine a formare trombi o coaguli nelle arterie. Questo significa però che l'alcol può esercitare un'azione benefica nel sangue (ostacolandone la tendenza a coagularsi), solo dopo aver raggiunto lo stato di ebbrezza, con tutti gli effetti nocivi che questa comporta per la salute. Dosi minori di alcol nel sangue, come quelle dovute al consumo della quantità consigliata di uno o due bicchieri al giorno di vino, non sono sufficienti ad esercitare un'azione protettiva sul sistema cardiovascolare.
2. Ai flavonoidi di tipo fenolico: sono sostanze contenute nell'uva e nella sua buccia, che conferiscono al vino rosso il suo tipico colore; impediscono l'ossidazione delle lipoproteine e quindi il deposito di colesterolo nelle arterie (arteriosclerosi). La frutta in generale, e l'uva in particolare, sono le migliori fonti di flavonoidi. 

Le poche qualità positive del vino gli derivano dall'uva, ma, per il cuore e per l'organismo in generale, è molto più salutare mangiare direttamente l'uva o berne il succo.

SVANTAGGI

Tutti sono d'accordo che le bevande alcoliche sono nocive se prese in dosi elevate; esistono inoltre molti studi che evidenziano gli effetti negativi delle bevande alcoliche, anche se prese in dosi ridotte (come le dosi di vino consigliate per ridurre il rischio di infarto):

- Emorragia cerebrale: più frequente tra i bevitori.

- Ipertensione arteriosa: è stato dimostrato che tre o più bicchieri di vino al giorno possono aumentare la pressione arteriosa e costituiscono perciò un pericolo per la salute del cuore e delle arterie.

- Cancro in generale: è più frequente tra chi beve con moderazione che tra gli astemi.

- Cancro del colon: è più frequente tra chi beve con moderazione che tra gli astemi.

- Cancro del seno: come confermano vari studi compiuti in tutto il mondo, le donne che consumano quantità moderate di bevande alcoliche sono esposte a un maggior rischio di soffrire di cancro del seno. Per esempio:
1. Presso l'Università di Milano è stato dimostrato che le donne che bevono 24,3 grammi di alcol (circa un quarto di litro di vino) o più, al giorno, sono esposte a un rischio due volte maggiore di cancro del seno rispetto alle donne astemie.
2. Negli Stati Uniti, uno studio condotto su un campione di 89.539 donne ha dimostrato che quelle che consumavano 15 grammi di alcol al giorno (circa 150 ml di vino, pari a un bicchiere) erano esposte a un rischio 2,5 volte superiore di cancro del seno rispetto alle donne astemie.

- Cancro dello stomaco: il rapporto tra il consumo di bevande alcoliche e il cancro dell'esofago e dello stomaco, è noto da molti anni. In Portogallo, la Direzione Generale della Salute ha compiuto uno studio per quantificare questo rapporto, osservando che a un maggior consumo di vino corrisponde un maggiore rischio di cancro dello stomaco:
1. Chi beve addirittura meno di un bicchiere di vino a pasto presenta un rischio maggiore di circa il 36% rispetto agli astemi.
2. Chi beve una bottiglia o più di vino al giorno, è esposto a un rischio quasi quattro volte superiore rispetto agli astemi.

- Reflusso esofageo: nell'Ospedale Clinico e Provinciale di Barcellona (Spagna) è stato dimostrato che gli uomini che bevono 360 ml di vino ai pasti (un pò meno di due bicchieri) presentano un reflusso esofageo maggiore del 70% circa rispetto a chi beve la stessa quantità di acqua. Il reflusso fa sì che il contenuto acido dello stomaco risalga all'esofago, provocando bruciore e infiammazione (esofagite).

- Fratture ossee: le donne che consumano 25 grammi di alcol (250 ml: un bicchiere grande) o più al giorno presentano un rischio di frattura dell'anca 2,33 volte superiore a quella degli astemi. Sia l'alcol in dosi moderate sia il caffè favoriscono l'osteoporosi e quindi il rischio di fratture ossee.

