Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

03-04-2019

Avete scoperto qualche capello bianco? Niente panico e niente tinta, ma solo alcuni rimedi naturali e tanta pazienza. Eccovi 4 ricette da provare.

MASCHERA AL CAFFE'

INGREDIENTI:

• 1/2 tazza di caffé forte.
• 1 tazza di yogurt naturale.
• 1 cucchiaio di aceto di sidro (utile per aprire i follicoli e aiutare la penetrazione del colore).

Mescolare gli ingredienti e dopo lo shampoo distribuire il composto (che deve risultare omogeneo e liscio) su tutta la capigliatura. Il tempo di posa è di 90 minuti, magari utilizzate una cuffia da doccia per coprire la testa. Questa maschera va applicata 2 volte alla settimana per 6 settimane, poi per il mantenimento potete farlo solo una volta alla settimana.

TINTA NATURALE A BASE DI CAFFE'

INGREDIENTI:

• 1 tazza di caffé.
• 2 tazze di balsamo.
• 2 cucchiai di caffé macinato.

Mettete il caffè freddo nel balsamo insieme al caffè macinato, amalgamate bene e poi spalmate sui capelli come fosse una tinta, copritevi la testa con della pellicola da cucina e lasciate in posa almeno un’ora, più lo lasciate più scuro sarà il risultato, a fine tempo sciacquate con acqua calda.

SHAMPOO E BALSAMO AL CACAO AMARO

INGREDIENTI:

• 1 tazza di shampoo delicato.
• 1 tazza di cacao amaro in polvere.

Mescolate lo shampoo al cacao e usatelo per lavare i capelli, potete anche fare il balsamo sostituendo la tazza di shampoo con la tazza di balsamo da usare dopo lo shampoo al cacao. Usato regolarmente l’effetto è assicurato!

MASCHERA ALLA SALSA DI SOIA

INGREDIENTI:

• 1/2 tazza di salsa di soia.
• 1/2 tazza di aceto di sidro.

Mescolate la salsa di soia con l’aceto di sidro. Da utilizzare dopo lo shampoo, applicate la lozione ottenuta come se fosse un risciacquo finale. Poi asciugate i capelli. Lo potete utilizzare ogni volta che volete.

Martedì, 02 Aprile 2019 14:59

E SE IPPOCRATE AVESSE AVUTO RAGIONE?

03-04-2019

Ippocrate, come padre della medicina moderna, aveva espresso ben altre forme di cura rispetto a quelle odierne. Egli credeva fermamente che la malattia fosse creata da innumerevoli fattori quali: dietetici, atmosferici, psicologici, emozionali e sociali e soltanto l’intera considerazione del profilo di vita della persona affetta da un qualsiasi disequilibrio fisico potesse curarsi soltanto prendendo in considerazione tutti questi fattori. Il suo credo partiva dal presupposto che ogni elemento dell’esistenza dell’uomo aveva ripercussioni sull’intera esistenza stessa (mente, corpo e spirito) e che non potesse esistere medicina che curasse senza aver considerato ampiamente questi aspetti insieme. Inoltre egli sottolineava che nessuna malattia può essere curata con veleni e che l’etica di un medico fosse quella di non speculare sui pazienti e di curare gratuitamente I bisognosi. Ma di tutto questo che cosa è rimasto? Di cosa ci occupiamo oggi? Di un corpo malato e basta! Cosa crediamo siano le medicine? Sostanze chimiche che ci permettono di non “sentire” più il sintomo e che sviluppano altri malesseri. Le emozioni? Sembra che non c’entrino nulla con il corpo fisico. La prevenzione? Si devolve a delle analisi, il cibo passa in secondo piano. Sei malato ma non puoi pagare? Fai una colletta, perchè io medico, devo essere pagato. Ecco cosa è rimasto dell’insegnamento Ippocratico.
Apriamo gli occhi e incominciamo da capo: Il primo passo da fare è credere in se stessi. Prevenzione significa: cibo sano e naturale, vita a contatto con la natura, prendere del tempo per se stessi, fare movimento fisico, preservare il proprio equilibrio emozionale. La cura è: ritrovare il proprio equilibrio con l’alimentazione, nel rispetto di se stessi, cambiare gli atteggiamenti che fanno stare male. Un esame, una medicina, non risolvono nulla se alla base non cambiamo le nostre abitudini sbagliate, se non evitiamo il cibo dannoso, se continuiamo a rimanere imprigionati dalle nostre convinzioni. Ricominciamo da capo, apriamo gli occhi e la mente. Ippocrate aveva ragione!

