Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

11-06-2019

Il primo passo per liberare il corpo dai veleni è, logicamente, smettere di ingerire veleni. Sembra abbastanza semplice, eppure questo passaggio è probabilmente il più difficile, dal momento che molte tossine si trovano negli alimenti di ogni giorno e perfino nella acqua del rubinetto. È necessario prestare maggiore attenzione nella vita quotidiana, ed assumere decisioni drastiche per tenere le tossine fuori dal vostro corpo. Tuttavia, quando effettivamente sentirete gli effetti della guarigione, sarete orgogliosi dei sacrifici fatti. Prima di esaminare i modi per evitare le tossine specifiche, ecco alcune linee guida generali alle quali ogni persona attenta alla salute dovrebbe attenersi in ogni momento: evitare i cibi elaborati e le bevande artificiali. Al contrario, consumare prodotti biologici e locali o - meglio ancora - coltivare la propria stessa frutta e verdura. In questo modo, si evitano automaticamente molte sostanze nocive, tra cui MSG, HFC, pesticidi, fluoruro di sodio e mercurio. Tutto ciò comporta anche un risparmio economico, che è sempre piacevole. Quando si fa la spesa, leggere sempre le etichette e - come si dice - se non sai cos'è, non lo mangiare. Passiamo ora a considerare alcuni metodi specifici per evitare di assumere tossine:

EVITARE IL FLUORO

Ci sono due tipi di fluoro: fluoruro di calcio e fluoruro di sodio. Il fluoruro di calcio si trova in natura nell'acqua, mentre il fluoruro di sodio è un prodotto di scarto sintetico della industria nucleare, e può derivare dall'alluminio e dal fosfato delle industrie di fertilizzanti. Indovinate quale tipo di fluoro si trova nella nostra acqua? Il secondo, ovviamente. Un normale impianto di filtraggio dell'acqua può fare un buon lavoro per ridurre il sapore di metallo e prodotti chimici, ma non filtra il fluoro. Alcuni cibi elaborati contengono elevate concentrazioni di fluoruro di sodio, compresi il the istantaneo, i prodotti a base di succo d'uva ed il latte di soia per neonati. Così, ripetiamo, è indispensabile evitare i cibi elaborati. Inoltre non sarebbe male passare a un dentifricio privo di fluoro (o almeno evitare di ingerire la pasta dentifricia Colgate, AZ ecc.). Cibi ricchi di calcio e magnesio possono aiutare a prevenire l'intossicazione di fluoro, in quanto impediscono al veleno di attaccarsi al corpo. Il magnesio è un minerale molto importante che molti sottovalutano. Oltre ad essere importante per il metabolismo e la sintesi delle sostanze nutritive all'interno delle cellule, inibisce l'assorbimento di fluoro nelle cellule. Insieme al magnesio, il calcio sembra aiutare ad attirare i fluoruri lontano dalle ossa e dai denti, permettendo al corpo di eliminare le tossine. Così durante ogni sforzo di disintossicazione dal fluoro, è essenziale che si includa una buona dose supplementare di calcio/magnesio come parte del protocollo.

EVITARE IL MERCURIO

In primo luogo, se decidete che a voi o ai vostri bambini debba essere somministrato un vaccino (meglio pensarci bene), richiedete sempre che il farmaco non contenga thimerosal. In secondo luogo, evitate pesce e frutti di mare contenenti elevati livelli di mercurio, come il merluzzo, il pesce spada e il tonno. Alcuni pesci e frutti di mare contengono bassi livelli di mercurio, il che li rende più sicuri da consumare; tra questi troviamo le acciughe, il pesce gatto, le vongole, i granchi, i gamberi, il rombo, il salmone, le sardine, la tilapia e le trote. Come regola generale, più grande è il pesce, più elevata è la quantità di mercurio che esso contiene, in quanto i pesci grandi si nutrono di pesci più piccoli, assorbendo il mercurio presente nei loro organismi.

EVITARE L'ASPARTAME

Leggere sempre le etichette, ed evitare i prodotti cosiddetti "sugar free". L'aspartame è contenuto in molte bibite, farmaci da banco e da prescrizione (indicato sotto la voce "eccipienti"), vitamine e integratori alle erbe, yogurt, caramelle, caramelle balsamiche, cereali, gomme da masticare senza zucchero, miscele di cacao, bibite al caffè, colazioni istantanee, gelatine dolci, dessert surgelati, alcuni succhi di frutta, lassativi, bevande al latte, edulcoranti da tavola, the e caffè istantanei.

EVITARE L'HFCS

Leggere le etichette e se si trova sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio in cima alla lista degli ingredienti, meglio schioccare le dita e riporre il prodotto sullo scaffale.

Diamo adesso una occhiata ad alcuni modi del tutto naturali per la disintossicazione del corpo dalle sostanze nocive.