- Alterazioni nel feto: rispetto alle donne astemie, le donne incinte che bevono 400 ml (due bicchieri) o più di vino al giorno, o l'equivalente in altre bevande alcoliche, partoriscono con maggior frequenza: 
1. neonati prematuri,
2. neonati sotto peso,
3. neonati con placenta piccola.
Dosi maggiori di alcol durante la gravidanza producono alterazioni più gravi nel feto, specialmente malformazioni (la cosiddetta sindrome alcolica fetale).

- Altre malattie: il consumo di bevande alcoliche è associato a un rischio maggiore di cirrosi epatica, atrofia cerebrale, aritmia, cardiomiopatia (degenerazione del muscolo del cuore) e gotta.
I possibili effetti benefici per il cuore, procurati dal vino e da altre bevande alcoliche prese in dosi ridotte, sono ampiamente superati dagli svantaggi. Perciò l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e numerosi specialisti concordano sul fatto che il consumo di alcol, come cardioprotettore, non deve essere promosso come misura di salute pubblica. Questo significa che non si ottiene alcun beneficio per la salute consigliando agli astemi di bere un pò di vino.

 

02-04-2016

Piccoli regali ai medici da parte delle aziende farmaceutiche, spesso equivalenti appena al costo di un pasto, possono però far pendere la bilancia verso un farmaco piuttosto che un altro quando il camice bianco deve prescrivere la pillola al paziente. E’ quanto ha stabilito un’indagine dal sito Usa "ProPublica" (insieme a Npr, Boston Globe e Tampa Bay Times), che ha trovato le prove del legame causa-effetto tra i regali (anche di piccolissimo valore) da case farmaceutiche e l’aumento delle prescrizioni dei medici. La ricerca ha esaminato i pagamenti effettuati dai produttori di farmaci e dispositivi medici nei confronti dei dottori nel 2014, prendendo in esame le prescrizioni per “Medicare”, il programma sanitario gestito dal Governo degli Stati Uniti. Ebbene, anche “regali assolutamente di poco valore hanno di fatto incrementato di 2-3 volte il numero di prescrizioni dei camici bianchi a favore dell’azienda donatrice“, evidenzia l’analisi. Inoltre secondo l’indagine “i pagamenti delle aziende ai medici sono pratica molto diffusa. A livello nazionale nel 2014, quasi 9 su 10 cardiologi che hanno scritto almeno 1.000 prescrizioni per i pazienti Medicare, hanno ricevuto pagamenti da un’azienda farmaceutica o di dispositivi medici, mentre sono stati 7 su 10 gli internisti e i medici di famiglia” a fare lo stesso. “I medici hanno a lungo contestato il fatto che i pagamenti ricevuti dalle aziende farmaceutiche possono influenzare il modo in cui prescrivono farmaci”, hanno evidenziato gli autori. “ProPublica” ha creato un sito e un'app, “Dollars for Doctors”, dove è possibile verificare se il medico che si è scelto ha ricevuto pagamenti da Big Pharma da agosto 2013 a dicembre 2014. E’ inoltre disponibile la lista delle 50 aziende che hanno effettuato più pagamenti in Usa e degli specialisti che hanno ricevuto più fondi e di quelli che li hanno presi più spesso. Infine, nel database di Dollars for Doctors sono fotografati 3,49 miliardi di dollari in pagamenti, 684 mila medici, 1.135 ospedali che fanno formazione e 1.565 aziende.