02-04-2019

Il Delta-9-Tetraidrocannabinolo (THC) è il principio attivo contenuto nella canapa, la pianta famosa per le sue infiorescenze, ricche di questa sostanza, chiamate comunemente Marijuana. Secondo una recente ricerca eseguita dalla Harvard University, questo ingrediente particolare della canapa, oltre a generare i noti effetti inebrianti in chi la fuma, potrebbe avere un ruolo significativo nella cura del cancro ai polmoni. Le analisi hanno rivelato che il tetraidrocannabinolo riduce il tasso di crescita del carcinoma polmonare del 50% e riduce in modo significativo la diffusione del cancro nell’organismo. Come riportato da Science Daily, gli effetti sono stati studiati su un topolino di laboratorio. I ricercatori hanno detto che questo è solo il primo di una serie di esperimenti volti a dimostrare i benefici del THC nella cura del tumore polmonare. Si tratta di un tipo di tumore particolarmente aggressivo, capace di resistere anche alla chemioterapia. La ricerca ha mostrato che il THC bersaglia i recettori CB1 e CB2, in maniera simile all’attività degli endocannabinoidi, i cannabinoidi prodotti naturalmente dal corpo umano.
Lo studio suggerisce che gli agenti del THC, in grado di attivare questi recettori, potrebbero essere utilizzati in modo mirato per trattenere il cancro ai polmoni. “La bellezza di questo studio è che stiamo dimostrando che una sostanza di abuso, se usata in modo prudente, può offrire una nuova strada per la terapia contro il cancro al polmone”, ha detto Anju Preet, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università. Tra l’altro, alcuni studi hanno dimostrato che un derivato medico del THC, noto come Marinol, solitamente usato come stimolante dell’appetito nei malati di cancro, potrebbe avere gli stessi effetti antitumorali, continua Preet. L’unica sperimentazione clinica del THC era stata condotta in uno studio pilota britannico, nel quale si è evidenziato che dosi non tossiche di tetraidrocannabinolo, somministrate su due differenti linee di cellule cancerose del polmone, ne hanno inibito la crescita e la diffusione. La sperimentazione ha evidenziato un altro aspetto positivo, in quanto si è registrata anche una riduzione del 60% delle lesioni tumorali sui polmoni del topolino, nonchè una riduzione significativa dei marcatori proteici associati con progressione del cancro. Altri effetti benefici della canapa sono già noti ai medici. Infatti, presenta proprietà antidolorifiche (la cannabis è usata per il trattamento del dolore), antinausea, antiemetiche, anticinetosico, stimolante l’appetito, abbassa la pressione endoculare, ed in certi soggetti può abbassare l’aggressività.

 

https://www.sciencedaily.com/releases/2007/04/070417193338.htm

http://cancerres.aacrjournals.org/content/67/9_Supplement/4749

Lunedì, 01 Aprile 2019 08:50

BANANE: 14 INASPETTATI USI ALTERNATIVI.

02-04-2019

Le banane e le loro bucce possono essere considerate degli ingredienti di partenza sorprendenti per la preparazione di numerosi rimedi naturali da utilizzare per la cura della salute e della bellezza, oppure in casa e in giardino, per le pulizie domestiche e per occuparsi delle proprie piante. Con la polpa delle banane troppo mature o con della semplice buccia di banana potrete sperimentare i seguenti numerosi usi alternativi.

SALUTE E BELLEZZA

1. MASCHERA PER CAPELLI

Una maschera per capelli può essere preparata frullando una o due banane molto mature, aggiungendo un pò d'acqua fino ad ottenere un composto dalla consistenza cremosa, da applicare sui capelli umidi per 15-30 minuti prima dello shampoo. È un trattamento particolarmente adatto per i capelli danneggiati.

