Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

23-02-2016

La dieta è sempre importante, ma assume un valore maggiore durante la gravidanza perché tutto ciò che passa dalla bocca allo stomaco della madre finisce inevitabilmente per influenzare anche il feto. Ecco pertanto che seguire una dieta sana è uno dei modi per prendersi cura di sé e del bambino che si porta in grembo. Se, per contro, la mamma è invece solita cibarsi di alimenti poco sani o “spazzatura”, ecco che si avvia un processo cerebrale che va a influire sulla tolleranza agli oppioidi nel bambino. Ciò che più precisamente accade è stato svelato da un nuovo studio australiano pubblicato sul The Faseb Journal. Qui, la dottoressa Beverly Muhlhausler e colleghi del Centro di ricerca FoodPLUS presso la Scuola di Politiche Agricole Alimentari e del Vino presso l’Università di Adelaide, hanno evidenziato come il cibo spazzatura può causare modifiche nello sviluppo della via di segnalazione degli oppioidi nel cervello del feto. La conseguenza è che i bambini divengono meno sensibili agli oppioidi che vengono rilasciati al momento del consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi e zuccheri. Questa ridotta sensibilità si manifesta con una maggiore tolleranza al cibo spazzatura, per cui il bambino sente il bisogno – quasi una vera e propria dipendenza – di mangiarne di più per ottenere la stessa sensazione di benessere che, al contrario, avrebbe invece ottenuto con una quantità decisamente minore o del tutto assente.
«I risultati di questa ricerca - spiega Muhlhausler - ci permette in ultima analisi di informare meglio le donne in gravidanza circa l’effetto duraturo che la loro dieta ha sullo sviluppo delle preferenze alimentari del loro bambino per tutta la vita, e il rischio di malattie metaboliche. Speriamo che questo incoraggi le madri a fare scelte alimentari più sane, che promuovano la salute dei bambini». Lo studio dei ricercatori australiani è stato condotto su modello animale, e i risultati hanno mostrato in modo significativo che i cuccioli le cui madri erano state alimentate con cibo spazzatura consumato dagli esseri umani, sia durante la gravidanza che l’allattamento, erano meno sensibili agli oppioidi e avevano un alterato rilascio di dopamina. Tutto questo si è tradotto in una minore assuefazione ai grassi e agli zuccheri, che venivano consumati così in misura maggiore.

 

http://www.fasebj.org/content/early/2012/12/10/fj.12-217653.full.pdf

22-02-2016

Una ricerca pubblicata online sul “Journal of Epidemology & Community Health” farà felici gli amanti di spigole, orate e tonno. La ricetta per contrastare la depressione parte infatti dal menù, che deve essere ricco di pesce. Lo studio rivela come l’associazione tra dieta ricca di pesce e salute mentale è significativa, sia fra gli uomini che fra le donne. I ricercatori hanno esaminato i dati di alcuni lavori pubblicati fra il 2001 e il 2014: su 101 articoli, 16 sono stati inclusi nell’analisi e riguardavano 150.278 persone (coinvolte in 26 studi). Dopo l’analisi di tutti i dati, i ricercatori hanno scoperto un’associazione significativa tra chi mangiava più pesce e un -17% del rischio di depressione rispetto a chi portava in tavola raramente o mai questo alimento. L’effetto è stato rilevato solo nei lavori europei ed è risultato più forte negli uomini (-20% del rischio) che nelle donne (-16%).
Dato che si tratta di uno studio osservazionale, non si possono trarre dalla ricerca delle conclusioni definitive sul legame causa-effetto, spiegano i ricercatori. Ma esistono diverse possibili spiegazioni biologiche per il fenomeno. Ad esempio, gli acidi grassi omega-3 presenti nel pesce potrebbero alterare la microstruttura delle membrane cellulari e modificare l’attività dei neurotrasmettitori dopamina e serotonina, coinvolti nella depressione. Ma anche l’alta qualità di proteine, vitamine e minerali del pesce potrebbero aiutare a contrastare l’insorgere della depressione, suggeriscono gli autori dello studio diretti da Dongfeng Zhang della Qingdao University di Shandong (Cina). “Un più elevato consumo di pesce può essere utile nella prevenzione primaria della depressione - concludono i ricercatori - anche se sono necessari ulteriori studi per investigare se questo legame varia in base al tipo di pesce” portato in tavola.