CORIANDOLO

La procedura standard per la rimozione dei metalli pesanti del corpo è detta "chelazione". Tutto è compiuto con la somministrazione di un agente chelante - solitamente acido dimercaptosuccinico (DMSA) - che si lega ai metalli pesanti residenti nell'organismo facilitandone la naturale espulsione. Questo tipo di trattamento è piuttosto faticoso, ha molti effetti collaterali e deve essere attuato sotto stretto controllo medico. Se, tuttavia, ritenete che liberare il corpo da una sostanza chimica mediante la somministrazione di un'altra sostanza chimica potrebbe essere controproducente, sono tendenzialmente d'accordo. Per fortuna esistono erbe e spezie che agiscono naturalmente come agenti chelanti: il coriandolo è una di esse. Tale erba ha il potere esclusivo di neutralizzare il mercurio. Questa erba da cucina è in grado di mobilitare mercurio, cadmio, piombo e alluminio tanto nelle ossa che nel sistema nervoso centrale. È probabilmente l'unico agente efficace nel mobilitare il mercurio immagazzinato nello spazio intracellulare (mitocondri, tubulina, liposomi ecc.) e nel nucleo della cellula (invertendo il danno al DNA di mercurio). Gli studi hanno tuttavia suggerito che il coriandolo rimuove il problema solo in alcune parti del corpo, quindi è necessario adoperarlo in abbinamento ad un altro agente per completare il processo di disintossicazione.

CLORELLA

Oltre che per diversi altri effetti benefici, la clorella è conosciuta per le sue proprietà disintossicanti da tutti i metalli tossici e le tossine ambientali. Questo la rende perfetta per affiancare il coriandolo in una cura disintossicante. Mobilitando le tossine il coriandolo può far sì che una parte di esse vada ad invadere il tessuto connettivo (dove risiedono i nervi). Tale processo è definito reintossicazione, e può facilmente essere evitato somministrando contemporaneamente un agente di assorbimento intestinale delle tossine. La nostra scelta definitiva è appunto la clorella, organismo algale. Uno studio recente ha dimostrato nei test su animali un’eliminazione di alluminio dallo scheletro superiore a qualsiasi altro agente disintossicante conosciuto. Il coriandolo induce la colecisti a riversare bile - contenente le neurotossine escrete - nell'intestino tenue. Il rilascio di bile - fenomeno che avviene naturalmente dopo i pasti - è reso molto più efficace dal coriandolo. Se però non si assume il secondo agente - come la clorella - la maggior parte delle neurotossine finiscono per essere riassorbite lungo la strada verso l'intestino tenue dalle terminazioni nervose del sistema nervoso enterico.

AGLIO

Non sappiamo se l'aglio sia davvero capace di respingere i vampiri (per i carenti di senso dell'umorismo: trattasi di una battuta), però possiamo essere sicuri che respinge le tossine dal corpo. L'aglio contiene molto zolfo che ossidano mercurio, cadmio e piombo e rendono questi metalli solubili in acqua. L'aglio contiene anche il minerale più importante, che protegge dalla tossicità del mercurio, il selenio bioattivo. Quindi l'aglio agisce su mercurio e piombo e aiuta il corpo a evacuare i metalli dal corpo. Forse l'alito cattivo è uno dei prezzi da pagare per conservare una buona salute.

CURCUMA

Questa pianta della famiglia dello zenzero è ampiamente utilizzata come spezia nel sud est asiatico, dove le sue proprietà purificanti sono note da secoli. La curcuma fu definita dalla medicina ayurvedica la regina delle spezie. La spezia amara aiuta a ripulire il fegato, purifica il sangue e promuove una buona digestione. Ha grandi proprietà antinfiammatorie, ma nessuno degli spiacevoli effetti collaterali dei farmaci antinfiammatori. È usata altresì per la pulizia della pelle e la conservazione degli alimenti. La curcuma stimola la produzione di tre enzimi: aril-idrocarburo-idrossilasi, glutatione-S-transferasi, e UDP-glucuronil-transferasi. Questi sono "coltelli" chimici che abbattono le sostanze potenzialmente nocive nel fegato. La curcuma offre una protezione analoga per le persone che stanno assumendo farmaci come il metotressato e altre forme di chemioterapia, che sono metabolizzati da o attraverso il fegato. Recenti studi scientifici hanno scoperto che la miscelazione con il pepe nero aumenta in modo esponenziale le proprietà curative della curcuma. Nessuna meraviglia che nelle ricette tradizionali dell'Asia meridionale spesso si combinino tali due spezie.