2. SBIANCANTE PER I DENTI

Per ottenere dei denti più bianchi si consiglia di sfregare un pezzetto di buccia di banana su di essi per circa due minuti ogni volta in cui si decida a lavarsi i denti, in modo tale da poter ottenere un sorriso perfetto.

3. MASCHERA ANTIRUGHE

Una maschera antirughe da utilizzare tre volte alla settimana può essere ottenuta mescolando bene o frullando 1 piccola banana schiacciata, 2 cucchiai di panna da montare, 1 cucchiaio di miele biologico, 1 cucchiaio di farina d'avena con un pò di semplice acqua o acqua di rose. Si tratta di una maschera nutriente da applicare sul viso pulito e da lasciare agire per 30 minuti prima di risciacquare.

4. PUNTURE DI INSETTI

In caso di punture di insetti, con particolare riferimento alle punture di zanzara, è possibile sfregare su di esse della buccia di banana, in modo tale da alleviare il prurito. È necessario utilizzare la parte interna della buccia.

5. VERRUCHE

Le banane sono ricche di potassio, per questo motivo si ritiene che possano essere utili nel trattamento delle verruche. È possibile provare a strofinare le verruche con la parte interna della buccia di banana per alcune settimane per notare dei cambiamenti.

6. GRAFFI E LIVIDI

Graffi, taglietti e lividi possono trarre sollievo dall'impiego delle banane per via del loro contenuto di potassio. È possibile applicare della buccia di banana su graffi e taglietti per favorirne la guarigione e della polpa di banana sui lividi per provare a velocizzarne la scomparsa.

7. SCRUB ESFOLIANTE

Uno scrub esfoliante per il corpo o per il viso può essere preparato con soli tre ingredienti: 1 banana matura, 3 cucchiai di zucchero ed ¼ di cucchiaino di estratto di vaniglia. La banana deve essere schiacciata con una forchetta e mescolata agli altri ingredienti. Lo scrub deve essere applicato sulla pelle con leggeri movimenti circolari.

CASA E GIARDINO

8. ATTIRARE LE FARFALLE

Farfalle ed uccellini, proprio come gli umani, sono attirati dagli odori dolci ed amerebbero particolarmente l'aroma delle banane. Per avvicinarli, provate a posizionare una banana sul davanzale o su di un tavolino in giardino.

9. FERTILIZZARE LE PIANTE

Le bucce di banana essiccate e triturate sono considerate un ottimo fertilizzante per le piante e per l'orto, che può essere mescolato al terriccio già al momento della semina. Tra i fiori che amano particolarmente le banane come fertilizzante naturale troviamo le rose. Le bucce di banana possono essere impiegate per arricchire il composto.

10. PULIZIA DI PELLE E ARGENTO

Per la pulizia degli accessori in pelle e degli oggetti in argento è possibile evitare l'acquisto di prodotti costosi e dalla dubbia composizione ed utilizzare semplicemente delle bucce di banana per strofinarli delicatamente ed un panno asciutto e pulito per completare l'operazione.

11. COMBATTERE GLI AFIDI

Per proteggere le vostre piante dagli attacchi degli afidi, sia che esse si trovino in giardino, sia che siano stato collocate in vaso, è possibile ricorrere alle bucce di banana. Sotterrate dei pezzetti di bucce di banana fresche nel terreno alla base della pianta, ad una profondità di 5-7 centimetri.

12. ALIMENTAZIONE DEL CANE

Le banane sono considerate tra gli alimenti sicuri per essere consumati da parte del proprio amico a quattro zampe. Le banane sono ricche di potassio, fibre e vitamine, utili non soltanto per noi, ma anche per il nostro cane. È quindi possibile, ad esempio, mescolare delle banane schiacciate alla pappa di tanto in tanto.

13. PURIFICARE L’ACQUA

Alcune ricerche hanno evidenziato come le bucce di banana possano rivelarsi utili per la purificazione dell'acqua, per via della loro capacità di assorbire le tossine, con particolare riferimento ai fiumi inquinati. Il loro impiego potrebbe essere utile per purificare l'acqua piovana da utilizzare per innaffiare le piante o il giardino.