 

http://jech.bmj.com/content/early/2015/08/21/jech-2015-206278.abstract

https://www.sciencedaily.com/releases/2015/09/150910185034.htm

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-09/b-eal090815.php

22-02-2016

Un'eventuale vaccinazione antinfluenzale, dunque, non potrà in ogni caso porci al riparo dalla maggior parte di queste patologie proprio perchè non attaccate dagli antigeni presenti nel vaccino. Secondariamente la vaccinazione è efficace solo in una percentuale che varia dal 30 al 50 per cento anche secondo gli stessi sostenitori del vaccino. Una volta vaccinati, quindi, il rischio di contrarre comunque l'influenza è notevole. Se poi pensiamo che i vaccini sono predisposti a primavera e i virus che si presenteranno (cambiano ogni anno) sono individuati solo nell'inverno successivo ecco che il quadro si completa. Inoltre, non è mai stata fatta alcuna ricerca seria "a doppio cieco" da cui risulti che la vaccinazione sia efficace e innocua, in particolare per le persone a rischio. Questa vaccinazione non ha fondamento scientifico. Anzi, essa agisce sul sistema immunitario indebolendolo ed esponendo il fisico all'aggressione di qualsiasi agente infettivo.

21-02-2016

I ricercatori hanno scoperto che l’olio di cocco è ricco di una potente sostanza anticancro che si è dimostrata in grado di uccidere il 93% delle cellule del cancro al colon in soli due giorni. Lo studio pubblicato sulla rivista Cancer Research, dai ricercatori dell’Università di Adelaide, ha scoperto che l’acido laurico, che costituisce almeno il 50% dell’olio di cocco, ha sterminato più del 90% delle cellule del cancro del colon dopo appena due giorni di trattamento in una linea cellulare di tumore del colon in vitro. Lo studio cita anche altre ricerche che mostrano come l’acido laurico può indurre morte delle cellule tumorali sia in vitro che in vivo. Infatti sono stati condotti degli studi sugli animali che mostrano come l’olio di cocco sia effettivamente potente nella cura del cancro. I ricercatori hanno scoperto infatti che l’acido laurico ha indotto la morte delle cellule cancerose nel tratto intestinale delle cellule epiteliali dei topi. L’acido laurico è un acido grasso a catena media che si trova in grande quantità nel latte materno e che:

• Supporta il sistema immunitario.
• Ha proprietà antimicrobiche.
• Ha proprietà antivirali.
• Induce la morte delle cellule cancerose.

E’ in grado di inibire efficacemente l’enzima 5-alfa reduttasi che trasforma il testosterone in DHT (diidrotestosterone) e quindi è utile per contrastare le affezioni legate agli androgeni come l’iperplasia e il tumore della prostata, l’irsutismo, la sindrome dell’ovaio policistico, l’acne e l’alopecia androgenetica. Secondo l’American Society for Nutrition, gli studi clinici hanno anche dimostrato che i grassi trovati all’interno dell’olio di cocco “sono utili nel trattamento e prevenzione di malattie come il diabete, l’osteoporosi, malattie dovute a virus (mononucleosi, epatite C, l’herpes ecc.), malattie della colecisti, morbo di Crohn, e il cancro”. L’olio di cocco si è dimostrato anche in grado di ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e migliorare la qualità della vita dei malati di cancro. Ci sarebbero tante proprietà salutari e curative associate all’olio di cocco e ulteriori ricerche potrebbero mettere in luce altre possibili applicazioni.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24356281

http://www.collective-evolution.com/2016/01/08/scientists-discover-coconut-oil-exterminates-93-percent-of-colon-cancer-cells-in-two-days/

 

 

 

21-02-2016

Coca Cola Light, Zero e Classica, quali differenze ci sono tra i diversi tipi? Cosa le caratterizza? Passerò in rassegna le 3 bibite per capire meglio cosa contengono veramente. Una piccola precisazione: nell’articolo troverete per alcuni ingredienti l’ADI cioè la dose giornaliera accettabile. Rappresenta la quantità della sostanza in questione che può essere ingerita tutti i giorni per tutta la vita senza effetti avversi sull’uomo sulla base delle attuali conoscenze scientifiche.