 

https://projects.propublica.org/docdollars/

https://www.propublica.org/article/big-data-big-pharma-big-money

http://www.rawstory.com/2016/03/doctors-who-get-more-big-pharma-cash-prescribe-more-brand-name-drugs/

02-04-2016

Una ricerca condotta su quasi 30.000 donne dal team svedese diretto da Pelle Lindqvist del Karolinska Institutet di Stoccolma insieme a colleghi dell’Università di Lund, ha rilevato che, nonostante il rischio di cancro alla pelle, le donne che si espongono abitualmente ai raggi solari vivono più a lungo, in quanto il sole riduce il rischio di morte per cause diverse da tumore. Lo studio, pubblicato sul Journal of Internal Medicine, ha rilevato che coloro che abitualmente si espongono al sole per abbronzarsi vivono più a lungo e hanno un rischio di morte ridotto per malattie cardiovascolari e per cause non tumorali. E’ probabile, ipotizzano i ricercatori, che un ruolo importante sia giocato dalla vitamina D, la cui produzione nell'organismo aumenta quando ci esponiamo al sole.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/joim.12496/abstract

https://www.sciencedaily.com/releases/2016/03/160321135854.htm

http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=162375&CultureCode=en

02-04-2016

1. CUCINARE I WURSTEL NEL MICROONDE: Si tratta di una accoppiata criminale, i wurstel sono pieni di conservanti, realizzati con le materie prime più scarse, il microonde è dimostrato che fa male alla salute mettendoli insieme si crea una sorta di mostro. Farlo significa non avere la minima voglia di salvaguardare il proprio corpo e la propria salute!

2. PREPARARE UNA TORTA CON LA VANILLINA: Esistono numerose ricette che prevedono questo ingrediente. Ma cos'è la vanillina? La vanillina non è nient’altro che un aroma artificiale, sì proprio uno di quelli utilizzati dall'Industria alimentare. Molto meglio utilizzare la vera vaniglia per fare una torta e lasciare la vanillina li dove sta.

3. CUOCERE IL SOFFRITTO PER 2 ORE: Cuocendo per tanto tempo il soffritto le proprietà di qualsiasi verdura che mettiamo all’interno spariscono, le vitamine se ne vanno, le proprietà nutritive calano esageratamente, in pratica si ammazzano per bene tutti gli alimenti contenuti all’interno e si mangia qualcosa di per niente nutriente.

4. MESCOLARE LE PIETANZE NELLA PENTOLA ANTIADERENTE CON UNA POSATA DI METALLO: Questa pratica fa sì che il fondo della pentola venga rigato rilasciando così sostanze altamente cancerogene negli alimenti! Utilizzare sempre posate in legno o in plastica all’interno delle pentole antiaderenti. Fare attenzione anche nel riporle, a non metterci sopra un’altra pentola che potrebbe andare a rigare il fondo.

5. LAVARE LE PENTOLE SENZA RISCIACQUARLE PER BENE: I detersivi moderni non sono certo un esempio di naturalità, lasciarne dei residui nelle stoviglie non è certo salutare, questi residui finiranno nel cibo che cucineremo e di conseguenza anche dentro di noi…Berresti mai del detersivo?

6. UTILIZZARE IL DADO: Il dado è per molti considerato indispensabile, ma il dado che possiamo acquistare nel supermercato contiene ingredienti altamente dannosi (anche quello senza glutammato monosodico), per questo molto meglio non utilizzarlo. E' meglio il dado naturale fatto in casa.

7. UTILIZZARE LA SCORZA DI LIMONI O ARANCIE TRATTATE: Gli agrumi vengono trattati in superficie per mantenere quella bella buccia lucida e attraente con composti chimici come l’E230 (difenile) un composto derivato dal carbone anche utilizzato come pesticida…

8. IMPACCHETTARE GLI ALIMENTI CONTENENTI LIMONE E ACETO CON CARTA DI ALLUMINIO: La carta di alluminio a contatto con sostanze acide rilascia molecole di alluminio nell’alimento, l’alluminio può provocare serie malattie come la sclerosi multipla.

9. UTILIZZARE PENTOLE DI ALLUMINIO: Le pentole di alluminio rilasciano sempre alluminio negli alimenti, l’alluminio è un metallo tenero, basta pochissimo per graffiarlo, e per ogni graffio, dell’alluminio si è staccato dalla pentola e si è riversato nell’alimento.