14. PREPARARE IL GELATO

Avere a disposizione una banana rappresenta il metodo più semplice e rapido per la preparazione casalinga del gelato senza utilizzare una gelatiera. Frullando semplicemente le banane, si otterrà un gelato cremoso, a cui aggiungere eventualmente altra frutta o del cacao in polvere.

02-04-2019

Soffrendo di artrite, per trovare sollievo dal dolore o anche quando si debbano trattare altri sintomi, si può essere tentati di assumere un farmaco a base di paracetamolo (o acetaminofene; N-acetil-p-aminofenolo) che è un noto metabolita dall’azione antipiretica e antidolorifica. Tuttavia, l’associazione artrite/paracetamolo pare sia da evitare, perché pericolosa. Ad avvisare di tenere separati paracetamolo e artrite è l’ente sanitario di vigilanza britannico “healthcare watchdog”, che mette in guardia chi soffre di artrite dal rischio di sviluppare l’insufficienza cardiaca o essere vittime di ictus.
L’uso del paracetamolo è molto diffuso e, secondo gli esperti, è una procedura standard quella di prescrivere il farmaco per trattare i dolori, poiché questo è di facile reperibilità ed è piuttosto economico. In virtù di quanto accertato dall’healthcare watchdog, anche il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha preso in esame la questione, proponendosi di promuovere nuove linee guida circa l’uso del paracetamolo e far in modo che se ne riduca la prescrizione e l’utilizzo. Il paracetamolo è stato oggetto di grande diffusione nell’ultimo decennio, perché ritenuto efficace e sicuro – anche per i bambini. Tuttavia, oggi ci sono evidenze che suggeriscono che sia meno efficace e sicuro di quanto creduto.
Tra i vari studi che hanno messo in dubbio le qualità del paracetamolo ce n’è uno neozelandese pubblicato nel 2010 sulla rivista Clinical & Experimental Allergy, in cui si sostiene che il paracetamolo ha una marcata azione ossidante, ossia agisce come tutte quelle sostanze da cui i nutrizionisti e i medici ci dicono continuamente di stare alla larga perché promuovono l’ossidazione del corpo – che causa invecchiamento precoce e tutta una serie di malattie come quelle degenerative. Un altro recente studio dell’Università Otago di Wellington (NZ) e pubblicato sempre sulla rivista Clinical & Experimental Allergy, suggerisce poi che l’uso di paracetamolo nei bambini può promuovere l’insorgere di allergie e asma. Ecco pertanto come non sempre un farmaco considerato sicuro sia da assumere con leggerezza ma, come per tutti i medicamenti, dovrebbe essere assunto solo in caso di reale necessità. Se però si soffre di artrite bisognerebbe proprio evitare e chiedere al proprio medico un’alternativa.

 

https://www.reuters.com/article/us-paracetamol-asthma/paracetamol-may-be-linked-to-young-child-allergies-idUSTRE6AS0LY20101129