COCA COLA CLASSICA

La Coca Cola classica è da considerare il capostipite delle bevande zuccherate non alcoliche. Nata ad Atlanta nel 1886 grazie al Dr. John Stith Pemberton, farmacista, allora era venduta come bevanda da asporto a pochi centesimi il bicchiere.

INGREDIENTI: acqua, zucchero, anidride carbonica, colorante E 150d, acidificante: acido fosforico; aromi naturali (inclusa caffeina).

- ZUCCHERO: la quantità in una lattina è decisamente alta, come alte sono quindi le calorie: 139 che corrispondono a circa il 7% delle calorie totali giornaliere per un adulto medio. Su questo dato solo una piccola riflessione: una merenda dovrebbe coprire circa il 5% delle calorie giornaliere, quindi una sola lattina è “troppo abbondante” se considerata come una merenda (immaginate invece durante un pasto o addirittura come bibita di accompagnamento ad uno spuntino, le calorie salgono vertiginosamente). 35 g di zucchero corrispondo a circa 7 cucchiaini: una dose che probabilmente nella quotidianità non sarebbe mai consumata. Gli effetti sulla salute non vanno trascurati: coprendo infatti quasi il 40% della quantità totale di zuccheri semplici nella dieta, poco ci rimane da consumare per arrivare al 100% (gli zuccheri semplici sono contenuti anche nella frutta ad esempio). Tutti questi zuccheri influenzano negativamente diversi aspetti del metabolismo, predisponendoci a obesità, diabete, sindrome metabolica (solo per citare alcune delle conseguenze). Inoltre una loro assunzione così elevata causa una risposta insulinica anomala ed esagerata: in pratica è messo in circolo una grande quantità dell’ormone che dopo poco tempo porta ad una marcata ipoglicemia: il segnale che stimola la sensazione di fame.

- E 150d - CARAMELLO SOLFITO AMMONIACALE: è un colorante alimentare contenuto in numerosi alimenti, negli anni ha suscitato numerosi sospetti di cancerogenicità, tuttavia la quantità di additivo mediamente consumata dalla popolazione generale non desta sospetti. L’ADI è di 300 mg per chilo di peso corporeo al giorno.

- E 338 - ACIDO FOSFORICO: una volta ingerito è escreto sotto forma di fosfato di calcio nelle feci, proprio per questa ragione, se assunto in grandi quantità può alterare l’equilibrio calcio/fosforo sottraendo calcio all’organismo e facilitando il rachitismo (malattia caratteristica dell’età pediatrica causata da un difetto di ossificazione). L’ADI è di 30 mg per chilo di peso corporeo al giorno.

COCA COLA LIGHT

Secondogenita della famiglia, è nata in seguito al boom di prodotti dietetici senza zuccheri. Ma tolto lo zucchero, aumentano gli ingredienti, soprattutto edulcoranti cioè additivi di sintesi che servono a dolcificare prodotti industriali al posto dello zucchero. Ma non è tutto oro ciò che luccica: se da una parte è vero che tutto lo zucchero contenuto nella Coca Cola classica risulta dannoso per la salute, altrettanto è possibile supporlo per i dolcificanti artificiali.

INGREDIENTI: acqua, anidride carbonica, colorante E 150d, acidificante: acido fosforico; edulcoloranti: aspartame, acesulfame K, aromi naturali (inclusa caffeina), correttore di acidità: citrato trisodico.

- E 950 - ACESULFAMIDE K: ha un potere dolcificante circa 200 volte maggiore di quello dello zucchero. L’ADI è di 9 mg per chilo di peso corporeo al giorno. Stimola la produzione di insulina: questa caratteristica non può di certo dirsi favorevole o benevola per la nostra salute. L’insulina è un ormone prodotto dal nostro corpo in risposta all’ingestione di carboidrati, quindi zuccheri: tuttavia i dolcificanti artificiali pur non essendo veri e propri carboidrati si comportano come tali. Quindi il corpo in seguito alla loro assunzione produce insulina che in realtà non serve a nulla. Questo a lungo andare può creare forti squilibri metabolici.