OMEGA-3

Non è un segreto che il consumo degli acidi grassi presenti nel pesce apporti molti benefici salutari. Gli acidi grassi fanno miracoli per il nostro cervello. Gli omega-3 costituiscono letteralmente il carburante del nostro cervello, contribuendo a mantenere efficienti le sue funzioni principali. Il nostro organo più importante dipende fortemente dall'acido eicosapentaenoico (EPA) e dallo acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi della famiglia degli omega-3, che il nostro corpo non può creare autonomamente. L'unico modo per ottenere tali acidi è attraverso l'alimentazione. La maggior parte dei professionisti sanitari ritiene che il DHA sia l'acido grasso più importante per la struttura sana e lo sviluppo del cervello, quindi sarebbe fondamentale che ci sia abbastanza DHA nella dieta durante la gravidanza e nei primi anni di vita di un bambino. L'EPA d'altro canto è essenziale per un sano funzionamento quotidiano del cervello, il che significa che per tutta la vita hai bisogno di una fornitura costante di EPA. Una ricerca dell’University of Western Australia ha riscontrato che le donne che avevano assunto supplementi di olio di pesce durante l'ultima parte della gravidanza partorivano bambini con una migliore coordinazione occhio-mano, migliori doti oratorie ed in generale superiori doti intellettive dei bambini le cui madri invece avevano assunto olio d'oliva. Uno studio dell’Aberdeen University guidato dal professor Lawrence Whalley ha riscontrato che l'olio di pesce aiuta il cervello a lavorare più velocemente, aumenta il QI e rallenta il processo di invecchiamento. I test condotti su studenti dal Dott. Madeleine Portwood hanno riscontrato che l'olio di pesce migliora il comportamento, la concentrazione e l'apprendimento in aula. La ricercatrice Natalie Sinn in Australia ha riscontrato che l'olio di pesce sia più efficace del Ritalin per curare la cosiddetta (molto controversa) Sindrome da Deficit dell'Attenzione. Hibbeln studiò la dieta in 22 paesi e trovò un'associazione significativa tra il basso consumo di pesce e la depressione post-natale. Il dottor Malcolm Peet ha riscontrato che l'etil-EPA, una forma altamente concentrata di omega 3, riduce drasticamente la depressione.
L'olio di pesce ha un ruolo importante nel liberare il cervello da sostanze indesiderate: I complessi di acidi grassi EPA e DHA presenti nell'olio di pesce rendono i globuli rossi e bianchi più flessibili, migliorando la microcircolazione nel cervello, nel cuore e in altri tessuti. Tutte le funzioni di disintossicazione dipendono dalla somministrazione di ossigeno ottimale per il flusso sanguigno. EPA e DHA proteggono il cervello dalle infezioni virali e sono necessarie per lo sviluppo dell'intelligenza e della vista. L'organello cellulare più vitale per la disintossicazione è il perossisoma. Queste strutture di piccole dimensioni sono anche responsabili del lavoro specifico di ogni cellula. Nella ghiandola pineale la melatonina viene prodotta in perossisomi, in neuroni della dopamina e noradrenalina ecc. È qui che il mercurio ed altri metalli tossici attaccano fino a impedire alle cellule di svolgere il loro lavoro. Tutto ciò è un bene, ma quali sono le migliori fonti di olio di pesce? Il consumo di grandi quantità di pesce sarebbe la scelta più logica, ma sapendo che molte specie contengono elevati livelli di mercurio, ciò potrebbe causare ulteriori danni al cervello. Per questo motivo, gli integratori di omega-3 sono probabilmente il modo migliore per mantenere il corpo ben fornito con EPA e DHA. Quando si seleziona un supplemento omega-3, è necessario assicurarsi che sia molecolarmente distillato e che contenga alte percentuali sia di DHA che di EPA, ma soprattutto di DHA. La distillazione molecolare è un processo speciale che rimuove tutte le tossine da petrolio (compreso il mercurio), garantendo un'adeguata protezione per il consumo umano.

10-06-2019

I bioflavonoidi sono di particolare importanza per le donne che soffrono di qualcuno dei numerosi disturbi generalmente riassunti nella definizione "problemi femminili"; ma anche gli uomini, oltre alle donne, sono probabilmente candidati ai sorprendenti benefici dei bioflavonoidi. Una serie di rapporti proviene da Strasburgo, in Francia, dove il dottor Muller e i suoi colleghi presso gli Hospices Civils hanno annunciato i risultati di un esperimento in cui il flavone (un altro nome per indicare i bioflavonoidi) è stato usato in composto su un largo numero di donne ricoverate presso quell'ospedale per disturbi ginecologici.
Il gruppo di medici francesi afferma che la scoperta più interessante è stata che "i composti a base di flavone sono sostituti efficacissimi della terapia ormonica nei casi di emorragia uterina funzionale". In 18 donne su 20, sotto cura per mestruazioni dolorose o irregolari (non causate da malformazioni anatomiche), i risultati vennero classificati da "buoni" a "eccellenti". Il miglioramento era stato progressivo, raggiungendo il massimo al terzo ciclo mestruale. Erano stati notati pochi effetti collaterali. Inoltre, secondo gli sperimentatori, questi stessi composti a base di flavone o bioflavonoidi sono utili anche per impedire l'emorragia che spesso segue l'inserzione di un contraccettivo meccanico. Su 40 donne che avevano preso dei bioflavonoidi dopo l'inserzione di una spirale, soltanto una non presentò un flusso mestruale normale al terzo ciclo.