01-04-2019

Attenzione a bere caffè o tè troppo caldi: potrebbero alla lunga causare un tumore alla gola. Coloro che consumano regolarmente una di queste bevande a 60° C o di più, infatti, vedono aumentare il rischio di cancro all’esofago del 90%. È per questo che è meglio aspettare che si raffreddi. A lanciare l’allarme sono i ricercatori dell’Università Tehran, in Iran, il cui studio si aggiunge a una serie di ricerche che collegano le bevande calde alla malattia. Questa, però, è la prima volta che il collegamento è stato trovato in un’indagine su larga scala che ha seguito un campione di persone per molto tempo. Secondo gli scienziati, in pratica, l’acqua bollente irrita il rivestimento della bocca e della gola, il che può alimentare i tumori.
Il tumore dell’esofago è il nono tumore più frequente nel mondo e colpisce prevalentemente gli uomini dopo i 60 anni. L’esofago è il condotto attraverso il quale gli alimenti e i liquidi che ingeriamo passano dalla gola allo stomaco. Ha pareti interne rivestite di tessuto mucoso e circondate esternamente da un tessuto muscolare che, contraendosi all'atto della deglutizione, spinge il cibo verso il basso in direzione dello stomaco, al quale l’esofago è unito. Lo sviluppo di un cancro in questa zona è per lo più dovuto a una crescita sproporzionata delle cellule che rivestono internamente quest’organo, oppure delle cellule che formano le ghiandole che producono il muco (la mucosa che riveste l’esofago nel suo tratto terminale è ricca di ghiandole produttrici di muco). I sintomi possono includere difficoltà nella deglutizione, indigestione persistente o bruciore di stomaco, vomito subito dopo aver mangiato, perdita di appetito e perdita di peso.
Pubblicato sull’International Journal of Cancer, lo studio ha esaminato le abitudini di consumo di 50.045 persone di età compresa tra i 40 e i 75 anni che vivevano nel nord-est dell’Iran. Durante un periodo di follow-up dal 2004 al 2017, sono stati identificati 317 nuovi casi di cancro all’esofago: il rischio di carcinoma esofageo è aumentato a 2,4 volte tra coloro che bevevano regolarmente a 75° C quelle bevande. I ricercatori, guidati da Farhad Islami, hanno affermato che i risultati “rafforzano sostanzialmente” le prove esistenti del collegamento tra le bevande calde e il cancro all’esofago.
Diversi meccanismi potrebbero spiegare come l'assunzione di bevande calde porterebbe al cancro esofageo: per esempio, il calore potrebbe danneggiare l’esofago portando a un'infiammazione, che potrebbe danneggiare a sua volta il DNA e provocare la produzione di “carburante” di sostanze chimiche cancerogene. Oppure, potrebbe anche compromettere la sua capacità di agire come barriera alle tossine dannose dell’alcool e del fumo, per chi avesse queste cattive abitudini. Già nel 2016, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) aveva classificato come probabile cancerogeno bere bevande molto calde sopra i 65° C. In Cina, Iran, Turchia e Sud America il tè viene tradizionalmente bevuto molto caldo - a circa 70° C, per cui questo studio aggiunge l’evidenza che l’assunzione di bevande più calde di 60° C può aumentare il rischio di cancro all’esofago.

 

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/ijc.32220

01-04-2019

In assenza di dati clinici e sperimentali è ancora la tradizione popolare a segnalare le attività terapeutiche di questa pianta. La scorza del frutto (pericarpo), dal caratteristico sapore amaro ed aromatico, trova impiego principalmente come amaro-tonico, stomachico, carminativo: come tale viene utilizzata per stimolare l'appetito e favorire l'aumento ponderale. Di rilievo è l'azione antispasmodica che risulta utile nelle forme digestive ad impronta spastica (coliti ecc.). Per tali proprietà può essere impiegata nel trattamento dell'insonnia di origine nervosa. Trova impiego anche come correttivo delle preparazioni farmaceutiche dal sapore sgradevole. 
Fiori e foglie dell'arancio amaro, ma anche della varietà dolce, vengono usati, per lo più in infusione, nel trattamento sintomatico degli stati neurotonici dell'adulto e dei bambini, in particolare nelle turbe minori del sonno. I fiori, in infuso o come acqua distillata, rappresentano infatti un efficace e delicato sedativo ed antispasmodico indicato nel trattamento degli stati di eccitazione nervosa (cefalea, insonnia), delle forme dispeptiche ecc.
L'acqua distillata è un eccellente e gradito veicolo per soluzioni ed acque cosmetiche (lozioni per palpebre e per pelli delicate, creme ecc.). Dai fiori si estrae l'olio essenziale o essenza di neroli largamente impiegato in profumeria. L'olio di neroli possiede anche proprietà antispasmodiche e sedative. Le foglie hanno analoghe proprietà anche se più accentuate e sono impiegate come aromatizzanti, carminative, diaforetiche e febbrifughe.