- E 951 - ASPARTAME: ha un potere dolcificante circa 200 volte maggiore di quello dello zucchero. L’ADI è di 40 mg per chilo di peso corporeo al giorno. È composto da acido aspartico, fenilalanina e metanolo: studi su quest’ultimo hanno rivelato che un suo consumo eccessivo possa influenzare umore, comportamento e fame (si crede che tenda ad aumentare la fame). Se utilizzato per preparazioni dolciarie, quindi scaldato sopra i 200°C, la tossicità è aumentata. Sono stata segnalate reazioni allergiche o pseudo-allergiche come emicranie e mal di testa.

- E 331 - CITRATO TRISODICO: presente naturalmente negli agrumi non sembra dare problemi di tossicità.

COCA COLA ZERO

In ordine cronologico l’ultima nata nella famiglia, in realtà è stata prodotta in risposta alla Coca Cola Light: considerata infatti da molti una bevanda prettamente “femminile” (il termine light agli uomini non fa impazzire) l’azienda ha pensato di produrre praticamente la stessa bevanda, cambiargli vestito e renderla più “idonea” al consumo maschile. Tuttavia non è stato fatto un buon lavoro, l’unica differenza tra la Light e la Zero è l’aggiunta nell’ultima versione di un dolcificante, probabilmente uno dei più sospetti.

INGREDIENTI: acqua, anidride carbonica, colorante E 150d, edulcoranti: ciclamato di sodio, acesulfame K, aspartame; acidificante: acido fosforico, armi naturali (inclusa caffeina), correttore di acidità: citrato trisodico.

E 952 - CICLAMATO DI SODIO: ha un potere dolcificante circa 30 volte maggiore di quello dello zucchero. L’ADI è di 11 mg per chilo di peso corporeo al giorno. Per questo additivo va sottolineato il fatto che negli Stati Uniti è stato vietato dalla FDA (Food and Drugs Administration) dal 1970 applicando il principio di precauzione per la popolazione americana (è vietato anche nel Regno Unito). La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) lo ha classificato nel gruppo 3 cioè tra quelle sostanze che ad oggi non hanno dato prova di cancerogenicità sull’uomo. Stimola la produzione di insulina.

Domenica, 21 Febbraio 2016 08:27

8 BUONI MOTIVI PER COMBINARE MIELE E CANNELLA.

21-02-2016

E’ noto che bere al mattino, a stomaco vuoto, un bicchiere di acqua tiepida con miele e cannella è il modo migliore per perdere peso, ma questa combinazione può fare molto di più. Di seguito, alcuni dei benefici meno noti, della combinazione miele e cannella:

1. AUMENTA L’IMMUNITA’

Molti nutrizionisti affermano che la combinazione di miele e cannella può favorire l’immunità. La cannella possiede proprietà antivirali, antifungine e proprietà antibatteriche in grado di prevenire molte malattie respiratorie, così come le infezioni intestinali. Gli agenti antimicrobici presenti nel miele possono impedire la crescita di batteri e virus e prevenire molte infezioni come raffreddore e influenza.

2. ABBASSA IL COLESTEROLO CATTIVO

Se si consumano regolarmente miele in piccole quantità con la cannella, è possibile ridurre i livelli di lipoproteine a bassa densità o colesterolo cattivo e trigliceridi. La miscela può aiutare a liberare le arterie intasate e ridurre le possibilità di attacco di cuore.

3. ALLEVIA LA TOSSE

Miele e cannella insieme possono essere molto efficaci come rimedio naturale per la tosse. La combinazione può ridurre la produzione di muco e calmare naturalmente la tosse. La cannella ha proprietà antisettiche e naturali di riscaldamento che possono alleviare la congestione.

4. MANTIENE STABILI I LIVELLI DI ZUCCHERO NEL SANGUE

L’aggiunta di cannella e miele alla dieta aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, riducendo al minimo le probabilità di sviluppare il diabete. Secondo una ricerca dell’University of California, la cannella ha dimostrato di ridurre lo zucchero nel sangue in quanto può bilanciare i livelli di insulina.