10. STRINARE OGNI COSA: Questo credo sia ovvio le cose strinate non vanno bene e in genere non piacciono a nessuno…ma è importante ricordare che le parti strinate, oltre a non essere buone al palato sono anche cancerogene.

02-04-2016

Molti nutrienti come vitamine, antiossidanti e minerali, proteggono il corpo da una vasta gamma di condizioni infiammatorie, tra cui l'artrite. Qui di seguito 9 antinfiammatori naturali e dove trovarli:

1. MAGNESIO: Il magnesio non solo riduce l'infiammazione, ma riduce anche lo stress. Quelli con più bassi livelli di magnesio spesso sperimentano elevati livelli di stress, che portano a voglie, a livelli ormonali alterati, e potenzialmente alla depressione. Circa l’80% delle persone soffre di carenza di magnesio. Potete trovare il magnesio nelle verdure a foglia verde scuro, nelle mandorle e nei legumi.

2. COENZIMA Q10: Il coenzima Q10 ha dimostrato di essere di grande aiuto nel fornire sollievo da condizioni infiammatorie, come la gotta o l’artrite cronica. Consumando olio d'oliva, salmone, sardine, avocado, prezzemolo, noci, sgombri, broccoli e spinaci, è possibile ottenere abbastanza coenzima Q10.

3. VITAMINA E: La vitamina E è una vitamina antiossidante molto efficace per trovare sollievo dall’infiammazione. La vitamina E si trova in noci e semi, così come negli spinaci e nell’avocado.

4. GLUTATIONE: Si tratta di un potente antiossidante che combatte i danni dei radicali liberi, e fornisce un immenso sollievo dall’infiammazione. Lo si può trovare nell’avocado, nei pomodori, nelle mele, nel pompelmo e nell’aglio.

5. VITAMINA K: Secondo alcuni studi, la vitamina K ha dimostrato di essere efficace contro le malattie cardiache, osteoporosi e condizioni simili. La vitamina K1 si trova nei cavoli e cavolfiore, e negli spinaci. La vitamina K2 si trova principalmente nelle uova e nel fegato.

6. VITAMINE B: Bassi livelli di B6 portano all’aumento dei livelli di proteina C-reattiva, indice di un processo infiammatorio nell'organismo. Funghi, peperoni, tacchino, merluzzo e cavoli sono ricchi di vitamine del gruppo B. L’acido folico, un'altra vitamina B, ha dimostrato, anche a basse dosi per uso a breve termine, di ridurre l'infiammazione nelle persone in sovrappeso. I folati si trovano nelle verdure a foglia verde scuro e nei fagioli con l'occhio.

7. VITAMINA D: E’ possibile ridurre l'infiammazione ingerendo più vitamina D. Infatti, livelli più bassi di vitamina D spesso portano a problemi di infiammazione, come artrite o dolori articolari cronici. Negli Stati Uniti, si stima che circa 2/3 della popolazione soffre di carenza di vitamina D. La vitamina D, oltre a prenderla dal sole, la si può trovare anche nei pesci, nelle interiora, nei tuorli e nel latte.

8.VITAMINA A/BETA-CAROTENE: Il beta-carotene viene convertito all’interno dell’organismo in vitamina A. La vitamina A non è solo un antinfiammatorio, ma un antiossidante che difende l’organismo dai danni dei radicali liberi. Aumentate la quantità di vitamina A all'interno del vostro corpo attraverso gli spinaci, le patate dolci, il melone, i broccoli e i cavoli.

9. VITAMINA C: La vitamina C ha dimostrato di possedere proprietà antinfiammatorie enormi, in particolare da cibi come pomodori e limoni. Iniziate la giornata bevendo appena svegli un pò d’acqua mescolata con succo di limone.