10-06-2019

Ricerche a lungo termine rivelano come la vitamina B6 e il magnesio possano eliminare le sofferenze legate ai calcoli renali. Per ragioni non del tutto chiare, molte persone tendono a formare calcoli dai sali minerali presenti nell'urina. Prodotti soprattutto nei reni, i calcoli urinari devono spesso essere rimossi chirurgicamente, oppure (se sono abbastanza piccoli) possono essere eliminati attraverso il tratto urinario, provocando dolori acutissimi. Secondo due studi clinici condotti all'Università di Harvard, i sassolini di ossalato di calcio, che sono il tipo più comune, si formano nella grande maggioranza dei casi per una duplice carenza di vitamina B6 e di magnesio. Edwin Prien e Stanley Gershoff due ricercatori di Harvard, hanno pubblicato per la prima volta sull'American Journal of Clinical Nutrition i buoni risultati ottenuti con l'uso di supplementi di magnesio e di vitamina B6 nella cura delle calcolosi renali: su 36 pazienti che prima della cura registravano la formazione di almeno due calcoli renali in un anno, secondo quanto riferiscono i due autori, ben 30 non avevano avuto alcun nuovo episodio di calcolosi durante il periodo di almeno cinque anni in cui erano stati protetti con supplementi quotidiani di ossido di magnesio e di piridossina. Il dato più confortante si ricava però da una seconda ricerca condotta dagli stessi autori, cui hanno partecipato molti più soggetti e più medici, che conferma al di là di ogni dubbio l'azione benefica della vitamina B6 e del magnesio nella prevenzione delle calcolosi renali.
In un articolo pubblicato sul Journal of Urology, Prien e Gershoff riferiscono la ricerca, portata avanti nel corso di cinque anni con la collaborazione di 64 urologi, su un campione selezionato di pazienti con una lunga storia di calcolosi cronica, 265 all'inizio del lavoro, di cui 98 perduti per strada per varie ragioni. Sui 167 pazienti che hanno proseguito il trattamento protettivo fino al termine del programma di sperimentazione clinica, solo 17 sono da considerare un fallimento, continuando a formare calcoli come in passato. Altri 18 presentavano ancora sintomi dolorosi (benchè più lievi di prima): probabilmente, secondo i ricercatori, questi soggetti continuavano a far passare nell'urina piccoli frammenti, quasi una "ghiaia" di pietre renali. I rimanenti 132 erano liberi da calcoli e sintomi. È un grosso risultato: miglioramenti consistenti nell'89% dei casi e nel 79% protezione totale contro la formazione di calcoli, semplicemente prendendo dosi supplementari di due innocue sostanze nutritive. "Numerosi pazienti, essendosi liberati dei calcoli, riferiscono i due ricercatori, interruppero il trattamento e ricominciarono in capo a poche settimane ad avere di nuovo i calcoli, per liberarsene di nuovo una volta ripresa la terapia".

Domenica, 09 Giugno 2019 10:48

CHE COS'E' LA CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE?

10-06-2019

Mechanically Separated Meat (MSM) o carne meccanicamente separata è una tecnologia industriale adottata negli USA sin dal 1960 per recuperare il più possibile i residui di carne dalle ossa dei polli macellati, rimasti dopo la scarnificazione manuale. Le carcasse di pollo surgelato privati dei tagli principali vengono scongelate, ridotte in dimensioni più piccole e inserite in appositi macchinari che rimuovono tutta la carne aderente alle ossa e ricavando un prodotto pastoso simile per colore e consistenza a del gelato alla fragola. La carne così ottenuta viene lavata con uno speciale liquido contenente ammoniaca che la rende completamente insapore; a questo punto viene conferito all'impasto un gusto standardizzato mediante l'utilizzo di aromi artificiali che emulano il sapore di pollo. La carne recuperata mediante separazione meccanica da colonna vertebrale, costole e altre ossa dopo il sezionamento manuale, rappresenta circa il 24 per cento della parte edibile di un pollo e può contenere anche particelle di osso. Ogni anno vengono prodotte tonnellate di «meat slurry» e distribuite in tutto il mondo per essere utilizzate prevalentemente per la produzione di cibo a basso costo. La carne di pollo o di tacchino separata meccanicamente viene impiegata nella preparazione di prodotti industriali come würstel, salsicce, ripieni di tortellini e di ravioli, zuppe liofilizzate, chicken nuggets dei fast-food e alcuni salami. I prodotti alimentari che utilizzano tra gli ingredienti carne ricavata con questo procedimento, devono riportare in etichetta la dicitura «carne separata meccanicamente».
Un'altra tecnologia che permette di ricavare carne dalle ossa è la Advanced Meat Recovery (AMR). Il recupero di carne avanzata è effettuato attraverso un processo meccanico e automatico di macello con cui vengono rimossi gli ultimi residui di carne utilizzabile da ossa e altri materiali della carcassa dopo i tagli primari prelevati manualmente. I macchinari utilizzati in questo processo separano la carne dalle ossa mediante raschiatura e rasatura, oppure comprimendo la carne attaccata alle ossa senza rompere l'osso. Le ossa vengono tagliate a pezzi e inserite nella camera di compressione idraulica, dove vengono pressati tra due cilindri rotanti. La carne viene strizzata come sotto l'azione di un setaccio, separando l'osso spolpato da una parte e il tessuto connettivo sul lato opposto. La carne recuperata viene passata attraverso un ultimo sottile filtro che elimina ogni possibile residuo di osso o di cartilagine. Questa carne è solitamente aggiunta a prodotti trasformati a base di carne come hot dog o salsiccia e utilizzata come ingrediente di prodotti che necessitano di ulteriore trattamento, come ad esempio la cottura. Le prime macchine per la separazione meccanica del tessuto muscolare dalle ossa sono state sviluppate in Giappone, a partire dagli anni quaranta, a fronte della necessità dell’industria di lavorazione del pesce di dover utilizzare le carni di più specie ittiche e della crescente domanda di nuovi alimenti da parte del consumatore.