5. MIGLIORA LA SALUTE DELL’APPARATO DIGERENTE

La combinazione di questi due alimenti aiuta la digestione ed elimina le tossine dal colon. Inoltre, il miele ha proprietà antimicrobiche che favoriscono la salute gastrointestinale, eliminando i radicali liberi. La cannella è un carminativo eccellente che può alleviare i gas intestinali. Favorisce la produzione di batteri buoni nell’intestino, aiutando il processo digestivo.

6. TRATTA LE INFEZIONI DELLA VESCICA

La combinazione cannella e miele può essere una soluzione straordinaria per il trattamento delle infezioni della vescica e cistite batterica. Entrambi gli ingredienti possiedono proprietà antimicrobiche che possono eliminare ogni forma di infezione dalla vescica.

7. ELIMINA L’ALITO CATTIVO

La combinazione cannella e miele può essere un rinfrescare naturale dell’alito. Sia il miele che la cannella contengono proprietà antibatteriche che possono naturalmente eliminare l’alito cattivo. Può anche prevenire la placca che causa cattivi odori. Questa combinazione funziona molto bene per neutralizzare gli odori di cipolla e aglio.

8. PREVIENE LA CARIE

La combinazione di cannella e miele è in grado di inibire la crescita dei patogeni che portano a carie e placca dentale. Grazie alle sue proprietà antimicrobiche, il miele può prevenire le carie. L’applicazione di una pasta di cannella e miele, più volte al giorno, è in grado di trattare le gengive infette. Per la pasta, mescolare un cucchiaino di cannella in polvere con un cucchiaio di miele. È inoltre possibile aggiungere un cucchiaio di olio extravergine d’oliva all’impasto per una consistenza più morbida.

21-02-2016

La pubblicità ci ha davvero scombinato la vita, soprattutto per quanto riguarda i generi alimentari: ci sono dei bellissimi bambini che ti raccontano che le loro merendine sono sane (forse perché sono troppo piccoli e non sanno leggere gli ingredienti), adulti che consigliano barrette al cioccolato con pochissimo cioccolato, e poi ci sono le insalate già tagliate. Ci dicono che sono comode, pratiche e pulite. Ma quanto è vero? In un test svolto qualche anno fa dalla rivista “il salvagente” è emerso che la carica batterica dell’insalata appena imbustata era superiore alla normativa di legge (francese, perché in italia la normativa non c’era) e, nel giorno di scadenza, la carica batterica era aumentata ulteriormente dell’80%. Perché accade questo? Perché l’insalata tagliata continua a perdere il proprio liquido cellulare e i batteri, ovviamente se ne cibano. La carica batterica risulta assai più alta di quella che si trova sull’insalata dell’orto non lavata! Il Guardian poi sostiene che il lavaggio è spesso fatto in modo piuttosto approssimativo. Nel 3% delle buste i ricercatori hanno individuato l’Escherichia coli. E in 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la patogenicità della contaminazione. Percentuali persino più elevate sono invece il risultato della ricerca di altri germi patogeni: l’Enterobacter sakazakü è stato isolato nel 10% dei campioni, lo Pseudomonas nel 17% e lo Staphylococcus nel 18% delle insalate. Inoltre c’è da dire che in media una busta di insalata già tagliata costa 4 volte di più della pianta presa al mercato. Infine secondo uno studio dell’INRAN, i prodotti tagliati e imprigionati nelle buste perdono fino al 50% dei loro elementi nutritivi antiossidanti. Insomma stiamo comprando, ad un prezzo maggiorato, qualcosa che non solo ha perso i propri nutrimenti, ma che potrebbe farci anche male? Certo, molti potranno dire che si risparmia tempo, ma forse è lo stesso tempo che si perde poi nel guardare la pubblicità della propria insalata.

Sabato, 20 Febbraio 2016 07:32

FARE LA DOCCIA OGNI GIORNO FA MALE.

20-02-2016

Fate la doccia ogni giorno? Secondo uno studio condotto da due dermatologi americani, sbagliate di grosso. Infatti, lavandovi ogni giorno correte il rischio di eliminare il film protettivo che è naturalmente sulla pelle, rendendola più vulnerabile agli agenti esterni. Gli agenti chimici dei saponi utilizzati ridurrebbero lo strato protettivo della pelle, che aiuterebbe l’organismo a difendersi dall’attacco dei batteri. L’ideale, secondo gli studiosi, sarebbe fare una doccia ogni due, tre giorni. Stessa cosa vale per i capelli. Lavandovi con meno frequenza noterete una maggiore bellezza della pelle che apparirà più liscia, levigata e sana.