 

http://www.sunwarrior.com/news/vitamins-minerals-and-where-to-find-them/

http://www.health.harvard.edu/womens-health/getting-your-vitamins-and-minerals-through-diet

01-04-2016

La convinzione della medicina ufficiale è che l’artrosi sia irreversibile e che non si possa fare altro che tentare di rallentare il suo sviluppo. Questa prospettiva non ci fa certo piacere. Se sapessimo come si compie il processo, allora sarebbe più facile trovare una soluzione. Innanzitutto guardiamo come è fatta una cartilagine. Il 65-75% della cartilagine è acqua. Il resto è costituito da collagene e glicoproteine, composte principalmente da polisaccaridi e in particolare da solfati di condroitina. In questo caso si tratta di grosse molecole composte da zucchero e proteine, che formano il tessuto nel quale circola il liquido. La cartilagine si compone di condrociti, i cui compiti sono quelli di provvedere sia presente sempre sufficiente cartilagine e purificare il tessuto dal collagene vecchio e dalle glicoproteine. La causa dell’artrosi non è conosciuta esattamente. Si presume che sia legata all'avanzare dell’età, alle frequenti ferite e all'alimentazione. Affinchè la nostra cartilagine venga sempre rinnovata, abbiamo bisogno di una sostanza vitale: il silicio. 
Il silicio rappresenta il 27,7% della crosta terrestre e dopo l’ossigeno è il suo elemento più importante. Quanto più invecchiamo, tanto più difficile diventa per il nostro organismo assimilare il silicio. A peggiorare la situazione si aggiunge la nostra alimentazione moderna, molto povera di silicio. Un rimedio impiegato in fitoterapia è l’assunzione di equiseto. In erboristeria o farmacia si possono trovare le capsule di equiseto che spesso vengono prescritte, con successo, in casi di artrosi. Sfortunatamente con l’avanzare dell’età, il nostro stomaco produce sempre meno acidi necessari per l’assimilazione del silicio. Il silicio assunto tramite l’alimentazione viene assorbito sempre peggio, ed in vecchiaia soffriamo tutti di una carenza di silicio. Tuttavia il silicio è indispensabile per la sintesi di fibre di collagene presenti nella cartilagine. Ogni carenza di silicio riduce il collagene, e proprio questo collagene è il legante che mantiene unite le molecole della nostra cartilagine. Se fai un salto da una certa altezza alcune delle tue articolazioni possono subìre una pressione di quasi una tonnellata. Questa pressione aumenta proporzionalmente al peso. Questa è la regione per la quale se soffri di artrosi è necessario perdere peso. In alcuni casi la cartilagine diventa fragile, diventa porosa e perde continuamente la sua morbidezza ed elasticità originaria. La moderna alimentazione industriale ha la tendenza a provocare un eccesso di acidi (acidosi), che conduce ad una carenza di sali minerali ed accelera la diminuzione del silicio. Le tossine si accumulano nel nostro organismo e perturbano i processi di rigenerazione delle nostre articolazioni. Determinati alimenti favoriscono la formazione di acidi urici, molto dannosi per le articolazioni: cacao, derivati del latte, insaccati, zucchero. L’ideale sarebbe aumentare la quantità di alimenti ricchi di silicio. Purtroppo ciò non basta per curare un’artrosi, poiché il silicio, come abbiamo visto, è sempre meno assimilabile con l’avanzare dell’età. Come è possibile ottenere il silicio indispensabile per mantenere le articolazioni morbide? Attraverso l’assunzione di una formula che contenga silicio organico. Ne esistono tanti in commercio, ma il migliore è risultato il Biosil della BIOEARTH.