Domenica, 09 Giugno 2019 04:55

AZIONE ANTIANEMICA DELLA VITAMINA C.

09-06-2019

Per molte giovani donne il prezzo della bellezza è una scarsa salute. Nell’ostinato intento di ottenere una linea migliore, stanno a dieta, riducendo l’apporto alimentare. Troppo spesso i risultati sono svogliatezza, emicrania, irritabilità e altri sintomi spiacevoli. La ragione è che queste donne trascurano di premunirsi contro la perdita ulteriore di sostanze nutritive durante le mestruazioni. La combinazione della perdita di sangue mestruale col diminuito apporto di cibi essenziali spesso produce una carenza delle sostanze nutritive necessarie per la buona salute. E di tutte queste carenze, la più comune tra le donne in età feconda è la mancanza di ferro, che può dar luogo a una vera e propria anemia. Il corpo normalmente recupera il ferro per le nuove cellule rosse del sangue dalle proprie riserve di vecchie cellule rosse demolite. Ma quando queste vecchie cellule rosse vanno perdute con la mestruazione, aumenta il fabbisogno corporeo di ferro. Allora l’organismo deve ricevere e assorbire ferro da fonti esterne.
Il National Research Council stima che due terzi delle donne mestruate e la maggior parte delle donne gravide abbiano riserve limitatissime di ferro o ne siano addirittura prive. Nessuna autorità ne conosce il numero esatto, ma centinaia di milioni di persone nel mondo soffrono di carenza di ferro. L’anemia, moderata o grave, è comune nei bambini in tenera età, come anche negli anziani, ed è stato comunicato che attualmente si trova in fase ascendente nell’adolescenza. L’anemia si riscontra spesso negli uomini, ma le donne sono le più vulnerabili, a causa delle mestruazioni e della gravidanza. La carenza di ferro è la causa principale dell’anemia e a sua volta l’anemia è tra i più comuni segnali di pericolo dell’organismo. L’anemia è qualcosa di più che una faccia pallida od occhi stanchi: può causare palpitazioni, vertigini, macchie davanti agli occhi e, in alcuni casi, comportamento psicotico. Anche cause lievi possono produrre debolezza, irritabilità, dolori gastrici e altri sintomi.
Il trattamento medico standard nei casi d’insufficienza di ferro è a base di sali di ferro, chiamati ematinici. Questi sali migliorano la qualità del sangue, aumentando il tasso di emoglobina, che rende i globuli rossi capaci di distribuire ossigeno a tutte le parti del corpo. Purtroppo, in molti casi non appena il paziente cessa le iniezioni l’anemia si ripresenta, anche se il medico ha prescritto supplementi dietetici quotidiani di pillole di ferro. In tal caso, non è tanto la mancanza di un adeguato rifornimento di ferro nella dieta, quanto la mancanza di un altro elemento biochimico necessario perché il corpo possa assorbire il ferro che consuma. Questo elemento supplementare è la VITAMINA C.
Emil Maro Schleicher, direttore del reparto di ematologia del St. Barnabas Hospital di Minneapolis, ha di recente scoperto nel corso di studi sperimentali che la vitamina C è necessaria all’assorbimento di ferro da parte dell’organismo. In un suo articolo su Minnesota Medicine, il dottor Schleicher avverte: “Mentre i clinici sono consapevoli che i sali di ferro, quali il solfato ferroso e il gluconato ferroso, sono ematinici efficaci, forse non valutano appieno la ragione per combinare i sali ferrosi con l’acido ascorbico”. Il dottor Schleicher pubblicò le sue osservazioni dopo aver curato 30 pazienti di sesso femminile, dai 14 ai 42 anni, che soffrivano di carenza di ferro nel plasma sanguigno dovuta ad eccessive perdite mestruali di sangue. A ciascuna delle pazienti era stata somministrata due volte al giorno una compressa contenente 200 mg di fumarato ferroso (altro sale di ferro) e 600 mg di acido ascorbico. La carenza di ferro “fu alleviata nel giro di 60 giorni”, afferma il rapporto. È stato riscontrato che l’uso della vitamina C aiutava l’organismo ad assorbire il ferro contenuto nella compressa molto più efficacemente che senza la vitamina. Oltre a ciò, 21 pazienti, esaminate dopo un anno dalla sospensione della terapia, presentavano tutte un normale flusso mestruale e gli esami del sangue rivelavano che le loro riserve di ferro erano rimaste normali. Sempre secondo l’articolo del Minnesota Medicine, altri due ricercatori, Israel e Simmons, che avevano condotto degli esperimenti con una combinazione di solfato ferroso e acido ascorbico in compresse, raccomandavano di usare 700 mg di vitamina C insieme al sale di ferro. Il dottor Schleicher aggiungeva che la carenza cronica di ferro nel sangue è spesso complicata da effetti collaterali di scorbuto, uno stato patologico dovuto a un prolungato depauperamento di vitamina C. Questo fatto, egli afferma, giustifica l’apparentemente forte dose di questa vitamina. D’altro canto, l’anemia in forma grave è anche uno dei sintomi dello scorbuto. È perciò chiaro che la vitamina C e il ferro sono veramente complementari l’una dell’altro e che una mancanza dell’una può provocare un’insufficienza dell’altro. 
In un altro studio (American Journal of Clinical Nutrition), il dottor Paul McCurdy della Georgetown University School of Medicine e il dottor Raymond Dern della Loyola University Stritch School of Medicine, hanno messo in evidenza che la vitamina C esalta gli effetti dell’assorbimento del ferro. McCurdy e Dern osservarono che con dosi di solfato ferroso dai 15 ai 120 mg, l’acido ascorbico in ragione di 200-500 mg raddoppiava o quasi l’assorbimento del ferro. Essi constatarono che con qualunque dosaggio del ferro 500 mg di acido ascorbico avevano un effetto migliore di 200 mg. Volontari di sesso maschile vennero sottoposti a test con varie combinazioni di ferro e acido ascorbico. Uno dei dati di fatto già constatati in precedenti studi dai ricercatori scandinavi Brise e Hallberg fu che ciò che viene considerato un apporto normale di vitamina C (dai 10 ai 50 mg) non aveva alcun effetto sull’assorbimento di ferro. Allo scopo di influenzare tale assorbimento, la dose di vitamina C doveva essere sostanzialmente maggiore. Occorrevano almeno 200 mg di vitamina C per iniziare l’assorbimento del ferro, mentre il miglior assorbimento possibile si otteneva con dosi di 500 mg. Con tale dose, si osservò che ne veniva assorbito 1,88 volte tanto (cioè quasi il doppio). Gli autori richiamarono l’attenzione sulle implicazioni terapeutiche di queste scoperte, cioè che può essere possibile somministrare meno ferro e tuttavia assicurare un maggior assorbimento con l’aggiunta di vitamina C. Anche se la nostra dieta abituale è ricca di ferro, il fabbisogno minimo di questo importante minerale non ci viene garantito. Secondo il dottor Clement Finch, professore di medicina e capo della Divisione di Ematologia dell’Università di Washington, misurazioni condotte sull’uomo indicano che l’assorbimento di ferro di origine alimentare si calcola tra il 5% e il 15% di quello disponibile nel cibo. Studi su varie sostanze nutritive dimostrano che del ferro presente nelle verdure ne può essere assorbito il 10%-30%, e dalle proteine animali il 10%-39%. Con un apporto giornaliero di vitamina C, tuttavia, possiamo aumentare considerevolmente il quantitativo di ferro assorbito dal cibo. La differenza, per molti, potrebbe essere decisiva.