31-03-2019

I bambini asmatici con bassi livelli ematici di vitamina D possono avere un rischio aumentato di soffrire attacchi gravi di asma. Uno studio ha seguito più di 1.000 bambini con asma per quattro anni ed ha trovato che quelli con insufficienza di vitamina D all’inizio del test avevano più probabilità di avere un attacco di asma che richiedesse un ricovero ospedaliero. Dice la Reuters: “quando i ricercatori hanno considerato altri fattori, compresa la severità dell’asma dei bambini all’inizio dello studio, il loro peso e il reddito della famiglia, la carenza di per sè di vitamina D era collegata ad un aumento del 50 per cento di rischio di gravi attacchi di asma”.

 

http://www.reuters.com/article/2010/06/23/us-vitamind-asthma-idUSTRE65M5E920100623

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20538327

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-06/usdo-vda062510.php

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-06/mg-sdp062210.php

31-03-2019

Chi lo dice che sia solo la dieta mediterranea a far bene alla salute? Secondo recenti studi, quella nordica non sarebbe da meno; anzi. A suggerirlo è la dietista Sydney Geraldine Georgeou che consiglia per esempio di sostituire il frumento con la segale, visto che questa contiene fibre a lenta digestione che evitano il picco insulinico e il desiderio continuo di cibo. Anche l’olio di colza, tanto demonizzato negli ultimi anni, sembra essere eccellente nei climi e nei periodi molto freddi in quanto contiene molti omega-3 e pochi grassi saturi.
Che dire, invece, dei preziosi grassi contenuti nei pesci? Aringhe, sgombri e salmone si sono rivelati nello studio, ottimi oltre che per la salute, persino per la perdita di peso. La ricercatrice inoltre sottolinea che perdere peso è importante anche per la salute del cuore – come afferma anche il National Heart Foundation. Ma non è una dieta completa se in tavola non ci sono anche frutti salutari. Via libera dunque a mirtilli, more e lamponi, tipici cibi degli abitanti del Nord. Ricchissimi di vitamine e antiossidanti, questi preziosi frutti consumati frequentemente combattono l’invecchiamento. Secondo l’esperta, la carne che più si addice è la selvaggina: cervi, renne e alci meglio della classica carne di manzo e ricchissimi di ferro. Tra le verdure, ricorda cavoli e cavoletti di Bruxelles, anch’essi ricchi di antiossidanti e vitamine del gruppo B. Dai risultati relativi a una ricerca durata cinque anni è anche emerso che le persone che perdevano più peso erano quelle che seguivano la tipica dieta Danese. 

 

http://www.stuff.co.nz/good-reads/9465883/What-do-Scandinavian-women-eat

 

Sabato, 30 Marzo 2019 12:23

GOCCIA SU GOCCIA.