 

Venerdì, 01 Aprile 2016 06:46

7 RIMEDI NATURALI PER SBIANCARE I DENTI.

01-04-2016

I vantaggi di avere denti sani e splendenti sono tanti. Infatti, avere denti bianchi può contribuire a rafforzare la vostra autostima, fare una prima impressione positiva e anche migliorare la vostra immagine complessiva. Tuttavia, si stima che circa il 18% delle persone cercano di nascondere i loro denti. Anche se le ragioni variano, di solito questo è dovuto a denti macchiati o gialli che nonostante siano spazzolati quotidianamente non vogliono sapere di sbiancarsi. Nessuno dovrebbe nascondere i loro denti per questo motivo. E mentre esistono tantissimi prodotti che contribuiscono a rendere i denti più bianchi, in pochi sono a conoscenza che alcune sostanze presenti nelle nostre case sono abbastanza efficaci per raggiungere tale scopo. Diamo uno sguardo a questi semplici rimedi naturali per sbiancare i denti:

1. PURE’ DI FRAGOLE

Si tratta di un metodo naturale di sbiancamento dei denti, reso popolare dall'attrice Catherine Zeta-Jones. In particolare, si schiacciano quattro o cinque fragole e poi si strofina il composto in tutti i denti. Gli acidi contenuti nella frutta possono rovinare a lungo andare i denti, pertanto, chi volesse eseguire questo metodo, deve stare attento a risciacquare bene i denti dopo il trattamento.

2. ACETO DI MELE

Spazzolare i denti con l’aceto di mele è un altro metodo efficace per lo sbiancamento dei denti, anche se chi l’ha provato riferisce che occorrono circa 30 giorni di regolare spazzolamento prima di notare una differenza reale. In particolare, questo metodo è molto efficace per rimuovere le macchie di caffè e nicotina dai denti. Una cosa importante da sapere, è che l’aceto di mele è acido, per cui in seguito alla sua somministrazione, occorre lavarsi molto bene i denti, perché se l'acido viene lasciato all'interno della bocca potrebbe intaccare nel tempo lo smalto dei denti.

3. OIL PULLING CON OLIO DI COCCO

Anche se si tratta di un rimedio scoperto da poco per lo sbiancamento dei denti, molti lodano i risultati ottenuti con l’olio di cocco. Il modo migliore per utilizzare questo prodotto come sbiancante dei denti è quello di mettere un cucchiaio in bocca e sguazzarlo delicatamente tra i denti come se fosse un collutorio, per almeno 10-15 minuti prima di sputarlo. Successivamente potete lavarvi i denti con un dentifricio naturale.

4. MANGIARE VERDURE

Sì, semplicemente mangiando verdure croccanti, come sedano e carote (nonché frutta come mele e pere) è possibile mantenere i denti più bianchi. Questo avviene perché certe verdure hanno proprietà abrasive e possono contribuire a rimuovere le macchie dalla superficie dei denti. Inoltre aiutano a produrre saliva, che contribuisce a ridurre al minimo la colorazione.

5. BICARBONATO DI SODIO E ACQUA OSSIGENATA

Questi due rimedi sono molto efficaci per sbiancare i denti. Basta mescolare minime quantità di bicarbonato di sodio e perossido di idrogeno in una pasta dentifricia naturale e utilizzarlo per lavarsi i denti. Il perossido di idrogeno uccide i germi e mantiene la bocca pulita, mentre il bicarbonato di sodio contribuisce ad eliminare le macchie.

6. CAMBIARE LO SPAZZOLINO OGNI 3 MESI

La maggior parte delle persone sottovalutano questa prassi importantissima, cambiando lo spazzolino addirittura ogni 6-7 mesi. Si tratta di un gravissimo errore, perché gli spazzolini da denti devono essere cambiati almeno una volta ogni tre mesi. Perchè? Perché questo è circa il tempo che le setole impiegano per logorarsi. E una volta che accade, i denti non vengono puliti correttamente.

7. CARBONE VEGETALE

Il carbone vegetale (o attivo) è comunemente utilizzato per assorbire le tossine presenti all'interno del corpo, ma funziona anche per eliminare le tossine dalla bocca e sbarazzarsi delle macchie. Nonostante questo metodo potrà sembrare un pò strano per via della colorazione nera dei vostri denti, una volta risciacquati fornirà nel tempo risultati altamente soddisfacenti.