09-06-2019

Molte mamme e papà sanno bene quanto può essere difficile far mangiare le giuste porzioni giornaliere di frutta e verdura ai bambini. Voglio pertanto offrirvi alcune semplici indicazioni e trucchi per rendere il mangiare “verde” più appetibile agli occhi dei piccoli. Innanzitutto, occorre fare delle considerazioni apparentemente scontate: per poter convincere il vostro bambino a seguire una sana alimentazione è necessario che voi genitori siate i primi a dare il buon esempio. Sulla stessa scia si pone anche il consiglio di evitare l’acquisto di troppe merendine o prodotti confezionati scegliendo il momento dello spuntino come occasione utile per offrire snack salutari a base di frutta e verdura. Per interessare i più piccoli al mondo alimentare vegetale, inoltre, può essere utile consentire loro di esplorare e scoprire le varietà di cibi "verdi" disponibili e le possibili varianti di cottura.
A questo proposito si può anche scegliere di offrire questi alimenti insieme a quelli più amati dai piccoli: se il vostro bambino ama la pasta, provare a cucinarla insieme a broccoli o piselli, ad esempio. Anche la varietà aiuta a combattere la noia. Invece del solito pomodoro o delle patate, provate a proporre varietà differenti, insolite e a cucinarle in maniera diversa, magari aiutandovi con delle spezie, per renderle più saporite, e diminuire quindi il sale. Ad esempio, zucchine e carote alla curcuma, diventano gialle e sono molto più saporite. Inoltre i centrifugati o i frullati possono costituire un’ottima modalità per far assumere tutti i nutrienti della frutta e della verdura senza troppe proteste. Ci sono diverse combinazioni che risulteranno appetitose anche ai bambini.
Pure le modalità di presentazione, ovviamente, possono far la differenza: provare allora a servire la frutta realizzando delle forme geometriche o di animali e giocate con i colori in modo che i vostri figli possano esserne attratti. Inoltre è importante che noi stessi consumiamo tanta frutta e verdura in modo da costituire un buon esempio agli occhi dei pargoli: prima o poi si renderanno conto che sono buone e piacevoli da mangiare. Se i piccoli hanno voglia di un fuori-pasto o chiedono un pre-cena, non offrire le solite merendine o i biscotti ultra-dolci che consiglia la pubblicità, ma proporre frutta a pezzi e verdura in pinzimonio magari accompagnata da una salsina vegetale appetitosa. E per ultimo, scegliere ricette di pietanze che gli piacciono ma in cui sia possibile introdurre della verdura come ulteriore ingrediente. Ad esempio le frittelle, ma alle zucchine, i muffin, ma ai mirtilli.