31-03-2019

Sareste preoccupati se qualcuno vi dicesse che, a vostra insaputa, vi è stata somministrata una sostanza tossica velenosa quanto il piombo, in grado di causare tumori e fragilità ossea e che tra l'altro è il componente principale di alcuni farmaci psicotropi? È ciò che alcuni esperti sanitari presumono stia accadendo a milioni di persone in tutto il mondo e la preoccupazione sarebbe dunque più che giustificata. La sostanza incriminata è il fluoro contenuto nell'acqua che esce dai rubinetti delle nostre case. La maggior parte di noi conosce il fluoro solo perchè pare che aiuti a prevenire la carie dentaria. Negli anni Settanta, il fluoro venne aggiunto alla quasi totalità dei dentifrici venduti sul mercato, supponendo così di risparmiare ai bambini sgradevoli frequentazioni con il dentista. Ma adesso di questa vicenda sembra emergere un aspetto ben più inquietante. Se è noto che in alcuni casi il fluoro può rendere più forti i denti, è altresì stato provato come questo elemento sia altamente tossico e sia stato messo più volte in relazione coin numerosi disturbi fisici e psichici. Se viene addizionato all'acqua potabile, poi, non si è più in grado di valutare esattamente la quantità assunta dall'organismo.
Dalla fine della II guerra mondiale non è più stata fatta una vera ricerca scientifica sugli effetti potenzialmente mortali del fluoro. Molti scienziati sono seriamente preoccupati da quello che arrivano a definire un pericoloso e inquietante schema di somministrazione di massa praticato in molti paesi occidentali, messo a punto per la prima volta nella Germania nazista. Durante le drammatiche giornate della II guerra mondiale, migliaia di innocenti, uomini, donne e bambini, vennero rinchiusi e uccisi nei campi di concentramento. I decessi dovuti alle malattie, alla scarsità di cibo, ai carichi di lavoro massacranti e alla tremenda brutalità dei sorveglianti erano all'ordine del giorno. A tutto questo si aggiungeva l'uso regolare di farmaci e sostanze chimiche. Gli scienziati del Reich, determinati a mantenere il clima di terrore e cieca obbedienza, avevano trovato un ottimo metodo per controllare il comportamento dei prigionieri. Si scoprì che piccolissime dosi ripetute di fluoro intossicavano e narcotizzavano lentamente la vittima, rendendola psicologicamente sottomessa. Entusiasti all'idea di utilizzare le potenzialità di questo elemento chimico, i comandanti dei campi di concentramento cominciarono a immettere fluoro nell'acqua potabile. I servizi segreti alleati furono molto colpiti dagli effetti dell'acqua fluorata, paventando che avrebbe potuto essere il mezzo ideale per controllare le popolazioni dei paesi occupati dalle truppe tedesche.
Dando per scontata la vittoria tedesca, la I.G. Farben, azienda chimica di Francoforte, cominciò a produrre grandi quantità di fluoro destinato ai campi di concentramento e ad altri possibili, futuri impieghi. Alla fine della II guerra mondiale, gli Stati Uniti inviarono Charles Eliot Perkins, ingegnere esperto di chimica, fisiologia e patologia, a studiare la tecnologia del controllo mentale messa a punto dalla I.G. Farben. Dal suo soggiorno in Germania, Perkins trasse alcune inquietanti conclusioni. Nel suo rapporto scrisse che "quando i nazisti decisero di invadere la Polonia, gli stati maggiori di Unione Sovietica e Germania si scambiarono informazioni militari, conoscenze scientifiche, piani strategici e personale. Lo schema relativo al controllo della popolazione attraverso l'acqua potabile venne colto al volo dai russi perchè si adattava perfettamente ai loro progetti di colonizzazione politica del mondo". Perkins, nelle sue indagini sui progetti sovietici di controllo mentale di massa, evitò di coinvolgere direttamente i servizi segreti alleati, ma un'indagine più accurata sulla I.G. Farben e sulle sue relazioni industriali evidenziò qualche collegamento sospetto a livello internazionale. La I.G. Farben si espanse notevolmente intorno agli anni Venti grazie all'interesse di Wall Street, che trovava questa azienda non meno interessante della Ford Motor Company di Henry Ford, della General Motors di J.P. Morgan o della Standard Oil dei Rockfeller. Tramite Wall Street, negli anni Trenta vennero investiti nell'azienda migliaia di dollari, e questa situazione continuò anche durante la II guerra mondiale. Sarà stata una coincidenza ma è un fatto che durante la guerra gli stabilimenti e gli impianti della I.G. Farben non furono mai nè bombardati nè sabotati e neppure danneggiati dagli alleati.