 

http://www.huffingtonpost.co.uk/2015/01/14/showering-daily-bad-for-health_n_6468444.html

20-02-2016

La maggior parte degli esperti che dicono di prendere farmaci per ridurre il colesterolo hanno preso soldi dalle compagnie farmaceutiche che li producono, denunciano le associazioni di consumatori. I farmaci per abbassare il colesterolo vendono bene - 26 miliardi di dollari nel mondo. Le previsioni per quest'anno dicono che il fatturato sarà molto più alto. Questo tipo di farmaci sono i più venduti sul mercato attuale. Nove dei più grandi esperti di colesterolo degli USA hanno stabilito le nuove linee guida che sono state pubblicate dall'American Heart Association e dal governo Americano. L'intento delle linee guida è quello di ridurre gli attacchi di cuore negli Stati Uniti. Di questi nove esperti, sei hanno ricevuto soldi dalle case farmaceutiche che producono i farmaci per diminuire il colesterolo. Gli esperti dicono che probabilmente 7 milioni di Americani in più prenderanno questi farmaci per abbassare il loro livello di colesterolo grazie a queste nuove linee guida. 36 milioni di loro li stanno già prendendo.
James Cleeman, Coordinatore Nazionale del Programma di Educazione sul Colesterolo, sostiene che avvisare i pazienti ad alto rischio di infarto di abbassare il loro colesterolo è una buona scelta, senza tener conto delle connessioni con le multinazionali farmaceutiche delle persone che hanno scritto le linee guida. Alcune persone hanno risposto alle accuse dicendo che tutti maggiori esperti in qualsiasi campo della medicina hanno connessioni con molte organizzazioni, alcune delle quali sono compagnie farmaceutiche che compiono le ricerche - altrimenti non sarebbero mai dei grandi esperti.

 

http://www.medicalnewstoday.com/releases/10881.php

19-02-2016

Gli specialisti dell’American Academy of Otolaryngology suggeriscono questo rimedio per rimuovere le infezioni, uccidere batteri e funghi patogeni e far uscire il cerume in eccesso dalle orecchie. “Il consiglio è valido“, dice Renato Gaini, professore di Otorinolaringoiatria dell’Università di Milano. “Entrambe queste sostanze hanno azione disinfettante contro i batteri e i funghi. L’alcool, inoltre, possiede la proprietà di asciugare il condotto uditivo esterno”. Il cerume viene prodotto dalle orecchie come scudo dai batteri, ma quando è in eccesso può invece causare:

- difficoltà uditive;
- mal di testa;
- acufeni;
- vertigini;
- mal d’orecchie (diventando un covo di batteri).

La maggior parte delle persone usano i cotton fioc che sono molto pericolosi e, anche se rimuovono il cerume in superficie, spingono i batteri verso la parte interna delle orecchie. L’eccesso di cerume viene eliminato in modo naturale masticando, parlando e facendosi il bagno. Questa miscela a base di aceto bianco ed alcool etilico permette quindi di:

1. Rimuovere funghi e batteri dal canale uditivo (ideale per chi va in piscina).
2. Rimuovere il cerume in eccesso.

Per la preparazione di questo rimedio è necessario:

• Miscelare 1 parte di alcool e 1 parte di aceto.
• Prendere 5 millilitri della miscela con un cucchiaino o con una siringa (senza ago) e versarla nell’orecchio inclinando la testa di lato.
• Rimanere in questa posizione per 1 minuto.
• Torna in posizione normale ed uscirà il cerume insieme al rimedio.
• Può essere necessario ripetere la procedura diverse volte per una completa pulizia dell’orecchio.

Per chi volesse vedere la procedura c’è il seguente video in inglese del Dr. David Hill, pediatra americano.

Nota: Nel caso si avesse una perforazione del timpano, ogni liquido che entra nell’orecchio può essere pericoloso, ed è quindi necessario andare da uno specialista.

 

https://www.youtube.com/watch?v=mcvhzWBHDSE

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