Domenica, 09 Giugno 2019 04:51

TRATTAMENTO NATURALE DELL'ONICOMICOSI.

09-06-2019

Le infezioni fungine delle unghie possono essere molto fastidiose. In questi casi potenziare le difese immunitarie è importante, ma spesso non è sufficiente. Per fortuna sono state scoperte varie erbe particolarmente efficaci. Il rimedio oggetto di maggior interesse da parte dei ricercatori in questo campo è l'olio di melaleuca (tea tree oil). In uno studio in doppio cieco su 117 persone affette da tinea unguium (il nome latino delle infezioni fungine delle unghie), i pazienti hanno dovuto applicare olio di melaleuca o placebo due volte al giorno per sei mesi. Al termine dei sei mesi, il 50% del gruppo trattato aveva risolto del tutto o in parte il problema, mentre nel gruppo placebo non c'era stato praticamente nessun miglioramento. L'olio di melaleuca è una sostanza potente e può irritare le pelli sensibili, per cui ai bambini e a chi ha la pelle particolarmente delicata si consiglia di utilizzarlo diluito nell'olio d'oliva.

07-06-2019

Chi era convinto che mangiare gallette di riso in alternativa al pane fosse un’ottima scelta dovrà cambiare in parte le proprie abitudini. La FDA è l’organismo statunitense che controlla periodicamente alimenti e medicinali al fine di scoprire se nascondono pericoli per la nostra salute. Ed ecco che le gallette di riso sono sotto osservazione già da tempo con il risultato che presentano arsenico inorganico in quantità minima ma è facile intuire che sommando tante gallette di riso il livello di arsenico ci avvelena, quindi con effetti negativi a lungo termine. Chiariamo subito che l’arsenico è un elemento chimico riscontrabile più o meno in modo uniforme sulla crosta terrestre. Viene rilasciato da eruzioni vulcaniche, dall’erosione della crosta ma anche da attività umane quali bruciare legno, carbone, benzina e altro. Di conseguenza l’arsenico si trova nel suolo, in aria, nelle acque ed è inevitabile che venga assorbito dai prodotti alimentari come il riso.
Il controllo della FDA ha interessato circa 200 tipi di riso e più di 1.000 prodotti che lo contengono, quindi non solo gallette di riso ma anche dolci e bevande. Il livello di arsenico riscontrato varia in modo molto significativo da prodotto a prodotto e le gallette di riso sono quelle che ne contengono in misura maggiore. Importante sarebbe sapere quale riso o meglio da dove proviene il riso che contiene maggiore quantità di arsenico. Al momento la FDA non ha lanciato nessun allarme ma continua ad analizzare il tutto per capire l’eventuale livello di rischio. Intanto raccomanda una dieta equilibrata che non sia rivolta soprattutto al riso. Avendo un’ampia varietà di cereali possiamo e dobbiamo scegliere. L’arsenico c’è, una galletta di riso ne contiene livelli minimi, tante gallette di riso fanno di certo male.

Giovedì, 06 Giugno 2019 19:03

L’IMPORTANZA DEI MITOCONDRI.

07-06-2019

Ogni cellula dell'organismo richiede energia metabolica per funzionare e la produzione di energia avviene principalmente in speciali organi all'interno della cellula, detti mitocondri. Nei mitocondri gli enzimi del ciclo di Krebs metabolizzano i carboidrati e gli acidi grassi per produrre ATP, una sostanza indispensabile per il funzionamento degli enzimi. Un motivo per cui chi svolge regolarmente attività fisica ha più energia è che con l'esercizio fisico aumenta il numero dei mitocondri. Oltre ai muscoli, la ginnastica fa crescere anche i mitocondri. Questo significa più energia non soltanto per allenarsi, ma anche per altre attività importanti della nostra vita. È documentato che il numero e l'efficienza dei mitocondri in termini di produzione energetica sono forse l'unità di misura più accurata dell'età biologica. L'invecchiamento può essere così considerato il risultato cumulativo dei danni ai mitocondri. Quando i danni raggiungono il 70% dei mitocondri, la rigenerazione diventa impossibile e le cellule cominciano a funzionare male.
La maggior parte dei danni ai mitocondri sono di natura ossidativa, provocati dai radicali liberi, dal protossido di azoto e da altre tossine, alcune delle quali provengono dai batteri intestinali dannosi. Se alcuni radicali liberi vengono dalle tossine ambientali, la maggioranza deriva dalla produzione di energia nei mitocondri a partire da ossigeno e sostanze organiche. Il glutatione è il principale agente antiossidante che protegge i mitocondri e proviene da due fonti: l'alimentazione e la sintesi. Il glutatione di origine alimentare si trova nella frutta e nella verdura fresche, nella carne e nel pesce cotti, non sembra risentire della digestione e viene assorbito bene a livello intestinale. Purtroppo però non attraversa altrettanto bene la membrana mitocondriale. Per fortuna i mitocondri sintetizzano il glutatione internamente, ma in misura minore se si hanno malattie epatiche, come la cirrosi. Alcuni nutrienti, come la N-acetilcisteina (NAC), la glicina e la metionina, favoriscono la sintesi del glutatione e attraversano la membrana mitocondriale. L'integrazione di N-acetilcisteina, precursore del glutatione, fa salire i valori intracellulari di glutatione. Questo è uno dei motivi per cui viene prescritta in dosi elevate, sia per bocca sia per via endovenosa, per diminuire la tossicità dei farmaci usati nella chemioterapia antitumorale.

07-06-2019

Un cambiamento nello stile di vita, che include cibi ricchi di proprietà utili alla fluidificazione del sangue è il modo migliore per evitare problematiche legate alla circolazione e a coaguli del sangue. Utile sia per chi abbia già avuto precedenti problemi sia per chi non ne ha mai avuti. Il coagulo di sangue più grave è l’embolia, che può avere conseguenze fatali. Le embolie possono verificarsi nei vasi sanguigni o arterie, possono esistere ad esempio embolie al cervello che provocano danni cerebrali, come anche embolie coronariche con attacchi cardiaci. Ma le casistiche sono vaste. Diversi fattori possono portare alla coagulazione del sangue. Ma una dieta controllata e sana ci può aiutare enormemente. È importante impostare una dieta che include un equilibrio di nutrienti e antiossidanti per prevenire la coagulazione. Le spezie giocano un ruolo importante nell’aiutare la fluidificazione del sangue, il peperoncino rosso, lo zenzero, il peperoncino di Cayenna, il Curry dovrebbero essere integrati abitualmente nella nostra alimentazione. I salicilati (come l’aspirina) si trovano anche in diverse varietà di frutta e verdura. Tra i vegetali con il più alto livello salicilico abbiamo: arance, mandarini, albicocche, prugne, ananas, more, ribes nero, mirtilli, uva, lamponi, fragole, olive, pomodori, cicoria e ravanelli. Tra gli altri alimenti troviamo il miele, il tè verde e il tè nero.
Il trombossano è un composto che favorisce l’aggregazione delle piastrine e può essere ostacolato naturalmente attraverso alimenti come aglio e cipolle. Le cipolle inoltre evitano l’accumulo di lipidi nel sangue, altro aspetto che può produrre addensamenti e promuovere la coagulazione. La mela contiene un composto denominato rutina, un glicoside flavonoico che agisce come anticoagulante sia nelle vene sia nelle arterie. La rutina, nota anche come quercetina-3-rutinoside o vitamina P, non interviene direttamente sul coagulo di sangue bensì su una classe di enzimi chiamati disolfuro isomerasi che vengono rapidamente rilasciati dalle cellule quando il sangue si coagula all’interno dei vasi. In questo modo si inibisce efficacemente sia l’accumulo piastrinico sia la produzione di fibrina. La rutina non si trova solamente nelle mele ma anche nelle arance, nei pompelmi, nei limoni, nel grano saraceno, nel tè, nel vino rosso, nella menta piperita e nelle cipolle.
Il natto è un alimento a base di soia appartenente alla tradizione culinaria giapponese. Possiede un forte odore pungente e ha un aspetto decisamente viscido, ma aldilà delle apparenze è un cibo straordinariamente ricco di proprietà e benefici, soprattutto per l’intestino dato che contiene un elevato livello di probiotici. Oltre a ciò, all’interno del natto troviamo un enzima chiamato nattochinase, sostanza capace di ridurre la formazione di coaguli di sangue e di sciogliere quelli che si sono già formati. Il nattochinase interviene sulla fibrina, la proteina principalmente coinvolta nella coagulazione del sangue. Il natto inoltre fornisce un buon apporto di vitamina K2, essenziale per una corretta coagulazione, oltre che per la salute delle ossa e per la prevenzione dell’osteoporosi.
Gli acidi grassi omega-3 agiscono riducendo il contenuto di colesterolo e stimolando il rilascio di enzimi per fluidificare il sangue. Gli omega-3 sono presenti oltre che nei pesci grassi come il salmone e lo sgombro, aringhe, sardine, tonno, anche in vegetali come i cavoletti di Bruxelles, i cavoli, gli spinaci, la frutta secca, i semi di lino, i semi di chia, e l’olio di semi di lino. Un importante scoperta è stata effettuata sui semi di pomodoro come alternativa all’aspirina, un gel prelevato dai semi che risulta essere capace di rendere più fluido il sangue, evitare coaguli e trombi, tanto da indurre i ricercatori del Rowett Institute di Aberdeen, in Scozia, a creare un estratto da bere ogni giorno, simile ad un succo di frutta. La sperimentazione dell’alimento funzionale ha confermato le proprietà benefiche dei semi di pomodoro. Il gel, che è incolore e inodore, può essere aggiunto ai cibi senza alterarne le caratteristiche. Gli effetti sono sul cuore: le autorità sanitarie europee hanno certificato che l’ingrediente migliora la fluidità del sangue e ha approvato l’indicazione terapeutica sulle confezioni. Si beve una volta al giorno, anche in aggiunta ad altri piatti, e durante i test di laboratorio i ricercatori hanno visto il sangue fluidificarsi in 3 ore con risultati che possono durare fino a 18 ore.

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