Ian E. Stephens, ricercatore e scrittore, ha dichiarato che i comandanti dei bombardieri ricevevano istruzioni, probabilmente da alti funzionari del governo, perchè questi impianti venissero risparmiati. Per quale motivo? Sin dai tempi della Depressione americana del 1929, organizzazioni come la Rockfeller Foundation e persone in vista come quelle appartenenti alla famiglia Ford andavano pubblicamente incoraggiando una politica di lungo termine sul controllo demografico. È anche noto che diversi personaggi influenti del mondo commerciale americano avevano investito, prima e dopo il conflitto, tempo e danaro nei progetti che la I.G. Farben portava avanti. Era il caso della famiglia Mellon. Il Mellon Institute, organizzazione indipendente fondata nel 1913 per promuovere il progresso delle scienze e dell'industria scoprì che il fluoro aveva lo straordinario potere di prevenire la carie dentaria. Per una bizzarra coincidenza, la famiglia Mellon aveva anche fondato ed era proprietaria dell'American Aluminium Company, cioè la Alcoa. Questa società utilizzava il fluoruro d'alluminio per produrre alluminio puro, un prodotto che assicurava grandi profitti ma che produceva come scarto di lavorazione il fluoruro di sodio, sostanza tossica senza valore che poneva anche problemi di ordine ecologico. La Alcoa propagandò presso l'opinione pubblica le potenzialità del fluoruro, trasformando un prodotto di scarto in una fonte di profitto economico. La Alcoa e gli altri produttori di fluoruro di sodio cominciarono a mettere insieme prove tese a dimostrare che piccole dosi di fluoruro non sono dannose per l'organismo umano. Le ricerche da loro sponsorizzate fecero intendere che il fluoro aiutava lo sviluppo di una dentatura sana e robusta. Questa ricerca, iniziata negli anni Trenta, ignorava completamente l'alta tossicità del fluoro per concentrarsi unicamente sui marginali effetti benefici che esso poteva avere per la salute umana. Ricercatori che lavoravano per l'American Dental Association (ADA) per conto dell'Alcoa continuarono a promuovere il fluoro nonostante l'abuso che di questo elemento avevano fatto tedeschi e sovietici. Nonostante dozzine di scienziati e gruppi di pressione contestassero vivacemente le dichiarazioni della lobby del fluoro, l'opinione pubblica abbracciò con grande rapidità le presunte qualità di questo nuovo, strabiliante farmaco. Il ministero della Sanità americano incoraggiò la fiducia dell'opinione pubblica e a partire dal 1945, le nove città più grandi degli Stati Uniti cominciarono ad aggiungere il fluoro alle loro riserve idriche. Alcune indagini scientifiche dimostrarono un miglioramento della salute dentale nei bambini e si diede avvio a una campagna di "fluorizzazione" dell'acqua potabile su tutto il territorio nazionale. Molti altri paesi del mondo fecero altrettanto.
Comunemente si crede che il trattamento con il fluoro sia efficace per tutta la vita. Oggi però la ricerca sembra dimostrare che la protezione esercitata da questa sostanza scompare prima del ventesimo anno di età. Del resto, diversi autorevoli ricercatori affermano che non c'è neppure una prova inoppugnabile che il fluoro abbia sui denti un effetto benefico. Secondo un rapporto stilato nel 1996 dall'Istituto Nazionale Americano di Ricerche Dentali, il numero di carie dentali osservate nei bambini provenienti da zone dove l'acqua potabile è trattata con fluoro è praticamente uguale rispetto a quello riscontrato nei loro coetanei che abitano in zone dove si beve acqua non addizionata. Per dimostrare che il fluoro porta giovamento ai denti, non è mai stata fatta una seria ricerca. E allora a cosa serve in realtà l'acqua al fluoro?
L'alta tossicità del fluoro e il suo impiego nei programmi di controllo mentale sono ben documentati e ora anche le sue prerogative positive appaiono poco conosciute, discusse o addirittura negate. Secondo Jane Jones, amministratore dell'Associazione Britannica per la Purezza delle Acque, "aggiungere fluoro all'acqua potabile è una pratica antidemocratica e costituisce un pericoloso precedente. Nessuno si può arrogare il diritto di costringere un individuo ad assumere un farmaco a sua insaputa e contro la sua volontà per prevenire la carie dentale: una malattia che non mette a rischio la vita, non è contagiosa ed è facilmente evitabile". La pratica del trattamento dell'acqua con il fluoro ha avuto una storia movimentata. Per alcuni si tratta di una panacea, che contrasta gli effetti di abitudini dietetiche sbagliate e migliora la salute dentale dei nostri bambini; un segno del progresso, quindi. Per altri, è un'intrusione pericolosa nella vita privata dei cittadini, un cinico sistema per modificare i nostri comportamenti lucrando su un pericoloso prodotto di scarto. Altri ancora si sono spinti più in là, affermando che si tratta di una somministrazione farmacologica di massa e di una forma occulta di controllo che affonda le sue radici nella Germania nazista, una delle dittature più orrende che la storia ricordi.

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