Giovedì, 31 Marzo 2016 06:20

CIBI LIGHT: FANNO GONFIARE LA PANCIA.

31-03-2016

Scegliere cibi light o no? Il dilemma di ogni donna al supermercato è da molto tempo oggetto di studi in quanto, pare, che gli alimenti cosiddetti dietetici siano in realtà molto più dannosi di quelli che abbiamo sempre comprato. Gli esperti, ritengono che proprio per avere una riduzione delle calorie del prodotto, vengono utilizzati aromatizzanti, emulsionanti, gelificanti, dolcificanti e conservanti che spesso fanno male, molto più di un semplice alimento grassoso. La gamma di cibi light in commercio è più che raddoppiata negli ultimi anni e possono variare in base al contenuto calorico, di grassi, di zucchero.

FANNO DAVVERO DIMAGRIRE?

La risposta degli esperti è no. Basterebbe, infatti, mangiare quantità inferiori di cibi tradizionali per avere risultati immediati. Secondo alcuni esperti dell’Associazione Dietologi Australiani un consumo prolungato di cibi light non aiuterebbe a dimagrire ma farebbe persino gonfiare la pancia.

31-03-2016

Chi, da piccolo, non ha infilato le dita dentro il naso per scovare le caccole o addirittura per mangiarle? A parte il disgusto che oggi potrebbe venirne al pensare un’immagine del genere, sembra che il cercare e mangiare caccole sia una pratica naturale, che può apportare benefici all’organismo. Almeno, di questo, ne erano conviti degli scienziati canadesi che nel 2013 hanno costruito una teoria attorno a questa pratica molto comune in tutti i bambini. Il biochimico e professore Scott Napper e un gruppo di scienziati dell’Università canadese di Saskatchewan hanno infatti ipotizzato che cercare e mangiare caccole sia una pratica istintiva dell’uomo. Un modo che la natura ha per spingerci a rafforzare il sistema immunitario, garantendosi una salute migliore. Come spiegano gli scienziati, la mucosa nasale intrappola germi, batteri e virus, impedendogli di arrivare alle vie respiratorie. Mangiare le caccole prodotte dalla mucosa esponendoci ai germi, dunque, potrebbe aiutare ad aumentare l’immunità del nostro organismo agli agenti esterni.
Come ha spiegato Napper all’emittente CTV Saskatoon, mangiare caccole “potrebbe insegnare al vostro sistema immunitario a cosa è più probabile si possa essere esposti, per cui questo potrebbe servire quasi come una vaccinazione naturale, se vogliamo“. Del resto, tutti i bambini hanno questo istinto e voglia irrefrenabile di mangiare le caccole. E se fosse una sorta di gesto di sopravvivenza? Considerando come valida questa teoria, si potrebbe anche ipotizzare che soffiare il naso significhi derubare il nostro organismo della possibilità di dotarsi di anticorpi preziosi. Sebbene l’idea condivisa da Napper e colleghi sia ancora molto preliminare, ha comunque ottenuto molta attenzione da parte degli scienziati. Lo stesso professore, però, ha affermato che l’ipotesi deve essere ancora verificata. Il prossimo, naturale, passo dovrà essere quello di condurre uno studio clinico, per quanto bizzarro possa sembrare. L’idea di partenza consiste nell’utilizzare un certo tipo di molecola che potrebbe essere inserita nel naso di un gruppo di volontari. Metà dei volontari dovrebbe raccogliere le caccole e mangiarle. L’altra metà no. Questo dovrebbe servire per capire se l’azione ha realmente immunizzato l’organismo da quel particolare agente.

 

http://www.ctvnews.ca/health/picking-your-nose-could-be-good-for-you-says-sask-scientist-1.1255167

http://www.cbsnews.com/news/eating-boogers-may-boost-immunity-scientist-suspects/

http://www.huffingtonpost.com/dr-mercola/germs-health_b_3327755.html

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates